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Fisiologia Umana lez 7, Appunti di Fisiologia

Sbobine perfette di fisiologia. lezione 7 di 7

Tipologia: Appunti

2016/2017

In vendita dal 19/02/2017

Miyagi
Miyagi 🇮🇹

4.3

(4)

20 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Fisiologia Umana lez 7 e più Appunti in PDF di Fisiologia solo su Docsity! FISIOLOGIA LEZIONE 7 Nel midollo osseo ogni giorno vengono prodotti circa 230 miliardi di globuli rossi e in caso di necessità il numero può aumentare fino a sei volte. Inoltre il midollo produce anche globuli bianchi e piastrine. Esso è localizzato principalmente all’interno delle ossa lunghe e quindi lo troviamo all'interno del femore, del bacino, dello sterno e lo sterno e la cresta iliaca sono i due punti che si utilizzano per fare prelievi di midollo osseo (la differenza è solo che nelle sterno il prelievo è più doloroso rispetto alla cresta iliaca). Nel midollo osseo troviamo le cellule staminali emopoietiche totipotenti oppure pluripotenti. Queste cellule possono differenziare sia nella linea bianca (leucociti e così via), sia nella linea rossa (globuli rossi) sia nella linea dei megacariociti che poi daranno origine alle piastrine. Esse, quindi, sono pluripotenti (perché si differenziano solo nelle cellule del sangue) ma si possono definire anche totipotenti emopoietiche. Non sono totipotenti in assoluto perché le cellule staminali presenti nel midollo osseo non sono in grado per esempio di diventare cellule del fegato o altro. Le uniche cellule staminali totipotenti che si conoscano sono quelle dell’embrione, che però non è possibile utilizzare, mentre nell’adulto non son state trovate. Il midollo osseo emopoietico di un adulto pesa circa 1 chilo- 1 kg e mezzo. All'interno delle ossa trabecolate (cioè osso spugnoso?) abbiamo il midollo osseo. Il midollo osseo permette di differenziare in vari tipi cellulari, ci sono una serie di passaggi prima che la linea cellulare diventi matura e, una volta messa matura, verrà rilasciata e messa in circolo. Le piastrine non sono una linea cellulare: esse non sono altro che frammenti del megacariocita. Le linee che non sono mature sono racchiuse all'interno del midollo e solo quelle mature vengono rilasciate nel torrente circolatorio. Questo è vero in assoluto, però può succedere che se noi raccogliamo grandi quantità di sangue possiamo anche trovare una piccola percentuale di cellule non mature che sono filtrate per qualche motivo nel torrente circolatorio. Come decide la cellula staminale se diventare un globulo rosso o bianco o una piastrina? Lo decide in base agli stimoli chimici che sono presenti nell'ambiente. Lo stimolo chimico principale per cui la cellula decide di diventare globulo rosso è l'eritropoietina, che è un fattore di differenziazione midollare che indirizza la maturazione della linea cellulare verso la linea rossa. L’'eritropoietina è prodotta a livello del rene e viene prodotta in funzione dell'ossigenazione del rene. Tutte le volte che diminuisce l'ossigenazione del rene aumenta la produzione di eritropoietina. L'eritropoietina va a livello del midollo osseo rosso e incrementa il numero dei globuli rossi, chiaramente aumentando il numero di globuli ossi avremo un maggiore trasporto di ossigeno e quindi avremo un riduzione dell'ipossia tissutale che bloccherà la produzione di eritropoietina (=feedback negativo). L’Epo è una droga usata, soprattutto in passato, da sportivi che fanno maratona e ciclisti: essa porta ad avere un aumento dell'ematocrito fino all’80% che provoca sì un vantaggio nel trasporto dell’ossigeno ma, come conseguenza, l’epo rende il sangue troppo viscoso (a causa dell’abnorme aumento nel numero delle cellule) e più difficile da spingere, causando, così, un affaticamento del cuore. Inoltre un numero così alto di globuli rossi danneggia anche il fegato. Necessaria alla produzione dei globuli rossi è l’emoglobina, che è costituita dalla globina e dal gruppo eme. Se la produzione di globina non costituisce un problema per l’organismo, il residuo EME invece sì perché esso è costituito da ferro: in alcune condizioni, quali l’anemia, si può avere una carenza di Ferro che determina una insufficiente produzione di EME e, quindi, di emoglobina e di globuli rossi. Pertanto, in caso di anemia, avremo pochi globuli rossi e