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Domande e rispettive risposte dell'esame di Filologia della letteratura italiana, Dispense di Filologia italiana

Il documento presenta la maggior parte delle domande che vengono poste all'esame di filologia della letteratura italiana con la professoressa Francesca Florimbii con le rispettive risposte. L'esame si divide in due sezioni: parte istituzionale e parte monografica, per quanto riguarda l'istituzionale ci sono 3 rispettive parte: storica, metodologica e rispettivi esempi.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 15/06/2022

martina-barbone
martina-barbone 🇮🇹

4.3

(9)

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Scarica Domande e rispettive risposte dell'esame di Filologia della letteratura italiana e più Dispense in PDF di Filologia italiana solo su Docsity! DOMANDE ESAME FILOLOGIA Sezione storica • Come viene definita un’edizione critica da Contini Contini introduce la visione dell’edizione critica come un “IPOTESI DI LAVORO” Gianfranco Contini fu un filologo oltre che un letterario e un accademico la cui opera maggiormente nota è senz’altro “Come lavorava Ariosto” con cui dà nascita alla CRITICA DELLE VARIANTI e l’inizio del dibattito critica degli scartafacci (termine coniato da Croce in accezione negativa: qualcosa da non considerare). Croce si scontra dunque con Contini (ma non solo, anche con De Robertis) con la sua tesi idealistica che ne esce sconfitta: secondo Croce non ci si deve basare sui diversi momenti redazionali di un testo ma solo sul testo finito, la genesi è illusoria perché un filologo non entrerà mai nella mente dell’autore e quindi non si potrà mai davvero capire l’origine di un’opera e dunque le varianti sono definite da croce degli scartafacci. Per contini e de Robertis non è così in quanto tutto il materiale preparatorio di un autore ha una certa importanza al fine di creare edizioni critiche che spiegano diacronicamente gli stadi del processo elaborativo. Inoltre su questa discussione avrà voce anche Barbi che afferma che la pluralità è fondamentale per arrivare ad un unico testo. Dunque lo studio delle varianti è importante • Storia della filologia del 500 Nel cinquecento il volgare acquista molto valore. Molti letterati cominciano infatti a ricercare libri e manoscritti di opere volgari, proprio come gli umanisti avevano fatto per quelle classiche. Bembo e la sua cerchia sono i nuovi filologi italiani: cercano raccolte di rime e prose narrative in volgare appunto, le copie e le aggiungono ai margini delle loro opere. In questo periodo i manoscritti ritrovati vengono spesso dati alla stampa: Gualteruzzi nel 1525 dà la prima edizione moderna del Novellino. Un altro personaggio estremamente importante per questo periodo è senz’altro Vincenzo Borghini Fu un monaco benedettino e priore dell’ospedale degli innocenti, egli intese che i metodi della filologia classica erano più utili di quella moderna ma che presentavano alcuni problemi a partire da quello linguistico infatti 1) la filologa greco latina la lingua è morta e la tradizione è affidata a copisti colti 2) La filologia moderna opera su testi con una lingua viva e una grammatica non cristallizzata, la tradizione è affidata a copisti diversi Borghini dedica gran parte del suo tempo allo studio di testimone il Decameron e il Novellino. È con queste opere che mostra la sua competenza esaminando la tradizione. Valuta le varie lezioni. Borghini sostenne che bisognava rispettare la volontà dell’autore e si opponeva a quegli editori del tempo che modificavano i testi (era una prassi), in particolare si oppose al processo di ammodernamento della lingua. • Aldo Manuzio, chi è e perché è importante nel processo della stampa Aldo maunzio è stato un editore, grammatico e umanista italiano. Le sue edizioni a stampa sono importanti per i carattere tipografici che vengono inseriti sia per l’attenzione alla lingua, è ritenuto tra i maggiori editori di ogni tempo, è vissuto nella seconda metà del 400 Il canzoniere passò per le mani di Aldo manunzio a Padova • Filologia umanistica Nel 400 nasce la filologia umanistica che rinnova gli studi classici recuperando i codici antichi nelle biblioteche monastiche. Bisogna sottolineare che la filologia umanistica è specificatamente latina e greca, il volgare in questo periodo non viene considerato (avrà molta considerazione nel 500). Tuttavia il metodo della filologia italiana che si sviluppa a partire dal 500, per certi aspetti è debitore alla filologia umanistica. Si inizia ad avere una nuova consapevolezza di metodo, infatti nell'opera di Poliziano è già operante: 1) la distinzione tra emendatio ope codicum e emendatio ope ingenii 2) La scelta della lectio difficilirior tra le varianti 3) L’eliminatio codicum descriptorum 4) La definizione d’archetipo • Il duecento Verso la fine del duecento si inizia a