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Letteratura latina medievale, Sintesi del corso di Letteratura latina

Letteratura latina medievale

Tipologia: Sintesi del corso

2011/2012
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Caricato il 11/11/2012

bambi1
bambi1 🇮🇹

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Scarica Letteratura latina medievale e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! Letteratura latina medievale (A) D’Imperio Francesca Sara 2007-2008 Appunti lezione + Letteratura latina medievale. Un manuale a cura di C. Leonardi Sviluppo letterario e culturale: 1. Impero romano 2. Chiesa e cristianesimo 3. Regni germanici e barbari Secolo III (appunti) L’impero romano è in crisi. Secolo IV (appunti) L’impero romano si riprende grazie alla tolleranza verso i cristiani di Costantino. Nel 313 si discute sui cristiani (Editto di Milano) e nel 380 con l’Editto di Tessalonica il cristianesimo diventa la religione ufficiale, i cristiani studiano alla scuola pagana e acquisiscono la cultura classica, ovviamente spogliandola del suo significato pagano, ma fino a che punto è lecito assorbire la cultura classica per i cristiani? Gli studiosi di questa religione, in genere nobili e ricchi, si pongono questi problemi. In questo secolo ridente nasce una letteratura importante. Secolo V (appunti) I Barbari invadono l’Impero romano e con la morte di Teodosio nel 395 l’impero si divide in Occidentale e Orientale, ma i confini sono deboli e i barbari attaccano più volte Roma. Nel 476 finisce un epoca con la deposizione di Romolo Augusto e cambia anche lo scenario, crollano le istituzioni. I romani cristiani si compattano per far fronte ai germani, una popolazione con un’organizzazione diversa rispetto all’antico impero romano, avevano tradizione orale a differenza di quella scritta romana. La loro cultura si basava su rapporti di forza, un pensiero totalmente diverso rispetto a quello romano. I cristiani annunciano la fine del mondo, il crollo di Roma, città eterna. Per tale motivo la Chiesa d’Occidente prende in mano la situazione separandosi definitivamente dall’Impero, le due componenti si separano in questo secolo e prevale ovviamente la Chiesa. Il cristianesimo è una religione scritta, fondamentale per apprendere le sacre scritture, per questo la chiesa si pone il problema della scuola, per questo motivo in questo periodo nasce il monachesimo, un fenomento capitale, nasce come forma di rifiuto del mondano per avere solo contatti con Dio e non con il materiale. La chiesa però è costretta in questo momento ad agire attraverso la cristianizzazione dei germani per fronteggiare i barbarismi e controllare le ideologie. Questo attraverso l’apostolato, un processo lungo nel popolo germanico, chi si converte è automaticamente alleato con la chiesa. La cristianizzazione a inizio nel V e VI secolo e finisce nel IX secolo con i Carolingi che ricompongono la frattura tra cristiani e germani, i franchi si considerano il popolo di Dio (ideologie del IV secolo). Generi letterari (appunti) 1. Agiografia: bibliografie di santi, vite esemplari, testimone della fede. Rispecchiano la situazione storica e l’evoluzione del pensiero. Genere letterario più frequente, soprattutto in Italia e in Gallia. Sono testi brevi, spesso anonimi, per usi culturali o devozionali, ma anche grandi opere letterarie. a. Martiri cristiani: romani martirizzano i fedeli; b. Monaci (chiesa e romani uniti): isolati per pregare e studiare la divinità; c. Vescovi (chiesa deve combattere i germani): preghiera e contemplazione, vita attiva con capacità concrete nel mondo reale. 2. Esegesi biblica: spiegazione del testo sacro (giudaismo), si sviluppa in Etiopia e ad Alessandria. I commentari sono alla base della letteratura latina, nasce nel IV secolo un movimento intellettuale con Agostino (il cristiano può usare la cultura pagana al fine di comprendere la Bibbia ed elaborare una teologia), Ambrogio e Girolamo (vedi fotocopie). Il libro ha corpo e anima perciò il testo sacro viene commentato a più livelli per una comprensione totale, dall’ignoranza all’intelletto (l’intellettuale coglie aspetti più profondi): a. 1° livello interpretativo: letterale e storico (corpo); b. 2° livello interpretativo: spirituale, metafore e chiavi di lettura per una comprensione profonda (anima): • interpretazione allegorica: il commento trova dei riferimenti alla chiesa e Cristo (dogmi); • interpretazione morale: precetti/norme comportamento per il cristiano per perseguire la via giusta per la salvezza, insegnamento di vita; • interpretazione escatologica: profetizzazione di quello che avverrà alla fine dei tempi. 3. Storiografia: genere letterario greco-romano, il cristianesimo se ne appropria e lo caratterizza dando una storia universale dall’origine del mondo fino alla contemporaneità dello scrittore, fondata sulla religione. Orosio è l’artefice del modello orosiano. Con Beda ha inizio la storia della chiesa con un ottica nazionale (storia ecclesiastica anglosassone) che evolve in una storiografia più specifica che focalizza una località o un monastero. Secolo VI (appunti + libro) • persecuzione • fusione = chiesa e germani • cristianizzazione Nel 598 arrivano i Longobardi in Italia devastandola dal V al VI secolo. Le condizioni storiche mutano: da società romano-cristiana a società germanico-cristiana. La letteratura cristiana inizia ad essere in questo secolo già molto forte grazie allo premessa e 17 capitoli. Ripensa l’opera didascalica agostiniana mantenendo la centralità cristologica della sua interpretazione. Ogni salmo ha una nota introduttiva e una conclusiva come sintesi interpretativa, aggiunge osservazioni grammaticali e retoriche. Il commento è d’aiuto alla comprensione del testo e come avvio all’indagine letteraria. • De orthographia: ultima opera, necessità di trasmettere il patrimonio culturale contemporaneo perché non vada perso di fonte ai popoli barbari. • Traduzioni dal greco. 3. Gregorio Magno: uomo politico, intellettuale con nota carriera pubblica. Figura fondamentale per la teorizzazione della nuova coscienza cristiana di fronte alla catastrofe germanica. Romano di nascita. Presto si convertì a vita monastica sul colle Celio (non si sa la regola monastica) finché il papa Pelagio II lo chiamò nel 579 e lo mandò come ambasciatore in Oriente (Costantinopoli), ci andò però di controvoglia e partì con tutti i suoi monaci. Vi rimase fino al 586. Morto papa Pelagio II gli succede e si trova a fare il papa in un momento veramente difficile: i Longobardi che hanno occupato parte dell’Italia non si sono ancora convertiti al cristianesimo, pressioni politiche con Costantinopoli (contrasto longobardo- bizantino). Gregorio è particolarmente preoccupato su due aspetti, che tratterà spesso anche nelle sue opere: a. conversione dei germani: Teodolinda, regina dei Longobardi era cattolica e fu una preziosa alleata per Gregorio che riuscì ad attuare molte iniziative pastorali F 0 E 0Agostino in Inghilterra, abate di Canterbury, lettere e alleanze in Francia e in Spagna. b. fede: come si può essere un buon cristiano in questo periodo difficile, delinea un modello di perfezione cristiana (vescovo: modello di perfezione cristiana, perfetto nella preghiera e contemplazione e anche nell’azione politica.). Non propone un approfondimento della dottrina delle fede. La fede è l’unica soluzione di fronte alle inciviltà dei barbari. Mistica dell’amore: Gregorio predica l’amore per Dio attraverso la preghiera, la separazione dal mondo, la vita monacale e la purificazione, che deve essere però controbilanciato dall’amore per il prossimo attraverso l’aiuto spirituale (vita contemplativa) e concreto (vita attiva, carità). È consapevole che l’attività nel mondo è pericolosa e l’unica