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ATENE E I RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI NEL CORSO DEL TEMPO., Schemi e mappe concettuali di Archeologia

BREVE DESCRIZIONE DELL' ACROPOLI DI ATENE, TRA STORIA E RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI NEL CORSO DEL TEMPO. OTTIMO RIASSUNTO MOLTO UTILE PER PREPARARE L'ESAME DI PROVINCIE ROMANE.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

Caricato il 01/03/2024

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monia-formentini 🇮🇹

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Scarica ATENE E I RINVENIMENTI ARCHEOLOGICI NEL CORSO DEL TEMPO. e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Archeologia solo su Docsity! Dall’età ellenistica all’età romana Dopo la morte di Alessandro Magno (323 a.C.) la città passò nelle mani di Cassandro, che nominò reggente di A. Demetrio Falereo; questi governò A. con autorità assoluta per dieci anni, a partire dal 318/7 a.C. Nell’intento di rinnovare la lista di coloro che godevano dei pieni diritti civili, egli si basò sul censimento registrato da Ctesicle (apud Ath., VI, 272b), secondo il quale A. aveva 21.000 cittadini e 10.000 meteci. Demetrio stabilì inoltre diverse leggi suntuarie che limitavano le spese per le sepolture e i monumenti funerari. Il governo di Demetrio Falereo fu soppresso nel 307 a.C. da Demetrio Poliorcete, che conservò il potere per sei anni. In questi anni si prestò scarsa attenzione ai monumenti della città, concentrando invece l’attenzione sulle fortificazioni. Furono infatti eseguiti lavori sulla cinta muraria e sulle mura del Pireo, attestati da un’iscrizione del 307/6 a.C., e vennero ripristinate anche le Lunghe Mura. Durante il regno di Demetrio Poliorcete venne sistemato un presidio sulla sommità della collina delle Muse, che venne fortificata con mura robuste (294 a.C.). Nell’Agorà furono dedicate statue d’oro a Demetrio Poliorcete e ad Antigono e su una delle porte dell’Agorà, subito a est della Stoà Poikile, fu collocato un trofeo eretto per commemorare la vittoria da parte della cavalleria ateniese nel 303/2 a.C. Nel III sec. a.C. la città si trovò coinvolta in una continua lotta tra la fazione nazionalista e quella pro-macedone; la scena politica di A. ruotò intorno alle relazioni con le case reali di Antigono e di Tolemeo, fino alla comparsa di Roma sulla scena politica, verso la fine del III sec. a.C. Filippo V di Macedonia invase due volte l’Attica; quando fu costretto a ritirarsi nel 200 a.C. venne approvato un decreto che stabiliva la distruzione di tutti i monumenti connessi con i sovrani macedoni. Nell’Agorà si trovano due strutture principali appartenenti al III sec. a.C.: il peristilio quadrato, che occupa la parte settentrionale del lato est della piazza, e l’Arsenale, situato tutti i lati della piazza furono chiusi da portici e da altri edifici. A ovest dell’Agorà la strada delle Panatenee si dirigeva in linea retta verso il Ceramico. In questo tratto, nel quale la strada era larga oltre 20 m, erano allineati diversi monumenti. Circa 200 m a ovest della Stoà Basileios è stato scavato il monumento dello scultore ateniese Eubulide (floruit 140 a.C. ca.), menzionato da Pausania (I, 2, 5). Più a nord, oltre una stoà che si sviluppava da est a ovest, sul lato settentrionale della strada si trovava la famosa Casa di Poulytion, dove nel 415 a.C. Alcibiade avrebbe rappresentato una parodia dei misteri eleusini; al tempo di Pausania casa e proprietà circostanti costituivano un temenos dedicato a Dioniso Melpomenos (Paus., I, 2, 5). La benevolenza dei sovrani dell’Asia Minore si manifestò anche in altre zone di A. Eumene II (197-159 a.C.) fece erigere una lunga stoà in senso est-ovest alle pendici meridionali dell’Acropoli. Gli Ateniesi in segno di gratitudine dedicarono a Eumene II e a suo fratello Attalo II due gruppi bronzei, uno nell’Agorà e l’altro sul lato nord dell’accesso all’Acropoli. Quest’ultimo era sistemato su di un alto piedistallo che venne ridedicato ad Agrippina in età giulio-claudia. Un piano più ambizioso fu iniziato da Antioco Epifane (175-164 a.C.), re di Siria: egli infatti completò la costruzione del tempio di Zeus Olimpio di dimensioni colossali; diptero, corinzio, con cella ipetrale, era stato progettato da Cossutius. In questa fase fu introdotto un nuovo tipo di ginnasio: i nuovi ginnasi vennero costruiti all’interno della città per l’allenamento degli efebi e per scopi educativi. Il ginnasio Diogeneion (fine del III sec. a.C.), a est dell’Agorà romana, prendeva il nome da Diogene, un generale macedone che fu onorato da A. per l’interesse dimostrato verso la città. Tolemeo VI Filometore (181-145 a.C.) fondò