lavorare in maniera più consapevole nei confronti dei manoscritti. I manoscritti testimoni di questo periodo della poesia siciliana e siculo toscana sono: 1) banco rari 217 nella biblioteca nazionale centrale di Firenze 2) Redi 9 nella biblioteca medicea laurenziana di Firenze. Una silloge contenente opere di Guittone d’Arezzo e i suoi seguaci 3) Vaticano latino 3793 nella biblioteca apostolica vaticana che ha reso noti i poeti fiorentini prima di Dante (a partire da Jacopo da lettini) e ha contribuito ad arricchire il patrimonio su Cecco Angioleri 4) Chigiano della biblioteca apostolica vaticana che ha reso noti i poeti giocosi contemporanei di Cecco Angiolieri • Scuola storica Negli anni ’60 nasce (specialmente in opposizione alla critica estetica di De Santis) un nuovo indirizzo filologico denominato la scuola storica grazie alla quale viene recuperata l’importanza della ricostruzione oggettivamente documentata dei testi. AGGIUNGI PARTE Tuttavia la prima generazione non aveva ancora quegli strumenti che all’esterno erano già stati collaudati La seconda generazione agisce in modo più consapevole e si confronterà con la scuola estetica di Benedetto Croce Personaggi come Giosuè Carducci non confluiscono alla scuola storica anche se consideravano molti punti essenziali. Carducci non possedette mai gli strumenti del metodo lachmaniano elaborato in Germania ma tuttavia -Lavorerà sempre su testi di prima mano, manoscritti fiorentini per lo più -Dimostra notevoli qualità nel dare correzioni giudiziose. Altri personaggi fondamentali per la scuola storica saranno D’ancona—> caposcuola del metodo storico —> privo di una solida cultura umanistica di base, lavora da autodidatta —> è consapevole dei suoi limiti ma lavora instancabilmente Rajna—> fondatore della filologia romanza in Italia Usus scribendi—> per limitare la soggettività del filologo nella scelta della lezione in casi come questi bisogna capire quale delle lezioni possa essere più attinente agli usi scrittori dell’autore, alle abitudini del periodo o al genere letterario a cui appartiene Esempio: se ci si accorge che un dato termine è anacronistico (appartiene ad un altro periodo storico) oppure appartiene ad un altro genere letterario o ancora ha provenienza geografica diversa da quella dell’autore allora saremo protrati a scegliere un’altra lezione piuttosto che questa Lectio difficillior—> generalmente si è portati a pensare che la lezione più difficile è anche quella da attribuire all’autore in quanto il copista è meno colto dell’autore e dunque è improbabile che quella più facile sia quella autentica. Questo concetto si lega strettamente al concetto di lectio fertilior—> la lezione più fertile, che ci permette di dire quale lezione ha generato le altre e ha indotto gli altri copisti ad intervenire sul testo. Lectio facilior—> la lezione più facile e dunque si pensa spesso che non sia quella autentica 🔹 Molto spesso si può cadere in errore pensando che a priori quella facilior non sia la lezione più autentica quando delle volte magari è così, quindi non bisogna basarsi solo e soltanto su questo criterio. • La lectio difficilior riguarda gli errori o le varianti? Perché è più probabile a livello di diacronia? Riguarda le varianti, infatti la lectio difficilior assieme all’usus scribendi sono dei criteri interni che vengono utilizzati con le varianti • Che cos’è l’examinatio? Dopo essere giunti all’emendatio ope codicum si passa all’examinatio, processo d’analisi dell’archetipo, si trova all’interno della fase dell’emendatio: si tratta di sanare gli ultimi errori (se ci sono) sia gravi che meno gravi, in caso di lacuna insanabile bisogna segnarla con la crux disperationis. Il filologo deve essere bravo nel capire se quei particolari errori sono di copia o possono ascrivessi all’autore stesso. Se si tratta di errori di copia allora bisogna procedere nel sanarli, nel caso di errore d’autore si può scegliere se sanare o lasciare così il testo • Cos’è un apparato evolutivo Prima di parlare di apparato evolutivo è giusto spiegare cos’è un apparato. In un’edizione critica ci sono elementi che la caratterizzano: I. La nota al testo II. Testo critico III. L’apparato critico, che non viene accolto nel testo critico ed è strettamente legato alla nota al testo: insieme di note che ripropongono le lezioni scartate con riferimento al luogo del testo e alla lezione adottata dal filologo Un apparato può essere 1) Negativo quando non viene indicato quale o quali testimoni contengono una determinata lezione accolta nel testo critico 2) Positivo si ha quando l’editore critico dà anche tale indicazione C’è un ulteriore distinzione Apparato sincronico—> registra il vario comportamento della tradizione di copia Apparato diacronico—>ospita le varianti d’autore, rientrano nell’apparato diacronico: -Apparato genetico evolutivo—> si ha quando si prende in