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Prodilo Storico e Letterario della Beat Generation, Appunti di Letteratura Americana

Un'ottima introduzione alle tematiche e al percorso storico-letterario della Beat Generation.

Tipologia: Appunti

2015/2016

Caricato il 07/10/2016

rossano.astremo1
rossano.astremo1 🇮🇹

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Prodilo Storico e Letterario della Beat Generation e più Appunti in PDF di Letteratura Americana solo su Docsity! CAPITOLO PRIMO Profilo storico e letterario della Beat Generation 1 Origini, sviluppo ed influenze del movimento La cultura del dopoguerra tende a portare alla luce generazioni originali. Al termine della Prima Guerra Mondiale c’è stata la “Generazione Perduta” di Hemingway e Fitzgerald. Dopo la Seconda Guerra Mondiale c’è stata la “Beat Generation” di Ginsberg e Kerouac. Da dove proviene il termine beat? Jack Kerouac affermava che beat stava a significare “beata”: una generazione alla ricerca della nuova Gerusalemme, di Buddha, della spiritualità in maniera inconsueta. E poi un altro significato era certo quello di “battuta”, cioè il ritmo del be-bop e del jazz moderno che stava nascendo allo stesso momento.Pur nella polisemia del significato del termine, la Beat Generation è nata verso la fine degli anni Quaranta nella città di New York attraverso la scrittura di Ginsberg, Kerouac e John Cletton Holmes. Il romanzo Go di Holmes è stato il primo libro a descrivere l’ambiente beat (1952). Sebbene il primo libro di Kerouac (La città e la metropoli) fosse stato pubblicato ancora prima, nel 1950, sia nelle tematiche che nella lingua nulla aveva in comune con il libro che lo consacrerà e al quale sarà legato il suo nome: Sulla Strada, il romanzo beat per eccellenza, edito nel 1957. Se Sulla Strada è il romanzo che più di ogni altro ha esemplificato la cultura beat, sul versante della poesia il testo da cui nessun cultore della Beat Generation può prescindere è Urlo di Allen Ginsberg, pubblicato nel 1955 a San Francisco dalla City Lights di Lawrence Ferlinghetti. Proprio là, a San Francisco, la poesia americana negli anni ’50 è entrata in una fase di rinascimento. I poeti locali come Gary Snyder, Philip Whalen, Philip Jack Kerouac nacque a Lowell, cittadina industriale del Massachussets, il 12 marzo 1922, terzo figlio di Gabrielle Ange L’Evasque e del marito Leo Kerouac. I fratelli maggiori si chiamavano Gerard, che aveva cinque anni alla nascita di Jack, e Caroline. Il fratello Gerard fu vittima di una serie di malattie che lo debilitarono e lo lasciarono privo della forza necessaria a combattere gli attacchi ricorrenti delle febbri reumatiche, che determinarono la sua morte all’età di soli nove anni. Dopo una breve parentesi, nel 1932, alla St. Joseph’s School, dove lo scrittore subì la severa educazione dei gesuiti, Kerouac fu trasferito alla Bartlett Junior High School, che determinò un vero spartiacque nella sua vita, poiché fu qui che fece nuove e fondamentali amicizie, che, oltre a segnarne l’adolescenza, stabilirono una rete di sostegno su cui egli fece affidamento per tutta la vita e costituirono una preziosa ispirazione per la scelta dei personaggi che popolarono le reminescenze fantastiche della propria infanzia. Sebastian Sampas, uno tra i più cari amici di Kerouac in questo periodo, lo invitò a partecipare al gruppo di discussione organizzato da Miss Mansfield, la bibliotecaria della scuola. Il gruppo, che la bibliotecaria incoraggiava con passione a continuare gli studi, si trasformò in seguito nei Giovani Prometei, formidabile vivaio di dibattiti all’interno dei quali le qualità artistiche e le idee politiche ancora in boccio di Kerouac sarebbero fiorite e maturate. Kerouac stava rapidamente espandendo i propri orizzonti grazie alle letture più disparate, dalle poesie di Emily Dickinson agli articoli del celebre giornalista sportivo Dan Parker. Oltre ad essere un divoratore di libri, Kerouac iniziò a coltivare un crescente amore per la musica, specialmente per il nuovo “jazz bianco” di Benny Goodman, il cui percussionista, Gene Krupa, fu uno dei primi idoli dello scrittore. Durante gli ultimi anni di liceo a Lowell, Kerouac conobbe e si innamorò di Mary Carney, una bellezza irlandese dai capelli rossi, che lo scrittore idealizzò per gran parte della sua esistenza. Alla fine del liceo Kerouac scelse la Columbia University e si trasferì a New York, dove frequentò la Horace Mann School for Boys, uno dei prestigiosi istituti che fungevano da scuola preparatoria all’ingresso nell’Università. Le due amicizie destinate a durare oltre gli anni della scuola Horace Mann furono quelle con Seymour Wyse e Henry Cru. Il primo era un nativo di Londra, appassionato di “modern jazz, e introdusse Kerouac ai piaceri delle improvvisazioni in locali come l’Harlem Apollo, il Golden Gate Club e il Savoy Ballroom. Il secondo, rampollo di una famiglia benestante di origine francese del Massachussets, ebbe il merito di rivelare a Kerouac la grandezza di musicista quali Lester Young e di Charelie Parker, il cui fraseggio sperimentale, caratterizzato dall’uso di raffiche di note in un crescendo proclamatorio, avrebbero in seguito ispirato il giovane scrittore a condurre lo stesso esperimento con le parole, creando lo stile che il poeta Allen Ginsberg ha poi definito “prosodia bop spontanea”. Nell’estate del 1940 