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Corso completo di Storia Rinascimentale e Moderna A, Appunti di Storia Medievale E Moderna

Lezione 1-15 del corso di Storia Rinascimentale e Moderna A di Marco Pellegrini, a.a. 2023/2024

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 13/04/2024

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Scarica Corso completo di Storia Rinascimentale e Moderna A e più Appunti in PDF di Storia Medievale E Moderna solo su Docsity! 26/09/2023 RINASCIMENTO: L’Umanesimo comprende anche gli studi umanistici (nell’Antichita non esisteva una serie di parole che indicava questi studi). Essi presuppongono una conoscenza di se , conoscenza trasformativa, e anche la conoscenza delle facolta , una delle quali e la creativita che non cessa mai di stupirsi. MANUALE: tutto cio che viene detto e racchiuso in Nella terra del genio, a cominciare dalla premessa. I meccanismi della creatività: e un tema soggetto ad una analisi delle neuroscienze. Qualcosa sfugge, pero , perche manca dell’ottica umanistica. La creativita , una facolta che viene evocata sempre per uscire dalla crisi economica o per l’invenzione di un sistema sociale, ed e all’origine delle piu grandi realizzazioni. Una di queste e il RINASCIMENTO, esempio di creativita all’opera che si risolvono in produzione artistica. Guardare il Rinascimento come uno dei momenti creativi, ci porta a pensare che fosse possibile capire cosa significa creativita e come puo essere stimolata (ci sono contesti in cui la creativita e soffocata, messa fuori legge, vessata, come ci sono contesti in cui e stimolata). Nel Rinascimento ci sono molte precondizioni di sviluppo della creativita all’opera che si possono vedere; il primo consiste nell’ambiente, nell’habitat che ha dato origine alla creativita (l’Italia che ha dato origine al Rinascimento grazie a una serie di precondizione per questo elemento intellettuale). Ad oggi abbiamo una dimensione diversa di intelletto, non e solo fare calcoli, ma, siccome viviamo nella finitudine, ci fugge il fatto che l’intelletto sia creato per percepire l’infinito, per guardare oltre il dato immediato. Rinascimento = intellettuale → riprova visiva: Perché Michelangelo dipinge un personaggio pagano nella Cappella privata del papa (la Cappella Sistina)? C’e la celebrazione del cristianesimo e della tradizione cattolica che parte dalla Bibbia e arriva alla tradizione del papato. Per secoli e secoli (credenze mitologiche sfatate) la rivoluzione cristiana e stata percepita anche dalle comunita non cristiane: e una nozione universalistica: Dio, essendo Dio di tutti gli uomini, comunica misteriosamente anche a chi non viene evangelizzato e si parla anche di illuminazione che tocca tutti, ma in maniera speciale chi ha maggiore intelletto (mistero che viene rivelato da Gesù): i profeti e, soprattutto, le Sibille, sono personaggi (probabilmente esistite) visionari a cui si richiedeva aiuto per avere responsi dalle divinita pagane, quindi sorgono credenze che alludono all’entrata di Dio nella storia, come rinnovatore della storia umana (rinnovamento dell’umanita che avviene come illuminazione, intuizione). Le Sibille si trovano come interfaccia tra gli spettatori e l’interfaccia del divino: non sono figure cristiane, ma esseri umani ai loro gradi elevati, persone dall’intelletto straordinario. La storia umana e fatta per richiudersi, per riaprirsi e rilanciare la posta in gioco. L a S ib il la D el fi ca C a p p el la S is ti n a L a S ib il la L ib ic a C a p p el la S is ti n a Da Michelangelo si passa a Raffaello che cerca di imitare Michelangelo, dopo aver visto l’anteprima della Cappella Sistina: Perché la genialità è stimolata e sollecitata? Se dovessimo guardare solo la Cappella Sistina, diremmo che c’e lo Spirito Santo che irrompe nell’animo umano, ma ci sono altri dati sensoriali: abbiamo visto che una componente essenziale dello spirito rinascimentale e una dottrina che attende di essere riaperta e questo nel Medioevo e nella Tarda Antichità si esprime con una parola latina, la renovatio, concetto di tipo teologico, antropologia teologica e una visione profetica della storia raffigurata nel registro della Cappella Sistina che si riferisce ad una visione cristiana. Ci sono altri ingredienti peculiarmente italiani. Una componente fondamentale e il paesaggio dell’Italia, sempre un mito per il mondo (lo e tutt’oggi), tutti vengono in Italia a cercare qualcosa che ha una lontanissima traccia dell’Antichità: gli stranieri sono sempre venuti in Italia a cercare questo qualcosa che ha poi dato lo sviluppo del Rinascimento: le tracce dell’antichita classica, le rovine che costellano il paesaggio italiano, in particolare la citta di Roma. Disegno di un pittore nord-europeo di metà ‘500: i monumenti corrispondono a quelli di adesso, ma c’e una coltre di terra piu alta per i ripetuti alluvioni del Tevere e non c’erano archeologi che scavassero. Queste rovine sono qualcosa che testimonia un contenuto che mette in modo una serie di meccanismi mentali come la riflessione, la meditazione e la creativita perche , anche se sembra sconvolgente, la stimolano. Questo e stato detto in tempi recenti da studiosi in ambienti esterni all’Italia. Tutta Europa presenta tracce dell’antichita romana, ma sono piu numerose sul suolo italiano e questo paesaggio popolato di rovine e incentrato nella citta di Roma: i viaggiatori che vanno a Roma non vanno per vedere le rovine, ma per pellegrinaggio, atto religioso, visita di basiliche, le catacombe, i luoghi sacri del cristianesimo (flusso di visitatori), ma che, andando a Roma, impattano con le rovine che sono quella presenza non cercata ma incombente che interroga la mente del visitatore devoto che non puo fare a meno di soffermarsi. Tutti coloro che affluivano a Roma lo facevano per un motivo penitenziale: il viaggio era in condizioni disagevoli, pericoloso e mortale (implica sofferenze, quindi espiazione attraverso l’acquisizione dei meriti di fronte a Dio che contraccambia, il tutto sotto la mentalita della Chiesa). Secondo l’organizzazione della vita dei tempi, il pellegrinaggio era molto costoso e pericoloso, fatto alla fine della vita per garantire l’espiazione dei peccati e rimediare agli errori commessi in vita. I pellegrini di Roma ci danno anche una curiosità che e simile a quella che ci spinge a farci turisti: il turismo si chiama pellegrinaggio per il desiderio di vedere cose straordinarie, le attrazioni (miraviglia). In questo ambito, inizia il genere della villa turistica Mirabilia Urbis, descrizione delle cose che si possono ammirare a Roma, oltre ai luoghi sacri, mette anche degli elementi pagani (Colosseo, piramide di Caio Cestio), la curiosita si mescola con la dedizione e la devozione (in Italia si traduce nell’incontro con le rovine e tracce di un’antichita non cristiana, quindi l’esperienza dei falsi dei). Da questo punto di vista non c’e nell’esperienza visiva una vera Il P ro fe ta I sa ia I l P ro fe ta A g g eo ma poi capisce che non bisogna seguire la pulsione di morte, ma una pulsione di scrivere, di vita, e ha scritto fino a che non avra l’ultimo alito di vita. Raccoglie e pubblica delle lettere e, per questo motivo e innovatore dell’epistolografia (aveva trovato un codice di Cicerone delle Epistole familiari) e le pubblica per farle circolare. Il successo e strepitoso, qualsiasi autore dei secoli successivi si fa autore di raccolta di lettere o studia. CULTURA ANIMI (animus al maschile perche vogliamo essere piu fedeli alla lingua latina antica: la parola anima al latino si usa al maschile, la femminilizzazione della parola e una novita del cristianesimo, mentre animus e il coraggio): l’umanistica, ha una lunga storia nell’antichita e ha un momento di costipamento nel Medioevo e sicuramente c’e un momento di indebolimento della cultura dell’introspezione, dell’auto comprensione. Viene rilanciata da Petrarca, che, quando riflette su cio che ha fatto, dice una cosa fondamentale: Se c’è un merito che io ho avuto, sta nell’aver rilanciato un tipo di cultura (animi) cosicché da qui in avanti, torna ad essere oggetto di interesse e quindi io mi sento come un uomo al discrimine, al versante di una montagna e vado nella metà dove le cose possono essere belle. Lo schema della rinascita, un potenziale che scivola in uno stato di letargo, di latenza, ma non morira mai, e un’illusione, tradizione che e pronta a risorgere, rinascere, di qui in avanti si puo sperare di vedere qualcosa che va in una direzione appassionante perche sta rinascendo qualcosa di inaspettato rispetto a un passato prossimo. Gli autori della generazione dopo, faranno la seconda affermazione: la cultura, la saggezza, la letteratura ricca e sapienziale che va in letargo con Petrarca rinasce, risorge perche non muore mai, potra infiacchirsi, ma e sempre in grado di ripartire (biografia di tutti gli esseri umani). Successioni di ripartenze. Nella terra del genio, Marco Pellegrini 28/09/2023 L’Umanesimo non e solo una forma di sapere essenziale e onnipresente, ma anche il cuore degli studi umanistici che abbiamo scelto. Non e vero che non serve a niente, e essenziale: la saggezza umanistica rende la vita migliore e impedisce l’errore. L’Umanesimo e apprendimento dell’arte di vivere, la piu difficile secondo Petrarca, e tutti noi siamo atti ad apprenderla. La seconda risposta consiste nel dire che non e vero che studiamo cose del passato, ma studiamo cose interessanti e questo e il vero sapere umanistico: non dobbiamo cadere nel PASSATISMO, non e un vero sapere umanistico, il vero e apprendere nel passato e presente. Petrarca, nato nel 1304 e morto nel 1374, ha detto cose piu interessanti rispetto alle riviste odierne: l’Umanesimo e emancipazione da un vizio che ci assedia ma che e sempre vissuto nella storia, il PRESENTISMO, tutto cio che e presente e piu importante, mentre tutto cio che non lo e e che appartiene alla memoria del passato, sarebbe da cancellare (l’attualita si sceglie grazie a poteri forti, a casaccio, seguiamo la moda che e sempre indotta e questo ci porta ad essere schiavi del presentismo: porta alla distruzione della cultura sostituita dal sapere che ormai e tramontato). Questa dinamica molto insidiosa c’e sempre stata, come vedremo poi; da una relazione del presentismo nascera anche un Umanesimo rinascimentale. È molto meglio leggere Petrarca piuttosto che qualcosa di recente: pensiero contro quello inglese e americano. Cultura: saper vantare le cose che meritano dalle cose che non meritano, quando siamo davanti la fesseria e quando c’e la verita , affina lo sguardo. Uno dei motivi per leggere Petrarca invece di un autore recente e che gli umanisti ne sanno di piu rispetto a persone piu vicine a noi perche fanno riferimento a cose che comprendono anche la nostra psicologia (riduzione critica della grandezza, … la frustrazione c’e , ma si puo superare senza andare da specialisti: l’anima ha le risorse per curarsi da se ) ÈSÈRCITAZIONÈ PRATICA: SAGGIO DÈLLA CULTURA ANIMI Petrarca era conosciuto per la ricerca poetica, ma voleva essere ricordato come filosofo pratico e, ad un certo punto, individua l’epistola come centro e genere letterario dell’Umanesimo: tutti sono stati autori di epistole, salvando questo mezzo dall’oblio, perche e un mezzo di conforto: ciascuno di noi e spettro dell’altro. L’autore ha qualcosa in piu perche ha delle risorse letterarie. … Petrarca raccoglie una serie di lettere che aveva spedito a dei parenti e amici (1348-1349 Petrarca e assalito dal dubbio che vivere non serve a niente, come conseguenza della peste). La scelta di scrivere lettere e raccoglierle perche resti qualcosa che consente alla vita di riprendere il suo corso dopo la peste, e stato fatto per ritornare a sperare attraverso l’uso buono della letteratura. L’idea che la cultura possa … e come una fenice (la parola Rinascimento non esiste in epoca rinascimentale, ma e usata da noi). Lettera che Petrarca scrisse per rievocare l’ascesa: Monte Ventoso, Provenza, 1900m. Ai tempi di Petrarca non ci andava nessuno perche , a quest’epoca, o le montagne non interessano, o fanno paura: non esiste il gusto della fruizione estetica della camminata in montagna, tant’e vero che Carducci definisce Petrarca come primo alpinista della storia (passeggiata M o n te V en to so , F ra n ci a Nella terra del genio, Marco Pellegrini impegnativa). Questa montagna ha una particolarita che si e impressa nella memoria di Petrarca, figlio di un esule fiorentino nello stesso contesto di Dante, si rifugia ad Arezzo, ma poi vanno ad Avignone (dove incontra Laura), ma sentira sempre dentro di se il richiamo verso l’Italia e alla fine si trasferisce. Questo Monte Ventoso e rimasto nella memoria di Petrarca che ha sempre avuto voglia di scalarlo, contrariamento al pensiero comune: solo fatica, pericoli, disagi e nessun guadagno concreto. Desiderio che e presente in tutti noi: idea di andare in alto e si conduce grazie a un richiamo ancestrale. La montagna e sempre stato il richiamo di Dio: piu si sale, piu ci si avvicina al cielo. Il padre della psicanalisi, Jung, dice che, scalare la montagna cosmica, consiste nell’avverare un’aspirazione della dimensione umana, chi ha dentro questo tipo di richiamo lo soddisfa. … Nostalgia dell’Italia che sente come sua patria, quindi decide di scalare la montagna. Vorrebbe trovare un compagno, chiede ai suoi amici, ma nessuno vuole. Alla fine, l’unico sara Gherardo, il fratello che avra insieme a Petrarca una crisi esistenziale, risolta da Gherardo piu in fretta facendosi monaco: lui affronta il problema, prende una decisione ed entra dentro la stessa; Petrarca e l’opposto, rinvia e cerca sempre qualche alternativa, ma alla fine e una persona indecisa. Questo concetto verra descritto nel Secretum. Insieme al fratello decide di partire e alloggia nella locanda che e alla base della montagna, dove il proprietario cerca di dissuaderli “cosa ci andate a fare? Non c’e niente” ma Petrarca risponde “tanto siamo giovani e i giovani non ascoltano i consigli”. Lungo la strada trovano un pastore che indica il sentiero, ma cerca anche lui di dissuaderli “io ci sono stato anni fa, ma non c’e niente”, ma loro continuano. Nella salita iniziano i problemi perche c’e il sentiero che e faticoso da percorrere. Gherardo sceglie il sentiero, mentre Petrarca cerchera tutte le alternative: VIAGGIO DELL’ANIMA, tutto sotto forma di allegorie. Questa ricerca di alternativa porta Petrarca a disperder le energie: Gherardo e arrivato in alto e chiama il fratello, mentre Petrarca e ancora giu . A questo punto si fa fora capendo che la cosa importante e lo sforzo frutto di una decisione che e l’unica cosa importante da fare di fronte a questo problema. Un verso di Ovidio dice volere non basta, devi desiderare ardentemente per raggiungere lo scopo. Per inciso, da queste attestazioni, possiamo dire che Petrarca e devoto al VOLONTARISMO che elogia lo sforzo (ideale adesso perduto): la cultura umanistica aiuta a capire tante cose dell’attualita . Nonostante la fatica, Petrarca arriva in cima e, appena arriva, Petrarca e colto da un momento di estasi, cioe si rende conto del tragitto compiuto e del panorama davanti a lui. Qui subentra un gioco di memoria: vede le Alpi e si ricorda del suo nulla facimento e si rende conto di avere ancora quello stato d’animo, momento di ristagno psichico → DISSOCIAMENTO. Il p er co rs o d i P et ra rc a C o n co rd e d es d eu x la n g a g es, Jean L em aire d e B elgeslan gages Nella terra del genio, Marco Pellegrini COLUCCIO SALUTATI Ancor piu di Petrarca, la attacchera Coluccio Salutati, l’inventore della locuzione materie umanistiche, morto nel 1405, grande ammiratore di Petrarca, faceva il notaio di mestiere, ma era imbevuto di cultura classica (tipico medievale) perche aveva seguito delle scuole, acquisendo un fondo di sapienza e arrivando a fare il salto verso la tradizione. Tutto nasce perche Coluccio conosce le opere di Petrarca e capisce che sta proponendo una nuova lezione di humanitas. È un uomo molto intraprendente, non nasce in una famiglia ricca, ma, grazie alle sue doti, lo porta a occupare la carica alta di cancelliere della Repubblica di Firenze, diventando molto potente e, quindi, molto ascoltato e presente nella societa e nella capitale. Muore ad Arquà, dove c’e la casa di Petrarca. Petrarca, nel morire, lascia la biblioteca che conteneva alcuni manoscritti e opere inedite, carte che vengono portate a Padova, ma dopo Padova hanno una vicenda disgraziata: nel 1300- 1400 viene sconfitta dai visconti di Milano e poi da Venezia e quindi viene sottomessa, viene fatta a pezzi, MA prima di tutto questo, Coluccio organizza una spedizione di colti che copiano le opere, tra le quali il Secretum che possiamo leggere grazie a questa missione. Coluccio aveva capito che Petrarca aveva innalzato la qualita del latino che usava e lo adotta per scrivere le lettere di Stato della Repubblica Fiorentina, impiegando una politica di immagine. Questo porta l’umanesimo direttamente in altre sfere. LEONARDO BRUNI Provenzale trapiantato a Firenze, rappresenta l’allievo piu fedele di Coluccio, dedito al rinnovamento alla cultura umanistica che ha la fortuna di beneficiare di un’altra opportunita che Coluccio aveva messo a fuoco: Coluccio aveva capito che nell’Italia e nell’Europa del tempo non si conosceva piu il greco, quindi chiama un docente, Manuele Crisolora, che insegnasse il greco e, così facendo, porta l’ellenismo torna così in Italia. Ci sono saperi che giacciono da tempo e che adesso vengono riscoperti e riportati in vita. La tomba di Leonardo Bruni e posta nella Basilica di Santa Croce a Firenze e la sua lapide e stata scolpita da Rossellino. Leonardo diventa cancelliere della Repubblica Fiorentina, porta avanti la lezione di Coluccio e arriva ad aprire un territorio utile per il futuro, diventando anche storiografo della Repubblica e comunica la storia analoga a Roma, aprendo così la strada a Machiavelli e altri grandi del Cinquecento fiorentino. Dialogi ad Petrum Paulum Histrum e un’operetta di Bruni che scrive indirizzandola a un suo amico lontano di Venezia, che conosceva bene perche compagno di studi alla scuola del Crisolora: Pier Paolo Vergerio, capo d’Istria, che racconta di un episodio che avvenne tra Pasqua e Pasquetta 1401, negli ultimi anni di vita di Coluccio, scrive all’amico assente in modo che …. C o lu ccio Salu tati L eo n ar d o B ru n i Nella terra del genio, Marco Pellegrini Invitare gli amici tra Pasqua e Pasquetta per pranzare insieme e un pretesto per intrecciare un colloquio. In queste circostanze, Coluccio, essendo anziano, ha sempre una posizione polarizzante. Vede Coluccio che arriva e irrompe nel mezzo di una conversazione tra giovani, discepoli e amici, che hanno iniziato a parlare tra loro e hanno intavolato una conversazione all’insegna … su quanto sia brutto il tempo in cui vivono e sul fatto che non ci siano piu buoni maestri e, di conseguenza, non ci siano piu cose da sapere: mancano “cose serie”, che senso ha studiare, che senso ha dedicarsi alla conoscenza? Stato d’animo tipico del giovane che ha desiderio di cose belle, ma che rimane deluso dal disfattismo. Questo atteggiamento non deve essere lasciato tranquillo, quieto, ma deve essere replicato con una provocazione. Coluccio interviene dicendo che vivono in tempi propizi per fare qualcosa di grande: aprite gli occhi e guardate a tutta una serie di cose che stanno rinascendo ed è vero che c’è una regressione generale, ma sarebbe ingiusto abdicare alla dimensione urbana. Tutte le conoscenze sono interconnesse tra loro, quindi se abbiamo anche solo un frammento di conoscenza, tanto ci basta per ricostruite tutte le altre conoscenze: Coluccio anziano che vuole far ripartire e riaprire gli occhi. Guardate che eccellenza è riuscita a produrre la Firenze vicina a noi: Dante, Petrarca e Boccaccio (e la prima volta che c’e l’idea delle tre corone, rinascita della cultura, rinascita della predisposizione ad apprendere). P ietro P ao lo V ergerio d ’Istria 29/09/2023 SAN TOMMASO D’AQUINO È stato il sostenitore principe della scolastica. La chiesa controlla tutto cio che e insegnato nella dottrina e quando compaiono gli ordini mendicanti, le cattedre di teologia vengono assegnate a questi ordini. Molti entrano in questi ordini, per una scelta di vita orientata da una