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CAPITOLO 5 "Il globo terrestre e la sua evoluzione", Schemi e mappe concettuali di Geografia

Capitolo 5 "La rappresentazione della superficie terrestre" (Geografia Fisica)

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

Caricato il 03/03/2024

aliice18
aliice18 🇮🇹

4.4

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Scarica CAPITOLO 5 "Il globo terrestre e la sua evoluzione" e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Geografia solo su Docsity! GEOGRAFIA UMANA CAPITOLO 5: La rappresentazione della superficie terrestre 1. Perché e come raffigurare il territorio: Il tentativo di raffigurare la superficie terrestre, o parte di essa, ha impegnato l’uomo fin dai tempi più remoti, sia per l’esigenza di individuare i luoghi da cui si possono trarre risorse, sia per il desiderio di conoscenza delle diverse regioni geografiche, dei fenomeni fisici e biologici che in esse si verificano e dei vari gruppi umani che vi operano. Il telerilevamento fornisce immagini sempre più nitide e ricche di indicazioni, che ci danno l’impressione di trovarci calati nei paesaggi terrestri. Così possiamo dare uno sguardo d’insieme al nostro pianeta; altre immagini più dettagliate ci vengono trasmesse dai satelliti che orbitano intorno alla Terra a distanza di alcune centinaia di chilometri. Fotografie minuziose di zone ristrette si eseguono dagli aerei in volo a quote di pochi chilometri o di alcune centinaia di metri. Il telerilevamento è di enorme utilità per lo studio del nostro pianeta e per la costruzione delle carte geografiche, ma queste ultime rimangono uno strumento indispensabile per ogni serio esame della superficie terrestre e dei suoi vari aspetti, fisici e biologici. Questi due strumenti sono integrativi. Se si acquisisce familiarità con le loro caratteristiche, entrambi risultano indispensabili per approfondire molte tematiche geologiche e geografiche. 2. I globi e le carte geografiche: la Terra ha una forma sferoidale e pertanto la sua superficie non è sviluppabile su un piano. Le fattezze esteriori del nostro pianeta possono essere raffigurate con una certa precisione soltanto mediante un globo. Un globo può essere considerato come una “fedele riproduzione in piccolo della Terra”. Sui globi possono essere riportati solo i lineamenti generali della superficie del pianeta, indicati da simboli idonei a ricordarci ciò che rappresentano. Ben maggiore quantità di dati compaiono nelle carte geografiche, le quali forniscono una raffigurazione in piano del nostro pianeta o di una sua parte. Una carta geografica si può definite la “rappresentazione ridotta, approssimata e simbolica di una zona più o meno vasta della superficie terrestre”. • Ridotta poiché è impossibile riprodurre la Terra nelle sue vere dimensioni. Queste dovranno essere rimpicciolite secondo un rapporto di riduzione delle lunghezze. Tale rapporto si chiama scala. • Approssimata poiché non è possibile sviluppare su un piano una superficie sferica senza che subisca delle deformazioni. I metodi utilizzati per rappresentare in piano la superficie terrestre sono le proiezioni geografiche. • Simbolica perché gli oggetto geografici dovranno essere indicati tramite simboli, detti segni convenzionali, che ci consentono di riconoscere gli elementi rappresentati. Una qualsiasi rappresentazione della superficie terrestre deve presentare tre “requisiti”: • L’equidistanza: si deve mantenere inalterato il rapporto tra le lunghezze grafiche e le lunghezze reali; • L’equivalenza: deve essere costante il rapporto tra le aree grafiche e le corrispondenti aree reali; • L’isogonia: l’angolo formato tra due linee qualsiasi che compaiono nella rappresentazione deve essere uguale all’angolo compreso tra le corrispondenti linee sulla superficie terrestre. Le rappresentazioni che posseggono questi requisiti sono dette equidistanti, equivalenti e isogone (o conformi). Solo i globi posseggono contemporaneamente i tre requisiti. Le carte geografiche possono rispettarne al massimo uno e generalmente nemmeno in modo completo. Se le zone rappresentate sono molto ristrette le carte geografiche moderne possono essere considerate quasi graficamente esatte. 