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Quantitative easing analisi, Dispense di Economia Monetaria

Paper specifico su cos'è il quantitative easing e come funziona

Tipologia: Dispense

2016/2017

Caricato il 17/01/2017

rachel3
rachel3 🇮🇹

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Scarica Quantitative easing analisi e più Dispense in PDF di Economia Monetaria solo su Docsity! QUANTITATIVE EASING AND UNCONVENTIONAL MONETARY POLICY – AN INTRODUCTION Oggetto di questo articolo è l’analisi dell’efficacia delle politiche “non convenzionali” attuate dalle banche centrali di Stati Uniti, Inghilterra, Giappone e stati appartenenti all’Eurozona, in risposta allo scoppio della crisi finanziaria del 2007-2008. Negli anni precedenti lo scoppio della crisi le banche centrali dei paesi occidentali, attraverso il controllo dell’offerta di moneta e del tasso di interesse a breve termine dei titoli di stato pubblici1, avevano attuato una politica monetaria classica, basata sostanzialmente sulla regola di Taylor2, che aveva come obiettivo la stabilità dei prezzi e il mantenimento di un tasso di inflazione compreso tra lo 0<π<3%3. Lo scoppio della bolla finanziaria del mercato immobiliare americano, la conseguente crisi economico-finanziaria ha posto le banche centrali davanti ad una serie di nuovi problemi:  La trappola della liquidità in cui l’economia è caduta dopo l’espansione monetaria attuata dalle banche centrali4 ha spinto il tasso di interesse a breve termine pagato dai titoli di stato a valori prossimi allo zero ha creando una differenza tra i tassi di interesse ufficiali e quelli determinati sui mercati secondari;  L’interruzione e il malfunzionamento del sistema finanziario causati dalla perdita di fiducia di operatori privati che hanno diminuito bruscamente i loro investimenti;  La crisi di liquidità che ha colpito le banche commerciali5, che in risposta hanno chiuso i “rubinetti del credito”; Queste difficoltà hanno spinto le banche centrali a condurre un nuovo tipo di interventi economici, differenti (rnon convenzionali) da quelli attuati negli anni passati a causa dell’inefficacia che la politica monetaria convenzionale ha dimostrato nel tentativo di far riprendere l’economia. La banca centrale danese ad esempio per prima ha spinto i tassi di interesse dei titoli a breve scadenza a valori negativi; la Fed ha agito come attore primario sul mercato finanziario acquistando 1 Il controllo del tasso di interesse sui titoli di stato a breve maturità, del tasso di cambio e dell’offerta di moneta sono i tre strumenti attraverso i quali la Banca Centrale di un paese cerca di mantenere stabile il livello dei prezzi e di ottenere un basso tasso di inflazione. I tre strumenti, definiti ancore della politica monetaria, non possono essere utilizzati congiuntamente ma solo singolarmente (Trilemma della politica monetaria) 2La regola di Taylor afferma che la Banca Centrale di un paese dovrebbe fissare un tasso di interesse obiettivo da cui distaccarsi per rispondere nel breve periodo a squilibri macro economici I= I*+a( π-π*)-b(u-un), tenendo conto di quello che è il tasso di inflazione effettivo rispetto a quello obiettivo e della differenza tra il tasso di disoccupazione effettivo e quello naturale. 3 In particolare la Banca Centrale Europea cerca di mantenere un tasso di inflazione annua intorno al 1,7% 4 Oggi i tassi di interesse a breve e medio termine pagati dai titoli di stato tedeschi ad esempio sono addirittura negativi ( Fonte: Banca Centrale Europea) 5 Molte Banche commerciali statunitensi avevano acquistato titoli tossici (attività) utilizzando poco del loro capitale e molto denaro dei correntisti. Ciò aveva permesso di ottenere dalle attività un alto rapporto di leva finanziaria ( Leva= Valore Attività/ Capitale) e quindi grandi rendimenti. Allo scoppio della crisi, quando il valore dei titoli contenenti migliaia di mutui subprime è crollato, le banche che li possedevano si sono trovate di fatto senza liquidità; quelle che avevano un più basso rapporto di leva e che sono riuscite a “sopravvivere” grazie al loro capitale hanno però smesso di concedere prestiti alle aziende, o meglio li hanno concessi ma solo applicando tassi di interesse molto alti. titoli garantiti da ipoteche fornendo così liquidità e abbassando i tassi di interesse sulle attività di un settore in profonda crisi (questa manovra prende il nome di credit easing). La Fed ha inoltre attuato un nuovo tipo di operazione finanziaria denominata “Operation Twist”: ha cioè venduto i titoli di stato a breve termine che possedeva in portafoglio e ha acquistato una quantità identica di titoli di stato a lungo termine causandone una diminuzione del tasso di interesse. La manovra sicuramente più importante è il tentativo di iniezione di liquidità alle banche commerciali e agli operatori economici privati, che prende il nome di “Quantitative Easing”: questo tipo di politica fu attuato per la prima volta dalla banca centrale giapponese negli anni ’90 per combattere la stagnazione e la deflazione che avevano colpito l’economia nipponica. La banca centrale attraverso l’acquisto di attività con scadenza a breve termine possedute dalle banche commerciali sperava di indurle, grazie alla liquidità fornita, a erogare prestiti agli imprenditori così da aiutare gli investimenti, la ripresa della produzione e la crescita dei prezzi. Sia la Banca Centrale di Inghilterra, sia la Fed che la Banca Centrale Europea hanno, seppur acquistando attività differenti, seguito l’ esempio giapponese: la banca inglese ha acquistato una grande quantità di titoli di stato posseduti da privati, la Fed ha acquisito sia titoli del tesoro sia titoli e debiti di agenzie che appartengono al governo degli Stati Uniti mentre la BCE ha acquistato titoli e debiti delle banche non statali onde evitare fughe di depositi verso paesi periferici dell’eurozona; queste azioni hanno perciò accresciuto notevolmente i bilanci delle banche centrali che possiedono oggi attività e titoli che mai in passato avrebbero pensato di acquisire. L’acquisto, senza precedenti nella storia, di grandi quantità di attività finanziarie pubbliche e private secondo alcuni studiosi non produrrà alcun effetto sull’economia reale, non si attuerà il meccanismo di trasmissione delle azioni delle banche centrali dal campo finanziario a quello reale, rendendo di fatto le manovre di Quantitative Easing inefficaci. Sostengono questa tesi Eggerston e Woodford ( 2003): secondo loro il settore privato può essere immaginato come composto da un singolo attore razionale, con infinite possibilità di scelta, che fronteggia una possibilità di ottenere credito illimitata; l’attore razionale non percepisce alcuna differenza tra le attività detenute dai governi e dalle banche centrali e tra le proprie e perciò non trova alcuna convenienza nello scambiare attività con la banca centrale, considerando che entrambi i tipi di attività pagano un tasso di interesse pari a zero. Questa osservazione però è fallace perché ha alla base la forte ipotesi di un singolo attore e soprattutto il corretto funzionamento del sistema finanziario che è invece tracollato dopo lo scoppio della crisi economica. Al contrario Andres et al.(2004) sostengono che, in un mercato con limitata partecipazione, ci siano attori che abbiamo preferenze diverse per le differenti varietà dei titoli di stato governativi e che li acquisti di attività da parte della banca centrale possano avere effetti sull’economia reale. Secondo Curdia e Woodford (2011) la banca centrale, in un modello che prevede imperfezioni ed eterogeneità nell’erogazione del credito, dovrebbe attuare soltanto manovre di credit easing acquistando attività appartenenti ai privati che risentano positivamente del credito disponibile in modo tale da favorire la domanda e la produzione di beni; il Quantitative Easing, cioè l’acquisto in grande quantità di titoli pubblici, secondo questo modello non avrebbe alcun effetto perché, data la discesa a zero dei tassi di interesse sui titoli a breve scadenza, i privati non percepiscono alcuna differenza tra detenere titoli o moneta sotto forma di depositi bancari. Affinché il Quantitative Easing sortisca gli effetti sperati è necessario che gli operatori percepiscano una differenza tra detenere titoli e liquidità: la banca centrale dovrebbe variare perciò l’offerta relativa di titoli finanziari (credito finanziario) con differenti maturità e liquidità, in modo tale da influenzare i differenti rendimenti così da evitare la perfetta sostituibilità delle attività finanziarie (“manovra definita “portfolio balance”). Agendo in questo modo la Banca Centrale potrebbe modificare il prezzo di una grande quantità di attività finanziarie (titoli e moneta), detenute da un’ampia gamma di operatori privati diversi, influenzando le decisioni di investimento. Nel modello ideato da Kiyotaki e Moore nel 2012 si evidenzia l’importanza della differenza di
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