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EDITORIA DIGITALE (TEST SAI UNIPI), Slide di Elementi di Informatica

File con appunti e slide del test di editoria digitale

Tipologia: Slide

2023/2024

Caricato il 11/04/2024

Gaiabernardini25
Gaiabernardini25 🇮🇹

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica EDITORIA DIGITALE (TEST SAI UNIPI) e più Slide in PDF di Elementi di Informatica solo su Docsity! RIASSUNTO ESAME DI INFORMATICA CHE COS’E’ UN DOCUMENTO? - LIBRI - QUOTIDIANO - DEPLIANT - MODULO Tutti sono costituiti da: - SUPPORTO MATERIALE (come le pagine dei libri, CARTA O CD) - INFORMAZIONI (come il testo e le nozioni) Il DOCUMENTO è qualunque fonte di informazione registrata o conservata su un supporto materiale utilizzabile per molteplici scopi (studio, ricerca, svago ecc.). DOCUMENTO: “contenitore di informazioni”: • livello astratto (informazione) • livello materiale (supporto) spesso associato all’idea di pagina stampata, cioè a un supporto cartaceo contenente informazione testuale. Può presentarsi anche sotto altre “forme”: • fotografie, disegni, illustrazioni… • riproduzioni audio/video cos’è un’informazione? Scientifica, giornalistica… Generalmente un’informazione è qualcosa che ha un SIGNIFICATO e ci consente di ACQUISIRE CONOSCENZA. Sarebbe: una riduzione di incertezza in relazione a un certo evento o a una scelta da effettuare”. Un documento digitale è: - Un’informazione che si presenta in forma numerica - Il supporto è elettronico (cd, dvd, hardisk…) - Deve essere memorizzato in un dato formato Il formato di un documento elettronico: • indica in che modo memorizzare le informazioni • consente di interpretarle e visualizzarle in modo corretto • deve obbligatoriamente essere specificato Ogni tipo di documento può essere salvato in uno o più formati: • documenti testuali: TXT, DOC, RTF •immagini: GIF, JPEG, SVG Ogni documento elettronico è identificato da: • un nome arbitrario • un’estensione (una serie di lettere unite al nome da un punto) A volte l’estensione dei file non viene visualizzata e perciò si osserva l’icona del documento DOC (.doc), PDF (.pdf), ODT (.odt), JPEG (.jpeg) Esempio: il file “esempio.docx” (formato DOCX) può essere creato solo con il software di videoscrittura Microsoft Word 2007. Il documento digitale - Che cos’è un formato? • TXT (.txt): contiene solo caratteri di scrittura semplice • DOC/DOCX (.doc/.docx): formato proprietario di Microsoft, per file di testo prodotti con Word • ODT (.odt): formato open source, per file di testo prodotti con OpenOffice Writer • RTF (.rtf): formato proprietario multipiattaforma, per file di testo prodotti con vari software di videoscrittura • JPEG (.jpg): formato aperto, per immagini raster • GIF (.gif): formato per immagini, anche animate • PNG (.png): formato aperto, per immagini raster • TIFF (.tif): formato per immagini raster Per elaborare un documento digitale abbiamo bisogno di un calcolatore. Un computer però può manipolare solo numeri, più precisamente numeri binari. Qualsiasi tipo di informazione che vogliamo elaborare al computer deve perciò essere rappresentata in questa forma. Il sistema binario consente di rappresentare i numeri utilizzando due soli simboli: 0 e 1 Ciascuno di questi due simboli corrisponde a un bit. Nella rappresentazione decimale i numeri vengono rappresentati utilizzando dieci simboli, ovvero i numeri da 0 a 9 La rappresentazione binaria: Un bit (da binary digit, ovvero cifra digitale): • è la più piccola quantità di informazione che un calcolatore può elaborare • può assumere uno fra due stati (o valori): 0 o 1. Il significato dei valori 0/1 è concettualmente a quello di: • si/no • vero/falso • acceso/spento ecc. Assegnare uno di questi due stati a un bit equivale a scegliere una fra due alternative equiprobabili in merito a un certo evento. Con un bit possiamo rappresentare quindi forme molto semplici di informazione, ad esempio: • se un’affermazione è vera o falsa (1 = vero, 0 = falso) • se un certo evento si verifica o meno (1 = si, 0 = no) ecc. Come rappresentare, invece, informazioni più complesse? Utilizzando insiemi di bit: byte (= 8 bit), Kilobyte (= 1024 