considerazione la lezione dell’originale intermedio perché metti in apparato sia la lezione dell’originale precedente che quello successivo -Apparato evolutivo—> si ha quando si prende in considerazione il primo originale e quindi poi si vede l’evoluzione delle lezioni -Apparato genetico—> se si prende in considerazione l’ultimo originale scriviamo le lezioni degli originali precedenti e quindi è genetico 🔺 Questo funziona con la filologia d’autore e non di copia • 10) Perché è stata fatta un’edizione evolutiva? Per evidenziare lo sviluppo progressivo delle fasi redazionali, aspetto importante nel codice degli abbozzi ad esempio • 11) Momento della collatio La collatio è una sotto fase della recensio assieme alla classificatio codicum. Dopo la recensio (operazione di censimento nella quale vengono raccolti tutti i testimoni) si riportano i dati della collatio. Si confrontano tutte le testimonianze tramite una tavola di collazione (detta anche tavola sinottica) valutando quali testimonianze dialogano fra di loro. Si cerca dunque di creare parti dello stemma fino ad arrivare allo stemma finale—> obiettivo della classificatio • Cos’è lo stemma codicum? Uno stemma codicum non è nient’altro che un albero genealogico della tradizione in cui viene collocato in cima l’originale perduto e successivamente le varie discendenze. Viene ricostruito per mezzo di errori significativi e si parte dalle parti più basse dell’albero perché non si ha l’originale ma solo le copie. • Cosa ci fa dire che c’è una tradizione d’archetipo? Una tradizione può essere considerata d’archetipo se vi è un errore comune in tutta la tradizione. Se tutte le testimonianze presentano un errore congiuntivo e significativo allora c’è un archetipo (la più antica copia dell’originale) e dunque si tratta di tradizione d’archetipo. L’archetipo nello stemma codicum viene indicato con X oppure omega • Cos’è un codex descriptus Un codex descriptus è una copia di un altro testimone presente nello stemma codicum, quando ci si trova davanti ad un codex descriptus si passa alla sua eliminazione tramite l’eliminatio codicum descriptorum in quando questa copia risulta pressoché non funzionale alla ricostruzione testuale in quanto essendo una copia di un testimone non solo presenta tutti gli errori del testimone da cui ha copiato (che noi possediamo) ma anche uno o più propri, quindi non è funzionale • Cos’è una lectio singularis, dove si colloca? Una lectio singularis è una lezione che si colloca all’interno dello stemma codicum innanzitutto ma nello stemma codicum si trova all’interno di una sotto famiglia e può essere eliminata tramite l’eliminatio lectionum singolarium. Questa lezione si differenzia dalla lezione minoritaria perché la lezione minoritaria è propria di una ramificazione e non si può procedere con l’eliminazione della lezione minoritaria (a differenza della lectio singularis) perché lo studio avviene sulle testimonianze che possediamo. È attestata da un solo codice durante l’emendato ope codicum • Cosa sono le tradizioni popolari? Una tradizione popolare è una lezione propria dei testi popolari prevede copie fortemente differenziate del testo originale, così diverse che ciascuna delle quali finisce col rappresentare una redazione diversa dell’opera—> esempio i cantanari • Le cinque fasi dell’emendatio Esistono cinque fasi dell’emendatio, dunque criteri per intervenire sul testo tradito affinché sia il più vicino possibile all’originale. Sono fasi dell’emendatio ope ingenii 1) Delere—> eliminare le parti spurie che consideriamo NON d’autore 2) Supplere—> sanare ciò che è stato eliminato con una lezione alternativa, colmare il vuoto che può essere anche proprio dell’archetipo: se l’archetipo è lacunoso, non sempre sarà possibile trovare la soluzione adatta ma il filologo può supplire un termine di suo pugno anche che magari si discosta abbastanza dal contesto generale così da far capire che è frutto della sua ricostruzione 3) Transponere—> agire sulla sintassi: ci sono alcune parti della frase che se invertite cambiano il senso generale e quindi correggere l’inversione dei componenti della frase che modifica il senso 4) Mutare—> modificare una parola considerata erronea e non autentica con un’altra 5) Interpungere—> spesso ci si trova davanti ad un testo in cui mancano i segni d’interpunzione che sono fondamentali per la comprensione di un testo 🔺 Dopo questi cinque passaggi il filologo avrà emendato il testo d’archetipo cosicché risulti il più vicino possibile all’originale • Tutti i tipi di recensio aperta Una recensio viene definita “aperta” quando ci sono casi in cui il metodo di Lachmann non è applicabile. Tra i fenomeni che per la maggior parte producono una recensio aperta ci sono: 1)bipartitismo o bifidismo—> caso di trasmissione a due rami 2) fenomeni di contaminazione o trasmissione orizzontale—> rendono impossibile delineare uno