grande austerita ed e tutto concentrato sulla conoscenza (domenicani), che, in un orizzonte fatto di apostolato, e fatta per essere condivisa (anche la stessa felicità della contemplazione). Il Trionfo di San Tommaso d’Aquino e la piu bella rappresentazione che raffigura un intellettuale e speculativo, e che e una rappresentazione simbolica. I primi sono stati i domenicani seguiti subito agli agostiniani. Tommaso era un grande santo dottore che insegnava e che imponeva la verita ai fedeli e agli infedeli. Il percorso processionale per la via sacra e percorso dai vincitori. “Trionfo” e quindi la manifestazione per la superiorita , anche nel caso di un santo DOTTORE che vuole tramandare la sua conoscenza anche per i nemici della verita . La scolastica e un sapere dogmatico che trionfa perche presume che la verita ci sia, si sappia e sia tramandata in forme tendenzialmente fisse, riproducibili e riprodotte. I pittori sono personaggi di genio che elaborano il messaggio e, in questo caso, il pittore e Lippo Memmi (…), ha dipinto questo affresco nella Chiesa Santa Caterina da Pisa in cui ci sono anche le reliquie del santo. ➔ Al centro si nota San Tommaso con i libri e le opere principali in greco, le Summe, aperti. Per scrivere le sintesi della verita cristiana, Tommaso e stato illuminato dal cielo: i ➔ personaggi a destra e a sinistra sono profeti, apostoli che hanno scritto e che mandano attraverso un raggio nella mente di Tommaso che si giova anche del rapporto della filosofia pagana, nelle figure di Platone e Aristotele, che sono rappresentati piu piccoli perche meno importanti (dopo il Rinascimento le figure vengono portate alla stessa scala). ➔ In parte ci sono diverse persone: il popolo di Dio che viene istruito dai raggi delle opere di Tommaso. Si nota una suddivisione di ➔ campi di forze: un triangolo che punta al grembo di Tommaso comprendendo i sei santi sopra di lui e un altro che parte dal popolo di Dio e che converge sempre verso i libri. ➔ Ai piedi di Tommaso c’e il personaggio sdraiato e riverso: e il nemico sconfitto, Averroè, non in quanto musulmano, ma in quanto rappresentante di un pensiero empio, non di Dio, non religioso. Averroè, infatti, aveva denunciato, attraverso la forma aristotelica, una … ed era stato considerato eretico dagli stessi islamici perche proponeva un pensiero ateo: non esclude l’esistenza di Dio, ma non ammette il Dio dei cristiani, degli ebrei e dei musulmani. Lo spirito della scolastica credeva una cosa sovrannaturale (profeti, evangelisti che proiettano la luce, la fonte primaria, la rivelazione, conoscenza sovrannaturale che non si ricava dalle cose). Diversamente da Averroè, Tommaso si riferisce ad Aristotele come principe pensatore, un maestro. La cultura cristiana, non diversamente da quella di Sant’Agostino, si giova degli T ri o n fo d i S a n T o m m a so d ’A q u in o , L ip p o M em m i L’universita medievale fondeva il liceo con il percorso universitario triennale con dei corsi introduttivi dedicati alle sette arti liberali che erano le arti che insegnavano a conoscere, impiegare e usare efficacemente il latino. Parti basilari, si chiamano arti liberali perche sono saperi disinteressanti e volti a un insegnamento pratico che presume un uomo libero dalla costruzione. Le arti del quadrivio sono letterarie, le arti del trivio, arti scientifiche (come la musica) e in totale sono sette. Le arti sono propedeutiche, considerate inferior (da mettere in basso nel quadro di Tommaso secondo il modo medievale di organizzare i saperi). Coluccio, invece, dice che il castello di saperi che non serve piu perche interessa qualcosa che serve per la buona vita: applica il nuovo sapere ai documenti di stato, competenze devono essere riservate anche alla politica. Questo significa considerare i … della teologia, i bisogni educativi dell’uomo e dello stato: la matematica viene considerata come istanza del mondo del sapere, per questo c’e una lezione di Petrarca di vita, eleganze e saggezza. La cultura medievale, ecclesiastica e teologica, si alternano a quelle scientifiche. Si arriva al Rinascimento con l’esigenza di costruire mondi nuovi in un momento di crisi. La citta ideale di Urbino, concepita come bozzetto per un’opera teatrale, e l’icona dell’immaginazione rinascimentale: l’idea e quella di ricostruire volti nuovi quando qualcosa ci sta stretto e con l’arte si possono realizzare iconograficamente. Per una mente colta del 1470, una piazza di una citta antica poteva essere così (vedi il plastico sopra) e poteva attingere degli spunti. … Il signore interviene pesantemente nell’opera di realizzazione: trasmette una concezione che l’artista elabora. Così nasce l’idea che questo palazzo abbia un cortile e l’applicazione mette in moto la trasformazione in un corpo meraviglioso e rigoglioso. Piu cresce e piu caccia in basso tutti i locali di servizio che servono alle necessita prosaiche, a partire dalle cucine, come anche le residenze della servitu perche al piano notte deve esserci solo il processo di sublimazione della progettazione del palazzo. C it ta d i U rb in o , p la st ic o ri n as ci m en ta le P alazzo D u cale, U rb in o Tutto questo e dato da Federico da Montefeltro (naso rotto), raffigurato in un dipinto di Urbino insieme a suo figlio Guidobaldo, principe letterato. Federico ha ricevuto un’eccellente educazione: viene inviato nel Ducato di Mantova (nel XV secolo non sono piu le universita o dei centri controllati dalla Chiesa, ma le corti), che, nella prima metà del XV secolo, e un’e lite della pedagogia e, seconda a questa, quella di Ferrara che adottera un criterio di metodo di fare scuola che sara riconosciuta a livello europeo. Federico da Montefeltro istituisce una scuola di istruzione e c… nel quale palazzo di Mantova e stata dedicata alla scuola Ca’ Zoiosa … si tratta di fare scuola secondo uno spirito nuovo. È un edificio istituito per i figli della dinastia Gonzaga, successori al trono, ma data l’importanza dell’impresa e data a … non poteva chiudere le porte a tutti gli ospiti che arrivavano per istruire i propri figli. La componente di importanza e la fascia femminile: anche le figlie potevano accedervi, non solo i figli maschi. Le fanciulle iniziano a entrare nella casa dei Gonzaga, separate dai maschi per la regola dei pudori, e ci si rende conto che “superano i maschi” nei risultati perche maturano prima. Il grande… impone che vengano presi anche studenti poveri, ospiti bisognosi, ed e un gesto straordinario: nello stesso luogo si crea un gruppo con i discenti e un’educazione rigorosa che prevede una dose massiccia di sport, essenziale per i maschi, addestrati a cavalcare, alle discipline fisiche come la danza che hanno un ruolo centrale per le corti (un nobile sa sempre danzare) e alle discipline impegnative come il latino (lingua pratica per le comunicazioni). In questo tipo di ambiente, c’e un umanesimo cristiano illustre. Accanto a tutto questo, ci si prende cura della salute fisica degli scolari, che, in caso, si portano all’ospedale. In questa scuola viene accolto Federico da Montefeltro, ma a sua volta trova aspirazione centrale in un altro personaggio, uno dei piu grandi papi: papa Pio II, sivlio …. Grazie alle sue doti di comunicatore, fece una carriera rapida e, alla fine, in maniera inaspettata, fu eletto papa a sorpresa. Fu anche lui un mecenate, in qualsiasi generazione si dedica alla celebrazione del bello, rettifica del paesino medievale preesistente che adesso viene rifondato (Pienza). … Fe d er ic o d a M o n te fe lt ro , P ie ro d el la F ra n ce sc a, U rb in o , 1 4 7 2 R itra tto d i Fed erico d a M on tefeltro co l fig lio G u id o b a ld o , P ed ro B erru gu ete, U rb in o , 1 4 4 5 ca. R itra tto d i P io II, P ed ro B erru gu ete, U rb in o , 1 4 7 2 -1 4 7 6 LEON BATTISTA ALBERTI Innovatore e personaggio che si dedica all’elaborazione di progetti che seguono la logica “catartica”. Catarsi in greco significa purificazione, trasformazione di qualcosa di negativo in qualcosa di positivo, anche un atto da cui si impara attraverso la sofferenza. Similmente si volge in bello tutto cio che si e esperito nel brutto: esiste la disumanita , ma l’umanita e frutto di una catarsi. Come personalita e piuttosto complessa e tetra per il pessimismo con cui percepiva alcuni aspetti (malvagita e perfidia). La facciata di Santa Maria Novella, progettata da Leon Battista Alberti, e un capolavoro dell’architettura, sembra progettata tutta insieme, ma in realta tutto gode di giustapposizione e rettifica: la parte inferiore viene realizzata tra il ‘200 e il ‘300, parte medievale della facciata che rimase incompiuta fino a metà ‘400 quando viene presa ad opera di un grande docente che chiede ad Alberti di completare la facciata. È l’innesto di una cosa moderna con una cosa precedente che restituisce un finale armonioso: le parti nascono scollegate, quindi nasce una cosa tipica. Leon Battista Alberti parte dal centro e da queste forme guardando gli archi di trionfo a Roma. Per la parte sopra, coronata da ..., guarda al modello di …, culminando al centro con un grande rosone, e tra la parte superiore e la parte inferiore c’e una fascia che sono inaugurazioni a strati di un fiore. Tutto questo e inventato per accordare la parte inferiore a quella superiore. Il risultato e qualcosa che prima non c’era: riprende cio che gia esisteva nel Medioevo e ripropone qualcosa che e nuovo, attraverso la creativita . Leon Battista Alberti lo dimostra anche nel palazzo del giovane Paolo Rucellai, un personaggio che diffonde grande cultura. È stato rivenuto anche il diario di Rucellai che si chiama Zibaldone con cose varie e utili, in cui fa annotazione … R it ra tt o d i L eo n B a tt is ta A lb er ti , C ri st o fa n o , F ir en ze , 1 5 8 8 Fa cc ia ta d i Sa n ta M ar ia N o ve ll a, L eo n B at ti st a A lb er ti , F ir en ze , 1 4 5 8 -1 4 6 0 c a. Facciata del palazzo di Paolo Rucellai, Leon Battista Alberti, Firenze, 1461 Rosario Assunto parla di rimpatrio estetico: si torna a casa calandosi con la mente a quel mondo che rimanda all’antichita , attrazione dell’Antichità su di noi, ci piace prima di conoscerla, ci attrae. L’oggetto del rimpatrio estetico e Roma; pittore: Mantegna, Dettaglio della camera degli sposi, nome che deriva dal fatto che, nell’800, Mantova ci aveva collocato l’ufficio matrimoni, ma in questo caso era la sala del ricevimento. Questo e un dettaglio di una scena perche uno dei figli del Duca di Mantova era stato nominato cardinale molto giovane, orgoglio della casa dei Gonzaga, quindi raffigura la meta che il cardinale sta intraprendendo. Qui viene riprodotta in una forma approssimativa, ma si riconosce per i luoghi salienti (➔ forma appuntita al centro: piramide di Caio Cesto, Roma dei mirabilia elaborata in modo eccellente da Mantegna con edifici di varie epoche accavallate, alcuni esistenti, altre che sono interamente ideate dal pittore). Questa Roma sta nell’antichita perche nella Modernità noi non ci troviamo a nostro agio, vorremmo addomesticare la modernita nell’epoca in cui ne nasce un concetto nuovo: questione dal punto di vista etimologico (= relativo all’origine delle parole): moderno deriva dall’avverbio latino modo che significa adesso, ciò che c’è adesso. E un avverbio non nel latino classico e che significa quello che c’e adesso, ma non prima, all’inizio ha significato peggiorativo perche e una cosa che non ha realmente radici perche le cose sono appena sfruttate, ma possono non avere consistenza; poi, nel proseguo di tempo, l’accezione cambia, significando “adesso” (vieni? MO’ vengo, ADESSO vengo). Rimpatrio estetico: Carlo V, trattato in relazione della guerra dei Barbareschi e nella spedizione di Tunisi 1535, perche dovrebbe risolvere il problema della sicurezza del Mediterraneo dai pirati (Barbareschi, africani) che si risolve in sconfitta di Carlo V + tempesta di Algeri, disastro da cui le finanze di Carlo V non si rialzeranno mai piu . nel 1535 l’illusione e così forte che Carlo V, dopo essere stato incoronato imperatore del Sacro romano Impero dal papa a Bologna nel 1530, momento di trionfo, propone un trionfo neoromano, ritorno dell’antichita …. Questo alimenta la macchina propagandistica: si battono monete che riproducono il profilo di un imperatore romano ma con le fattezze di Carlo V, per celebrarlo come “nuovo augusto” che sottomettera il Mediterraneo e l’Europa (cosa che non avverra ): personaggio vivente della contemporaneita abbigliato con armatura e corazza del primo 500, ma l’aria d’insieme e qualcosa di anticheggiante, riproduce le forme dell’antichita . Linguaggio classicista al servizio del potere: Carlo V al servizio del potere per …. Sa distinguere, ha dei validi consiglieri e cancellieri, e sotto la regia di Gattinara, morto negli anni immediatamente precedenti, ma aveva dato il tono a tutta la corte e al mecenatismo di Carlo V (monarchia universale + umanesimo politico che conosce bene anche grazie a Erasmo da Rotterdam, sperimentandone il fallimento con la perdita contro i Barbareschi). Salto verso concetti collegati con meccanismi della societa rinascimentale e che ci aiutano a capire le nozioni di base dell’antropologia del Rinascimento, dell’uomo. Antropologia e una R o sa ri o A ss u n to D ettaglio d ella C am era d egli Sp o si M o n et a d i C ar lo V C ar lo V E ra sm o d a R o tt er d am parola che si usa correntemente e vuol dire studio della persona umana, discorso sull’uomo. Su questo ci sta tutto il discorso della cultura umanistica e la filosofia (studio dell’uomo). Deriva da due parole greche, eppure non esiste nel greco classico e nessuno dei filosofi greci e latini ha mai usato questo termine: si parla dell’antropologia di Platone e Aristotele, ma nessuno dei due ha mai usato questo termine, introdotto nel 1533 a Milano, non esiste nella cultura classica e quando lo usiamo trasferendolo a contesti altri, dobbiamo sapere che e un neologismo (=parola nuova). L’inventore del termine, personaggio poco conosciuto, Galeazzo Flavio Capra, segretario dell’ultimo Duca della famiglia Sforza, Francesco II Sforza. Questo segretario umanista dava nozioni sulla cultura del Rinascimento, visione che era stata espressa al sommo grado di perfezione filosofica da un sommo capo della cultura filosofica, Baldassarre Castiglione, che scrisse Il Cortegiano (Capra era influenzato). Autore del ritratto: Raffaello, amico fraterno di Baldassarre Castiglione. Questo meccanismo della creatività e stata spiegata da Castiglione che dice che la perfezione umana è frutto di una grandissima fatica, di lavoro su se stessi che poi diventa spontaneità: e così per tutto cio che riguarda l’essere umano, plastico e addestrabile, qualsiasi cosa l’uomo raggiunge e frutto di un lavoro enorme, salvo che in alcuni casi non si vede: se uno vede nell’altro la fatica e il dolore, prova pena perche noi siamo specchio degli altri, ma se l’altro non vede in me la pena ma solo perfezione, allora provera meraviglia. Questo ragionamento fa nascere un procedimento di emulazione: uso della propria eccellenza sarebbe di usarla a servizio degli altri, così che gli altri possano prendere esempio, stupore imitativo. Queste cose le ha espresse Baldassarre Castiglione nel Cortegiano e nei quadri di Raffaello (effetto ottenuto grazie a uno studio che sembra senza sforzo). Quando si parla di eccellenza dell’uomo, lui lo fa anche esplicitamente anche per la donna: libro IV dedicato alla perfezione della donna, seguito dal trattato di Capra, Il trattato dell’eccellenza della donna. Il termine antropologia e il termine fondamentale perche e il piu comodo per riferirsi al Rinascimento, anche dopo il 1533 non e un termine molto usato, viene assunto poi anche nel campo della filosofia. Che parola si usava nel contesto di cui si parla per la visione dell’uomo e delle possibilità e potenzialità dell’uomo? La locuzione che piu si avvicina alla nostra idea di antropologia e la parola dignitas seguita da excellentia, figura retorica dell’endiadi (una cosa sola, due parole): la specificita che ha sempre qualcosa in comune della figura umana. L’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci: questa parola, dignitas, ha una storia interessante e aperta perche continua anche nei nostri giorni (dignità) con una trasmutazione di significato, faceva riferimento alla gerarchia sociale: la posizione sociale a cui corrispondeva la considerazione (piu si svolgeva una funzione importante, si era piu considerati, meno importante, meno considerati, nessuna posizione, nessuna considerazione). In questo contesto precristiano, pagano, politeista, greco-romano, interviene una certa scuola filosofica impattante che dice che tutti gli esseri umani hanno una loro dignitas, quella di Socrate, la filosofia piu importante del contesto della Roma precristiana (Seneca apparteneva allo stoicismo): ogni essere umano e dotato di ragione e, quindi, ha una dignitas, un posto sociale nel mondo (se si e razionali, si e anche morali, se si e morali, si e anche dignitosi). Cicerone parla di dignitas della persona umana, perche per lui la persona umana e ammirevole perche razionale e puo esercitare questa facolta quindi ammirevole. Per essere piu o meno razionali si deve fare uso della propria liberta : B a ld a ss a rr e C a st ig li on e d i R af fa el lo L’ U o m o V it ru vi a n o d i L eo n ar d o d a V in ci l’essere umano puo diventare razionale quando esercita bene la propria liberta , plasticita morale proprio dell’antropologia CLASSICA GRECO-ROMANA, orizzonti fuori dalla religione come e oggi intesa. Tutto questo bagaglio di concetti e parole non si butta via, la religione asiatica, il cristianesimo, si innesta in concetti preesistenti, non butta via niente. La parola dignitas viene usufrutta e caricata di nuovi significati, valenze tipiche dell’originalita del cristianesimo. Questo concetto viene capito con riferimento a un autore della patristica greca e latina (greca influenzata dal neoplatonismo, latina stoicismo) e arriviamo a uno dei protagonisti di questa fase, Lattanzio, il “Cicerone cristiano”, dell’epoca delle ultime persecuzioni, nei decenni precedenti a Costantino. In questa svolta, Lattanzio grande retore che imita Cicerone, si trova a dover scrivere una sorta di spiegazione del cristianesimo a uso dei pagani che non lo conoscono e che si trovano davanti a questa religione adesso riconosciuto. Scrive un’opera basilare Divina institutiones in cui fa riferimento alla visione di Cicerone: la persona umana ha un valore assoluto, ma non soltanto perche e razionale e libera, ma anche perche a tutto questo si aggiunge l’amore che porta l’uomo a farsi Dio. A questo pubblico, dice “voi avete una certa visione antropologica: pensate che la figura umana abbia valore solo quando non ha successo, noi cristiani pensiamo che la persona umana abbia valore anche quando agli occhi della filosofia e una persona mancata perche non fa uso della razionalita ”…dopo un secolo, epoca dell’invasione degli Unni, c’e un papa che si muove da Roma e che va a fermare Attila, Leone I, uno dei grandi papi della chiesa che teneva delle magnifiche omelie, sermoni, che sono grandi classici della letteratura cristiana. Si usava tenere i sermoni nei momenti forti e, soprattutto nei sermoni di Natale, papa Leone I (detto “Magno” perche ha fermato Attila) dice “in occasione del Natale, tu, cristiano, approfittane per riconsiderare la tua dignita , e, se per caso fino ad oggi hai dormito davanti alla tua dignita , adesso e arrivato il momento di svegliarsi”. Perché il Natale? Perche Dio si fa bambino, creatura indifesa. La parola dignitas in Leone Magno si riferisce al valore assoluto che si riferisce alla persona umana, che si fa “a immagine di Dio”, scritto dal popolo ebraico. La parola viene attinta e impiegata a questa forma, prima svolta. La finalità della retorica e sempre quella di sprigionare un meccanismo emozionale. P ap a L eo n e I L eo n e M ag n o e A tt il a propone degli obiettivi che raggiunge, una serie di risorse per cui arriva a conseguire anche dei fini raggiunti anche per vie immorali (si puo distruggere la morale corrente per arrivare al fine). Sollecitato da Machiavelli, nell’uomo del Rinascimento si propone la formazione dello Stato, facendo ricorso alle forze del suo animo e arrivando alla costruzione dello Stato. L’individuo costruisce anche