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Gestalt, Sintesi del corso di Dinamica Dei Fluidi

perilli - perilli

Tipologia: Sintesi del corso

2015/2016
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Caricato il 14/09/2016

valerio62
valerio62 🇮🇹

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Scarica Gestalt e più Sintesi del corso in PDF di Dinamica Dei Fluidi solo su Docsity! Cap 1:una prima occhiata alla Gestalt -ma,a proposito,la Gestalt-was ist das? “gestalt”è un termine tedesco che non ha un preciso equivalente nelle altre lingue. “gestanten” significa “mettere in forma,dare una struttura significativa”. Sarebbe più esatto parlare di “gestaltung”che indica un’azione prevista,in corso o compiuta,che implica una “formazione”. Nei dizionari attuali,gestalt è associato alla Psicologia Gestalt per la quale,la percezione di una totalità non può ridursi alla semplice somma degli stimoli percepiti. Dunque,il tutto è diverso dalla somma delle parti,così come una parte in un tutto differisce dalla stessa considerata da sola o in un tutto differente,poiché trae,dalla collocazione/funzione in una specifica totalità,delle determinate proprietà. Per comprendere un comportamento bisogna analizzarlo e percepirlo nel contesto globale. -la terapia:unità,sanità,santità Sul dizionario,alla voce “terapia” troviamo:”insieme di azioni/pratiche mirate a guarire/trattare malattie”,l’ OMS invece,ricorda che “salute NON è assenza di malattia/infermità,ma uno stato di completo benessere fisico,mentale e sociale”. Considerata in questa prospettiva globale,la terapia mira a mantenere/sviluppare tale benessere,parlare di guarigione implica parlare di normalità. La Gestalt valorizza l’originalità e diversità di ogni individuo. È una terapia connessa ai concetti di sviluppo personale,formazione,rafforzamento del potenziale umano. Per Goldstein “il nomale si definisce attraverso la capacità di inventare nuove norme”. -a chi si rivolge dunque la gestalt? Oggi viene praticata nella psicoterapia individuale,di coppia,familiare,nei gruppi continuativi,di sviluppo personale del potenziale individuale,presso istituzioni e/o aziende. Essa si rivolge a persone con disturbi fisici,psicosomatici,psichici catalogati come “patologici”,ma anche a persone in difficoltà per le problematiche esistenziali tipiche della vita o a qualunque persona e/o organizzazione che “ricerchi una migliore espansione del proprio potenziale e una migliore qualità di vita”. Esistono patologie gravi,malati disturbati,psicotici,nevrotici,come anche problemi esistenziali correnti( sembra che i suicidi siano più numerosi frale persone “normali” che i “malati mentali”). Dove finisce il “normale” e inizia il “patologico”? chi può dire che il lutto per una persona cara si può gestire meglio di una nevrosi ossessiva? -storia e geografia della gestalt Una delle molteplici denominazioni della Gestalt è “terapia del contatto”. Poco conosciuta in Francia,ma diffusissima in America,dov è preferita a diversi altri approcci terapeutici:sono state aperte decine di Scuole di formazione,la Gestalt è sistematicamente insegnata a psicologi,operatori,pastori,responsabili di movimenti giovanili. In Germania è stata introdotta nel 1969,dal 1972 è insegnata in diversi istituti ed è praticata da molti professionisti,diversamente dalla Francia,dove fino a poco fa,per formarsi era necessario andare all’estero. L’elaborazione della Gestalt è riconducibile a Pearls,psicoterapeuta ebreo tedesco emigrato negli USA a 53 anni. La concezione della Gestalt può essere collocata intorno agli anni ’40 in Africa del sud,il suo atto di nascita e battesimo nel 1951 a N.Y.,anche se divenne celebre ben più tardi in california in occasione del movimento del ’68 che tra le varie cose si proponeva di rivalorizzare l’essere rispetto all’avere ed emancipare il sapere rispetto al potere. La Gestalt si presenta come un’ “arte di vivere”,la genialità di Pearls e collaboratori è consistita nel creare una sintesi coerente tra correnti filosofiche,metodologiche,terapeutiche,europee,americane ed orientali. Essa si colloca all’incrocio tra: psicoanalisi,terapie