STEMMA CODICUM 3) tradizione in movimento (che possa essere l’archetipo o l’originale) • Recensio La recensio è la prima fase del metodo di Lachmann e così come suggerisce il nome in questa prima fase si attua un’opera di censimento: vengono raccolti tutti i testimoni. Dopo aver svolto quest’operazione si passa alle due sotto fasi della recensio: 1) Collatio: durante la quale vengono confrontate le testimonianze tramite una tavola di collazione (nota anche col nome di tavola sinottica) e si valuta come queste testimonianze dialogano fra di loro 2) Classificatio: si esegue la classificazione con uno stemma, l’obiettivo finale della classificatio codicum è proprio quello di ricreare per intero lo stemma codicujm • Cos’è l’Archetipo È un’astrazione ectodica, nodo teorico con cui le edizioni critiche sono costrette a fare i conti. Il testimone discendente direttamente dall’originale, è dimostrato dall’esistenza di almeno un errore significativo comune a tutti i testimoni, presente in tutta la tradizione • Mezzi digitali della filologia Il filologo per lavorare su un’opera possiede strumenti sia cartacei che digitali. Per quanto riguarda gli strumenti digitali ci sono 1) ICCU—> istituto centrale per il catalogo unico 2) Internet culturale--> si occupa della biblioteca digitale in cui è possibile trovare alcuni manoscritti digitalizzati 3) Ali—> in cui si trovano manoscritti cartacei e digitali 4) Gallica—> sistema bibliotecario francese dove si possono trovare diversi manoscritti • Cos’è un conciero Un conciero è un restauro apocrifo (eseguito dal copista) che ha verosimiglianza testuale, • Originale in movimento Si parla di originale in movimento o originale mobile nel caso in cui siano presenti più originali che presentano diversi stadi redazionali (diacronia) • Contaminatio La contaminatio/ contaminazione nota anche col nome di trasmissione orizzontale si oppone alla trasmissione verticale che mette in evidenza rapporti DIRETTI fra padre e figlio. Si tratta di una dipendenza di un testimone da più esemplari appartenenti a gruppi o famiglie diverse e non solo ad un antigrafo. La trasmissione orizzontale esplicita le mescolanze che possono coinvolgere sia testimoni della stessa famiglia che testimoni presenti in altre ramificazioni • Metodo di Lachmann Il metodo di Lachmann prende questo nome in quanto è Karl Lachmann (filologo classico) che lavora sul De Rerum Natura codifica il metodo filologico. Bisogna quindi sottolineare che Lachmann non crea il metodo bensì lo codifica, per lavorare sui manoscritti infatti già da tempo vi erano dei metodi. Basti pensare che in un’opera cinquecentesca di Poliziano già è presente la differenza tra emendatio ope codicum e emendatio ope ingenii oppure la definizione d’archetipo ad esempio. Lachmann postula tre operazioni che costituiscono le fasi del metodo: recensere, emendate e originem detenere. 1) Recensio—> prima fase del metodo di lachmann, operazione di censimento (così come suggerisce il nome) in cui bisogna raccogliere tutte le testimonianze - Collatio: in cui si confrontano tutte le testimonianze (tutte le lezioni) fra di loro tramite una tavola di collazione (nota anche con il nome di tavola sinottica) e bisogna dunque valutare se e come queste testimonianze dialogano fra di loro. Dalla collatio emergeranno: • Errori—> malformazioni, differenze marcate che non possono essere imputabili all’autore in quanto si presuppone che l’autore non commette errori • Varianti formai o micro varianti - Classificatio—> in cui si esegue una classificazione, in cui l’obiettivo finale è quello di ricostruire lo stemma codicum per intero 2) Emendatio—> nell’emendatio si identificano gli errori —> bisogna individuare le lezioni autentiche e risalire all’archetipo con un calcolo di maggioranza EXAMINATIO —> esaminare il testo dell’archetipo ottenuto per vedere se sono presenti errori EMENDATIO OPE INGENII—> rimuovere con l’ingegno gli ultimi errori della tradizione e restaurare l’originale 3) Originem Detergere—> l’originem detergere è ottenuto grazie all’operazione di emendatio ope ingenii Risultato del metodo di Lachmann, punto d’arrivo • Caso di originale mobile Un caso di originale mobile può essere le “Stanze” di poliziano • Emendatio L’emendatio è una delle fasi principali del metodo di lachmann, precisamente la seconda. Dopo aver completato lo stemma codicum con la classificatio codicum si passa all’emendatio. In questa fase si identificano gli errori evidenti (errori che non possono essere stati commessi dall’autore in quanto si presuppone che l’autore non commette errori). Si opera una correzione del testo emendando gli errori e poi si individua quale lezione può essere più autentica tramite un calcolo di maggioranza e si risale all’archetipo Tramite l’examinatio (una sottopose dell’emendatio) si esamina il testo d’archetipo ottenuto Infine si passa all’EMENDATIO