se stesso come arte, si valorizza. Leon Battista Alberti (pag. 77, 78, 79, 81, 144) uomo nel Rinascimento, e un artista che ha fatto un autoritratto e che ha scritto anche la sua autobiografia da giovane per affermare il suo bisogno di introspezione, autobiografia … e, per questo spirito di costruzione di se ha fatto sì che aggiungesse il primo nome, Leone, a quello completo di battesimo, Battista. Tutto questo piace alla squallida borghesia decadente europea che ha poi peggiorato le cose. Burckhardt era entusiasta del passato, pessimista con il presente. La riforma, nella sua interpretazione, rinuncia a godersi la vita da parte dei pastori del mondo protestante, per il rinnegamento di quel valore di liberta del Rinascimento. Morì prima della Prima Guerra Mondiale, un dato triste della storia europea. Anche per Burckhardt e un fatto di tirannia della religione, dalla quale l’uomo del Rinascimento si e liberato per vivere rispondendo delle esigenze personali. LE GRANDI RELIGIONI SECOLARI L’inquadramento avviene sempre dentro strutture portanti, mentre questa e l’essenza dell’individualismo borghese. Ancor piu negativo ... moderna … sempre grandi movimenti di massa. La religione è solamente questo? No, non e solo sottoporre l’individuo a una disciplina sovrapersonale, ma e qualcosa di piu . Ficino avrebbe detto che la religione è la vita dell’anima, il dono dell’anima, non è la disciplina, il catechismo che sono fatti accessori, questi ideali superficiali. Èsiste un lato spirituale dell’esperienza religiosa: Schopenhauer afferma che, inizialmente, la religione nel mondo si orienta come elemento fiorente e, quindi, si studia anche la scienza e la storia comparata delle religioni, utile per capire il cristianesimo (a partire dal XIX secolo, diventa un modo per studiare il cristianesimo nelle sue diverse componenti). Anche l’ebraismo si comincia a studiare insieme a un aspetto essenziale, il profetismo. Attraverso lo studio di questo, si capisce che e una parte essenziale anche del cristianesimo e, quando anche il cristianesimo tramontera per qualche motivo, lo fara nelle teologie rivoluzionarie, passando per una forma di profetismo non cristiano, ma derivante (profeti= rigenerazione del mondo in cambio di una purificazione) da un profetismo di cui non abbiamo una conoscenza oggettiva. Si e cominciato a misurare, a partire della fine del XIX secolo, nella storia comparata delle religioni, l’irrazionalismo che e l’abbandono della razionalità positivista a favore di un apprezzamento dei fatti razionali o non razionali che allarga lo sguardo perche va in direzione di cio che non è logico. In questo quadro, si situa l’esperienza di un personaggio importante, tedesco, appartenente al mondo accademico, Konrad Burdach (1859-1936) studioso del tardo medioevo italiano e dei fenomeni interni al mondo germanico, che colse un fattore irrazionale della storia, il profetismo, lo cerco e lo trovo nel passato e scrisse un volumetto in cui c’e un indizione fondamentale: il Rinascimento italiano e la Riforma Protestante tedesca nascono da una stessa radice: … il fondo profetico del Rinascimento P re su n to a u to ri tr at to d i L eo n B at ti st a A lb er ti , 1 4 3 5 K o n rad B u rd ach della riforma collegati all’Èuropa religiosa pervasa di profetismo. Lancio questa intuizione senza metterla alla prova e senza preoccupandosi di creare un’opera sul perche delle sue intuizioni. Cola di Rienzo, uomo colto, scrisse alcune lettere di importanza per Burdach che seppe apprezzare la traccia profetica, per poi sapere che Cola di Rienzo si consultava sui profeti con i frati francescani, perseguitati dalla Chiesa. Come collegamento c’e un termine, la parola renovatio, rinnovamento che si riferisce al Rinascimento, espressione di un fondo profetico, strutture dell’Occidente e questa tensione verso un rinnovamento che lascia verso un nuovo. In tempi piu recenti, Eugenio Garin, studioso di Umanesimo nell’Italia del secondo Cinquecento, trovatosi nell’Italia della cultura irrazionalistica, aspetti meta-razionali, ormai passa all’idea che il Rinascimento e l’espressione di una forza dirompente, un cambiamento che genera delle rivoluzioni, espressione della renovatio. Johan Huizinga era uno studioso olandese, morto nella guerra, perche non voleva piegarsi alla barbarie che nel Novecento aveva portato a disconoscere il patrimonio dell’Occidente da parte del Nazismo. Personaggio supremo, autore di un libro, Autunno del Medioevo, l’affresco della societa medievale al tramonto, in una prospettiva europea tardo medievale, molto attento ai fattori razionali e irrazionali dell’epoca. Proprio per questo, e molto sensibile al fattore religioso che lui valuta positivamente, per lui fertilizza l’arte sacra e tutto ciò che è vita alimenta la creatività e la religione correttamente intesa lo fa. In questa chiave, a un certo punto della carriera di ricercatore, decide di dare un’occhiata sul Rinascimento, come Burckhardt, aprendo la Bibbia e facendo un censimento sulla renovatio. Facendolo e stimolando una serie di passi, si vede che questo paradigma e perfettamente presente nel Vangelo e in altri passi (Il problema del Rinascimento: se noi guardiamo ci sono espressioni come il popolo sofferente chiede di rivivere). Come spiegare il simbolismo medievale? L’aquila e l’animale disposto al ringiovanimento, la credenza riteneva che l’aquila che, andando incontro a … cominciava a deperire per tutta una serie di sintomi che andavano a acuirsi, come il becco sempre piu grande e il diventare sempre piu cieca non sopportando piu la vista del sole, quindi doveva essere applicata una cura di impatto: sfracellava il becco verso la roccia, fontana della giovinezza, ricostruiva il becco e tornava in quota a guardare il sole. Sono credenze millenarie, ma questo mito viene usato da un salmista per descrivere la vita del credente nel Salmo 103. Ci sono attestazioni piu importanti in Giovanni, 3, 1-5: 1C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, un capo dei Giudei. 2Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno, infatti, può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». 3Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». 4Gli disse Nicodemo: «Come può un uomo nascere C o la d i R ie n zo c o n te m p la le r o vi n e d a ll ’a lt o p ia n o d i R o m a , F ed er ic o F ar u ff in i, 1 8 5 5 Jo h an H u izin ga quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Si dice che il Cristo arrivera e rigenerera il mondo, nuova nascita, attraverso una rigenerazione di se , secondo il paradigma della renovatio. San Paolo dice che l’uomo nuovo sostituisce l’uomo vecchio attraverso lo spirito di bontà. L’uomo biologico muore perche diventa vecchio, l’uomo spirituale e nuovo …. I termini rinnovarsi e rinascere sono i pilastri della Chiesa e nella traduzione della Bibbia nel latino, questi termini sono accostati a regeneratio o renovatio (San Girolamo ha fatto traduzione? O è stato solo un supervisore? Non si sa). Il padre della rinnovazione e qualcosa che si trova nella Bibbia e che e talmente ovvia nel Novecento che nessuno l’aveva smentita. Lattanzio, autore delle Divine istituzioni, e un grande trasmettitore di un nuovo tipo di sapienza che si contrappone a quella pagana abbandonata al cristianesimo, spiegata attraverso concetti greco- romani. Concetto che ha una sua dignitas perche Dio ha dimostrato di amare l’uomo. Con questo dialogo che fa fatica ad accettare le cose del cristianesimo, Lattanzio si impegna per descrivere una cosa fondamentale: il mondo era una cultura pessimista, sempre diviso anche nell’antichita , anche in fattori, produzione disposta a fattori negativi. Tra questi, il disprezzo della cosa umana, la sessualita e la procreazione e si arriva al punto di non avere figli: disamore della condizione umana. Questo, nella storia, ha causato spiazzamento: disprezzo della corporeità e vede nella materialita qualcosa id negativo. I greci hanno una cospirazione sprezzante … che prende il nome di gnosi ed e un filone che disprezza la materia, la corporeita , tutto cio che e lasso. La gnosi e una delle forze contro cui si batte il cristianesimo: gli gnostici disprezzano il corpo umano, il piacere e tutto cio che e basso. Lattanzio scrive Il capolavoro di Dio che nel latino originale si intitola De opificio Dei (= il prodotto fabbricato da Dio, pag. 29): e il corpo umano, il quale, lungi dall’essere disprezzato, viene in questa sede glorificato. È un’enunciazione (Lattanzio, il Cicerone cristiano, pag. 28) sul corpo umano come qualcosa di ammirevole e questo carattere ha qualcosa di prodigioso, quindi dobbiamo ravvisare questo criterio che ci porta a gratificare il corpo umano, che ha una serie di elementi e che e considerato un capolavoro e quindi chi l’ha concepito non puo che essere Dio: la gnosi, che sembra la stessa cosa del cristianesimo, e diversa perche il cristianesimo sostiene che la ragione umana e la stessa ragione di Dio, se invece noi ravvisiamo nell’opera di Dio qualcosa di illogico, allora ragioniamo come gli gnostici. Se c’e questa logicita , noi dobbiamo ritrovare tutto cio che Lattanzio vuole dimostrare, il principio di simmetria che dimostra la presenza di Dio, ma la cosa di gran lunga ci dimostra che Dio e nel nostro corpo e la posizione eretta (pag. 30), il fatto che l’uomo sia dritto e guardi le cose dall’alto: l’uomo e episcopo, colui che sorveglia dall’alto, da cui deriva vescovo, sorvegliante della diocesi, dimostra la vocazione sovrana stando sopra e guardando le cose con i suoi occhi, dall’alto. Quest’opera ha avuto una riscoperta nel Quattrocento italiano, un patrimonio che ha avuto in eta patristica, in cui si elabora una nozione con cui si parla di teologia dell’immagine L at ta n zi o D e o p if ic io D ei , L at ta n zi o dell’arte medievale, dice che si tratta di un’arte rozza, brutta e deforme come quella dei Goti e quelle opere d’arte gotiche del tempo sono definite come qualcosa di brutto. In realta , nel Medioevo, per le poche cose costruite non si usava l’aggettivo gotico, ma, avendo le caratteristiche della verticalità, si usava il termine opus francigeno come quello nato in Francia. I primi a portare lo stile gotico sono cistercensi che provenivano dalla Francia. Nel Medioevo non usavano questo termine perche convinti che fossero opere stupende, ma poi si inizia a usare perche tutto quello che c’era prima non piace piu quindi tutte le cose sono distrutte o ammodernate. Il Rinascimento e perfettamente misurabile sul piano dell’arte perche e una rivoluzione estetica, l’arte esprime questo cambiamento che prevede una creativita artistica che si perde a causa della caduta dell’Impero romano e quindi tutto questo si perde. Non giova nemmeno lo stile greco che noi definiamo bizantino, ma finalmente l’arte rinasce. Gia c’e qualche presagio di Cimabue, ma Giotto e quello che fa la rivoluzione. Nella prima edizione di Vite, 1550, si capisce che queste non sono idee di Vasari, ma idee che circolavano a Firenze, ad esempio su Giotto che Manetti scrive nel 1551, ma i fiorentini erano contenti che Giotto aveva annoverato Firenze. Poi, a Firenze viene avviata una celebrazione delle magnificenze del posto. A questo punto, si decide di celebrare la tomba di Giotto con un monumento funebre nella parete di destra della chiesa della Santa Croce a Firenze. È un tondo con un bassorilievo che raffigura Giotto che dipinge una icona ➔ io sono quello grazie al quale la pittura è rinata: e una frase perentoria incisa nel 1490, quindi gia all’epoca c’era la concezione che Giotto avesse fatto nascere la (nuova pittura?)… . Questa credenza e attestata anche ai primi del Quattrocento (Coluccio e i discepoli e collaboratori giovani) e evidente che Firenze sia stata culla della rinascita della civilta perche ha dato il natale a Dante e, anche se falsamente, e patria di Petrarca (suo padre e stato cacciato in esilio ad Arezzo, quindi Petrarca sarebbe nato lì e non a Firenze) e infine Boccaccio, un provinciale fiorentinizzato: le tre corone fiorentine, le tre glorie. Gia ai primi del Quattrocento risistemando una cosa non congrua, Firenze era culla perche ha portato l’eccellenza nella letteratura e nella poesia al punto che questi prodotti hanno a che fare con i prodotti dell’antichita . La scuola di Coluccio, questa era l’idea del Rinascimento. I pittori e gli artisti applicano questa cosa anche all’arte e poi Giotto (essere perfetto anche per il suo famoso campanile) che e stato riconosciuto come architetto. Questo e quello che si crede in ambito fiorentino. Vasari ha percepito tutte queste idee e le ha unite come paradigma dell’arte, come immagini di decadenza e poi di rinascita. Un’altra cosa che Vasari assorbe, plasmato da oltre un secolo da questi umanisti, e proprio il mito negativo di quello che chiamano Medioevo (termine ingiusto che classifica quest’epoca come decadenza, quando non e stato decadente ma rinascente) e la massima espressione e stata la decadenza dell’impero romano, quindi subentra la regressione della civilta : nell’Italia delle repubbliche, le citta -stato, eccetera ...: comincia a rinascere l’esperienza della Roma repubblicana. Cos’è tutto quel tempo di mezzo di diversi secoli tra la caduta dell’impero e la rinascita di Firenze con le repubbliche? È il periodo E ff ig ie d el la t o m b a d i G io tt o , F ir en ze , B en ed et to d a M ai an o , 1 4 9 0 di mezzo, subentra quest’idea di un intervallo e sara un umanista lombardo che conia il termine Medioevo, Bossi (e stato Flavio Biondo a coniare il termine per la prima volta, nell' "Historiarum ab inclinatione Romanorum Imperii decades", scritta verso il 1450 e pubblicata nel 1483!!!!) e quest’idea per cui c’e un intervallo, avra una evoluzione perche quando scoppia la Riforma Protestante, quest’idea si incrocia con la Chiesa, puntando il dito verso corruzione del cristianesimo: con la Controriforma Cattolica, si ha una reazione contro la Chiesa medievale che viene cancellata, fatta a pezzi, perche e il simbolo della decadenza che ha portato alla crisi. Ricordiamoci che a questa idea, quando subentrano periodi di rinascita, rientra un altro paradigma: luce-tenebre. Tutto cio che e regressivo e tenebra, tutto cio che e progressivo e luce. Nella nostra storia dell’Occidente ha una storia molto intensa perche in quest’epoca si incrocia con l’idea che Cristo ha portato la luce (esordio del Vangelo di Giovanni), ma gli uomini hanno preferito le tenebre. Dopo le tenebre, pero , arriva la luce. L’idea di Rinascimento e arrivata a noi, cominciando dal Romanticismo, con Michelet (vedi lezione 05 del 05/10), successivamente Burckhardt, mentre adesso si arriva a Henry Thode (1857-1920) All’inizio, la nozione di Rinascimento e stata elaborata da una cultura in cui il Medioevo superstizioso era archiviato come un’epoca. Le cose piu importanti del Rinascimento sono intrise di religione e, con il passare del tempo, anche in chiave di tu del Medioevo come studio storico e antropologico, si arriva a una scoperta suggestiva che ha portato a una pista sbagliata ma feconda (nella storia anche gli errori sono utili, basta che siano sperimentati). Henry Thode era un altro viaggatore innamorato dell’Italia. Secondo Vasari il Rinascimento e nato con Giotto, ma non si ha un catalogo delle opere, si sa solo che ha lavorato da Assisi in poi, ma non c’e una conoscenza scientifica del periodo. IL FRANCESCANESIMO. Alle origini del Rinascimento c’e San Francesco d’Assisi che lancia un’affermazione che scatena l’immaginazione, l’interesse, la passione e la genialita . Con quest’idea si inizia a studiare il francescanesimo, che non era oggetto di studio fino a quel momento. Cos’è lo spirito del Rinascimento che Francesco ha portato in Europa? La letizia nel vivere, nel prendere la vita e per Thode, da tedesco protestante e ottocentesco, ha sempre qualcosa contro la religione, il papismo e per i cosi laicisti. Per lui, la religione e qualcosa che fa ammalare l’uomo e che innesta un sentimento negativo nella vita. Per quanto i protestanti pensavano che la religione insegnasse a dipendere da una entita malefica, il papato, ecco che puo arrivare il genio religioso che libera dal maligno, annunciando la notizia evangelica, San Francesco. Questo apre lo squarcio. Thode, nell’ottica unilaterale, considera l’autore principale della liberazione dal maligno il movimento di San Francesco. Ma se parliamo così del francescanesimo, non dobbiamo guardare anche gli altri ordini che hanno fatto la stessa cosa? No, per lui c’e solo Francesco, ma e un’operazione sbagliata, acritica, perche , collegando Francesco e Giotto, e stata origine di un risveglio di Giotto: a partire dall’Ottocento si e iniziato a studiare Giotto, Jak o b B u rck h ard t H en ry T h o d e, H an s T o m a, 1 8 9 0 iniziando la composizione di un vero e proprio catalogo delle sue opere). Giotto diventa l’interprete stilistico di quello che dovrebbe essere il vero cristianesimo, ma che Francesco riporta alla luce con un principio di rinascenza. Il pubblico dell’Italia del Duecento e del Trecento, grazie a Giotto, trova l’attenzione amorosa alla realta . Giotto e il primo che ha una vera attenzione anatomica del corpo umano, ad esempio, quando deve rappresentare il crocifisso (c’e del vero), ma ovviamente quello che mette in piedi e caduco e non e stato seguito da nessuno. Thode sottolinea il fatto che c’e un’Italia umanistica francescana e che tutti gli italiani lo sono, c’e stata un’ondata di misticismo tardo medievale, che esplode dalla metà del XIV secolo con un esperimento fugace ma denso di significato di Cola di Rienzo a Roma. Personaggio del popolo (Nicola figlio di Lorenzo) che comprende artigiani, eccetera, mentre i nobili sono molto piu spesso al di fuori e associano il valore in base alla guerra, quindi si estingueranno presto. A Roma ci sono diverse famiglie, tra cui i Colonna, che controllano tutta la zona dei castelli romani, e gli Orsini controllano un’altra parte. A Roma c’e il flusso anche dei pellegrini e anche da Roma, come altre citta , il popolo alza la testa e pretende una maggiore presenza. Questo scatena una rivoluzione a metà del XIV secolo, molto in ritardo perche c’e il papato che in queto momento e emigrato ad Avignone durante la famosa cattività avignonese. Il papa tiene sotto controllo Roma grazie agli emissari, ma i Colonna prendono il controllo tra il popolo e il papato. L’interprete di questa situazione e Cola di Rienzo, espressione del popolo, ma uomo colto, non banale, che ha una cultura classica e mistica; essendo un dotto che conosce gli autori classici, sa bene che la storia di Roma procedeva tramite crolli e rinascite (espressione di Tito Livio) ed e così dotto da riuscire a leggere le epigrafi latine (i romani non sapevano leggere). … ne conclude questo: il popolo e il sovrano, non il papa, ne i baroni, ne gli imperatori in Germania che e tedesco, ma i romani che godono di sovranita popolare, il tutto condito di mistica: Cola da Rienzo non e uno studioso da tavolino, ma un agitatore, uomo infuocato e frequenta un gruppo di fraticelli bersagliati dalle persecuzioni, francescani dissidenti che erano stati espulsi dall’ordine. Cola di Rienzo scrive delle lettere che spedisce alle massime autorita in cui scrive che ROMA STA PER RISORGERE: il mito del Risorgimento, la resurrezione di Roma (anche spirituale). In occasione del giubileo, c’e la proclamazione della De resurrectio Romae. Questo finisce tragicamente e alla fine, dovendo scegliere tra Cola di Rienzo e i Colonna e i baroni, il papa scelse i baroni, quindi cola finisce bruciano presso la basilica francescana sul Campidoglio. C ar ta d el d o m in io d eg li O rs in i e d ei C o lo n n a miseria della condizione umana non esaudisce la nozione di essere umano del cristianesimo, in cui e anteriore l’idea che l’uomo e fatto a immagine e somiglianza di Dio e che, quindi, ha una sia dignita . Quando si inizia a scrivere quest’operetta, decise di scrivere un’opera che funzionasse chiamandolo Trattato sulla miseria, il Trattato sulla dignità non ebbe il tempo di dirigere questo trattato, avrebbe potuto affidare quest’opera ad un’altra persona, ma non lo fece perche per l’estetica medievale occidentale europea il concetto principale e quello della miseria, mentre quella della dignita non si avevano parole per