psicocorporee,psicodramma,sogno da svegli guidato,gruppi di incontro,approccio fenomenologico,esistenziale e filosofie orientali,pone l’accento sulla presa di coscienza dell’esperienza attuale e restituisce dignità al sentito emozionale ancora censurato in Occidente. Essa sviluppa una prospettiva unificatrice dell’uomo,integrandone dimensioni sensoriali,affettive,intellettuali,sociali e spirituali,favorisce un contatto con gli altri e sé stessi,un’adattamento creativo all’ambiente,presa di coscienza di meccanismi che spingono ad agire ripetitivamente,evidenzia le interruzioni nel ciclo di gratificazione dei bisogni e smaschera paure e inibizioni. Non mira a spiegare le origini delle difficoltà ma a far sperimentare il percorso per nuove soluzioni. Ciascuno è responsabile delle proprie scelte ed evita menti,e lavora al ritmo/livello che sente più adatto,a partire da ciò che emerge in un dato momento. Di solito il lavoro è individuale,anche quando c è un gruppo,che funge da supporto o amplificatore. La Gestalt integra e combina tecniche diverse,verbali e non. Essa si differenzia da psicoanalisi e comportamentismo. Non si negano/minimizzano il peso dell ereditarietà,esperienze della prima infanzia o la pressione dell’ambiente sociale,piuttosto si ricerca una coerenza interna del proprio essere-al-mondo,per scoprire/sviluppare il proprio originale stile di vita. La Gestalt spinge l’uomo a conoscere/accettare se stesso senza il bisogno di conformarsi ad un modello di riferimento. Incoraggia a navigare secondo la propria corrente personale,anziché contrastarla. Tutto ciò si traduce in un metodo di lavoro basato su un certo numero di tecniche,troppo spesso però confuse con la Gestalt dai principianti. Tali tecniche acquistano senso solo nel loro contesto globale,integrate in un metodo coerente e praticate in sintonia con una filosofia generale. -un esercizio di consapevolezza Si tratta di stare attenti al flusso delle sensazioni fisiche e sentimenti,di prendere coscienza dell’ininterrotta successione di “figure”che appaiono sullo “sfondo”costituito dalla situazione vissuta e dalla persona che si è,sul piano corporeo,emozionale,immaginario,razionale e comportamentale. Tale esercizio è usato spesso come riscaldamento che può favorire l’emergere di una “situazione incompiuta”anteriore. L’atteggiamento fondamentale di consapevolezza risponde a quattro domande chiave di Pearls(cosa stai facendo in questo momento?cosa senti?cosa stai cercando di evitare?cosa vuoi/ti aspetti da me?) -la “sedia che scotta” e la “sedia vuota” La prima era prediletta da Pearls :sedia vuota sulla pedana,su cui sedersi spontaneamente. Di fronte,una sedia su cui proiettare un personaggio immaginario con cui ci si sente in relazione. In una variante,il gruppo siede in terra tra cuscini. Ciò permette di trovare/cambiare posizione,favorisce contatto ed espressione dei movimenti. Ambiente e clima emozionale differiscono a seconda della posizione dei corpi: a “caso”(dietro un tavolo), “esposti”(in circolo su delle sedie),seduti in terra. Si utilizzano cuscini,o anche altri oggetti come “transizionali”che possono simboleggiare personaggi,parti corporee,attività astratte. Il cliente può visualizzare interiormente,comunicare verbalmente o interagire con un partner immaginario. L uso abusivo di un oggetto transizionale dei pensatori che hanno influenzato Perls sono quasi contemporanei e si sono reciprocamente influenzati. Si potrebbe parlare piuttosto di un “bagno ideologico” in cui Perls si è trovato immerso. -fenomenologia dell’esistenzialismo La fenomenologia è sostanzialmente un metodo di pensiero,mentre l’esistenzialismo una filosofia. Perls si divertiva a mostrare disprezzo per la filosofia,alimentando la sua immagine di uomo incolto,nonostante avesse letto la maggior parte di tali autori in lingua originale. -la terapia della Gestalt:un’antenna terapeutica dell’esistenzialismo Della fenomenologia la Gestalt conserva: -è più importante descrivere che spiegare,l’elemento essenziale è il vissuto immediato,così com è percepito corporeamente al processo che avviene qui e ora. – la percezione di