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Relazione esame antropologia filosofica, Tesine universitarie di Antropologia Filosofica

Tesina per il corso di antropologia filosofica da usare come traccia relativa alla concezione della natura dell'uomo di Erodoto

Tipologia: Tesine universitarie

2022/2023

Caricato il 13/04/2024

TomBen01
TomBen01 🇮🇹

4.6

(5)

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Relazione esame antropologia filosofica e più Tesine universitarie in PDF di Antropologia Filosofica solo su Docsity! Alma Mater Studiorum - Università di Bologna Dipartimento di Storia Culture Civiltà - DiSCi Antropologia filosofica Prof. Roberto Brigati La concezione protagorea della natura umana Tommaso Benso Matricola: 0001038867 A.A. 2023/2024 Introduzione Protagora nacque tra il 490 e il 480 a.C. ad Abdera, in Tracia, e morì intorno al 420 a.C. É considerato il primo e maggiore esponente della sofistica greca, attività che esercitò dai trent’anni di età e che gli permise di poter soggiornare per tutta la Grecia, soprattutto ad Atene, insegnando ai giovani l’arte oratoria e dialettica, acquisendo prestigio e fama. Nonostante la notorietà, però, dei suoi scritti ci sono giunti solamente frammenti a riguardo delle opere: Sugli dèi e Sulla verità. Intorno alla metà del V secolo, ad Atene, entrò in contatto con Pericle, il quale lo scelse per redigere la costituzione di Thurii1. Tuttavia, sia per la dipartita di quest’ultimo, che per le sue posizioni agnostiche relative alla pubblicazione dello scritto Sugli dèi (dove, stando all'unico frammento superstite, egli sosteneva: «Riguardo agli dèi, non sono in grado di sapere né che sono né che non sono, né che natura abbiano: molti, infatti, sono i fattori che impediscono di saperlo: massimamente, l'oscurità della questione e la brevità della vita umana»2) fu accusato di ateismo e costretto ad abbandonare Atene dove, nella piazza del mercato, venne arso il libro Sugli dèi. Morì forse per naufragio, mentre navigava verso la Sicilia3. Il pensiero di Protagora è racchiuso in quella che viene considerata la formula di riferimento dell’intera sofistica: « L’uomo [anthropos] è misura [mètron] di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che non sono per ciò che non sono. » (Protagora, fr.1, in Platone, Teeteto, 152a) Dall’interpretazione di questo frammento deduciamo una forte connotazione antropocentrica e relativistica: in quanto è l’uomo stesso a determinare la misura e il valore di tutte le cose. Ciascun individuo misura la realtà sul proprio metro e osserva la realtà dal proprio punto di vista. Di fatto Protagora si riferisce a “quelle [cose] che sono per ciò che sono” intendendo che ciò che esiste, esiste in relazione alla percezione e interpretazione della mente umana. Arrivando alla conclusione che noi conosciamo il mondo nella misura in cui lo rapportiamo a noi stessi, al nostro metro e che quindi non esista una unica realtà oggettiva e universale, bensì tante e molteplici verità soggettive che dipendono dall’individuo, aprendo le porta ad una visione relativistica della realtà. Parallelamente, Protagora rivendica il ruolo dell’uomo all’interno del mondo, andando contro alla tradizione religiosa che vedeva negli dèi la misura delle cose. Per Protagora, gli dèi sono inconoscibili e allo stesso tempo estranei alla vita degli individui, perciò vuole fare dell’uomo, delle sue conoscenze, delle sue leggi la misura della scienza e dell’agire collettivo4. L’innovazione del pensiero di Protagora suscitò l’interesse di numerosi filosofi, sia moderni, che suoi contemporanei come Platone, che ha riportato diversi dialoghi che lo vedono come protagonista e che ci permettono di approcciarci al filosofo in maniera più completa. Nonostante la potenziale ostilità dei testi di Platone nei confronti dei sofisti, rimane plausibile che il pensiero di Protagora venga riportato con veridicità. Infatti, Protagora non compare solamente nel dialogo di cui prende il nome, ma anche nel Teeteto, dove di fatti, viene illustrato in modo più approfondito il relativismo di Protagora e come lo stesso abbia rappresentato l’uomo singolo come la misura epistemica della conoscenza. 