Kerouac tornò a Lowell dove si ritrovò catapultato nelle sessioni creative dei “Giovani Prometei”, grazie ancora alle insistenze di Sebastian Sampas, il quale era diventato un esaltato frenetico con la tendenza a declamare in pubblico, spesso in piedi sui tavoli dei caffè, Shelley, Byron o canzoni d’amore. Ecco cosa ha scritto David Sandison in proposito: “Sebastian, precocemente amante di libri, fece conoscere a Jack William Saroyan e Thomas Wolfe, scrittori che lo avrebbero ispirato e ne avrebbero confermato il desiderio di intraprendere la carriera letteraria. In particolar modo, Thomas Wolfe gli aprì gli occhi sugli spazi aperti e mitici dell’America, spazi che attendevano di essere esplorati di nuovo e catturati da chi avesse avuto gli occhi per vederli e le parole per narrarli1” (Sandison, Jack Kerouac, Milano, Mondadori, 2001, p. 30). Gli autori principali, William Saroyan e Thomas Wolfe, fornirono a Kerouac due lezioni differenti, ma entrambe di grande valore. La padronanza della lingua e l’abilità esibita nei racconti da Saroyan furono per Jack vera fonte d’ispirazione. In modo simile, più si immergeva nelle descrizioni evocative del paesaggio americano di Wolfe, più si convinceva che avrebbe anche lui tracciato ritratti a penna del mondo circostante che attendeva di essere scoperto. Infine c’era Jack London, narratore autodidatta, che si era dedicato a descrivere la grandezza d’America di frontiera e aveva girato romanticamente il paese in lungo e in largo saltando sui treni merci, divenendo un punto di riferimento fondamentale per il Kerouac viaggiatore instancabile. Dopo aver litigato con l’allenatore della squadra di football, Kerouac fece le valigie, pronto ad abbandonare la Columbia University, e si diresse a Whashington. In seguito alla breve parentesi del viaggio di Washington, Kerouac tornò a Lowell, dove visse un periodo intenso di letture e scritture, componendo dei racconti che risentivano pesantemente dell’influenza di Ernest Hemingway e di William Saroyan. Kerouac, in seguito all’attacco di Pearl Harbor ad opera dei giapponesi nel dicembre 1941, annunciò il desiderio di arruolarsi in marina. Nel marzo 1943 arriva il tanto sospirato invito di Frank Knox, segretario della marina americana, a presentarsi per l’addestramento presso il campo reclute di Newport, a Rhode Island. Kerouac riteneva di essere un esperto marinaio e il periodo di appiattimento cerebrale dell’addestramento alle armi leggere erano destinati a fargli perdere le staffe. Infatti, ha rimarcato David Sandison: “Un giorno, nel corso di un interminabile addestramento, Jack posò con semplicità il fucile giorno dopo Lucien fece visita alla madre e insieme andarono dal Procuratore distrettuale a confessare. Kerouac fu arrestato poiché testimone chiave e rinchiuso nel carcere del Bronx. La cauzione venne pagata dai genitori di Edie, a condizione che i due si sposassero. Kerouac ed Edie Parker celebrarono le loro nozze, ma il matrimonio durò solo due mesi, poi lo scrittore raggiunse i suoi genitori nel Queens. In ottobre Carr fu condannato a una pena da uno a vent’anni di prigione e fu liberato dopo averne scontati due. Fu all’epoca che Kerouac iniziò a lavorare sodo sul suo primo romanzo, La città e la metropoli, che raccontava di una famiglia che viveva in una cittadina industriale, molto simile a Lowell, città di nascita dello scrittore. Kerouac, mentre scriveva il suo romanzo, si rendeva conto della profonda capacità della sua memoria e della capacità di stendere una parte cospicua della storia nell’arco della giornata. Alla fine del 1946 il manoscritto com prendeva quasi mille pagine. Ma, come ha scritto David Sandison: “Nel dicembre del 1946, tuttavia, un’altra indimenticabile era stava per cominciare – un’era che avrebbe scaraventato Jack in una emozionante, spesso pericolosa quanto illuminante amicizia destinata a fornirgli ispirazione, ad aiutarlo a trovare la sua voce letteraria e a creare una nuova leggenda moderna. Neal Cassady arrivò in città”(Sandison, op. cit., p. 55) . Neal Cassady era più giovane di quattro anni rispetto a Kerouac, ma aveva accumulato tante di quelle esperienze nei primi anni della sua esistenza da poter essere considerato un uomo indurito dalla vita. Aveva solo sei anni quando i suoi genitori si separarono e Neal decise di trascorrere le estati seguendo il padre alcolizzato, facendo l’autostop o saltando sui treni, a caccia di lavori occasionali o dell’ospitalità di amici e parenti. Dopo i quattordici anni l’educazione scolastica non ebbe un peso rilevante nella vita di Cassady, a differenza dell’istruzione ricevuta nelle sale da biliardo di Denver. Poco prima di giungere a New York incontrò e sposò la sedicenne LuAnne Handerson, una bellissima ragazza bionda che aveva abbandonato il liceo per seguire Cassady e il suo stile di “vita alla giornata”. Il paradiso di Neal Cassady era costituito dal sesso e dalle auto ed era proprio questa logica del movimento, della velocità, dell’azione, del dinamismo delle parole che colpiranno Jack e lo influenzeranno in maniera irreversibile, sia come uomo che come scrittore. Nel marzo del 1947 Cassady e la sua giovane moglie LuAnne, dopo una breve parentesi a New York, erano tornati a Denver. Nella terza settimana del luglio dello stesso anno Kerouac partì da casa della madre (il padre era morto l’anno precedente) nel Queens e