byte) Solo in casi particolari dobbiamo modificare le impostazioni di base del software, ad esempio quando non riusciamo a “leggere” un documento: • prodotto con un sistema operativo diverso dal nostro • scritto in una lingua basata su un alfabeto diverso dal nostro Per rendere comprensibili al computer informazioni testuali complesse è necessaria la codifica di alto livello, che opera mediante i linguaggi di marcatura (o markup): istruzioni che consentono di marcare gli elementi presenti in un testo specificandone la funzione. Come individuare gli elementi importanti da marcare? • livello del testo da rappresentare • tipo di elaborazioni a cui sottoporlo LINGUAGGIO DI MARKUP: • codifica il livello logico, semantico o grafico del testo • è basato sull’uso di tag (o marcatori, speciali sequenze di caratteri per marcare il testo e di regole sintattiche) • può appartenere a due categorie: ‣ linguaggi procedurali ‣ linguaggi dichiarativi PARAMETRI PER LA VALUTAZIONE: - Capacità di rappresentare più livelli semantici possibili - Livello di standardizzazione - apertura - la portabilità e cioè la libertà di usare un linguaggio indipendente da piattaforma informatica, da software, da set di caratteri.. Quando codifichiamo dei testi (es. documenti elettronici generici, e-book, pagine web ecc.), è opportuno corredarli di metadati: “dati che descrivono altri dati”, ovvero istruzioni per descrivere specifiche caratteristiche del testo. Un testo codificato, ad esempio, può: • essere archiviato su supporti digitali (es. preservazione digitale) • essere sottoposto ad analisi di vario tipo (es. linguistiche) I linguaggi procedurali (es. RTF): • codificano informazioni tipografiche • indicano come rappresentare l’aspetto grafico di un testo: ‣ sullo schermo ‣ sulla pagina stampata • descrivono come si presenta il documento piuttosto che il testo Limiti: • perdono informazioni importanti • sono scarsamente portabili I linguaggi dichiarativi (es. SGML e linguaggi derivati) sono orientati al testo: • codificano informazioni di natura semantica • indicano al computer come rappresentare la struttura astratta del testo: ‣ suddivisione in partizioni logiche (es. capitoli, paragrafi...) ‣ funzione grammaticale delle parole (es. nomi, pronomi...) SGML (Standard Generalized Markup Language) è uno dei principali linguaggi dichiarativi, da cui sono derivati: • XML: linguaggio di riferimento per la codifica testuale di alto livello che si presta a moltissime applicazioni • HTML: linguaggio che consente di creare pagine web (oggi sostituito da XHTML) È stato ideato per gestire e archiviare testi digitali, in particolare fonti documentarie, ma può essere usato per numerosi tipi di elaborazioni. È standard, aperto e portabile. SGML può essere definito come un metalinguaggio (ovvero un linguaggio per creare altri linguaggi), poiché: • non fornisce tag predefiniti • consente di creare una marcatura per ogni livello testuale In particolare, SGML definisce una serie di regole per: • creare i tag • assegnargli un significato • applicarli correttamente al testo In SGML ogni tag ha questa forma: <nome_tag>. I nomi dei tag e le regole per applicarli sono definiti in un documento a parte, la DTD (Document Type Definition). Nella DTD (obbligatoria per ogni documento SGML) bisogna: • dichiarare i tag, assegnando loro un nome e delle proprietà • stabilire cosa può occorrere al loro interno • definire in quali posizioni possono essere applicati utilizzando regole di sintassi previste da SGML Anche per i libri digitali veri e propri i formati disponibili sono numerosi ed è possibile classificarli in base a: • diffusione • tipo di codifica usata • tipo di impaginazione: fissa o variabile La scelta del formato dipende dalle caratteristiche del documento che vogliamo creare. Il formato PDF: • nasce come formato per l’interscambio di documenti elettronici • è basato su codifica procedurale (PostScript) • è portabile • è standard • è aperto (dal 2008) Un documento PDF contiene: • testo (ed eventualmente anche immagini, collegamenti a file audio/video ecc.) • informazioni su: ‣ tipi di caratteri usati (i font) ‣ organizzazione del testo su una