scarso traporto di O2. Il ferro si assume con la dieta, ma il fe ha un problema di valenza e quindi solo una piccola parte riusciamo veramente ad assorbirla e a riutilizzarla, la maggior parte del fe transita e basta nel nostro intestino. Quindi in condizioni normali il fe nella dieta è sufficiente, mentre in condizioni particolari, come la gravidanza quando il bambino ha bisogno di produrre molta emoglobina , chiaramente il ferro può non essere sufficiente nella madre e quindi è importante sopperire il ferro che però non va dato per bocca ma intramuscolo o in vena così almeno siamo sicuri che il ferro venga assorbito, perché in bocca viene assorbito veramente poco. Che succede quando i globuli rossi invecchiano? Non sono più elastici e quindi perdono la loro capacità di incunearsi nei capillari più piccoli soprattutto perdono la capacità di incunearsi nei capillari della milza e quando rimangono intrappolati i macrofagi della milza li fagocitano. Di solito, però, il globulo rosso che rimane intrappolato non ha la forma biconcava ma ha una forma sferica perché, finché conserva la sua forma biconcava, vuol dire che è abbastanza elastico da potersi spostare quindi da potersi incuneare nei nostri capillari della milza. Ovviamente l’emocateresi non avviene solo nella milza ma anche nel fegato e nel polmone però la milza è l’organo che lo fa in maniera maggiore. Se uno non ha la milza la sua emocateresi viene fatta dal polmone dal fegato o da altri organi. Chiaramente l’eliminazione dei globuli rossi comporta che il macrofago se lo mangia e restituisce quello che ha mangiato: la parte della globina non è un problema in quanto sono amminoacidi e, quindi, vengono riutilizzati, la parte dell’eme, invece, è complicata da essere smaltita. L’EME, infatti, viene trasformata in bilirubina che viene messa in circolo nel sangue; nel sangue la bilirubina deve essere coniugata e quindi legata ad una forma di trasporto; dal sangue viene trasportata al fegato dove la bilirubina viene eliminata attraverso la colecisti con la bile, attraverso la secrezione biliare, e viene infine riversata nell'intestino. La bilirubina è quella che poi dà anche il colore alle nostre feci perché quando si trasforma in stercobilina, per una reazione chimica mediata dai batteri, dà il colore giallo all’inizio poi verde a livello del fegato e, infine, marrone a livello dell’intestino. Una parte di questo EME arrivano a cascata ad attivare la trombina, l’enzima che trasforma il fibrinogeno in fibrina. Il fibrinogeno è solubile in acqua e quindi viaggia tranquillamente nel plasma ma la fibrina non è solubile in acqua e precipita e, inoltre, le piastrine hanno il recettore della fibrina e quindi si attaccano ad essa. Quindi, dopo aver formato il tappo perché si sono attivate, le piastrine si intersecano con la fibrina che è precipitata in seguito all’attivazione della cascata e piastrine e fibrina formano il tappo definitivo (la nostra crosticina). Alla fine ho questa rete di fibrina dove rimangono imbrigliate anche altre cellule che sono soprattutto globuli rossi perché sono più abbondanti. Il tappo definitivo blocca la fuoriuscita di sangue. Fibrinolisi e anticoagulanti. Quando le cellule dell’endotelio si sono ripristinate il coagulo deve essere rimosso: ne viene attivata la lisi. Quest’ultima avviene in seguito all’attivazione della cascata fibrinolitica che scioglie il coagulo e permette il ripristino del normale flusso di sangue a livello del vaso. Queste che vedete sono le piastrine normali e queste le piastrine attivate: notiamo come la forma è diversa e se quelle non attivate riescono a passare tranquillamente nel sangue, queste attivate grazie ai loro pseudopòdi riescono ad incastrarsi e quindi riescono molto più facilmente a creare quello che poi sarà il tappo. Normalmente quando l’endotelio è intero produce una serie di fattori che inibiscono l'aggregazione piastrinica e inattivano le piastrine. Chiaramente se si attivano fanno il trombo. Il tappo stabile verrà rimosso grazie al sistema fibrinolitico. Che cosa sono gli anticoagulanti? Sono farmaci che inibiscono la coagulazione, il più famoso è l’eparina ma essa ha diverse significazioni. Il gruppo degli anticoagulanti più utile è quello formato dai chelanti del calcio cioè quelle sostanze che riescono a rimuovere il calcio perché tutti