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dispensa primo modulo demografia, Dispense di Demografia

dispensa integrata con appunti presi a lezione e articoli trattati in aula. comprende le lezioni del primo modulo

Tipologia: Dispense

2023/2024

In vendita dal 12/04/2024

elisa-toia-1
elisa-toia-1 🇮🇹

4.7

(3)

40 documenti

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Scarica dispensa primo modulo demografia e più Dispense in PDF di Demografia solo su Docsity! DEMOGRAFIA INTRODUZIONE La demografia è lo studio quantitativo della popolazione umana e delle biografie individuali che la costituiscono Demografia deriva da demos = popolazione; riguarda quindi lo studio della popolazione Si sommano gli elementi critici della vita e della biografia delle persone in maniera aggregata, cercando irregolarità ed elementi comuni. A partire dall’informazione raccolta sui casi individuali cerca di derivare regolarità che hanno carattere più generale. Così la demografia non si occupa di per sé delle singole vite, ma a partire dall’informazione sulle singole persone fornisce risultati conoscitivi che hanno valore generale. La demografia è la materia che studia gli elementi che determinano la variazione dell’ammontare totale della popolazione. La popolazione cambia a causa di: - Natalità (incremento della popolazione) -> tema di medicina e sociologica - Mortalità (diminuzione della popolazione) -> medicina e modellizzazione matematica - Migrazioni (spostarsi da un luogo all’altro) -> tema sociale La demografia comprende piu materie e scienze, come la medicina, la sociologia, il tema della sostenibilità economica delle pensioni (scienza delle finanze), la matematica. Per rispondere alle esigenze conoscitive che descrivono e regolano la crescita della popolazione e i cambiamenti nella vita delle persone, la demografia ha sviluppato un apparato teorico, concettuale e metodologico distintivo e specifico rispetto alle altre discipline che studiano l’uomo. Le trasformazioni demografiche interagiscono con quelle economiche e sociali. Oggetto della demografia è quindi la popolazione umana, con le sue caratteristiche strutturali e le sue dinamiche spazio temporali. Della popolazione in particolare, ci si occupa della crescita, infatti una popolazione aumenta quanto più produce nascite e riceve flussi di immigrazione, ma diminuisce per via dei decessi e per l’emigrazione. Il sistema demografico è il complesso di componenti dinamiche e strutturali e delle loro interrelazioni, che costituisce un sistema corrente con meccanismi propri di adattamento e autoregolazione rispetto alle socializzazioni esterne. La demografia si occupa di studiare il cambiamento, e per fare questo ha alcune specificità: • È interdisciplinare = occupandosi delle persone, ha a che fare con l’antropologia, la sociologia, l’economia e la biologia • Guarda al medio lungo periodo = occupandosi del cambiamento, colloca i cambiamenti in un percorso temporale più ampio • Ha la capacità di fare previsioni sul futuro • Ha come chiave di lettura del cambiamento, il rinnovo generazionale. Dati importanti in questa analisi sono l’aspettativa di vita e il tasso di natalità. CASO ITALIANO: Dal punto di vista della dinamica della popolazione, l’Italia ha gravi problemi, con una popolazione che invecchia, con il piu basso tasso di natalità nell’Europa occidentale con 1.3 bambini a donna (per mantenere la parità bisognerebbe avere 2.1) troppi pensionati e non abbastanza lavoratori per mantenerli. L’Italia presenta un rapporto anziani su giovani altissimo; due record legati a questo fattore sono quello di longevità (positivo in quanto segno di buona qualità della vita) e record di anziani (negativo) Alto fenomeno migratorio che compensa in parte la mancanza di natalità. l’Italia è parecchio esposta al rischio demografico. 1 Life expectancy at birth -> aspettativa di vita media Dal 1950 è cresciuta in tutto il mondo, persino in Africa, nonostante sia ancora molto bassa. Vi è grossa eterogeneità nel mondo, con piccole disparità (es. in Asia vi è meno longevità) L’aumento dell’aspettativa di vita determina un cambiamento nei ruoli e nelle fasi di vita delle persone La popolazione nel mondo è sempre cresciuta, è aumentata la popolazione urbana ed e diminuita quella rurale. La popolazione cresce continuamente in funzione delle risorse disponibili. Ad ora il paese piu popoloso al mondo è la Cina, ma è previsto il sorpasso da parte dell’India entro il 2030 (soprattutto a causa del controllo delle nascite imposto dalla politica cinese) Transizione demografica è un modello che ricorre in tutto il mondo, prevede una diminuzione del numero di figli all’aumentare delle condizioni di benessere e di salute I tassi di fecondità totali rappresentano il numero medio di figli per donna. Due è il valore di equilibrio generazionale, che garantisce che la generazione dei genitori sarà esattamente rimpiazzata dalla popolazione dei figli. Il tasso di fecondità italiano tende a 1,32, al di sotto dell’equilibrio, mentre è molto alto nei paesi sottosviluppati (in Africa si hanno in media 5 figli per donna) La Svezia presenta un caso molto interessante in quanto è stato il primo paese a scendere sotto il valore di equilibrio. È successivamente riuscito ad avere una risalita grazie agli investimenti sulle politiche familiari del paese. Un fattore legato al basso tasso di fecondità, è il basso livello di giovani nei paesi. La Francia ha una popolazione molto giovane, così come la Polonia, la Lettonia e l’Irlanda, mentre l’Italia è il paese con meno presenza di giovani 2 Si tratta di quantità di flusso (vengono presi in considerazione intervalli temporali , mentre la popolazione è un dato di stock. Nel corso di un generico anno t, il rinnovo si ottiene: - con l’uscita di alcuni individui per morte Mt - entrata di altri individui per nascita Nt Nascita e decessi costituiscono il movimento naturale della popolazione, mentre emigrazioni e immigrazioni sono atti migratori che dipendono dal fatto che una popolazione sia aperta o chiusa. P1.1.2001 = P1.1.2000 + N2000 - M2000 È una relazione valida per la popolazione mondiale o per una popolazione chiusa quindi con assenza di movimenti migratori. Per le nascite e le morti si utilizza una durata che separa l’istante iniziale da quello finale, e non una data precisa. La differenza tra nati e morti viene definita SALDO NATURALE, che è positivo se il numero delle nascite è maggiore di quello dei decessi. Mostra di quanto una popolazione riesca a crescere da sola. È talvolta possibile un interscambio con altre popolazioni in presenza di flussi migratori. EQUILIBRIO DI BILANCIO DELLA POPOLAZIONE Dove I sono gli Immigrati (iscritti alle liste) ed E sono gli Emigrati (cancellati dalle liste) Il SALDO MIGRATORIO è dato dalla differenza tra immigrati ed emigrati, mostra quanto una popolazione cresce per gli spostamenti, e rappresenta il contributo alla crescita portato dalle dinamiche esterne. L’Italia ha un saldo migratorio positivo, mentre quello naturale è negativo Il SALDO TOTALE è dato dalla somma tra saldo naturale e saldo migratorio L’entità delle componenti di questa equazione deriva da complessi meccanismi alla base dell’espressione della capacità degli individui di sopravvivere, riprodursi, spostarsi nel territorio Le grandezze dell’equazione di bilancio hanno nature