ad A. un secondo ginnasio, noto come Ptolemaion, localizzabile a sud dell’Agorà romana, presso il Theseion, in base a un passo di Plutarco (Thes., 36, 2). Nell’86 a.C. la città fu occupata e quasi distrutta dalle truppe di Silla; le fortificazioni di A. e del Pireo vennero demolite e la città rimase così priva di difese fino alla metà del III sec. d.C. L’Acropoli non venne saccheggiata, mentre in altre parti i danni furono estesi. Nell’Agorà sono state notate tracce di distruzione nella piazza meridionale, in particolare nella Stoà Sud II, nella Stoà Est e nell’Heliaia. Nel lungo periodo che va dalla distruzione sillana fino all’invasione degli Eruli del 267 d.C. A. visse un’epoca di ripresa, testimoniata da un’intensa attività monumentale che culminò nell’età di Adriano (Paus., I, 20, 7). Verso il 50 a.C. fu costituita, grazie a Cesare, una nuova area di mercato a est dell’Agorà classica. L’Agorà romana era una grande piazza di marmo, circondata sui lati da un peristilio a colonne. Sulla strada che collegava le due zone venne dedicato un propileo ad Atena Archegetis. Sul lato est del mercato del marmo venne costruito nel I sec. d.C. l’orologio di Andronico Kyrrhestes (noto come Torre dei Venti), formato da una torre ottagonale decorata con un fregio rappresentante gli otto venti. Più a sud-est era l’Agoranomion, la sede dei funzionari che controllavano l’attività del mercato. A est del restaurata o ricostruita la maggior parte degli edifici sulle pendici meridionali dell’Acropoli. Nerone finanziò la costruzione di un nuovo palcoscenico nel Teatro di Dioniso, mentre, secondo un’iscrizione (51/2 d.C.), altri lavori furono iniziati nel santuario di Asclepio. Con il finanziamento da parte del re di Cappadocia Ariobarnazo fu restaurato nel I sec. d.C. l’odeion di Pericle, precedentemente distrutto dagli stessi Ateniesi per impedire a Silla di utilizzarne il materiale ligneo della copertura. Nel corso del I sec. d.C. furono realizzate nuove stoài nell’Agorà lungo la via delle Panatenee, nel tratto che collegava l’Agorà con il Dipylon. Recenti lavori hanno riportato in luce i resti di due portici menzionati da Pausania (I, 2, 4), a est del monumento di Eubulide e sul lato opposto della strada. Intorno al 100 d.C. fu costruita una biblioteca a sud della Stoà di Attalo; l’edificio, noto come “biblioteca di Pantainos”, fu edificato da Tito Flavio Pantainos e dedicato ad Atena Poliàs, all’imperatore Traiano e ad A. È costituito da un peristilio rettangolare e dalla biblioteca principale a est; un’iscrizione proveniente dall’edificio riporta il regolamento per l’uso della biblioteca. Uno dei periodi più importanti per la città fu quello del regno dell’imperatore Adriano (117-138 d.C.). Il programma edilizio adrianeo non coinvolse l’Acropoli, forse per una forma di rispetto nei confronti dei monumenti classici. Il Pompeion del Ceramico, distrutto da Silla, fu sostituito da una grande basilica a tre navate. Nell’Agorà l’odeion di Agrippa venne riparato tra il 150 e il 175 d.C. e nel corso del restauro venne aggiunto un portico sul lato nord. Il nuovo tetto era sostenuto da una fila di tre tritoni e tre giganti e da un muro a croce aggiunto nell’auditorium, che fu utilizzato come sala per conferenze. A questo periodo appartengono anche l’edificio circolare situato a nord-ovest della Stoà di Attalo e il Ninfeo, una fontana monumentale di forma semicircolare alimentata dall’acqua portata nell’Agorà dall’acquedotto adrianeo. Nell’angolo nord-orientale dell’Agorà, quasi a contatto con l’angolo nord-ovest della Stoà di Attalo, fu costruita una grande basilica decorata con rivestimenti marmorei e pilastri scolpiti. Nello stesso periodo fu pavimentata con lastroni la via delle Panatenee nel tratto compreso tra la biblioteca di Pantainos e l’Eleusinion. Le opere pubbliche riguardarono non solo edifici, ma anche strade, ponti, acquedotti e sistemi di scarico delle acque; queste ultime vennero incanalate verso il fiume Eridano, che fu coperto e fatto scorrere così sotto terra. A est dell’Agorà classica Adriano fece costruire una grande biblioteca; tra questa e la Stoà di Attalo si trovava il ginnasio di Adriano, ora coperto da edifici moderni. La biblioteca era formata da un grande peristilio e aveva sul lato occidentale un propileo monumentale. Sul lato est si trovavano alcuni grandi ambienti, identificati con la biblioteca e gli auditoria. A est del mercato romano era il Pantheon, descritto da Pausania (I, 18, 9) come un grande edificio, probabilmente un tempio a tre navate. Adriano intraprese la ricostruzione dell’Olympieion, spogliato da Silla, durante la sua seconda visita ad A. nel
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