o più colonne ‣ posizione delle immagini, degli elementi grafici, delle tabelle e può essere visualizzato utilizzando il software gratuito Adobe Acrobat Reader (scaricabile gratuitamente in rete). Per modificare un PDF è necessario: • Adobe Acrobat Professional (a pagamento) • ricorrere ad altri programmi (gratuiti) per convertire il documento in altri formati (risultati non sempre accettabili...) Ciò rappresenta un limite del PDF, preferibile però ad altri formati: • quando il destinatario di un file non deve modificarlo • quando bisogna mantenere inalterati i riferimenti di pagina • quando il documento è destinato alla stampa Formati per e-book - PDF Nei formati a impaginazione variabile il concetto di pagina non esiste. Il testo, ed eventualmente gli altri elementi presenti, vengono presentati sotto forma di un flusso continuo. Esempio Un e-book in formato EPUB non si presenta sempre allo stesso modo, ma si “adatta” alle dimensioni dello schermo su cui viene visualizzato. Formati per e-book - Impaginazione variabile: L’impaginazione fluida è l’ideale per garantire una corretta visualizzazione in condizioni differenti (es. su ogni schermo). Il formato a impaginazione fluida di riferimento per l’editoria digitale è oggi l’EPUB (2.1): • è nato nel 2007 come formato apposito per e-book • si basa su codifica dichiarativa e fogli di stile Natura delle immagini: • raster: immagini fotorealistiche • vettoriale: disegni, illustrazioni, simboli, grafici ecc. Effetti prodotti dalle modifiche: • raster: non è possibile modificare un singolo elemento dell’immagine senza influire sugli altri • vettoriale: è possibile modificare ogni elemento indipendentemente da tutti gli altri (ogni elemento è un oggetto a sé stante) Effetti prodotti dal ridimensionamento: • raster: ingrandendo l’immagine, la qualità si abbassa (compare una “quadrettatura”, si notano i pixel) • vettoriale: la qualità non cambia (scalabilità!) L’ingrandimento di un’immagine raster viene effettuato per interpolazione. Se l’aumento delle dimensioni è minimo non si percepiscono differenze; se l’aumento è consistente, invece, l’immagine perde nitidezza. L’ingrandimento di un’immagine vettoriale viene effettuato ricalcolando le formule matematiche che descrivono gli oggetti, che di fatto non vengono “ingranditi” ma rigenerati a dimensioni più grandi. Le dimensioni dei file in memoria: • raster: i pixel occupano una certa quantità di spazio in base a quanti bit vengono usati per codificarne il colore (i file possono essere anche molto pesanti!) • vettoriale: a essere memorizzate sono formule matematiche (che occupano molto meno spazio rispetto ai pixel...) • la grafica raster si possono rappresentare anche elementi di tipo vettoriale • la grafica vettoriale non è adatta a rappresentare immagini fotorealistiche Prima di inserire un’immagine in un documento, potrebbe essere necessario: • modificarne le dimensioni • migliorarne la resa cromatica • applicare effetti particolari • convertirne il formato ecc. Esistono diversi software (detti di fotoritocco) per l’elaborazione di immagini raster, alcuni a pagamento (es. Photoshop), altri gratuiti (es. GIMP). Il nostro software di riferimento sarà GIMP. GIMP (versione 2.6): • è open source e multipiattaforma • è scaricabile gratuitamente dalla rete • supporta numerosi formati (es. XFC, JPEG, TIFF, PNG ecc.) • è valido come alternativa al più noto Adobe Photoshop (che a differenza di Gimp è a pagamento) L’interfaccia del programma è costituita da: • un pannello degli Strumenti (1): con funzioni per selezionare aree delle immagini, disegnare, modificare le dimensioni e le informazioni geometriche, modificare i colori ecc. • un pannello Opzioni strumenti (2) • la Finestra immagine (3), in cui viene visualizzata l’immagine su cui si sta lavorando e un menu con i comandi • un pannello Livelli/Canali/Tracciati (4) • un pannello Pennelli/Motivi/Gradienti (5) Le operazioni preliminari rispetto alle elaborazioni vere e proprie sono: • l’apertura di un’immagine archiviata sul computer (Apri>File) • la visualizzazione delle proprietà dell’immagine (Immagine>Proprietà immagine) • la modifica di parametri quali