diverse: Grandezze di stock (stato) = riguardano la quantità presente. Vanno misurate in un preciso istante temporale Grandezze di flusso (movimento) = corrispondono all’entrata e alle uscite della popolazione in un dato intervallo temporale. Corrispondono alla somma di eventi accaduti alla popolazione in un prefissato arco temporale. Ad esempio in un istante infinitesimale di tempo t la popolazione italiana sarà pari ad un certo ammontare Pt, Mentre se misuriamo, ad esempio, l’ammontare delle nascite in preciso istante 5 infinitesimale il valore sarà sempre 0 o al max 1 (se becchiamo l’esatto istante in cui avviene una nascita) Esempio: Movimento della popolazione di un comune lombardo nel corso del 2000: Generalizzando l’equazione di bilancio per descrivere l’incremento della popolazione da un istante iniziale 0 ad un istante finale t avrà la forma Pt = P0 + N – M + I - E = P0 + SN + SM TASSI GENERICI Lo studio del movimento della popolazione implica la misura e l’analisi delle sue componenti (naturali e sociali) I valori assoluti delle nascite e dei decessi avvenuti in un dato anno non dicono molto sull’intensità dei fenomeni che producono tali eventi. Nel misurare ad esempio la mortalità bisogna tener conto della popolazione totale da cui derivavo tali decessi. Bisogna quindi calcolare i TASSI GENERICI, ottenuti dal rapporto tra eventi avvenuti in un dato anno e la popolazione media dell’anno (solitamente moltiplicato per mille) Hanno al numeratore una grandezza di flusso (numero nascite o decessi) e al denominatore la popolazione che li ha prodotti Con P si indica la popolazione media, calcolata come semisomma tra la popolazione ad inizio anno t e quella all’inizio dell’anno t+1 divisa per 2 6 I tassi generici sono molto utilizzati, ma hanno un grande limite, in quanto non tengono conto dell’età in cui accadono gli eventi. DEMOGRAFIA D’IMPRESA L’Istat pubblica ogni anno alcuni indicatori di demografia d’impresa che derivano dall’aggiornamento dell’archivio statistico ASIA (archivio statistico delle imprese) Tra gli indicatori utilizzati ci sono i tassi di natalità delle imprese, intesi come il rapporto tra numero di imprese nate nell’anno t e popolazione di imprese attive nell’anno t e tassi di mortalità delle imprese, intesi come rapporto tra numero di imprese cessate nell’anno t e popolazione di imprese attive nell’anno t. Se il tasso di natalità e maggiore di quello di mortalità il mercato è in espansione. La differenza tra tasso di natalità e tasso di mortalità viene chiamato tasso netto di turnover I tassi sono sempre riferiti ad un intervallo annuale in modo tale che il confronto venga effettuato non solo a parità di popolazione sottostante, ma anche a parità di periodo considerato (Da 1995 a 1999 sono 5 anni) Se si hanno dati su un periodo pluriennale, bisogna dividere il flusso per il numero di anni, e dividere a sua volta il valore ottenuto per il totale della popolazione media 7 3. ANAGRAFE è una fonte di stato, contiene in ciascun comune alcune informazioni di base delle famiglie residenti (hanno dimora abituale) quindi che vi sono in un determinato momento. L’iscrizione in questo registro avviene per nascita da genitori residenti in tale comune o per trasferimento di residenza in tale comune, mentre la cancellazione avviene per morte o per trasferimento di residenza. Nascite, matrimoni e decessi vengono registrati nello Stato Civile del comune in cui avvengono, tale Ufficio trasmettere poi l’informazione al comune di residenza che provvede ad aggiornare il proprio l’Anagrafe. I trasferimenti di residenza vengono comunicati direttamente dagli interessati, oppure accertati d’ufficio (con il censimento). Negli ultimi due decenni sono avvenute alcune innovazioni dell’anagrafe: sui contenuti ampliando la gamma delle informazioni rilevate e classificazioni omogenee per le variabili comuni alle diverse indagini; sulla digitalizzazione e sulle modalità di acquisizione ricorrendo a sistemi per l’acquisizione telematica dei dati individuali di fonte anagrafica o di stato civile; sul trattamento e la validazione dei dati: innovazione nelle procedure per il controllo e la correzione delle informazioni in-complete, errate e/o incompatibili adottando un approccio micro (basato sui dati riferiti al singolo individuo) e longitudinale; sull’accessibilità dell’informazione, mediante la diffusione sempre più tempestiva delle informazioni e l’implementazione di sistemi di diffusione online. Inoltre: Sviluppo dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR): con informazioni tempestive che evolvono in tempo reale con «mutazioni» e «variazioni». AIRE anagrafe dei residenti italiani all’estero. I maggiori problemi dell’anagrafe sono: - scarso aggiornamento delle caratteristiche dei residenti - Scarso aggiornamento dei trasferimenti di residenza In risposta a tali limiti: costituzione del Registro di Base degli Individui che mette assieme informazioni integrate delle Anagrafi tra di loro, con altri archivi non anagrafici, con il Censimento permanente. L’obiettivo è alimentare un registro longitudinale che garantisca la coerenza temporale in termini di eventi demografici e luoghi di residenza per ciascun individuo e che permetta di calcolare le statistiche demografiche a partire dal micro-dato. Le indagini campionarie: Le fonti amministrative raccolgono informazioni di base sulle caratteristiche della popolazione. Per avere informazioni più dettagliate sui fenomeni socio-demografici si ricorre ad indagini campionarie. 10 2) MISURE E MODELLI DI CRESCITA DELLA POPOLAZIONE I modelli di crescita mostrano come la popolazione incrementa. Essi permettono di fare previsioni. La popolazione infatti come esito della sua intrinseca dinamicità, varia di ammontare nel tempo Il TASSO DI INCREMENTO è utile per capire l’ammontare dell’incremento della popolazione rispetto a quella iniziale. Si ottiene rapportando la variazione assoluta alla popolazione iniziale. Pt = popolazione complessiva ad inizio anno t Delta = parte incrementale (Nell’esempio ra = 0,0019) Tasso di crescita aritmetica Aumentando l’arco temporale, cioè passando dal confronto tra due anni a quello pluriennale, indicando con P0 la popolazione iniziale e con Pt la popolazione di t anni dopo. La formula del TASSO DI INCREMENTO MEDIO annuo diventa: Il tasso di incremento è sempre riferito ad un anno. Quello che otteniamo è il tasso di incremento medio annuo fra 0 e t Questo risultato può essere distorto, guardando ad esempio l’Italia, la sua popolazione del censimento 1861 e 1871 non sono direttamente confrontabili in quanto si riferiscono ad ambiti territoriali differenti. Per avere un risultato corretto bisogna ricondurre tutti i dati ad uno stesso ambito territoriale MODELLO DI CRESCITA ARITMETICA 11 Cioè il MODELLO DI CRESCITA ARITMETICA, che afferma che se alla popolazione iniziale P0 si applica un tasso annuo costante pari a ra, si ottiene dopo t anni un ammontare pari a Pt Il tasso di INCREMENTO ARITMETICO assume che tra 0 e t, il modello di crescita sia Si utilizza tale modello per calcolare la crescita di una popolazione in un determinato periodo T. L’ipotesi è che solo la popolazione iniziale contribuisce alla crescita successiva. Ne consegue una crescita costante anno per anno di una quantità pari a (ra P0) Il che corrisponde ad un modello di crescita lineare con b = (ra P0) Si potrebbe assumere che valga il seguente modello di crescita (logica del tasso di interesse composto) Si assume che a rimanere costante in ciascun anno de periodo da 0 a t, non sia l’accrescimento assoluto, ma il tasso di incremento applicato ad una popolazione aggiornata anno per anno La crescita lineare di una popolazione è un’ipotesi scorretta, si tratta quindi di un modello inadeguato per periodi troppo lunghi. MODELLO GEOMETRICO DI CRESCITA TASSO DI INCREMENTO GEOMETRICO Il tasso di incremento geometrico risulta sensibilmente più basso rispetto a quello aritmetico. Adotta la logica dell’interesse composto: contribuiscono alla crescita della popolazione tutte le popolazioni nei vari anni Si assume che a rimanere costante in ciascun anno dal periodo da 0 a t sia il tasso di incremento r La popolazione cresce con una progressione geometrica. 