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Lezioni macroeconomia, Dispense di Macroeconomia

Lezioni della prof potestio, macroeconomia

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 19/03/2024

laura-rossini-8
laura-rossini-8 🇮🇹

15 documenti

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Scarica Lezioni macroeconomia e più Dispense in PDF di Macroeconomia solo su Docsity! 1° LEZIONE Contabilità nazionale Referente contabilità nazionale è INSTAT PIL = valore ai prezzi di mercato di beni e servizi finali prodotti nell’economia in un dato periodo di tempo. PIL = offerta aggregate di beni e servizi (prodotto nazionale). Prodotto nazionale (PIL) si identifica con il reddito nazionale. Il PIL richiede l’eliminazione di duplicazioni. Nel PIL conta la territorialità. Varia di anno in anno perché cambiano i prezzi e le quantità. La crescita economica è legata alla quantità. Eliminando le duplicazioni si riducono al valore aggiunto e quindi ci riduciamo al reddito nazionale. Tolte le duplicazioni rimane il valore nuovo, ovvero il valore aggiunto ai mezzi di produzione. Il valore aggiunto (ovvero quando si produce si crea reddito) serve quindi ad arrivare al reddito nazionale. PIL PRO-CAPITE = grandezza del pil divisa con il numero degli abitanti. PRODOTTO NAZIONALE LORDO: si riferisce al concetto di cittadinanza e territorialità. DOMANDA ESAME Quando IL PIL è superiore al PNL e viceversa?  Reddito prodotto da stranieri in Italia > da quello prodotto da italiani fuori. Cosa dobbiamo fare per capire se c’è stata una crescita reale nell’economia?  Dobbiamo misurare il PIL ai prezzi costanti di un anno base (PIL REALE) INDICE DEI PREZZI - deflatore del PIL = rapporto tra il PIL nominale e PIL reale P= ϵy y  ϵy = reddito nominale  Y= reddito reale Tasso variazione p❑ x= pT x−pT−1 x pt−1 x  X = un certo prodotto  T = un determinato periodo  X deflatore solo beni prodotti in italia Tasso variazione rapporto Tasso deflatore PIL = taso variazione numeratore – tasso variazione denominatore Π = Tasso di inflazione Π = y NT− yNT−1 yN T−1 − y RT− y RT−1 y RT−1 T = GyNT – GyRT DOMANDA ESAME  La relazione tra deflatore del PIL e tasso di inflazione Indice prezzi al consumo: misura il conto di acquisto di un paniere (insieme) di beni che è rappresentativo dei consumi di un consumatore medio. Il pacchetto di beni viene tenuto fermo, INSTAT decide il pacchetto di beni di un consumatore e costante per un periodo di tempo DOMANDA ESAME  Differenza deflatore PIL e indice prezzi al consumo Valore nominale: valore prezzi mercato in quel momento Tasso crescita PIL nominale uguale al PIL reale Gynt= Gyrt + πT 2° LEZIONE A fronte del Pil abbiamo la domanda Relazioni di contabilità nazionale Domanda complessiva e domanda aggregata (AD) Domanda complessiva verso il PIL AD = C + I + G + X – IM  C = domanda per beni di consumo (spesa al consumo)  Imprese = domanda per beni di investimento  X = esportazioni (domanda che viene dall’estero)  G = spesa pubblica = Domanda effettuata dallo stato, acquisto beni e servizi da parte dello stato.  IM = importazioni Inserisco le importazioni nella formula perché C,I,G contengono anche beni prodotti fuori quindi lo metto con meno. Meno perché è la nostra domanda che va fuori, gli altri elementi sono generici e quindi includono domanda alle nostre imprese e domanda ad altri paesi. AD = C + I + G + X – IM = 500 AD = ID + GD + X = 500 (Scritte in due modi differenti) FORZA LAVORO COS’È NELL’ECONOMIA? FL = N + U N = OCCUPATI U = DISOCCUPATI INATTIVI = NON SI TROVANO NEL MAERCATO DEL LAVORO TASSO DI DISOCCUPAZIONE = u (sarebbe una percentuale)  U = U FL =numero disoccupati TASSO PARTECIPAZIONE = FL POPOLAZIONE C + I + G + X – IM = Y INVESTIMENTO EFFETTIVO = I + SCORTE Ieff > Ides = prodotti non venduti e tenuti come scorte C + I < Y Ieff = Ides = Ides + scorte Ieff < Ides = disinvestimento scorte  C + I > Y  domanda > produzione = disimpegno scorte Così si determina l’equilibrio L’inclinazione di AD è data da c, se c aumenta, aumenta l’inclinazione PARADOSSO DEL RISPARMIO Maggiore risparmio vuole dire reddito più basso e minor consumo Le imprese seguono la domanda (comportamento passivo). Quando c’è ∆G e I le imprese aumentano produzione Y= 1 1−c [C0 + I0] 1 / 1-c ci dice di quanto dobbiamo moltiplicare C0 + I0 per avere Y  moltiplicatore del reddito (se pro. marg. cons. fosse 0,5 sarebbe uguale a 2) 5 LEZIONE Le componenti esogene della domanda sono consumo e investimento ∆I = ∆Y ∆Y = ∆AD Variazione dell’investimento porta ad una variazione della domanda  nelle imprese è una variazione di reddito ∆Y = ∆AD = ∆I  imprese che comprano macchinari ecc. da altre imprese, spesso beni di investimento ∆Y = ∆AD = ∆I + c∆I + c2∆I + c3∆I = ∆I (1 + c + c2 + c3…..)  c∆I = consumo sugli investimenti  c2  c x c = c2  Il tutto è una serie geometrica che converge ad un solo elemento  1 1−c (il moltiplicatore).  