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Letteratura italiana contemporanea, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Appunti sul corso di letteratura italiana contemporanea a.a. 2023/2024

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 01/03/2024

a.gjoka1
a.gjoka1 🇮🇹

3 documenti

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Scarica Letteratura italiana contemporanea e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! NATALIA LEVI GINZBURG BIOGRAFIA: Nasce il 14.07.1916 a Palermo, non ha origini siciliane, ma di Trieste e Milano. E’ di famiglia ebraica, il padre scienziato chimico e maestro di Rita Levi. La famiglia è antifascista e socialista, per questo padre e fratelli vengono incarcerati e processati. Molte vicende raccontate in lessico famigliare. La sua prima formazione scolastica è in casa, l’adolescenza al liceo classico, abbandona uni. Inizia a scrivere a 18 anni (in realtà molto prima, lo racconta in prefazione 5 romanzi brevi). Leone Ginzburg, (marito) ebreo-russo, contribuisce a far conoscere i suoi primi scritti e la sprona ad uscire da una condizione di solitudine propria di lei per carattere. La storia di questa famiglia che si forma inizia da un rapporto intellettuale, affinità e simpatia di due caratteri opposti. Il matrimonio nel 1938, anno caratterizzato da eventi storici che sfociano nell’inizio della seconda guerra mondiale: emanate leggi razziali, Italia su modello Germania di Hitler. Per le origini ebraiche fu opportuno allontanarsi da Torino, si sposano in Abruzzo insieme ai tre figli, momento che ricorderà in piccole virtù come uno dei periodi più felici della sua vita, periodo gravido di scrittura. I coniugi sono legati dal lavoro, importante è quello che fanno insieme nei lavori di Chekov, rivede la traduzione italiana del marito e ne fanno una raccolta italiana del grande maestro russo. Tra queste traduzioni, sempre durante la guerra, c’è quella di Prust commissionata a Natalia che ci lavora ancora una volta insieme al marito; terminerà la traduzione quando ritorna a Roma. Poi ancora traduce dal francese Montesquieu nel 43, ma la traduzione rimane anonima. Tra 43 e 44 lavorano in maniera clandestina, i loro nomi non escono in copertina. Al loro ritorno a Roma, Leone viene arrestato e torturato a morte, perdi nel quale Natalia scrive lettere dedicate a Leone e viceversa. Lui la incita ad uscire dalla sua riservatezza per intraprendere una qualsiasi attività sociale, per lui fare cultura significava avere un’idea del mondo. Natalia lavora come redattrice interna ad Einaudi, è una voce autorevole, lei stessa traduce e scrive romanzi saggi opere teatrali, la sua vita da scrittrice sta nel secolo breve fino alla sua morte, e in questo percorso vede un secondo matrimonio nel 1950, non dura molto perché lui muore nel 1969. Diventa parlamentare nella sinistra dal 83 al 87, molto attiva contro le discriminazioni razziali che lei stessa aveva subito. Per la scrittura al femminile, racconta molto di donne, molte protagoniste sono donne nei suoi racconti, nel lessico c’è lei stessa, lei bambina, donne adulte, maternità, contadine, donne borghesi, ha uno sguardo a tutto tondo sulla condizione femminile dell’epoca. • intervista 1964, Lessico famigliare: non è un autobiografia, intende essere un testimone in questo libro, racconta. Lo stato d’animo in cui siamo condiziona molto il modo in cui scriviamo, con la felicità siamo creativi, con la tristezza guardiamo dentro di noi. Inizialmente desiderava voler scrivere come un uomo, ma afferma di non esserne in grado perchè è donna, la scrittura femminile ha difetti come oggettività e sentimentalismo, difetti che lei ha. Poi capisce che il fatto di essere donna andava accettata, come se fosse un’inferiorità da dover accettare —> movimento di pensiero quasi inconsapevole, non avendo trovato la sua strada, faceva i conti con la scrittura maschile, riprende lo stereotipo dei tempi. Stereotipi maschili che le donne hanno assorbito e quindi li facciamo nostri e facciamo fatica a distaccarcene, diventiamo nemiche di noi stesse. Esce un libro dopo lessico famigliare, voluto da Einaudi, per mettere insieme tutto quello che Natalia aveva