mondo/ambiente è dominata da fattori soggettivi irrazionali che conferiscono loro un significato differente da persona a persona. –ciò implica presa di coscienza del proprio corpo e tempo vissuto,come esperinza unica,estranea a teorizzazioni prestabilite. Dell’esistenzialismo la terapia Gestalt conserva: -precedenza al vissuto concreto,rispetto ai principi astratti. È “esistenziale” ciò che si riferisce al modo in cui l’uomo prova la sua esistenza e la dirige. La comprensione di se per vivere,senza porsi domande è esistenziale:è spontanea,vissuta. –la singolarità di ogni esistenza umana,l’originalità dell’esperienza individuale. – la nozione di responsabilità personale di ognuno che attivamente costruisce il proprio progetto esistenziale e conferisce un significato originale a ciò che gli accade e al mondo circostante. La terapia della Gestalt è un approccio fenomenologico clinico,centrato sulla consapevolezza del cliente in ogni singolo caso e di ciò che sta avvenendo tra lui e il terapeuta. -il burrascoso battesimo di un figlio bastardo La Gestalt è un approccio fenomenologico ed esistenziale,di origine europea. Nel 1951,al momento del “battesimo ufficiale”avrebbe dovuto chiamarsi “psicoanalisi esistenziale”,ma così non fu per ragioni commerciali. Hefferline propose “terapia integrativa”,il gruppo di Seattle “terapia esperienziale”. Inizialmente Perls propose “terapia attraverso la concentrazione” (suggeriva al cliente di concentrarsi sull’esperienza sentita qui e ora)per poi optare per una definizione globale,suggerendo “terapia della Gestalt”. Laura Perls,specializzata in psicologia della Gestalt,riteneva che il metodo e questa teoria fossero poco connessi. Goodman invece,riteneva il termine straniero e troppo esoterico. Malgrado le proteste dei ricercatori gestaltisti,questa parola prevalse e ad oggi si è imposta in tutto il mondo. -la psicologia della Gestalt Il primo studio ufficiale apparve nel 1912. VonHerenfels già all inizio del secolo sosteneva che il tutto differisce dalla somma delle parti. Gli psicologi gestaltisti studiano inizialmente i meccanismi fisiologici/psicologici della percezione e il rapporto organismo-ambiente,per poi considerare anche memoria,intelligenza,espressione e personalità globale. Sostengono che dominio fisico e psichico rispondano a leggi analoghe,rifiutano il dualismo spirito/materia e oggetto/suo principio(l’oggetto non ha forma,è forma). Il campo percettivo si differenzia in uno sfondo e una forma o figura. La forma è strutturata. Non si può distinguere una figura senza sfondo. La Gestalt si interessa molto alla loro interrelazione. La percezione dipende da fattori oggettivi e soggettivi. Il soggetto tende a isolare “buone forme” che regolano le interazioni tra organismo e ambiente. I gestaltisti parlano di relazione dialettica tra soggetto e oggetto:l aspetto dell oggetto dipende dai bisogni del soggetto,il bisogno di quest’ultimo dipende dall’aspetto del primo. Nel 1917 Zeigarnik associa la persistenza della tensione derivante da un compito interrotto ad un “quasi bisogno” di terminarlo. Ciò può portare a ricordare più/meglio un compito interrotto rispetto ad uno completato,anche se,tale pressione psichica,se persiste può cronicizzarsi ed evolvere in nevrosi. Goldstein ha condotto studi su soggetti cerebrolesi e con afasia ,elaborando una “teoria globale”dell’organismo in relazione con l’ambiente e rifiuta la dicotomia psichico/biologico e normale/patologico. Lewin elabora la teoria del campo psicologico studiando l’interdipendenza persona-ambiente sociale. Da ciò elabora la dinamica dei gruppi. Estende poi le ipotesi sul campo individuale a quello psicosociale,confermandole con esperimenti sul clima democratico dei gruppi e gli stili di comando. Cap3: fritz perls -il padre della Gestalt:un “enfant terrible” La terapia della Gestalt deriva dal contributo di molteplici studiosi. Perls ha incontrato la maggior parte di essi,praticando quasi tutte quelle teorie,ideologie,metodi,tecniche,rimescolandole in un impasto personale,arricchito dai contributi soprattutto della moglie e Goodman. Perls era