soluzione al mondo è l’amore. Tutta la sua produzione è tesa a porre e risolvere la problematica in questione: • Moralia in Iob: [letto in classe] dedicato al vescovo Leandro di Siviglia, artefice della conversione dei Visigoti in Spagna. Gregorio è in difficoltà e vorrebbe isolarsi nel suo monastero, si sente strappato da questa tranquillità a causa degli impegni politici ed ecclesiastici. I monaci con lui a Costantinopoli li chiedono di commentare il libro di Giobbe. In quest’opera rifiuta retorica e scrittura complessa, Gregorio ci indica il suo metodo di lavoro, la vicenda personale (vita attiva e contemplativa, il monaco con la vita attiva rischia di essere contaminato), intenti, dichiarazione di stile e utilità nella letteratura (finalità: fondamentali per coloro che lo seguono). • Registrum (Registro): 800 lettere circa raccolte in 14 libri tutte dettate da lui ai notai della sua cancelleria che scrivono parole provvisorie (prediche, ecc.) e definitive (riviste da Gregorio stesso). Testimonianza importante della sua azione come vescovo di Roma: F 0 E 0organizza le diocesi e le controlla con delle sedi amministrative. F 0 E 0conversione dei Visigoti in Spagna; F 0 E 0evangelizzazione in Inghilterra (monaco Agostino). • Dialoghi: agiografia/trattato. 4 libri, dialoghi tra Pietro e Gregorio, quest’ultimo da delle risposte, si discute sulla possibilità di una forma di santità. I primo libro narra di santi e contemporanei e sconosciuti (storie agiografiche) per dimostrare che anche nella loro epoca esiste la santità. Il secondo libro narra della vita di Benedetto da Norcia, ritratto e vicende, un modello di santità, ma non vincente perché interviene poco nella realtà circostante. • Regula pastoralis (Regola pastorale): formazione per i vescovi, indicazioni comportamentali. • Omelie sui Vangeli: 40 omelie, spiegazione spirituale, letterale e allegorica. • Commento al Cantico dei Cantici. • Commento a Ezechiele: difficili, di nicchia. Carattere più teorico, nasconde nei versetti il concetto di profezia. Il vescovo gregoriano deve essere un predicatore: guidare, convertire e annunciare la parola di dio come un profeta che guida i fedeli. Il vertice della testimonianza cristiana è colui che sa unire contemplazione all’azione, nella parola che annuncia con purezza il messaggio di Cristo: il profeta, cioè il vescovo. La lettura storica di Gregorio è infatti profetica: l’unico senso alla ferocia storica del periodo che stava vivendo è la fine del mondo, i vescovi predicatori annunciavano la parola di Dio per profetare la seconda nascita del Salvatore = fine del mondo. • Commentario ai Re: opera dubbia sulla sua originalità. Idem discorso profeta di Ezechiele. • Codici: numerosissimi, la maggior parte rifacimenti delle sue opere, 8500 manoscritti oggi presenti in varie biblioteche. 4. Benedetto da Norcia: scrive la regola monastica Regula Monachorum, una parziale riscrittura della Regula Magistri (regola del maestro) di poco precedente, introduce la teoria del “giusto mezzo” che prevede preghiera e pratica quotidiana (monastero: cellula autosufficiente e organizzazione diffusa, coltivavano terra, ecc.). La regola è scritta il latino semplice, oggi non c’è più l’originale ma solo il testo interpolato (parzialmente modificato da un autore successivo), non si sa quando cronologicamente sia stata modificata. Il monachesimo benedettino ebbe fortuna limitata per la natura della sua regola: ignorare il potere politico germanico mediante il ritiro dal mondo è l’unica risposta alla tragica situazione attuale, meditazione rigorosa, la cultura ha un ruolo minimo, i monaci leggevano poche opere e non erano dotti, è fedele. Per questo prevalse il monachesimo irlandese che dominò fino all’VIII secolo, regola dettata da Colombano di Bangor che prevede un monachesimo molto rigido ed è una risposta adeguata alle durissime popolazioni germaniche che basavano tutta la loro cultura sulla forza. Il monachesimo benedettino non da aiuto da questo punto di vista. Entrambi i due fondatori delle regole propongono un monachesimo in cui la cultura conta poco e sono necessarie letture esclusivamente cristiane (esegesi biblica, agiografie, omelie). Il monachesimo è divenuto ormai una componente della vita dell’Occidente, spiritualmente e intellettualmente. 5. Ennodio e Massimiano: poeti, modelli classici come le elegie, tema caro all’epoca che pone in opposizione la giovinezza e la vecchiaia come rimpianto. La cultura classica muore in questo secolo. F 0 E 0AFRICA: Vandali F 0 E 0Bizantini. I Vandali non si convertirono mai al cristianesimo, erano ariani come i germani (eccetto i Franchi), si opporranno sempre al cristianesimo. La dialettica è un buon stimolo per la produzione letteraria dottrinale e teologica contro le eresie. [Prosa vedi schema]. Per quanto riguarda la produzione POETICA esiste una raccolta di versi probabilmente assemblata a Cartagine negli anni ’30 del VI secolo: Anthologia Latina. Gli autori sono cristiani e legati a una tradizione classica: 1. Simposio (o Simphosio): [lettura in classe] autore semi-sconosciuto, reinventa l’enigma poetico e l’enigmistica scrivendo un libro solo su questo. Scrive 100 indovinelli con un introduzione (le prime due righe sono fra parentesi quadre perché spesso gli autori spesso le omettono, probabilmente sucessive), 3 esametri ciascuno raggruppabili in sezioni tematiche: • temi scrittori; • oggetti quotidiani; • elementi naturali; • animali. Questo genere ebbe molta fortuna in Inghilterra e Irlanda per il carattere giocoso degli enigmi simile a quello irlandese (gioco con il latino). Nell’introduzione/prefazione rovescia i canoni classici: saturnaia (17-24 dicembre) sono le feste per saturno dei romani nel quale era acconsentito rovesciare i canoni sociali, lo schiavo diventa padrone e viceversa (precedente del carnevale), delirio alcolico. Si festeggia il ritorno del sole e della luce perché è il periodo in cui le giornate ritornano ad essere piano piano più lunghe. La data scelta poi dai cristiani come nascita di Cristo, 25 dicembre, sembra ora non casuale. Gli enigmi hanno un doppio livello di lettura (titolo e versi = esibito e celato). Poesie con diversi spunti rivelano le competenze dello scrittore che usa fonti greche, latine, tardo-antiche e cristiane. 2. Draconzio: avvocato, classicista. La sua opera si divide in due fasi: a. vita politica: opere con richiami alla mitologia classica; b. decadimento: temi cristiani per la libertà e la grazia. In De laudi bus dei riconosce i propri errori e chiede la grazia (pietas divina), opera composta da tre libri in esametri: • creazione del mondo in 6 giorni; • vicende del mondo (insegnamento di cristo); • confronto personaggi del Nuovo e del Vecchio Testamento con personaggi contemporanei. 3. Corippo: grammatico, scrive il Ioannis (o sulla guerra libica), un poema di 8 libri su Giovanni, carica romana. Un poema epico costruito sulla falsariga 1. Culumcille. 2. Colombano: monaco irlandese che fondò i monasteri di Roxeille e S. Gallo in Francia, e Bobbio in Italia. Scrisse la Regola di Colombano che fu presa come modello fino al periodo carolingio. Prevedeva ferrea obbedienza all’abate, necessità di studio e viaggi-studio per diffondere la cultura nei territori non cristiani. 