risoluzione, metodo colore ecc. (Immagine>Modalità e Immagine>Dimensione di stampa) • la selezione (geometrica o cromatica, mediante gli appositi strumenti di selezione) delle aree dell’immagine da elaborare • il salvataggio dell’immagine (menu File>Salva con nome), nel formato nativo del programma (XFC) e/o in altri formati (es. JPEG, PNG ecc.) Tutti i tipi di elaborazioni su immagini digitali possono essere classificati in: • trasformazioni geometriche: modificano le informazioni spaziali • trasformazioni cromatiche: modificano i colori • applicazioni di filtri: consentono di aggiungere effetti speciali La realizzazione di un prodotto editoriale prevede diverse fasi: • progettazione del layout • scelta dei font • impaginazione del documento • formattazione del testo Questo insieme di processi è definito desktop publishing: • erede della tipografia tradizionale • è il sistema su cui oggi si basa ogni produzione editoriale La tipografia: • testi a stampa mediante matrici di caratteri in rilievo, da inchiostrare e pressare su fogli di carta • nasce con l’invenzione della stampa a caratteri mobili • è basata sulla composizione manuale fino all’introduzione dei primi strumenti per composizione meccanica. Il desktop publishing: • tecnologie digitali • diffuso a partire dagli anni Novanta, con i primi sistemi desktop • prodotti editoriali di ogni tipo, digitali o a stampa Desktop publishing: ‣ computer e software per impaginazione ‣ alla portata di tutti Tipografia tradizionale: ‣ complessi macchinari dedicati ‣ conoscenze tecniche specialistiche Un font è un insieme di glifi disegnati con lo stesso stile grafico. Un glifo è la rappresentazione astratta di: • un grafema (es. una lettera) • una parte di un grafema (es. un segno diacritico) • più grafemi (es. una legatura) Mentre il grafema è un’unità di testo, il glifo è un’unità grafica, a cui possono corrispondere varie forme grafiche. Nel titolo i “caratteri” sono molto lineari, nel corpo del testo hanno invece una forma meno geometrica. Ogni carattere poggia su una linea orizzontale immaginaria, la linea di base. Se prendiamo come punto di riferimento la linea di base, possiamo individuare: • ascesa: spazio tra la linea di base e l’estremità del carattere più alto (identifica le ascendenti) • discesa: spazio tra la linea di base e l’estremità del carattere più basso (identifica le discendenti) • occhio medio: spazio centrale occupato dalle minuscole Le parti del carattere sono: • l’occhio: disegno del carattere • il corpo: dimensioni • la larghezza: distanza tra l’estremità destra e quella sinistra • lo spessore: si riferisce alle linee del disegno • il contrasto: differenza tra i tratti più spessi e quelli più sottili • l’asse: retta (inclinata o meno) che passa fra i due punti di minor spessore delle minuscole • le grazie: terminazioni decorative alle estremità del carattere Le dimensioni dei font si misurano in punti tipografici (pt): • unità di misura assoluta • senza grazie, forma molto geometrica • utilizzati per i testi da visualizzare a schermo oppure per porzioni di testo da mettere in evidenza I font fantasia: • creati nel corso del Novecento • contraddistinti da decorazioni, disegni ecc. e spesso si rifanno a un particolare tema • poco leggibili, da usare solo per testi brevi in contesti grafici particolari (es. stesso tema a cui il font è ispirato) Ogni font è costituito da una serie completa di caratteri in differenti varianti di stile, ad esempio: • tondo (es. per il corpo del testo) • corsivo (es. per citazioni, evidenziazioni ecc.) • grassetto (es. per titoli, evidenziazioni ecc.) • sottolineato (es. per i link ipertestuali) La scelta del font è fondamentale nella progettazione di un prodotto editoriale, da effettuare in base al destinatario, al prodotto, all’argomento ecc. È possibile usare differenti font (ma non più di due o tre) nello stesso testo IL LAYOUT: L’impaginazione è un insieme di procedure per gestire: • la posizione degli elementi • la caratterizzazione stilistica degli elementi • l’inserimento e la formattazione del testo • l’inserimento delle immagini Cominciamo col definire due concetti: • gabbia • griglia La