egoista,narcisista,orgoglioso,impulsivo,collerico,seduttore. Fu un cattivo figlio,padre e marito. Ma era anche geniale,con un acuto senso di osservazione,intuizione sorprendente,vasta cultura,creatività e humor. Ebbe una vita movimentata 1.germania 1893:nasce l’8 luglio,dopo una gravidanza difficile,in un ghetto ebreo di Berlino. È terzo di tre figli. Il padre è negoziante di vini e successivamente rappresentante. È affascinante,seducente,ma anche collerico,infedele e violento. La madre,è ebrea praticante,appassionata di opera e teatro. La coppia vive in un clima di conflitto permanente. La sorella maggiore è quasi cieca,dunque iperprotetta dalla madre. Fritz è molto geloso e aggressivo per questo e non soffrirà alla sua morte,in un campo di concentramento. La seconda sorella,maschio mancato,vivrà a lungo con lui a N.Y. facendo da domestica. Fritz sviluppa odio per il padre e per tutta la vita dubiterà di esserne davvero figlio. Non andrà neanche al suo funerale e per tutta la vita sarà ostile verso le figure paterne,Freud incluso. 1903:a 10 anni circa,Fritz diventa insopportabile. Sua madre lo picchia,ma lui si ribella. 1906: a 13 anni è espulso per condotta inqualificabile e se va in giro con un compagno che lo inizia a masturbazione e prostitute. Dopo un anno in una pasticceria decide di tornare a scuola,scegliendone una liberale,in cui sviluppa il gusto del teatro. 1914:allo scoppio della guerra è riformato per malformazione cardiaca. 1916:è inviato al fronte,in Belgio,dove combatte in trincea per mesi. È inviato agli avamposti più pericolosi e conserverà a lungo i postumi di tali traumi. 1920:il 3 aprile,a 27 anni si laurea in medicina. È neuropsichiatra ma il suo principale interesse resta il teatro. Frequenta poeti,filosofi,e artisti della “controcultura”. Conserverà sempre la sua attrazione per gli emarginati. 10/1923-04/1924: va a N.Y. per ottenere l’equivalente americano della sua laurea,non ci riesce e torna in Germania,criticherà sempre la cultura americana. 1925:ha 32 anni e vive con la madre. È sporco,curvo,spento e dubita delle proprie capacità sessuali. In questo periodo incontra Lucy,una donna sposata che lo seduce e gli fa sperimentare molte variazioni erotiche. 1926: a 33 anni inizia una terapia con Karen Horney,esperienza che gli farà decidere di diventare psicoanalista. La Horney gli suggerisce di allontanarsi da Lucy e da Berlino. Perls si trasferisce a Francoforte e diventa assistente di Goldstein. Lì incontra Laura Posner,prima sua amante e poi moglie. 1927: a Francoforte prosegue l’analisi con Clara Happel,che dopo un anno dichiara l’analisi terminata e gli suggerisce di praticare la psicoanalisi. A Vienna,riceve i suoi primi clienti. 1928: torna a Berlino e riprende l’analisi con Eugen Hrnik,che parlava molto raramente e vietava ai clienti di prendere decisioni importanti durante la terapia(Perls se ne sbarazzò quando decise di sposare Laura). 1929:il 23 agosto sposa Laura,nonostante la famiglia di nei non volesse. Lui ha 36 anni,lei 24. 1930: Perls inizia una quarta analisi con Reich,e finalmente si sente capito. Reich era stato ammesso a 23 anni alla società psicoanalitica di Vienna e autorizzato a ricevere clienti. Si interessa maggiormente al presente e cerca di elaborare processi di guarigione,conduce un’ analisi attiva. Reich verrà espulso prima dalla società di Vienna e poi dall’ associazione psicoanalitica internazionale. 1931:nasce la prima figlia,Renate. Perls le starà molto vicino,fino alla nascita del figlio Steve,per poi ignorarli completamente per il resto della sua vita. 04/1933: perls fugge dalla Germania in Olanda,poiché ebreo. Non riesce a lavorare ad Amsterdam,Ernest Jones gli offre un posto in Sudafrica. 2.sudafrica 1934: Perls si stabilisce a Johannesburg. Lui e Laura hanno molti clienti e aspiranti psicoanalisti da formare. Diventano ricchi e famosi in poco tempo. Perls continua a rispettare le rigide regole della psicoanalisi: cinque sedute a settimana,cinquanta minuti l’una,nessun contatto con i clienti. 