Una variazione della domanda ha un effetto moltiplicativo sul reddito  Inclinazione 45° è data da c LO STATO Y = C + I + G I = I0 (esogeni) G = G0 (esogeni)  dipende dal reddito disponibile C = C0 + CYD  reddito disponibile YD = Y – TA – TR C = C0 + c (Y – cY)  C = C0 + c (1 – t) Y  / Y = C0 + c (1 – t) y – I0 + G0 / [ 1 – c (1 – t) ] Y = C0 + I0 + G0 È piccolo perché c’è t. Inclinazione data da c (1 – t). Rispetto al caso precedente è minore. Se è più piccolo la variazione del reddito e della domanda sono più y= 1 1−c (1−t ) [C0 + I0 + G0]  QUESTO MOLTIPLICATORE, RISPETTO A QUELLO PRECEDENTE, È PIÙ PICCOLO Ho due prodotti marginali:  c  prodotto marginale al consumo sul reddito disponibile  c (1 – t)  prodotto marginale al consumo sul reddito La più alta è quella sul reddito disponibile, perché abbiamo tolto il peso dalle tasse  (1 – t)  frazione di reddito che rimane disponibile alla spesa  C  frazione della frazione di cui sopra destinata al consumo STABILIZZATORI FISCALI AUTOMATICI È un elemento fiscale che inserito nel moltiplicatore si riduce al valore. T è uno stabilizzatore fiscale automatico Condizione equilibrio:  risparmi  investimenti YD = Y – ta YD = C + S C = Y – t – G YD = Y – I – G + S Y – ta = Y – I – G + S  I = ta – G + S (COND. EQUILIBRIO RISPARMII / INVESTIMENTI) 6 LEZIONE BILANCIO IN PAREGGIO (BP)  STATO (Moltiplicatore bilancio in pareggio lo chiede) Y = c + I + G (condizione equilibrio) G = ta  pareggio e imposte fisse G = C0 + c (Y – TA)  reddito disponibile  I = I0 esogeni (fermi)  G0 = esogeni (fermi)  TA = TA0 ∆G = ∆ta (aumento spesa pubblica e aumento imposte ha un effetto sul reddito)  Il moltiplicatore legato alla spesa pubblica è 1 1−c  Il moltiplicatore legato alla variazione delle imposte è c Y = [C0 + (Y – TA) + c + I]  Y = C0 + cY - cTA + G + I  (1 – c) Y = c0 + G + I – cTA  Y = 1 1−c [c0 + G0 + I0 – cTA] METTIAMOLO IN TERMINI DI VARIAIZONE  G AUMENTA  TA AUMENTA ∆Y = 1 1−c [∆G - c∆TA]  ∆Y = ( 1 1−c − c 1−c ) = 1∆BP ∆Y = 1 1−c [∆G - ∆TA]  = 1 1−c ∆G - C 1−c ∆TA  = 1−C 1−c ∆BP  ∆BP = 1 Perché aumenta il reddito? Con G = TA tutto si crea nell’impatto iniziale che è diverso ed è dato da I ∆G = ∆Y  Spesa = crea reddito per qualcuno ∆G = è immediatamente variazione di reddito e il reddito creato è speso in misura  c∆G  ∆G + c∆G = ∆Y c∆G  variazione derivata di reddito derivata alla spesa pubblica nella misura di c SONO UGUALI Processo moltiplicativo ∆G + c∆G + c2∆G + c3∆G c∆G  variazione derivata di reddito derivata alla spesa nella misura di c ∆G (1 + c + c2 + c3 + c4 …)  serie geometrica Se c < unità  tende a 1 1−c (moltiplicatore spesa pubblica) ∆Y = 1 1−c [∆G - ∆TA] ∆G  impatto iniziale sul reddito  ∆Y = ∆G Aumento tasse esogene  tutti i cittadini devono dare 10 euro, a prescindere dal reddito  variabile esogena Effetto imposte riduce la spesa pubblica. Aumenta T  effetto iniziale la spesa diminuisce di c∆T Se reddito disponibile (c) diminuisce allora la spesa diminuisce nella misura della prod. Marg. Consumo C 1−c ∆TA  moltiplicatore legato alle imposte Effetto moltiplicativo che c’è si lega all’effetto iniziale delle due operazioni ovvero aumento spesa pubblica e aumento imposte. STUDIO ECONOMIA COMPOSTA DAL SOLO SETTORE REALE (con economia chiusa) Settore reale  beni e servizi, Abbiamo studiato la determinazione del reddito del solo settore reale con beni e servizi MONETA E MERCATI FINANZIARI Moneta e titoli  attività finanziarie Obbligazioni Per i titoli il nostro riferimento sono le obbligazioni. L’offerta di obbligazioni sul mercato finanziario è una domanda di prestiti. Chi acquista obbligazioni sta offrendo prestiti. Le obbligazioni sono una sorta di contratto. Le obbligazioni contengono delle regole, specifica gli interessi annuali che devono essere pagati e il tempo di restituzione. Le obbligazioni sono emesse da entità economiche Moneta La moneta è l’aggregato più liquido che ci sia [M]. La moneta è costituita da:  circolante o legale  depositi conto corrente decisioni in portafoglio  come detenere la ricchezza finanziaria domanda di moneta  liquidità che si desidera detenere domanda obbligazioni/titoli  quantità La ricchezza di una persona è data dalla domanda di titoli e domanda di moneta che detiene Differenze:  Titoli/obb. Danno più interessi  Moneta non da interessi  Moneta usata nelle transazioni, titoli no Funzioni moneta  Mezzo di scambio: funzione esclusiva  non può essere rifiutata  Riserva di valore  non ha valore universale, esclusivo per la moneta  Numerario: serve per esprimere il valore delle merci  non ha valore universale, esclusivo per la moneta Y2 altro livello di reddito maggiore Se Y2 > Y1  la funzione si sposta verso destra  + reddito e + domanda di moneta Determinazione del tasso di interesse Quindi introdurre Banca centrale, in generale il sistema bancario. Non ci sono banche ordinarie, solo banca centrale che è l’autorità monetaria. La moneta, quindi, è solo circolante perché emessa dalla BC. Offerta di moneta è solo circolante in questo ambito. Variabile esogena offerta di moneta perché emessa dalla banca centrale. M = MS  offerta di moneta esogena definita dalla Banca Centrale i1 = eccesso offerta di moneta. Se sta qua non è in equilibrio perché troppo grande. i2 = Eccesso di domanda di moneta. Troppo basso. i* = tasso interesse di equilibrio Tassi di offerta superiori a i* rappresentano un eccesso di moneta. Un aumento del reddito cambia l’equilibrio, il tasso di interesse sale dovuto al fatto che la quantità di domanda di moneta aumenta. Se si detiene più liquido, si deterrà meno moneta. Effetto di questo squilibrio (eccesso di domanda di moneta) è l’aumento dei tassi di interesse. 