svanì in tutta fretta. Dopo anni di vagheggiamenti e sogni irrealizzati partecipava alla vita di strada. Ginsberg, che era stato cacciato dalla Columbia University, profondamente attratto da Cassady, aveva preceduto Kerouac a Denver. Kerouac fu costretto a osservare Ginsberg e Cassady, tanto emotivamente coinvolti da escluderlo. Cassady parlava con grande facilità di tre cose contemporaneamente e, di solito, era innamorato di tre persone allo stesso tempo. Infatti, a completare lo strano rapporto con Ginsberg c’era la sua relazione con una studentessa d’arte, Carolyn Robinson, della quale Cassady amava la sua rispettabilità, la sua tendenza all’ordine e la sua stabilità. Kerouac abbandonò Cassady per tutto il 1948 Kerouac continuò a essere impegnato nella stesura della La città e la metropoli. La storia della famiglia Martin era stata scritta in una prosa molto tradizionale, seguendo l’esempio dei grande romanziere americano Thomas Wolfe, che avrebbe abbandonato successivamente in favore dell’utilizzo di tecniche narrative fondate sulla logica della spontaneità. Nel contempo aveva in mente una nuova storia, ispirata dalla folle vita di Neal Cassady. Nuova linfa al romanzo venne data dall’arrivo di Cassady a New York, accompagnato da LuAnne, dopo aver abbandonato Carolyn, la sua nuova moglie, a casa, e da Al Hinckle, con la sua nuova fiammante auto, una Hudson, metalizzata bicolore, marrone e grigia, con l’autoradio, una plancia come quella di un aereo e la caratteristica del pavimento più basso della portiera. Passarono il Natale 1948 nella Carolina del Nord, con la famiglia della sorella di Kerouac, e il Capodanno a New York con il resto della banda. Poi saltarono sulla macchina e viaggiarono per un mese. Attraversarono il Maryland, la Virginia, la Georgia e finalmente arrivarono a casa di Burroughs, che, dopo una permanenza in Texas con la sua compagna Joan, si spostò in una fattoria ad Algiers, di fronte a New Orleans. La visita non fu un successo per il semplice motivo che a Burroughs non piaceva Cassady, non capiva il senso “di questo viaggio nel movimento puro, astratto, privo di significato” (Campbell, op. cit., p.67) Ripresero, quindi, il viaggio, andando a sud e poi a ovest attraverso il Texas e l’Arizona, finché sfiorarono Los Angeles e proseguirono a nord verso San Francisco, dove Cassady dichiarò terminata l’avventura. Ha scritto Campbell: “Dopo che ebbero percorso un enorme cerchio, Cassady si diresse fragorosamente verso San Francisco e annunciò che l’avventura era finita. O almeno questo capitolo. Mollò Kerouac e LuAnne a North Beach e se ne andò con la Hudson, ora ammaccata e non più lucida, in cerca di sua moglie e di sua figlia” (Campbell, op. cit., p. 90 ). Kerouac, dopo essere stato l’amante di LuAnne a San Francisco, decise di tornare a casa, verso la sua tranquillità domestica e verso il ricongiungimento con l’unica donna che Jack riuscirà ad amare nella sua elidere i nessi grammaticali e sintattici al fine di rendere, con la maggiore fedeltà possibile, il fiotto disordinato di pensieri. Senza dimenticare l’influsso di un certo clima culturale proprio delle avanguardie artistiche e musicali che rappresentavano l’ala trainante dell’arte americana di quegli anni. Da Charlie Parker, il grande sassofonista che citava spesso nelle sue opere, Kerouac fece derivare il suo senso del ritmo e la libertà d’improvvisare su un tema. Non solo be pop, perché Kerouac può essere considerato il Pollock della narrativa americana. L’action painting di Jackson Pollock, che enfatizzava una pratica artistica basata sulla gestualità, sul ripudio della revisione, ha il suo massimo equivalente letterario proprio in Kerouac. Entrambi escogitavano tecniche non ortodosse per calarsi fisicamente all’interno dell’opera, Pollock eliminando il cavalletto e affidandosi al dripping, Kerouac arrivando a scrivere su un lungo rotolo, che si utilizzava per le telescriventi, in modo da non essere costretto a perder tempo sostituendo il foglio. Dopo aver abbandonato la sua seconda moglie, Joan Haverty, Kerouac, mentre era a New York, conobbe una donna di colore, Alene Lee. I due si innamorarono e la loro relazione durò due mesi, ma Kerouac, sotto effetto di benzedrina, lavorò per solo settantadue ore, nel 1953, per comporre il romanzo che raccontava la loro storia d’amore. Il titolo del romanzo era I sotterranei. Ha scritto Sandison: “Mentre Jack era fiero del suo racconto, convinto che la sua scrittura spontanea riuscisse a catturare il crescendo dell’energia dell’incontro erotico e a creare un esempio della sola possibile letteratura del futuro, Alene rimase sbalordita e scandalizzata quando Jack le mostrò il manoscritto. Non solo era un’imperdonabile intrusione nella sua privacy e un tradimento nella sua fiducia, ma, caso più sconvolgente, tali intimità sarebbero state pubblicate” (Sandison, op. cit., p. 9) . L’inevitabile rottura con Alene Lee gettò Jack in una cupa disperazione, da cui fu sollevato dalla riscoperta di Henry Thoreau, il poeta-filosofo del Massachussets che proponeva il trascendentalismo. La sua cronaca di una spedizione in canoa del 1839 sui fiumi Concord e Merrymack infuse in Jack il desiderio di visitare boschi, desiderio corroborato dall’accidentale scoperta della Vita di Buddha di Ashvaghosha, il poeta e mistico indiano del primo secolo, che per primo espose gli intricati