3. la scala delle carte geografiche: Il rapporto tre una lunghezza misurata sulla carta e la corrispondete lunghezza sulla superficie terrestre si definisce scala numerica di una carta geografica. Tale rapporto è espresso sotto forma di funzione (1:N) in cui il numeratore rappresenta l’unità e il denominatore N esprime il numero di volte in cui le distanze reali sono state ridotte sulla carta. La scala di una carta geografica sarà tanto più grande quanto più piccolo è il denominatore, e viceversa. Potremmo chiamare carte a grande scala quelle per le quali il valore di N è piccolo e carte a piccola scala quelle in cui N è grande. La scala grafica è la rappresentazione grafica del rapporto numerico di riduzione. Si tratta di due segmenti paralleli divisi in unità grafiche, che corrispondono a determinate lunghezze sul terreno. L’area di un apprezzamento di terreno che su di una carta con scala 1:25000 è rappresentata da un quadratino di 1cm2. L’area considerata è data dal prodotto dei lati. 1cm x 1cm sulla carta = 25000cm x 25cm sul terreno cioè 625000000 cm2 che corrisponde a 62500m2. Mentre il rapporto fra le lunghezze grafiche e quelle corrispondenti sul terreno è di 1:25000, il rapporto fra le aree sulla carta e quelle sul terreno è di 12:250002. “La scala delle aree è uguale al quadrato della scala lineare”. Le determinazioni di distanze e di aree che si possono eseguire sulle carte geografiche non danno i valori delle corrispondenti distanze e aree sul terreno, ma le distanze e aree planimetriche. Tali misure equivalgono a quelle vere soltanto se la zona rappresentata è perfettamente pianeggiante, altrimenti se ne discostano tanto più quanto maggiori sono i dislivelli. Conoscendo questi ultimi è possibile ricavare i valori che corrispondono sul terreno alle distanze o aree misurate sulla carta. 4. Le tipologie di prodotti cartografici: Alle singole e varie carte geografiche si affiancano alcuni altri documenti che sono in diverso modo connessi alla cartografia. 4.1 Classificazione delle carte geografiche: Le carte geografiche possono essere classificate in base: - Alla scala di riduzione; - Al loro contenuto; - Al metodo di costruzione. Rispetto alla scala si distinguono: • Piante e mappe: sono carte molto dettagliate, sia perché rappresentano piccole zone della superficie terrestre, sia per la ricchezza di particolari. Le piante raffigurano la planimetria dei centri urbani; le mappe sono utilizzate per rappresentare le proprietà rurali. • Carte topografiche: rappresentano piccoli territori, dei quali evidenziano sia le fattezze naturali, sia le opere umane. Servono per la costruzione delle carte a scala minore. • Carte corografiche: raffigurano aree abbastanza estese della Terra con un discreto numero di particolare. • Carte geografiche: rappresentano aree molto estese della superficie terrestre, come uno o più Stati o addirittura un continente. A tale gruppo appartengono anche i mappamondi e i planisferi. In base al contenuto, vengono distinte: - Le carte generali; - Le carte speciali; - Le carte tematiche. Nelle carte generali sono rappresentate: • Le sole fattezze naturali (fiumi, laghi, coste ecc: carte fisiche); • Gli aspetti umani (confini politici e amministrativi, città, strade, ferrovie ecc: carte politiche); • Entrambi gli elementi (carte fisico-politiche). Le carte speciali sono molto utili: le carte idrografiche comprendono le carte marine e le carte nautiche e le carte idrografiche continentali, relative alle acque delle terre emerse; le carte aeronautiche, le carte turistiche. Le carte geologiche indicano i diversi tipi di rocce e la loro età, i giacimenti minerari ecc. Le carte tematiche mettono in risalto aspetti fisici, biologici o antropici. Le carte geomorfologiche rappresentano le forme del rilievo e la loro genesi; le carte climatiche la distribuzione dei climi; le carte della vegetazione il tipo