8 LEZIONE MD = €Y L (i) La relazione tra i e MD è una relazione inversa, ovvero se sale tasso interesse la domanda di moneta scende. L’offerta di moneta è regolata dalla banca centrale come la spesa pubblica è decisa dal governo. M = MS  Offerta di moneta Scenario di un reddito con una sua crescita ed espansione economica. Ci sarà una domanda di moneta più ampia. Il tasso di interesse deve risalire per trovare l’equilibrio.  i* = con stesso tasso interesse la domanda è cambiata  i1 = tasso interesse è salito Il tasso interesse con le sue variazioni riporta in equilibrio il mercato monetario ----------------------------------------------------- I*1 = secondo punto di equilibrio Il grafico sopra è un’operazione di mercato aperto di acquisto titoli Una politica espansiva (aumento offerta di moneta) muta l’equilibrio e conduce a un tasso interesse più basso. Avviene quindi un aumento di liquidità nel punto B. La proporzione dipende dal tasso di interesse. Tasso interesse basso la gente detiene più moneta. Tasso interesse molto basso la gente sposta la ricchezza finanziaria in parte sulla moneta. Tasso interesse che diminuisce fa aumentare MD Se c’è un eccesso di domanda il prezzo sale. Prezzo titoli sale e tasso interesse scende. Nel mercato se c’è domanda il prezzo sarà quello della banca centrale. Se compriamo a un prezzo più alto di quello di emissione, il suo rendimento è più basso. Tasso interesse = rendimento dei titoli La Banca Centrale fa questa operazione perché vuole far scendere il tasso di interesse. La banca centrale cambia l’offerta di moneta attraverso le operazioni di mercato aperto (acquisti e vendite di titoli). Prezzo dei titoli sul mercato aperto: prezzo dei titoli dopo l’emissione, quelli oggetto di compravendita. La banca centrale non può acquistare titoli all’emissione, perché sennò è come se finanzia qualcuno. Vende e acquista titoli sul mercato aperto non all’emissione. Emissione: 1° prezzo Titoli all’emissione = impresa offre titoli sul mercato La banca centrale acquista e vende titoli sul mercato aperto per variare l’offerta di moneta.  Aumentare: acquista titoli. Li paga con la sua potenza (stampando moneta). Inserisce liquidità nel sistema economico.  Diminuire: vende titoli. Questo pagamento di chi compra titoli va alla banca centrale. Toglie liquidità dal sistema economico Prezzo titoli sul mercato aperto Equazione del rendimento del titolo e dei prezzi Esempio: Titolo emesso dalla durata di un anno a 100€ ⅈ= 100−€ PT € PT  i = tasso interesse  100 = valore emissione  € PT = prezzo del titolo La differenza sarà il mio rendimento L’incognita è il rendimento del titolo  i Relazione inversa tra tasso interesse e prezzo dei titoli ⅈ= 100−€ PT € PT € PT = 100 - € PT  € PT = 100 / 1 + i 9 LEZIONE TRAPPOLA DELLA LIQUIDITÀ MS = offerta di mercato MD = domanda di mercato C = eccesso di domanda La banca centrale qui non fa niente Se aumenta il reddito la gente ha bisogno di più liquido, quindi vuole detenere più moneta e meno titoli. Quindi vende titoli  il prezzo di titoli scende e abbiamo un eccesso di offerta. Trappola della liquidità  immetto liquidità nel sistema che il tasso di interesse non può più scendere. TRAPPOLA LIQUIDITÀ SECONDO KEYNES A = a questo tasso di interesse la gente detiene qualsiasi quantità di moneta. In questo punto il tasso di interesse è molto buono e il prezzo dei titoli è alto. Domanda di moneta aumenta al diminuire del tasso di interesse. Meno costoso detenere moneta al diminuire il tasso di interesse. Keynes dice però che la domanda di moneta non scende più. Tasso interesse basso, prezzo titoli alto e nessuno li compra, tutti detengono liquidità. Nessuno li compra perché ci si attende una discesa. La banca centrale non controlla MS o MD. Deve decidere se controllare o una o l’altra (quantità moneta o tasso interesse). La domanda di moneta riflette le attitudini del pubblico. Se decide di controllare MS si ritrova che il tasso interesse riemerge dal mercato, i* dipende dalla domanda di moneta, quindi dal pubblico. Soluzione inversa al grafico sopra B = non vuole questo, determinato da MD, MS. C = questo vuole 11 LEZIONE DETERMINAZIONE REDDITO NAZIONALE CON IL MODELLO IS - LM IS – LM  fattore reale (beni e