concetti del buddhismo mahayana. Il buddhismo mahayana offrì a Jack un momentaneo sollievo dai demoni che popolavano la sua psiche, grazie alle suore e agli insegnanti gesuiti di Lowell e lo aiutò a reprimere il desiderio di morte che lo aveva a lungo ossessionato. Il buddismo gli insegnò che il senso di alienazione e la paura di morire derivavano dal rifiuto, fondato sull’ignoranza, di accettare il fatto che la vita era solo un sogno. Nel settembre del 1954 Kerouac venne invitato da Ginsberg a San Francisco. Ginsberg era giunto nella West Coast già da alcuni mesi, aveva conosciuto i principali esponenti dell’avanguardia di San Francisco, Kenneth Rexroth, Robert Duncan, Philip Lamantia, Kenneth Patchen e aveva dato un nuovo respiro alla sua poesia: scopo fondamentale di Ginsberg era permettere all’immaginazione e al desiderio di regnare liberi durante la composizione della poesia e la struttura doveva facilitare l’espressione e mai inibirla. Ginsberg mostrò i risultati del suo nuovo percorso poetico il 7 ottobre 1955, alla Six Gallery di San Francisco, dove si tenne un reading poetico indimenticabile. Fu in quella sera del 7 ottobre che Ginsberg lesse per la prima volta il suo componimento più famoso, Urlo. Dopo quella lettura Lawrence Ferlinghetti27, proprietario della libreria “City Lights” e editore di libri, si fece consegnare il manoscritto da Ginsberg e si impegnò per la pubblicazione dello stesso, che avvenne nell’autunno del 1956. La raccolta di Urlo e altre poesie conteneva una dedica rivolta a Kerouac: “Jack Kerouac, nuovo Buddha della prosa americana, che sprizzò intelligenza in undici libri in sei anni (1951- 1956) – Sulla Strada, Visions of Neal, Il dottor Sax, Springtime Mary, I sotterranei, San Francisco Blues, Some Of the Dharma, Il libro dei sogni, Wake Up, Mexico City Blues e Visioni di Gerard creando una prosodia bop e una letteratura classica originale. Parecchie frasi e titoli di Urlo sono tratti da lui”(Ginsberg, Jukebox all’Idrogeno, Parma, Guanda, 1992, p.101). Come scritto da Ginsberg nella sua dedica, Kerouac aveva scritto tra il 1951 e il 1956 undici libri, senza che nessuno fosse pubblicato. La sua ossessione era il manoscritto di Sulla strada, che, come già accennato, portava sempre nel suo zaino, proponendolo ai più diversi editori, senza che nessuno si arrischiasse a pubblicarlo, visto la sua originale forma illeggibile. Importante fu l’incontro con Malcom Cowley della Viking Press, il quale si dimostrò disponibile alla pubblicazione del manoscritto, tenendo presente la necessità di apportare delle modifiche alla sua incoerente struttura. Molti tagli e cambiamenti furono fatti dallo stesso Cowley, senza consultare l’autore. Quando nel settembre del 1957 venne pubblicato Sulla strada il testo non era per nulla fedele all’originale e Kerouac, principale esponente della prosodia spontanea beat, vedeva completamente stravolto il suo rotolo manoscritto, ma aver ottenuto la pubblicazione lo distoglieva dalla delusione per il modo in cui questa era avvenuta. Dopo la pubblicazione di Sulla strada, il nome di Kerouac iniziò a essere noto al pubblico americano e favorevoli furono le recensioni della critica. Dopo il successo editoriale del romanzo, Kerouac non si dedicò in maniera ossessiva alla scrittura come durante. Nel 1958 lo scrittore aveva composto I vagabondi del Dharma, romanzo incentrato sulla figura di Gary Snyder e sul suo interesse per la di Times Square, attraverso Burroughs e Herbert Huncke. Subito dopo il suo ritorno sul campus, Ginsberg vi assunse una posizione letterariamente preminente, aggiudicandosi premi di poesia con versi in rima e collaborando alla Columbia Jester Revew. L’ambiente universitario non fu di certo il primo elemento di stimolo per la sua produzione letteraria, che ricevette più impulsi dal contatto con Burroughs e compagni, dalla vita che conducevano assieme e dalle loro occasionali collaborazioni in esperimenti di scrittura. Verso la fine del 1946 fece la comparsa a New York Neal Cassady, giovane dall’immenso fascino che scombussolò la sua esistenza. Ginsberg, dichiaratamente omosessuale, perse la testa per q1uesto vagabondo proveniente da Denver. Anche Kerouac fu colpito molto da Cassady, tanto da prenderlo a modello per personaggi di Sulla Strada e altri romanzi. Nel giugno del 1948 accadde un evento che avrebbe avuto un’influenza di lunga durata su Ginsberg. Con la maggior parte degli amici lontani, Kerouac praticamente isolato a Long Island a terminare il suo primo romanzo La città e la metropoli, e con ancora il semestre invernale da superare alla Columbia, Ginsberg se ne stava steso a letto un pomeriggio nel suo alloggio a East Harlem, con accanto un libro di William Blake, aperto a Ah! Gira- sole, e mentre la sua mente si spegneva momentaneamente, partì una voce dal suono antico – che prese per quella di Blake – che recitava la poesia. Un momento epifanico al quale ne seguirono molti durante quell’estate e quell’autunno.Durante l’autunno Huncke uscì di prigione in pessime condizioni di salute e Ginsberg gli diede asilo. In seguito Huncke, con due amici, cominciò ad usare l’alloggio come deposito di droga, Ginsberg diede loro un ultimatum, ma tutti e quattro vennero sorpresi dalla polizia mentre trasportavano la merce in un’auto rubata. Prossima alla laurea con i massimi voti, alla Columbia, e mentre lavorava come