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AVVIO ALLA LOGICA - MATERIALE, Appunti di Logica

materiale avvio alla logica!

Tipologia: Appunti

2011/2012
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Caricato il 17/04/2012

luca.lofranco
luca.lofranco 🇮🇹

4 documenti

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Scarica AVVIO ALLA LOGICA - MATERIALE e più Appunti in PDF di Logica solo su Docsity! DOCUMENTO 1 LE OPERAZIONI DI DISCORSO trattate nel corso di AVVIO ALLA LOGICA E AL DISCORSO GIURIDICO punti-chiave (relativi a ciascuna operazione) LA QUALIFICAZIONE La qualificazione è: l'operazione (x è y) che enuncia, di x, una o più caratteristiche y che non corrispondono alla totalità delle caratteristiche identificanti. Le qualificazioni possono essere: di individualità oppure di classi; • attributive oppure identitarie; • semplici oppure composte; • descrittive oppure direttive; • neutre oppure orientate. Le qualificazioni devono essere: • pertinenti: vale a dire: devono essere "in tema", nonché in rapporto di "congruenza", rispetto alle esigenze espresse dal contesto; • corrette: in particolare, se sono descrittive devono essere vere (sono false, per contro, le qualificazioni che predicano, del qualificando, una classe che non lo include). L'errore più grave, in materia di qualificazioni, è: l'errore categoriale: si verifica allorché il qualificante: non solo non include il qualificando; ma, addirittura, afferisce a una "filiera di classi" (vale a dire: afferisce a un "universo") che è differente dalla filiera a cui afferisce il qualificando. Esempio di errore categoriale: dire che "il treno è una attività di trasporto": qui l'errore è categoriale poiché il treno non afferisce all'universo dei "fatti" (ove stanno gli atti e le attività), ma afferisce all'universo delle "cose". Esempio ulteriore: dire che"il legato è una persona destinataria di una attribuzione patrimoniale": qui l'errore è categoriale poiché il legato non appartiene all'universo delle "persone" (nel qual caso, se ci si riferisse alla persona, si userebbe il termine 'legatario') ma appartiene all'universo dei "fatti". Esempio ulteriore: dire che "l' obbligazione è un atto giuridico": qui l'errore è categoriale poiché l'obbligazione non afferisce all'universo dei "fatti" (ove stanno gli atti giuridici) bensì afferisce all'universo dei "rapporti". LA DEFINIZIONE La definizione è: • l'operazione (x è y) che enuncia, dell'oggetto x, tutte le caratteristiche necessarie e sufficienti (y1, y2, y3,...); 1 • la proposizione che enuncia, del significante 'x', il significato "y" Nota. Le formulazioni, questa volta, sono due: la prima formulazione è più coerente con una visuale realistica ed essenzialistica; la seconda formulazione è più coerente con una visuale nominalistica e semantica. Ciò non esclude, peraltro, che una formulazione del primo tipo possa venire utilizzata, per tradizionalismo, anche da persone che, da un punto di vista teorico, siano portatori di una visione del secondo tipo. Le definizioni possono essere: • di individualità oppure di classi; • tramite genere e specie; tramite elenco dei componenti;tramite regola d'enunciazione (detta, anche, 'regola d'uso'); • descrittive, oppure stipulative, oppure precisanti; • interpretative, oppure teoriche, oppure tematiche, oppure qualificatorie...; • neutre, oppure orientate. Le definizioni devono essere: • caratterizzate da linearità (vale a dire: non devono essere circolari); • caratterizzate da giustezza (vale a dire: non devono essere troppo ampie e neppure troppo strette); • caratterizzate da eleganza (vale a dire: non devono contenere negazioni inutili; non devono essere ridondanti). Gli errori più gravi, in materia di definire, sono: • la circolarità: si verifica allorché il definiens include il definiendum oppure una sua variante. Esempi: "il frigorifero è lo strumento destinato a refrigerare beni"; "il coniugio è il vincolo coniugale". In tali casi la definizione difetta di linearità; ovvero, in altri termini, è circolare; ancora in altri termini, è tautologica (ripete sé stessa). • l'eccesso di estensione: si verifica allorché vengono omessi requisiti