i passaggi della coagulazione richiedono la presenza di calcio. Il calcio è presente nel plasma e nell’interstizio ma non dentro le cellule, quindi se viene tolto il calcio la cascata della coagulazione non si attiva. GLOBULI BIANCHI Sono circa 11 mila per mm3 nell’adulto. Si dividono in più popolazioni: monociti, granulociti neutrofili, eosinofili e basofili, linfociti. I monociti sono quelli che daranno vita ai macrofagi. I granulociti formano i neutrofili, più abbondanti, ma anche gli eosinofili e i basofili che sono quantitativamente meno importanti ma hanno una funzione importante per la risposta agli agenti esterni. I linfociti si distinguono in t e b. I linfociti t escono immaturi dal midollo e vanno a maturare nel timo mentre i linfociti b maturano nella borsa di Fabrizio (scherzo del prof). La borsa di Fabrizio è presente negli uccelli e i linfociti b si chiamano così per la borsa di Fabrizio degli uccelli, noi nell’evoluzione la borsa l’abbiamo persa e utilizziamo altri sistemi. I nostri linfociti b maturano nei linfonodi o nelle strutture linfatiche. I linfociti T hanno azione citotossica e mediano quella che è la risposta immunitaria mediata da cellule: è la cellula stessa, il linfocita, che va ad aggredire altre cellule che sono quelle che non hanno l’MHC che è il complesso maggiore di istocompatibilità. L’MHC è un antigene presente su tutte le cellule nucleate che distingue tra il self e il non self e quindi non è presente nei globuli rossi. Questo è importante per i trapianti, il rigetto è causato dall’MHC. Come faccio ad avere l’MHC uguale? E’ presente solo nei gemelli monocoriali. Tutti gli altri hanno un MHC teoricamente diverso. Dal momento che la popolazione è aumentata e che le possibili combinazioni del Dna che codificano per l’MHC sono le stesse, diventa sempre più facile trovare compatibilità. Per questo si chiede di donare il midollo o il sangue per fare una mappatura dell’MHC cosi è possibile avere donatori anche che non si conosco minimamente. Di solito in una famiglia mamma papa e figli possono avere un MHC compatibile che non è uguale. La reazione dei linfociti b invece è umorale: essi sono responsabili della risposta e della produzione di anticorpi. Una volta che viene loro presentato l'antigene, cioè quando una cellula competente ha fagocitato ad esempio un batterio e relativamente a questo batterio ha esposto ai linfociti B quel pezzo antigenico, i linfociti b producono un anticorpo contro quel pezzo di antigene. L’anticorpo di solito ha due braccia e quando viene rilasciato si attacca a quel pezzo del batterio ma anche ad un altro pezzo di un altro batterio e, quindi, bloccherà due batteri e così via sempre più batteri. I linfociti B sono importanti per le vaccinazioni perché con esse vengono presentate ai linfociti B degli antigeni non patogeni cosicché i B iniziano a produrre anticorpi che rimangono nella memoria e, quando viene incontrato l’antigene vero, la risposta sarà già pronta. La cascata di maturazione per quanto riguarda la linea bianca ha una maturazione dei granulociti diversa da quella dei linfociti ed è anche essa indotta da una serie di citochine che non son altro che fattori di indirizzo che a seconda dell’ambiente citochinico aumentano la produzione di eosinofili, granculociti oppure linfociti o monociti. La popolazione t e b è complessa perché ci sono tutta una serie di altre cellule che fanno parte della maturazione t e b. Normalmente per riconoscere i linfociti ci si basa su degli antigeni presenti sulla loro membrana: per esempio CD8, CD4. I granulociti basofili e i mastociti sono piuttosto rari e mediano la risposta infiammatoria allergica. I neutrofili hanno la funzione di fagocitare gli invasori. Gli eosinofili sono particolari perché sono soprattutto attivati dai parassiti. I monociti, macrofagi del tessuto, sono tipicamente gli spazzini ma digeriscono tutto a parte quelle cose di cui si occupano i linfociti t e b e le plasmacellule. Poi le cellule dendritiche sono importanti perché sono localizzate nella cute, per esempio nella cavità orale: queste cellule sono in grado di riconoscere e presentare l’antigene per poi andare ad attivare le altre cellule. Lo possono fare anche i macrofagi, però le cellule dendritiche sono particolarmente specializzate. Quando si parla di immunità, di risposta