OPE INGENII nota anche col nome di DIVINATIO che presenta 5 fasi: 1) Delere 2) Supplere 3) Transponere 4) Mutare 5) Interporre Grazie a l’emendatio ope ingenii si arriva all’ultima fase del metodo ovvero al punto di arrivo—> l’originem detergere • Edizione critica L’edizione critica presenta alcune sezioni di cui la presenza è obbligatoria: I. Nota al testo (introduzione o postfazione): un insieme di notizie che descrivono le azioni compiute dal filologo per ricostruire il testo. Si definiscono i risultati della recensio, della collatio, della classificatio codicum II. Apparato critico, strettamente legato alla nota al testo: sezione in cui l’editore inserisce gli errori d’archetipo e le varianti di tradizione non accolte dal testo. Normalmente in un edizione critica può essere presenza una sola fascia d’apparato ma anche una duplice fascia d’apparato, in quel caso la prima presenta gli errori d’archetipo mentre la seconda commenta III. Testo critico ricostruito dal filologo Sezione esempi • Il caso di senilità di Italo Svevo “Senilità” di Svevo è il secondo romanzo dopo “Una vita”, venne pubblicato nel 1898 prima sulla rivista “l’indipendente” a puntate e successivamente a volume unico. Inizialmente fu un fiasco e poi venne ripubblicato dopo “la coscienza di Zeno” nel 1927. Il protagonista è Emilio Brentani, un inetto (come tutti i personaggi dei romanzi di zeno). Emilio vive con sua sorella Amalia, una donna infelice reclusa in casa. Brentani è innamorato di Angiolina che però sarà poi conquistata da Stefano Balli, un amico ma anche nemico si innamorerà di Angiolina riuscendola a conquistare. Revisione del romanzo 1898: prima pubblicazione, insuccesso e censura creativa Aprile 1926: FI—> postillato fiorentino emendato da Svevo TS—> postillato di Trieste emendato da Szombathely MI—> postillato di Milano con correzioni in pulito degli altri due 3 edizioni esemplari della princeps, riletti e postillati per le edizioni del 1927 Risultato fu un DIASISTEMA costituito da due tipi diversi di interventi 1) Szombathely—> termini e costrutti toscaneggianti 2) Fiorentino: Non sempre incline alla toscanizzazione della lingua Forma malatestiana (1373) Forma querniniana Manoscritto vaticano latino 3195—> in parte autografo (allestito da Petrarca stesso) —> in parte idrografo (collaborazione del copista Giovanni Malpaghini) Descrizione: copertina di velluto rosso, particolare attenzione ai dettagli anche dal punto di vista materiale. Scrittura elegante e regolare. Manoscritto pergamenaceo—> 72 carte -1-49 -3 carte bianche dalla 49 alla 52 inserite da Petrarca -52-72 Editio princeps(1470): prima edizione stampata a Venezia presso Vindellino da Spira Edizioni critiche importanti Edizione di Contini -Grafia molto conservativa -Mis en page moderna -Obbligo di fedeltà all’originale Edizione di Paola Vecchi Galli -Testo rimane fedele all’originale -Grafia ammodernata • Codice degli abbozzi Codice degli abbozzi è il nome convenzionale con cui si designa il codice vaticano latino 3196, raccolta nata a posteriori, raccoglie 50 componimenti del canzoniere e alcuni dei trionfi Edizioni a stampa del codice degli abbozzi Edizione diplomatica interpretativa di Romanò, edizione genetica contini—> più conservativo vecchi—> adotta un’ammodernizzazzione più comprensibile • La vita nova di Dante Vita nova—> caso di filologia di copia Prosimetro composto da 31 liriche: -Sonetti -Alcune canzoni -Ballata L’antologia si raccoglie in un libro organico in cui viene raccontato l’amore di Dante nei confronti di Beatrice, amore che innalza lo spirito di Dante e innalza anche la sua poesia. La vicenda si estende dal loro incontro infantile fino alla morte di lei fino a quando Dante non decide di smettere di scrivere sonetti per un’opera molto più grande: la divina commedia C’è solo un’edizione critica dell’opera: l’edizione critica del 1907 di Michele Barbi rivisitata nel 1932. I temi filologici affrontati sono: 1) bipartitismo dello stemma 2) Teoria delle varianti d’autore 3) La veste linguistica 4) Il titolo Tradizione a stampa Giuntina—> contiene solo le rime Editio princeps (1576)—> vita nova di Dante, più autobiografia scritta da Boccaccio Edizione di Biscioni—> contiene Vita nuova, due epistole, Convivio, 6 epistole di Boccaccio Edizioni importanti La Vita nuova (1872, 1885)—> curata da Alessandro d’Ancona La Vita nuova(1907,1932) —> curata da Michele Barbi Vita Nova(1996) —> curata da Gorni Vita Nova(2009)—> curata da Carrai Vita Nuova(2015)—> curata da Pirovano • Barbi trova l’archetipo nella lezione della vita nova? Si, lo trova • Codice chigiano È conservato nella biblioteca apostolica vaticana e nello stemma fa parte della famiglia alfa ramo k. Contiene “Le rime” “Vita nuova” E diversi autori dello stilnovo È stato realizzato da un copista fiorentino molto preciso e quindi molti lo prendono come testo di riferimento • Esempio del bel gherardino Bel gherardino—> caso di filologia di tradizione popolare Il bel gherardino è un cantare sicuramente trrecentesco che narra le imprese di un giovane cavaliere che dopo aver dissipato il patrimonio paterno va alla ventura con lo scudiero marco e gode dell’amore della fata bianca che perde e poi riconquista Cantare—> forma di narrazione di ottave di endecasillabi del primo trecento (più antica attestazione nel 1343) Argomenti dei cantari: temi fiabeschi, tradizione dei cicli francesi, tradizione classica Sono quasi tutti anonimi, destinati ad un pubblico popolare e a tagli e correzioni. Sono state allestite 4 edizioni del bel gherardino 1) Edizione Zambrini, purista fiorentino Aveva a disposizione il magliabechiano, che non era di facile decifrazione Interviene con massicci restauri congetturali—> colma addirittura una lacuna con un verso inventato di sana pianta 2) Edizione Levi che si basa su due testimoni: magliabechiano e fiorentino nazionale (che usa per sanare errori evidenti) Levi non attribuisce questo cantare a Pucci, Nel 1970 era riemerso un terzo manoscritto 3) Edizione di Balduino—> fa quello che levi aveva promesso ma non aveva fatto: segnare nell’introduzione del testo i luoghi in cui Zambrini è intervenuto per ripristinare A —> ricorre a B e C solo in caso di errori evidenti —> si rivolge anche ad un pubblico NON esperto 4) De Robertis—> non interviene su ipermetrie e isometrie ma le segnala • Caso di burchiello Caso di burchiello—> caso di filologia d’autore attributiva e tradizione popolare Domenico di Giovanni, detto Burchiello esercitò a Firenze la professione di barbiere, presso la sua bottega si radunò un’accademia di rimatori che oggi sarebbero definiti sperimentali. Il loro verseggiare è definito “alla burchia”—> paradossale, estemporaneo burchiello—> primo esponente, molte rime dei suoi seguaci vengono attribuite a lui Trasmissione delle sue rime--> affidata ad una circolazione locale che non si preoccupa di specificarne l’autore C’è una vulgata settecentesca—> raccoglie più di 300 sonetti a nome di burchiello più altre rime della burchia Edizione di Messina (1952) —> per risolvere il problema attributivo guarda a fonti che hanno una certa autorità —> fa un censimento dei manoscritti e delle stampe Edizione CRITICA Zaccarello -Rinuncia alla ricostruzione della personalità di un solo autore e tratta i sonetti come poesia popolare -Fa una distinzione fra • Edizione frammentaria • Edizione organica Promuove un incunabolo fiorentino a testimone più fedele, dunque sembra che il testo migliore sia una stampa e questo è importante perché anteporre un incunabolo ad un manoscritto segna il superamento dei pregiudizi attorno alla stampa (giudicata dai filologi meno affidabile) Edizione a cura di Antonio Lanza Al contrario di zaccarello non punta ad una vulgata ma ad un gruppo di sonetti di sicura attribuzione—> da 223 a158 sonetti 🔺 Non è un’edizione critica in quanto non c’è un apparato critico 3ª fascia—> postille e note dell’autore 4ª fascia—> note del curatore Edizione Peruzzi 1981—> Emilio Peruzzi pubblica presso Rizzoli la seconda edizione critica dei Canti Ammira il lavoro di Moroncini ma rileva due aporie del metodo: 1) La distinzione tra correzioni importanti e secondarie è impropria perché leopardi dava grande importanza anche ai minimi dettagli di punteggiatura, fonetica e grafica 2) Inaccettabili gli interventi di Moroncini che in presenza di correzioni incomplete ha integrato per congettura Peruzzi migliora anche la leggibilità. Differenze: - Versi numerati verso per verso - Il testo definitivo è dato per intero e ripetuto di pagina in pagina per versi Apparato critico: giurano tutti i versi, non solo quelli interessati da correzioni 1ª fascia—> tutte le correzioni 2ª fascia—> varianti 3ª fascia—> postille e note dell’autore 4ª fascia—> note del curatore Riproduzione fotografica di tutti i manoscritti Edizione de Robertis (1984) Tre anni dopo l’edizione Peruzzi, Domenico De Robertis pubblica la terza edizione critica non con lo scopo di correggere le precedenti ma con lo scoop di una ricostruzione diversa. Nell’edizione di De Robertis viene messa a testo la prima redazione pubblica di ogni canto e ciascuno ha - riproduzione fotografica —> no apparato genetico - Apparato critico Edizione gavazzeni (2006-2009) La quarta edizione critica è un ritorno alla tradizione • Orlando innamorato Orlando innamorato—> caso di filologia di copia Poema in ottave di endecasillabi, anni ’70 del quattrocento la cui stesura è da attribuire a Matteo Maria Boiardo Contenuto cavalleresco, bretonizzazione del ciclo carolingio. Breve trama: orlando, paladino di Carlo Magno si innamora di Angelica come un cavaliere di re Artù. Ci sono 3 libri: 1) 29 canti 2) 31 canti 3) Incompiuto (9 canti) Dell’orlando si conserva un manoscritto organico di cui si esclude la derivazione