1936:per il congresso internazionale di psicoanalisi di Praga, Perls aveva elaborato una relazione su “le resistenze orali” come completamento delle idee freudiane sulle resistenze anali ,ma il congresso fu per lui traumatico per diversi motivi: fu accolto freddamente da Freud,nonostante i due anni di La terapia della Gestalt è una figlia della psicoanalisi ma è una creatura ribelle che ha ereditato la ribellione di Perls contro Freud. Perls ha seguito quattro psicoanalisi successive, tutte in condizioni inusuali: 1. Con Karen Horney durata solo un anno 2. Con Clara Happel, bruscamente interrotta 3. Con Eugen Harnick durata più a lungo ma questi era passivo fino al paradosso 4. Con Wihelm Reich che, al contrario, tendeva ad intervenire particolarmente spesso ed era sempre meno ortodosso. Karen Horney e Wihelm Reich sono divenuti dei discepoli contestatori di Freud. E’ importante sottolineare inoltre l’influenza indiretta di Ferenczi, soprattutto della sua tecnica attiva e dei suoi calorosi interventi fisici. Questa influenza spiega anche la parentela tra la pratica di Perls e quella di Winnicott, allievo diretto di Ferenczi. Occorre evidenziare che Perls non ha vissuto un’esperienza “classica” tradizionale della psicoanalisi, e ciò malgrado i suoi 6 anni di analisi e di formazione e i suoi 23 anni di pratica come psicoanalista. Perls critica soprattutto l’idea caricaturale che egli stesso si è formato della psicoanalisi e nella quale molti analisti contemporanei non si riconoscono affatto. Ma è anche vero che Perls, come tutti gli innovatori, doveva far riconoscere la specificità del suo metodo cioè che non ci si afferma che opponendosi. Controversie Jung faceva notare che differenze teoriche rinviano a differenze di personalità: si sceeglie cioè un modello corrispondente alla propria struttura psichica. Perls amava molto una storiella narrata da un suo discepolo Abrahm Levitsky che raccontava di un americano che produceva tazze da tè e ne creò una molto originale. questo americano per risparmiare le fece produrre dai giapponesi che sono capaci di imitare qualsiasi cosa alla perfezione, tanto è che quando nel trasporto si ruppe il manico della tazza, loro la riprodussero allo stesso modo. Così Perls dice che allo stesso modo Freud che aveva la fobia di guardare le persone in faccia aveva risolto il problema sistemando i pazienti con la faccia al muro. E a partire da quel momento gli psicoanalisti non hanno fatto altro che copiare il manico rotto della tazza allo stesso modo. Fritz contesta Sigmund Perls contesta un gran numero di punti fondamentali tanto della teoria che della tecnica freudiana ortodossa: l’inconscio, il primato della sessualità infantile, il ruolo della repressione nella genesi delle nevrosi, l’edipo, l’angoscia di castrazione, l’istinto di morte, l’utilizzazione della nevrosi di transfert durante la cura, la benevola neutralità, le regole dell’astinenza ecc.ecc. L’inconscio Perls preferisce parlare di non conscio e studiare il processo attuale di rimozione, piuttosto che il contenuto del materiale rimosso. Perls non nega l’inconscio egli propone semplicemente di accostarsi ad esso in maniere differenti dalle associazioni verbali o dal sogno, e precisamente attraverso l’ascolto del corpo, delle sensazioni e delle emozioni. Perls ritiene che l’osservazione attenta dei fenomeni di superficie attuali possa consentirci di apprendere tanto quanto i lenti scavi archeologici che tendono a riesumare pseudo ricordi d’infanzia e comunque falsati dalle successive rielaborazioni. La nevrosi Perls attribuisce grande importanza ai bisogni fisiologici orali e cutanei, fondamentali per la sopravvivenza individuale e precedenti alla pulsione sessuale propriamente detta. Secondo lui la nevrosi è conseguenza di un sommarsi di “gestalt incompiute”, vale a dire di bisogni interrotti o non soddisfatti piuttosto che di desideri proibiti dalla società o rimossi dalla censura del super io e dell’io; la nevrosi nascerebbe quindi da un conflitto tra l’organismo e il suo ambiente ed è per questo che essa è individuabile soprattutto al confine-contatto tra individuo e ambiente. Il transfert La deliberata trasformazione del transfert spontaneo del cliente in nevrosi di transfert sembra a Perls una elucubrazione