di copertura vegetale; le carte antropologiche ed etnologiche la distribuzione delle sul terreno. Si fissano sul terreno i punti e se ne determinano le coordinate geografiche e l'altitudine. Questi punti sono i vertici o punti trigonometrici, che possono essere naturali o artificiali. Successivamente si misura la distanza fra due di tali vertici opposti a qualche chilometro l'uno dall'altro e ubicati in una zona pianeggiante. Riportando sulla carta, in scala, il segmento che unisce questi due vertici, si ottiene la base geodetica a partire dalla quale si potrà costruire la rete di triangolazione, ossia un reticolato di maglie triangolari. Che si chiama base calcolata. L'insieme di più basi calcolate è la “rete geodetica del I ordine" o rete geodetica fondamentale. All'interno di questi triangoli si opera una ulteriore triangolazione che fornisce la “rete del II ordine "e via via si passa alla “rete del III ordine" e a quella del "IV ordine". In Italia esistono 8 basi geodetiche: una in Lombardia, una nella Venezia Giulia, una in Toscana, una in Calabria, una in Sicilia, una in Sardegna e due in Puglia. La seconda fase della costruzione di una carta è il rilevamento del terreno. Appoggiandosi alla rete geodetica, si stabiliscono le posizioni e le distanze del maggior numero possibile di punti del terreno contenuti nei triangoli, nonché le loro altezze rispetto a livello medio del mare. Si completa la carta corredandola dei particolari e dei dettagli visibili da ciascun vertice. 6.2 Strumenti moderni per la cartografia: La tecnica topografica ha raggiunto notevoli progressi con l'introduzione del metodo basato sulle fotografie dei territori da rilevare. Tali immagini possono essere riprese a terra, oppure da speciali macchine installate a bordo dei velivoli. Il laboratorio le due fotografie vengono inserite in appositi apparecchi, i quali sono in grado di rappresentare la zona fotografata nei suoi minimi particolari. L'impiego del radar consente di effettuare la cosiddetta trilaterazione. L'esistenza dei satelliti artificiali rende possibile misurare geodetiche molto precise su scala intercontinentale, ricorrendo alla valutazione con mezzi elettronici della distanza fra un satellite in orbita e più stazioni scelte sulla Terra. 7. Il simbolismo cartografico: In generale, i segni convenzionali sono riprodotti in calce o al lato della carta geografica, accompagnati dal loro significato. Si distinguono due tipi di segni convenzionali: quelli relativi alla planimetria e quelle relativi all’altimetria. 7.1 I simboli planimetrici nelle carte geografiche: Tra i seni convenzionali relativi alla planimetria vi sono i simboli che si riferiscono all'idrografia (fiumi, laghi, ghiacciai), quelli relativi alle vie di comunicazione (strade, ponti, ferrovie), quelli che raffigurano le opere stabili (edifici, punti trigonometrici), e i confini politici (di Stati) o amministrazioni (di regioni, comuni), quelle relative alla vegetazione (boschi, macchie) e alle proprietà (limiti di colture, muri). 7.2 La rappresentazione del rilievo terrestre: Rappresentare il livello terrestre non è un'operazione semplice. Il problema della rappresentazione del rilievo viene imposto scientificamente solo verso la metà del XVIII secolo e fu poi risolto nella prima metà del XIX secolo. Tra i principali metodi di rappresentazione del rilievo ricordiamo i più significativi: • Sfumo: si mettono in risalto le parti prominenti del rilievo con una ombreggiatura più o meno intensa. • Tratteggio: il rilievo viene evidenziato da una serie di trattini convergenti, diretti nel senso di maggiore pendenza. Si ottengono fasce sovrapposte, con trattini tanto più fitti e marcati quanto maggiore è la pendenza dei versanti montuosi rappresentati. • Tinte altimetriche: le variazioni dell'altitudine si rappresentano per mezzo di colori, ognuna dei quali corrisponde ad una fascia stabilita in precedenza. I colori usati sono i toni del verde per le zone comprese fra gli 0 e i 200m, del giallo dai 200 ai 500m e del marrone dai 500m in su, mentre