1 Odierna città di Sibari in Calabria. 2 Frammento 4 di Protagora (80 B4 Diels-Kranz = Eusebio di Cesarea, Preparazione al Vangelo 14, 3, 7). 3 Protàgora di Abdera, Enciclopedia Treccani. 4 Dispensa di lettura, da: Matteo Galletti, Silvia Vida, a cura di, Indagine sulla natura umana. Itinerari della filosofia contemporanea, Roma: Carocci, 2011. 9 Giovanni Pico Della Mirandola, nato a Mirandola il 24 febbraio 1463 e morto a Firenze il 17 novembre 1494, è stato un umanista e filosofo italiano, noto tra le sue altre opere per l’Oratio de hominis dignitate, che è considerato il “manifesto” dello spirito umanistico-rinascimentale. « O Adamo, non ti abbiamo dato una sede determinata, né una figura tua propria, né alcun dono peculiare, affinché quella sede, quella figura, quei doni che tu stesso sceglierai, tu li possegga come tuoi propri, secondo il tuo desiderio e la tua volontà. La natura ben definita assegnata agli altri esseri è racchiusa entro leggi da noi fissate. Tu, che non sei racchiuso entro alcun limite, stabilirai la tua natura in base al tuo arbitrio, nelle cui mani ti ho consegnato. Ti ho collocato come centro del mondo perché da lì tu potessi meglio osservare tutto quanto è nel mondo. Non ti creammo né celeste né terreno, né mortale né immortale, in modo tale che tu, quasi volontario e onorario scultore e modellatore di te stesso, possa foggiarti nella forma che preferirai. Potrai degenerare negli esseri inferiori, ossia negli animali bruti; o potrai, secondo la volontà del tuo animo, essere rigenerato negli esseri superiori, ossia nelle creature divine»10. Pico della Mirandola, in questo modo, ci illustra come Dio abbia creato l’uomo libero di poter scegliere il suo posto nel mondo, libero sia di ascendere tra le creature divine, che degenerare ai livelli inferiori insieme agli animali. L’essere umano è una creatura divina, ma è stata liberata dalle catene che lo ponevano al di sotto di essa; l’uomo è libero di scrivere il suo destino e di scegliere la sua propria natura. Ora è l’uomo il centro del mondo da cui osservare progressi e crescita, l’uomo diviene fautore del proprio essere e della propria gente. Verso la fine del Settecento, Johann Gottfried Herder11 ha proposto l’idea che fosse la cultura a rappresentare un elemento cruciale per porre rimedio alle carenze innate nell’uomo. Il suo pensiero, in linea con quello di Protagora, mette a confronto l’uomo e gli altri esseri animali arrivando alla conclusione di come l’uomo risulti essere l’animale più “inerme”, più disarmato e “privo di ogni guida nella vita”12. Nella seconda metà dell’Ottocento, Friedrich Nietzsche13 definì l’uomo come: “l’animale ancora incompiuto"14, il quale tende a comprendere il significato della sua esistenza e di arrivare alla conoscenza della verità, creandosi regole e limiti che lo portano a chiudersi, entro i limiti che egli stesso si pone. Nietzsche, però, vede in questa ricerca un’illusione in quanto è il riflesso delle nostre stesse condizioni e costruzioni sociali, storiche e culturali, entro le quali agiamo e pensiamo. Da qui nasce la figura del Superuomo, concepito come colui che si innalza, andando oltre la figura dell’uomo moderno. Egli si libera dalle catene della religione, degli idoli e delle costruzioni culturali e afferma sé