fattorino all’Associated Press, Ginsberg fu spedito all’Istituto Psichiatrico dello Stato di New York anziché in prigione. Durante gli otto mesi trascorsi all’Istituto conobbe Carl Solomon. Solomon fece conoscere a Ginsberg la scrittura surrealista francese e a lui fu in seguito principalmente dedicato il poema Urlo. Nell’estate del 1949 Allen ritornò nella casa di famiglia a Paterson, con il padre Louis e la matrigna Edith (sua madre Naomi era stata in manicomio per la maggior parte dei dodici anni precedenti). Durante questo periodo di permanenza a Paterson, Ginsberg lavorò per un pò in una fabbrica di nastri in paese, e occupò molto del suo tempo ad esaminare la propria percezione della realtà, oltre alle proprie incertezze sulla vita. Scrisse le poesie in prosa su Paterson, che sarebbero poi confluite in Empty Mirror e ritornò gradualmente a New York. Quello che Allen si era prefisso, uscendo dalla clinica psichiatrica, era di vivere nella più completa normalità. Questo programma della normalità prevedeva anche l’abbandono di storie omosessuali, al fine di vivere pienamente storie con ragazze. I dottori gli avevano dimostrato che il prezzo dell’anormalità era troppo alto da pagare e Allen decise che avrebbe vissuto conformemente ai costumi comuni. La prima ragazza di Ginsberg fu Helen Parker, donna sposata e divorziata che lo riempì di rassicurazioni sul fatto che fosse un grande amante. Una notte, però, mentre stava bevendo in un bar di Whashington Square, venne profondamente attratto da un giovane ragazzo: Gregory Corso, questo era il nome del ragazzo che condusse Ginsberg verso la sua vecchia sessualità. Corso aveva due elementi che affascinavano molto Ginsberg: era un teppista ed un poeta. In questo periodo, comunque, Ginsberg conobbe numerosi poeti ed artisti, poiché era molto attivo nella movimento letterario – musicale underground, di cui il Bar San Remo era uno dei luoghi d’incontro. Al San Remo Ginsberg conobbe Alene Lee, la protagonista de I sotterranei di Kerouac, e delle bellissime fanciulle ebree che leggevano Ezra Pound e avevano la mania del cucito, delle anfetamine, di ogni tipo di droga, del be-bop e della poesia. Nello stesso periodo Charlie Parker suonava nel Village, dove nelle domeniche teneva dei concerti per un solo dollaro in una specie di rimessa, l’Open Door, e la visione del grande sassofonista fu di grande ispirazione per l’evoluzione del verso del futuro poeta. Dalla fine degli anni ’40 fino al 1952, Allen scrisse in rima e nel genere williamsiano di annotazione della realtà. Ginsberg raccolse tutti i versi scritti in questo periodo in Empty Mirror e chiese al poeta del New Jersey, William Carlos Williams, di scrivere per lui la prefazione. Williams scrisse che le poesie di Empty Mirror “dondolano a un ritmo ben lontano da quello di piedi che ballano, e semmai trovano il proprio ritmo nel trascinarsi quotidiano degli esseri umani nei vari momenti della loro giornata, mentre vanno in bagno, o scendono le scale della metropolitana...la misura mistica delle loro passioni” (Williams, prefazione pubblicata nel Vol.7 della Black Mountain Rewiew, autunno 1957). Ma la sua raccolta Empty Mirror, con la prefazione di Williams, non aveva ancora trovato un editore, mentre i suoi amici, Kerouac, con La città e la metropoli, e Burroughs, con La scimmia sulla schiena, avevano già pubblicato le loro opere. Nel giugno 1954 Allen, stanco dei tentativi di seduzione di Burroughs, tornato dal suo viaggio sudamericano alla scoperta dello yage, droga con poteri telepatici, e stanco del clima newyorkese, che non riteneva più essere in grado di ispirare la sua scrittura, decise di partire per la West Coast e, in particolar modo andò a trovare Neal Cassady che viveva con sua moglie Carolyn a ottanta chilometri da San Francisco, in una casa a San Josè. Ginsberg era attratto da dopo quella entusiasmante lettura che l’editore Ferlinghetti inviò una lettera a Ginsberg in cui gli diceva : “Mi congratulo per l’inizio di una nuova carriera. Quando mi mandi il manoscritto?” (Ferlinghetti, Lettera ad Allen Ginsberg ( ottobre 1955), in Campbell, op. cit. , p. 99). Ferlinghetti, dopo una lunga permanenza a Parigi, dove studiò alla Sorbona, di stabilì a San Francisco, dove conobbe Kenneth Rexroth e Peter Martin, con il quale aprì una libreria, la City Lights. Due anni dopo l’apertura della libreria Ferlinghetti iniziò a pubblicare testi nella sua collana Pocket Poets della City Lights e il quarto numero ad uscire fu Howl and other poems di Allen Ginsberg. La prima stampa di Howl and other poems era di mille copie e venne messa in vendita nell’autunno del 1956. Howl and other poems era una raccolta che martoriava il linguaggio tradizionale attraverso un uso estremo di termini osceni, che avrebbero creato in seguito notevoli problemi all’editore Ferlinghetti. Versi come “che copulavano estatici e insaziati con una bottiglia di birra un amante un pacchetto di sigarette una candela e cadevano a letto, e continuavano sul pavimento e giù per il corridoio e finivano svenuti contro il muro con una visione di fica suprema e sperma eludendo l’ultima sbora della coscienza” (Ginsberg, Jukebox all’idrogeno op. cit , p. 101) garantirono il sequestro, nel marzo del 1957, di 520 copie della seconda ristampa alla dogana, mentre arrivavano dai tipografi inglesi Villiers in California, alla City