da Boiardo, il Codice Trivulziano 1094. Sono andate perdute la prima edizione in due libri e la princeps scandiccese Memoria del poema affidata all’unicum dell’edizione Piasi del 1487. Si susseguono almeno 20 edizioni dal 1487 al 1544. Sin dalle prime edizioni la lezione dell’innamoramento va perdendo di originalità a causa delle correzioni linguistiche e metriche imposte dai tipografi. Riscrittura cinquecentesca dell’orlando di Berni È destinata ad avere il suo momento di gloria nel 700 in questo periodo fu un esempio di censura e sopraffazione nei confronti di un testo ormai invecchiato Edizione Panizzi Fu Antonio Panizzi, professore universitario a recuperare tra il 1830 e il 1831 la versione originale dell’Orlando. Il testo di Panizzi apparso in 5 volumi Azzerò il rifacimento di Berni ricavando il testo del poema dalla tradizione a stampa del XVI secolo. Da quest’edizione emerge un’opera molto più vicina all’originale: si rinuncia alle toscanizzazioni cinquecentesche (e questo è benefico per le sorti del poema). Ci sono 7 edizioni a stampa pubblicate fra il 1513 e il 1544. Edizioni Tissoni, Benvenuti, Montagnani Solo alla fine del Novecento viene pubblicata l’edizione critica del poema a cura di Tissoni Bevenuti e di Montagni. Le due curatrici si sono concentrate sull’analisi delle fonti. Per i primi due libri: disamina degli errori ha permesso di separare P dal ramo che discende dal subarchetipo y. A capo della tradizione dei due libri è possibile congetturare un archetipo X, guasto e responsabile di errori comuni a tutte le testimonianze. Si instaura un caso di Bifidismo della trasmissione La trasmissione del terzo libro risulta più semplice. Edizione Canova L’edizione canova è per un pubblico certamente più ampio e meno specialistico: 1) c’è un ammodernamento per rendere la grafia più leggibile 2) Caduta dei grafemi che suggeriscono una lettura sbagliata 3) Si conservano i fonemi della koinè settentrionali • Chi era romanello Giovanni Antonio Romanello fu un petrarchista del 400, uno tra i primi epigoni di Petrarca. Sono pressoché inesistenti le notizie sulla sua vita, si sa dalle sue poesie che fu un poeta fiorito in Veneto attorno al XV secolo. I 25 sonetti attribuiti a lui sono giunti grazie ad 8 testimoni: 7 copie manoscritte e la prima edizione a stampa. C’è un legame genetico con il rerum vulgarium fragmenta di Petrarca, l’impronta petrarchesca dei suoi sonetti è verificabile ne imita la forma metrica ovvero il sonetto e ha una tradizione abbastanza significativa: presenta un numero abbastanza elevato di manoscritti e anche un incunabolo. Ritroviamo 24 su 25 componimenti e solo alla fine del volume ci sono due sonetti tramandati come adespoti e anepigrafi che quindi si discostano dal canzoniere. SEZIONE MONOGRAFICA • Novella con confronto Branca e Fiorilla Prima novella, quarta giornata Re: Filostrato Narratrice: Fiammetta Protagonisti: Tancredi, ghismonda, Guiscardo Tancredi non ha maritato ghismonda fino a tarda età perché era bella bellissima la voleva sempre con lui mammamo fatti i cazzi tuoi tua figlia si sposa con chi vuole comunque alla fine la sposa sacc con chi però poi quel ricchione muore e quindi lei è costretta a ritornare dal padre e dato che capisce che non sarà data in sposa a nessuno povera poverissima decide di trovarsi un amante DA SOLA: guiscardo, un uomo di umili origini che era stato preso alla corte in età fanciullesca ofè. I due iniziano a vivere pomeriggi d’amore nella camera di quella chitemmorta trovando un escamotage per non farsi vedere da nessuno ma TANCREDI è PAZZO E PASSA DA SOLO IL SUO TEMPO NELLA CAMERA DI GHISMONDA (secondo me era innamorato sacc non me lo spiego), addirittura fiammetta sottolinea che probabilmente quel giorno aveva scelto quella posizione della camera al buio forse non così tanto inconsapevolmente, comunque sto cristo vede cip e ciop che fanno i cazzi loro ed è tipo MADO ASSURDO MA STI DOWN CHE SCOPANO DAVANTI A ME NON STANNO MANCO SPOSATI MA CE LA FANNO OOOO, e quindi decide di punirli muaahahaha, ma come??? Decide di far andare a prendere guiscardo e di imprigionarlo ma prima di punirlo decide di parlare del misfatto con sua figlia, cazziatone in arrivo per ghismonda. La figlia piange giustamente che deve fare pensa che guiscardo sia morto e vuole morire pure lei perché che cazzo imprigioni il mio ragazzo onesto Però poi scopre che non è morto, Tancredi è molto addolorato di questa cosa ma proprio non sa cosa fare comunque lei dice che se ucciderà guiscardo allora dovrà uccidere anche lei perché sennò si sarebbe uccisa lei da sola mado ofè. Comunque tancreedi pensa “che burlona mia figlia” e non ci crede, quindi lo ammazza e NON SOLO, sto pazzo esaurito porta anche a ghismonda il cuore di quel povero cristo come consolazione, questa si rende conto di tutto quanto e decide di avvelenarsi, visto che non scherzava?? Comunque