essenziali, cosicché, in conseguenza, vengono accolti più oggetti di quanto si debba. Esempi (di eccedenza in estensione): "il frigorifero è un contenitore"; "l'impermeabile è un oggetto che serve a riparare dalla pioggia"; "il coniugio è un rapporto giuridico". Orbene: se si pretende di definire il frigorifero in tale modo, ne risulta che la classe dei frigoriferi viene identificata con una classe molto più ampia (che include, per esempio, anche gli armadi); analogamente, se si pretende di definire l'impermeabile in tale modo, ne risulta che la classe degli impermeabili viene identificata con una classe molto più ampia (che include, per esempio, anche i tetti); inoltre, se si pretende di definire il coniugio in tale modo, ne risulta che il coniugio viene identificato con una classe molto più ampia (che include, per esempio, anche l'usufrutto). Nei tre casi, la definizione manca di giustezza (poiché l'estensione va oltre il dovuto). La causa più frequente di questo errore consiste nel confondere tra definizione e qualificazione (si crede di definire, e invece si qualifica). Nota. Ciò che è stato or ora affermato, in tema di eccesso di estensione, deve essere considerato attentamente. Il punto nodale è questo: una frase, del tipo "A è B", in contesti diversi può recare significati diversi; in conseguenza, la si potrà accettare oppure criticare a seconda del suo significato concreto. Infatti si considerano le due ipotesi seguenti: 2 partecipanti, si riveli necessario (per omogeneità) indicare il nome, o il titolo, o la professione. Gli errori più gravi, in materia di elenco, sono: • il fraintendimento dell'operazione: si verifica quando, alla richiesta di effettuare un elenco, si risponde effettuando un'altra operazione.Esempi (di fraintendimento)- Se Tizio, richiesto di elencare i giorni della settimana, rispondesse "i giorni della settimana sono sette", effettuerebbe una qualificazione (e, per di più, circolare). - Se Caio, richiesto di elencare i pianeti del sistema solare, rispondesse "i pianeti del sistema solare sono quelli visibili a occhio nudo e quelli invisibili a occhi nudo" effettuerebbe una classificazione. • la falsità: si verifica quando vengono immessi, in elenco, elementi che non appartengono alla classe in oggetto. In altri termini: quando almeno un elencante non afferisce all'elencando.Esempi (di elenchi caratterizzati da falsità):- Se Tizio, richiesto di elencare gli Stati vincitori dei Campionati Mondiali di Calcio, rispondesse "gli Stati vincitori dei Campionati Mondiali di Calcio sono l'Uruguay, l'Italia, la Germania, il Brasile, la Spagna, l'Inghilterra, l'Argentina, la Francia", inserirebbe in elenco "un abusivo", giacché la Spagna non ha mai vinto i Campionati Mondiali di Calcio. - Se Caio, richiesto di elencare i modi di estinzione delle obbligazioni, rispondesse "i modi di estinzione delle obbligazioni sono l'adempimento, la novazione, la remissione, la compensazione, la confusione, l'adozione, l'impossibilità sopravvenuta per causa non imputabile al debitore, la cessione dei crediti, la delegazione, l'espromissione, l'accollo", di nuovo inserirebbe in elenco"un abusivo", giacché l'adozione non è un modo di estinzione delle obbligazioni. • la carenza quantitativa inammissibile: si verifica sotto due profili. Primo profilo: il caso in cui, alla richiesta di fornire una elencazione completa (e la cui completezza sia ragionevolmente possibile) si risponda fornendo una elencazione gravemente incompleta ( o per il numero elevato degli elementi omessi, o per la rilevanza qualitativa di un numero pur esiguo di elementi omessi ). Esempi (di elenchi esigui, a fronte di doverosa completezza): - Se Tizio, richiesto di elencare gli Stati che confinano con l'Italia, rispondesse "gli Stati che confinano con l'Italia sono la Francia e la Svizzera", fornirebbe una elencazione gravemente"carente", omettendo di indicare due, fra i quattro, Stati confinanti con l'Italia (ovvero, l'Austria e la Slovenia). Se Caio, richiesto di elencare i tipi di società previsti dal codice civile, rispondesse "i tipi di società previste dal codice civile sono la società semplice, la società in nome collettivo, la società