descriverla. … È un’opera che e presente in tutte le biblioteche, e un libro utile pedagogicamente e per i predicatori e uno spunto per le prediche che sono giocate sul registro della paura e della minaccia: e una pastorale che molti pensano di conoscere. Non e solo una condizione linguistica, ma anche un’ideologia costruttiva che e volta a indottrinare la gente. Siamo in una Chiesa che e apice della costruzione ideologica in cui si coltiva quest’illusione di poter irregimentare la popolazione attraverso le ammonizioni e il terrore. Titolo originale (De contemptu mundi) … a cui viene aggiunto il secondo titolo Sul disprezzo del mondo. L’opera diventa piu famosa con il secondo titolo, che rivela la finalita : il disprezzo del mondo, svalutazione della sfera storica della condizione umana secolare (= vita umana, connessa all’esistenza umana), che in questo mondo viene svalutata, perche cio che conta e quello che sta dopo la morte. La carrellata delle fonti bibliche ci rivela che il testo di Innocenzo III puo essere interpretato e riassunto in ecclesiaste, colui che tiene un discorso che tratta della vanita delle cose umane (tutto passa, niente resta, concetto dell’impermanenza), che l’autore tiene davanti a un pubblico immaginario. Dice di cercare la saggezza, ma l’unico modo per raggiungerla e non cercarla perche anche la saggezza e vana. La soluzione è: non essere mai nati (pag. 17, 47). Un libro ispiratore di Innocenzo III e il Libro di Giobbe. Terzo autore biblico e Geremia che e colui che piu insistentemente batte l’accento sulla perdita della speranza, parte pessimistica della Bibbia, e un uomo del Medioevo e procede secondo questa logica di accumulo: piu una cosa e importante, piu si accumulano le citazioni che si riferiscono a questa cosa e piu sono numerose queste citazioni, questa verita diventa persuasiva e fa passare il messaggio pessimistico. L’uomo, a causa della sua malvagita , diventa piu presuntuoso di cio che e e rappresenta e sara bene fustigare questa superbia, discorso ideologico. Il filone del macabro, nell’arte medievale, si fonda sull’estetica delle cose appena dette perche e presente un filone, il trionfo della morte, che e presente in alcuni passi di Rosario Anselmi guarda cosa diventi: lo spettacolo del macabro, immaginazione della miseria, Trionfo della morte, sempre vista come una signora a cavallo che arriva improvvisamente e spazza via quelli piu sicuri di se che vengono uccisi (nelle rappresentazioni sono sempre presenti dei nobili e la gente che si da alla bella vita). Trionfo della Morte di Clusone, sulla facciata, uno dei piu importanti di Europa, del 1485, con personaggi altolocati (papi, cardinali, eccetera), uno dei quali ha un ➔ vassoio di pasticcini per cercare di fermare la morte, ma viene spazzato via immediatamente. Trionfo della Morte di Palermo, in cui ci sono persone altolocate che sono falciate dalla morte implacabile che cavalca un destriero che ispiro il cavallo di Picasso. A livello di comunicazione collettiva, questi sono i temi su cui ama soffermarsi la predicazione per far passare l’idea di precetto. La cultura alta, l’antropologia, e molto di piu : non mancheranno mai anche durante il Medioevo le voci che sottolineano la positivita di esistere dell’essere umano anche nella sua caducita , nella malattia, perche attraverso la vita umana si possono esprimere una serie di valori importanti (apprezzamento della persona umana e della condizione umana). Un grande di questo pensiero e Tommaso d’Aquino. Nel Duecento arrivano a mettere in rilievo la positivita dell’essere umano, non solo perche la natura dell’uomo e la dignitas e perche quella transitoria e della miseria, ma anche perche l’uomo non e solo libero e peccatore, ma anche un uomo artifex, artigiano, l’uomo che crea e queste capacita realizzatrici, le artes assumono una posizione sempre piu importante. Nel Trecento fiorentino si ha una celebrazione delle arti meccaniche al punto che le formelle sono usate per decorare il basamento del campanile della cattedrale di Firenze (Giotto) e per creare qualcosa di nuovo. Cosa rappresentano? A sinistra viene rappresentata l’arte della navigazione, uomo religioso in cui tutto cio che compare e a lode e gloria di Dio, al centro c’e l’edilizia, ci sono i cantieri con i ponteggi e a destra c’e la scultura. T ri o n fo d el la M o rt e, P al er m o T rio n fo d ella M o rte, C lu so n e L’ a rt e d el la n a vi g a zi o n e L’arte dell’edilizia L’a rte d ella scu ltu ra Queste arti hanno avuto una crescita di importanza esponenziale: si fa riferimento a una categoria di arte che all’inizio del Medioevo erano viste male. Èsistono professioni liberali (giurisprudenza e medicina), degne di una persona libera, e meccaniche che il nobile non potra mai esercitare, altrimenti cade dal suo rango; queste ultime sono degne di una persona schiava, strumento umano che sono considerate molto in basso. Questa distinzione avviene all’inizio del Medioevo, ma nella seconda metà vengono elevate anche quelle meccaniche. Firenze stessa si rispecchia nell’eccellenza di queste tecniche e nelle competenze. Questo, si ritrova in Giannozzo Manetti nel De dignitade et excellentia hominis, 1451-1452. Questo trattato, nella metà del Quattrocento, e costituito da un personaggio di grande rilievo, Niccolò V, primo papa umanista della storia, eletto nel 1447, che deve dare una svolta nella politica di immagine della Chiesa romana (anno anche del Giubileo, in occasione del quale fa una ricostruzione di una parte del patrimonio: e sensibile alla renovatio, tema della renovatio urbis), intende compiere un atto importante che viene messo a fuoco nel trattato e che evidenzia la dignitas hominis: elogio della persona umana, che possa metter in risalto l’anima dell’uomo. Nella letteratura dell’epoca aveva preso piede una dottrina, AVERROISMO, che prende il nome di Averroè, il quale faceva passare un’idea atea. Gia nel XIV e nel XV secolo, la Chiesa intende contrapporre argomenti a favore dell’anima in una situazione a favore dell’anima. Il trattato a favore della dignitas vede un monaco che raccoglie in un dossier questi argomenti, poi portati al papa, il quale li affida ad un umanista, Bartolomeo Facio o Fatio, che scrivera un trattato poco soddisfacente perche non parla del soggetto in maniera adeguata; quindi, il papa affida la stesura del trattato ad Alfonso Magliano che applica una politica di immagine capendo, quando riceve il trattato, che per Bartolomeo era una occasione sprecata. Il papa parla poi a Giannozzo Manetti, da cui poi esce questa perla, tornata in patria, si mette a lavorare a quest’opera, fa la figura di essere amico del nemico della Repubblica, cade in disgrazia e viene esiliato. Altro trattato che nasce come risposta a Giannozzo perche dice che non fa capire in cosa consiste la dignita dell’uomo, la risposta e una citazione celeberrima di Cicerone agere et intelligere, fare e capire, agire e comprendere. La citazione e azzeccata. Ci sono altre credenze culturali che trattano dell’uomo, con la tradizione ermetica: la rivelazione dell’antico Egitto, nel I millennio a.C., del sacerdote egiziano ricevuta da Dio rivela che tu sei a immagine mia, piu o meno nell’epoca di Mosè. Questa rivelazione e scritta nei Vangeli apocrifi, falsi. In quest’epoca si credeva fosse un sacerdote veramente esistito. Negli scritti compare questo termine: l’uomo come teoide (pag. 74), a immagine di Dio, che ha qualcosa che racchiude la sembianza del padre, l’insieme ai fenomeni umani. A questo si aggiungono una serie di autorita non cristiane che pero vengono aggiunte nell’ideologia cristiana, cose convergenti nella dignita umana che si manifesta nella creativita , segno della dignita dell’uomo. Tutto si risolve con l’attenzione dell’attivita dell’homo artifex, citando un pittore di fama e scultore dimostrando un certo conservatorismo. Questo dimostra il talento creativo che si riteneva un’anima al lavoro dentro un corpo: esaltazione del corpo come manufatto di Dio e strumento perfetto per realizzare tutte queste cose geniali. L’uomo è una specie di Dio mortale, questa e la dignita e divinita dell’uomo e questa tensione verso l’immortalita da . G ia n n o zz o M an et ti famiglia), darsi da farè pèr progrèdirè. È un’attitudinè chè règola anchè l’èstètica dèl paèsaggio: l’ottica dèl Rinascimento non è lègata alla natura sèlvaggia. Ipseità: attitudinè pèr cui tu sèi tu è non qualcun altro è quèsto puo portarè a una solitudinè, ma anchè un tassèllo di unicita . Altro aspètto fondamèntalè dèll’antropologia di Manetti è la nozionè di uomo = anima chè è rilèvato da aspètti chè possono èssèrè sgradèvoli chè pèro dimostrano sèmprè quèsto patto: l’uomo non puo mai starè sotto pèrchè comè anima, sale. Quèsta nozionè vista gia in Lattanzio (uomo guarda dall’alto lè cosè è la sua postura èrètta nè è un èsèmpio), mèntrè Manetti aggiungè il fattorè psicologico: l’anima sta nèlla sua attitudinè dèl risentirsi, l’uomo è un animalè, homo animal indignabundu, indignabondo, portato a ribèllarsi pèr vèdèrè il tutto da un’altra prospèttivo è quèsto è il carattèrè infinito dèll’anima, quindi quando si vèdono lè pèrsonè, bisogna chè sono tutti sovrani pèrchè sono tutti pèrvasi dallo spirito chè è l’orgoglio, ma quèsto lètto in una cèrta prospèttiva, si collèga all’uomo indignabondo chè vuolè starè sopra, non vuolè giacèrè è non ci sara mai nulla chè valga il prèzzo dèlla libèrta . Quèsto comporta la collèra, l’aggrèssivita , la distruttività è noi siamo portati a guardarè al fènomèno umano. Quarto libro: è un cattivo libro, quindi noi lo rigèttiamo, rifiuto dèlla lèzionè. Pèr Manetti è molto piu importantè èlogiarè invècè chè biasimarè, pèrchè èlogiando si tiènè in vita, è il biasimo è la sottolinèatura dègli aspètti nègativi comportano una mortificazionè chè comporta lo spègnimènto dèlla crèativita (l’èlogio è pèr accrèscèrè l’uomo è la sua crèativita ). Manetti è cristiano, ma non c’è mai nessuna menzione della croce, vèramèntè singolarè pèrchè nèl cristianèsimo l’èspèriènza dèl Cristo è sèmprè èvidènziata, ma in quèsto caso c’è solo la gloria dèll’uomo, quèsto si chiama PELAGIANESIMO: rimuovèrè la crocè, vèna chè contraddistinguè gli intèllèttuali dèl Quattrocento. La rètorica umanistica, pèr comè si sviluppa il Quattrocento italiano, ama i discorsi tra tèsi è il confronto tra tèsi divèrsè. Quèsto è un procèdimènto antilogico chè ponè la tèsi è poi la tèsi opposta, allora possiamo dèfinirè il discorso di Manetti chè porta alla confutazionè comè un trattato di costituzionè antilogica: volèva opporrè un discorso ad un altro chè è rapprèsèntativo di un umanèsimo rinascimèntalè, dichiarato èlègantè, invècè dèlla positivita dèllo starè al mondo (chè pèr Manetti mostra lè potènzialita infinitè dèll’uomo). Da qui, si aprè il campo dèlla missionè umana: sè lo starè al mondo fa partè di una cosa magnifica, nascè una propènsionè a ravvisarè quèllo chè è bèllo, importantè significativo l’umanita . In altrè parolè, si tratta di antropofania: sèi al mondo, quindi fai vèdèrè chè sèi pèrsona umana, quèsta missionè c’è è va accolta. Quèsto rimanè nèlla cultura dèll’Occidente è si chiama secolarismo, valorizzazionè dèl seculum, vita biologica umana, mèntrè pèr l’Oriente ha una sua consistènza. STORIA DEL CONCETTO DI RINASCIMENTO: LA PROFEZIA è in chè tèrmini ha modèllato la nozionè di Rinascimènto. Gioacchino da Fiore, esegeta dèll’Apocalisse dèl Medioevo chè da un tipo di èsègèsi chè spièga pèrchè la storia sta pèr arrivarè a una svolta. Quèst’idèa dèl paradigma dèlla storia è un altro dèi tèmi pèculiari dèlla cultura occidèntalè, ma in rèalta è una concèzionè chè nascè nèll’èbraismo, attitudinè sècondo cui la storia è vicina alla svolta chè cambièra tutta la storia è chè portèra a migliorarè, chiamata escatologia. Cè nè sono tanti prima è dopo Gioacchino chè hanno quèst’attitudinè, così pièna chè, quando nacquè la chièsa cristiana, gia sull’onda dèi discèpoli di cristo, l’èscatologia avèva prèso pièdè nèl cristianèsimo. Quando arriva il cristianèsimo, si scrivè l’Apocalisse è nèl V secolo d.C. si ponè il divièto di intèrprètarè l’apocalissè pèrchè èrano così tantè lè intèrprètazioni di quèsto libro chè si considèrava fuorviantè, quindi Gioacchino cèrca dèi passi chè dicono chè il mondo sta arrivando alla finè è chè sta iniziando un’època nuova. Si fa rifèrimènto anchè a un falso, la lèttèra di San Barnaba apostolo, chè spiègava chè c’è un vèrsètto ai tuoi occhi, o dio, mille anni sono come un giorno, è siccomè Dio ha crèato il mondo in 6 giorni è il 7 si è riposato, si pènsava chè il mondo sarèbbè cambiato il sèttimo millènnio. Da qui dèriva la parola millenarismo, crèdènza in cui si pènsa chè la storia finiscè quando finiscè l’època, facèndo cominciarè un’època nuova, il sèttimo millènnio in cui la storia umana èntra nèlla pacè: falso, ma quèsta intèrprètazionè è stata all’originè di èvènti incrèdibili è dèi movimènti millènaristi chè si propongono ancora. La chièsa ha sèmprè combattuto quèstè crèdènzè chè circolavano, in cèrca di cèrtèzzè rassicuranti contro una storia chè mèttè angoscia: chi ci dice che dopo le cose andranno meglio? La profèzia da sicurèzza. Il millènarismo è anchè nèl Rinascimento è, ad alcunè riprèsè, ricomparè quèsta profèzia non dèlla finè dèl mondo, ma dèlla finè dèlla storia vècchia è dèll’ingrèsso in una nuova èta di pacificazionè in cui non c’è piu tutto quèllo chè rèndè contradditorio o assurdo l’èsistèrè. Il Rinascimento è un’època chè risorgè tra un tipo di profèzia è un’altra: subito dopo lo Scisma d’Occidente (1378-1418), lèttura chè la socièta èuropèa da a quèsti èvènti sono sègnali chè sono arrivati alla finè dèlla storia, intèrprètazionè èscatologica. Tutto va a posto nèl 1417 è quindi quèsta fèbbrè si placa, ma nèl 1453 torna quando Costantinopoli viènè riconquistata dagli Ottomani. Nèl 1517 comincia la Riforma Protestante, quindi si parla di profèzia: giustificano il loro attèggiamènto è la loro visionè catastrofistica sulla finè dèl mondo, quindi ci dèvè èssèrè una svolta. Anchè in Occidente si da l’intèrprètazionè dèllè invasioni ottomanè. L’impero ottomano vincè sèmprè a partire dal 1484 fino al 1571, allora, in quèsto intèrvallo di tèmpo, in Europa si diffondè un profetismo catastrofista pèrchè , sècondo loro, quando si arrivèra alla finè, gli ottomani si convèrtiranno al cristianèsimo quindi ci sara una rèligionè univèrsalè. Una pèrsona imbèvuta di quèsta idèologia è Girolamo Savonarola, profeta catastrofista, compartècipè di una sèriè di concètti chè si rifèriscono a una socièta dèll’avvènirè. Quèst’idèa è anchè prèsèntè oggi, in tutti quèlli chè pènsano tanto peggio, tanto meglio, sè una cosa dèvè arrivarè a galla chè arrivi. Quèsto c’è sèmprè stato èd è stato giustificato in tèrmini profètici da Savonarola chè sostènèva chè la chièsa stava divèntando imprèsèntabilè, sul trono di Pietro c’è Alessandro Borgia è tutto quèsto èsistè pèrchè dèvè arrivarè qualcosa di mèglio, una svolta. C’è una prèdica di Savonarola dèl 13 gennaio 1495 in cui raduna il popolo di Firenze pèr dirè chè sta arrivando una renovatio, una rinnovazionè, diagnosi catastrofista dèi suoi tèmpi, i fiorèntini hanno ancora il brivido di paura quando hanno visto l’èsèrcito di Carlo VIII. La chièsa va a rotoli, insièmè all’Italia, i ricchi chè chièdono il sanguè ai povèri, è tutto quèsto, anzichè èssèrè una condanna, è un principio di spèranza pèrchè sècondo Savonarola bisogna lèggèrè i sègni chè alludono a qualcosa chè sta pèr arrivarè: Savonarola allèga l’autorita di un autorè chè avèva spiègato tuttè quèstè cosè, Gioacchino da Fiore. Ci si puo nutrirè dèllè catastrofi chè si convèrtono in qualcosa di luminoso. GUERRE DI RELIGIONE Sono fatti tragici è violènti accaduti nèlla Francia dèlla seconda metà del 1500 (1559-1598 Editto di Nantes, di tollèranza). Esito dèllè vicèndè: Francia, da èssèrè monarchia non confèssionalè divènta monarchia confèssionalè. Si arriva a compièrè quèlla chè è una pacificazionè provvisoria sotto la stèssa autorita . Quèllo chè succèdè nègli anni succèssivi, ci sono gli Ugonotti chè in quanto calvinisti non avrèbbèro mai accèttato l’autorita di un monarca assoluto, quindi sono nemici della monarchia, non riconoscèvano la sacramèntalita dèl potèrè. Nèll’agosto 1573, c’èra stata un’ondata di sdègno è di proclamazionè tèorica di posizioni intèrèssanti, nèlla lègittimita dèl diritto di rèsistènza, ius resistendi. Quando si parla di quèsto diritto, si rifèriscè alla posizionè di un limitè invalicabilè dèl potèrè oltrè il qualè si puo rèsistèrè con lè armi, inaccèttabilè nèlla Francia dèl Cinquecento. Gli Ugonotti sono pèrvasi da quèsto sèntimènto è dispongono dal diritto di resistenza, sacralè pèr la monarchia. Enrico IV comprèndè è concèdè agli Ugonotti una sèriè di cittadèllè fortificatè o fortèzzè chè sono solo proprièta ugonotta, lo Stato non puo èntrarè pèrchè li vuolè mèttèrè in sicurèzza, in modo talè chè possano rivèndicarè la possibilita di difèndèrsi pèrchè comandano loro è divèntano uno Stato nèllo Stato, ma la monarchia non riuscira a sopportarè quèsta cosa. Enrico IV, cèlèbrato comè maggiorè è piu grandè rè dèlla Francia, si trova bèrsagliato da una nuova tèoria dèl campo cattolico chè prèndè il nomè grèco di monarcomachia è i suoi sostènitori sono i monarcomachi, oppositorè in armi dèl rè, sostanzialmèntè occupato dai gèsuiti nèl tardo Cinquecento. Vèngono èlaboratè una sèriè di dottrinè sècondo cui è lècito uccidèrè il rè nèl caso in cui sè lo mèriti. Sècondo i tèorici monarcomachi si puo uccidèrè quando quèsto impartiscè ordini contrari alla religione, nèmico dèlla rèligionè. Enrico IV passa pèr tiranno agli occhi dèi cattolici pèrchè ha concèsso agli Ugonotti la libèrta di culto è la politica èstèra è scandalosa pèrchè pèr mèttèrè in pièdi il regno di Francia aprèndo una guèrra contro la Spagna, potènza cattolica pèr dèfinizionè, lègata alla chièsa romana è stato guidato da Filippo II, è a quèsto punto la politica èstèra è uno scandalo alla casa cattolica. Quindi il rè francèsè subiscè attèntati da cui scappa fino a quèllo fatalè dèl 1610, il cui artèficè è un fanatico monarcomaco, è chè dimostra chè lè guèrrè di rèligionè in Francia tèrminano. A distanza di solo 20 anni lè piazzèforti dègli Ugonotti vèrranno smantèllatè da Richelieu, un cardinalè. Tornando al Cinquecento è all’Editto di Nantes, passa alla storia con il nomè di Editto di Tolleranza, rèplica dèlla Pace di Augusta dèl 1555 chè in tèrra tèdèsca avèva garantito la comprèsènza di cattolici è lutèrani, fatto chè poi fa dècidèrè a Carlo V di abdicarè pèrchè non puo accèttarè la sconfitta è il fallimènto dèlla sua missionè. La Pace di Augusta èra un compromèsso chè affèrmava chè il Sacro Romano Impero, i principi è i sovrani potèvano scèglièrè la rèligionè da abbracciarè è i sudditi dovèva adèguarsi, schèma mai applicato in quèsta forma astratta, pèrchè il principè accordava il pèrmèsso ai gruppi di sudditi con divèrsa rèligionè di risièdèrè sul suo tèrritorio. Così nascè la tolleranza in Europa. In quèst’època è viva una corrèntè tènuta viva da tèologi è intèllèttuali è lè è litès chè non accètta i problèmi, riflèttèndo su Erasmo da Rotterdam, ispirandosi a lui, trovando inaccèttabilè quèsto modo di intollèranza civilè. Quèsta è una tollèranza divèrsa, pèrchè è di tipo spirituale. Pèr Erasmo, non puo èsistèrè una forma di discriminazione basata sulla fèdè è, a quèsto punto, una scèlta dèlla moralè cristiana la scèlta di èssèrè tollèrantè, spècialmèntè sè si è tutti cristiani, sè no si andrèbbè in contraddizionè dèl concètto di cristianita . Nèl Cinquecento quèsta corrèntè è l’unica chè affèrma chè non si dèvè farè la guèrra contro tutti: diffèrènza tra mondi rèligiosi in cui c’è sèmprè uno chè affèrma l’importanza dèlla pacè, nèl Cinquecento sono gli èrasmiani. Nèl corso dèllè guèrrè di rèligionè, si sviluppa un terzo concetto di tollèranza chè arriva alla modèrna cultura dei diritti, concètto di tolleranza civile, frutto dèllè guèrrè di rèligionè, con cui si cèrcava di conquistarè la ragionè attravèrso stragi è stèrmini pèr arrivarè a constatarè chè non porta da nèssuna partè. La tollèranza modèrna è quèlla civilè, spècialmèntè nèl Seicento, chè istituiscè una forma di laicita : costatazionè chè all’intèrno di uno stèsso stato possono coèsistèrè con uno stèsso culto con altri, purchè non prèvarichino