3. Gilda il Saggio: inglese, scrisse De excidio Britanniae la più antica cronaca britannica con annunciati i castighi di dio per la corruzione civile ed ecclesiastica del popolo. Opera di storiografia ecclesiastica, vicina all’agiografia. Secolo VII (appunti + libro) Periodo più duro dell’alto Medioevo. Ci sono due grandi cambiamenti: a. l’Impero romano sta peggiorando economicamente e questo causa il progressivo dissolversi dell’organizzazione statale, crisi interne e lotte per le successioni; b. i centri urbani vengono abbandonati per la campagna e decadono, i proprietari terrieri si stabiliscono nella curtis che aveva autonomia economica (produzione e consumi), questo ridusse fortemente gli scambi nelle città, perlopiù in natura, e le attività commerciali con aree geografiche lontane (difficoltà trasporto mal organizzato e pericolo arabo nel Mediterraneo). In Occidente le tre grandi tradizioni (romana, cristiana e germanica) cercano nuovi equilibri in tutta Europa, uno sforzo che assorbiva le energie degli intellettuali. Produzione letteraria del VII secolo: migliore produzione letteraria nella Penisola Iberica e nelle Isole. Spagna e Inghilterra avevano delle scuole vescovili che raggiungevano anche i livelli più alti al di fuori della vita ecclesiastica. Forte incremento in: a. agiografia: schemi standardizzati; b. visioni: personaggi ecclesiastici; c. studi linguistici: grammatiche, glossari, ecc. per la salvaguardia del latino contro i cambiamenti gemanici (nascono lingue romanze differenti); d. testi giuridici: i regni germanici regolano il rapporto con i cristiani, questi scrivono in latino le loro leggi. F 0 E 0ITALIA: l’Italia è invasa dai Longobardi e dai Bizantini, la produzione letteraria è scarsa e il papato e in continua lotta per il mantenimento degli equilibri con questi popoli. Venezia, Ravenna, Roma e sud Italia sono sotto Costantinopoli e c’è molta vivacità artistica e letteraria portata da intellettuali e artisti orientali, ma non stimola un’importante letteratura latina. Nello Stato longobardo vi è un vuoto letterario. Pochi testi liturgici ed epitafi. Difficile ricavare un quadro d’insieme per questo secolo. Importante è l’Editto di Rotari, una raccolta di leggi del 643, la prefazione Origo gentis Longobardorum (671) è un trattato sulle origini dei longobardi, una fonte storica usata successivamente da Paolo Diacono. Da menzionare l’opera di uno Stefano: Rhythmus de Synodo Ticinensi, narra in versi i meriti dei re Longobardi del VII secolo. F 0 E 0AFRICA: non menzionata. F 0 E 0PENISOLA IBERICA: sotto il quasi totale dominio visigotico, solo qualche provincia è ancora dominata da Costantinopoli finché anche queste non furono conquistate dai re dei Visigoti. Nel VI secolo si convertono i Visigoti grazie all’azione di Leandro da Siviglia, fratello di Isidoro e amico di Gregorio Magno. Nel VII secolo i regnanti visigoti sono favorevoli a uno sviluppo culturale per un ceto colto e perciò vi fu una straordinaria fioritura letteraria. La fusione tra elementi germanici e romani fu veloce e ben presto i Visigoti si convertirono al cristianesimo. 1. Isidoro: [lettura in classe] uno dei maggiori rappresentanti dell’erudizione medievale. Istruito dal fratello Leandro (orfani di padre) ricevette una formazione ampia e severa, episcopale, susseguì il vescovato a Siviglia dopo Leandro (600). Riorganizzò la chiesa spagnola e la sua cultura, raccolse i canoni nell’Hispana (diritto), organizzò il IV concilio di Toledo (633), aveva rapporti con la corte visigotica. La sua produzione letteraria è molto ampia e unitaria nell’impostazione, fu un impegno di raccolta di testi antichi che durò fino alla sua morte (636). Realizzò una sintesi del sapere romano per la conservazione e la formazione della nuove elite politica visigotica, fa uso della cultura classica in modo nazionalistico per una conoscenza globale e unitaria. Lo fa in modo semplice e adatto alla comprensione di molti. Il metodo grammaticale è fondamentale per Isidoro. Tutta la sua opera è una proposta organica si sistemazione della cultura ai fini della formazione. a. Produzione ecclesiastica: grande familiarità con testi sacri dimostrati da numerose opere e dalle tecniche di interpretazione, in particolare quella esegetica teologica e morale. • Allegoriae quaedam sacrae Scripturae: tra i sui numerosi testi religiosi questo ha maggiore rilievo perché da l’interpretazione allegorica e tipologica di quasi 250 personaggi della Bibbia e dei nomi. • Liber numero rum qui in sacris Scripturis occurunt: analizza valore mistico e religioso dei numeri. • Sententiae: meditazioni attinte da Agostino e Gregorio Magno su Dio, Anticristo e il male (libro 1°), sapienza, fede, carità e predestinazione (libro 2°), diavolo, preghiera, monaci, rapporti fra re e sudditi (libro 3°). b. Produzione storiografica: • De viris illustri bus: prosegue opera di Gennadio aggiungendo varie biografia, 13 di illusti uomini ecclesiastici o letterati spagnoli, tra cui Leandro. • Chronica maiora: espone sommariamente avvenimenti dall’origine dal mondo al 615 con attenzione a guerre, eresie, miracoli e personaggi politici e culturali. • Storia dei Visigoti, Vandali e Suebi: usa fonti scritte, narra delle origini e degli episodi importanti fino al 620/625 (due versioni: difficile dire se sono entrambe di Isidoro). Prevale un senso nazionalistico. c. Produzione enciclopedica: sezione più importante, comprende tre opere che corrispondono nei titoli ai capitoli della grammatica tardo antica: le differenze fra le parole simili, le etimologie e i sinonimi. • Differentiarum libri duo: composto da De differentia verborum (parole: elenco alfabetico con 600 parole simili con differenze nel significato o grafia o pronuncia) e De differentiis rerum (trattato dottrinale con temi cristiani confrontati: differenze fra demoni, angeli e uomini, fra uomini e bestie, fra parti del corpo umano). • Origines o Etymologiae: opera principale, 20 libri (terminati da Braulione dopo la morte di Isidoro). Cerca attraverso l’etimologia di risalire alle radici e alla verità originaria per conservare e diffondere conoscenze altrimenti perdute di diversi campi del sapere. Lavoro di schedatura che cerca nei testi antichi la storia della parola in linea con interpretazioni allegoriche e tipologiche. Esposizione piana e chiara con carattere unitario. Una grammatica di tutto il sapere con un progetto sistematico. I libri sono divisi per argomento (vedi schede o pagina 25 libro), una ripartizione incoerente ma forse non voluta da Isidoro. Fonti svariate da testi che oggi sono perduti, quindi il suo testo è oggi doppiamente importante: ci informa sul livello di informazione dell’alto Medioevo e per la trasmissione di passi di opere altrimenti ignote. Fondamentale per la ricchezza di dati e per la delineazione puntuale della vita e conoscenze di questo periodo storico. • Synonimorum libri duo o De lamentazione animae peccatricis: combinazione di esigenze grammaticali e problemi spirituali affrontati in un dialogo fra l’anima e la ratio (ragione) con uno stile diverso rispetta alle altre sue opere, abbandona le rime e usa minime variazioni sostituendo di volta in volta un termine con il suo sinonimo (stilus Isidorianus). Ogni concetto viene quindi esposto con espressioni sinonimiche diverse secondo un criterio grammaticale e concetti dottrinali. Obiettivo sell’opera è dimostrare con la lingua e la sua conoscenza siano indispensabili per il perfezionamento morale dell’uomo. Unisce cultura classica e quotidianità cristiana. • De ordine creatura rum e De natura rerum: argomenti più scientifici ma non ovviamente fondati. Tratta del calcolo calendario, stagioni, sole, luna, segni del tempo, fisica, geografia, fiumi, terremoti, ecc. traendo informazioni da testi anche letterari e quindi privi di intenzioni di esattezza scientifica. 