servizi) + attività finanziarie (moneta + titoli) Il nostro obiettivo è l’equilibrio del reddito quando tutti i mercati che compongono il nostro modello siano in equilibrio. Il nostro modello ne contiene due: beni e servizi, moneta. Questo perché se c’è equilibrio in moneta c’è anche in quello dei titoli. Funzione degli investimenti  I = I (Y, i) Y = reddito I = tasso interesse Y = c (Y – T) + I (Y, i) + G C = simbolo di funzione che dipende dal reddito disponibile Investimenti = dipendono dal reddito nazionale. Le imprese, se sono in una fase di crescita del reddito investono per crescere. Con il reddito la relazione è positiva La domanda aggregata, nel 1° grafico, interseca la retta 45° Tasso interesse più basso la retta si alza perché aumenta la domanda aggregata. IS = è il luogo delle coppie (tasso interesse, reddito e prod. Nazionale) che mantengono l’equilibrio nel mercato reale (beni e servizi). In ogni punto dell’IS il mercato è in equilibrio. L’inclinazione è negativa perché all’aumentare del tasso di interesse diminuiscono gli investimenti. Livelli bassi tassi interessi  livelli alti reddito nazionale e prodotto nazionale Le incognite sono Y e i, sono gli elementi da cui dipende la funzione 12 LEZIONE C = C0 + c (Y – T) I = I0 + d1Y – d2i Y = C0 + c (Y – T) + I0 + d1Y – d2i + G  CONDIZIONE DI EQUILIBRIO Le incognite sono:  c = parametro pr. marginale consumo  C0 = variabile esogena  d1 = parametro che lega il reddito agli investimenti D indica la sensibilità, se è alto aumentano G = G0 (Y - cY - d1Y) = C0 – cT + I0 - d2i + G (1 – c – d2) Y = A - d2i A = C0 – cT + I0 + G Conclusione  Y = 1 1−c−d1 A - d 2 1−c−d1 i d 1 1−c−d1 i=¿ 1 1−c−d1 A−Y i = 1 d2 A−¿ 1−c−d1 d 2 Y tasso interesse in funzione del prodotto nazionale ∆Y = 1 1−c−d1 ∆A - d 1 1−c−d1 ∆ i Supponiamo un tasso di interesse fermo ∆Y = 1 1−c−d1 ∆G ∆Y maggiore ∆G Retta IS1 = tenendo fermo i si sposta parallelamente, con una riduzione di G si sposta a sinistra. ∆G da luogo a ∆Y nella misura del moltiplicatore. Teniamo ferme tutte le componenti esogene della domanda aggregata ∆Y = - d 2 1−c−d1 ∆i Abbiamo una riduzione del tasso di interesse dell’1%. Se c’è una riduzione il segno diventa positivo (- x - = +). Se avessi fatto salire il tasso interesse il reddito saliva. Due parametri: d2  effetto variazione tasso interesse sugli investimenti. 1 1−c−d2  moltiplicatore Se d2 alto e se il tasso interesse è sceso, gli investimenti aumentano. L’effetto sul reddito della riduzione di i è tanto più elevato quanto più elevato è d2 e quanto più è elevato il moltiplicatore. Con d2 alto e c alto, la IS è più piatta Domanda esame: da cosa dipende l’inclinazione? Dalla sensibilità degli investimenti al tasso di interesse e dal moltiplicatore. Punti al di fuori della IS non sono in equilibrio nel mercato delle merci  squilibrio può essere un eccesso di domanda oppure offerta che supera la domanda. f1 = se è elevato l’inclinazione è alta, c’è una variazione del reddito e il tasso interesse deve salire. La gente rispetto al reddito vuole detenere più moneta. Se alto il tasso interesse sarà più alto e LM sarà più inclinata, verticale. Se alto lo squilibrio sul mercato monetario è grande. F1 = basso, aumenta il reddito, non aumenta la quantità di moneta detenuta. Vuole detenere meno moneta. f2 = parametro sensibilità domanda di moneta rispetto al tasso interesse. F2 = alto è buono, sensibilità domanda di moneta al tasso interesse. f2 = piccolo la variazione al tasso interesse sarà alta. Se f2 basso la domanda di moneta è poco sensibile al tasso interesse, occorre che il tasso interesse deve salire per tornare in equilibrio (sarà maggiore). 14 LEZIONE EQUILIBRIO MACROECONOMICO Y = prodotto nazionale derivante dal mercato del lavoro X = miliardi di euro (esempio)  prodotto dai lavoratori Y* = fa seguito a un certo numero di lavoratori che potrebbe essere oppure no la piena occupazione Y* = può essere la piena occupazione  quindi può non aumentare il reddito oppure c’è disoccupazione. Dietro il prodotto nazionale (Y) c’è un processo tecnico. L = certo numero di lavoratori (sarebbero chi ha prodotto Y)  lavoro Y = dipende dalla domanda aggregata (AD) Y  L Equilibrio del mercato del lavoro (piena occupazione) = equilibrio domanda di lavoro e offerta di lavoro LD = LS  DOMANDA DI LAVORO = OFFERTA DI LAVORO STRUMENTI POLITICA ECONOMICA:  politica fiscale: spesa pubblica e imposte  politica monetaria: agisce sul tasso interesse e moneta POLITICA MONETARIA (vedere differenza tra espansiva e restrittiva) Strumenti più usati:  operazioni di mercato aperto (acquisto titoli)  immettere moneta per aumentare Y Elementi che da spinta all’economia:  banca centrale operazioni mercato aperto  compra titoli  da un aiuto nell’economia quindi abbassa tassi interesse LM1: risultato politica monetaria espansiva LM tracciata in modo generale con inclinazione positiva. Politica monetaria espansiva fatta con strumento di mercato