gabbia si “costruisce” definendone: • la distanza rispetto ai bordi della pagina • il numero di colonne La griglia: • corrisponde solitamente all’interlinea • viene visualizzata unicamente a video Per realizzare un buon layout: • creare sempre sia la gabbia (può variare nelle varie pagine) che la griglia (sempre uguale in ogni pagina) • mantenere coerenza stilistica e ordine • allineare gli elementi • mantenere la struttura logica del testo • non esagerare con font e colori Formattare un testo significa assegnare specifiche caratteristiche stilistiche a: • caratteri • paragrafi • corpo del testo: leggibile e chiaro • titoli e sottotitoli: brevi, per catturare l’attenzione • sommari: differenti dal testo • citazioni: evidenziate • didascalie ben separate dal corpo del testo • parole chiave: evidenziate Per quanto riguarda i caratteri, bisogna inoltre considerare: • la crenatura (o kerning): spazio che separa particolari coppie di caratteri. • il tracking: spazio che separa ogni lettera dalla successiva. • l’interlinea: spazio tra una riga e l’altra • la giustezza: lunghezza di ogni riga di testo. Si misura in mm Sia il kerning che il tracking, solitamente, vengono gestiti automaticamente dai software di impaginazione. Per quanto riguarda i paragrafi, i parametri da tenere in considerazione sono: • i margini: rientri del testo rispetto allo spazio nelle colonne • i capoversi: rientri applicati alla prima riga dei paragrafi • l’interspazio: spazio tra un paragrafo e il successivo • l’allineamento: Le immagini, che in alcuni casi possono rappresentare un aspetto fondamentale di un prodotto editoriale, devono: • essere inserite in modo ordinato rispetto al testo • essere allineate ad altri elementi della pagina: ‣ paragrafi ‣ colonne ‣ gabbia ‣ bordi Impaginare un documento – Scribus. Interfaccia di SCRIBUS. L’interfaccia del programma è costituita da: • una barra dei menu, che consente di accedere a tutte le funzioni del programma (es. creazione e salvataggio dei documenti, editing del testo, inserimento e modifica di oggetti • una barra degli strumenti, che corrispondono alle voci di menu • un’area di lavoro, in cui viene visualizzato il documento • una barra di stato, su cui compaiono informazioni quali il numero della pagina corrente, le impostazioni per lo zoom • uno o più pannelli con strumenti specifici, attivabili dal menu La prima cosa da fare è impostare le caratteristiche del documento (Finestra>Nuovo): • dimensioni della pagina • numero di pagine • margini In Scribus, l’elemento di base su cui lavorare è la pagina, all’interno della quale è possibile inserire le varie componenti del layout. Due aspetti interessanti di Scribus sono rappresentati da: • i livelli (Finestre>Livelli), una sorta di fogli sovrapposti con cui gestire separatamente ogni piano del documento • il pannello Proprietà (Finestre>Proprietà), che consente di gestire i vari aspetti di tutti gli elementi della pagina: ‣ forme e linee ‣ testo ‣ immagini Le PAGINE MASTRO: • modelli da creare inserendo gli elementi che devono ripetersi uguali su ogni pagina • da applicare alle varie pagine del documento. Per posizionare in modo preciso gli elementI: • la griglia: File>Impostazioni documento>Guide e Vista>Mostra Griglia • le guide mediante Pagina>Gestione linee guida e Vista>Mostra guide cornice di testo). All’interno di una cornice il testo può essere inserito: • da tastiera • importandolo (File>Importa>Carica testo) • mediante un editor di testo (Modifica>Modifica testo) e modificato mediante il pannello “Proprietà”. Valori di riferimento per i documenti da stampare: • da 300 a 600 DPI (es. le moderne stampanti) A 500 DPI l’occhio umano sembra non percepire effetti di sgranatura, ma la maggioranza degli schermi è ancora lontana da questo livello di definizione... La densità di pixel è fondamentale quando si realizzano libri destinati alla fruizione su dispositivi elettronici. La definizione dell’immagine influenza infatti: • l’aspetto estetico del testo (es. caratteri pixellosi vs caratteri ben definiti) • la velocità di lettura del testo (sullo schermo minore rispetto alla carta). La dimensione di uno schermo si calcola