12 MODELLO DI CRESCITA LOGISTICA Il modello esponenziale è adeguato per rappresentare la crescita di una popolazione che si sviluppa senza limiti, ovvero senza freni in termini di risorse alimentari e spazio disponibile. I limiti delle risorse e dell’ambiente possono frenare la crescita, nessuna popolazione può in un ambiente limitato crescere indefinitamente in modo esponenziale Un modello che tiene conto dei limiti della crescita è il MODELLO LOGISTICO, che assume che in una prima fase la crescita della popolazione sia simile a quella esponenziale (non sente il limite delle risorse), ma poi via via il tasso di incremento si riduce fino a tendere a 0, quindi la popolazione rallenta progressivamente la crescita fino a stabilizzarsi sotto il tetto limite K Pt = K / [1 + C exp (-h t)] TASSO DI INCREMENTO LOGISTICO rt = [d Pt /dt] / Pt = h(1 - Pt/K) A differenza del modello esponenziale, nel modello logistico il tasso di crescita della popolazione non è costante rispetto a t All’inizio la popolazione cresce con tasso pari a h (1-Pt/K), poi con il tempo il tasso diminuisce fimo ad arrivare a 0 quando la popolazione raggiunge il tetto limite. È il modello che interpreta meglio la crescita della popolazione. - h -> parametro che regola la velocità di crescita della popolazione. Indica di quanto crescerebbe se non ci fossero vincoli di risorse - K -> carrying capacity (numero massimo di individui che le risorse disponibili possono sostenere) il punto di flesso raggiunto quando tP = K/2 - C -> è un parametro legato alla popolazione iniziale CURVA LOGISTICA La curva logistica può anche essere adeguata per rappresentare la diffusione di un comportamento innovativo Finora si e considerato che le risorse fossero fisse e che il tetto K fosse fisso. Un uso piu efficiente delle risorse già esistenti o la capacità di aumentare le risorse disponibili potrebbe spostare in alto il tetto della popolazione sostenibile. È giusto pensare che le correlazione tra risorse disponibili e popolazione, non sia esogeno in quanto la popolazione si inventa nuove risorse, impara ad usarle in maniera più efficace. 15 È possibile specificare il modello logistico in modo da ottenere una relazione lineare tra una trasformata della popolazione ed i parametri Se parametrizziamo C con C = expo (-a) otteniamo: Pt = K / [1 + exp(-a - h t)] -> Pt/K = 1 / [1 + exp(-a - h t)] Indicando con tp il rapporto Pt/K (quota della popolazione limite raggiunta in t) si ottiene ln[pt / ( 1 - pt)] = a + h t -> logit[pt] = a + h t Ponendo nell’asse delle ordinare la trasformata. y= logic (pt) Il tetto K e la crescita della popolazione sono legate in maniera endogena, la popolazione crescendo modifica l’ambiente in cui vive rendendolo più compatibile. *no esercizi su modello logistico 16 3) TRANSIZIONE DEMOGRAFICA Nel primo millennio dC, la popolazione mondiale è oscillata tra i 200 e 250 milioni. Nel secondo millennio invece è passata da 250 milioni a 6 miliardi. La storia della popolazione umana è caratterizzata da due grandi discontinuità che hanno profondamente cambiato il modo di vivere: - Rivoluzione agricola del Neolitico (l’uomo da nomade diventa stazionario, inizia a coltivare, crea villaggi in cui si delinea la differenziazione sociale) -> la popolazione cresce più velocemente, aumenta la natalità, ma aumenta anche la mortalità (aumenta possibilità di trasmissione di malattie). Le condizioni di vita erano molto precarie sia per le possibilità di alimentarsi che per le condizioni di sopravvivenza; vi erano periodicamente crisi epidemiche. - Rivoluzione industriale (spezza dipendenza diretta dalle risorse della terra) -> si ha un nuovo impulso alla crescita demografica. La mortalità infantile inizia ridursi e iniziano i processi riduzione dei rischi di morte, portando ad un aumento della longevità. Hanno inizio fenomeni migratori. La rivoluzione tecnologica ed industriale non solo favorì in una prima fase la crescita demografica ma innescò anche un processo di cambiamento del regime demografico. Tale cambiamento prende il nome di transizione demografica. Spariscono le catastrofiche e terribili malattie (in particolare la peste) che avevano frenato lo sviluppo della popolazione europea. Maggiore attenzione nei riguardi della salute. Sviluppo culturale e scientifico consentono di individuare i meccanismi di trasmissione delle malattie infettive (che costituivano circa i 3/4 delle cause di morte) grazie alle scoperte di Koch e Pasteur. La mortalità inizia a diminuire. La durata di vita media passa da valori poco superiori ai 30 anni a oltre 50 nei primi anni del XX secolo. In seguito gli sviluppi della medicina e la costruzione di un sistema sempre più efficiente di sanità pubblica la sopravvivenze continua a fare passi da gigante. A fine XX secolo durata media di vita supera agli 80 anni. Vi è un circolo vizioso tra sviluppo economico e scientifico -> l’aumento della quantità di energia disponibile intensifica lo sviluppo economico, che a sua volta stimolò lo sviluppo culturale e scientifico. Allo stesso modo, lo sviluppo economico stimolò la crescita della popolazione e la crescita demografica a sua volta incentivò lo sviluppo economico. TEMPI DEL CAMBIAMENTO Tutte le trasformazioni si sono prodotte a partire da un processo di grande cambiamento sostanzialmente iniziato tra fine Settecento ed inizio Ottocento, noto appunto come TRANSIZIONE DEMOGRAFICA. Si tratta di un cambiamento unico nella storia dell’umanità. Il concetto di transizione indica il passaggio da una precedente situazione di equilibrio ad un nuovo equilibrio caratterizzato da condizioni e parametri diversi. 17 Nel mondo occidentale la transizione sembra concludersi già negli anni 50. In realtà l’equilibrio considerato ad oggi non è ancora definito, né raggiunto in modo stabile, per tre motivi: • La mortalità continua a diminuire e la longevità ad aumentare • La fecondità è diminuita sotto i 2 figli per donna e in molti paesi occidentali continua a rimanere sistematicamente sotto tal livello • Nuovi importati cambiamenti si innescano a partire dagli anni 60 del XX secolo, in termini di formazione dell’unione di coppia e della famiglia (modernità post modernità -> rivoluzione di valori) Prima fase: fase precedente alla transizione demografica. Nessun paese si trova in questa condizione in quanto in tutti la transizione è già avviata. In alcuni paesi si è già stata conclusa, in altri è iniziata con la riduzione della mortalità ma senza cambiamenti di riproduttività. 