aperto in senso espansivo quindi  aumentando quantità moneta comprando titoli  squilibrio mercato titoli  prezzo titoli sale e tasso interesse si abbassa. Questa riduzione del tasso interesse ha effetti nell’economia  aumentando gli investimenti. A = equilibrio C’è un reddito ritenuto troppo basso e interviene la politica monetaria, aumentando il reddito ci si sposta da A a B. prima si va a Z perché il tasso interesse scende e piano piano si fa si che il tasso interesse salga fino a B. Reddito aumentato Y1 a Y2. L’inclinazione IS è importante, più verticale e minore è l’aumento del reddito. Tanto più piatta IS, tanto maggiore aumento reddito. Politica monetaria fa scendere tasso interesse. Spostamento LM ce lo da Y = 1 f 1 M P + f 2 f 1 i in termini di variazione Bisogna capire da cosa dipende l’entità dell’aumento del reddito: da d2 (alto o basso) Se la domanda per beni di investimento è molto sensibile al tasso di interesse  Y = 1 1−c−d1 A - d 2 1−c−d1 i Se investimenti sono molto sensibili (se varia un po' il tasso interesse gli investimenti variano) al tasso interesse aumentano di tanto. Reddito aumenta se gli investimenti sono sensibili al tasso interesse. Se la pr. Marginale al consumo (c) se fosse alta il reddito aumenterà di più. c alto propensione consumo elevata a spendere, forte propensione alla spesa. RETROAZIONE MONETARIA = IL PROCESSO NON FINISCE QUI (guardare grafico sopra) A – Z: effetto immediato Z – B: refrazione monetaria, aumento reddito derivato dalla domanda aggregata (?) che da luogo ad un aumento della domanda di moneta, quindi il pubblico vuole meno di titoli ed il tasso interesse sale frenando il processo di crescita. Questa operazione di polita monetaria ha fatto salire il reddito  seguito in Y2 15 LEZIONE Le imprese nel modello IS – LM hanno un comportamento passivo  seguono comportamenti della domanda (si adeguano). Domanda aggregata determina il prodotto nazionale. 16 LEZIONE TASSO DI CAMBIO È un prezzo relativo. È il prezzo di una moneta in termini di un’altra moneta o valuta. In generale il prezzo relativo è il prezzo di una merce espresso in termini di un’altra merce. Tasso di cambio: è il prezzo dell’euro in questa scrittura: € $ : è un prezzo relativo Numero di $ necessari per acquistare un €  stessa cosa al contrario $ € (numero € necessari per acquistare un $). € $ prezzo euro sale  euro si sta apprezzando, dollaro si sta svalutando. € si apprezza se un numero più elevato di $ servono per acquistare un €. Supponiamo un apprezzamento € e deprezzamento $ Se succede questo saremmo spinti a comprare qualcosa negli stati uniti ($). Se € si apprezza significa che un € acquista più $, le merci statunitensi diventano meno care in Italia. Se € si deprezza le merci statunitensi diventano più care. € vale meno, ovvero meno $ sono necessari per acquistare un $ € $  numero $ necessari per acquistare un €, oppure quanti $ acquistano un €, oppure con un € quanti $ acquisto. Le importazioni sono avvantaggiate. Merci americane più convenienti se una stessa quantità di € è in grado di acquistare una quantità maggiore di $. Merci statunitensi sono meno care per noi. Ma le nostre merci sono più costose e quindi meno esportazioni. Apprezzamento € è un fatto positivo perché aumenta le importazioni, ma anche un fatto negativo perché diminuisce le esportazioni. Le merci italiane sono più care negli Stati Uniti. Supponiamo un sistema di cambi perfettamente flessibile  il prezzo di cambio viene determinato sul mercato delle valute come su qualsiasi mercato, ovvero tra l’equilibrio domanda/offerta. Offerta supera la domanda, per vendere si abbassa offerta. Supponiamo un sistema di cambi fissi, che emergono da “accordi” tra paesi, si concordano parità ufficiali ovvero tassi di cambio e la banca centrale si impegna a intervenire per mantenere quei tassi ufficiali. Si domanda una certa moneta se si vogliono fare acquisti in un determinato mercato (es. mercato statunitense), domandando $ tutti coloro che vogliono acquistare beni statunitensi. Si offrono per esempio $ se siamo stati pagati in $ e li vogliamo cambiare in €. MERCATO CAMBI PERFETTAMENTE FLESSIBILE Si domandano dollari Offerta supera la domanda perché prezzo $ alto. Prezzo $ alto significa che un $ compra molti €, agli Stati Uniti conviene acquistare merci italiane, quindi abbiamo in Italia esportazioni alte. La domanda di $ in Italia, quando il $ si apprezza, ovvero quando occorrono meno € per acquistare un $, aumenta. L’offerta di $ avrà un andamento positivo. Se il prezzo dei $ sale si possono acquistare più merci europee, che diventano più convenienti per gli Stati Uniti. Punto A Prezzo $ alto. Se superiamo un tasso di cambio fissato in A c’è un eccesso di offerta, c’è una parità dichiarata, cioè due stati sono impegnati a mantenere quel tasso di cambio. Tuttavia c’è un eccesso di offerta e la domanda mancante, data dal segmento C-D, dovrà essere coperta dalla Banca