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Gabrieli, La letteratura araba, Sintesi del corso di Letteratura araba

Dall'età Preislamica alla decadenza del periodo della Decadenza (XIX)

Tipologia: Sintesi del corso

2013/2014
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Caricato il 27/09/2014

Giulia.sing94
Giulia.sing94 🇮🇹

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Scarica Gabrieli, La letteratura araba e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura araba solo su Docsity! ETA' PREISLAMICA: Giahiliyya Documenti dal VI al VII sec. inizialmente tramandati oralmente (rapsodi=ruwat). Poesia preislamica come espressione della vita beduina, popoli nomadi organizzati in tribù, che vivevano di pastorizia e razzìe. Virtù principale la Muruwwa. Vivevano a stretto contatto con la natura. Il cammello e il cavallo erano le loro fide cavalcature. Credenze rozze e superstizioni idolatriche. Vivevano ai margini di società sedentarie più organizzate come la Mecca, retta da aristocrazia mercantile, si venerava un pantheon ricco di divinità pagane. Temi: uomo, natura, morte, amore; eroe preislamico segue l'ideale della muruwwa; tecnica del wasf: descrizione decompositiva; componimento utilizzato: Qasida Le Muallaqat, sette qaside raccolte nell'VIII sec. dal filologo ar-Ràwiya, dette "le appese" poichè si dice venissero appesi, come segno distintivo, alle pareti della Kaba. • Imru l-Qais , poeta errabondo della tribù dei Kinda • Tarafa, dal Bahrain e la gioia di vivere • Antara, poeta guerriero, mescola amore ed armi; Zuhair, il poeta longevo, tema dl tedio della vita; Labìd, wasf di animali e ricercatezza lessicale. • Harith ibn Hilliza, Amr Ibn Kulthum e le perorazioni per i Bakr e i Taghlib • al-Khansa, poetessa famosa per l'elegie ai fratelli • al-Abras, nemico di Imr l-Qais, fakr per le rime folgoranti e lingua tagliente • Samawal ibn Adiyya, e il patto di fedeltà ad Imr l-Qais I SAALIK: poeti disperati, ladroni, vivevano di razzìe e in solitudine rinnegando il vincolo tribale • Taàbbata Sharran, Shànfara (e la Lamiyyat al-Arab) scrivono della vita del suluk facendosene un vanto I POETI CORTESI: vasto orizzonte intellettuale, conoscienza di lingue straniere, assorbono le esperienze apprese nel deserto e ne addolciscono i temi • Nabigha (e i madih per Lakhmidi e Ghassanidi), al-Asha (grande viaggiatore, poesia delle rovine), Adi ibn Zaid (poesia delle rovine e canto bacchico) Gli HANIF: monoteisti non appartenenti a nessuna religione rivelata, che discendono da Abramo, il primo partiarca del monoteismo; sentivano già in epoca preislamica il bisogno di un unico Dio. Si dice che il Profeta fosse uno di loro e discendente di Ismaele. • Umayya, massimo esponente ETA' DI MAOMETTO Nel 27 del Ramadan 610 avviene la rivelazione, Muhammad si confida all'inizio con la moglie Khadija e altri pochi per prudenza nell'andare contro la propria famiglia, che gestiva il potere economico a La Mecca. Nel 614 avviene una prima piccola egira che si ripeterà ufficialmente nel 622: il Profeta con i muhagirùn si recò a Yatrib (diventata poi Medina), aiutati dagli Ansaar (ausiliari, primi musulmani di medina che aiutarono muhammad a infiltrarsi). Nel 623 viene scritta la Costituzione Medinese, volto a regolare la Umma (comunità musulmana). Nel 630 Muhammad tornò a La Mecca e privò degli idoli pagani la Kaaba, restituendola ad Allah, istituendo il rituale del pellegrinaggio (hajj). • Corano e le Sure e la prosa rimata, sag' 114 capitoli posti in ordine di lunghezza decrescente 1° periodo meccano - apocalisse (sure del terremoto, dell'ora battente e la Percotente) 2° periodo meccano - unicità (la sura di Giona, del fumo e dei poeti, inimitabilità della lingua, eloquente, chiara eterna come il Corano) 3° medinese - questioni pratiche (sura 37 vieta di bere vino) Alla sua morte ancora non c'era una raccolta sistematica delle sure, Abu Bakr ordinò a Zaid ibn Thabit di sistemarle e raccoglierle in un unico libro, che rifece e ufficializzò sotto Othman nel 650. I Mukhadramùn: i