scritto prima e farlo conoscere: cinque romanzi brevi, prima edizione del 64, nella nuova ristampa del volume, Natalia ormai morta, Einaudi chiede a Garboli (grande critico) di recensirlo. Il libro comprende i 5 romanzi brevi accennati prima, i racconti. Garboli i primi racconti li definisce come scrittura di un artista cucciolo, giudica in modo dispregiativo. E’ tutto una preparazione al traguardo lessico famigliare, dice che la scrittrice è come se avesse trovato la propria voce. Quindi inizialmente Garboli è critico per le prime opere, mentre per lessico fam gli piace, dice che Ginzburg ha voluto scrivere di situazioni che le stavano a cuore. •Casa al mare: testimonianza di come Natalia volesse uscire da se stessa e scrivere come un uomo, è una narrazione in prima persona ma il protagonista è uomo, non ha carattere autobiografico, è un io di finzione, un personaggio, un narratore testimone. Dalle parole del narratore cosa sappiamo di Walter: bell’uomo, scherniva le ragazze che si innamoravano di lui, ha un figlio, è sposato. Poi troviamo info anche su narratore: vive con madre, poco denaro, zio gli presta denaro, in viaggio pensa ad amico Walter. Il protagonista sa queste cose di Valter perchè ha ricevuto una lettera e lo sta raggiungendo in questa sua casa balneare, ciò che non sa lo ipotizza, è una narrazione ipotetica. C’è una grande attenzione all’intreccio—> fabula e intreccio —> - fabula: equivalente di storia, gli avvenimenti narrati disposti in ordine cronologico naturale, come avverrebbero nella realtà - Intreccio: equivalente di discorso, come gli eventi si dispongono nella narrazione, quindi von ordine cronologico quasi mai naturale Abbiamo una storia che parte dall’elemento più interessante, poi abbiamo i flashback che ci portano indietro, questo porta una sfasatura parziale tra fabula e intreccio. Abbiamo una sfasatura tra fabula e intreccio, quando il racconto comincia dalla fine. NON E’ IO ONNISCIENTE, lui stesso si interroga sulle cose, non è a conoscenza di alcune info. Quindi abbiamo un narratore interno, un’io narrante che non racconta la sua storia, non è una voce AUTO-DIEGETICA (DIEGESI: narrazione, l’andamento diegetico di una storia è il succedersi dei fatti che vengono raccontati, intro-diegetico= interno a vicende raccontate, extra-diegetico= narratore che non fa parte di quella storia, narratore omodiegetico= narra ma non è all’interno della storia). VARI TIPI DI NARRATORI: - omodiegetico: o anche autodiegetico quando riporta fatti inerenti a sé stesso (definito anche io narrante) narra ma non è all’interno della storia - Intradiegetico: il narratore è interno alle vicende raccontate Quindi questo tipo di narratore non essendo onnisciente, non conosce tutti i fatti, quindi non può fare anticipazioni, se le fa deve giustificarle, come nel racconto che lui fa delle anticipazioni ma le giustifica con le lettere che ricavava dall’amico. I primi racconti di Ginzburg funzionano così, ma non succede la stessa cosa in lessico famigliare, ha una sua costruzione, altrimenti l’avrebbe chiamata una autobiografia, invece è un romanzo. Un racconto di memoria che va all’indietro e che si basa sul discorso, segue un andamento senza quell’artificio che in quei primi racconti c’è. Intersezioni tra storia personale e grande storia, gli elementi storici che la toccano più da vicino: Nel 33, in piena epoca fascista, lei scrive i primi racconti. Dopo l’uccisione di Leone, lei torna a Torino ed entra in periodo buio e di grande depressione, di cui parla nell’intervista, avendola sentita quasi come una colpa, bisogna essere in grado di uscirne, perché se no sembra quasi un dolore amato, ci si adagia nel dolore. Uno dei suoi racconti più belli, la madre, rispecchia qualcosa di quel periodo buio, non è un autobiografia, c’è un narratore esterno, c’è il punto di vista della madre, racconta un’esistenza tragica, ma anche molto leggera, fuori dagli stereotipi di quel tempo, è una donna anticonformista, l’immagine della donna che “fila via”, la donna che fuma e lavora insieme agli uomini allo stesso livello, concilia lavoro e famiglia, che ha molte frequentazioni, racconta qualcosa di quel mondo ancora caratterizzato da ideologia