2. Braulione: amico e allievo di Isidoro, vescovo di Saragozza, riordinò gli scritti del maestro e questo da vita a molteplici discussioni a riguardo, sull’originalità delle opere di Isidoro nell’assegnazione delle sezioni della produzione enciclopedica. Scrisse molte lettere per re ed ecclesiastici spagnoli. Toledo è il centro culturale con maggiore rilievo, caratterizzato dall’apporto importante di tre vescovi che si distinguono per la loro produzione letteraria: 3. Eugenio: prevalentemente poeta, formazione culturale con Braulione, nominato vescovo di Toledo nel 646 componendo trattati teologici (perduti) e due libri letterari, uno in versi e uno in prosa che rielaborano il Satisfactio di Draconzio, preceduti da una lettera in prosa con l’esposizione dei criteri a cui si è attenuto. Modelli sono Orazio, Marziale, ecc. Una riedizione aggiornata poeticamente e religiosamente (precisazioni dogmatiche). Oggi esiste solo quello in versi e forse non tutto completo. 100 carmi con introduzione con vari tipi di metro. Argomenti vari tra cui scientifici, morali, ecc. Ci rimangono anche due lettere, una per Braulione. Irlanda: continuo sviluppo culturale della chiesa cristiana con presenza di letteratura epica celtica (rifacimenti più tardi), una spia della formazione culturale dei regnanti laici (volgare). Si elaborano vari generi sul latino dei missionari e per studiarlo leggevano le grammatiche latine in lingua originale, un grande sforzo teorico (inventarono le tabelle dei verbi) perché devono studiare una lingua partendo da zero. Una realtà del tutto particolare, probabilmente anche a causa di influenze esterne, forse di Virgilio grammatico che ha avuto un peso importante sulla successiva letteratura latina irlandese. Tipico della loro tradizione è l’esegesi biblica che ha caratteri particolari: breve, semplice, concisa, ma si trovano vari generi conservati dalla grande tradizione monastica. 1. Ailerano: si occupa dell’interpretazione mistica dei nomi dei progenitori di Cristo (Bibbia) con l’uso delle etimologie (usate anche da Isidoro), come ad esempio per Abramo = padre eccelso, anche Cristo viene chiamato così. È una letteratura trasversale non una interpretazione sistematica, ma un elenco alfabetico dei nomi per i suoi studenti. 2. Columba: fonda il monastero di Iona dove successivamente l’abate Adamnano (abate di Iona) scriverà la sua agiografia, Vita Columbae, 3 libri con 2 prologi (apertura con modestia e nome di Colomba = spirito santo). L’opera si basa su fonti orali e scritte e le sistema non in ordine cronologiche ma tematico: • 1° libro: profezie; • 2° libro: miracoli; • 3° libro: visioni. Adamnano da l’immagine di un profeta, un monaco con poteri straordinari. Scrive anche di un viaggio in Terrasanta, il De locis sanctis, sulla base di notizie ricevute dal vescovo gallo-romano Arculfo, l’opera si intitola Sui luoghi santi, descrive le città più note con l’apporto di piantine e disegni dei luoghi, desunte anche queste, ma importante testimonianza artistica sull’aspetto delle antiche città (Costantinopoli, Alessandria, Gerusalemme, ecc.). 3. Colombano: monaco che viaggio nel continente e fondò vari monasteri. Jona di Bobbio scrive la sua agiografia, monaco irlandese, usa fonti orali e scritte. Descrive la vita e viaggi di Colombano, la vita attiva, i legami politici. Opera importante per fonti storiche. Jona evidenzia l’amore di Colombano per l’ascetismo. A fine opera scrive due piccole biografie di Aluxil e Abobbio, sucessori di Colombano. Per quanto riguarda la poesia sono importanti due raccolte di origine irlandese: • Enigmi bernensi: 60 enigmi tratti da fonti classiche (Catone, Cicerone e Aristotele) con soluzioni molto difficili, probabilmente scritti da un monaco irlandese di Bobbio perché la metrica era diffusa nell’Italia longobarda (ritrovato a Berna). • De duodecim abusivis saeculi: opuscolo anonimo elenca ed esamina i 12 principali difetti del mondo, scritto in modo semplice, modelli la Bibbia e Isidoro. • Hisperica famina: nasce in Irlanda questo genere letterario assai particolare per l’impasto linguistico (vocaboli tratti da latino, greco, gaelico, parole inventate), al limite della comprensione, la lingua appare molto artificiosa. Sono 14 composizioni con un totale di 612 versi che descrivono la vita quotidiana secondo un ottica monastica, probabilmente scritte a metà secolo (citazioni di Isidoro). La composizione ha l’andamento ritmato e assonante. Scritte in Irlanda ma si è pensato anche al Galles (forte tradizione celtica). La questione Hisperica famina è ancora aperta, le ipotesi sul significato di questa particolare raccolta sono state molte ma non soddisfano un’interpretazione d’insieme dell’opera. • Rubisca e Adelphus adelpha: opere simili all’Hisperica famina nella tecnica. • Antifonario di Bangor: inni sacri scoperti in un codice di Bobbio dal Muratori. 100 brani (VI-VII secoli), varietà di metrica ed erudizione teologica e letteraria, parole celtiche non latinizzate messe qua e là nei versi. Alcuni testi sono delle propagande del cristianesimo monastico nello scontro con la religione dei preti. Altri trattano degli abati e del fondatore del monastero Congill. Secolo VIII (appunti + libro) L’Inghilterra e l’Irlanda sono i centri maggiori fino alla prima metà del secolo e i Carolingi sviluppano la loro tradizione culturale a partire dalla seconda metà del secolo. Produzione letteraria del VIII secolo: F 0 E 0INGHILTERRA: supremazia letteraria. Avviene un rovesciamento culturale che mostra un strano silenzio irlandese e l’Inghilterra è invece attivissima per effetto di una serie di situazione favorevoli: i regnanti, le scuole, i monasteri, l’influenzati di Adelmo (enigmi gusto linguistico elegante), uso della grammatica a misura di un non latino (invenzione tabelle verbi), l’agiografia agostiniana, Eusebio (abate monastero di Yarrow: 60 enigmi) e Tatuino (40 enigmi). Nel VII secolo l’Inghilterra fu cristianizzata da Agostino e altri monaci inviati da Gregorio Magno che portarono con sé libri e fondarono molte scuole per insegnare la religione e il latino. La prima scuola fondata dai monaci romani fu Canterbury e ben presto i nuovi maestri inglesi fondarono altre scuole sull’isola. Molti studiosi da tutto il paese giungevano nelle scuole e anche da altre parti del continente, tra cui Teodoro (Costantinopoli, lingua greca) e Adriano (Libia, lingua greca) che fondarono assieme un’altra scuola a Canterbury, presto all’avanguardia nella produzione letteraria europea. Aldelmo fu il loro migliore allievo. Questi tre personaggi delinearono la fisionomia culturale e letteraria latina del secolo VIII. Fu in questo secolo che i missionari inglesi, fra cui Vinfrido, fecero quello che fece Agostino nel VII secolo: si spostarono in Olanda e Germania per fondare dei monasteri e delle scuole, portarono con se testi di Aldelmo e Beda necessarie per i monaci inglesi. Alcuino, inglese, guidò la riforma della Chiesa voluta da Carlo Magno. Vinfrido, Beda e Alcuino realizzarono le opere migliori di questo secolo. La letteratura di Aldelmo (VII) influenzò fortemente questo secolo, in particolar modo il De virginitate, molti prosatori fecero proprie le sue invenzioni, anche gli enigmi furono imitati da Tatuino, Eusebio e Vinfrido. Problema urgente era realizzare delle grammatiche latine per non latini, quelle esistenti erano tutte pensate per latini e non adatte a principianti, bisognava trovare gli strumenti adatti per l’insegnamento e per comporre versi e prosa. Aldelmo fu il primo anche in questo con l’Epistola ad Acircium che include due trattati sulla grammatica. Vinfrido, Tatuino e Beda lo seguirono. 1. Vinfrido: maestro presso il monastero di Nursling, si trasferì successivamente in Germania per delle missioni. Nel periodo inglese compose un alto numero di opere in latino, talento e capacità di insegnamento. • Ars grammatica: grammatica latina ampiamente usata sull’isola e nel continente, struttura semplice e chiara, la prima grammatica con i paradigmi verbali nella forma delle tavole. • Caesurae versuum: breve trattato di metrica sull’accento, l’arsi e la tesi su modello di Aldelmo; qui e nella grammatica dimostra conoscenze di fonti classiche. • Epistolae: sostanzioso corpus, in quelle giovanili dimostra un’influenza di Aldelmo, narra di visioni e ammonisce moralmente. • Enigmata: 20 enigmi metrici, ispirato da Aldelmo, ritrae virtù e vizi dell’uomo che parlano in prima persona, il messaggio è incorniciato da un acrostico. Apre la raccolta con un prologo metrico i cui vizi e virtù sono ritratti allegoricamente. I suoi enigmi sono frutto ormai di una tradizione consolidata degli enigmi, diversamente dallo scatto intellettuale di Aldelmo. 