poeti del periodo di transizione, esprimono la refrattarietà della poesia nell' accogliere la nuova fede. • Kaab ibn Zuhair e la qasida della Burda ETA' DEGLI OMAYYADI (661-750) Maggior periodo di espansione del territorio e della cultura araba, con capitale Damasco; letteratura nazionale, di arabi puri. La poesia cerca di adeguarsi alla nuova realtà socio-politica e diventa d'occasione: cronaca quotidiana e polemica politica. Vengono abbandonati gli arcaismi in favore di una lingua semplice e accessibile a tutti. Le singole parti della qadisa si sviluppano autonomamente diventando generi a sè: khamriyya, amore, madih, ritha, ecc. • Qatari ibn al-Fugiaa e gli Kharigiti: estremismo politico-religioso nato nel 657 dopo la morte di Othman; vanno contro ogni potere costituito e sono disposti ad azioni violente, mossi da una forte spiritualità; di giorno combattono, la notte pregano. • la triade Akhtal (les chantre des Omiades,canto bacchico,scene di caccia), Giarir (fluidità nell'ispirazione e dolcezza nell'elegia), Farazdaq (D'Annunzio arabo,indifferenza morale; da anziano diede la colpa a Iblìs) Maghrib: territori africa settentrionale a ovest dell’Egitto, compresa al-Andalus (711-1492Granada) e la Sicilia (827-1091). Queste terre rimasero per poco tempo sotto il controllo dell’autorità centrale, scissione politica che non implicò una rottura culturale. La civiltà musulmana rimase una, diffondendosi in tutto il maghrib. Riprendono dall’oriente lo stile, la metrica, la lingua e le esperienze elaborandole. Si sviluppa in questo periodo la poesia strofica. poeti di metrica classica • Ibn Hazm una delle maggiori personalità intellettuali della Spagna la poesia strofica: nel XI compaiono le muwashshahat, canzoni a cinque,sette o più strofe ove lo schema più frequente è aa,bbba,ccca,ddda. Genere inventato da un certo Muqaddam al-Qabri. La novità è puramente strutturale. Nella khargia, l’ultima strofa,venivano inserite battute colloquiali di lingua volgare parlata (plurilinguismo: latino+arabo classico, con rispettive parlate volgari della lingua romanza spagnola e del dialetto arabo). Successivamente questo plurilinguismo è stato esteso a tutta la muwashshaha, che si chamerà Zagial, di cui il più illustre rappresentate è: • Ibn Quzman, uomo colto ma che ha saputo riportare la lingua popolare nelle sue opere, riportando scene di vita quotidiana, dal mercato alla moschea, una realtà plebea lontana dal mondo di corte. i poeti siciliani si rifanno agli andalusi; conquista dal 827 al 1091 con aghlabiti,fatimidi e qalbiti, conquistarono per prima Siracusa, roccaforte del potere bizantino e poi arrivarono a Palermo, trasformandola in centro politico e culturale. Paradossalmente la cultura siculo-musulmana ebbe il suo acme sotto i Normanni. • Ibn Hamdis, siracusano, detto poeta errante, lasciò la sua terra non potendo accettare la dominazione cristiana dei Normanni. Nelle sue opere il tema principale è la nostalgia per la patria perduta, che lui vedeva come un paradiso terrestre. “Il paese cui la colomba prestò il suo collare” [cit.] La prosa d'Adab Dilaga dalla metà del VIII al X sec, crea un equilibrio tra forma (prosa d’arte) e contenuto(prosa tecnica). Termine proviene da addaba=educare, adib=il modello di uomo di mondo, con vasta conoscenza, che deve sapersi comportare in ogni situazione. Il concetto dell’adab si riferisce quindi all’intera formazione di un soggetto, per cui le prose d’adab si configurano come veri e propri testi volti all’educazione e all’istruzione, trattando di vari campi, dalla filosofia alla zoologia, dalla retorica alla storia, alla geografia, purchè trattate con intenti divulgativi. • al-Muqaffa, traduttore e letterato, formalizzatore dell’adab, scrisse di suo pugno l’Adab al-Kabir, manuale del perfetto uomo di mondo e corteggiano. Traduce l’indiano Panciatranta in “Il Libro di Calila e Dimna” nella cui introduzione parla della relatività delle religioni. Scrive la “risala sui compagni”, dove consiglia al sovrano la scelta dei collaboratori (apologia del