fortemente patriarcale. In questi primi racconti la Ginzburg utilizza una sintassi PARATATTICA (frasi coordinate fra di loro i cui membri sono indipendenti, due frasi principali che si uniscono tramite e o virgola), frasi semplici con propri soggetti, verbi e complementi, ma collegate dalla virgola; ma abbiamo anche frasi subordinate però sempre minime. Una sintassi che tende più alla frammentazione. Il lessico non è particolarmente ricercato o complesso, sceglie un lessico FAMIGLIARE, informale, semplice, un lessico di grado zero, ovvero che si tiene su una linea che si sposta nei punti alti con la lingua aurica (poetica, letteraria, settoriale, precisa) e in punti bassi con il linguaggio scurrile, volgare, popolare. Il linguaggio di grado zero è un linguaggio comprensibile a La parte più impo è conciliare parola, immagine e azioni, infatti lei stessa va a riprendere il lessico famigliare e quindi in questo caso va a descrivere come i personaggi siano più rappresentati dalla parola piuttosto che dall’azione —> riportare parole caratteristiche. TRIANGOLO TRA PAROLA-IMMAGINE-REALTA Per quanto riguarda l’aspetto autobiografico, si parla di Leone, della morte del primo marito, del secondo matrimonio e la chiusura del romanzo stesso che è come se fosse infinito, non c’è un vero evento conclusivo, è una linea continua che non si spezza mai. Le frasi ricorrenti che accompagnano tutta la storia della famiglia: - il baco del calo del malo Il ritratto di Silvio (personaggio che si suicida) viene introdotto attraverso le parole, prima con uno scioglilingua, dialogo, marco assomiglia a Silvio, introdotto da una battuta di dialogo che mette in scena il personaggio. La narratrice riprende dal dialogo della madre, lo porta al di fuori e ne fa un vero e proprio ritratto, ci racconta la sua storia che inizia con qualcosa che non sappiamo, non sappiamo perché si sia suicidato, ma dal racconto della madre capiamo che gli altri personaggi sanno qualcosa a riguardo, scopriamo che c’è una lettera che ha scritto prima di morire, dalla quale capiremmo molte cose, ma l’autrice decide di non farci leggere quella lettera —> vuoto Questi vuoti vengono lasciati volutamente, è quel non detto che ci porta a rileggere il racconto trovando nuovi significati attraverso le nostre ipotesi. Diario di Zeno — Lessico famigliare. Questo Silvio non è mai stato uno dei membri della famiglia, ma la Ginzburg si è presa la libertà di attribuirgli questa famigliarità. E’ un libro di memorie che racconta la sua vita, dalla nascita all’adolescenza, alla formazione, alla scuola al lavoro, editoria ecc… seguendo il filo del tempo in modo naturale, tendendo a mescolare passato e presente, avvicina avvenimenti gli uni agli altri con un sistema analogico piuttosto che cronologico—> richiama il flusso di coscienza. Da quella fotografia passa l’idea del fatto che la madre volesse che uno dei figli diventasse musicista. Quindi presenta Silvio che assomiglia ad uno dei figli e attorno a questo personaggio presenta un tema, quello della musica, e dei personaggi che ne fanno parte, questi ritratti si arricchiscono attorno a questo tema. Abbiamo un tema comune a più ritratti, ora il ritratto del padre, ci aiuta a mettere a fuoco un’altra caratteristica di un personaggio che già conoscevamo dall’inizio (irascibile, impaziente) è un ulteriore prova su come il padre si comporta con quello che gli piace o meno —> donna chiede elemosina, al padre va bene purché non canti. Altra nuova caratteristica è l’empatia nei confronti di una donna in difficoltà, ODIA LA MUSICA in modo radicale, dice che in casa Ginzburg la musica non è gradita. L’educazione musicale dei figli non è passata dal padre, ma dalla madre. Il sistema costruttivo del romanzo: oltre al suicidio DEL Silvio, introduce un tema nuovo, chiamando in causa due personaggi politici socialisti, partito al cui padre aderiva, due compagni conviventi ma non sposati. E’ un procedimento analogico, qual è il legame con il tema precedente (musica); c’erano due foto una Silvio con la madre con baffi in su, con accanto una foto della madre con signora Pulishov. Quindi sta parlando di musica, ma già introduce il tema successivo (coppia