2. Tatuino: arcivescovo di Canterbury, contemporaneo di Vinfrido. • Ars grammatica: grammatica con scopo pedagogico su modello tardo antico ma sostituendo esempi tratti dal vocabolario cristiano per illustrare le caratteristiche grammaticali della lingua italiana. • Enigmata: 40 enigmi metrici incorniciati da un acrostico, narra di concetti astratti organizzati schematicamente per riflettere la nostra comprensione e interpretazione della verità cristiana, intendeva dare al lettore una nuova percezione attraverso la contemplazione dell’apparato cerimoniale cristiano di ogni giorno, ma il suo programma non fu rispettato. Eusebio proseguì con altri 60 enigmi per portare a 100 gli indovinelli (modello di Aldelmo), narra di soggetti cosmologici e di animali mostruosi. La teratologia era particolarmente trattata in ambito anglosassone, ne è un esempio Liber monstrorum di un anonimo, tre libri che narrano di mostri, animali giganteschi e rettili, descritti con distaccata e sgomenta meraviglia. Opera che contiene molte astrusità concettose, ma che fu molto popolare nel continente nei secoli successivi. In questo secolo inizia a svilupparsi in campo letterario anche la Narthumbia con una serie di produzioni agiografiche nei centri di Whitiby (prima vita di Gregorio Magno: eccentrica, notizie improbabili, aneddoti sconnessi), Lindisfarne (Vita di San Curberto) e Ripon (Vita di Vinfrido). Questi centri rimangono comunque ai margini, di fronte soprattutto alla produzione dei monasteri gemelli Wearmouth-Jarrow e del suo maestro Beda. per l’VIII secolo è solo un problema di mancanza di testimonianza. Gli annali vengono mantenuti in questo periodo. L’opera di spicco di questo secolo è la Navigatio Sancti Brendani, un adattamento in latino di un racconto in volgare irlandese, narra di San Brendano che va alla ricerca della Terra promessa. Lo scopo dell’opera era educativo in quanto il latino è elementare, comunica senso di rispetto per la preghiera e obbedienza all’abate. L’autore anonimo fornisce un quadro dell’escatologia cristiana, molto popolare (100 manoscritti) e ci informa che le scuole irlandesi producevano ancora opere letterarie e che si stavano formando noti autori poi alla corte di Carlo tra cui Virgilio di Salisburgo. 1. Ferghilo (Virgilio di Salisburgo): irlandese, vescovo di Salisburgo, lasciò la patria per andare in missione in Germania, in conflitto con Bonifacio (Vinfrido) che gli impediva di diventare vescovo di Salisburgo, due lettere per il papa Zaccaria lo testimoniano. Il suo nome è stato associato al libro Cosmographia, il trattato geografico più notevole del Medioevo, anonimo (firmato Geografo Istriano), narra della creazione dell’universo e di viaggi compiuti dall’autore, si sofferma particolarmente sull’Irlanda, e questo elemento fa pensare a una sua opera pur non avendo altre sue opere latine per il confronto stilistico. L’opera è sicuramente di questo secolo. L’opera è una delle più bizzarre dell’VIII secolo. F 0 E 0FRANCIA: la produzione letteraria francese fiorisce nella seconda metà del secolo con le riforme di Carlo Magno e per quanto riguarda la prima metà del secolo è scarsa di testimonianze. 1. Crodegango: arcivescovo a Metz, noto per la Regula canonicorum, una guida normativa per i canonici delle cattedrali su modello benedettino. Influenza nei secoli successivi. Con l’ascesa al trono di Carlo Magno (768) la situazione cambia drasticamente in meglio: per ristabilire lo studio del latino nel suo regno invitò a corte studiosi da tutta Europa, divenne così punto focale della produzione letteraria. Carlo con l’appoggio degli intellettuali attuò una riforma della scuola, della disciplina ecclesiastica e della liturgia, mentre negli scriptoria franco-tedeschi fioriva la produzione manoscritta (minuscola carolina), copie di contemporanei o testi classici greci (amore per l’antico di Carlo), la Regola di Benedetto acquistò fama grazie ai Carolingi che la diffusero in tutto il loro regno. La produzione letteraria patrocinata da Carlo negli ultimi decenni dell’VIII secolo fu molto elevata. 2. Pietro da Pisa: grammatico del re, soppiantato poi da Alcuino (secondo lo storico Eginardo). Arrivò alla corte di Carlo quando era già anziano, per questo la sua produzione letteraria è modesta. • Ars grammatica: tradizione delle grammatiche di Vinfrido e Tatuino. • Poesia: esiguo corpus dedicate soprattutto all’amico Paolo Diacono, scambio ironico tra i due autori. 3. Paolo Diacono: l’autore italiano altomedievale più prolifico dopo Gregorio Magno. Nato a Cividale, contatti con i Longobardi a Pavia fino a quando nel 774 Carlo Magno conquistò il regno longobardo, Paolo si ritirò nel monastero di Montecassino, finché non andò in Francia a chiedere a Carlo di liberare suo fratello e per questo motivo restò per un periodo breve nella sua corte. Paolo abbracciò molte discipline letterarie. • Ars grammatica: tradizione delle grammatiche di Vinfrido e Tatuino. Probabilmente scritta a corte. • Omeliario: raccolta di 244 omelie voluto da Carlo, ordinate secondo l’anno liturgico, due volumi (estate-inverno) con omelie antiche di Agostino, Gregorio Magno e Beda. Diffuso nel regno franco. • Poesia: piccolo corpus di poesie del periodo francese, scambio poetico con Pietro da Pisa e suppliche a Carlo di liberare il fratello, nasce così l’idea di comunicare con il re tramite i versi, la poesia divenne il mezzo tipico per la comunicazione a corte grazie anche al corpus di Paolo. • Historia Romana: composta in Italia, prosegue, con 6 libri, i 10 libri della storia di Eutropio (fondazione Roma - IV secolo tardo) giungendo fino al tempo di Giustiniano, usa fonti tratte da diversi autori tra cui la Historia di Beda. Paolo amplia l’ambito storico dando un panorama dell’Italia del tempo. Narra del declino dell’Impero romano e la nascita di quello contemporaneo di Paolo. • Scrive le gesta di tutti i vescovi di Metz, prima opera di questo genere, un elenco dei vescovi di una diocesi. • Scrive due biografie di Gregorio Magno, basandosi su quella di Withibi: accentua il carattere di monaco e papa. • Historia Langobardorum: il suo più grande lavoro storico, composta in Italia, prima e dopo il periodo francese. La fonte più importante oggi per la storia dei Longobardi. 6 libri che narrano delle origini del popolo (Scandinavia) fino all’ingresso in Italia e la dominazione, non racconta dell’invasione carolingia, si ferma alla morte di Liutprando. Paolo usa diverse fonti storiche tra cui Gregorio di Tours, Beda, Isidoro. L’opera è arricchita da passaggi narrativi potenti, tratti da leggende germaniche che rendono il racconto avvincente e memorabile, gli danno un’atmosfera profana e manca il classico sostrato cristiano che si trova in molte altre storiografie. Paolo è interessato al popolo, un interesse laico. 