misurandone la diagonale e si esprime in pollici: • i pollici sono dimensioni standard per i monitor dei computer • molti degli e-reader attualmente più diffusi hanno invece schermi di 5 o 6 pollici Il Kindle ha un display di 6 pollici di diagonale, con una definizione di 800x600 px. La carta è un supporto facilmente manipolabile, al contrario degli schermi dei dispositivi di lettura. Il solo fatto di poter toccare e sfogliare un libro dà informazioni: • quanto è “lungo” il libro • quante pagine sono state già lette • quante ne rimangono ecc. Anche i dispositivi elettronici (o meglio, i software di lettura) presentano “indicatori” con informazioni sulla quantità di pagine totali, lette ecc. Si possono creare documenti digitali e trasformarli in formati: Per fare ciò, utilizzeremo: • un software di videoscrittura open source: Open Office Writer 3.0 • un software per la gestione di e-book e la conversione tra formati: Calibre 0.7.59 Per la stesura di un testo, più che un software per impaginazione, conviene usare un software di videoscrittura. L’interfaccia di Writer (http://it.openoffice.org) è costituita da: •una barra dei menu •una barra degli strumenti •un’area di lavoro •una barra di stato Per iniziare a lavorare è necessario: • creare un nuovo documento (menu File>Nuovo>Documento) • aprirne uno esistente (menu File>Apri) Dopo aver impostato la pagina, possiamo passare all’inserimento del testo: • mediante la tastiera • incollandolo nel documento: menu Modifica>Incolla • mediante il menu Inserisci>Caratteri speciali Sul testo è possibile compiere diverse operazioni: • selezione • taglia, copia, incolla, cerca e sostituisci • formattazione La formattazione del testo può avvenire a livello di: • carattere: font, dimensioni, colore, stile ecc. (menu Formato>Carattere o barra degli strumenti) • paragrafo: rientri, interlinea, interspazio, allineamento ecc. Se necessario, è possibile creare: • elenchi • tabelle Con Writer è anche possibile creare e formattare: • sezioni (menu Inserisci>Sezione) • cornici (Inserisci>Cornice) Inoltre, è possibile inserire: • intestazioni e note/numeri a piè di pagina Infine, è possibile: • inserire immagini • modificarne alcune caratteristiche Un documento può essere memorizzato in diversi formati (menu File>Salva con nome): • ODT: formato nativo del programma (un documento in questo formato può essere riaperto e modificato solo con Writer) • TXT • DOC (formato proprietario di Word) • HTML • RTF • ecc. Abbiamo già visto cosa sono gli stili: • impostazioni di formattazione • semplificano la modifica delle porzioni di testo a cui sono applicati • automatizzano la creazione di indici e sommari Tutte le informazioni contenute negli stili vengono “trasferite” in un file che gestisce l’aspetto grafico del testo, ovvero il foglio di stile. Questo file ha un’importanza cruciale per tutti i documenti, come quelli in EPUB, basati su codifica dichiarativa e sulla separazione tra: • contenuto vero e proprio (codice XHTML) • informazioni relative alla grafica (codice CSS) Un EPUB è un archivio di file .zip (con estensione .epub) costituito da un insieme di documenti: ‣ file mimetype, che specifica il tipo di documento ‣ file XHTML (es. copertina, introduzione, capitolo 1, capitolo 2 ecc.) ‣ file XML, contenenti il sommario dei contenuti, i metadati ecc. ‣ un foglio di stile CSS, contenente le istruzioni per la formattazione dei contenuti Con Writer è possibile: • applicare stili predefiniti (FFormato>Stili e formattazione): ‣ di carattere ‣ di paragrafo ‣ di cornice ‣ di pagina ‣ di lista • creare nuovi stili (o modificare stili esistenti) Per quanto ci riguarda, considereremo solo l’applicazione degli stili esistenti... In presenza di strutture quali indici, sommari ecc. la conversione in EPUB con Calibre potrebbe infatti generare errori... 