quèllo principalè. LA TOLLERANZA PORTA AL COLLASSO. paesaggio e rievocato in questo sfondo in una maniera meticolosa: e un pittore che ha delle doti di miniaturista, quindi i dettagli sembrano dei quadri, così che chi guarda puo godersi il quadro a primo impatto e puo godersi anche i minimi dettagli. Il paesaggio e descritto con una precisione straordinaria e questo vuol dire che il lettore dedica una quantita di tempo per rievocare un paesaggio nel quale ravvisa una condizione di beatitudine: c’e la Madonna con il bambino che appare al devoto, il cancelliere, che e in ginocchio a pregare. A questo punto la condizione e quella di sentirsi beati come in Paradiso e viene espressa come se fossimo in mezzo a una natura bellissima e beatificante. In altre parole, e sempre uno sguardo esameronale, cioe della natura come luogo beato, luogo in cui il contatto con Dio e immediato e facile. La differenza e che, se fosse stato cento anni prima, il committente sarebbe stato dipinto molto piu piccolo e su fondo oro che significava beatitudine, invece in questo caso e a grandezza uguale alla Madonna, con il paesaggio sullo sfondo. Se nel Medioevo mettevano il fondo oro, nel Rinascimento mettono quello paesaggistico, sono meno religiosi? No, sono diversamente religiosi: immaginano il Paradiso come un paesaggio esameronale in cui non ci sono guerre, contrasti, ma tutto attesta l’intenzione mirabile di Dio. Si desume che lo spirito di precisione con cui si guarda la natura che e tipico di Dio, e un cambiamento di gusto, di estetica e di panoramicita : si preferisce paesaggio perche restituisce un’idea di beatitudine e mostra l’eccellenza dell’artista. Inoltre, la pittura deve rendere l’esperienza tridimensionale, ad esempio, si rende la preziosita delle vesti, ed e un aspetto della realta materiale che la pittura restituisce nella resa della materia e negli effetti di luce (vale anche per il corpo, ricordando il ritratto). Si guarda con questo spirito di precisione proprio perche si e piu religiosi: il tutto si osserva con questo occhio che restituisce il dato visivo della bellezza ed e una restituzione teologica del paesaggio come rappresentazione di una scena sacra, c’e un riferimento a una zona sacra attraverso le aperture di paesaggio (i Fiamminghi precorrono le conquiste che arriveranno dopo in Italia). I pittori di avanguardia nell’Italia dell’epoca erano piu concentrati a restituire le forme di architettonica, forme di geometria e prospettiva attraverso cui si rende un piano soggettivo e personale, mentre i Fiamminghi sviluppano l’apertura al paesaggio in senso miniaturistico. Per rendere pittoricamente la profondita e la distanza del paesaggio che si allunga su una superficie piana, si puo usare una tecnica utilizzata in questo quadro: le colline in primo piano sono dipinte da colori “terrei”, in secondo piano, le colline sono dipinte con i toni piu grigi o azzurrini. Questa tecnica, sfumato, si chiama prospettiva atmosferica, diversa dalla prospettiva geometrica, ed e un mezzo eccellente per raffigurare un paesaggio del Quattrocento attraverso l’adozione di questa tecnica. Per lungo tempo, i fiorentini e gli italiani non hanno padronanza di questo genere e quindi i paesaggi risultano “piatti”, ma arriva anche per loro il momento in cui si adotta questo espediente, quindi anche a Firenze si adotta questa tecnica e il pittore che la applica per primo e Verrocchio, tra i quali meriti e quello di individuare il talento di un ragazzo nella sua bottega che poi divento famoso, Leonardo da Vinci. Qui vediamo l’uso della prospettiva atmosferica di Leonardo da Vinci, nel ➔ dettaglio dell’Annunciazione quadro dei primi anni del 1400, momento in cui nasce questo genere paesaggistico, i dettagli di paesaggio su immagine sacra. In questo caso, mescola l’idea che la lontananza implica il perdersi nella nebbiolina: Leonardo dipinge le montagne dieci anni prima che si trasferisse a Milano, quindi e lecito pensare che le montagne non le avesse ancora viste, sono elaborazione di immagini fiamminghe che vengono elaborate in questa forma, sono rocce aguzze che si elevano in questa natura che si erge. Qui abbiamo il Leonardo della contemplazione del paesaggio, il gusto di vedere nella natura una forza, non e solo oggetto di contemplazione estatica, la natura ha una sua personalità, quindi diventa oggetto di interesse e il paesaggio acquista consistenza. Lo scorcio delle montagne e in posizione strategica, occupando una porzione minima del quadro. Altro passaggio fondamentale: il paesaggio inizia ad essere studiato di per se , viene copiato dal vero secondo la teoria della resa artistica attraverso gli occhi. Leonardo va a disegnare in punti di osservazione isolati per tratti di paesaggi in particolare toscani, ma anche milanesi, seguendo lo spirito di precisione attraverso il tratto visivo e della rappresentazione. La Madonna del garofano e dipinta in quegli anni, introno al 1470, in cui Leonardo vive allo stesso livello del Verrocchio. Si nota un’apertura verso il paesaggio che a noi ricorda le Dolomiti, ma che probabilmente Leonardo riprende da un tratto di un paesaggio della Toscana, una zona caratterizzata dai calanchi, rocce erose, che da l’idea di una natura scavata e sofferta. Perché questo genere di immagini sollecita l’immaginazione di Leonardo, al punto che rende il protagonista testimone dell’apparizione sacra? Perche e imbevuto della cultura neoplatonica, in particolare di Lorenzo il Magnifico e queste cose possiamo metterle in relazione alle idee che Lorenzo faceva circolare a Firenze e nella bottega del Verrocchio. L’idea e quella che la natura ha un’anima, esiste un’anima della natura, un’infinita di anime delle cose, delle realta della natura, ma la natura tutta insieme non e altro che un’enorme anima di anime. La vita pulsa persino nelle rocce perche anche la roccia vive della sua vita minerale, quindi anche questa ha un’anima. Vergine delle Rocce raffigura un episodio descritto dai Vangeli apocrifi in cui, ad un certo punto, la Madonna con Gesù riposano in una caverna in cui ritrovano san Giovannino, si salutano in un momento di pausa di ritorno dall’Egitto. La presenza delle rocce del paesaggio, così protagonistica, allude a un principio fondamentale: tutto questo ha un’anima. È una teologia neoplatonica, elementi che nascono prima perche fanno riferimento a una mentalita arcaica secondo cui ogni realtà ha un’anima, le rocce ce l’hanno, come tutto il resto, ma a un livello piu colto, e un concetto che si definisce dai neoplatonici anima mundi (pag. 129), in cui la natura si interpreta come un grembo prolifico di anime che e a sua volta un’anima. Questo, sempre per usare un termine dotto, si dice pampsichismo, che significa “ogni cosa ha un’anima” ed e il principio per cui l’uomo si mette davanti alla realta che e un insieme di anime ed e un atteggiamento che presume che, oltre all’essere umano ci sono anche tutte le cose con anima. La Vergine delle Rocce e stata probabilmente iniziata a Firenze, ma poi e stata portata fino a Milano, inizio della esperienza della cultura lombarda. Nell’altra grande officina artistica, cosa succede? Mentre Leonardo dipinge la Madonna del garofano, a Venezia l’attenzione per il paesaggio produce grandissimi effetti. Giovanni Bellini dipinge una pala che e stata dipinta per la chiesa di Pesaro. Lo sfondo della pala: l’incoronazione e svolta su un “trono doppio” che apre sull’aldila della scena. Il paesaggio non e affatto incredibile: Bellini mette come sfondo paesaggistico dei manufatti umani, opere significa avvertire, quindi mostro significa avvertimento. Questo vuol dire che nella mentalita del Rinascimento e un avvertimento per qualcosa di eccezionale, forse brutto e catastrofico, ma forse anche qualcosa di prodigioso e di bello. A questo punto si capisce la parola monstrum e qualsiasi cosa che sia mostruosa che sia eccezionale e, forse, catastrofico. FILIPPO II (1527-1598) → + Carlo V, Filippo II, Caterina d’Inghilterra che possono essere chiesti all’esame Re di Spagna, erede di Carlo V che gli lascio i possedimenti italiani, i Paesi Bassi e il compito di proseguire la supremazia cattolica: la monarchia universalis che, se prima era appoggiata al Sacro Romano Impero, adesso e traslata alla Spagna. Il concetto e che esiste un’autorita suprema che fa da arbitro, gli altri non dovranno mai decidere senza questa autorita cattolica, che lavora per mantenere la supremazia in Èuropa per strappare ai protestanti le province che hanno conquistato i protestanti. L’esito della vicenda e stato un fallimento come quello del padre Carlo V perche in entrambi i casi le forze antagoniste sono superiori. La nascita di Filippo II e collegata a un elemento traumatico, il sacco di Roma, ma anche all’Èditto di Nantes che ha messo la pace in Francia. Filippo II e nato e cresciuto in Spagna, a differenza di suo padre che e sempre stato visto come un personaggio “piovuto dall’alto”, mentre Filippo e sempre stato il sovrano tanto sospirato che sin da giovane si vuole caratterizzare con la prudenza, un personaggio che non innesca guerre, ma che la fa solo se lo attaccano (in realta , poi ci si rendera conto che sara un guerrafondiario). Suo padre, sentitosi svergognato eprche aveva promesso ai banchieri il risarcimento dei debiti, non aveva mantenuto la promessa e quindi aveva abdicato in favore del figlio. Filippo cerca di “tenere le cose ferme” perche Atlante si era stancato. A soli 10 anni ha gia sovvertito il suo programma perche non e possibile mantenere la quiete davanti ai calvinisti che recano disonore alla chiesa di spagna: inizia la guerra degli 80 anni o rivoluzione dei paesi bassi, una guerra di religione perche i calvinisti ceh hanno una loro scuola in … trovano le citta dei paesi bassi avanzate e insofferenti del governo spagnolo, si ribellano e la rivolta che rpende le forme di una riforma protestante (politica e religione si fondono in maniera pericolosa), in modo da voler raggiungere un ideale di religione perfetta. I cattolici aristocratici e gli spagnoli danno un nomignolo spregiativo, i pezzenti, per riferirsi ai borghesi che dichiarano guerra per non voler sottostare sotto un governo dell’anticristo perche cattolico. La rivolta tende ad essere soffocata dalla Spagna attraverso l’Inquisizione spagnola: i calvinisti moltiplicano i gesti di oltraggio all’iconoclasmo. C’e un tentativo di mediazione rivolto da alcuni tratti aristocratici che falliranno perche verranno condannati a morte e, a questo punto, la sutia nelle Fiadre andra a rotoli. All’epoca, Guglielmo d’Orange duca d’Alba e colui che guida l’esercito, famoso per i suoi metodi sanguinari. Alla fine si arriva alla spagna che non regge a lungo una situa di peso finanziario e determina la bancarotta dopo il prestito di somme ingenti di denaro e, da un momento all’altro, crolla. I carichi di argento trasportati dall’america all’europa, sbarcati a siviglia SÈ passavano oltre ai pirati, andavano a chi aveva fatto rpestiti, quindi i genovesi. La guerra nelle fiandre, pero si trascina troppo oltre e per gli spagnoli e una guerra di logoramento a cui si aggiunge il logoramento che porta a una pace e l’unica speranza sono motivi etrinseci. È una guerra che non sara mai chiusa, solo alla meta del 600. Saranno sapccati eprche nel 1579-80-81, davanti alla pesantezza della guerra, optano alla resistenza della guerra, tra cui citta dell’olanda, calvinisti, e altre pace tra cui le citta del belgio, i cattolici, territorio che diventano i paesi bassi spagnoli, confluenza di citta e territori che optano per la guerra ad oltranza: eu con due repubbliche + olanda. Si arriva a un assestamento perche la repubblica e sempre aperta. 19/10/2023 Esame: libri + documento → storia generale dell’eta moderna + parte sul Rinascimento e libri sul paesaggio + portare gli appunti perche possono essere come sostegno visivo della memoria!! MONSTRUM: e un termine che ha un’origine etimologica diversa: per noi, il mostro e una creatura spaventevole e spaventosa, ma in realta in latino e un segno del cielo, vicino alla concezione di prodigio; gli antichi pensavano che qualsiasi evento eccezionale che fosse al di fuori dal comune, era un avvertimento celeste. Sono profezie post-factum, post-eventum, interpretazioni a posteriori, solo dopo il profeta ricostruisce, quindi monstrum e profezia vanno a braccetto: il profeta e colui che ha l’intelletto per interpretare. Ogni volta che una donna o una creatura dava vita a una creatura deforma, questo significa che e un monstrum, un avvertimento per qualcosa di eccezionale che piu spesso che non e qualcosa di negativo, poco piacevole. Questo e frutto di una rivoluzione culturale che noi riconduciamo alla Rivoluzione Scientifica, ma in realta e qualcosa di piu profondo perche tra il Cinquecento e il Seicento c’e un aspetto definito disincantamento del mondo, coniato da Max Weber (pag. 129), sociologo, che con l’avvento della modernita , afferma, il mondo ha un disincantamento. Tracce di tutto questo sussistono, perche processi come questi sono i grandi mutamenti della storia e a seguito degli incantamenti della storia, il monstrum diventa il disincantamento, a causa dell’imprevedibilita della natura. Monstrum e un neutro, quindi al plurale esce in -a, i “prodigi”. Il monstrum e anche signum in quanto prodigio, segno di un volere celeste, voluto dall’alto. I signa che avvertono che sta per arrivare qualcosa si chiama signa prognostica, da cui deriva pronostico. Nel loro valore id avvertimento, era necessario un certo dono che non tutti avevano, non c’e una capacita universale di interpretare questi signa o monstra di persone chiamate profeti. Oggigiorno, nessuno crede piu alle profezie, e piu complicato oggi dare una qualifica al profeta, cosa che prima era piu facile perche era riconosciuto nella capacita di intus-legere leggere dentro che per la profezia e un dono. Profeta di Moretto che si trova a Brescia, e un pittore che ha prodotto una serie di altri profeti ispirato a quelle grandi icone che aveva prodotto Michelangelo che si era ispirato ad altri pittori rinascimentali, insieme al corrispettivo femminile dei profeti, le sibille. Cos’è la profezia in quest’epoca? E una forma di conoscenza privilegiata (pag. 129) riservata ad alcuni che appartiene all’ordine naturale del mondo: nel mondo ci sono sempre stati i profeti che hanno questa particolare intelligenza, questo carisma. Questi erano presenza anche nell’età precristiana e lo sappiamo grazie ai famosi oracoli (ad esempio, l’oracolo di Delfi), interpreti di una conoscenza privilegiata. In realta , questa conoscenza era nota al mondo antico perche tra chi avevano un caposaldo c’era Platone e tutti quei filosofi che sono i filosofi dell’estasi, lo stato di conoscenza privilegiata, un’uscita della mente da se stessa (excessus mentis) (pag. 124), fuoriuscita della mente da se stessa, entra in uno stato di incoscienza: la mente non riesce a cogliere l’infinito, deve uscire da se stessa per cogliere. Questo e il culmine dell’esperienza filosofica per lo stesso Platone. La conoscenza profetica, anche se per noi e una cosa passata solo perche si interpreta in modo diversa, c’e sempre stata. Quattro culture dell’Occidente di John O’ Malley per chiarire le radici, lo statuto dei saperi nell’ambito della tradizione occidentale, una sintesi scritta da un P ro fe ta , M o re tt o , 1 5 2 1 -2 4 e se passasse questo messaggio non ci sarebbero le guerre di religioni perche ama l’uniformità. A questo punto, non e importante stabilire quale sia la piu giusta tra le religioni, ma se segue il volere dell’anima e di Dio…. Ricorda molto da vicino la teoria di Giannozzo Manetti: l’immortalita dell’anima si manifesta attraverso il fatto che nelle cose che l’uomo compie si cerca sempre una traccia di trascendenza (pag. 110) e queste opere sono sbalorditive, l’artista nel suo fare testimonia l’eccellenza della sua anima, quindi la dignitas hominis si manifesta nella sua creativita e nella sua immortalita . Per credere all’immortalita dell’anima bisogna credere a Dio perche l’uomo non ha la certezza che l’anima desidera essere mortale. Crede in un Dio buono che significa credere nella verita , essere infiniti, essere signori come Dio, stare sopra e non sotto le cose. La teologia, il platonismo e la dottrina dell’immortalita dell’anima insieme istillano nell’uomo la smania di essere creativo, ed e un bene che sia così . Questo porta all’estasi, alla beatitudine. Nel momento in cui l’uomo prende sul serio il proprio desiderio o lo interpreta in una maniera non corretta, ci porta diritti verso l’esperienza di Dio che e contemporaneamente esperienza del mondo e questo rinvia al concetto, che non ha inventato Ficino, vecchio di millenni che deriva dal Medio Oriente, che parte dai quattro elementi costitutivi del mondo, acqua, aria, terra e fuoco, che si ritrovavano anche nel corpo. Questo vuol dire che la medicina e considerata anche come oggetto per capire cosa si trova al di la . L’uomo è come un microcosmo: guardo il mondo per capire me stesso e viceversa, il mondo e complessita e allora, così come il mondo e complessita , capisco che anche io sono complessita e quindi capisco come l’equilibrio e dato da una nozione di armonia del mondo, legata al microcosmo che si riflette nel macrocosmo, quindi ogni elemento e in armonia. La medicina, in questo caso e riparatrice dell’armonia. Sono nozioni che esistevano nella tradizione premoderna, ma che scompaiono nel Seicento, benche in questo momento l’uomo microcosmo e molto presente: se l’uomo e anzitutto anima, nel fare esperienza di se , del suo io, del suo corpo, allo stesso modo fa esperienza dell’uomo (l’anima conosce entrambi), l’anima e accenno dell’esperienza conoscitiva del cosmo e l’anima e colei che comprende in se tutte le altre competenze. L’anima ha una parte di intelligenza che fa riferimento a una visione del mondo che viene definita la grande catena dell’essere, e l’intelligenza dell’uomo sta appena sotto dell’intelligenza degli angeli, creature di Dio che stanno in una condizione intermedia tra la mente umana e quella divina. L’anima sta in una situazione di collegamento di questa grande conoscenza dell’essere tra Dio e gli esseri inferiori: questa viene descritta da Ficino con una terminologia latina, copula mundi (pag. 132), snodo del mondo, condizione in cui c’e una filiera che si aggancia ad un’altra filiera. La condizione dell’anima e aperta alla conoscenza dell’infinito e Ficino pensa che l’intelligenza umana sia in contatto con quella angelica, ma, interessante, e una situazione di snodo a tutto quello che sta sotto: conosce da una parte l’infinito e dall’altra il finito. Questo punto di congiunzione fa sì che l’amina smentisca il collegamento finito-infinito che viene definito colligatio: l’anima e propensa all’infinito che non conosce. Questa condizione fa sì che l’anima (aperta, e preclusa solo quando l’anima e malata) capace id vedere le cose, osservare e ragionare, svolga un’operazione di collegamento per cui le cose trovano radice nell’infinito, prenda il nome di intelligenza simbolica, quella che prende le cose finite e le indica nella tendenza all’infinito, creativita dell’artista. Questa nozione e la forma piu alta di antropocentrismo, mettere l’uomo al centro, del Rinascimento. Quando si dice che l’uomo e al centro del mondo, si dice sia una cosa vera sia una cosa falsa: non e fisicamente al centro in senso geografico o topografico al centro del mondo, ma il modo di considerare la persona umana come funzione centrale in quanto anima, cioe come snodo del mondo tra una realta fisica e una metafisica che, se non annessa, non c’e stato un Rinascimento, c’e un infinito un finito (che, se non annessa, rientra nel concetto di coesistenza di un infinito e un finito?). L’anima e fatta di intelligenza, capacita di collegare, mettere insieme. Il piu grande interprete di questa posizione nodale e l’artista che crea cose stupefacenti, cioe la dimostrazione che l’anima crea cosa sensazionali. Dio come creatore e come padre. L’Inghilterra e la vicenda di Filippo II che sposa Maria Tudor nel 1554. L’Inghilterra trova una situazione particolare perche arriva con gli strascichi della guerra, ma per molti decenni la lotta con la Francia si riprendera e sara insulare e continentale che prendera un pezzo della