4. Paolino: teologo , diventò patriarca di Aquileia. • Contra Felicem Urgellitanum: trattato di 3 libri sull’eresia dell’adozionismo (dogma). • Scrive altri trattati sui dogmi: uno sulla questione dell’iconoclastia nell’Impero romano d’Oriente e l’altro sulla questione dell’aggiunta o meno del figlioque (spirito santo). Per quanto riguarda la questione dell’iconoclastia, in Oriente vi era una forte bipolarità tra Stato e Chiesa, quest’ultima dichiarava la religione una cosa astratta e lontana dalla sfera politica, le immagini erano viste come idoli quindi pagane. In Occidente la situazione era diversa, la Chiesa doveva far fronte ai germani ed era quindi necessario esprimere la religione e i suoi concetti con una comunicazione visiva, vicina alla sensibilità culturale dei barbari pagani (idolatravano). Secondo Paolino Cristo come uomo è percettibile con tutti i sensi quindi anche l’immagine sacra è valida teologicamente come strumento di conoscenza. Questo non era condiviso dal Impero d’Oriente che vedeva nelle immagini sacre disegni per ignoranti. Tutte queste questioni sono state dibattute da Paolino e altri teologi come Teodulfo d’Orleans presso la corte di Carlo Magno. • Liber exhortationis: compendio dei valori cristiani del laico, anticipa il genere dello specchio dei principi (IX secolo). • Poesia: esiguo corpus poetico di natura dogmatica e temi biblici. 5. Alcuino di York: il più grande studioso della corte di Carlo che diede forma alla politica culturale dell’impero. Inglese, monaco a York. Dopo un viaggio a Roma incontrò Carlo a Parma che gli chiese di andare alla sua corte. Qui vi trascorse tutta la sua vita dai 40 anni in poi. Abate di Tours e principale consigliere di Carlo. Produzione letteraria eccezionale, capacità di assimilare opere di altri autori con molta originalità, in tutti i generi che affrontò (didattica, commenti, agiografia, teologia, opere laiche sulla vita cristiana). Preoccupazione per l’insegnamento scolastico, raccolse testi per le basi formative dei suoi alunni. • Lettere: più di 230 lettere dell’ultimo periodo della sua vita (fine VIII secolo), grazie a queste si possiamo fare un idea precisa delle personalità presenti a corte e della personalità intima dell’autore. • De orthographia: compilazione di scritti precedenti sulla materia di Cassiodoro e Beda, fa un elenco alfabetico. Trattato importante per la spiegazione delle parole che venivano più confuse, spiega come vanno scritte e pronunciate. Per Alcuino era fondamentale la grammatiche che doveva essere insegnata al copista perché non storpi le parole e gli accenti. Per quanto riguarda la didattica Alcuino la trasformò introducendo nuovi testi e nuove materie (logica, dialettica, retorica), diede una nuova forma all’insegnamento e per questo scrisse molti libri a riguardo. Tutte le sue opere didattiche sono redatte a dialogo, eccetto il De orthographia, elemento importante e fondamentale per Alcuino. • Poesia: 124 poesie di vario genere, una sola (la più lunga: basata sulla storia ecclesiastica di Beda, sulle glorie storiche di York), è stata composta dall’autore in Inghilterra, le altre sono tutte del periodo francese. La maggior parte di queste sono epistole poetiche per gli intellettuali della corte carolingia. Sono componimenti caratterizzati da una intensa intimità che descrive il rapporto con i sui amici, gli diede a tutti dei soprannomi, non lascia ben capire se è un amore omoerotico o spirituale (Cantico dei Cantici). Anche il lessico ha delle sottili gradazioni intime. Con i suoi allievi traspare la figura di un anziano e apprensivo genitore preoccupato per il benessere dei suoi studenti e perché non vengano dal mondo esterno mondano e dalla politica, amava la compagnia dei suoi allievi. Quando iniziò a insegnare alla corte di Carlo aveva già 50 anni e questo da luce su alcune poesie sulla sua dolorosa consapevolezza dei contrasti tra gioventù e vecchiaia, sulla fugacità della vita e dei suoi piaceri. Queste ultime poesie sono il miglior prodotto dell’alto Medioevo. Dalle poesie si capisce che amò la vita intensamente, quelle scritte negli ultimi anni della sua vita sono estremamente commoventi. Ci parlano in modo diretto dopo secoli, la sua è la più grande opera letteraria della rinascenza carolingia. Con Alcuino la letteratura latina divenne un mezzo di comunicazione per tutti i registri. La corte di Carlo Magno fu uno spartiacque nel Medioevo, dopo l’inizio dell’VIII secolo con immani sforzi per mantenere viva la sopravvivenza del latino (Beda e missionari angli), il resto del secolo vide una grossa fioritura letteraria. Con la riforma di Carlo vi a. Carlo Magno: gli autori sotto Carlo Magno delineano la produzione letteraria carolingia. Si occupano di problemi grammaticali per una restaurazione della classicità latina. Studiano la poesia come metodo di comunicazione tra intellettuali e anche con Carlo, diventa un gioco letterario, si usano formule classiche adattate al contesto. I temi sono i più svariati (Carlo, ecc.). La storiografia si sviluppa con Paolo Diacono (storia dei Longobardi). Grande fortuna ebbero i manuali per i laici, una letteratura volgare per i nobili che vedono con Paolino di Annola il massimo esponente alla corte di Carlo. 1. Paolino: vedi VIII secolo. 2. Paolo Diacono: vedi VIII secolo. 3. Alcuino di York: vedi VIII secolo. 4. Autore anonimo: in un manoscritto probabilmente di inizio IX secolo è stato trovato un poema di 536 esametri senza titolo e senza autore, comunemente chiamato Karolus Magnus et Leo Papa perché narra dell’incontro tra Carlo e il papa a Paderborn, ma soprattutto loda Carlo. Lo paragona a un faro che splende sull’Europa e supera il sole perché brilla anche la notte. L’opera è ricca di adulazioni ed elogi: Carlo è potente nelle armi, vincitore clemente, buono e giusto, sapiente e letterato. Carlo è insuperabile in ogni cosa, ovunque è supremo, maestro degli altri. Ma quest’ultima lode appare esagerata se la poesia si paragona ad altri testi che indicano Carlo come allievo di Paolo Dicono e di Alcuino. Le lodi smisurate proseguono con il paragone a Enea: costruttore di Roma, anche Carlo costruisce la nuova Roma (Aquisgrana), è un architetto che dirige la sua fondazione. L’autore usa la poesia antica di Virgilio nei versi e nelle scene arricchendole per indicare che Carlo è il nuovo e più importante Enea. La poesia prosegue con la descrizione di una battuta di caccia dove Carlo è il più potente dei cacciatori, immagine ripresa anch’essa dall’Eneide, descrive minuziosamente la famiglia regnante (modello è Angilberto, Alcuino e Teodulfo: descrizione corte). L’ultima scena è la visione notturna di Carlo che sogna Leone III mutilato, premonisce l’aggressione al papa e lo avvisa (Eneide: Enea sogna Ettore) e fugge. Segue l’incontro a Paderborn nel 799 e il banchetto celebrativo. Quest’opera è il primo passo dopo quello del VI secolo di Corippo di scrivere un poema storico-panegirico, una forma di poetica che da segno della potenza di un impero, segue molto il modello di Virgilio con la voglia di superarlo facendolo proprio e sfruttandolo. L’opera non è completa e probabilmente non è stata scritta come poesia di benvenuto per il papa a Paderborn, ma successivamente in quanto Carlo viene nominato come augustus, quindi di data posteriore all’800. L’autore è anonimo ma si sono fatti due nomi: Angilberto ed Eginardo. 