in accomandita semplice, la società in accomandita per azioni, la società a responsabilità limitata", fornirebbe una elencazione inammissibile in quanto l'omissione della società per azioni appare inaccettabile. Secondo profilo: il caso in cui, alla richiesta di una elencazione parziale, si risponda fornendo una elencazione così esigua da risultare non significativa.Esempi (di elenchi esigui, pur a fronte di ammissibile incompletezza): - Qualora Sempronio, richiesto di fornire un elenco di Stati che compongono la Federazione Statunitense, rispondesse "un elenco degli Stati che compongono la Federazione Statunitense è: la California, la Florida, il Texas", fornirebbe una elencazione gravemente "carente", in quanto, seppure a fronte di una richiesta parziale di elencazione, omette un numero eccessivo di elementi y che sono inclusi nella classe x (il che appare chiaro laddove si consideri che gli Stati che compongono la Federazione Statunitense ammontano al numero di cinquanta); 5 • la sequenza caotica: si verifica quando, alla richiesta di fornire un'elencazione, si risponde con una sequenza che risulta gravemente non governata, e che, viceversa, sarebbe razionalmente e ragionevolmente governabile.Esempi (di elenchi caotici):- Se Tizio, richiesto di elencare le dita della mano, rispondesse"le dita della mano sono: pollice, medio, mignolo, indice, anulare", fornirebbe un'elencazione caotica, che non tiene conto dell'immediata enumerazione delle dita, muovendo dal pollice, in sequenza governata, fino al mignolo. - Se Caio, richiesto di fornire unelenco di numeri naturali cardinali, rispondesse"un elenco dei numeri naturali cardinali è dodici, ventisette, uno, otto, trentaquattro, due, etc.", fornirebbe, ancòra, un'elencazione caotica (che non tiene conto della funzione, propria di quei numeri, di contare gli elementi di un insieme secondo la sequenza 0, 1, 2, 3, 4...). LA CLASSIFICAZIONE La classificazione (intesa come singola operazione) è: l'operazione (x è y1 o y2... ) che enuncia, della classe x, due o più sottoclassi (ed eventualmente loro ulteriori sottoclassi) in cui è divisibile senza residui. La classificazione (intesa come sistema di classificazioni) è : un insieme di classificazioni che concorrono ad effettuare una rappresentazione ordinata di un campo d'esperienza. Le classificazioni possono essere: • a un solo livello oppure a più livelli; • con criterio semplice oppure con criterio composto ; • semplici oppure composte ; • positive oppure con una sottoclasse negativa ; • omogenee oppure con una sottoclasse residuale. Le classificazioni devono essere: • pertinenti (nel senso che pertinente deve essere il criterio messo in campo); • rigorose dal punto di vista logico, ossia complete, distintive e coordinate ; • trasparenti dal punto di vista comunicativo, ossia esplicite e motivate. Gli errori più gravi, in materia di classificazioni, sono: il fraintendimento dell'operazione: si verifica quando, alla richiesta di fornire una classificazione, si risponde fornendo un mero elenco (esempio: "i vini sono Barolo, Barbera, Bonarda, Grignolino, Chianti, Lambrusco etc." ); oppure quando, alla richiesta di fornire n classificazioni, si risponde fornendo un' unica classificazione che prevede la divisione di una classe in n sottoclassi (esempio:"tre classificazioni dei vini sono quelle in vini bianchi, rossi e rosé" ); la mancanza di completezza: si verifica quando in nessuna delle sottoclassi y1, y2, y3... trova posto uno degli oggetti inclusi nella classe x (esempio: "gli strumenti musicali sono a corda o a percussione", laddove non vengono contemplati gli strumenti a fiato); la mancanza di distintività: si verifica quando sussistono reciproche intersezioni fra le sottoclassi y1, y2, y3..., e, quindi, uno degli oggetti inclusi nella classe x dovrà essere collocato in due o più delle sottoclassi y1, y2, y3... (esempio: "i mezzi di trasporto sono pubblici, privati, su strada, su 6 rotaie o di altro tipo", laddove l'automobile del Signor Tizio dovrà essere collocata nella seconda e terza sottoclasse, l'Eurostar Torino-Roma nella prima e nella quarta sottoclasse, etc.). L'ARGOMENTAZIONE L'argomentazione (intesa