Lights. Arrestarono un commesso della City Lights, Shig Murao, per aver venduto letteratura in grado di corrompere la gioventù, e Ferlinghetti per averla pubblicata. Gran parte dei letterati progressisti d’America si mossero per ottenere il riscatto di Ferlinghetti e la difesa della poesia di Ginsberg. Il processo fu una prova evidente di stima di intellettuali ai quali lo Stato oppose un assistente universitario e una maestrina di dizione. Mentre i sostenitori di Urlo scrivevano le più belle pagine divulgative uscite su Ginsberg, il professore disse che era inutile una così tardiva espressione dadaista e la maestra disse che, leggendo la poesia, le sembrava di essere in una fogna. Mentre si svolgeva a San Francisco questo processo, Allen Ginsberg si trovava a Tangeri, in Marocco. Era andato a trovare William Burroughs, dal quale si era già recato Kerouac, per aiutarlo ad ordinare un suo voluminoso manoscritto sparpagliato per la città. Mentre Ginsberg cuciva i pezzi che avrebbero costituito il libro, Kerouac ne inventò il titolo: Pasto Nudo. Dopo aver aiutato Burroughs a ordinare le carte del suo nuovo romanzo, Ginsberg, nell’estate del 1957, abbandonò Tangeri e, insieme a Peter Orlovsky, si fermarono prima ad Ischia, poi ad Assisi ed infine si diressero a Parigi, dove si incontrarono con Gregory Corso. I tre si stabilirono nel piccolo albergo al numero 9 di rue Git-le-Cour. Grazie alla loro permanenza nell’albergo per molti mesi, questi cambiò nome in Beat Hotel, e il misto di disciplina e natura libertaria della titolare, Madame Rachou, unito al suo sorriso dietro al bancone riuscì a tirare su di morale anche Burroughs, quando giunse a Parigi nei primi mesi del 1958. Un ruolo fondamentale per la pubblicazione del Pasto Nudo fu proprio quello di Allen Ginsberg, il quale, con il manoscritto sotto braccio, si recò dall’editore dell’Olimpia Press, l’anglofrancese Maurice Girodias. Ginsberg a Parigi non si occupò soltanto delle difficoltà delle pubblicazioni di Burroughs. Quando abbandonò la città. Il 17 luglio 1959, dopo un anno e mezzo di permanenza, portò una cartellina di poesie, Sulla tomba di Apollinaire, Morte all’orecchio di Van Gogh, A Zia Rose, Europa! Europa! E, tra le poesie portate dal vecchio continente, con le quali aveva intenzione di pubblicare una nuova raccolta con Ferlinghetti, c’era l’inizio di una elegia scritta per sua madre Naomi, morta in un ospedale psichiatrico alcuni anni prima, Kaddish. Fu cominciata a Parigi, al caffè Le Select a Montparnasse. La prima sezione delle cinque che scrisse fu Litania, che diventò la quarta parte dell’opera completa. Una volta tornato a New York, riprese questo testo, si chiuse nell’appartamento che divideva con Orlovsky e iniziò a scrivere lunghi versi, sotto effetto di eroina e metredina, che a volte avevano il carattere di memorie in prosa. Dopo trentaquattro ore di reclusione, Ginsberg aveva composto l’elegia per la madre, che divenne il testo portante della raccolta che si accingeva a curare, pubblicata, poi, nel 1961, con il titolo Kaddish and other poems. Intanto, oramai alla fine degli anni ’50, tutti i principali esponenti del gruppo avevano pubblicato le loro principali opere, e il termine beat era ormai sostitituito da beatnik. Questa polemica di ordine terminologico nacque dopo il lancio in orbita dello sputnik, il 4 ottobre 1957, il giorno dopo che Urlo era stato dichiarato pubblicabile dal giudice Horn a San Franciscoe un mese dopo la pubblicazione di Sulla Strada. Due settimane dopo un giornalista del San Francisco Chronicle, Herb Caen, scrisse che i pazzi artistoidi che si rintanano attorno a North Beach e frequentano i caffè, che proliferano laggiù, erano bizzarri come lo sputnik. Fu proprio con Caen che il beat divenne beatnik. Ha scritto Campbell in relazione al termine beatnik: “Il suffisso era un saluto, con una mano lavata, in direzione delle barbe lunghe, della pigrizia, del vagabondaggio, dell’antipatriottismo e infine del comunismo. Così cominciò, ironicamente, la commercializzazione e la capitalizzazione dell’immagine ribelle.Il beatnik trasformò il beat in kitsch” (Campbell, op. cit. , p. 268). Verso la metà del 1959 sembrava quasi impossibile aprire una rivista senza trovare una fotografia o una caricatura del tipi beatnik : maglietta da basket larga, 1.4 William Burroughs: biografia e formazione intellettuale William Burroughs nacque nel 1914 a St. Louis, Missouri. Dopo essersi laureato ad Harvard in Antropologia, visse brevemene a Chicago e in seguito si trasferì a New York. Fu nel primo periodo della sua permanenza a New York che Burroughs si innamorò di un uomo, Jack Anderson, che non sembrava avere tanto tempo da dedicare al futuro scrittore. Burroughs, mosso da un raptus di gelosia, comprò un trinciapollo, mise il mignolo della mano tra le lame e lo mozzò. Fu accompagnato all'ospedale Bellevue per le cure mediche, anche se rimase in quell'ospedale per un mese come “caso psichiatrico”. Nel 1943 avviene l'incontro con Ginsberg e Kerouac, grazie alla conosceza in comune con lo studente della Columbia Lucien Carr. Fu Carr a portare Ginsberg a casa di Burroughs. Nell'appartamento di Burroughs Ginsberg trovò Una visione di Yeats, Oppio di Cocteau, i romanzi di Kafka e Céline, e opere di argomento non letterario, come Scienza e salute del conte Alfred Korzybski, studioso di semantica che analizzava il