5. Modoino di Autun: autore di due ecloghe dette gemini libelli (su modello virgiliano e bucolico romano), con prologo ed epilogo, scritti che lodano Carlo come un Davide-Augusto (progressiva spiritualizzazione del re) scritte a inizio IX secolo prima di diventare il futuro vescovo di Autun. Conosciamo l’autore grazie a una nota di un catalogo della biblioteca di Reichenau redatto dall’amico Reginberto. Probabilmente entrò alla corte di Carlo molto giovane, questo spiega perché Modoino incarna nelle sue poesie la figura del pastore, del puer. Entrambe le ecloghe inscena dialoghi tra un senex e un puer. Modoino si offre in questi componimenti di cantare le lodi dell’imperatore in un tono panegirico. La prima ecloga descrive un paesaggio bucolico e un contrasto tra i poeti vecchi e quelli giovani non ancora affermati, il poeta giovane (Modoino) si sente scoraggiato perché David-Carlo lo aveva accolto e ora lo disprezza per le poesie rozze e stonate, vorrebbe cantare ancora le lodi del sovrano entrando nelle sue grazie per avere una sicurezza materiale. Questa è una poesia che serviva per chiedere a Carlo di entrare nella sua corte. La seconda ha la stessa visione con i due poeti che si sfidano nel canto in lode della nuova era, il poeta giovane è chiamato Nactylus e quello vecchio Micone, ammira il puer. Descrive anche qui un paesaggio bucolico idilliaco investito dalla pace che regna in ogni suo angolo, la terra e i popoli vivono serenamente, c’è un ritorno all’età dell’oro ovidiana dove Carlo domina su tutto e tutti. Modoino elogia l’imperatore per il nuovo regno augusteo, dominato dalle leggi e dal benessere, non è un componimento nostalgico perché Modoino interpreta delle condizioni già esistenti, è orgoglioso di quello che Carlo ha raggiunto su modello augusteo e i poeti affilano consapevolmente la penna per elogiarlo. 6. Teodulfo d’Orléans: erudito visigoto, importante poeta, Carlo chiamò a corte e lo nominò vescovo di Orléans, sotto Ludovico ebbe un atteggiamento più distaccato e fu accusato di essere coinvolto in una rivolta contro di lui, il suo nome è riportato nella lista dei ribelli degli Annali del regno franco (817), non si sanno le colpe, fu mandato in esilio. Fu da qui che mandò un’epistola in versi a Modoino dove si lamento dell’accaduto, la risposta dell’amico fu di riconoscere le sue colpe pura sapendo che era innocente. Teodulfo rimase in esilio dove pochi anni dopo morì. Teodulfo fu grande poeta sotto Carlo, superato in ampiezza solo da Alcuino, ma qualitativamente superiore ad esso: frasi scorrevoli, espressioni ricche di sfumature, immagini e toni scherzosi innalzano piacevolmente la sua poesia. E forse questo non fu gradito da Ludovico il Pio. Paladino della giustizia e dell’unitarietà attuata da Carlo, per le sue critiche e osservazioni è considerato rappresentante di un illuminismo carolingio. • Poesia carm. 25: componimento di lodi a Carlo, descrive una giornata a corte rappresentando famiglia e seguito in un banchetto di corte. I personaggi sono osservati con occhio acuto, caratterizzati in modo spietato in uno stile disinvolto e forbito. • Contra iudices o Paraenesis ad iudices: resoconto di viaggio per il re, attraverso la Burgundia, valle del Rodano e Pirenei. Modello è la descrizione di viaggio di Orazio e Venanzio Fortunato. Teodulfo va al di là del resoconto e la narrazione dell’itinerario occupa solo una piccola parte del componimento, infatti è la critica al sistema giudiziario che ha ampio spazio all’interno del poema. Teodulfo accusato ingiustamente esorta i giudici a essere giusti al cospetto dell’eterno Giudice ricorda dogli i premi e le punizioni, di non farsi corrompere. La descrizione di un viaggio e di un’esperienza personale postano il poeta a farsi domande sull’essenza del diritto. Teodulfo vuole dimostrare la sua innocenza, si pone domande importanti attraverso una narrazione spesso divertente e toni leggeri (satira oraziana) dichiarando che se si allontana dalle legge è per amore della giustizia, poiché la causa dell’ingiustizia non sono solo i giudici, ma talvolta anche le leggi. La parte finale dell’opera pone il problema di come esercitare la giustizia evitando mutilazioni o morti. Un appello a Carlo, il poeta solleva questo problema che voleva una’applicazione meno rigida delle leggi da parte dei giudici onesti. Dalla parte dei poveri e degli innocenti chiedeva giustizia, compassione e umanità. • Poesie: altre poesie trattano di temi diversi, prevalgono la teologia e la precettistica (insegnamento biblico e morale). • De Spiritu Sanctu: trattato contro l’eresia spagnola dell’adozionismo (Padre e dal Figlio e dallo Spirito Santo) e l’aggiunta del figlioque al Credo dei bizantini, raccogliendo materiale dei Padri della chiesa occidentale. Cerò di realizzare una legislazione ecclesiastica rinnovando ordinamento e insegnamento ecclesiastico. Scrisse altri trattati su questioni religiose. • Bibbia latina: con la ricerca di Carlo di un testo sacro corretto e autentico, anche Teodulfo fu impegnato in questo, realizzò un lavoro filologico e critico. Confrontando diversi testi ha scelto le lezioni e le ha composte in un’unica opera. Esistono diverse versioni, ognuna di esse mostra uno stadio più progredito del suo lavoro. Probabilmente scritti al monastero di S. Mesmin di Micy, Teodulfo lo aveva rinnovato e ripopolato di monaci benedettini. 7. Benedetto d’Agnane: inizialmente soldato, combatte per Carlo, ma più tardi si ritira n un convento che imponeva massima rigidità. Cambiò convento e si rese conto della troppa rigidità di quello precedente e acquisisce la regola Benedettina, imponendola in tutto l’Impero che andava a sostituire quella insulare. Concordia delle regole è un suo scritto e scrive poco altro di rilevante. b. Ludovico il Pio: 1. Rabano Mauro:monaco e poi abate al monastero di Fulda, teologo con preoccupazione didattica, scrive un ampio numero di testi specifici per i suoi monaci di carattere didattico, enciclopedico, esegetico, prediche, scritti dogmatici e i diritto canonico. Poeta di scarsa fortuna in epoca moderno, ma molto apprezzato dai suoi contemporanei per i versi facili e comprensibili. • …: tre libri che sottolineano l’importanza delle arti liberali funzionali ai testi sacri. • Martirologio storico: preso successivamente come modello sostituendo quello di Beda, viene ampliato l’elemento favolistico. • Enciclopedia: su modello del De rerum naturis di Isidoro, tratta del mondo visibile e invisibile per uso esclusivamente religioso in quanto era un mezzo per la diffusione della fede. Usa delle interpretazioni allegoriche elencando i concetti che spiegano i testi sacri (sistema esegesi biblica). L’opera è formata da 22 libri, la finalità ecclesiastica emerge nell’organizzazione del libro: si parte de dio fino ad arrivare alla realtà più concreta. Questo è l’unico caso di enciclopedia medievale illustrata per scopi didattici. Secolo X (appunti + libro) Considerato il periodo buio, di decadenza: • l’impero carolingio si stava sfasciando; • corruzione della chiesa, la situazione pare preoccupante (correnti riformiste: cluniacensi); • nuove invasioni barbariche (normanni, ungari e slavi). C’è una nuova crisi e si sviluppa un particolarismo istituzionale dopo la fine dell’impero carolingio. Il feudalesimo diventa la struttura istituzionale: gli Ottoni cercano dei vescovi-conte che svolgano la funzione di feudatari, in questo modo non avendo eredi i regnanti non perdevano il potere e il controllo sulle terre. Questo è un secolo bistrattato dalla critica, in quanto il secolo rivela dati positivi per economia, politica e cultura, rivalutandolo si sono trovati autori straordinari, l’intellettuale è consapevole del suo essere (autocoscienza) e produce opere che riscattano ampliamente la crisi sociale, politica e istituzionale. Sul tessuto culturale carolingio nasce una letteratura diversa nel X secolo: l’autocoscienza porta a una riflessione su se stessi, sulla propria storia, santi, eroi, strumenti di lavoro e futuro. Gli strumenti di lavoro sono sempre le grammatiche, ma soprattutto lo schema antico delle 7 arti liberali, in particolare per il quadrivio. Cambia il rapporto con la scuola come istituzione. I Carolingi studiavano la grammatica e recuperavano i classici, in questo secolo invece c’è un ampliamento degli interessi. La scuola mantiene un ruolo formativo, ma come base. Gli intellettuali criticano la scuole e da questo momento iniziano a crearsi delle biblioteche private. C’è un incremento dei manoscritti autografi (vergati dall’autore stesso) che corregge il proprio scritto. Attenzione al proprio percorso culturale e