immunitaria, bisogna dividerla in due grossi gruppi: l’immunità innata e l’immunità specifica adattativa. Quella innata è data da una serie di strutture che non è specifica per nessun tipo di infezione ma ci protegge da tutto. Per esempio molto importanti sono le barriere fisiche, come la cute. Quest’ultima ci protegge dall’ambiente esterno: nell’ustione, infatti, dobbiamo stare attenti perché una volta levata lo strato di barriera siamo esposti ad infezioni e i batteri possono crescere più facilmente. Un’'altra protezione è data dalle barriere chimiche: per esempio le lacrime quindi il lisozima che è nelle lacrime che dà una protezione aspecifica ma abbiamo altri enzimi presenti nella saliva, nel sudore, che hanno tutti enzimi ad attività anti batterica. Poi abbiamo i macrofagi e i neutrofili che uccidono tutto quello che gli capita. Le cellule NK, natural killer, sono cellule che tutto quello che incontrano mangiano. Un’altra cosa importante nel nostre sangue sono le proteine del complemento che sono una cascata di proteine che, quando attivate, riescono a perforare la barriera dei batteri mettendo in comunicazione l’interno con l’esterno e determinandone la morte. Le citochine, che vengono prodotte da varie cellule ma anche da organi, fanno sì che si abbia una normale popolazione di monociti, macrofagi ecc. Tutte queste sono risposte innate. Le risposte innate sono immediate perché sono già pronte, ma non sono specifiche. L’immunità innata, inoltre, è ripetitiva perché ad esempio la cute è sempre lì a proteggerci. L’immunità specifica, invece, si ottiene dalla produzione di anticorpi o dall’attivazione di certi tipi di cellule T. Questi anticorpi e queste cellule sono attivate contro un target specifico. Il problema è che è adattiva e non è già pronta. E’ selettiva: infatti tutti gli anni ci viene l’influenza perché i virus mutano leggermente e non vengono riconosciuti dagli anticorpi. Il vantaggio è dato dalla memoria: una volta che abbiamo incontrato un virus o un batterio, se questo non muta, ce ne ricordiamo e siamo in grado di rispondere o con l’attività anticorpale o con quella citotossica. CUORE e circolazione Il sangue è importante per la sua funzione di trasporto che viene espletata nei capillari dove esso deve essere portato. Nel capillare il sangue scambia le sostanze con i tessuti ma non è il sangue ad uscire dai tessuti bensì l’acqua contenuta nei capillari insieme alla quale escono i soluti. L’acqua va dal capillare all’interstizio e da lì eventualmente entra dentro la cellula, ma, d’altra parte, i cataboliti che vengono prodotti dal tessuto vengono recuperati dall’acqua quando essa rientra dentro il capillare che confluisce nel sistema venoso. Perché il sangue possa circolare ha bisogno di una pompa che è il cuore e ha bisogno di tubi come le arterie (n.b. nelle arterie non c’è scambio con la periferia). Oltre alla pompa, affinché si possa generare una pressione da cui avrà origine il flusso del sangue, sono necessarie delle resistenze (es. tubo dell’acqua, se non metto il dito che fa resistenza l’acqua non ha pressione e si disperde). La parete dei vasi è molto diversa tra arterie e vene. Le arterie sono vasi di resistenza perché sottoposti ad un’alta pressione ed hanno una componente elastica ed una muscolare che diminuisce fino ad arrivare al capillare composto solo da uno strato di cellule endoteliali. La però, deve lavorare ad alta pressione quindi il tempo di contrazione è uguale ma richiede molta più energia fino a raggiungere gli 80 mm/Hg che fanno aprire la valvola aortica e il sangue comincia a fluire e il ventricolo continua a pompare fino ai 120 mm/Hg. Dopo di ciò il ventricolo sx e dx vanno in diastole, le valvole si chiudono e il sangue non può tornare indietro. Il primo tono cardiaco è dato dalla chiusura della valvola AV e quindi dall’inizio della sistole ventricolare mentre il secondo tono è dato dalla chiusura della valvola aortica e dall’inizio della diastole ventricolare. I toni vengono dalla parte sinistra del cuore perché essa fa più lavoro (maggiore pressione). Un sistema per esplorare il cuore è anche l’ecocardiogramma che utilizza sonde per vedere ad esempio la valvola. Il volume telediastolico non è altro che il massimo contenuto di sangue presente nei ventricoli. Normalmente è di 120 ml ma aumenta e diminuisce da