in senso stretto ) è: una o più proposizioni, o gruppi di proposizioni, il cui fine è sostenere o respingere un'altra proposizione (detta 'tesi'). L'argomentazione (intesa in senso ampio ) è: l'insieme di: una proposizione che si intende sostenere o respingere (detta 'tesi'); una o più proposizioni, o gruppi di proposizioni, il cui fine è sostenere o respingere la tesi. Nota 1 [rapporto tra le due accezioni di 'argomentazione']. La seconda accezione, ampia rispetto alla prima, include sia"la tesi" sia 'argomentazione (in senso stretto)". Nota 2 [rapporto tra 'argomentazione' e 'argomento']: poiché 'argomento' designa l'unità minima ed autosufficiente che (prescindendo da fondatezza e da rigore) viene prodotta per sostenere o per contrastare una tesi, ne risulta che l'argomentazione è strutturata in argomenti: può includerne uno solo ma anche molti. Quando l'argomentazione è costituita da un solo argomento, si verifica (sostanzialmente) una sovrapposizione; e in tal caso, per lo più, si suole parlare di 'argomento'. Le argomentazioni possono essere: • basate su un appello al valore oppure basate su un appello al contiguo (asse metonimico), oppure basate su un appello al simile (asse metaforico) ; • deduttive oppure induttive ; • semplici oppure composte ; • a un solo livello oppure a più livelli. Nota. La prima tipologia (appello al valore, al contiguo, al simile) è la meno conosciuta e richiede, pertanto, qualche esempio. Si consideri la tesi: "non ti devi preoccupare troppo". Si considerino, ora, le tre argomentazioni che seguono (argomentazioni semplici, tutte tre, poichè ciascuna include un solo argomento ): "non preoccuparsi troppo è cosa saggia"; "non preoccuparsi troppo fa vivere meglio";"fai come me, che sono sempre sereno". Orbene: nel primo caso abbiamo una identificazione con un valore ; nel secondo caso abbiamo l'appello a un fatto contiguo (una conseguenza); nel terzo caso abbiamo l'appello a un fatto simile (un"esempio" da imitare). Le argomentazioni devono essere: • fondate (nel senso che devono utilizzare, a sostegno o confutazione della 'tesi', proposizioni vere); • rigorose dal punto di vista logico (ossia valide, se si tratta di argomentazioni deduttive, oppure cogenti, se si tratta di argomentazioni induttive); • coerenti (nel senso che, se si fa ricorso a più argomenti, essi non siano in contraddizione fra loro); • trasparenti dal punto di vista comunicativo; • efficaci dal punto di vista della capacità persuaso. Gli errori più gravi, in materia di argomentazione, sono: 7 Le regole devono essere: • formulate correttamente • comunicate con trasparenza. Nota. E' difficile, peraltro, dire in generale come debbono essere le regole: ciò dipende da molti fattori storico-culturali, nonché dalle situazioni concrete: in determinati contesti, ad esempio, l'esigenza di enfatizzare le regole (in particolare: l'esigenza di conferire importanza e solennità a determinate regole, soprattutto direttive) haportato a svalutarei requisiti di trasparenza. Le regole descrittive (oltre che formulate correttamente e comunicate con trasparenza) devono essere: vere Nota. La verità riguarda il nesso che viene asserito dalla regola. Per esempio: la regola"can che abbaia non morde" è vera se effettivamente è riscontrabile un nesso tra"abbaiare" e"non mordere"; in altri termini, tale regola è vera se è vera la proposizione secondo cui"i cani che abbaiano sono cani che non mordono" Le regole direttive (oltre che formulate correttamente e comunicate con trasparenza) devono essere: • adeguate al contesto (vale a dire: adeguate alle situazioni concrete in cui vanno ad operare); • coerenti rispetto alle regole con le quali coesistono (vale a dire: coerenti con le regole che appartengono a un medesimo sistema direttivo). Nota 1 [la coerenza]. Per chiarire l'aspetto della coerenza si consideri che: in un unico sistema, la regola che ammette il divorzio non può coesistere con la regola che esclude il divorzio ; invece, se la regola che ammette il divorzio appartiene a un sistema giuridico e la regolache esclude il divorzio appartiene a un sistema etico, le questioniche sorgono sono di altra natura. Nota 2 [ancora sulla