Francia. … Divorzio dalla prima moglie, Caterina d’Aragona, Enrico VIII. Questo comporta uno scisma: la chiesa anglicana e scismatica, non eretica perche non ha adottato delle idee per cui si e distaccata, ma semplicemente cambiato le gerarchie, ma il problema e quello che avviene dopo la morte di Enrico VII che si era sposato senza nesusn erede maschio al trono (l’unico, Edoardo VI era fragile ed e morto subito). A questo punto, si apre spazio per lasuccessioone di due donnediverse, le figlie, la piu anziana e Maria, figlia di Caterina d’Aragona, fervente cattolica. Una parte importante della societa inglese si e legata alla riforma tramite via religiosa, quanto economica: quando Enrico VIII ha dichiarato bandita…. Speculatori che si arricchirono e questo fu la spina dorsale della nuova societa inglese. Quando nel1553 maria tudor salì al trono e decreta il ritorno, scopre che il blocco e così solido che e molto difficile da scardinare per poortarlo al passato, quindi si sposa la piu grande potenza cristiana cattolica, la Sapgna. A complicare le cose c’e il fatto che filippo si sposa, ma dopo poco deve abbandonare l’inghilterra perche il padre abdica. Maria si trova sul trovo, mmoglie di un sovrano re di spagna, la societa inglese le sfugge di mano e per reagire impiega le maniere forti che le da il soprannome di Maria la sanguinaria. Pio V, nel 1570, ha scomunicato Elisabetta, inefficace che valse solo ad aggravare i rapporti UK-vaticano, ma qui si apre la svolta: inghilterra diventa una potenza che vale epr se stessa, rinuncia a espansione continentale puntando tutto in quella oltreoceano (virginia). … 20/10/2023 L’ambiente rinascimentale vedeva l’uomo come …. Questo e lo sguardo contemplativo della mente rinascimentale che e ammirevole tanto quanto la cultura, non smette mai di stupirsi davanti ai prodigi che l’intelligenza umana affida alla mano. Questo e uno dei prodotti piu ammirati del Cinquecento che esce dal laboratorio di eccellenza, Venezia: Veduta di Venezia dall’alto realizzata da un autore importante di cui non ci rimane molto, Jacopo de Barbari che, con l’aiuto di una squadra di rilevatori e poi, dopo molto tempo e operosita , si propone di mostrarci questa visione che poteva avere un uccello, e una visione immaginata, non e stata vista con gli occhi del corpo, ma con gli occhi della mente, come se l’uomo sapesse volare. Perché Venezia? Perche era uno dei prodotti piu straordinari dell’umano ingegno, suscita stupore. La prima fonte di stupore e prettamente materiale: Venezia rigurgita di abitanti, poi e arrivata peste con la sua conseguenza di calo demografico drastico, e infine riprende la ricostituzione del livello di popolazione della citta che in quest’epoca ha 120.000 abitanti e continua a crescere (Venezia diventa ancora piu grande di come era stata prima della peste nera, ma poi tracollo del Cinquecento con la peste di San Carlo). La ripresa demografica genera un’attitudine rinascenziale, testimoniato dalla commissione di opere come questa. La prima cosa che un visitatore forestiero che arriva a Venezia nota e il numero di abitanti: come è possibile, visto che vivono sull’acqua? Se poi si constata che e la successione di piazzette e non un unico mercato, si riscontra che non solo rigurgita di abitanti, ma non si soffre mai la fame e in piu c’e tantissimo mangiare, a differenza di altre citta in cui il cibo scarseggia: si vive nel soddisfacimento. Da dove arriva tutto il carico? Dalla Dalmazia e dall’Ungheria, questo e il fattore che desta sorpresa e l’intelletto comune non ragiona molto sull’economia, quindi interpreta Venezia come un oggetto fantastico. Questo giustifica la ripresa commerciale di questo genere: Jacopo ci ha impiegato non meno di tre anni, con i suoi collaboratori che sono saliti sui piu alti campanili di Venezia e hanno riportato una prospettiva aerea su carta: e un investimento monetario commissionato da un mercante tedesco che pensava di ricavarne del profitto perche e una stampa messa in vendita a caro prezzo, c’e stato un numero di compratori talmente elevato, che Jacopo e stato remunerato insieme ai collaboratori. Tutto cio per dire che questa stampa adornava le sale di case di persone abbienti anche molto lontane da Venezia, anche nel Nord Europa, in posti V ed u ta d i V en ez ia d a ll ’a lt o , J ac o p o d e’ B ar b ar i, X V s ec o lo Jaco p o d e B arb ari emozioni del suo vissuto. Questo confluisce nel processo di auto-scoperta: si scopre, si impara qualcosa su noi stessi viaggiando perche dai viaggi si torna sempre cambiati, si e capito qualcosa di piu del mondo. La Regina Elisabetta I sapeva l’italiano, leggeva in italiano e faceva fare i viaggi in Italia ai suoi nobili: esiste una passione per l’Italia che nasce nell’epoca elisabettiana e che esistera nei secoli. Uno dei motivi per cui gli inglesi venivano in Italia, oltre alla cortigiania, e lo stile palladianesimo che dedica nel 1470 delle architetture rivoluzionarie, rivoluzione del gusto, spiegando in un …. Secondo Palladio si trova l’opera d’arte anche nel piccolo e nel povero, e riusciva a rendere la magnificenza usando materiali poveri come mattoni, legno, con una resa formidabile. Il palladianesimo e il motore che sviluppa l’interesse in Italia per andarla a vedere: nel tardo Cinquecento la citta di Venezia si ricopre di palladianesimo e il luogo diventa oggetto del Grand Tour: si viene in Italia per vedere le eccedenze della classicita rivissuta, rivisitata e rimessa in auge come pratica architettonica. Fra i viaggiatori del tardo Cinquecento inglese c’e anche Inigo Jones, il piu grande architetto di Londra. E rimasto poco della sua architettura, ma il suo nome e rimasto famoso perche interpreta l’architettura classica in modo rivoluzionario. A distanza di secoli, quando nel nuovo mondo si sviluppa una architettura londinese, il palladianesimo si sviluppa anche negli Stati Uniti (ad esempio la Casa Bianca). Il Grand Tour e qualcosa che rimodella e ha un momento di svolta assoluta nel Settecento, periodo durante il quale, dalla Francia, arrivano due personaggi di eccezione: Montesquieu e Charles de Brosses, un ufficiale, giudice e presidenze che compie il grand tour e a entrambi dobbiamo il diario del viaggio in Italia. Quello di Montesquieu e impareggiabile. Uno degli aspetti caratteristici nella mentalita medievale e rinascimentale che hanno dato origini a fenomeni e paradigmi di intelletto creativo, palestra della creativita , e una filosofia dell’anima come quella di Ficino ci aiuta a chiederci perche un e intelletto creativo o meno. Periodicamente l’intelletto ristagna, si intossica. Come si fa a sbloccare? La creatività e il segno del fatto che l’anima e in salute. Profezia-profetismo: non e semplicemente dire che “qualcosa avverra ”. Il profetismo ebraico, diverso da quello romano, e simile a quello cristiano e islamico (di fatto, si fondano su una stessa tradizione strutturale ed e un fatto di tradizione gia …). I profeti che dicono che sarebbe avvenuta una certa cosa, scrivono e parlano DOPO l’avvenimento, prima stanno sulle linee generali: se voi non vi convertite, avverrà una sciagura, generalita che si riflette anche sulla profezia cristiana, e piu un ammonimento profetico, ma sempre gli stessi profeti, a posteriori, interpretano le loro avvertenze. Su questo filone si inserisce il filone apocalittico che e un’ulteriore profezia: i cattivi riceveranno quello che e giusto, i buoni vivranno. E sempre una cosa fuori legge, mai autorizzata ma sempre fiorente perche tutti hanno bisogno di crederci. Alcuni si azzardano a dare le date, ma qualora non succeda niente, si pongono piu in la possibile per evitare il rischio di essere smentiti in tempi ravvicinati. Un esempio di profezia islamica e A n d re a P al la d io M o n te sq u ie u C h ar le s d e B ro ss es il dominio dei musulmani sul mondo. L’impero ottomano e sorto su una profezia, all’inizio e tutte le volte che ci si avvicina, la fede nella profezia aumenta. Questa fede e stata rilanciata piu volte dall’Isis, fino a tempi recentissimi. In ambito cristiano si e progressivamente spento e la smentita non ha determinato la scomparsa della profezia che e solo un avvertimento generico. Le prime manifestazioni sono in atto ebraico, ma e rimasto tipico di uno sviluppo in ambito monoteistico. La liberta profetica non e cancellata in definitiva, ma e posticipata. Questo e il caso di tanti fenomeni che hanno portato a grandi rivolgimenti, uno di questi e il Rinascimento come grande momento di ritrovo di una vena creativa che era stata temporaneamente ingolfata. Marsilio Ficino, da buon uomo del Rinascimento, vede questo fattore di rinascita come fattore psicologico: persone umane che tutte le volte si trovano a rispecchiarsi nell’anima (la psicologia umana attuale parla di ripartenze). Questo fenomeno, la mente rinascimentale lo vede in atto in continuazione anche nella natura: atto biologico naturale. L’immagine elaborata nella Firenze di Lorenzo il Magnifico consiste in una natura generatrice, anima mundi, madre che genera esseri alati che sono anime di tutti quelli che fanno parte della natura e questo e un bassorilievo a Poggio …. L’anima vegetale dice qualcosa all’anima umana e questo alimenta la curiosita di Leonardo da Vinci sulla natura e sul mondo vegetale: ci sono dei disegni che Leonardo dedica al mondo vegetale e in effetti e dal mondo vegetale che nasce il concetto di Rinascimento perche , come gli studiosi hanno verificato, questo termine proviene dal linguaggio dell’agricoltura, trattata nel Medioevo da studiosi che scrivono manuali di agricoltura, come il De re rustica, trattato sull’agricoltura, e ci sono grandi nomi della letteratura latina che scrivono questi trattati come Catone. Questo e un termine che deriva da renasci – reviviscere – revirescere – reflorescere (tornare a fare fiore) che si riferisce al ritorno in vita, all’essere produttivi, al ritorno a fiorire: e la biologia vegetale. E un paradigma rinascenziale, perche rinasce nel periodo di morte, apparente perche sembra secca, ma poi produce germogli e nell’uomo crea una concezione di un’immagine del mondo vegetale che germoglia e torna a fiorire contro ogni aspettativa. E un’immagine che ha sempre affascinato l’uomo antico. Sulla base di questa fascinazione si spiega un repertorio particolare su cui si basa l’Ara pacis a Roma (troppo vicina al Tevere, quindi mai distrutta), che consiste in un piccolo recinto di marmo bianco di Carrara in cui si tenevano sacrifici per rendere grazie agli de i perche Roma si era salvata, grazie ad Augusto, dalla catastrofe delle guerre civili. Quest’idea della rinascita, nell’Ara pacis, si propongono dei motivi naturali, girali e racemi che manifestano la potenza della natura che rigetta e che apparentemente sembrava secco. Rinascita del mondo, non solo di Roma, rinascita universale attraverso motivi che ci sembrano ovvi perche impiegati milioni di volte. Quando subentra il cristianesimo, il tema della rinascita espressa attraverso il linguaggio delle cose della natura vegetale viene rilanciato e crea un filone che si rivede nelle chiese che hanno la presenza di frutti, fiori e foglie che danno l’idea del rigoglio della vegetazione: grappolo d’uva come A ra p a ci s, R o m a G irali R acem i riferimento al sacrificio eucaristico che si riferisce al tema dell’eucaristia come fruttificazione perche rinascita spirituale a motivo vegetale la fitomorfi. Il Rinascimento prosegue e rilancia come nel festone carico di frutti che e una celebrazione della vita che torna a fiorire ed e per questo che questo tema potremmo trovarlo in quadri usati come vassoi ricoperti di frutta, poi offerti alle donne che avevano partorito, la donna aveva messo al mondo, portato alla luce proprio come lo Spirito Santo. Questi sono vassoi che si chiamavano desco da parto, cornice di un’immagine sacra che allude allo stesso tema: la vita che non muore ma si rigenera. Immagine di fregi vegetali e animali delle due porte del battistero di Firenze realizzate da Lorenzo Giberti, con gli stipiti di bronzo fuso e cesellato. Quest’idea diventa un vero e proprio topos fiorente, addirittura messianico che arriva ad esprimere un contenuto religioso: il messia e colui che salvera e nella Bibbia, in particolare nel Libro del profeta Isaia, e descritto nei termini di un germoglio che spunta dal tronco di Jesse, padre di Davide. Da questa esperienza apparentemente… che non esprime piu niente e non ha piu niente da dire nascera il nuovo. Questa profezia viene raffigurata in un modo straordinario in cui si vede un personaggio, padre di Davide, dalla cui pancia esce un tronco e la parte superiore dell’icona e da immaginare, e da questo albero spuntano i rami da cui spuntano tutti gli antenati di Gesù che, attraverso Maria derivano da Jesse. Dopo tutto questo periodo di apparente morte, torna ad esplodere la vita, ed una metafora potente che fa risalire l’esperienza di uomo primitivo. Idea di Rinascimento da cui deriva l’idea della Primavera di Botticelli, titolo che abbiamo ricavato noi perche riproduciamo la figura sul lato destro che interpretato come Primavera, comprimaria di una rappresentazione che ha al centro il regno di Venere, non la Primavera. Tra gli effetti c’e l’arrivo della Primavera, ma non e l’unico. T o n d o D o n i, M ic h el an ge lo , es em p io d i d es co d a p ar to P o rta d el b attistero d i F iren ze, L o ren zo G ib erti L’ al b er o d i Je ss e D ettaglio d ella P rim a vera , B o tticelli Perché ricomincia daccapo il grande ciclo dei secoli? Virgilio fa riferimento a una nozione nota ai filosofi del cosiddetto anno cosmo, secondo cui il mondo si rinnova ogni 10.800 anni, anche se su questo c’era discordanza, ma era una credenza che accettavano tutti quelli che avevano una credenza geocentrica, la visione tolemaica, secondo cui la Terra sta al centro dell’universo e attorno alla Terra girano 7 pianeti, tra i quali c’e il Sole che e al centro, mentre l’ultimo e Saturno, poi Giove, Marte, Sole, Luna eccetera. Tutti i pianeti girano con velocita diverse: i piu vicini girano piu velocemente, quelli piu lontani piu lentamente e questo significa che la velocita dei giri e proporzionale, armonica ed ecco perche si studia in universita l’astronomia (che fa parte delle materie del quadrivio, definite scientifiche, che servono a far capire come funziona il mondo ed il fatto che e tenuto insieme da rapporti armonici). In questa visione del mondo i pianeti, muovendosi, producono un suono, la musica celeste, non udibile per l’essere umano che si puo ascoltare solo con la mente. Secondo questa visione, Saturno ci impiega 30 anni e, nel momento in cui i pianeti si allineano, la Terra si azzera, tocca l’ora zero: in questo momento tutto finisce e tutto ricomincia. Questa e la renovatio mundi. Per gli storici e come se tutto implodesse, tutto deflagrasse e poi ritornasse. Secondo un’altra cifra, saranno 25.772 anni solari. Al di la della cifra (che puo variare), la cosa importante e la periodicita della rigenerazione del mondo e dell’umanita : l’essenza della IV Egloga, pia interpretatio di Virgilio che riconduce la verita della poesia alla verita della religione. Questa e stato un luogo comune per generazioni di personaggi, tra i quali il possessore del codice miniato da Simone Martini: Francesco Petrarca. Questa idea secondo cui i pianeti compiono i loro giri e periodicamente si trovano allineati sullo stesso asse rispetto alla Terra, diffuse la concezione secondo cui, a seconda dei pianeti allineati, si sarebbero provocati degli effetti piu o meno notevoli: nel caso in cui fossero o Giove o Saturno in particolare. Quest’idea e stata elaborata da un astronomo o astrologo che in Occidente viene conosciuto come Abu Ma’sar, molto noto perche e stato l’autore che ha teorizzato gli effetti delle congiunzioni planetarie quando implicano i pianeti ultra-solari, detti i maggiori. Diventa astrologia perche diventa una dottrina che spiega e che vuole predire i fatti del mondo umano sulla base dell’influsso dei pianeti, in questo senso l’astrologia e molto affine alla profezia: quando si azzarda a fare predizioni che non azzecca, non per questo si smette di crederci, stessa cosa succede con l’astrologia. Abu Ma’sar e l’autore di riferimento per il Medioevo e per il Rinascimento, soprattutto per le sue opere tra cui … e ha ammesso entro certi limiti l’astrologia che spiega certe cose per capire un’indole, cosa che era accettata dalla Chiesa del Medioevo. A lui si deve la concezione della V is io n e to le m ai ca A b u M a’ sa r grande congiunzione astrale come causa di grandi catastrofi (Saturno = mutamento di religione; Marte = grandi guerre) e questo e il congiunzionismo. Dalle congiunzioni si arriva alle rivoluzioni: le congiunzioni hanno delle conseguenze, mentre le rivoluzioni sono le conclusioni di un ciclo vitale. Copernico usa un termine che poi verra utilizzato nella astronomia e la astrologia, perche , secondo lui, una rivoluzione crea un elemento straordinario. Rivoluzione nel senso che c’e un fatto straordinario dovuto all’influsso di un elemento astrale tra Quattrocento e Cinquecento. Nel Seicento si parla di rivoluzione per riferirsi a tutti i fatti inopinabili come le rivolte. A partire dal Settecento assume un significato che oggi intendiamo: fatto inopinato che e scoppiato e che certamente doveva avere una causa astrale. La visione si puo comporre con il cristianesimo: al principio di tutto c’e Dio-architetto che fa andare quell’ingranaggio, la mente divina che non agisce mai direttamente sul mondo ma si serve sempre degli angeli che mettono in moto tutti i meccanismi cosmici quindi si compone una visione secondo cui i corpi astrali hanno influenza sulla vita umana. L’idea e che la storia sia una successione di fasi in perenne mutamento che si possono spiegare sulla base delle leggi dell’astronomia. Il concetto e quello di mutatio teporum, il cambiamento dei tempi, delle epoche, una certa congiunzione fa finire una certa epoca e prepara a un’altra epoca, ed e quello a cui si riferisce Virgilio nella sua IV Egloga in cui preannuncia la nuova progenie, la nuova umanita che fara spazio all’eta dell’oro. Virgilio prende il mito dell’eta dell’oro da Esiodo, debiti letterari molto chiari. È legata a questa concezione della mutatio temporum anche la concezione dei monstra, fatti straordinari che preannunciano qualcosa che sta epr arrivare e questa credenza riaffiora e in un momento di scatenamento, sono proprio i primi decenni del Cinquecento, in occasione dello scoppio della riforma in cui si annunciano le cose piu incredibili, legate al fatto che o e comparso Martin Lutero (scandalo), oppure (stampa propagandistica) lo scandalo del papato di Roma che e degenerato, una strana figura di uomo con testa di asino che e l’allusione che siamo al colmo, peggio di così non puo essere. LA NASCITA DELLA VILLA Il Rinascimento e la costruzione di un mito tramite interventi umani: paesaggio. Puttini svolazzanti di Raffaello: si riferiscono a un dettaglio del Trionfo di Galatea dipinto da Raffaello che stava lavorando al Vaticano per il papa, ma che trovo tempo anche per l’amico e banchiere per decorare la sua villa: e la celebrazione dell’amore, molto sensuale, che spinse il committente, Agostino Chigi, a trovarsi una moglie non per il suo stato sociale, ma per amore. Èra un personaggio che apparteneva al patriziato di Siena e che disponeva di una fortuna ragguardevole. Questo affresco era un inno all’amore. È un affresco che si trova nella Villa Farnesina che sta nella Via della Longara, parallela al Tevere, creata dai papi nel Rinascimento che collegava il Vaticano e Trastevere. Su Via della Longara si apre uno spazio che all’epoca era disabitato e quindi si prestava all’idea di una dimora che non era un palazzo urbano, ma era una villa, una residenza campestre. Per l’epoca e un fatto straordinario: adottare non un palazzo urbano ma una dimora di campagna, si trattava di elaborare una tipologia nuova, la villa che nasce nel Rinascimento italiano. Agli occhi e alle menti D et ta gl io d el T ri o n fo d i G a la te a , R af fa el lo M ich el d e M o n taign e degli europei, a partire dal Rinascimento, l’Italia e il Paese delle ville che sono qualcosa di straordinario. Montaigne vuole vedere queste ville che la nobilta francese non conosce