Centrale. Interviene in B Punto B Prezzo $ basso. La domanda di $ supera l’offerta e abbiamo bisogno di un’offerta di $ sul mercato dei cambi effettuata dalla Banca Centrale. Abbiamo una domanda altissima (se mercato fosse libero il prezzo sale fino al punto di equilibrio). Anche qui agisce su B, soddisfando la domanda insoddisfatta data dal segmento E-F. FINO AD ORA ABBIAMO FATTO IL TASSO DI CAMBIO NOMINALE, ORA INTRODUCIAMO IL TASSO DI CAMBIO REALE. € $ = E  tasso cambio nominale TASSO CAMBIO REALE E x P P∗¿¿  tasso cambio reale  prezzo beni nazionali in termini di beni esteri. E = prezzo €  numero $ che acquistano €. x = segno moltiplicazione P = indica prezzi beni e servizi nostri (prodotto nazionale). P* = indice prezzi beni e servizi esteri E x P = prezzi nazionali in valuta estera (prezzi espressi in $). P e P* si muovono nello stesso modo (es. aumentano 2% all’anno). Il tasso di cambio reale rimani ancorato ad E. Se E sale, € si apprezza. Se P sale (ovvero € si apprezza) avvantaggia le importazioni (convengono le merci statunitensi) (€ apprezza e P sale, sono entrambe la stessa cosa). P* scende, € si apprezza e le importazioni convengono. Numeratore scende, € vale meno e c’è un deprezzamento (danneggia le importazioni). Se prezzo esteri salgono si avvantaggiano le nostre importazioni. BILANCIA PAGAMENTI Registrazione di tutte le transazioni di un paese con il resto del mondo. La bilancia corrente è composta da:  Partite correnti o Bilancia commerciale (esportazioni, importazioni) o Redditi derivanti attività finanziarie (titoli) che entrano ed escono  Movimenti di capitale Entrano: redditi dei residenti da investimenti da attività finanziarie estere Escono: non residenti (stranieri) che hanno acquistato titoli italiani e che vogliono ogni anno le stesse obbligazioni. Pagati ai cittadini residenti all’estero su investimenti in attività finanziarie nazionali. Le attività finanziarie sono comprate e vendute. Acquisti e vendite di attività finanziarie (titoli) si riferiscono ad un anno specifico.  si parla solo di incrementi 1) Incremento di attività finanziarie nazionali detenute da non residenti  sono mie obbligazioni che ho venduto a non residenti. Emesse da noi e acquistate da non residenti. Sono capitali che entrano, sono prestiti. Chi compra titoli sta finanziando qualcosa, quindi soldi che entrano. 2) Incrementi di attività finanziarie detenute da residenti  si tratta di soldi che escono. Saldo bilancia dei pagamenti Sistema dei cambi flessibili  saldo bilancia dei pagamenti sarebbe un equilibrio. Bilancia pagamenti in equilibrio  somma algebrica delle componenti è uguale a zero Se partite correnti e movimenti di capitale sono uguali a zero in entrambe le parti la bilancia dei pagamenti è in equilibrio. Saldo partite correnti  Esportazioni – Importazioni + Redditi che entrano – Redditi che escono Saldo movimenti di capitale  Capitali che entrano (prestiti, finanziamenti) – Capitali che escono Non necessariamente tutte e due le componenti, partite correnti = zero e movimenti di capitale = zero, per avere equilibrio bilancia dei pagamenti. Partite correnti negative = segno negativo perché importazioni più alte delle esportazioni  per avere bilancia dei pagamenti dobbiamo avere movimenti di capitale positivo affinché si compensino e che la somma algebrica delle due cose sia uguale a zero. Partite correnti < 0  > 0 Importazioni troppo alte rispetto a esportazioni. Per avere equilibrio bilancia commerciale  movimenti di capitale > 0 e che la somma = 0 Movimenti di capitale > 0  < 0 Partite correnti > 0 Movimenti cap. < 0 ATTIVITA’ FINANZIARIE  Economia aperta Problema è io ho soldi e voglio investire in Italia o Stati Uniti. Obiettivo dell’investimento e massimizzazione del rendimento. Investo in attività finanziarie o estere?  problema. Supponiamo di possedere 1€ al tempo t Se acquisto un titolo europeo ad un anno so che al tempo €+1 avrò 1€ + i x 1 anno (interesse di 1€). Investo in Italia al tempo t+1 so oggi che ho 1 + i (interessi). Supponiamo ora l’acquisto di un titolo estero al tempo t. Cambio € al tempo t, cambiamento ce lo da il tasso di cambio. 1€ quanti $ posso acquistare. 1€  E  $ (prezzo €). Compro un titolo americano con i = i*  tasso interesse del titolo americano. Al tempo t+1 = [E + i*E]  E (1 + i*). Qual è la differenza tra le due? Se investo in Italia ho una cifra, se investo negli Stati Uniti ho un’altra cifra. La differenza tra le due cifre:  La prima cifra so che avrò e quanto vale (t + 1)  Quella di sotto con t + 1 non so con certezza quanto vale in € Devo decidere se acquistare in Italia o negli Stati Uniti. Devo vedere ciò che sarà il tasso di cambio a t + 1 del $ (reciproco al tasso di cambio dell’€). Non so con certezza quanto vale quella cifra a t + 1 in Esprimiamo il valore importazioni in termini di beni nazionali. Esportazioni dipendono dal tasso di cambio reale (Ɛ). Y* dipendono dal reddito degli altri