 Seconda fase: paesi che hanno una più forte pressione demografica: Niger, Kenya, Egitto e India. Sono paesi che hanno tutt’ora alti livelli di fecondità e tassi di mortalità che scendono rapidamente. L’incrocio di questi due fattori stanno determinando un rapido aumento della popolazione. 
 Terza fase: paesi come il Brasile, hanno un tasso di nascite che scende insieme ad un tasso di mortalità che scende ma più lentamente. La crescita della popolazione ha un rallentamento. Quarta fase: paesi in cui il tasso di fecondità si è allineato al ribasso con la mortalità. In casi estremi, Germania, la natalità si trova sotto la mortalità determinando così una lenta decrescita della popolazione. Le differenze presenti tra le varie popolazioni del mondo sono legate alla fase di transizione demografica in cui i paesi si trovano. - Crescita della popolazione conseguenza della riduzione della mortalità -> Transizione demografica esito del desiderio umano di star meglio e non morire prematuramente (più recentemente: vivere a lungo) - Rallentamento della crescita conseguenza della riduzione della fecondità -> Che però non è «automatica». In ogni caso siamo nel secolo in cui la crescita rallenta (maggioranza paesi sotto 2 figli per donna, ma nel frattempo +2 miliardi entro 2050). - Diversa crescita dei paesi per tempi diversi di transizione -> Dipende da quando iniziata riduzione della mortalità e a che distanza inizia e si realizza riduzione fecondità («Transizione riproduttiva») SFIDA: ❑ Completamento Transizione = bisogna aiutare i paesi che non hanno completato la transizione a portata a termine, combinando fattori economici e culturali ❑ Spazio e risorse per 10 miliardi di persone = bisogna preparare il pianeta per ospitare un numero sempre maggiori di risorse • senza compromettere la sostenibilità del pianeta • contenendo rischio di povertà • gestendo flussi migratori 20 4) DIAGRAMMA DI LEXIS Il diagramma di Lexis è lo strumento base per leggere i fenomeni. Ha la funzione di rappresentare le dinamiche demografiche attraverso i percorsi individuali di vita, che all’interno di questo, vengono aggregati in percorsi in cui si sviluppano le storie di varie generazioni. Finora abbiamo considerato un’unica dimensione temporale, ovvero l’anno di calendario t. In realtà le dimensioni temporali sono tre: 1. Periodo = tempo storico (anno di calendario) 2. Età anagrafica = corrisponde al tempo individuale (a partire dalla nascita, fino alla morte) 3. Generazione di appartenenza = anche detta coorte di nascita, cioè l’insieme di individui identificati dal fatto di aver vissuto uno specifico evento-origine nello stesso anno Il diagramma di Lexis (1875) è uno strumento utile per rappresentare popolazione ed eventi relativamente alle tre dimensioni del tempo. Si tratta di un diagramma cartesiano che riporta sull’asse delle ordinate l’età (tempo individuale) e nelle ascisse il periodo (tempo storico) Esempio: Tizio, nato il primo luglio del 1995 e attualmente ancora in vita. Caio, nato il primo aprile del 1996 e deceduto il primo settembre 1998. Si possono collocare le due biografie (una aperta e una chiusa) all’interno dello spazio bidimensionale. Il punto di origine delle rette è il momento della nascita, composto da età 0 e anno storico in cui nascono. Lo sviluppo della vita si rappresenta con un segmento obliquo Se si raggruppano le linee di vita delle persone nate nello stesso anno, si individua una generazione. Quantifichiamo popolazione ed eventi assegnando dei valori ai segmenti e alle aree. I segmenti si contano in base al numero di linee di vita che vi transitano (viventi) -> quante persone sono nate Le aree si contano in base al numero di linee che si interrompono (decessi) -> quante persone sono morte - Le linee orizzontali individuano gli individui che hanno stessa età in qualsiasi momento storico e qualsiasi generazione, che hanno lo stesso valore del tempo individuale, a stessa coordinata, ma diverso tempo storico - Le linee verticali individuano gli individui che vivono nello stesso momento storico (qualsiasi sia l’età e la generazione di appartenenza) - Le linee oblique individuano gli individui che appartengono alla stessa generazione, ovvero accomunati dal vivere alla medesima età gli stessi periodi storici Qualsiasi evento biografico può essere rappresentato sul diagramma 21 Esempio di segmenti: I segmenti orizzontali indicano le persone sopravviventi in una data età. -Segmento AB Incontra tutte le linee di vita degli individui che hanno 0 anni tra 1.1.95 e 1.1.96, quindi la generazione del 95, cioè i nati del 1995. Se da AB partono tre traiettorie, esso varrà 3 - Segmento MD rappresenta coloro che compiono il secondo compleanno nel corso del 1997. Rappresenta quanti nati della generazione del 95 compiono due anni - Segmento GF individui della generazione 1995 arrivati vivi fino al compimento del terzo compleanno. Sono coloro che compiono 3 anni nel corso del 98 I segmenti verticali indicano le persone viventi in un dato momento storico - segmento DG indica tutti i viventi il primo gennaio del 1998 che hanno compito il secondo anno di età. Provengono dalla generazione del 95 - Segmento EF sono persone che hanno compiuto due anni al primo gennaio 99, provengono dalla generazione del 96 Le aree sono rappresentate da parallelogrammi - area ABDG sono gli individui della generazione del 1995 deceduti prima del 1.1.98 - Area MDFG rappresenta i decessi tra il secondo e il terzo anno della generazione del 85 Il quadrato GDEF rappresenta i decessi avvenuti nel corso del 98 di persone di età due, corrisponde a quante persone di due anni di età sono morte nel 98. I decessi appartengono ad un unico anno di calendario, ad un'unica età ma provengono da due generazioni diverse (95 e 96) I triangoli sono le uniche aree in cui c’è omogeneità su tutte e tre le dimensioni temporali. 