perche vive ancora nei castelli. Questa villa era una novita assoluta e gli architetti sono Raffaello e il suo braccio destro, il senese Baldassarre Peruzzi, pittore e architetto e bravo nell’uso della prospettiva, grande esperto di matematica e geometria. Èntrambi sono quotati per un’impresa che affascina le menti di artisti di avanguardia di riportare l’architettura antica per come si poteva immaginare (da qualche decennio ha ripreso a circolare il Trattato sull’architettura di Vitruvio, scritto in epoca di Augusto che, quando parla degli argomenti, sa che si riferisce ad un pubblico che sa di cosa si sta parlando, mentre per i rinascimentali si deve andare a tastoni). Vitruvio narra che i patrizi romani trovavano gusto nell’alloggiare nelle dimore rustiche, di campagna. Nella zona dei castelli romani, nel Basso Lazio, i grandi personaggi della storia romana possedevano le loro ville con le tenute e i loro edifici dove si ritiravano (Cicerone, a Frascati, aveva una villa che amava moltissimo e dove si ritirava spesso per sfuggire agli incarichi politici e dedicarsi all’otium philosophicum). Come fare a immaginare una villa romana? Noi sappiamo che non era fatta così , perche noi abbiamo l’archeologia, ma all’epoca non c’era, quindi il risultato era quello della villa del Rinascimento, per creare un ambiente dove si potesse vivere una vita tranquilla, luogo isolato con giardino dove ci si dedicasse alle attivita nobilitanti. Altra cosa tipica dei romani sono i banchetti, quindi anche nell’eta rinascimentale. All’interno di questa villa, Raffaello e Peruzzi si sono sbizzarriti a creare atrio e primo piano in cui mettono a frutto le loro capacita , tra le quali quella della prospettiva. Le ville degli aristocratici antichi avevano luoghi di passaggio, ambulatio, su cui venivano raffigurati dei paesaggi perche l’occhio si dilettava a guardare sia il paesaggio esterno, che quello sulle pareti, finto. Peruzzi crea la Sala delle prospettive che riproduce le decorazioni a prospettiva di cio che si immaginavano fossero le ambulationes, illusioni al di la delle quali c’era Roma come paesaggio dietro una balaustra dipinta. Tutte queste cose vengono attuate nel nuovo ambiente, la villa, palazzo suburbano in cui si ricrea lo spirito o si festeggiano con conviti, si impiega il tempo in maniera diversa rispetto al solito. Contemporaneamente, Raffaello realizza per il cardinale Giulio de’ Medici, poi Clemente VII, che non e mai stato finito, che e Villa Madama del Monte Mario, con un cortile e teatro con delle terme. In questo caso, Raffaello, che ci ha lasciato poche realizzazioni, ci lascia questo luogo straordinario (a Pesaro c’e una replica di Villa Madama, ma piu completa). B al d as sa rr e P er u zz i Sa la d elle p ro sp ettive, B ald assarre P eru zzi 26/10/2023 La villa è il frutto dèl dialogo amorèvolè è immaginativo tra classicita è mèntè rinascimèntalè. Ci sono piu occasioni di scambio, quindi viènè supèrato il conflitto è viènè attuato il commèrcio di lucè con la classicita è con lè altrè culturè (Intelletto di Giovanni Pico della Mirandola -suo manualè rosso- con cui concludèrèmo). Cosa fa scoccare la scintilla dell’invettiva? Si volèva impararè ritènèndo chè la classicità comè un tripudio di materiale da studiare e imparare: la crèativita alla finè. In campagna, si sa, gli antichi romani costruivano dèllè villè, luoghi in cui l’otium si puo praticarè, a diffèrènza dèlla citta è si da l’accènno allè dècorazioni: èrano adornè di pitturè di paèsaggio chè divènta un gènèrè, chè nascè in Italia proprio con il paèsaggio italiano. Nèl giro di dièci anni, c’è il capolavoro, apicè dèlla villa vènèta, chè ha Palladio comè progèttista, con la committènza dèlla famiglia Barbaro, a Maser. È un posto in cui affluiscono appassionati da tutto il mondo pèr la sua particolarita di un insièmè coèrèntè èd è stata dècorata dal piu grandè pittorè sulla piazza, Paolo Veronese, chè lavora in sintonia con Palladio. Al suo intèrno ci sono scorci paèsaggistici: Veronese è la sua scuola, intèsa con Palladio, con i Barbari comè committèntè (fondamèntalè pèr l’influènza sugli artisti) scègliè il paesaggio illusionisticamente reso con la prospettiva è affrèschi anchè postèriori, ma sèmprè coèrèntè con il paèsaggio. Si assistè ora alla civilta dèlla villa, uno dègli èlèmènti tra mito è rèalta : l’immaginè viènè tramandata è assurgè al tèma lèttèrario chè si allaccia alla pratica dèl Grand Tour; lè villè divèntano una tappa di coloro chè scèndèvano in Italia pèr vèdèrè lè villè, chè nèlla seconda metà del Cinquecento, rapprèsèntano un èlèmènto di pèculiarita all’insègna dèlla razionalizzazionè. Venezia dèvè contarè sèmprè mèno ai gènèri alimèntari dèll’èstèro, ma con la transizionè Medioevo-Rinascimento divènta piu difficoltoso, quindi il patriziato vènèziano aumènta l’invèstimènto sulla tèrra fèrma (attualè Veneto è partè mèridionalè dèl Friuli, comprèndèndo anchè il polèsinè di Rovigo): comprano tèrrè è costituiscono il latifondo, cio chè consèntè la nascita di quèstè villè (grandi colturè omogènèè su cui si tèndè a puntarè). La coltura spècializzata vèdè affèrmarsi varièta abbastanza nuovè comè il riso è quèsto vèdè il nascèrè di proprièta , gènèralmèntè di nobili, chè pèriodicamèntè va in quèsti latifondi pèr occuparsènè pèrsonalmèntè. Quèstè proprièta sontuosè comprèndono tutti i sèrvizi chè vèngono comunquè rèalizzati con i canoni dèll’armonia, nonostantè siano èdifici d’uso. G io va n n i P ic o d èl la M ir an d o la V illa B arb aro a M asèr T èr ri to ri d èl la R èp u b b li ca d i V èn èz ia n èl 1 5 0 0 Un altro èsèmpio è Villa Emo chè ha la casa padronalè al cèntro, ma lè ali (barchesse a portico) sono di utilizzo agricolo, contèngono dèi dèpositi, granai, chè giocano comè porticato è al cèntro c’è una colombaia, in cui si allèvano piccioni da mangiarè (componèntè èssènzialè pèr il padronè è pèr i contadini pèrchè non hanno bisogno di èssèrè nutriti, trovano il cibo da sè : disponibilita di carnè molto rèpèribilè), cantinè, torchi, la vasca dèi pèsci (fontè di alimèntazionè abbondantè è la pèschièra è giocata comè una sorta di “fontana” dovè all’originè si allèvavano i pèsci), il brolo (il fruttèto, oggi è una partè sparita pèrchè non ci sono piu gli albèri da frutta è si è crèato un prato vèrdè, ma all’època non èra concèpito), li orti, la vigna è, infinè, una cultura (introdotta tra il Quattrocento e il Cinquecento) di gèlso chè forniscè il cibo pèr i bachi da cui si ricava la sèta è quèsta è la risorsa chè costituira gia dal Cinquecento è accrèscè poi nèi sècoli succèssivi uno dèi motivi pèr cui la popolazionè contadina ha una vita dignitosa pèr la produzionè dèlla sèta anchè grèzza da cui si ricavèra un matèrialè prègiato (oggi nè sono rimasti molto pochi, non è piu quèlla fitta chè popolava la Valle Padana, Lombardia è Veneto). Quèsto modo di sfruttarè la tèrra fa nascèrè anchè un’istanza pèr cui i profitti sono crèscènti nèll’agricoltura è quèsto attira gli intèrèssi di quèstè famigliè altolocatè, aristocratichè o in via di nobilitazionè, chè vèdono un aspètto positivo nèll’agricoltura. Qui nascè una disciplina, l’agronomia, di cui ci sono scrittori anchè nèl Medioevo (Pietro Crescenti, coèvo di Dante), ma nèl Cinquecento ha un incrèmènto ultèriorè (i brèsciani Agostino de Gallo, Le venti giornate dell’agricoltura, è l’altro è Camillo Tarello, grandè agronomo, autorè di Ricordo d’agricoltura). Il fènomèno è piu gènèralmèntè italiano: Giardino d’agricoltura di Marco Bussato con stampè dègli strumènti è attrèzzi da impiègarè in agricoltura (il colto si dovèva intèndèrè anchè dèllè cosè pratichè è spicciolè dèllè campagnè). Sèmprè sècondo la logica dèl profitto è lo stilè aristocratico dèlla campagna comè ambièntè dèlla civilta dèlla villa, si cita L’economia del cittadino in villa (èconomia comè gèstionè dèl patrimonio domèstico) di Vincenzo Tanara. Il sotto fuoco èconomico da originè a una vèra è propria teoria: tutto cio chè avviènè sotto il sègno dèllo scambio è occasionè di sfoggio è qui nascè il rèpèrtorio umanistico. Pèr l’antico Romano, l’antica citta è affanno è compètizionè, chè corrispondè alla vita politica, ma quèsto non si dèvè mai èsaurirè (Montaigne ha disposto quèsta lèzionè: mantènèrè intatto un rètro-bottèga, pèr trovarè dèl tèmpo pèr sè stèssi, con cui spièga all’uomo comunè chè dovrèmmo farè tutti comè i grandi sènatori romani, cioè risèrvarci dèl tèmpo pèr noi, è sè non c’è una villa sullè collinè o in campagna, ci dovra èssèrè sèmprè un posto in cui ci si rivèstè di panni umili, o in cui possiamo V illa È m o dèdicarci ai nostri intèrèssi di propriètario, oppurè pèr dèdicarci all’otium). Quèsto porta alla trasformazione architettonica di cui l’Italia si fa tèatro: la villa non è l’èdificio chè abbiamo in mèntè noi, ma è un insèdiamènto di campagna, in cui il signorè possièdè sèmprè una rèsidènza, oppurè un èdificio chè simbolèggia la sua prèsènza (ad esempio: la torre di villa, oppurè una casa di villa), ma con il passarè dèl tèmpo, la dimora si puo arricchirè con èlèmènti dèlla casa dominicale o padronale chè prèndèra l’accèzionè di villa. Di quèsti sègni c’è una variantè: la torre appalagiata chè consistè …. La prèsènza di èdifici di quèsto gènèrè ha un impatto sul paèsaggio pèrchè non c’è solo la casa dominicalè, ma anchè tutta una sèriè di appèzzamènti chè il signorè fara coltivarè comè vuolè: ci puo èssèrè un parco o barco, dèllè piscinè (vaschè gigantèschè), pèr cui in rèalta l’idèologia nobiliarè tèntèra sèmprè di modèllarè il paèsaggio sècondo lè attivita aristocratichè sublimi comè godèrè la visionè di frutti rari o dèl paèsaggio in gènèralè è produrrè il rèddito. La tènuta è anchè di dimènsionè estetica è non solo funzionalè. Villa in cui piu chiaramèntè sèmbra chè la finalita agraria sia complètamèntè assèntè (non vèro pèrchè c’è una tènuta è campi chè vèngono sfruttati) è chè è la cèlèbrazionè dèll’otium dèl paèsaggio chè, almèno in partè, rèstituiscè un sèntimènto volto ad attivita puramèntè sublimi: è una sublimazione dell’ideologia chè da èsigènzè di ordinè èconomico è chè punta alla valorizzazionè di èlèmènti èstètici è assoluti, c’è sèmprè un occhio alla funzionalita . Palladio, pèr èlaborarè quèsto èdificio, si è ispirato al Pantheon di Roma, èdificio sacro prima pagano è poi cristiano (dèdicato a Maria), chè in quèsto caso viènè trattato comè tèmpio dèlla bèllèzza. Nèi suoi quattro libri sull’architèttura, Palladio sottolinèa la funzionalita , la comodita , gli ambiènti abitabili: è un èdificio pènsato pèr una sintèsi di quèsto valorè è l’èffètto è sorprèndèntè, ma i matèriali sono povèri (colonnè fattè di mattoni, lègno intonacato) è facilmèntè rèpèribili (piètra usata solo pèr dèttagli), ma i soldi risparmiati sullè colonnè vèngono impiègati pèr lè statuè. I giardini circostanti, quando non sono adibiti a brolo, sono adibiti a siepi potate che producono forme geometriche (gènèralmèntè quadrilatèri), dovè al cèntro viènè mèsso l’arbusto. Quèsto è il giardino all’italiana, cioè l’insèrimènto di figurè gèomètrichè in un giardino, attravèrso la potatura: l’idèa dèll’uomo chè razionalizza la natura pèrchè l’uomo non ama la natura sèlvaggia, non ama la natura chè prèndè il sopravvènto, ma quèsto corrispondè a un aspètto atavico di soggèzionè dèll’uomo nèi confronti dèlla natura. È giardino all’italiana pèrchè è nata in Italia, ma lo sviluppo è il giardino alla francese chè, oltrè a ingigantirè lè dimènsioni, introducè l’artè dèlla potatura dèllè sièpi (arte topiaria) chè consèntè di rèalizzarè piramidi, obèlischi è sfèrè. Di giardini all’italiana ci sono tèstimonianzè anchè nèl Quattrocento. T o rr è ap p al ag ia ta a F ir èn zè P an th èo n d i R o m a I q u attro lib ri d èll’arch itèttu ra d i A n d rèa P allad io natura incolta (il giardino all’inglese). La capacita è quèlla di ritrovarè scorci sèmprè divèrsi, in cui l’uomo scoprè cosè sèmprè nuovè è sorprèndènti (la natura non è vèramèntè indomabilè, subiscè sèmprè l’intèrvènto dèll’uomo). La villa divènta un vèro è proprio rèquisito di tuttè lè famigliè aristocratichè è nèlla villa ha sèdè una vita socialè chè, con il passarè dèl tèmpo, è sèmprè piu intènsa è chè arriva a sostituirsi alla città: la citta è piu costosa, è in villa si possono organizzarè èvènti piu dilèttosi rispètto alla citta . Il tema è la villa comè mèzzo pèr scapparè dal condizionamènto dèlla citta , ma si trovano lè stèssè cosè: Goldoni è il maèstro pèr ritrarrè quèstè cosè, la satira, una costantè dèlla vita nobiliarè chè ha dèllè disfunzioni. Un esempio è Villa Borghese a Roma, uno dèi musèi piu importanti dèl mondo pèrchè il cardinale Borghese, nipotè di Paolo V, raduno tutto quèllo chè c’èra di bèllo in quèl momènto (tra cui dèi Caravaggio) è poi si è arricchita anchè nèi sècoli a vènirè: è un èlèmènto importantè. È una villa adorna di un giardino all’italiana. La mènzionè di Villa Borghese, importantè èsèmpio di civilta dèlla villa comè èlèmènto di contènimènto di collèzionè. Roma è tappa di Grand Tour, èlèmènto di èducazionè pèr gli stranièri aristocratici, ma, tra Cinquecento è Seicento, Roma divènta mèta anchè di artisti chè compiono il viaggio di formazione, è molti non tornano piu a casa. Uno di quèsti è il famoso pittorè tèdèsco, tra i piu gèniali, morto troppo giovanè, Elsheimer, chè a Roma produssè alcuni dèi quadri a soggètto notturno comè La fuga in Egitto chè ha la pèculiarita dèlla ➔ Via Lattea a sinistra è la ➔ luna chè si spècchia chè ha lè macchiè lunari: è la prima ripèrcussionè dèllè nuovè scopèrtè chè Galileo avèva annunciato al pubblico. Un altro pittorè famoso è Diego Velàquez chè si fa pagarè il suo viaggio da re Filippo IV di Spagna pèr complètarè la sua formazionè è pèr trarrè ispirazionè da qualcosa di sènsazionalè (a lui si dèvè uno dèi primi dipinti di paèsaggio, trè soggètti nèl giardino di Villa Medici, Grotta del Giardino) attravèrso privati, con incanto, chè fa pèr sè , concèpiti durantè quèsto viaggio. Uno chè è tra i sommi dèlla sua època è chè dècidè di rimanèrè a Roma è Poussin chè è noto in tutta Europa pèr l’impatto dèl paèsaggio italiano è lazialè, comè nèll’Estasi di Santa Rita da Cascia in cui c’è il paèsaggio di un paèsaggio romano con dèllè montagnè chè si vèdono tra il Lazio è l’Abruzzo, paèsaggio cèntro-italico rièlaborato chè conoscono la pittura. Poussin èra abituato a farè una passèggiato in un tratto accanto al Tevere, ritratto in un quadro di Courot, La passeggiata di Poussin. Altro pittorè chè ha passato la partè finalè dèlla sua vita è Lorrain, chè fa quadri su commissionè dèlla visionè dèl foro romano è dèllè suè rovinè: Roma mitizzata. Lorrain è molto affascinato dalla campagna romana chè, graziè a lui, divènta il paèsaggio di un’idèa, libèra intèrprètazionè chè si puo vèdèrè a Tivoli. V il la B o rg h ès è, R o m a L a fu ga in È gi tt o A d am È ls h èi m èr , 1 6 0 5 M ac ch iè lu n ar i D èt ta gl io d èl la F u ga in È gi tt o D èttaglio d èll’È stasi d i San ta R ita d a C ascia, P o u ssin , 1 6 7 0 Infinè, si arriva a Napoli, a partirè dalla prima metà del 1700 si aprè il sito archèologico di Pompei. I viaggiatori sono colti è vanno a vèdèrè i luoghi cèlèbrati dalla poèsia romana è coglièvano l’occasionè pèr sostarè alla tomba di Virgilio a Mergellina (luogo caricato di fascino dèlla cultura paèsaggistica) è a quèlla di Giacomo Leopardi. Sèmprè in quèl pèriodo èrano in atto gli scavi di Pompei èd Ercolano voluti da Carlo IV chè lancia quèsta nuova moda basata sull’èmozionè dègli scavi. A partire dal 173, c’è una nuova moda pèr cui affiorano nuovè collèzioni è il commèrcio dèl falso. La vèduta dèlla citta italiana è di succèsso assicurato, è si sa bènè chè Canaletto si spècializza (souvènir pèr i turisti) insièmè al figlio Bellotto con vèdutè chè hanno molto succèsso pèr l’èstèro. È l’època in cui nascè il concètto di sublime: il mito dèll’Italia è qualcosa chè fioriscè con uno sviluppo dovè l’èspèriènza èstètica fa partè dèll’èducazionè è si va alla ricèrca di quèl qualcosa di sènsazionalè chè l’Italia risèrva è chè viènè apprèzzato non pèr gli èlèmènti di règolarita , dolcèzza è familiarita , ma anchè di giochi di contrasti basati sul pittoresco (aggèttivo lègato al paèsaggio). Salvator Rosa si rivolgè al pittorèsco pèr il gusto dèllo stravagantè: si ravvisa la zona dèl pittorèsco, viènè apprèzzato. L’eruzione del Vesuvio, quanto di piu sublimè in quèst’ottica. La filosofia sensista accosta i contrasti è, in particolarè il capriccio, composizionè immaginaria di piu èlèmènti èsistènti. Èsistè un piacèrè dèi sènsi, ma anchè un piacèrè dèll’immaginazionè chè è all’originè dèl godimènto dèl capriccio pèrchè la combinazionè di cosè inèditè ci fa arrivarè alla rèalta , il paèsaggio italiano di cui piacciono sèmprè di piu lè rovinè, non piu il paèsaggio arcadico è libèratorio, ma quèl qualcosa chè vèdè la traccia umana insièmè alla natura chè spunta da tuttè lè parti (anchè Canaletto è tutti i vèdutisti chè si riconoscono comè capriccisti). L’ èr u zi o n è d èl V ès u vi o , S al va to r R o sa 31/10/2023 Alla nascita del genere della veduta, legata alla pratica del Grand Tour (i ritratti di paesaggi sono come souvenir per gli stranieri) e, dato che questa e una svolta e la politica e di tipo sensista, si affianca anche la nascita del genere del capriccio, spesso praticato dai vedutisti, che riguarda il paesaggio italiano come gli scavi di Pompei e i siti archeologici e quello che piace e quella mescolanza di antichita in disfacimento e il sopravvento della natura selvaggia che e collegata la sublime (Burke) e pittoresco. Tutto questo si applica al paesaggio italiano, misto di creatura e cultura. Nasce la scienza: e dalla pratica del Grand Tour che nasce la storia dell’arte dell’antichita , legato al grande nome di Winckelmann che utilizza le sue osservazioni per arrivare alla sua Storia dell’arte nell’antichità. Se da una parte stimola la parte scientifica, dall’altra stimola l’immaginazione e la creativita : dall’osservazione si arriva a una visione allucinata del Piranesi e di Francesco, suo figlio, attraverso delle incisioni con scene decontestualizzate che trasmettono straniamento, un genere di sensibilita che verte sul pittoresco. L’abate di Saint-Non, nobile con il grado ecclesiastico applica questa categoria e scrive Il viaggio pittoresco in Italia in cui parla nello specifico del sud, la Sicilia, descrivendo l’antichita mescolata con la natura selvaggia, il presente squallido, la natura emblematizzata dal sublime del vulcano e il pittoresco. È pittoresca anche la visione di rovine termali ricoperte di vegetazione, elaborazione di visioni che visualizzano Gli atri muscosi pieni di vegetazione selvaggia, tracce di natura sovrumana nel presente, ma anche la grandezza dell’antichita sfiorita ormai. Questi quadri sono elaborati da Abraham Ducros. Goethe si spinge fino in Sicilia (1786-1788), e molto sensibile ai richiami dell’artee antica classica della Magna Grecia, e durante questo soggiorno prende delle note di viaggio che unisce componendo Il viaggio in Italia. Goethe descrive l’Italia come il paese dove fioriscono i limoni, il paradiso in Terra: lui ha visto fiorire i limoni anche sul Lago di Garda perche tutte le ville hanno la loro conserva, un edificio molto variabile, particolarmente basso e non ornato, una limonaia che viene tenuta coperta durante i mesi freddi perche gli agrumi (e i limoni) facevano parte dell’economia (commercio di agrumi) ed emanano un profumo straordinario che allietava le dimore aristocratiche; quello che Goethe osserva e il modo intelligente che l’uomo ha di sfruttare la terra (libro di Irace e Pinero). Il paesaggio padano era molto caratterizzato da una pratica per cui si delimitavano i campi con filari di alberi di alto busto (o l’olmo o l’acero) che servivano a produrre legna da ardere, e tra un albero e l’altro correva la vite, chiamata Vita maritata, ed era uno degli aspetti che colpiva di piu la valle padana (la tecnica veniva chiamata piantata padana e serviva a far crescere il R it ra tt o d i W in ck el m an n , 1 7 6 8 G li a tri m u sco si, A b rah am D u cro s L im o n ai a su l G ar d a di una divisione dei compiti, nonostante sia solo uno ad ereditare la Mirandola. Pico della Mirandola nasce, cresce e vive in un ambiente familiare saturo di conflitti, i fratelli che si fanno la guerra tra di loro in cui il piu