socialista). Questo procedimento si basa su un motivo musicale (Wagner), si segue un tema e poi si varia. Parlando di musica lavora sui motivi musicali. Sta per raccontare la storia della Pulishov e stabilirà i legami di loro con la famiglia. Perché parla poco del marito Leone in lessico famigliare, persona così tanto importante: tono distaccato —> sofferenza che non vuole essere riportata alla luce (tentato suicidio). ALBA DE CESPEDES Intervista che risale agli anni ’80, gli ultimi anni della sua vita. Parla di una poesia che ha scritto da bambina, tutt’oggi conservata. Dice che il lavoro da donna, da scrittrice sarà difficile, è una vocazione che va ad un processo costruttivo che la invita a continuare, “non sarà l’ultima volta, scriverai ancora”. La famiglia non l’ha sempre sostenuta e non ha considerato normale che una ragazza scrivesse. Alba vuole essere accettata come scrittrice e anche dalla famiglia come donna che scrive. Lei pubblica il primo racconto con il suo cognome, perché i giornali preferivano non far sapere fosse una donna, volevano si pensasse fosse uomo, perché le donne poco considerate. Ha ereditato il carattere del nonno cubano, che non si ferma di fronte al ricatto degli spagnoli, lei va contro alla censura ben 17 volte, coraggiosa lei e anche l’editore, perché usando il suo vero nome da donna il libro sarebbe dovuto essere ritirato, ma l’editore continua a stamparlo come se l’edizione fosse sempre la stessa—> mantiene la dicitura “settima edizione”, poi con la caduta del fascismo, il libro esce con la dicitura “25 edizione”; viene ristampato più volte clandestinamente, motivo per cui alba rimane fedele a Mondadori. Copertine, raccontano tanto dei periodi storici: nessuno torna indietro con grafica da fotoromanzo, economiche e destinate ai libri più venduti; questo libro parla della storia di queste ragazze che condividono l’esperienza del collegio con storie diverse tra loro e confidano tra di loro: amore, matrimonio, laurea, l’idea di famiglia che la donna si dedica —> enfatizzata da mussolini con madri prolifere —> discorso attuale, forze politiche che enfatizzano diverse idee di famiglia. Con Alba abbiamo una nuova idea di donna, che si costruisce un futuro, questo dà fastidio perché considerato rivoluzionario. Quindi da un lato odiato, ma dall’altro molto letto e tradotto (30 lingue). E’ stata un’autrice con immediato successo, personaggio pubblico conosciuto, perché oltre a scrivere su giornali/quotidiani, ha fondato una rivista culturale mercurio, sulla quale pubblicano i più importanti scrittori italiani. Rimane il fatto che di questa scrittrice non sia rimasto nulla del nostro canone (non si studia a scuola). Ginzburg ha avuto il privilegio rispetto ad altre, di lavorare per tutta la vita per Einaudi. Alba sparisce con la morte dai giornali, i libri spariscono, ma viene riscoperta di recente, dal 2020 Mondadori ha ricominciato a rimettere in catalogo tutti i suoi libri. Parleremo ancora di Ginzburg, perché Alba (ricorda suo nonno uomo impo a cuba che combatte spagnoli e ne è primo presidente repubblica), lei è coetanea di Natalia, stessa generazione, vivono avvenimenti grande storia, anche da punto di vista geografico si incrociano a Roma, ci sono tante affinità tra le due figure. Alba ci sembra molto diversa da Ginzburg: sembra signora borghese con camicetta di seta, pettinatura acconciata, gioielli ecc. aspetto che ci inganna perché Alba riprende il carattere battagliero del nonno, sia per la sua scrittura, scrittrice di romanzi, poi anche per la sua storia da partigiana; quando è in fuga a Bari sarà una delle animatrici di radio bari durante periodo della resistenza (SPIEGA WW2). Era in fuga come partigiana, la sua famiglia resiste, si presta ai microfoni di radio bari con lo pseudonimo di russellinda parlerà agli italiani incitandoli a resistere. Il carattere coraggioso ereditato dal nonno non si manifesta solo nel contrastare la censura, ma anche nella residenza. Look curato e spirito battagliero. Documento video Alba, ricostruisce la sua storia famigliare e vocazione letteraria —> • primo racconto pubblicato su giornale d’Italia il messaggero • “nessuno torna indietro” romanzo che ha fatto scandalo