concetto di pensiero duplice in politica, e della lingua come strumento di controllo piuttosto che di liberazione, secondo la teoria del pensiero illuminista tradizionale. Burroughs, comunque, abbandonò presto le sue letture nella grande metropoli per dedicarsi alla vita da tossicodipendente. Ciò avvenne dopo l'incontro con il vagabondo Herbert Huncke. Fu dalla bocca di Huncke che Burroughs udì per la prima volta la parola beat ed Huncke era un vero beat, un reietto impegnato, un truffatore di professione. Huncke era anche un tossico, e quella era la sua occupazione principale. Nel West la morfina e l’oppio costavano quasi quanto il tabacco, ma nella New York degli anni ‘40 essere tossicodipendenti costava e quindi necessitava di molto tempo. Huncke, pur senza saperlo, rappresentava un archetipo letterario: il poeta-ladro omossessuale e tossicodipendente. Naturalmente questo costituiva un fascino per William Burroughs. In una delle sue visite a casa di Huncke Burroughs chiese di partecipare, mentre gli altri cominciarono a preparare le iniezioni. Ha scritto Huncke: “Gli facemmo un laccio emostatico molto efficace. Lui si strofinò con un po’ dialcol, poi giroò la testa dall'altra parte. Io gli infilzai l'ago e tirai su un po’ di sangue. Dissi: “Allenta il laccio emostatico”. Lui lo allentò, sbirciando in basso verso il suo braccio, e cominciò a sentire la sensazione mentre io gli iniettavo la morfina. Improvvisamente disse: “Be', è una sensazione interessante... è molto interessante”. Diede l'impressione di avere una disposizione mentale scientifica per tutto. Non mi aveva dato nessuna indicazione di quali fossero le sue intenzioni, ma era così metodico in tutto che io sentivo il suo approccio veniva da una prospettiva puramente scientifica. Come scoprii in seguito era così. Diventò tossicodipendente soprattutto per motivi di ricerca” (Campbell, op. cit., pp. 55-56). Burroughs in questo periodo divenne amante di Joan Vollmer Adams, una delle donne che gravitavano attorno al circolo dei poeti libertini newyorkesi. Nonostante Burroughs fosse attratto principalmente dagli uomini, la sua omosessualità non era una condizione fissa e non disprezzava la presenza femminile. Un altro aspetto che univa le loro vite era l'uso delle droghe: alla morfina di Burroughs si univano le crescenti dosi di benzedrina di Joan. Nello stesso periodo la polizia arrestò Burroughs, accusato di aver falsificato la firma di un medico, su un ricettario rubato. Fu il padre Mortimer ad arrivare a New York e a pagare la cauzione per il figlio, al quale il giudice ordinò di passare l’estate a casa dei suoi, a St. Louis. Dopo l'estate passata a casa, Burroughs tornò a New York, andò a prendere Joan dal reparto psichiatrico del Bellavue, rinchiusa a causa della troppa benzedrina che la fece impazzire, e si diresse in Texasm in una cittadina chiamata New Waverly, dove aveva comprato novanta acri di terreno e dove aveva intenzione di coltivare marijuana. La sua fuga da New York, anche se con brevi interruzioni, durò per circa trent'anni e fu il tentativo di Burroughs di scrollarsi la sua identità di tossicomane, con lo scopo di vivere in serenità, lontano da morfina ed eroina. Successivamente William e Joan che, dopo la breve permanenza in Texas si erano dedicati all'agricolutra nei dintorni di New Orleans, si trasferirono nuovamente oltre i confini, fuori dalla portata delle leggi americane, e precisamente a Città del Messico. Burroughs, in questo periodo, a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta, iniziò a lavorare al suo primo romanzo. Il romanzo raccontava la sua esperienza di tossicodipnednete e il titolo provvisorio era Junk. Nel 1951 accadde un avvenimento che influenzerà profondamente la sua esistenza. Il 7 settembre 1951, a Città del Messico, Burroughs e Joan Vollmer Adams andarono assieme al Bounty Bar. Quella sera Burroughs aveva una pistola da vendere, aveva necessità di soldi per comprarsi la roba, perché il suo piano di disintossicazione dall'eroina non aveva avuto gli esiti sperati. La portò dentro un sacchetto nell'appartamento sopra il bar, dove era in corso una bevuta tra amici, e durante una pausa nella conversazione, Burroughs estrasse una calibro 38 dal sacchetto e, come se fosse un vecchio trucchetto che facevano alle feste, disse alla moglie di fare il numero di Guglielmo Tell. Ginsberg “cuciva” i pezzi che avrebbero costituito il libro, Kerouac ne inventò il titolo: Pasto Nudo. Dopo la sua permanenza a Tangeri, Burroughs decise di farla finita con la vita da drogato e partì per Londra, dove seguì la cura disintossicante all'apomorfina del dottor Dent. Successivamente raggiunse Ginsberg, Corso e Orlovsky al Beat Hotel di Parigi. Qui ebbe una relazione con la proprietaria dell’hotel, Madame Rachou, che era profondamente attratta dall'autore di La scimmia sulla schiena e dell'inedito Pasto Nudo e lui finì per fermarsi più a lungo degli altri un ruolo fondamentale per la pubblicazione di Pasto Nudo fu quello di Allen Ginsberg, il quale con il manoscritto sotto braccio si recò dall'editore dell’Olimpia Press, Maurice Girodias. Girodias era un pornografo di mestiere e nella pubblicazione di libri tascabili prediligeva la presenza di una scena di sesso almeno ogni sei pagine. Certamente il materiale della trama del Pasto Nudo era pornografico, ma mille miglia lontano dalle pubblicazioni