coerenza]. La coerenza può essere vista (anche) come uncorollario del requisito di adeguatezza: regole contraddittorie, infatti, sono destinarsi a rivelarsi inadeguate per qualsiasi contesto. Nota 3 [ulteriori requisiti delle regole direttive]. Le regole direttive, inoltre, possono essere concepite con requisiti ulteriori e diversi a seconda dei campi in cui si collocano. Esempio: per quanto riguarda le regole giuridiche, oggi si sottolinea, frequentemente, che esse debbono risultarecaratterizzate da certezza e da rapidità nella loro applicazione; si tratta, ovviamente, di requisiti la cui natura è profondamente diversa rispetto alla natura dei requisiti già elencati sopra). L'errore più grave, in materia di regole direttive, è la falsità L'errore più grave, in materia di regole direttive, è: la formulazione scorretta o non trasparente sino al punto di vanificare o compromettere la funzione direttiva (e quindi la operatività) della regola. Nota. Ovviamente, qui ci si riferisce ad aspetti che prescindono da considerazioni valoriali circa il contenuto della regola direttiva (aspetti che prescindono, dunque, dal valutare una regola come giusta oppure ingiusta, come buona oppure cattiva...). Ed è altrettanto ovvio che da un lato i parametri di valore, e d'altro lato quelli tecnici, vanno ognuno per conto proprio: pertanto, è 10 possibile incontrare una regola il cui contenuto è disumano e terrificante, ma la cui formulazione è ineccepibile; per altro verso, è possibile incontrare una regola umanissima e gradevole ma formulata in modo infelicissimo. PERCHE' ABITUARSI A "TRADURRE" REGOLE DAL MODO COMUNE AL MODO CANONICO Le regole, non solo nel discorso corrente ma anche in discorsi settoriali come in quello etico e in quello giuridico, risultano formulate, per lo più, in modo comune: vale a dire, sono formulate così come capita quando si parla, nel solo rispetto (sempre auspicabile) dei precetti della grammatica e della sintassi. Sempre al fine di formulare regole vi è tuttavia una modalità specifica - più rigorosa e più utile - che viene studiata e viene raccomandata in varie discipline: si tratta della modalità già menzionata supra e denominata 'canonica': 'se X allora Y'. In questa modalità, sia la lettera ' X ' sia la lettera ' Y ' (scritte in maiuscolo) sono variabili che rappresentano proposizioni: vale a dire, rappresentano frasi di senso compiuto, con almeno un soggetto e almeno un predicato. Ad esempio così:"se un vaso cinese cade dal terzo piano, allora il vaso si rompe";" se viene effettuato l'adempimento della prestazione dedotta in obbligazione, allora l'obbligazione si estingue". • Se le formulazioni di modo comune vengono confrontate con le formulazioni di modo canonico, appaiono riscontrabili divergenze di vario grado, a seconda dei casi. In parecchi casi il modo comune non è molto diverso dal modo canonico: Per esempio: se si considera l'enunciato "al sopraggiungere del treno allontanatevi dai binari", si vede subito che tale formulazione non è lontanadall'enunciato secondo cui" se il treno sopraggiunge, allora allontanatevi dai binari". In altri casi, invece, il modo comune è alquanto lontano dal modo canonico. Per esempio: l'enunciato secondo cui" non esistono parole che siano composte da 70 lettere", è alquanto diverso dall'enunciato" se x è composto da 70 lettere, allora x non è una parola" [in particolare, qui si colga l'occasione per notare che, in quest'ultima formulazione, la lettera 'x' è scritta in carattere minuscolo: in tal modo, 'x' è una variabile che rappresenta un nome qualsiasi; mentre la lettera X (se scritta in carattere maiuscolo) è una variabile che rappresenta una intera proposizione ]. Va da sé che: quando il modo comune è vicino al modo canonico, allora la traduzione in modo canonico può essere immediata; viceversa, quando il modo comune è notevolmente diverso dal modo canonico, allora la traduzione non è immediata e può richiedere interpretazioni, ragionamenti, espedienti sintattici di varia complessità. • A questo punto sorge una domanda: "se le regole sono frequentemente formulate in modo comune, se (inoltre) il modo canonico non offre il vantaggio di aggiungere contenuti informativi, se (per di più) il modo canonico è talvolta ostico e inadeguato alla comunicazione ordinaria,... ma alloraè davvero utile impegnare tempo prezioso nell'acquisire una competenza di tale natura?" • La risposta alla precedente domanda è:"l'utilità è diversa a seconda dei casi". Infatti: per molte attività e per molti fini (ad esempio: per essere un buon coniuge, per gestire felicemente un commercio, per compiere una eccellente prestazione sportiva...) 