nel ’39 fascista e sottoposto a censura perché rappresentava idea di donna non ben vista dal regime, contro luoghi comuni. • “quaderno proibito” che mette in scena Valeria di 40 anni nella sua scrittura segreta di un diario; uscito inizio anni 50, da questo romanzo nasce una sceneggiatura x tv —> questa donna che sogna di partire con il suo capoufficio una volta che il primo figlio si sposa, è un momento di crisi per lei non potendo reggere il patriarcato e l’unico modo per sfuggirne è questa relazione clandestina L’intervistatrice dice che si tende a difendere i diritti di alcune donne lavoratrici, le mondine nelle risaie lavorano nell’acqua; le tabacchine raccolgono le foglie di tabacco, braccianti al femminile. Fa riferimento a quest’epoca in cui le battaglie erano per i diritti delle donne lavoratrici, negli anni 60 le cose cambiano perché i diritti richiesti sono per tutte le donne. “Nessuno torna indietro” vince un premio, ma la decisione della giuria viene interrotta per intervento di Mussolini, proprio perché Alba era stata antifascista già nota per la sua famiglia, poi anche perché non aveva la tessera del partito. Altro episodio che l’aveva amareggiata riguarda il settimanale in cui lei aveva tenuto una rubrica per molti anni “una parte di lei” che tratta di lettere al giornale, perché danno senso al momento storico della società, molti confidano le proprie paure e difficoltà. Lei tiene questa rubrica per quasi sei anni, ma nel marzo del 60, il direttore le scrive per comunicarle di aver deciso di togliere la rubrica. Lei risponde a tono confidando la delusione anche per l’avviso di una sola settimana. L’intervista attraversa tutta la grande storia dell’Europa, fascismo e seconda guerra mondiale, dopoguerra e ripresa delle attività editoriali e molte altre, c’è l’euforia del secondo dopoguerra, la ricostruzione in cui c’è la rifioritura delle arti. Nell’intervista dell’80 lei parla della società di all’ora, dicendo quello che era vero, per le donne, e dice che non è più così per le donne di oggi: diritto di voto e aborto. Oggi è davvero migliorato? Nel 68 c’è una rivolta contro i padri, il concetto di padre come padre-padrone. Con Alba viene fuori di come le donne vadano contro se stesse, lo si vede in Valeria e la figlia, Valeria agisce contro se stessa e lo fanno ancora tante donne perché non riescono a scrollarsi di dosso questo amore per la famiglia d’origine che porta a dire “anche io devo comportarmi così”, bisogna assumere su di questa responsabilità di comportarsi bene o male. Ok la lotta contro il padre, ma c’è anche questa linea materna che combatte su stessa. Riflessione: io vedo mio padre come padre, fratello, marito; mia mamma la vedo solo come mamma. Una donna quando finisce di lavorare resta madre, l’uomo invece si perde. L’uomo può essere tante cose diverse contemporaneamente nella società, ma la donna può essere solo una e deve essere riconosciuta dalle altre donne e dagli uomini stessi, è come se tutti imponessero alla donna questa posizione. C’è il lato di sfida, ma c’è anche il lato della donna in questo libro. QUADERNO PROIBITO SCENEGGIATURA PER LA TV I particolari, servono per mettere a fuoco gli elementi di trama e posizione storico-geografica —> poster comune di Roma. Così come per i costumi—> inizi anni 50 con il collo di pelliccia, design che denota il passaggio d’epoca, tappezzeria e poi nella cucina ancora di più. Questo tipo di arredamento a quell’epoca connota la posizione sociale della famiglia, ovvero piccolo-borghese, c’è l’attenzione della piccola borghesia a certi pezzi di arredamento (porcellana). Si capisce che vogliono risparmiare perché non vogliono accendere caloriferi, la città ha costi molto alti, fanno attenzione ad arrivare alla fine del mese. La parte iniziale del romanzo presenta differenze rispetto allo sceneggiato, ovvero che noi qui veniamo a sapere in modo immediato, nel diario invece veniamo a sapere progressivamente poco alla volta—> collocazione città, composizione della famiglia, occupazione. QUADERNO PROIBITO SCRITTO Inizia con una DIDASCALIA in spagnolo che noi attribuiamo a Ramon de la Cruz, commediologo spagnolo della seconda metà del 700, fa riferimento al teatro