paesi. Y sarebbe il nostro reddito. Un apprezzamento del cambio fa aumentare le quantità importate, ma se guardiamo il valore delle importazioni c’è un incertezza sul risultato finale. Condizioni Marschall Herner Ci assicuriamo che un apprezzamento del cambio peggiora le importazioni nette e un deprezzamento le migliora. NX = X - IM / Ɛ  esportazioni nette Esportazioni nette è la differenza tra esportazioni e importazioni. Questo non chiede all’esame perché elementare Le esportazioni rispetto al nostro reddito non fanno niente, perché dipendono dagli altri paesi. Le importazioni aumentano. Le esportazioni nette invece diminuiscono. C = c (y – t) (c è funzione di) I = I (y, i) Y = AD = c (y – t) + I (y , i) + G + X (y* , Ɛ) - ℑ Ɛ (y , Ɛ) Un aumento esportazioni nette ha un effetto positivo sul reddito. Effetto di Ɛ (tasso cambio reale) sul reddito ha un effetto negativo. Aumento Ɛ effetto negativo sul reddito. 19 LEZIONE IS nell’economia aperta Y = c (y – t) + I (y , i) + G + NX (y , y*, E) 1) Y = c (y – t) + I (y , i) + G + NX (y , y*, E)  IS nell’economia aperta 2) MP = Y L (i)  LM nell’economia aperta (1 +it) = (1 + 1t*) (Et / Eet+1) Eet+1 (1 +1t) = (1 + 1t*) Et  Et = 1+it 1+ it ¿ Et+1 e  scritta in termini generali trascurando indici temporali  dove le attese sono date e quindi c’è una barra sopra: 3) E = 1+ ⅈ 1+ i̇¿ Ee Relazioni tra:  aspettative e tasso di cambio  interesse e tasso di cambio Supponiamo  Tasso interesse Europa = 5%  Tasso interesse USA = 5%  Tasso di cambio = E = € $ = 2  Attesa = Ee = 2 Siamo in una situazione di equilibrio, piena parità  tassi interesse uguali, attese sono uguali al tasso di cambio. Supponiamo ora che le attese cambino  salgono del 10%  Ee = 2,2 € varrà 2,2  che succede nei mercati? Se c’è apprezzamento € i nostri titoli sono più redditizi e il loro prezzo salirà finché ci sarà convenienza a comprare titoli europei cioè finché non saliranno del 10% (ovvero fino a quando non ci sarà equilibrio). E = 2,2 Supponiamo che aumenti tasso interesse 8% (Europa)  nostri titoli più redditizi perché rendono 8% rispetto al 5% che è fermo. Quindi ci sarà domanda di € e € si apprezza. Se attese rimangono ferme, l’€ tanto più si valuta oggi più si svaluterà in futuro. Rendimento atteso dei titoli in $ sarà uguale a quello dell’8% dell’€ e i due titoli saranno indifferenti. Determinazione tasso di cambio Y = c (y – t) + I (y , i) + G + NX (y , y*, 1+ ⅈ1+ i̇¿ Ee) i compare sia nella funzione degli investimenti che in NX, nel primo all’aumentare di i si riduce il reddito. L’effetto nelle NX è negativo, perché se aumenta tasso interesse la nostra valuta è più redditizia da fuori (€ si apprezza). IS -LM NELL’ECONOMIA APERTA Relazione tra tasso interesse e tasso di cambio ci dice che tasso interesse di equilibrio, date le aspettative determina E (dato da Ee). MERCATO MANCANTE: MERCATO DEL LAVORO  PER ARRIVARE ALL’EQUILIBRIO DI MEDIO PERIODO 20 LEZIONE NUOVO: MERCATO DEL LAVORO  Imprese  domanda di lavoro Curva n. 2 = si sposta verso destra a causa di una maggiore forza contrattuale dei lavoratori  la curva si sposta verso destra dove i lavoratori possono vincere un salario più alto. Il nuovo equilibrio sarà raggiunto tramite un aumento di u. u1* è maggiore di u*. Ma ad un aumento dei salari i prezzi aumentano in uguale misura. Z sale, quindi W sale, quindi P sale EQUILIBRIO DEL MERCATO DEL LAVORO SUL MODELLO NEOCLASSICO (DOMANDA) 21 LEZIONE AS – AD  AS  offerta aggregata  AD  domanda aggregata W = Pe x F (u , z) (funzione dei salari) AS  nel punto equilibrio nel modello AS -AD le attese saranno uguali ai prezzi P = W (1 + μ) (funzione dei prezzi) W = P 1+μ (deriva dalla funzione dei prezzi) P 1+μ = Pe x F (u , z) P = Pe (1 + μ) x F (u , z)  prezzi legati ai prezzi attesi alla politica delle imprese. Salario nominale della contrattazione sia uguale al salario inserito nell’equazione dei prezzi delle imprese  affinché ci sia equilibrio. u = forza lavoro−occipati(FL−OCC) FL = 1 - OCC FL = 1 - Y FL P = Pe (1 + μ) x F (1 - Y FL , z)  equazione offerta aggregata AS  le incognite sono prezzi e prodotto nazionale z = parametro che contiene norme che assistono e proteggono i lavoratori u = alto quindi salari bassi e quindi prezzi bassi y ha un rapporto positivo con P perché se il reddito nazionale è alto i lavoratori sono di più. Occupazione alta perché sono i lavoratori a produrre reddito. Un’occupazione più alta da forza ai lavoratori e questo tende a far crescere i salari e quindi di conseguenza i prezzi (Y sale, N sale, W, sale, P sale). Se il salario reale delle due equazioni (P, W) è lo stesso Pe è uguale a P quindi siamo in equilibrio pieno. Esiste un punto nella AS dove P = Pe e le prospettive sono verificate (errori corretti), corrisponde al tasso naturale di disoccupazione e quindi YN  livello naturale di produzione. Se reddito fosse minore i prezzi sarebbero più bassi  PII , YII nel grafico. Supponiamo una revisione delle