 Con il diagramma di Lexis si passa da una rappresentazione nella quale appare solo la dimensione del tempo storico e l’indicazione totale della popolazione in ogni momento t, ad una nella quale si aggiunge la dimensione dell’età. - Analisi per generazione = analisi longitudinale in cui lo studio dei fenomeni demografici viene effettuato in funzione degli eventi che interessano una stessa generazione - Analisi per contemporanei = analisi trasversale il cui studio riguarda eventi vissuti da differenti coorti di individui in un intervallo di tempo 22 L’aumento delle nascite provoca un ringiovanimento della popolazione perché aumenta il peso relativo delle nuove generazioni rispetto alle più vecchie La diminuzione delle nascite fa invecchiare la popolazione, diminuisce il peso relativo delle nuove generazioni rispetto alle più vecchie. Questo meccanismo si chiama “invecchiamento dal basso”. Si riduce la base della piramide. A parità di nascite una popolazione invecchia di più anche quando aumenta la sopravvivenza in età anziana (aumento della longevità): “invecchiamento dall’alto” si allarga il vertice La piramide delle età può essere usata per fare i confronti nello spazio, cioè tra popolazioni diverse, e nel tempo, sia nel passato che nel futuro. Una piramide per l’età aiuta ad analizzare la struttura per età e per genere, e ad analizzare la dinamica di una popolazione Gli indicatori di struttura della popolazione servono a ridurre la complessità dei fenomeni 1. ETA’ MEDIA = data dalla somma dei prodotti dei punti centrali delle classi di età per la popolazione presente in ogni classe, diviso la popolazione complessiva (Media campionaria) Avendo delle classi, esse si sintetizzano con il punto medio di ogni classe (0 comprende la classe 0-1, quindi la media è 0,5) Nel caso di classi di età di ampiezza costante e pari a 1, la formula diventa 2. INDICE DI INVECCHIAMENTO = dato dal rapporto tra la popolazione con almeno 65 anni e la popolazione totale, il tutto moltiplicato per 100. Indica di quanto gli over 65 stanno crescendo rispetto alla popolazione totale 3. INDICE DI VECCHIAIA = dato dal rapporto tra popolazione con almeno 65 anni e popolazione con meno di 15 anni (pop non attiva), per 100. Confronta dinamicamente generazioni più giovani e generazioni più anziane, dicendo chi dinamicamente cresce di più e come cambia la struttura piramidale. Un valore uguale a 100 indica che le due fasce di età si equivalgono, se è inferiore a 100 ci sono più giovani (base più consistente) 4. INDICE DI VECCHIAIA CRITICA = distingue le categorie di giovani anziani (65-79) dai “grandi” anziani (over 80). È dato dal rapporto tra popolazione oltre 80 anni e popolazione fra i 65-79, per 100 25 5. INDICE DI DIPENDENZA STRUTTURALE O CARICO SOCIALE = dato dal rapporto tra popolazione non attiva/fragile (anziani over 65 e bambini con meno di 15) e popolazione attiva (15-64 anni), per 100. La popolazione non attiva viene definita dipendente dalla ricchezza di quella attiva, in quando non ancora attiva nel mercato del lavoro. È un indicatore importante di sostenibilità e welfare di un paese. Si scompone in due sottocomponenti: - l’indice di dipendenza dei giovani dato da P0-14 / P15-64 - Indice di dipendenza degli anziani dato da P65+ / P15-64 6. INDICE DI CURA = dato dal rapporto tra popolazione anziana over 80 e popolazione femminile fra i 15 e 64 anni, per 100 7. INDICE DI RICAMBIO in età lavorativa = dato dal rapporto tra la popolazione 60-64 anni e la popolazione tra 15 e 19, per 100. È un indicatore dinamico, legato alla condizione attiva, esprime chi sta entrando in età attiva e chi ne sta uscendo 8. INDICE DI STRUTTURA della popolazione attiva = dato dal rapporto tra popolazione 40-64 anni e la popolazione 15-39 anni, per 100 9. INDICE DI CARICO DI FIGLI PER DONNA = si ottiene rapportando il numero di bambini in età prescolare (da 0 a 4 anni) alle donne in età feconda 10. INDICE VERO DI DIPENDENZA DEGLI ANZIANI = tiene conto della durata effettiva della vita, è un indice con una base di mobilità. 11. RAPPORTO DI MASCOLINITÀ = si ottiene confrontando età per età la numerosità della popolazione dei due generi 26 6) INVECCHIAMENTO È uno dei processi di trasformazione principale di questo secolo, che riguarda le società moderne avanzate ed in generale tutto il pianeta nel suo complesso. L’invecchiamento in questo caso ha una accezione collettiva, cioè la popolazione invecchia quando gli anziani pesano sempre di più rispetto ai giovani. (Cambiamento macro) Alla base di ciò vi è il fenomeno della transizione demografica. L’invecchiamento può essere sintetizzato con le tre “i” - Inedito = processo nuovo nella storia dell’umanità, non vi sono episodi nel passato comparabili. - Incisivo = destinato ad agire marcatamente in tutti i paesi del mondo e in tutte le classi sociali. È un fenomeno profondo e pervasivo in quanto interessa tutti gli ambiti della vita sociale e dell’economia. - Irreversibile = deriva dal fatto che si vive progressivamente più a lungo e si fanno men figli rispetto al passato. È un processo che rimarrà nel futuro, non può essere fermato. La quarta i, viene ironicamente identificata con Italia, il primo paese con over 65> under 15. Nel 2050 viene previsto che gli over 60 saranno due miliardi, contro i 850 milioni attuali. l’Italia risulta uno dei paesi con maggiore longevità, 80 per gli uomini e 85 per le donne. Chi nasce oggi vivrà in media oltre i 100 anni. Il dimezzamento delle nascite tra il 1964 e 2015 è passato da oltre un milione a meno di 400 mila. Non solo vi sono sempre più anziani, ma anche sempre meno popolazione in età attiva, con conseguente aumento dell’indice di dipendenza della popolazione anziana. L’immigrazione rappresenta una fonte di integrazione del mercato del lavoro. La componente migratoria può quindi integrare la mancanza lavorativa presente nel paese. Il cambiamento connesso all’invecchiamento non è solo qualitativo, ma anche quantitativo, si arriva infatti in età matura in condizioni fisiche e capacità cognitive sempre migliori. Accanto al cambiamento macro, vi è un cambiamento micro a livello di percezione e di singoli individui: come sono destinate a cambiare le fasi della vita e le opportunità di essere attivi a lungo • Fase propriamente anziana si va spostando sempre più in avanti (oltre 75) con perdita progressiva di abilità fisiche e cognitive • Preceduta da una fase di uscita flessibile dall’età pienamente adulta (65) • Le nuove coorti che entrano nella fascia 55-64 hanno caratteristiche simili ai 45-54enni degli anni 70 Le soglie che delimitano tali fasi sono in continuo mutamento per l’azione della longevità, dei livelli di formazione, dell’impatto delle nuove tecnologie. Il fenomeno dell’autopercezione, cioè dell’idea di sé è molto importante per l’analisi dell’invecchiamento. Grazie a delle interviste, è emerso che non ci si sente anziani, e vi è l’impressione di sentirsi migliori rispetto a quando riconosciuto dall’esterno. Vi sono differenze di genere su pensioni e condizioni fisiche. 