inutile e pericolosa. Essa contribuisce ad allungare la cura, inducendo una eccessiva dipendenza che può alienare il cliente per anni e anni, impedendogli di assumere decisioni importanti per la sua vita quotidiana. Essa rischia di favorire ed alimentare meccanismi proiettivi che Perls considera come una resistenza a guardare in faccia la realtà sociale e come una fuga di fronte alle responsabilità. Le interferenze con il transfert non sono negate ma messe a fuoco a mano a mano e il transfert non costituisce il motore della terapia; quindi è la strategia terapeutica che cambia. Come e adesso Qualsiasi ricerca esplicativa delle cause di un disturbo nei traumi infantili appariva a Perls come capace di costituire una giustificazione difensiva che rinforza la nevrosi piuttosto che combatterla. “L’interpretazione fa da nutrice al sintomo”, cioè esso lo alimenta e lo amplifica dandogli un senso. Un’analisi attenta della maniera in cui il disturbo si manifesta oggi e degli eventuali benefici secondari che esso mi procura può incoraggiarmi a rinunciarvi più facilmente. Quindi Perls dice che non nega che tutto origini nel passato e tende verso uno sviluppo successivo ma il passato e il futuro prendono continuamente punti di riferimento nel presente ed è qui che devono essere realizzati. L’analisi del passato non è sempre sufficiente a poiché spesso i sintomi permangono malgrado la presa di coscienza di quale sia la rappresentazione rimossa. Quindi mentre nella psicoanalisi la presa di coscienza comporta una modificazione del vissuto, nella gestalt le modificazioni del vissuto attraverso l’esperienza permettono una modificazione del comportamento, accompagnato da un eventuale presa di coscienza Psicoterapia individuale e di gruppo In analisi può accadere che la relazione verbale duale, che si attua nel segreto dello studio, consenta lo sviluppo di razionalizzazioni morbose o anche l’evocazione di fantasmi e ciò senza alcun confronto con la realtà esterna. Ad esempio posso percepirmi come seduttore intraprendente laddove in una situazione di gruppo in cui è implicata la relazione potrebbero comparire rapidamente dei miei tratti assai differenti. Non è raro che la parola sia evidentemente divergente rispetto al comportamento gestuale e sociale soprattutto quando si è distesi sul divano privato da qualsiasi movimento e anche del semplice contatto con il proprio terapeuta. La neutralità benevola In realtà lo psicoanalista non è mai neutro, il cliente percepisce intuitivamente i suoi sentimenti profondi, anche quando siano controllati e il cliente cerca, inconsciamente, di soddisfare le aspettative del suo terapeuta (che sente o che proietta su di lui). Il peso della teoria e delle norme Dal momento che la psicoanalisi è fondata su un corpus dogmatico solidamente elaborato, il cliente talvolta si sente catalogato, etichettato in una categoria nosografica data. Egli deve trovare il suo posto preciso nella teoria, considerata come universale, e quindi non si sente sempre rispettato nella propria unicità. A tale proposito Perls evoca, in maniera un po’ caricaturale, ciò che egli chiama:  la apatia freudiana (astinenza, neutralità, perfino freddezza);  la empatia rogersiana (vibrare insieme all’altro, mettersi nei suoi panni);  la simpatia gestaltica (relazione autentica io-tu fra due persone, ciascuna delle quali conserva il proprio posto). La psicoanalisi giunge così ad apparire, talvolta, come normativa e proponente obiettivi di socializzazione e adattamento; ad esempio l’omosessualità è da essa ancora, talvolta, disegnata come perversione. La gestalt al contrario, si presenta come nettamente più liberale senza classificazioni a priori, né aspettative implicite del terapeuta nei confronti del cliente. Elitarismo e democrazia Come non sottolineare infine, l’impatto terapeutico limitato della psicoanalisi, che è accessibile soltanto a uno strato sociale assai ristretto, una sorta di aristocrazia, e ciò non unicamente per ragioni economiche, ma anche in quanto essa esige una sufficiente capacità di verbalizzare i propri
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