aspettative verso l’alto AD Y = c (Y – T) + I (Y , i) + G M P = Y L (i) AD riguarda il mercato delle merci e mercato delle attività finanziarie. Se i prezzi diminuiscono, la quantità reale di moneta cresce. Questo ha effetto sul tasso di interesse, che è più basso. AD  Y = Y ( M P , G , T) Lungo AD sono in equilibrio mercati beni e servizi (o merci) e mercato attività finanziarie Come si muove AD quando interviene la politica economica espansiva Πe t = 0 se attesa è uguale a zero gli agenti economici non formulano aspettative il testo pone come prima con pi greco sbarrato sopra ( Πet = Π sbarrato sopra). C’è una differenza, la seconda leggiamo attesa uguale a un certo tasso di inflazione. La prima dice che la gente non si rende conto dell’inflazione e non formula aspettative. Πe t 0 = θ Πt-1 Una bassa disoccupazione conduce a una crescita dell’inflazione. Alta disoccupazione conduce a una riduzione dell’inflazione. Supponiamo Πt = 0  ci si attende oggi che non si avranno aumenti di prezzi domani 1) Πt = (μ + z) – α ut  relazione netta, univoca, tra disoccupazione e inflazione. Possibili spirali prezzi-salari (domanda esame). Spirale, ovvero, aumentano i prezzi e quindi aumentano i salari, questo da luogo ad una inflazione più alta. Θ = è un parametro che rispecchia la formazione delle decisioni degli agenti economici. Supponiamo Πe t = Θ Πt-1  Θ = 0  torniamo all’equazione univoca di prima (eq. 1)  Θ > 0  la mia attesa dipende dall’inflazione ereditata del periodo precedente.  Θ = 1  Πt - Πt-1 = (μ + z) – α ut  CURVA DI PHILLIPS MODIFICATA PER LE ASPETTATIVE  ci dice che il tasso di disoccupazione non incide sull’inflazione, ma sulla sua variazione (come inflazione di oggi varia rispetto a quella di ieri). Una disoccupazione bassa si associa ad un’ampia variazione (nella misura di α) dell’inflazione. Nell’equilibrio del medio periodo le attese sono verificate. Πt = Πe t + (μ + z) – α uz  (μ + z) – αut = 0  Πt = Πt-1 = (μ + z) – αut un = μ+z α  tasso naturale di disoccupazione (un) Πt - Πt-1 = – α (ut – un) = – α ( ut - μz α ) 1) Se ut > un significa disoccupazione superiore alla disoccupazione di medio periodo, inflazione decresce. Se siamo in equilibrio la disoccupazione è pari al tasso naturale un è un tasso di disoccupazione che non accelera l’inflazione Y = N ∆Y = ∆N ∆Y = - disocc.  se la forza lavoro è costante ut - ut-1 = -gyt gyt = y t− y t−1 y t−1 Supponiamo Forza lavoro 1,7 Produttività 1,3 Crescano all’anno. Come deve crescere la produzione nazionale affinché la disoccupazione rimanga costante? Basta fare 1,7 + 1,3 che fa 3% all’anno, deve crescere in modo tale da corrispondere all’aumento della produttività. La produzione deve crescere in modo da compensare la crescita della produttività e la forza lavoro. Definiamo con tasso normale di crescita della produzione nazionale. Tasso normale crescita è un riferimento che mantiene ferma la disoccupazione. Supponiamo che questo tasso cresca del 3%, non è detto che se supponiamo che cresca al 3,5% la disoccupazione scende dello 0,5%, produzione e occupazione non aumenteranno nella stessa misura. Davanti a una crescita della produzione è presumibile un aumento delle ore straordinarie dei lavoratori e non aumentino gli occupati. Ora supponiamo produzione che cala al 2,5%. Possiamo supporre un aumento della disoccupazione, produzione scesa, l’imprenditore tiene tutti gli occupati e va un po' in perdita (preferisce non licenziare, si adatta). Non è detto che variazioni di produzione accompagnino variazioni di occupazioni identiche. In un periodo di crescita può accadere che persone fuori dal mercato del lavoro, entrino in questo mercato, variando la forza lavoro dovuti dal fatto che il periodo di crescita incentiva ad entrare nel mercato e viceversa. 24 LEZIONE LEGGE DI OKUN ut – ut-1 = - β ( gyt – gy sbarrato sopra) gyt = tasso di crescita al tempo t del prodotto nazionale gy sbarrato sopra = tasso normale di crescita β = parametro inferiore all’unità se gyt > gy  quindi ut < ut-1 e viceversa β ci da in che misura le imprese tesoreggiano il lavoro e quindi in che misura le imprese attingono agli straordinari. Riflette quindi importanza di assunzioni e licenziamenti. È un parametro compreso ra zero ed 1, β circa zero allora le variazioni della produzione si riflettono molto poco sulla disoccupazione. gyt = gmt - πt Dato il tasso di inflazione (π) la crescita del prodotto nazionale dipende dalla crescita della quantità reale di moneta. Prodotto nazionale cresce nella misura data dalla quantità reale di moneta. Effetti di una crescita della quantità reale di moneta (πt che cresce) Se siamo nell’equilibrio di medio periodo Yn  un Yn  un Ut  un Gm sbarrato sopra  tasso crescita quantità reale di moneta costante nel medio periodo Gy = gm - πt  πt = gm – gy (tutti g sbarrati sopra) Con inflazione costante la banca centrale deve assecondare l’economia
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