18 Vediamo quindi come procedere in pratica: • stesura del testo in Writer (es. un racconto) • salvataggio del documento in RTF • conversione in EPUB con Calibre Se in copertina vogliamo inserire un’immagine, è consigliabile: • JPEG o PNG • 100/150 Kb • di dimensioni adatte allo schermo che verrà usato (es. per uno schermo da 5 o 6 pollici, 600 x 800 px). • il contenuto di ogni elemento (content model) • le relazioni fra i vari elementi • i valori che possono assumere gli attributi • le entità Se un documento viene associato a una DTD, il markup deve rispettare le dichiarazioni in essa presenti: deve cioè essere valido. La validazione avviene mediante un processo detto parsing. Ogni dichiarazione (o markup declaration) inserita nella DTD è costituita da due parti: • il nome dell’elemento • il contenuto dell’elemento (es. testo, testo e altri elementi...) Se un elemento dovrà essere associato a uno o più attributi, questi devono essere dichiarati specificando: • il nome • il tipo di contenuto • se la loro presenza è obbligatoria o meno Invece che a una DTD, un documento XML può essere associato a uno Schema: • ha la stessa funzione della DTD • deve essere scritto in sintassi XML (le DTD sono basate invece su una sintassi propria) Un file XML è un file di testo con estensione .xml suddiviso in: • prologo, che a sua volta può contenere: una dichiarazione xml, istruzioni di elaborazione, una doctype declaration Le pagine dei siti web sono il risultato dell’elaborazione di codice XHTML effettuata dal browser (es. Internet Explorer, Firefox, Chrome, Safari ecc.) Inizialmente sono state predisposte tre diverse DTD XHTML: • XHTML 1.0 Transitional • XHTML 1.0 Strict • XHTML 1.0 Frameset La versione attuale del linguaggio (1.1) invece è basata su un’unica DTD Strict (la più rigida) DocBook (5.0) è un linguaggio di markup per documenti tecnici: • usato anche per altri tipi di documenti • marca la struttura semantica del testo • consente la conversione in EPUB, PDF, XHTML ecc. tramite il foglio di stile Con gli elementi della sua DTD si possono marcare: • elementi strutturali • elementi blocco • elementi inline TEI (Text Encoding Initiative): • iniziativa internazionale volta alla creazione di norme standard per la codifica dichiarativo-strutturale dei testi • DTD contenente circa 400 elementi per codificare testi letterari estendibile e/o modificabile in base a esigenze specifiche Poiché la DTD TEI è molto complessa, ne è stata creata una versione semplificata, la TEI LITE, i cui elementi consentono di codificare i più comuni tipi di testo (es. testi in prosa, testi poetici ecc.) Un documento TEI presenta una struttura specifica, costituita da due sezioni: • TeiHeader (<TeiHeader>): frontespizio elettronico con elementi (molti dei quali obbligatori) in cui è necessario inserire: ‣ informazioni bibliografiche ‣ informazioni sul tipo di codifica • il testo vero e proprio, suddiviso in: ‣ sezione <front>: per i materiali introduttivi ‣ sezione <text>: per il corpo del testo ‣ sezione <back>: per bibliografie, appendici ecc. Se proviamo ad aprire un file XML senza foglio di stile in un browser, ciò che vedremo è un insieme di tag che marcano le porzioni di testo. Un foglio di stile contiene istruzioni su come visualizzare determinati elementi del markup. Un file XML può essere associato a due tipi di fogli di stile: • XSL • CSS XSL (eXstensible Stylesheet Language) è uno standard creato appositamente per gestire l’aspetto grafico dei documenti XML. Si tratta di un linguaggio che consente di: • selezionare gli elementi, specificarne le caratteristiche stilistiche e/o modificarli • modificare e/o trasformare i documenti XML in altri tipi di documenti XSL è costituito da due sotto-linguaggi: • XSL-T: per trasformare file XML in altri documenti o per visualizzarli in un browser • XSL-FO: per formattare il documento Visualizzare i documenti XML - CSS CSS (Cascading Style Sheets) è uno standard nato appositamente per HTML/XHTML che permette di: • definire la formattazione degli elementi, ma non di modificarli • tenere separato il markup logico-semantico dalle informazioni sullo stile Un foglio di stile CSS è un file contenente regole stilistiche, scritte secondo la sintassi prevista dal linguaggio. Anche i CSS, come i fogli di stile XSL, sono documenti di testo, e come tali oltre che non strumenti professionali possono essere creati con semplici editor di testo come Blocco Note, WordPad.
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