27 Baby boomer = persona nata tra il 1946 e il 1964 durante il periodo dell'esplosione demografica (boom) avvenuta in quegli anni, noto con il termine inglese "baby boom”, che proseguì parallelo al boom economico registrato in questi paesi nel secondo dopoguerra. Paesi a welfare debole -> investono poco in protezione sociale (Italia) Paesi a welfare forte -> investono molto in protezione sociale, tramite sussidi di disoccupazione, assistenza agli anziani (paesi scandinavi) SILVER ECONOMY La silver economy rappresenta l’insieme delle attività economiche che rispondono ai bisogni delle persone con più di 65 anni di età, inclusi anche i prodotti e servizi di cui queste persone usufruiscono direttamente e l’ulteriore attività economica che questa spesa genera. Si tratta della risposta economica alla società che cambia e invecchia ma che, soprattutto nell’ottica dell’healthy ageing, vede negli anziani un target a cui rivolgere le proprie attenzioni, non solo come servizi welfare ma come offerta di una vasta gamma di proposte di vita, di intrattenimento, di cultura e persino di formazione nella terza età. Caratteristiche dei nuovi senior: - consistenza quantitativa - Disponibilità economica - Livelli di formazione crescenti - Ruolo delle nuove tecnologie Ciò li rende una risorsa preziosa all’interno di una società che invecchia ma che vuole mantenersi dinamica sul fronte sociale e culturale. I senior possono avere un ruolo rilevante per rendere sostenibili sul mercato attività culturali e prodotti di qualità di valore collettivo anche a favore dei giovani che invece sono in riduzione quantitativa e hanno meno disponibilità economica. Rilevane è il ruolo che fondi pensione e casse professionali possono avere nel mettere in relazione positiva la transizione demografica con lo sviluppo sostenibile e competitivo del paese, favorendo il passaggio da società che risparmia a società che investe. Sfida transizione demografica L’Italia si trova di fronte a trasformazioni demografiche di ampia portata, in grado di produrre un forte impatto sociale ed economico. Da come verranno interpretate e affrontate dipendono le prospettive di benessere e sviluppo futuro. Il continuo aumento della longevità e la riduzione della natalità, in particolare, stanno cambiando profondamente e in modo inedito l’infrastruttura della popolazione, mettendo in discussione i presupposti che finora hanno consentito lo sviluppo economico e la solidarietà tra generazioni. Sulla dimensione quantitativa, a fronte dell’aumento della popolazione ampia, è in forte riduzione la componente giovanile, in entrata nella vita attiva. Ciò tende a indebolire le condizioni di sviluppo economico e a mettere in crisi la sostenibilità del welfare. Se aumenta l’indice di dipendenza degli anziani, il sistema di welfare avrà maggior costi in termini di assistenza e sanità, oltre che delle pensioni. Vi è anche un effetto negativo sul mercato del lavoro, causato da una bassa componente giovane che non riesce a sopperire l’assenza dei lavoratori anziani. La carenza e inefficienza del welfare, sbilanciato verso la componente passiva, porta ad un inasprimento del ruolo della famiglia come ammortizzatore sociale. 30 Il ritardo nei tempi di ingresso nel mondo del lavoro, i bassi salari e la loro discontinuità rischiano di condannare anche a povertà in età anziana. l’Italia ha la più alta percentuale di “neet” cioè coloro che non studiano e non lavoro sono un costo sociale in quanto non si stanno né formando, né producendo ricchezza. Anche chi è laureato spesso fa un lavoro per il quale non è richiesta la laurea, il che rappresenta un costo sociale in quanto i soldi investiti per lo studio non portano innovazioni. In Italia inoltre vi è un basso tasso di occupazione femminile, piu precisamente 1 donna su 2 non lavora. L’accresciuta aspettativa di vita in buona salute ha contribuito a dilatare i tempi della transizione fra la fase adulta e la fase anziana, creando uno spazio grigio in cui non si è già più considerati attivi, mentre dall’altra le condizioni fisiche e cognitive consentono di contribuire nella società. Il miglioramento continuo delle condizioni di vita e salute alla base dell’accresciuta longevità. Ciò significa che, in combinazione con il cambiamento tecnologico e sociale, ogni generazione deve poter costruire, con strumenti adeguati, in modo nuovo il proprio percorso di vita. In assenza di adeguato sistema di welfare, il carico di cura dei genitori anziani non è comprimibile, mentre lo è la scelta di avere figli, che rischia di diventare sempre più debole. È necessario delineare nuovi modelli di welfare mix che favoriscano la solidarietà generazionale e la costruzione di una lunga vita sana e attiva attraverso un insieme ampio di risposte coerenti e integrate sul versante pubblico e privato. Le scelte formative sono importanti nel favorire un’età matura in buona salute oltre che in buoni condizioni economiche. Tenersi in salute, prevenzione sanitari, tecnologie di monitoraggio digitale possono trovare efficace combinazione com prodotti assicurativi di protezione rispetto al rischio di perdita dell’autosufficienza Dal punto di vista culturale l’accento va posto sulla necessità di una nuova prospettiva di benessere sociale basata sul corso di vita e sulla collaborazione tra generazioni. Questo vuol dire prepararsi al meglio per affrontare le sfide e i cambiamenti che il processo di invecchiamento propone, in maniera attiva e preventiva; è necessario inoltre un cambiamento di prospettiva del sistema paese di fronte al processo di invecchiamento, inteso come opportunità per generare valore sociale. L’obiettivo è quindi l’accrescimento del benessere individuale e collettivo, attraverso la costruzione di un modello sociale rinovato in grado di rispondere agli squilibri demografici DEMOGRAFIA DELL’EUROPA 1. Struttura della popolazione Stato membro più popoloso dell’UE era la Germania (83.2 milioni, 19 % del totale UE), seguita dalla Francia (67.4 milioni, 15 %), dall’Italia (59.3 milioni, 13 %) Tra il 1° gennaio 2020 e il 1° gennaio 2021, la popolazione dell’Ue è diminuita di 312 mila persone: in valori assoluti, il calo più rilevante è stato osservato in Italia (-384 