11 acquisire tale competenza può essere del tutto inutile; se però si è orientati a lavorare come"tecnico del diritto" (o come "giurista"), tale competenza è molto utile (e, spesso, addirittura necessaria). Chi lavora con il diritto, infatti, ha il problema fondamentale, e sempre ricorrente, di identificare"fattispecie" e"conseguenze": da un lato, si tratta di identificare e riconoscere i fatti da cui derivano effetti (fatti ed effetti, ovviamente, entrambi giuridici); d'altro lato, si tratta di conoscere gli effetti che derivano dai fatti (fatti ed effetti, anche in quest'ottica, entrambi giuridici ). Orbene: nel compimento di tale lavoro, è enormemente avvantaggiato colui che include come fondamentale, nella propria forma mentis, il modello canonico della regola (e cioè, per l'appunto, 'se X allora Y'). • In sintesi: il tecnico del diritto è enormemente avvantaggiato se, spontaneamente e sistematicamente, è in grado utilizzare tale modello (' se X allora Y ') nel compiere le attività che seguono e che abbiano ad oggetto regole giuridiche: - interpretazione (comprendendo con precisione ciò che afferisce ad X e ciò che afferisce ad Y) - formulazione (distinguendo e comunicando con chiarezza ciò che afferisce ad X e ciò che afferisce ad Y) - applicazione. COME FARE PER "TRADURRE" REGOLE DAL MODO COMUNE AL MODO CANONICO Per tradurre correttamente una regola, dal modo comune al modo canonico, può essere utile tenere ben presenti alcune indicazioni. Queste ultime possono essere formulate sia in positivo (dicendo ciò che occorre fare) sia in negativo (dicendo ciò che occorre evitare). Qui si preferisce fare ricorso a formulazioni in negativo (che sono maggiormente idonee a tracciare una tipologia degli errori più gravi, così come risultano reperibili in prove concrete). Ecco, dunque, un elenco di indicazioni. Evitare il fraintendimento di prius e posterius. Poiché le regole informano circa un rapporto tra fattore condizionante (che la forma canonica colloca in X) e fattore condizionato (che la forma canonica colloca in Y ), è ovvio che tale rapporto non deve essere frainteso: e, in tal senso, il fraintendimento massimo consiste nella sua inversione. • Ecco due esempi per illustrare concretamente tale aspetto: - si consideri la frase" viaggiando si impara". In tal caso il prius sostanziale è il viaggiare, che è fattore condizionante nei confronti dell' apprendere. Pertanto, si commette errore traducendo che" se una persona ha imparato, allora vuol dire che ha viaggiato" (la qual cosa, tra l'altro, potrebbe benissimo essere falsa, in quanto si potrebbe avere imparato per una causa diversa dall'aver viaggiato). Una ipotesi di traduzione corretta è invece formulabile nei termini seguenti:" se si viaggia, allora si impara". - si consideri, inoltre, la frase seguente: "uscire dalla stazione al suono della sirena": questa volta il prius consiste nel "suono della sirena" (si badi: è il prius sostanziale anche se, nella sequenza informativa, viene dopo). Pertanto, costituisce errore grave tradurre che "se si esce dalla stazione, allora la sirena sta suonando", oppure" se si esce dalla stazione, allora ha suonato la sirena", oppure similmente. Una ipotesi di traduzione corretta è invece formulabile nei termini seguenti:" se la sirena suona, allora uscire dalla stazione". In definitiva, e formulando la raccomandazione in positivo: si tratta di effettuare (sempre)una attenta analisi di contenuto, senza cadere nella fallacia formale di ritenere che il fattore condizionante (cioè il prius dal punto di vista sostanziale ) corrisponda (sempre) a ciò che si incontra al primo posto nella sequenza della frase. 12
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