di Girodias. Girodias rimase affascinato dalle frasi di Burroughs: “Johnny estrae un candiru dalla fica di Mary con le forbicine... Lo lascia in una bottiglia di mescal dove si trasforma in un verme Maguey... le fa un lavaggio con un ammorbidente di ossa di jungla, i suoi denti vaginali escono mescolati con sangue e cisti... la sua fica splende fresca e dorata come erba primaverile” (Burroughs, Pasto nudo, op. cit., p. 119). Nonostante l'oscenità del testo, però, ciò che non convinceva l'assenza di una sotria, di una trama; non era possibile discernere alcuna logica e, quindi, dopo pochi giorni, Ginsberg chiamò Girodias che gli restituì il manoscritto. La prima uscita di un estratto di Pasto Nudo era prevista per il numero invernale della Chicago Review, che, secondo i progetti dei due curatori, Rosenthal e Carrol, doveva contenere i testi di quattro autori: Kerouac, con una lunga prosa dedicata a Lucien Carr, dal titolo “Lucien Mezzanotte”, Corso con tre sue poesie, Burroughs, con dieci capitoli di Pasto Nudo, e il vecchio poeta Edward Dahlberg, con dei suoi scritti. La rivista di Chicago era pur sempre sorretta dall'Università e il rettore Kimpton si scagliò contro la politica editoriale che portava alla pubblicazione di oscenità, quali i dieci capitoli di Burroughs, e divagazioni non-sense, come il testo in prosa di Kerouac su Carr. La rivista non uscì, Rosenthal e Carrol fondarono una nuova rivista, Big Table, avente come sottotitolo “il contenuto completo del numero soppresso dell'inverno 1959 della Chicago Review. Il primo numero di Big Table uscì dalla tipografie nel marzo dello stesso anno e quattrocento copie spedite agli abbonati furono sequestrate dalle Poste. In settembre il giudice Julius Hoffman concluse che la rivista non era oscena. Pronunciandosi sugli articoli di Burroughs e Kerouac, sui quali le poste si erano scagliate il giudice decretò che entrambi potevano essere ricompresi nell'ambito della letteratura seria. Per la seconda volta nell'arco di due anni, dopo il processo per presunta oscenità di Urlo, la legge era venuta incontro alla Beat Generation. Il numero di Big Table arrivò anche a Parigi e, nello stesso tempo, la notizia di censura da parte delle Poste era arrivata anche alle orecchie di Maurice Girodias, il proprietario della Olympia Press, il quale, dopo aver rifiutato il romanzo di Burroughs un anno prima, ora che aveva una reputazione di libro osceno, iniziò a interessarsene nuovamente. Il Pasto Nudo uscì nel luglio del 1959, come numero 76 della collana Traveller's Companion, in una edizione di cinquemila copie, presto seguita da una ristampa dello stesso quantitativo. In questo stesso periodo, al Beat Hotel di Parigi, fondamentale è stato l'incontro con il pittore Brion Gysin, che ha avuto un rilevante peso nella scrittura successiva di Burroughs, nella sua scomposizione dei testi, nel loro sbriciolamente, nella loro riduzione a una polvere di parole, attraverso tecniche già presenti, non in maniera totalizzante, all'interno di Pasto Nudo. Le tecniche narrative che Burroughs adotta in questo periodo, il cut-up (metodo del taglio) e il fold-in (metodo del ripiegamento), utilizzate come mezzo di difesa dalla realtà tecnologica, non appartengono totalmente a lui. Esse hanno dei celebri precedenti: Lewis Carrol, Tristan Tzara, Filippo Tommaso Marinetti, Gertrude Stein e i surrealisti. Utilizzando la tecnica del cut-up, dello scompiglio, dello sconcerto della scrittura, Burroughs crea tre romanzi, i quali, uniti con Pasto Nudo, costituiscono la tetralogia del non-sense, usciti tutti per la Olimpia Press di Girodias, La morbida macchina (1961), Il biglietto che è esploso (1962) e Nova Express (1964). La scrittura ha inizio per Burroughs da una riscrittura: lo scrittore non crea più le sue parole, ma lavora su una materia costituita dal linguaggio scritto da altri autori. Non si può più dre che questi testi siano diventati del tutto innocui e insignificanti, come è accaduto a tanta parte della produzione sperimentale di quegli anni. Descrivendo orrore e nefandezze diun mondo violento e insensato, percorso da profonde ventate di autoritarismo, Burroughs è tuttora uno scrittore vivo e attuale. Libri pubblicati successivamente, quali Ragazzi selvaggi, Porto dei santi, non raggiungono la stessa potenza visionaria e la stessa carica dirompente della tetralogia del cut-up. La sua stessa influenza, negli ultimi anni della sua vita, è stata sempre molto forte, fondendosi con ambiti molto diversi dalla letteratura, come la musica GIFFORD B.–LEE L., Jack’s book. Una biografia narrata di Jack Kerouac, Roma, Fandango, 2001 GORLIER G., “Il giovane padre dei beats”, Corriere della Sera, 22 ottobre 1969 KOSTELANETZ R., “La poesia americana del secondo dopoguerra”, Nuova Presenza, estate- autunno 1969 KRIM, S. introduzione a Angeli di desolazione, Milano, Mondadori, 1983 KRIM S., I Beat, Milano, Lerici 1980 LISTRI P. F., “Kerouac profeta dei beats è morto”, La Nazione, 22 ottobre 1969 MAFFI M., La cultura underground, Bari, Laterza, 1980 MANISCO L., “Kerouac è ancora sulla strada”, Il Messaggero, 30 settembre 1966 MENARINI G. (a cura di), Vietnam Poeti Americani, Parma, Guanda,1972 MILLER H., prefazione a I sotterranei, Milano, Feltrinelli, 1960 MOSCATI I., Le scarpe di Jack Kerouac, Roma, Ediesse, 2003 PISANTI T. 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