per le profondità marine si ricorre a tonalità dell'azzurro. • Isoipse o curve di livello: una isoipsa è una linea ideale che unisce tutti i punti del terreno aventi la stessa altezza rispetto al livello medio del mare. Nel caso in cui le curve di livello rappresentano le profondità marine o lacustri, ad esse si dà il nome di isobate. Il dislivello, fra isoipse prevede il nome di equidistanza; il suo valore è sempre segnato in calce alla carta stessa. La distanza grafica tra due curve di livello contigue è variabile: in corrispondenza di un versante ripido le isoipse sono molto ravvicinate mentre nel caso di pendii a debole acclività esse sono più distanziate fra di loro. Le linee grafiche non sono tutte di egual spessore; ogni quattro o cinque se ne incontra una più marcata, detta curva direttrice, mentre le più fini si dicono curve intermedie. Il sistema delle isoipse viene in vari casi integrato con altri metodi di rappresentazione del rilievo. Il lumeggiamento: si cerca di evidenziare certe parti creando un contrasto di chiaro-scuro, illuminando alcune zone ed ombreggiandone altre. S • e la sorgente luminosa si Immagina allo Zenit sia un lumeggiamento zenitale, per cui risulterebbero ben illuminate le cime e le creste saranno più in ombre le parti basse di rilievi. • Nel lumeggiamento obliquo saranno ben illuminate e chiare le zone esposte a NW, poco quelle rivolta a N e a W e oscure le altre. 8. La carta topografica d’Italia: 8.1 Il sistema UTM: Nel sistema UTM la Terra è stata divisa in 60 fusi aventi un'ampiezza di 6° in longitudine, numerati dall’1 al 60, a partire dall'antimeridiano di Greenwich e procedendo da W verso E. Il Globo è stato diviso in 20 fasce parallele contrassegnate da una lettera maiuscola dell'alfabeto. Dall'intersezione dei fusi e delle fasce, si originano 1.200 maglie trapezoidali dette zone e individuate dal numero del fuso e dalla lettera della fascia. Ogni fuso viene suddiviso in quadrati di 100 km di lato. Un’ulteriore divisione in maglie più piccole dà un reticolato chilometrico, che consente di determinare la distanza in chilometri dei vari luoghi rispetto al meridiano centrale del fuso al quale essi appartengono e rispetto all'Equatore. Nel sistema UTM l'Italia appartiene ai fusi 32, 33 e 34. Dato che l'area compresa in quest'ultimo fuso è limitato a una parte della penisola salentina, si è prolungato il fuso 33 di circa 30’, facendo così rientrare l'intero territorio nazionale nei soli fusi 32 e 33. 8.2 Documenti essenziali per lo studio del territorio italiano: L'Istituto Geografico Militare provvede sia al rilevamento, sia alla stampa della Carta topografica d’Italia. Essa consta di 285 carte alla scala 1:100.000, dette fogli. Ciascun foglio copre un'area di 30’ in longitudine per 20’ latitudine, che corrisponde a circa 1500km2. • Ogni foglia viene diviso in quattro parti uguali, dette quadranti. Ciascuno quadrante comprende un'area di 15’ in longitudine e per 10’ latitudine. • Ogni quadrante è diviso in quattro parti uguali che vengono denominate tavolette, ingrandite allo stesso modo. • Le tavolette vengono divise in quattro parti uguali, dette sezioni con dimensioni grafiche leggermente superiori a quelle di un foglio. o I fogli sono indicati con numeri arabi da 1 a 277; o I quadranti di ogni foglio sono contrassegnati con i numeri romani I, II, III e IV; o Le tavolette si indicano in base alla posizione che essi occupano rispetto al punto d’unione di tutte e quattro cioè NE, SE, SO e NO; o Le sezioni sono contraddistinte con le lettere A, B, C e D. Le indicazioni che individuano le varie carte sono i cosiddetti estremi della carta. Ogni carta è contraddistinta anche da un nome: quello dell'oggetto geografico più importante rappresentato nella carta stessa. A partire dal 1965 l'IGM ha cominciato ad allestire la "nuova" Carta topografica d'Italia alla scala 1:50.000, la copertura di tutto il territorio italiano sarà rappresentato da 652 fogli, numerati da 001 a 652. I fogli della nuova Carta topografica d'Italia provengono dalla suddivisione della Carta d'Europa Occidentale, che a sua volta deriva dalla Carta Internazionale del Mondo al milionesimo. Nel 1986 l'IGM ha iniziato la pubblicazione della "nuova" Carta topografica dell'Italia alla scala 1:25.000. A stesura ultimata, Essa si comporrà di 2.290 elementi, detti sezioni. Ciascuna carta di questa nuova edizione copre una estensione territoriale da circa 150km2. Le due edizioni a scala 1:25.000 vengono distinti tra di loro dall’IGM utilizzando per la nuova edizione, la dizione "serie 25" e per quella precedente l'indicazione di "serie 25/V". 