mila), corrispondenti allo -0.6 % della sua popolazione) La Francia ha registrato l’aumento maggiore (+119 mila, +0.2 %). Rapporto di 104,7 donne per 100 uomini La popolazione dell’UE sta invecchiando e questo è dimostrato da diversi indicatori statistici. Quota di anziani nella popolazione: nel 2020 il 21 % della popolazione aveva 65 anni e più, rispetto al 16 % del 2001. Gruppo di 80 anni e oltre, la loro quota è quasi del 6 % nel 2020, mentre era del 3.4 % nel 2001, il che significa che la loro quota è quasi raddoppiata 31 Osservando la quota di persone di 65 anni e più sulla popolazione totale, l’Italia (23 %) Passando ai giovani, le quote più alte di coloro che hanno meno di 20 anni sulla popolazione totale sono state rilevate in Irlanda (27 %), Francia (24 %) e Svezia (23 %), mentre le quote più basse sono state registrate a Malta, in Italia e in Germania (tutte al 18 %). L’età mediana è aumentata nel periodo dal 2001 al 2020: era 38 anni nel 2001, 41 anni nel 2010 e 44 anni nel 2020. Tra gli Stati membri dell’UE, l’età mediana più alta nel 2020 è stata osservata in Italia (47 anni), Germania e Portogallo (entrambi 46 anni) 2. Cambiamento demografico Il tasso di natalità grezzo, che mostra il numero di nati vivi per 1.000 abitanti: nell’UE, questo tasso era 10,2 nel 2001, è salito a 10,6 nel 2008 e da allora è diminuito, fino a 9,1 nel 2020. I più bassi in Italia (6,8), Spagna (7,1) e Grecia (7,9). Il saldo naturale della popolazione mostra la differenza tra i nati vivi ed i morti in un anno. Se è negativo, ci sono più morti che nascite nell’anno e se è positivo è vero il contrario. Il saldo naturale della popolazione è negativo nell’UE a partire dal 2012, ciò è dovuto in buona parte all’invecchiamento della popolazione Tra gli Stati membri, la Francia (1,86 nati vivi per donna) ha il tasso di fertilità più alto, seguita a distanza da Romania (1,77), Repubblica Ceca, Irlanda e Svezia (tutti con un tasso di 1,71). I tassi più bassi si trovano a Malta (1,14), in Spagna (1,23) e in Italia (1,27). L’età delle madri al primo figlio nell’UE è aumentata: nel 2013 l’età media delle donne alla nascita del primo figlio era di 28,8 anni; tale età è aumentata ogni anno per raggiungere 29,4 anni nel 2019. L’aspettativa di vita aumenta di 3,7 anni tra il 2002 e il 2019 Nel 2020, la più alta aspettativa di vita alla nascita è stata stimata a Malta (82,6 anni), in Spagna, Italia e Svezia (tutte 82,4) Le donne vivono in media 5,5 anni in più degli uomini Nel 2020, 550 000 morti in più rispetto alla media del periodo 2016-2019. 3. La diversità nella popolazione Nel periodo dal 2010 al 2019, l’immigrazione sia di cittadini stranieri (dall’interno e dall’esterno dell’UE) che di cittadini nazionali che tornano nel loro paese d’origine, è aumentata in tutti gli Stati membri, ad eccezione dell’Italia, dove l’immigrazione è diminuita durante lo stesso periodo. Nel 2019 il maggior numero di persone che immigrano è stato registrato in Germania (886 000 persone, il 21 % di tutti gli immigrati negli Stati membri dell’UE), Spagna (750 000, 18 %) e Francia (386 000, 9 %) Tra il 2010 e il 2019, la quota di popolazione straniera è rimasta abbastanza stabile nella maggior parte degli Stati membri 32 Costruendo il tasso standardizzato, si nota una mortalità che tende a diminuire sia per le donne che per gli uomini, con un divario che si riduce ma che comunque rimane nel tempo. Esempio: Vi è un confronto tra due categorie sociali diverse, cioè i lavoratori e i non lavoratori. In questo caso non si studia la mortalità, ma il danno all’udito. Guardando solo al tasso generico, esso risulta già alto per i non lavoratori. Attraverso i tassi specifici, non si trova una categoria dove il rischio è maggiore, in quanto esso dipende dall’età: -nei giovani (15-44) il rischio è più elevato nei lavoratori - Nella classe centrale (45-64) il rischio è più elevato nei non lavoratori - Nell’ultima classe il rischio è maggiore nei non lavoratori (i due tassi sono però molto vicini) Se standardizziamo, otteniamo che il rischio maggiore è per i lavoratori. Otteniamo così tre differenti risposte. La risposta corretta è quella dei tassi specifici per età perché sono quelli che utilizzano in maniera più dettagliata l’informazione disponibile. Il rischio infatti dipende dall’età: i lavoratori sono più al rischio esposti in età giovane, i non lavoratori sono più esposti in età anziana. Probabilmente ad età avanzate sono attive le persone in buona salute, che non hanno svolto lavori usuranti in gioventù. La standardizzazione risulta inutile (cioè il confronto tra tassi generici e standardizzati dà lo stesso risultato) quando vale almeno una delle seguenti condizioni: - la mortalità non dipende dall’età (è costante per ogni età) - Le popolazioni da confrontare hanno identica struttura per età Si può infatti dimostrare che se vale la prima condizione i tassi specifici per età sono tutti uguali tra di loro e coincidono con il tasso generico, mentre se vale la seconda condizione le popolazioni che si vogliono confrontare hanno un tasso generico che risente solo della diversa modalità, quindi i tassi standardizzati coincidono con quelli generici 35 Secondo il tasso generico la mortalità è più elevata a Pieve alta. Il tasso specifico dice che il rischio di morte è lo stesso in tutte le età e quindi è perfettamente sintetizzato dal tasso generico. Se i rischi di morte sono costanti per età, il tasso generico è una sintesi adeguata. La proposizione di persone all’interno di ciascuna classe non cambia e quindi la struttura per età è la stessa nei due ambienti territoriali, non serve quindi standardizzare. È quindi necessario tener conto esplicitamente dell’età quando la mortalità varia con l’età e le popolazioni che vogliamo confrontare hanno struttura per età diversa. La standardizzazione incontra però due limiti, uno più tecnico mentre l’altro più sostanziale: • Arbitrarietà nella scelta della popolazione standard • Non è sempre possibile sintetizzare in un unico parametro la mortalità per età di una popolazione. Sintetizzare troppo può essere dannoso. 