della vita umana, Alba vuole riportare quello che accade ad una donna che accade nel suo tempo. Inizia come tutti i diari con • l’indicazione di giorno, è in presa diretta, perché si fa giorno per girono • scrittura intima per eccellenza, quella che più da vicino esprime i sentimenti • Scritto in prima persona QUESTO DIARIO PARTE CON IL 26 NOVEMBRE Mirella può non ubbidire, e questo la rende inquieta. Poi generalizza prefigurando ciò che verrà negli anni 60, ovvero i figli che ribellano ai padri, le donne si ribellano agli uomini. Valeria è un ibrido, tra il mondo della madre e quello della figlia. Dopodiché parla di Michele che vuole aiutarla nei lavori di casa, le risuona il discorso di sua madre che sottolinea il dovere maschile di procurare i soldi, e quello femminile della casa. Parla del film americano dove il pubblico ride per il marito che lava piatti, mentre la donna in ufficio non ride nessuno—> è una realtà non accettata. C’è un confronto della generazione di Valeria con il passato e con il futuro. Importante è riflettere su fenomeni di tipo sociologico. Non c’è la psicologia solo sui singoli, ma in un romanzo c’è la possibilità di dare un’idea della società. Bisogna poi tenere conto anche che i concetti filosofici, scientifici e psicologici nel tempo cambiano, tuttavia i grandi romanzi del ‘900/2000 ci dicono che il romanzo conserva questa funzione. Achille è forte come un leone —> similitudine Achille è un leone —> metafora Non c’è più una comparazione, ma c’è una identificazione; la metafora fa coincidere due diverse sfere semantiche. Questo corso attraverso la letteratura permette anche di avere uno sguardo più consapevole su ciò che accade intorno e sui modi di rappresentazione ed interpretazione, fondamentale per la cultura visiva che ha forti radici culturali. Quindi attraverso i romanzi è bene avere questo occhio alla rappresentazione che ogni romanzo fa all’epoca (sceneggiato tv con le tendenze di moda). E’ un modo privilegiato che il romanzo ha per riuscire a vedere le storie individuali e lo spazio esterno, cioè tutto quello che arriva da fuori. Ancora una volta, attraverso una rappresentazione indiretta, registra le parole del suocero dove parlo del maschio è maschio. Lei sfugge da questo commento e poi ne arriva un altro sempre da quest’uomo con atteggiamenti sminuenti per una donna, cosa che da Riccardo non ci aspettiamo. Qui capiamo però comunque che anche dalla prospettiva di Riccardo: la donna dipende dall’uomo. Mirella vuole lavorare, trae soddisfazione dal lavoro, ma nonostante ciò occupa la posizione della donna che si fa mantenere dall’uomo. —> posizione più aperta, meno tradizionalista Ancora quando Riccardo parla della sua fidanzata, mantenendo posizione tradizionalista, parla in positivo che la sua ragazza non voglia ne studiare/lavorare, ma apprezza il fatto che sia una bambina che si affida a lui. Vediamo la realtà delle donne che lottano, prendono posizione ferma, corrono rischi, cosa che Valeria non fa. Il modo di Valeria per trasgredire è scrivere il diario e il tradimento, quest’ultimo rientra ancora in canoni perché: è segreto come il quaderno, è tutta una serie di rituali sia per q che per tradimento. Tutto questo le dà un impressione di trasgressione, ma la vita è uguale, la famiglia non cambia la considerazione che ha di lei, le condizioni di donna rimangono immutate —> APPARENTE RIBELLIONE. IMPORTANTE—> LA COSCIENZA DI ZENO, SVEVO Si operano passaggi molto rapidi tra il passato della rievocazione ed il presente della scrittura, troviamo alternanza di tempi narrativi passato-presente. Ricostruire una cronologia degli eventi è complicato. Infatti ci sono tanti errori in questa visione del tempo, questo perché a Svevo non interessava tanto restituire una vita nelle sue tappe fondamentali con l’intento che spesso le autobiografie sono scritte. Zeno traspare come trasgressore di un canone, perché in realtà rappresenta la storia della sua vita per capire qualcosa in se, per capirsi meglio. Scrivere è già una forma di terapia, scrive un pò per se stesso, ma soprattutto per il medico (si rivolge al medico), scrittura psicanalitica, è un copro a pezzi che scrivendo ritrova il filo per rimettersi