si ammazza e mentre bacia il cuore del morto, boh qua sono pazzi onesto. Insomma Tancredi sei felice che sono tipo morti tutti?? No, non è felice se ne pente. Però ormai che ci vuoi fare, comunque poi aggiungo le altre cose Nona novella, sesta giornata Regina: Ellissa Narratrice: Ellissa Tema: le parole argute per uscire da una situazione scomode e/o pericolose Ellissa, essendo la regina narra per penultima insomma si sa Dioneo dalla seconda giornata in poi narra sempre per ultimo perché è pazzo forte vuole fare tutto quello che vuole e non 3) Ottimo mannelli L’ottimo mannelli prende questo nome perché sono presenti pochi errori di copia, è scritto con una buona grafia, scrittura mercantesca e il testo è ben curato. Ad oggi si trova nella biblioteca medicea laurenziana a Firenze Databile nell’agosto del 1384, il copista è Francesco Mannelli. Il testo è disposto su due colonne. È cartaceo ed è composto su 191 carte. Mannelli molto probabilmente attinse ad un originale boccacciano che riflette la stessa versione trasmessa dall’Hamilton con minime differenze. In alcuni luoghi infatti il codice laurenziano presenta gli stessi errori del codice Hamiltoniano. • Differenza tra edizione del 1350 e 1370 Hamilton 1370 13 disegni Parigino 482 1350 18 disegni Ci sono delle variazioni a livello diacronico • A cosa servono le maiuscole di tipo 1 Le maiuscole hamiltoniane di tipo uno servono ad indicare l’inizio di giornata. Per quanto riguarda la decorazioni si presentano come filettate, per quanto riguarda il colore si presentano alternativamente azzurrine o rosse e invece per quanto riguarda la dimensione occupano ben 4 righe di scrittura oltre quella della lettera di cui sono l’iniziale • Quando è stata scoperta l’autografia Hamilton 90 L’autografia dell’hamilton 90 è databile nel 1370 e Chiari a prima metà del 900 la attribuirà a Boccaccio • Macro testo del Decameron • Temi del decameron Ci sono diversi temi all’interno del Decameron: - L’Intelligenza/furbizia—> può e deve regolare le scelte che si prendono, il potere dell’ingegno è fondamentale nella vita di tutti i giorni, anche per uscire da situazioni scomode (basti pensare al tema scelto da elisa, regina della sesta giornata). Si può notare come i personaggi che peccano d’ingegno purtroppo sono quelli anche beffati dalla società al contrario dei personaggi più furbi che si sanno prendere gioco di coloro che li circondano e sanno cavarsela. - La fortuna—> ha un ruolo decisivo all’interno dell’opera, il caso è è uno de più grandi protagonisti perché ribalta felicità e prestigio - L’amore narrato in più aspetti L’amore e l’istinto—> Tancredi nella prima novella della quarta giornata L’amore cortese—> l’amore d Federigo degli Alberghi Amore nei confronti di tutti nonostante non sia ricambiato Amore peccaminoso Emergono diverse forme d’amore che Boccaccio riesce a far emergere senza mai prendere una posizione. Non si sa quale tipo di amore egli creda sia giusto. - Religione 🔹 è molto interessante il tema della religione all’interno del Decameron in quanto viene trattato diversamente rispetto a come viene trattato nelle altre opere di questo periodo. (Vedi altro) • Stemma codicum di Branca e Fiorilla I. Branca Ipotizza un originale in movimento e ipotizza due eventuali fasi redazionali. Partiamo dall’originale AX per poi evolversi in AX1 e il AX2 Originale in fase 1—> Branca immagina un codice interposito (o anche più di uno) dal quale ci si avvia alla trasmissione del testo fino ad arrivare al testimone P (Parigino Italiano 482 databile 1350) Originale in fase 2—> Anche qui branca immagina un codice interposito da cui discenderà poi il mannelli 1370 Però Branca presuppone la presenza di un ulteriore stadio di AX2 da cui deriva B databile 1370-1373 (quindi un triennio). Questo perché Branca immagina B molto più vicino a MN che al Parigino che riporta uno stadio redazionale precedente. B però non discende da MN sebbene siano così vicino, si può pensare però che discenda da alcuni aggiustamenti fatti da Boccaccio sull’originale I. Fiorilla Anche Fiorella come Branca individua due diversi momenti redazionali però ci sono delle differenze. Fiorilla fa discendere P dall’originale e a differenza di Branca fa discendere il Mannelli e l’Hamilton da un unico antigrafo senza inserire un ulteriore momento redazionale. Dunque se l’autografo fosse carente in alcuni punti allora si potrebbe fare un confronto diretto senza mischiare i diversi momenti redazionali in quanto entrambi discendono dallo stesso interposito (alfa) • Cosa cambia nei due stadi redazionali B e P B è lo stadio redazionale databile al triennio 1370-1373 mentre invece P è databile al 1350. P discende da un primo momento redazionale (in branca AX1 e in Fiorella AX) mentre B deriva da un secondo momento redazionale • Trama di tutte le novelle 67
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