autocoscienza. La produzione letteraria si sviluppa in diversi centri dell’Europa e dell’Africa del Nord, come conseguenza del decentramento post impero di Carlo Magno. La produzione araba (Spagna) è numerosa in questo secolo e quella inglese è molto interessante e forte. Si produce anche il Italia e nell’Est dell’Europa. Si producono libri nei monasteri e nelle corti, si traducono in antico inglese libri capitolari, opere agiografiche con profonda influenza della riforma monastica continentale, un ritorno alle origini cristiane. In Italia, in particolare a Napoli, nascono già dal IX secolo delle scuole di traduzioni dal greco: testi agiografici e narrativi/fantastici. La traduzione è tendenzialmente adattata dall’autore in base alle sue necessità, non sono traduzioni letterarie. L’Europa centro-orientale è terra di missione, qui vengono scritte due agiografie di Adalberto (vescovo di Praga), da Giovanni Canapario e Brunone di Querturt. Viene ripresa la componente martiriale (elemento primi secoli d.C. con le persecuzioni romane). Con innestato il tema delle missioni (culto Medioevo). Tipologie letterarie: a. Liturgia: incremento nella musica e poesia, vengono introdotti i tropi da Notchero Balbulo (balbuziente), sono versi adattati sul verso finale dell’Alleluia con una sillaba a verso che facilitano la memorizzazione del canto (enorme successo nel Medioevo). Spesso gli autori dei canti liturgici sono anonimi b. Agiografia + storiografia: generi principali del X secolo, sia in versi che in prosa, fenomeno singolare nel Medioevo ch acquisisce un carattere di necessità di scrivere la propria storia. L’agiografia viene scritta in tutte le sue forme con una forte necessità di storicizzazione, per sottolineare la verità dei fatti miracolosi. Esigenza di una narrazione ricca di fatti storicamente incontestabili (verità) quali sono i fatti contemporanei, per questo si scelgono tendenzialmente personaggi contemporanei, morti da poco. Il racconto diventa così più coinvolgente e interessante in quanto molti potrebbero aver conosciuto il martire. Si fanno perciò riferimenti a fatti, anche fantastici e miracolosi, ma ritenuti veri. L’agiografo nasce come professione vera e propria. • Monastica: agiografia monastica di Cluny. • Laica: Gerardo d’Aurillac, trattato come un monaco. Re e regine: Matilde di Sassonia, Adelaide, ecc. Vite di ogni tipo Prevale comunque l’ideologia monastica come modello per la perfezione sulla terra, distacco fisico dalla storia, rinuncia. • Italia meridionale: traduzioni dal greco al latino di agiografie di santi o laici. Si traducono anche racconti epici e fantastici. • Europa dell’est: cultura slava, entra nella latinità con le prime agiografie di evangelizzatori martirizzati, ripresa tema martiriale su personaggi contemporanei dove i fatti storici costituisce il racconto agiografico stesso. Importanti le Vite di Adalberto di Praga di Giovanni Canapario e Brunone di Querfurt. • Rosvita: monaca sassone (Gandersheim), donna-scrittrice più famosa del Medioevo per la sua applicazione dell’agiografia la teatro. Poetessa dell’amore. F 0 E 0Due poemi epico-storici: imprese di Ottone I in versi e fondazione suo monastero. Componente epica tenue, si da un insieme di episodi non racconti dettagliati. F 0 E 0Otto poemetti agiografici: versificazioni di agiografie in prosa (Cristo, Maria, Agnese, fino a santi contemporanei, tipo Pelagio), a tutti applica una sua visione di santità, il santo vince sempre in quanto ha scelto Dio, uno schema astratto e un po’ macchinoso ma che ha una sua originalità, in particolare nelle agiografia di Maria e Agnese, entrambe hanno scelto Dio, un amore più grande di quello umano. Un interesse femminile che fa cogliere una corrispondenza autobiografica in quanto anche lei ha scelto Dio, che è misericordioso e salva sempre l’uomo per pietà. F 0 E 0Sei drammi: fonte è Terenzio (commediografo antico), anche qui innesta il problema dell’amore movimentando il suo racconto, mette in confronto questo tema umano con quello delle perfezione di Cristo, usa storie dell’antichità cristiana (martiri) e dell’epoca costantiniana (monaci), due modelli fondamentali. Drammatizza questo contrasto e insieme il modo per renderlo risolvibile attraverso la rinuncia e un amore totale per Dio, questo da significato a un amore umano, reso sereno e pacifico dal venir meno della passione, la tentazione carnale e la prostituzione sono invece fatti dolorosamente umani, ma mutabili in vero amore. Rosvita descrive una situazione umana centrata sull’amore, ma nega o non riesce a descrivere l’amore uomo-donna (passione è la negazione dell’amore). La storia è un elemento imprescindibile per gli intellettuali del X secolo, un continuo confronto, il passato aiuta ad auto comprendersi. Si producono opere di ogni tipo: cronache e annali, biografie e autobiografie, storie di luoghi e altri tipi. Produzione vastissima. • Annali: ogni città e abbazia ne scrive uno. Flodoardo di Reims è lo scrittore più noto in questo, innovatore della struttura si rende conto della semplicità dello schema (calendario con poche nozioni), allarga così le notizie annalistiche fino a creare dei racconti per ogni evento importante. • Cronaca: genere tradizionale. Sempre Flodoardo con l’Historia Remensis ecclesiae (cronaca episcopale) riesce a inserire nel racconto in modo abile documenti diretti tratti dall’archivio, pur conservando un andamento narrativo. Scrive anche il poema agiografico De triumphis Christi, scrive in versi la storia di santi, documenti stessi del trionfo di Cristo nella storia. Unisce agiografia e storiografia come Rosvita. Richero di Reims racconta storie contemporanee in modo letterario, rinuncia alle storie universali. Manifesta nella forma della prosa letteraria il suo giudizio sul tempo su una vicenda che lui ha scelto, un lavoro vicino al giornalismo di oggi. • Autobiografia: Litprando da Cremona, italiano, presso la corte di Ottone I, scampi letterari tra Italia e sassonia. La storia che scrive Liutprando è contemporanea, quasi un’autobiografia perché narra solo ciò ch aha visto e che è venuto a sapere, la storia per l’autore non è frutto di ricerca ma solo di memoria, storia che appare a Liutprando come una brutalità (corte di Ottone: grandezze e bassezze), non ispirata da Dio, la violenza spesso domina i rapporti tra persone (similitudine con Gregorio di Tours, ma contesto non più germanico), è il Liutprando una scelta soprattutto letteraria: scopre in ogni avvenimento la molla degli interessi personali, passioni e astuzie dei suoi personaggi, senza mai perdere il quadro d’insieme. Autore del non-senso della storia, capolavoro di un’epica rovesciata è Antapododis. Raterio di Verona scrive opere storiografiche esclusivamente autobiografiche. Nato nelle Fiandre, vescovo a Verona, qui entrò in conflitto con il capitolo della cattedrale per la sua proposta di riforma del clero (due volte lasciò la città e in prigione). I Praeloquia è un manuale- enciclopedia del ben vivere con fonti patristiche e altomedievali, uso di parole rare e raffinate. Raterio, come Liutprando (denuncia e critica), ha un rapporto difficile con la storia, la respinge perché non regge il confronto con la realtà, irritazione e rifiuto determinano il suo stile. Misura se stesso sulla storia per questo le sue opere sono autobiografiche pur trattando temi diversi. Gerberto d’Aurillac è invece ampiamente inserito nella storia, non si confronta con essa, preferisce occuparla. Intellettuale francese, scrittura colta e controllata scrive ciò che gli interessa). Ebbe diversi e prestigiosi incarichi, fino al papato (Silvestro II, il primo papa francese). Figura che fa coincidere cultura e potere in modo emblematico, si sente potente e
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