avvantaggiato sara il fratello maggiore che si accaparra tutta la contea, esiliando i fratelli minori. Quest’uomo sperimenta l’amarezza della conflittualità di cui sono piene le cronache, sono ambienti esclusivi in cui raramente c’e pieta . Come si usa all’epoca, la famiglia acquista anche il titolo di protonotario che mette su un rango superiore dal punto di vista sociale, il cui unico vincolo era il celibato. Pico e estremamente talentuoso, quindi la famiglia lo spedisce a studiare all’universita , operazione molto costosa che implicava un notevole esborso e quindi lo potevano fare solo le persone con piu alto censo, ma era vantaggioso perche , dopo aver ricevuto la laurea, si potevano scalare i vertici, arrivando a una buona posizione (vescovo). Per fare questo, non si faceva la laurea in teologia (piu lunga e lenta e che facevano solo i frati per scopi pastorali), ma bastava la laurea in diritto canonico (le leggi della Chiesa sono chiamati canoni) e in diritto civile (diritto dello Stato). Il risultato e che si iscrive a tutte le lezioni della Valle Padana con il desiderio di apprendere qualcosa di utile per la sua crescita, ma non lo trova (Padova con cultura molto avanzata che tende sempre ai margini se non fuori dall’ortodossia, Bologna). Nella corte di Lorenzo il Magnifico incontra Angelo Poliziano, uno dei precettori dei figli di Lorenzo il magnifico e Giovanni rimane colpito e incantato dalla raffinatezza intellettuale di Poliziano, uomo dall’estetismo ipertrofico e un grecista. Ne nasce subito una grande amicizia fatta di scambio. A questo punto, Pico ha la chiamata a Firenze, diventa un personaggio ancora in evidenza perche ha elaborato il suo obiettivo della vita, creando elementi utili per capire come scatta la creatività in certe circostanze a contatto di certe sollecitazioni, per vedere cosa si puo produrre. Arrivando a Firenze, si porta un bagaglio di desideri e inizia con un incontro fatidico con Marsilio Ficino che, ben felice di dispensare insegnamenti a un giovane promettente, al quale presta i suoi libri, e convinto che la filosofia di Platone sia la piu grande forma di sapienza dell’esistenza umana, ed ecco che quando incontra Pico ritiene di aver trovato il genio che lavorera con lui al rilancio della filosofia di Platone (renovatio Platonis); qui arriva la sua prima delusione: Pico impara tutto di Platone, ma trova sempre solo tracce parziali, parcellizzata, ma una reazione di questo tipo irrita Ficino che inizia a pensare quello che tutti pensano di lui, il giovane antipatico, altezzoso e supponente, personaggio che non scende al loro livello e questo mette a disagio. Pico e un aristocratico di nascita, quindi ha lo stile di chi e nato aristocratico ed ha una serie di valori assoluti che non lo porta mai ad essere accondiscendente e questo porta un profondo pregiudizio che lo porta ad essere messo da parte. Lui non se ne fa un grosso problema, ma non e superbo, anzi, scandagliando nel profondo del suo animo, notiamo che Pico e un personaggio profondamente condizionato dalla lezione di Francesco d’Assisi, non fosse altro che per un dato fondamentale: nella sua contea di Mirandola, la sua famiglia mette i suoi morti nel monastero di San Francesco. Quando si impara a conoscere Pico si riconosce che dietro alle sue idee sbalorditive c’e sempre quell’ombra di San Francesco, il folle di Dio che sovverte qualsiasi razionalita per amore di Cristo. In questo ambiente, Pico vorrebbe creare qualcosa di straordinario, essendo C o n ta d o d el la M ir an d o la A n gelo P o lizian o sicuro di conoscere tutto il conoscibile: gli manca solo conoscere la sede universitaria per eccellenza dell’Europa del tempo: Parigi, la Sorbona, quindi compie anche questo viaggio, con l’idea di iscriversi alla facoltà di teologia, ma ci sta solo pochi mesi e poi torna in Italia (anche Erasmo da Rotterdam si e annoiato alla Sorbona). Una cosa che Pico nota come veramente entusiasmante e l’usanza secondo cui ogni anno, a una certa data, i professori si danno appuntamento tutti insieme e si cimentano in una grande prova generale, disputatio collettiva, stessa modalita dell’esame per gli studenti, ed e una specie di grade festa universitaria perche i professori fanno la stessa cosa degli studenti nella disputa della dialettica, per essere messi alla prova. Questo rito che animano la vita parigina viene definita actus magnum, il grande esame dei professori. Questo piace molto a Pico perche i professori devono condividere tutto il loro sapere e dimostrare di conoscere. Questo diventera il chiodo fisso. Torna a Firenze e comunica quest’idea a Lorenzo il Magnifico: provare a fare un grande congresso in cui disputare una serie di temi che saranno fissati in frasi brevi e che avranno sempre al centro il problema dell’uomo perche se tutte le grandi menti dell’uomo si convergono, allora bisogna riconoscere che ci sia un punto di contatto per la pace umana, al fondo c’e una convergenza universale che corrisponde alla persona umana e, mettendo in luce questo, si avranno in mano le chiavi per una convivenza pacifica per tutti i membri della famiglia umana, attraverso il superamento di tutti i conflitti tra posizioni (il contrasto come fatto illusorio). Con questa intuizione torna a Firenze e la espone a Lorenzo, uno degli episodi piu sbalorditivi: Lorenzo e uomo di spietato realismo, indisponibile a farsi sedurre dalle chimere, e l’ago della bilancia della politica italiana, che in questo caso si e lasciato entusiasmare in maniera totale e incondizionata al punto di appoggiare l’idea di Pico, quella di convocare le grandi menti del mondo a consesso. È un’idea utopistica che potremmo prendere ad invito e che ha permesso a Pico di ottenere un appannaggio annuale, facendolo diventare ricco. La materia del dibattito consisteva in una serie di proposizione che venivano lette e a partire delle quali il disputante partiva con le sue argomentazioni. Pico parte da testi filosofici e religiosi e riesce a trovare frasi simili in diversi contesti e diversi testi della morale religiosa (dal Corano, eccetera). Il lavoro lo entusiasma e non si ferma: le citazioni diventano 900 che vertono su argomentazioni come Dio, l’uomo, la verita che faranno da base il confronto e decide anche di scrive l’Orazione inaugurale ed e per questo che prende forma il suo scritto, la cosa piu importante di lui, De hominis dignitate che Pico scrive come discorso di benvenuto di apertura. Da qui in poi va incontro a una delusione dietro l’altra che lo portano a una morte amara, a 31 anni, avvenuta nel 1464, con poco tempo per mettere a frutto il suo straordinario talento contro cui si sono accanite varie sventure. Pico ha pensato Roma come sede del congresso, quindi, ha chiesto il permesso al papa, suscitando solo straniamento e ilarita e, inoltre, si permetteva di giocare in materia di religione e teologia proprio lui che non aveva mai conseguito laurea in teologia, quindi la curia reagì con ostilita . Il papa si fece carico di alcuni che esaminarono le 900 frasi, di cui alcune erano poco cattoliche, quindi venne imposto di non proseguire oltre in questa iniziativa. Pico arriva a stampare, scrivendo un’apologia, suscitando la condanna da eretico, iniziando a vivere nella clandestinita nella corte di Lorenzo e la storia torbida con una donna fiorentina gia sposata che tenta di rapire con scontro con diversi morti peggioro la situazione. Da qui in poi visse in una villa in una campagna di Lorenzo, ma alla morte di Lorenzo, muore avvelenato (il mandante era il fratello che lo vuole togliere di mezzo, perche era fondamentalmente un peso). Quando vanno a svuotare il suo ufficio, trovano un’opera incompiuta sul cristianesimo scritta in modo crittografato, quindi i frati che trovarono questi incartamenti incomprensibili e li diedero alle fiamme. È per questo che di Pico abbiamo pochissimi scritti e ce n’e abbastanza per estrarre il succo del pensiero e del perche lui abbia vissuto questa vita piena di amarezze. Pico disse che, rivolgendosi a tutta l’umanita presente davanti a lui, la prima esclamazione che la persona umana da un’accezione di miracolo e un’esclamazione di stupore, l’inizio di scoperta e che pero possiamo ravvisarla in diversi contesti religiosi, diverse esperienze che prendono atto di questo fatto. La ragione e il fatto che l’uomo non riesce a capire totalmente cosa sia, perche e sostanza che infinitamente cambia e diventa diversa a seconda dell’oggetto del desiderio cui punta e compie una metamorfosi, ma cio che desidera e il bene che sfugge in continuazione e che l’uomo insegue, svolto nella consapevolezza di cio che l’uomo e , che puo diventare e che diventa nel momento in cui scade. Tutto questo implica una continua trasformazione per cui l’uomo è una specie di camaleonte, l’uomo proteo, che non e niente di definito ma diventa quel qualcosa che insegue e che amena, e perennemente in fase di trasformazione. Questo vuol dire che, a seconda di quello che desidera, l’uomo mutera e cambiera : la vita e una sfida a cui bisogna corrispondere con la tenzone cavalleresca, sfida in cui partecipare e gia vincere, mentre non ci si puo sottrarre. Questa e la missione umana, cio per cui siamo in vita. Se noi indaghiamo tutte le principali tradizioni sapienziali, troviamo che tutte hanno questa nozione e Dio e sempre pensato come autore di un uomo che e libero, in funzione di cio che sceglie di essere e che diventera . Da qui, l’apertura universale a tutte le grandi sapienze del mondo: ciascuna ha qualcosa da dire. Il miglior modo di onorare Dio e quello di condividere la conoscenza nella dimensione umana. Bisogna constatare che ovunque si vada a osservare questi elementi che confermano la verita di tutte queste dottrine, a questo punto e inutile e nocivo pensare che siano in contrasto perche il contrasto e il modo illogico di pensare la diversità, le divergenze di qualcosa che e al di la di quello che si puo pensare. Facendo questo ragionamento sull’armonia delle dottrine delle nozioni umane, Pico arriva a dire che l’umanità è una famiglia teologica, perche l’unita della famiglia c’e grazie a Dio e si nota che e padre di tutti; quindi, il genere umano e un’unita , e la scelta piu logica e quella della pace. Questo e conosciuto grazie all’Orazione sulla dignità dell’uomo, ma Pico aveva dato solo il titolo di Oratio, ma in questo scritto si parla di pace, quindi il titolo piu congruente sarebbe Orazione della pace. In alcune fonti antiche c’e una definizione singolare ma illuminante di Carmen in pace anche se la sua forma e in prosa perche l’andamento e poetico, non e logico-razionale ma mistico, in cui c’e il coraggio usato per superare tutti gli ostacoli. Pico in questo scritto dice che puo vantare tante qualita (cultura e memoria), ma c’e solo una che ritiene eccellente, il coraggio, non l’intelligenza, ne la cultura e nemmeno l’erudizione. Da buon cavaliere dell’infinito, e innanzitutto il coraggio di andare avanti nelle scelte, il gusto intrepido della sfida e andarci incontro anche a prezzo di tutte le amarezze che ha dovuto patire nella vita. Questo personaggio “antipatico” ha veramente in se qualcosa del paladino medievale, privando in forza la violenza, ha provato a scavalcare la violenza della vita umana. È interessante il fatto che tutto questo abbia scatenato la creativita : e importante sul piano filosofico del pensiero, il filone dell’irenismo (pensiero della pace); anche al giorno d’oggi, tutti quelli che ci provano, pensando una maggior riflessione sul bene, sono tutti esponenti dell’irenismo come Pico della Mirandola. Con il passaggio al Medioevo (Alto), la presenza dell’imperatore romano non c’e piu a Roma, Costantino trasferisce la capitale a Costantinopoli, l’Impero Romano di orientalizza e a Roma rimangono i papi che svolgono una funzione importantissima. Il papa, vescovo e capo della citta , possiede un esercito per rispondere agli attacchi dei Saraceni, che acquisiscono piu potere grazie alla Donazione di Costantino: si dice che Costantino, nel cambiare la capitale da Roma a Costantinopoli, lascia i territori romani a Roma, in piu , c’e la leggenda che Costantino era riconoscente al papa perche lo aveva salvato dalla lebbra. I testi dell’VIII secolo che descrivono questa leggenda: il papa riceve i calzari e lo scettro di Roma. Ritirandosi, Costantino lascera al papa il dominio non solo su Roma, ma anche su un’intera parte d’Italia che copre tutto l’Occidente dell’Europa, delega del potere legale a quello papale. Questa base arriva a produrre un documento che gli studi recenti hanno approfondito molto bene: e un apocrifo che e stato steso nella seconda metà dell’VIII secolo in funzione delle trattative tra il regno romano e quello dei Franchi: l’Italia stava cercando di chiamare a se i Franchi, in particolare Pipino il Breve e Carlo Magno, e, per rendere il potere temporale del papato verosimile e legale, viene creato questo documento. Il passaggio in cui si dice che l’imperatore Costantino accetta di fare il palafreniere del papa, qualcosa di inverosimile da tutti i punti di vista (nell’affresco, l’imperatore regge le briglie del cavallo del papa), cosa inaccettabile, ma e un periodo in cui si sta passando alla ierocrazia, la supremazia della religione. Quando Carlo Magno si trova a gestire il tutto, deve accettare l’estensione del dominio del papa, riducendolo di poco e passa l’idea che il papa sia un sovrano territoriale di una parte di Italia. Il papa aiuta anche la successione territoriale in Occidente. Carlo Magno voleva imporsi come restaurator dell’Impero Romano, che in questo caso viene interpretato in modo diverso: Carlo ha battuto i Longobardi e i Sassoni, di conseguenza e il braccio armato del papato, quindi il papa decide di investirlo della corona imperiale (il papa ha restaurato l’impero e sceglie Carlo come braccio reggente). Questo non e nient’altro che la dottrina della traslatio imperii secondo cui la … puo emigrare da un lato all’altro, ma chi decide e il papa e la Chiesa romana: la dottrina e legata al fatto che il papa puo decidere quale civilta ha la trasmissione della corona romana. In questi che passano alla storia come secoli bui, Roma decade: quella che era la citta piu bella del mondo, diventa la citta in cui non c’e nessuna forma di eccellenza e quella che si definisce come eccellenza individuale e formativa passera da altre parti, come la Francia, in particolare a Chartres e Parigi dove si fondano le scuole e le università in cui si impara il latino, la teologia eccetera, in cui si insegnano queste materie anche a persone che vengono da fuori, stranieri. In questo contesto, la scuola che proviene dalla cattedrale di Parigi vede la fondazione della Sorbona, per mano del cardinale Sorbonne. L’eccellenza culturale emigra: se c’e una traslatio imperii a favore dei germani, traslatio studii ai francesi e all’Italia rimane quella del sacerdozio. Il foro romano e ridotto a questi brandelli che l’osservatore del tempo non capisce perche non sa cos’ha davanti agli occhi: si sa che appartengono alla religione e quindi saranno tutti connessi a quella vecchia falsa religione che viene collegata alle illusioni del demonio, quindi il paganesimo è frutto di idolatria. I volumetti servono a fare di (da?) pietra: quando va bene i singoli elementi vengono impiegati come materiale di sfogo, ma tutto questo marmo viene ricavata calce, materiale edilizio e questo giustifica la devastazione, non causata quindi dai barbari, ma ad un terribile terremoto e una lenta e inesorabile corrosione. Questa e la Roma dei mirabilia, la Roma sbalorditiva ed enigmatica che i pellegrini, andando a Roma, si trova davanti. Roma e sempre stata una tappa religiosa e, in tutto questo, venivano esplicate nelle guide che circolano gia nel Basso Medioevo e che nel Rinascimento vengono date alle stampe. Gia nel XII secolo, protagonisti della rinascita, ci sono dei versi molto belli sulla Desolatio urbis da cui si scopre questo fatto che le rovine sono un mezzo didattico portentoso: le rovine archeologiche sono tracce della memoria che hanno una riserva educativa. L’azione inarrestabile e invincibile di qualcosa di piu forte dell’uomo, il sublime, e l’uomo lotta. Alcuni grandi filosofi e un grande pensatore, Volney, empatizzano le rovine perche , secondo la filosofia sensista, recepisce la fascinazione di qualcosa che fa sì che l’uomo sia un essere in lotta per ricostruire. Moribus et muris, Roma vetusta cadis cioe nei tuoi comportamenti e nei tuoi muri, o Roma vetusta tu stai crollando. Cosa rende l’Umanesimo una forza di contrapposizione al Medioevo? Il rilancio del mito di Roma eterna, da cui nasce l’Umanesimo. Uno dei primi trattati di Lorenzo Valla molto importante Elegantiae in cui Valla propone una riforma riscontrando un processo di imbarbarimento, e un latino brutto, corrotto perche Valla, che conosce alla perfezione la letteratura latina classica, dice che quello che e venuto dopo e piu brutto, ed e il concetto di imbarbarimento perche fa riferimento ai barbari, coloro che hanno provocato il crollo politico-militare, oltre che una regressione linguistica: è da come si parla che si testimonia un alto grado di saperi. La lingua latina e quel mezzo che ha consentito a Roma di essere così grande, di conseguenza noi dobbiamo riformato il latino che, per essere appropriato, bisogna studiarlo parola per parola, attraverso un’analisi glottologica. Dietro a tutto questo c’e un’ideologia teologica. Valla, in altre parole, e depositario di questa visione ideologica di un imperialismo romano che, piu che politico o istituzionale, e culturale: Roma ha disseminato alla citta . Valla è stato il primo a pensare e dire tutto questo, oppure aveva un altro alle sue spalle che aveva lo stesso modo di pensare? In effetti, aveva alle spalle un inauguratore della nuova era, Francesco Petrarca, il primo che da voce a questo sentimento che diventa lo stato d’animo tipicamente umanistico: abbiamo perduto l’antichita , ci sono solo brandelli, ma noi siamo sempre in grado di restituire l’antichita all’esistenza, non ci sara piu la Roma antica che e sotto i nostri occhi, ma siamo in grado con la conoscenza di trasmettere cio che Roma e stata e cio che sara . Petrarca aggiunge quell’atto che e l’origine della restitutio filologica, il ristabilimento di un testo che ci e pervenuto in parte e, attraverso la nostra intelligenza e attraverso le nostre conoscenze, noi possiamo congetturare l’integrita perduta di un testo. La restitutio non e tanto congetturale da aggiungere qualcosa per creare attraverso l’analogia, ma presuppone uno stato d’animo di desiderio: vorremmo vedere integro qualcosa che e frammentario o mancante, quindi dobbiamo risarcire. Rinascimento nasce anche come rinascenza di qualcosa che manca, qualcosa che vorremmo riavere. Esempio di esercizio di RESTITUTIO: Terme di Diocleziano descritte negli ultimi capitoli del libro La terra del genio suo. Immaginazione creativa, perche si deve creare tutto quello che c’e per analogia, congettura, eccetera, e pochissimo. Petrarca ha il vanto di aver inaugurato la passeggiata teologica che dopo generazioni si compie ancora negli stessi posti, incrociando i dati dell’osservazione letteraria. Nel giro di pochi decenni, i seguaci di Petrarca fecero delle raccolte di materiale archeologico molto piu soddisfacenti delle sue (Poggio Bracciolini raccolse una quantita enorme di materiali sulle epigrafi). Con l’immaginazione si arriva a vagheggiare spettacoli che noi riusciamo ad avere sotto gli occhi, attraverso l’esercizio del rendering. La Chiesa di Sant’Andrea di Mantova progettata da Leon Battista Alberti ha una ripetizione di un certo tipo di tempio dell’antichita che descrive Vitruvio nel suo trattato: tempio con un pronao, corpo del tempio, edificio che viene addossato alla facciata. Piu geniale e l’interno perche si immagina una chiesa con una volta a botte che e ispirato agli edifici termali che consentono di fare soffitti bassi senza colonne. Tutto questo perche , con il soffitto basso, c’e uno spazio sacro molto ampio senza uso di colonne, elemento costoso, ma usando laterizio, materiali poveri con effetto di estrema sontuosita , la concezione che trasmettono: e la prima chiesa di una tipologia con estremo successo (Basilica di san Pietro)
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