9. La produzione cartografica italiana: In Italia la produzione cartografica sta assumendo uno sviluppo sempre maggiore, sia in senso quantitativo, sia in senso qualitativo. L'Istituto Geografico Militare stampa: • La Carta stradale d'Italia alla scala 1:200.000; • La Carta d’Italia della scala 1:1000000; • La Carta stradale d’Italia alla scala 1:1000000; • La parte è affidata al nostro paese della Carta Internazionale del Mondo al milionesimo. Queste carte sono "derivate". L'IGM stampa anche alcune carte speciali, come le carte aeronautiche, quelle geomagnetiche, archeologiche e delle valanghe. L'Istituto Idrografico della Marina provvede ai rilevamenti delle coste e dei mari italiani e pubblica carte idrografiche in cui sono segnate anche le profondità marine, le accidentalità del fondo, la posizione dei fari e tutte quelle configurazioni fisiche di ostacolo alla navigazione. Compito del Servizio Geologico Nazionale è l'elaborazione e la preparazione della Carta geologica d'Italia alla scala 1:100.000. Alla fine degli anni '80 del XX secolo e il SGN ha avviato la produzione della nuova Carta Geologica d'Italia alla scala 1:50.000. Touring Club Italiano cura la preparazione e la stampa di carte stradali automobilistiche. 10. La lettura e l’utilizzazione delle carte geografiche: 10.1 La lettura delle carte topografiche: Le carte topografiche, consentono di avere una visione della porzione di superficie terrestre rappresentata nei suoi particolari planimetrici e altimetri, insieme all’ubicazione dettagliata di numerosi elementi antropici. La lettura delle carte topografiche può essere integrata ricorrendo alla costruzione di profili topografici e di stereogrammi. I profili topografici si possono ottenere immaginando di intersecare il rilievo con un piano verticale: si avrà così una linea continua che rappresenta appunto il profilo topografico. Se l'orografia è raffigurata tramite isoipse, si potrà ricostruire del suo profilo lungo detto traccia del profilo. I profili vengono eseguiti adottando la stessa scala per la distanza e per le altezze. La costruzione dei profili topografici è molto utile ai fini applicativi. I profili topografici evidenziano graficamente l'andamento del rilievo soltanto lungo una linea e quindi non offrono una veduta di insieme della zona in esame. Gli stereogrammi forniscono una visione tridimensionale dell'orografia rappresentata sulle carte topografiche. Consistono in rappresentazioni spaziali di un dato territorio secondo le leggi della prospettiva. Consentono anche di mettere in risalto caratteristiche geologiche delle zone cartografate. Vengono utilizzati per evidenziare la stretta relazione che intercorre tra le forme del rilievo e la struttura del sottosuolo. Per costruire uno stereogramma si parte da una carta in cui l’orografia sia rappresentata tramite curve di livello e si suppone di osservarla sotto un angolo compreso tra i 15° e i 30° o tra i 30° e 45°. Si quadretta la carta e si mette in prospettiva il reticolato così ottenuto. A causa della prospettiva, le scale dovranno essere divise via via che dal margine inferiore ci si sposta verso quello superiore. 10.2 La lettura delle carte corografiche: Di più facile lettura risultano le carte corografiche e le carte geografiche propriamente dette. In esse è più immediata la comprensione dell'andamento orografico ed è più ridotto il numero dei segni convenzionali relativi agli elementi antropici.
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