stesso, mettendo i suoi valori dinanzi alla morale comune. In questo modo egli si realizza secondo la sua “volontà di potenza”: una volontà istintiva, che non è influenzabile o costretta da nessuna certezza, capace di creare continuamente nuove verità perché sempre in continuo sviluppo. Nella prima metà del Novecento il filosofo tedesco Gehlen15 coniò il termine Mangelwesen (animale carente) spiegando come: “L'uomo, privo di organi specializzati ed istinto, non è naturalmente adatto a funzioni specifiche; è male equipaggiato, non ha particolari mezzi di difesa né di fuga, nasce nudo, e impiega diversi anni per raggiungere una maturità che gli viene concessa diversamente dagli animali in un periodo di tempo incomparabilmente più breve. 10 Dispensa di lettura, da: Da: Oratio de hominis dignitate (1486-1487), trad. it. di F. Bausi, Discorso sulla dignità dell’uomo, Parma: Fondazione Pietro Bembo / Ugo Guanda Editore, 2014, §§ 10-23. 11 Johann Gottfried Herder, nato a Mohrungen il 25 agosto 1744 e morto a Weimar il 18 dicembre 1803, è stato un filosofo, teologo e letterato tedesco famoso per le sue opere sull’uomo e il linguaggio. 12 Remotti, Francesco, 2013: Fare umanità. I drammi dell’antropo-poiesi, Bari: Gius. Laterza & Figli. (Pag.48) 13 Friedrich Wilhelm Nietzsche, nato a Röcken il 15 ottobre 1844 e morto a Weimar il 25 agosto 1900, è stato un filosofo e saggista tedesco famoso per varie opere tra cui: Così parlo Zarathustra e La Gaia Scienza e vari concetti come: “La morte di Dio” e il “Superuomo”. 14 Ferrarin, Alfredo, 2013: Homo Faber, Homo Sapiens, or Homo Politicus? Protagoras and the Myth of Prometheus, in The Review of Metaphysics, Vol. 54, No. 2 (Dec. 2000), pp. 289-319, di Philosophy Education Society Inc. (Pag. 4) 15 Arnold Gehlen, nato a Lipsia il 29 gennaio 1904 e morto ad Amburgo il 30 gennaio 1976, è stato un filosofo, antropologo e sociologo famoso per i lavori sull’uomo e la sua natura e sulla società industriale Inoltre, l'uomo non ha un ambiente specifico: costruisce la sua casa nelle condizioni geografiche e climatiche più diverse. Deve rendere la natura artificiale, per trasformarla in una comoda seconda natura così arrangiata per limitare la sua vulnerabilità e compensare la sua biologica mancanza di risorse”16. Gehlen riprende la visione dell’uomo come un essere biologicamente scarno di ogni “equipaggiamento”, che viene al mondo nudo e senza particolari istinti, ma che per sopravvivere può solo che manipolare e plasmare la natura circostante, il suo contesto, affinché possa colmare quella mancanza naturale che lo rende un essere incompleto. Il tema dell’uomo come animale carente verrà ripreso negli anni Settanta del Novecento da Clifford Geertz17, il quale inquadra l’uomo come un essere impossibilitato a sopravvivere se fosse costretto ad usufruire solo delle proprie risorse fisiche e che fa della cultura un’integrazione indispensabile alla stessa sopravvivenza biologica della specie, e non vede l’essere umano come un produttore di cultura, quanto un suo prodotto. 3. L’antropo-poiesi: l’uomo che si fabbrica da sé. Il termine antropo-poiesi, formato dalla combinazione dei sostantivi greci anthropos (essere umano) e poiesis (produzione, fabbricazione, dal verbo poiein, fare, fabbricare, modellare), si riferisce a tutti quei processi, attivi e passivi, di costruzione dell’essere umano18. Questo concetto esprime la prospettiva secondo cui, l’uomo oltre a nascere naturalmente come avviene, venga ulteriormente fabbricato, modellato, plasmato in una sorta di seconda nascita. La seconda nascita è una espressione allegorica per intendere come, data la natura incompleta dell’uomo, a questo venga data forma attraverso la cultura, che lo stesso Herder definisce come: «questa