soggetto a soggetto. Il volume telesistolico è il minimo volume contenuto nei ventricoli alla fine della loro sistole. La camera cardiaca non si svuota mai del tutto ma rimangono sempre circa 50 ml di volume di sangue e quindi il cuore espelle circa 70 ml di sangue. Pertanto, la gittata sistolica è uguale a 70 ml. La gittata cardiaca, invece, è uguale alla frequenza cardiaca per la gittata sistolica, quindi circa 5L/min. Se aumenta il volume telediastolico di riempimento aumenterà la forza di contrazione del cuore. Il volume telesistolico è più o meno sempre costante. Il cuore viene regolato da due meccanismi: intrinseci ed estrinseci. Quegli intrinseci sono sotto il controllo della legge di Frank Starling: un aumento del volume telediastolico induce un aumento di eiezione ventricolare, quindi tanto più aumenta il ritorno venoso tanto più sarà il sangue espulso, tanto più le camere vengono distese tanto più esse si contrarranno con maggior forza. Ciò è valido anche per il muscolo scheletrico. Il controllo estrinseco, invece, si basa sul SNA autonomo: il parasimpatico è regolato dall’atrio dx e il simpatico è regolato da altri fasci. Questi controllano l’attività del nodo SA, quindi sia la frequenza che la forza di contrazione. Il simpatico con la noradrenalina aumenta la stimolazione dei recettori tetra1 che fa aumentare l’ingresso di Na e Ca e l’ingresso del sodio aumenta la velocità di depolarizzazione, quindi la frequenza cardiaca e la forza di contrazione. Il simpatico ha un effetto di tipo cronotropo: aumenterà la velocita di conduzione, la forza e la frequenza. Il parasimpatico, grazie all’acetilcolina e ai recettori muscarinici (quelli del muscolo scheletrico sono nicotinici) farà aumentare l’efflusso di K quindi iperpolarizza le cellule e diminuisce la frequenza cardiaca. Oltre a questi controlli abbiamo anche il controllo dato dalle catecolamine prodotte dalla midollare del surrene, quindi adrenalina e noradrena circolanti, che fa aumentare la frequenza cardiaca (come il simpatico). Gli ormoni tiroidei hanno la capacità di modificare la frequenza cardiaca e anche l’insulina e il glucagone intervengono. Il muscolo cardiaco, infatti, a differenza del muscolo scheletrico ma come il muscolo liscio, ha la capacità di rispondere oltre agli impulsi nervosi anche agli ormoni. Quindi la gittata cardiaca è controllata dalla frequenza e dalla gittata sistolica, la frequenza è controllata dal simpatico e dal parasimpatico e dagli ormoni circolanti prodotti dal surrene, mentre il volume (gittata sistolica) è controllato dal ritorno venoso che è in funzione anche del volume di sangue totale (più volume ho, più ritorno venoso ho). SCAMBIO DI SOSTANZE E FLUSSO Per portare ossigeno, glucosio e portare via i cataboliti il cuore pompa continuamente il sangue attraverso l’aorta. Il cuore è una pompa di tipo pulsante: il carattere pulsante non permetterebbe un flusso continuo. A garantire il flusso continuo contribuiscono l’aorta e le arterie che hanno una parete elastica. Quando il cuore spinge la parete elastica si carica e si allarga, quando il cuore smette di spingere la parete restituisce la forza del cuore. In questo modo, a livello dei capillari il flusso diventa continuo e questo è importante perché se fosse pulsante pure nei capillari lo scambio sarebbe difficile. Questa elasticità diminuisce con l’invecchiamento per cui negli anziani la diminuita elasticità fa cambiare la pressione differenziale, cioè la differenza tra la massima e la minima. Nell’ aorta la pressione è di 120-80 ma poi tende a diminuire fino ad arrivare nei capillari. Le vene non sono vasi di resistenza ma vasi di capacitanza, cioè che accettano il volume che arriva loro senza generare pressione, per cui nelle vene non c’è quasi pressione (verrà generata nell’atrio destro, anche se bassa in quest’atrio). Quanto è la velocità del sangue? Nell’aorta il sangue va a 30 cm al secondo quindi discreta, questa diminuisce fino a 5 cm al secondo nei capillari. La velocità diminuisce perché il diametro dei capillari è maggiore rispetto all’aorta (2,5 cm). E’ maggiore perché dobbiamo tenere in conto che se i capillari sono piccoli, sono tanti per cui tutti insieme hanno un diametro maggiore (5000 cm2). La velocità del sangue, quindi, è inversamente proporzionale al diametro (legge di Berlun?). A livello