manicheismo). Stile: complessità sintattica, lingua ricca e sicura di sé, scarso utilizzo di sag’. • al-Giahiz, nacque e morì a Bàssora, si interessò e scrisse di tutto, sostenendo spesso tesi opposte tra loro, agitatore di problemi, riuscì a destare grande interesse per la grande mole di materiale raccolto e per la sua rarità. Le sue opere maggiori opere sono: - il Libro dell’eloquenza e della chiara esposizione, antologia di eloquenza araba che riporta aneddoti e notizie; - il Libro degli avari, collezione di aneddoti su questo tipo umano, con esempi presi dall’ambiente di Bassora; - il Libro degli animali, poco zoologico, con osservazioni,citazioni poetiche, aneddoti e superstizioni su ogni specie. • Ibn Qutaiba, autore dell’Adab al-Kātib, manuale di filologia a uso dei kuttāb (segretari e funzionari amministrativi); ha fatto anche uso di sag’. • Abu l-Farag al-Isfahani, scrive il Kitab al-Aghani, il libro della canzoni, senza il quale non saremmo a conoscenza della poesia preislamica fino ai primi dell’Islam. Accanto ad ogni componimento pone la biografia dell’autore e digressioni storiche; il sistema dell’Isnaad introduce di regola i racconti. La narrativa Elemento importante della letteratura d’adab è la narrazione (riwaya), usata come distrazione e in opposizione ai testi scientifici; fine a sé stessa, puro scopo di diletto; descriveva la corte e i suoi intrighi. • at-Tanukhi, trasmettitore e compilatore che fa uso dell’Isnaad. Scrive il Faraj bada shidda, “il sollievo dopo la disdetta” che ha per filo conduttore il concetto dell’aiuto divino che salva da situazioni scomode. La Sirat (pl. Syar) – narrativa popolare Racconti di narrativa popolare che non hanno avuto molta espansione al di fuori della cultura araba, elementi storici mischiati a elementi fantastici. L’intento era rivolgersi a un gruppo di dotti ma furono screditate da questi poiché anonime destavano minor interesse. Sirat Antar Vita romanzata del poeta preislamico Antara diluita con fantasia. Il personaggio compie un viaggio di iniziazione per il riscatto. Sirat Banu Hilal Versione romanzata di vicende storiche su un importante tribù d’Arabia, che con scorrerie rovinose tende ad espandersi, creando disordini. Notizie storiche: iniziale fuoriuscita dalla penisola araba sotto gli abbasidi e ostacolazione da parte dei Fatimidi. Sirat Baibars Narra della figura eroica del Sultano Mamelucco Baibars (1260-1277) che sviluppa la cultura attraverso la costruzione di scuole e monumenti; riesce a contrastare mongoli e franchi. Lingua: nucleo principale dialetto egiziano , ma è presente anche il damasceno. La prosa ornata: sag' Il Sag’ si pone come continuazione dell’adab ma finisce per diventarne negazione, infatti svilisce il contenuto in favore della forma. I primi trionfi sono nell’epistolografia, per cui la risala diventa esclusivamente prova di bravura: RISALA - ikhwaniyya: destinata ai parenti, spesso senza una circostanza • inshaiyya: destinata ai potenti per fini commerciali • adabiyya: risala letteraria, rivolta spesso a destinatari storici, quindi fittizia Nacquero quindi intorno al X sec. dei brevi componimenti in sag’ di scenette con sfondo realistico: le maqamàt, di cui Ibn Duraid fu precursore. • al-Hamadhani, esponente maggiore della maqama, ce ne pervengono cinquanta; scrive componimenti in cui un narratore fittizio mette in luce un personaggio imbroglione che compare sotto diverse vesti: viaggiatore, indovino, predicatore, barbone. Accusa in una maqama al-Giahiz per l’uso di una lingua troppo piana accessibile a tutti, dato che lui preferiva rivolgersi ad ambienti più colti. • a-Hariri, imitatore e successore di Hamadhani, ci lascia anche lui cinquanta maqama con la stessa strutta di al-Hamadhani ma cambiando nomi al narratore e al protagonista. Storiografia Comincia con gli hadith dove l’elemento storico e religioso sono commisti, nei secoli abbasidi riprende una forma autonoma. Nascono la scienza che studia le biografie dei trasmettitori (‘ilm al-
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