seconda genesi dell’uomo, che dura per tutta la vita». La cultura modella l’essere umano e ne riempie le lacune, portando l’individuo da essere produttore di cultura, a divenirne un prodotto culturale. « In tutte le condizioni e in tutte le società, l’uomo non ha potuto aver altro disegno, non ha potuto costruire altro che l’umanità, comunque la intendesse » L’auto-fabbricazione dell’essere umano non è stato un meccanismo volutamente attivato, ma è partito autonomamente in quanto strettamente collegato con la storia, lo sviluppo e la sopravvivenza dell’uomo. L’essere umano ha costantemente portato avanti questo processo di costruzione di umanità in quanto esso è intrinseco nella nostra cultura e nella nostra sopravvivenza. Lo stesso uomo descritto da Protagora che veniva al mondo “nudo, scalzo, scoperto e inerme” nasce e rinasce costantemente ogni giorno modellato e fabbricato dalla cultura e dal contesto che ha intorno e che lui stesso ha plasmato e piegato alla sua volontà da centinaia di migliaia di anni affinchéé esso bilanciasse la sua incompletezza. 15 Arnold Gehlen, nato a Lipsia il 29 gennaio 1904 e morto ad Amburgo il 30 gennaio 1976, è stato un filosofo, antropologo e sociologo famoso per i lavori sull’uomo e la sua natura e sulla società industriale. 16 Ferrarin, Alfredo, 2013: Homo Faber, Homo Sapiens, or Homo Politicus? Protagoras and the Myth of Prometheus, in The Review of Metaphysics, Vol. 54, No. 2 (Dec., 2000), pp. 289-319, di Philosophy Education Society Inc. (Pag. 6) 17 Clifford James Geertz, nato a San Francisco il 23 agosto 1926 e morto a Filadelfia il 30 ottobre 2006 è stato uno dei più importanti e famosi antropologi statunitensi, conosciuto anche per le sue posizioni contro l’antropologia strutturale di Lévi-Strauss 18 Il termine esposto ufficialmente per la prima volta nel 1996, e precisamente nell’Introduzione a Le fucine rituali (Allovio e Favole 1996; Remotti 1996a). È stato poi presentato in sede internazionale in occasione del convegno La fabrication de l’homme dans les cultures et l’anthropologie del 15-16 dicembre 1997 (Università di Losanna) e adottato dal gruppo di ricerca di cui facevano parte Francis Affergan, Silvana Borutti, Claude Calame, Ugo Fabietti, Mondher Kilani, Francesco Remotti (Calame e Kilani 1999) (pag.45) Bibliografia: Brigati, Roberto, 2019: La filosofia e la svolta ontologica dell’antropologia contemporanea, in Roberto Brigati e Valentina Gamberi (a cura di), Metamorfosi. La svolta ontologica in antropologia, Macerata: Quodlibet. Dispensa di lettura disponibile sulla piattaforma online: Lettura II. 2, Lettura II. 3, Lettura II. 7 Remotti, Francesco, 2013: Fare umanità. I drammi dell’antropo-poiesi, Bari: Gius. Laterza & Figli. Ferrarin, Alfredo, 2013: Homo Faber, Homo Sapiens, or Homo Politicus? Protagoras and the Myth of Prometheus, in The Review of Metaphysics, Vol. 54, No. 2 (Dec., 2000), pp. 289-319, di Philosophy Education Society Inc. Sitografia: Protàgora di Abdera, Enciclopedia Treccani, URL: https://www.treccani.it/enciclopedia/protagora-di-abdera/ Pico della Mirandola, Giovanni, Enciclopedia Treccani URL: https://www.treccani.it/enciclopedia/pico-della-mirandola-giovanni-conte-di-concordia/ Herder, Johann Gottfried von, Enciclopedia Treccani URL: https://www.treccani.it/enciclopedia/johann-gottfried-von-herder/ Nietzsche, Friedrich Wilhelm, Enciclopedia Treccani URL: https://www.treccani.it/enciclopedia/friedrich-wilhelm-nietzsche/ Gehlen, Arnold, Enciclopedia Treccani URL: https://www.treccani.it/enciclopedia/arnold-gehlen/# Geertz, Clifford James, Enciclopedia Treccani URL: https://www.treccani.it/enciclopedia/clifford-james-geertz_(Enciclopedia-Italiana)/#
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