insieme —> anticipazione del moderno. Qui ciò che interessa sono certi processi che la psicoanalisi aveva analizzato nel romanzo e nella medicina 800esca —> ad esempio che i nostri disturbi psichici fossero collegati alla natura organica (isteria come malattia femminile). Quindi a Svevo interessava che tutte le malattie avessero una causa organica, quindi non tutti possono essere curati come venivano curati all’ora, ovvero sul corpo, nei manicomi, pratiche altamente invasive. Dopodiché vediamo il sogno che diventa centralità della cura, perché deriva dalla nostra parte non razionale —> inconscio, ciò che è sconosciuto. Ecco che il psicanalista diventa fondamentale, perché nel collegamento tra psicanalista e paziente nasce l’interpretazione dei sogni, costruendo una storia coerente con la vita del paziente, perché influenza il nostro comportamento. Una malattia psichica ha sede nell’inconscio, dal quale troviamo un senso ai nostri comportamenti. Freud sposta la traiettoria della vita nel nostro passato, dice che poi sopratutto nella nostra infanzia, studia il bambino, manifestazione dell’io. NADIA TERRANOVA E’ una scrittrice di Messina, nata nel 1978, ha 55 anni, ha una figlia. Siciliana, cresciuta lì e poi trasferita a Roma, i suoi libri li ha ricordati, come gli anni al contrario (esordio) storia di una famiglia negli anni della contestazione terrorismo, esce nel 2015 e vince premi, nel 2017 premio narrativa bg. Laurea in filosofia consegue poi dottorato in storia. Vince vari premi e le viene conferito anche da Narrativa Bergamo. Nadia T. ha cominciato con la narrazione per bambini con "Bruno, il Bambino che imparò a Volare" Lei comincia con i libri per bambini. E’ stata finalista anche con libri per ragazzi, sempre un libro illustrato. E’ molto presente nelle pagine culturali dei quotidiani, e poi negli ultimi anni dirige Kappa rivista letteraria legata all’inchiesta, interviene in scuole di scrittura e festival letterari, è molto presente sui social. Addio fantasmi, 2018, ancora storia famigliare, ma della grande storia se ne vede poca. Molte cose in comune tra il romanzo e la sua biografia quali: luoghi, età, assenza del padre (casa e padre parole chiave), presenza di una bambina interiore. Viene catalogato come romanzo, quindi siamo nell’ambito di vicenda inventata, ma cosa porta la vicinanza a Nadia? E’ ambientato a Messina e a Roma—> la protagonista vive a Roma col marito ma viene chiamata a Messina dalla madre che vuole vendere la casa, deve decidere quali oggetti buttare. Quindi abbiamo una donna di 36 anni (che non coincide con Nadia), le biografie tra le donne (libro e Nadia) non coincidono ma sono molto vicine. L’episodio centrale è la scomparsa del padre, mette a confronto la sua esperienza con quella del libro, Nadia lo vive come un lutto improvviso, non come una scomparsa, perciò scattano dei meccanismi di “difesa” immaginando sia ancora vivo, che possa ancora tornare —> dialogo coi morti. Chi sono i fantasmi del suo libro? Qual è la linea di mezzo tra l'abbandonarsi ad una mancanza piuttosto che accettare un lutto. I fantasmi racchiudono quello che Ida prova: assenza, vuoti, rapporti con madre, il fantasma di mancanza di desiderio nel matrimonio. Fantasma ogni cosa che compare dagli oggetti ai luoghi, allo Stretto, a Ida che attraversa questo libro. Addio e fantasmi assieme sensazione di luce. Ida appartiene al passato e al presente. Sceglie la scomparsa perché le morti improvvise e laceranti poiché meno previste vengano poi trattate come scomparse. Teratosfera > atmosfera e aria dei lutti, defunti che rimangano nel mondo. Addio ai fantasmi che non sarà mai definitivo ma che diventa necessario se non ci si vuole bloccare in un pensiero che può diventare un'ossessione, che toglie fiato e aria, che provoca questi incubi. CARATTERISTICHE DEL SUO STILE Scrive in modo lineare, si avvicina al grado zero anche se a volte tende a termini letterari/tecnici, quindi tende alla precisione lessicale, in modo sorvegliato. Nel discorso è molto presente il corpo, le sensazioni (“la scrittura parte dal corpo”). Organizza la pagina, crea uno schema, usa il presente nei dialoghi, usa il discorso indiretto quando parla del tempo “mamma mi chiamò”, il tempo prevalente è ciò che accade nel momento. Non c’è futuro in questa storia, questo tempo lo chiamiamo ANTI-ZERO, un tempo convenzionale da cui noi partiamo, anche se è passato, è un tempo da cui la storia ha inizio, serve anche per misurare gli altri tempi. Analisi del testo: NADIA, comprende il nome di IDA a ritroso. Sul cognome di Ida, LAPIDARA, invece nn c’è affinità. Il nome viene fuori subito, il cognome arriva a vicenda già avviata e poi ricompare molte volte > perché ripeterlo tante volte? È ciò che la lega al padre e più volte ricorre l’espressione il nome del padre. L’autrice vuole sottolineare che, nonostante il padre sia sparito, il suo nome è attivo, agisce, ha potere sulle vite di Ida e della madre. Anche in religione si dice in nome del padre > questione culturale.  Lo spazio: Ida e la madre sono a Messina in una casa piena di crepe, disagi ecc. Stanno facendo migliorie  in vista della vendita della casa, per allontanarsi da quel luogo, descritto come infestato da fantasmi. Il tempo lo abbiamo definito convenzionalmente come TEMPO ZERO, non c’è un tempo preciso o un’età precisa, dobbiamo sfogliare un pò di capitoli prima di arrivare ai 36 anni di Ida, dai quali ci orientiamo col tempo. Riusciamo a capire una data impo della sua vita, la data in cui il padre se ne è andato, non la dice, ma attraverso l’età di Ida possiamo sapere come l’autrice si muove nel tempo (il padre se ne va di casa quando lei aveva 13 anni), diventa un punto fermo nel tempo. Abbiamo parlato poi anche di particolarità di stile, c’è il presente, il passato, quasi mai il futuro, se il futuro c’è è solo ipotetico. Per quanto riguarda la costruzione—> rapporto fabula-intreccio. Ricordiamo anche qualche annotazione di stile—> lo stile è molto esatto, usa un lessico preciso e tecnico con poche escursioni tra alto e basso, ma tiene equilibrio; usa molte figure retoriche, metafore, similitudini a volte anche spiazzanti, uno stile tendenzialmente aforismatico (aforismi). Ida racconta diversi episodi dell’adolescenza, nella seconda parte che si intitola il corpo. Racconta delle prime esperienze con un ragazzo, poi con un uomo più grande, esperienze che derivano dall’allontanamento del padre, da quando la sua vita si è bloccata. Il racconto del corpo parte da una fotografia. Possiamo fare riflessione sui tempi verbali “quell’estate aveva baciato un ragazzo senza amarlo”, la foto genera un racconto al passato, un racconto di memorie. Andando avanti notiamo il suo essere divenuta adulta, ma un’adulta che non è ancora cresciuta, non è riuscita a stabilire quel rapporto con la madre che si stabilisce dopo il periodo di turbolenza della adolescenza, Ida sembra essere ferma ai suoi 13 anni. La sentenza che caratterizza questo capitolo è un’aforisma “capii cosa è davvero una madre” sulla maternità. Il tipo di rapporto che Nadia ha voluto metter in scena tra una figlia e una madre, ha una radice di carattere autobiografico (anche se la vera madre non ci si riconosce). Il rapporto madre figlia è stato messo in scena già prima di lei in tante declinazioni (novelle, tragedie fino a contemporaneità), è un rapporto lungamente indagato —> quindi si trattava di prendere una posizione rispetto a quello che rischiava di essere una rappresentazione convenzionale, dove o veniva messo il rapporto amorevole e positivo o la rappresentazione di tutto l’aspetto patologico (maltrattamento, cronaca). Quest’ultimo attira l’attenzione del lettore, ma a Nadia interessa un’altra dimensione, che non fosse in linea con questi due aspetti, ma che andasse a recuperare qualcosa che le sembra una condizione permanente e universale, ovvero una condizione di conflittualità permanente, cioè che rimane per tutta la vita, anche nell’età adulta della figlia e anziana della madre; un conflitto che non esclude l’amore. Lo vediamo nei dialoghi un pò rabbiosi ma che contengono espressione di amore. Tra questa mamma e figlia vediamo un rapporto allontanato e riavvicinato quando entrambe perdono qualcosa. E’ la rottura di questa simmetria che mette in moto il rapporto, così come funziona anche nella vita vera in generale.
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