del capillare l’acqua esce dalla parte arteriosa grazie alla pressione idrostatica che è maggiore rispetto a lato venoso e quindi facilita la fuoriuscita di acqua con i soluti (glucosio, sodio, amminoacidi). Al lato venoso la pressione idrostatica diminuisce rapidamente perché prima avevo lo sfintere del capillare quindi si rallenta la pressione. Mentre ho circa 30 mm di Hg di pressione nel lato arterioso ne ho circa 15 nel lato venoso. L’acqua è, inoltre, soggetta ad un’altra forza che è la pressione colloidosmotica data dalle proteine che rimangono nel capillare che richiamano l’h2o all’interno e, siccome le proteine non escono, la colloidosmotica è uguale sia dalla parte arteriosa sia dalla venosa: dalla parte arteriosa, pertanto, la pressione sarà a vantaggio della fuoriuscita dell’acqua perché la pressione idrostatica è maggiore della colloidomotica, dalla parte venosa la pressione idrostatica è inferiore alla colloidosmotica e quindi l’acqua tenderà a rientrare, portando con sé i cataboliti. Se questo equilibrio idrostatico non funziona, si crea l’edema: se aumenta la pressione idrostatica avremo un flusso maggiore e il rientro di acqua sarà minore (si accumula acqua nell’interstizio), però in quel caso intervengono gli sfinteri dei capillari. Gli sfinteri dei capillari, infatti, sono fatti di muscolo liscio e più vengono tirati più si contraggono con forza. Se, quindi, aumenta la pressione a monte dello sfintere esso si contrae con più forza e bilancia la pressione idrostatica (oppone resistenza) e rapidamente blocca l’edema. Se, invece, a cambiare è il contenuto proteico del sangue l’acqua non può essere riassorbita. Il contenuto proteico cambia in casi di patologie del fegato, che produce le proteine del sangue, pertanto in caso di cirrosi epatica, per esempio, avremo la formazione di edemi. RITORNO VENOSO E PRESSIONE SANGUIGNA Come fa a tornare il sangue dalla periferia al cuore visto che non ci sono pompe a livello periferico? Esso ritorna perché le vene hanno valvole a nido di rondine che quando vengono contratte/schiacciate fanno sì che il sangue non torni indietro e vada solo in una direzione che è dalla periferia al centro e dalla superficie verso le vene profonde. Tutte le volte che contraggo i muscoli faccio sì che il sangue ritorni in su verso il cuore pronto per essere pompato perché i muscoli schiacciano le valvole delle vene che si aprono. Un’altra pompa molto importante è quella fornita dal diaframma che quando si muove crea una depressione nella cavità addominale che crea un risucchio di sangue dalla cavità addominale verso quella toracica e quindi in questo modo il nostro sangue può tranquillamente tornare verso il cuore. La misura della pressione del sangue è in mm di Hg. Essa si misura in un soggetto sdraiato perché in piedi si esercita anche la forza di gravità che influenza la pressione (= effetti dell’ortostatismo sulla pressione): la pressione quindi è diversa a seconda dei punti in cui essa viene misurata. I sistemi di controllo della pressione, tuttavia, fanno sì che nonostante la gravità si riesca comunque a compensare grazie ai barocettori. Per misurarla si usa lo sfigmomanometro che gonfio fino a superare il valore di pressione massima del soggetto, poi comincio a sgonfiarlo e sento il primo tono che corrisponde alla pressione massima, la sistolica, continuo a sgonfiarlo fino ad arrivare sotto la pressione minima, la diastolico, e non sento nessun rumore. Perché non sento rumore? Perché quando ho sentito il primo tono avevo compresso l'arteria e siccome il sangue scorre in maniera turbolenta sento il rumore. Quando non comprimo più il vaso non sento più il rumore. Tutti i soggetti hanno un ritmo circadiano per la pressione arteriosa che vuol dire che la pressione varia a seconda delle ore del giorno e della notte e di notte è più bassa. Se ci svegliamo di soprassalto abbiamo la pressione anche troppo bassa, specie quando veniamo svegliati. Questo grafico (ultima slide) spiega i meccanismi di controllo della pressione che sono molto rapidi: tutto ciò avviene ad opera dei barocettori e dei chemiocettori. Essi, però, riescono ad aggiustarla di pochi mm di Hg. Abbiamo anche dei sistemi di controllo a lungo termine: il sistema renale, ad esempio, che richiede più tempo,
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