36 8) GIOVANI E TRANSIZIONE ALLA VITA ADULTA Il fatto che ogni individuo transita da una fase all’altra della sua vita, determina il cosiddetto ricambio generazionale, che è alla base: • Della dinamica demografica, ovvero dei cambiamenti nella struttura della popolazione • Del mutamento sociale, ovvero il cambiamento dei valori e norme sociali, dato dal fatto che ogni generazione interpreta a modo suo le vicende e la società in cui vive La transizione allo stato adulto viene definito come un processo a tappe che prevede il raggiungimento di differenti soglie: - conclusione della parte più rilevante dell’iter formativo - Occupazione di una posizione stabile nella divisione sociale del lavoro - Ha abbandonato la casa dei genitori - Ha formato un’unione di coppia - Ha assunto con paternità/maternità la sue responsabilità verso la generazione successiva Il processo si sviluppa in due dimensioni, cioè l’acquisizione di maggiori responsabilità e acquisizione di maggiore autonomia. Essere giovane è uno stato transitorio, l’appartenenza ad una specifica generazione è una condizione permanente. Generazione = collettivo di persone affini per l’essere nate nello stesso anno e quindi l’essere cresciute condividendo alla medesima età gli influssi degli eventi storici e del clima sociale della propria epoca. 37 Per quanto riguarda il contesto italiano, in generale offre minori opportunità, vi è maggior gerontocrazia e meccanismi di rinnovo più rigidi. Vi sono resistenze culturali e strutturali a maggior partecipazione femminile. I tempi di maturazione sono generalmente più lunghi, l’impatto della crisi è stato più pesante, e vi è una minor consistenza demografica. La piramide dell’età si sta ribaltando, con una consistenza sempre maggiore di anziani e sempre minore di giovani La diminuzione dei peso delle coorti giovani viene definito ringiovanimento. L’aumento della popolazione anziana è definito invecchiamento, mentre il processo contrario è chiamato svecchiamento La teoria è che essendoci generazioni meno consistenti vi siano maggior investimenti, spazi e attenzione. Nella realtà però vi è una minore valorizzazione, minori opportunità e protezione dei rischi. Si tratta di un paradosso in quanto si è di meno, ma anche meno aiutati e incentivati ad essere attivi e partecipativi nella società e nel mercato del lavoro. Essendo pochi, i giovani pesano poco a livello politico, e quindi non ci si impegna per garantire loro alcun tipo di aiuto. Le ragioni della lunga dipendenza dei giovani dipende sia da fattori culturali che da fattori strutturali. • Per quanto riguarda i fattori culturali, molto importanti sono i legami con la famiglia: - forti legami -> enfasi alla solidarietà tra membri della famiglia - legami deboli -> trasmessa ai figli l’importanza dell’autonoma. In Italia e in generale nel sud Europa vi è una prevalenza di legami forti. Vi è inoltre il fenomeno della prossimità abitativa, cioè vicinanza di abitazione tra genitori e figli per aiutarsi a vicenda. • I fattori strutturali riguardano una crescita delle difficoltà oggettive: aumento del numero di disoccupati, soprattutto al Sud, che vede quindi più giovani che non escono di casa e 40 rimangono con i genitori più a lungo. Altissima percentuale di chi vorrebbe uscire ma non ce la fa. Inoltre tra i motivi della lunga permanenza vi è la mancanza di mezzi economici Spesso l’università risulta una scappatoia per chi non è ancor pronto ad entrare nel mercato del lavoro. Causa della maggior permanenza nella casa dei genitori in Italia: - componente culturale: maggior offerta di aiuto da parte dei genitori - Componente economico/strutturale: maggior domanda di aiuto da parte dei figli per carenze di welfare I giovani italiani sono caratterizzati dalla voglia di uscire di casa, ma dalla sua mancata realizzazione Nel 2019 in Italia vi sono circa 2 milioni di NEET, cioè di persone tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. I neet sono per lo più donne (presenza di casalinghe). La probabilità di diventare neet aumenta di tre volte in caso di un basso livello di istruzione. Ciò è causato dalla dispersione scolastica. Chi ha un background migratorio ha una probabilità maggiore di diventare neet, così come per chi è disabile. Chi ha i genitori divorziati ha una possibilità di più del 30%, avere genitori disoccupati aumenta il rischi del 17%, mentre avere genitori con bassi livelli di istruzione raddoppia la probabilità di diventare NEET. (Background familiare) Anche vivere in aree remote può aumentare il rischio NEET -> chi dichiara di non aver lavorato e non aver partecipato al sistema di istruzione nel corso dell’ultima settimana precedente la rilevazione. Vi sono però vari modi di essere NEET: - Di lungo termine: sono NEET da tanto tempo pur cercando attivamente lavoro (disoccupati di lungo periodo che non fanno formazione) - Di breve termine: sono coloro che sperimentano la disoccupazione solo per un breve periodo - Di rientro: Sono coloro che stanno transitando da un’occupazione ad un’altra - Con responsabilità familiari: non studiano, non lavorano e non cercano lavoro (inattivi) per ragioni familiari (es. cura di minori, persone non 41 autosufficienti) - Scoraggiati: non cercano più lavoro attivamente in quanto senza più motivazione, ma lavorerebbero se ne avessero l’occasione Questo è dato dal fatto che vi è sempre meno investimento in welfare pubblico e in ricerca e sviluppo (in Italia una grande percentuale di laureati lavora in occupazioni in cui non è necessaria la laurea e quindi non vi è un ritorno economico nell’investimento fatto per formarsi) Vi è quindi una spirale negativa che vede meno spazio e opportunità per i giovani, che porta alla revisione al ribasso delle aspettative, mentre i piu dinamici e qualificati se ne vanno (cervelli in fuga). Chi rimane da poca crescita e poca spinta al cambiamento. Gli ostacoli che trovano i giovani ad essere pienamente attivi nella società e nel mondo del lavoro, sono allo stesso tempo causa e conseguenza delle difficoltà di crescita. Ciò che manca tra gli obiettivi politici del paese secondo i giovani: Condizione giovanile in Lombardia: La politica giovanile è una strategia implementata dalle autorità pubbliche per fornire ai giovani opportunità ed esperienze che supportino la loro completa integrazione nelle società e permettano loro di diventare membri attivi della società e responsabili agenti di cambiamento. Alla base vi è l’idea dei giovani come risorse con obiettivo di sostenere un processo di empowerment individuale e sociale in maniera inclusiva. Prima legge regionale quadro sui giovani -> la Lombardia dei giovani Impostazione in coerenza con la prospettiva del consiglio europeo che vede i giovani come risorsa essenziale per Los viluppo sociale ed economico, concorre a promuovere a loro favore politiche e interventi specifici a carattere settoriale e trasversale. Finalità: - promuovere autonomia e protagonismo dei giovani - Promuovere misure di inclusione sociale e di benessere psicofisico - Sostenere l’inserimento lavorativo e l’autoimprenditorialità - Sostenere autonomia abitativa 42
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