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TI ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE
"ALESSANDRO ROSSI"
1878 VICENZA
LABORATORIO DI TECNOLOGIA
MECCANICA
CURVEAU
Alunno: OBOE Daniele
Classe: 41DM
Vicenza 24/04/2013
1. Scopo della prova
Realizzare le curve a U per un provino di acciaio MLA0 per un raffreddamento in acqua e uno in
olio.
2. Trattazione teorica
Velocità di raffreddamento
Quando un pezzo viene raffreddato, la velocità con cui questo avviene all'esterno è diversa da
quella all'interno. Il pezzo all'esterno è a contatto con il mezzo raffreddante, mentre all'interno è
presente il materiale ancora caldo. Questo viene raffreddato dall'esterno, per cui il cuore del pezzo
avrà una velocità di raffreddamento più bassa. Questo fenomeno è tanto più accentuato, quanto è
più grosso il pezzo.
La velocità di raffreddamento del pezzo, interna ed esterna, dipende anche dal mezzo raffreddante
adottato. Se il raffredìdamento è molto lento, per esempio in aria calma, le due velocità saranno
molto simili tra loro. Questo perché il flusso di energia termica ceduta dal pezzo è basso e quindi la
temperatura ha il tempo di uniformarsi. Diversamente se la velocità di raffreddamento è alta, per
esempio in acqua, l'energia termica ceduta nell'unità di tempo è molta. Questa è di più di quella che
il pezzo riesce a trasmettere al suo interno per conduzione per uniformare la temperatura. Da ciò
deriva che l'esterno del pezzo avrà una velocità di raffreddamento più alta di quella interna.
Come già detto, la velocità di raffreddamento dipende dal mezzo raffreddante utilizzato. Questo
viene espresso dall'indice di drasticità, che viene indicato con la lettera H. Tanto più è alto il
valore di H, tanto è maggiore la drasticità del raffreddamento. Qui sono riportati i mezzi
raffreddanti più usati, in ordine a partire dal più drastico:
Acqua salata (5 % di NaCl) Olio
Acqua acidulata (4 % di HS04) Sali
Acqua calda Aria in pressione
Acqua di calce Aria
Acqua e olio
Oltre al mezzo raffreddante, è molto importante anche il suo grado di agitazione. Infatti, a parità di
mezzo, se viene agitato (mescolato) il suo potere raffreddante sarà maggiore che se lascito in quiete.
Se viene lascito in quiete il fluido vicino al pezzo si riscalderà e quindi poi farà più fatica a smaltire
il calore. Se invece viene mescolato giunge in prossimità del pezzo sempre del fluido nuovo che è a
una temperatura inferiore rispetto al caso precedente.
Vale la pena osservare anche perché l'acqua salata raffredda di più dell'acqua normale. Quando il
pezzo viene gettato in acqua, solitamente per il t.t. di tempra, questa viene riscaldata localmente e
portata a ebollizione. Di conseguenza attorno al pezzo si formerà uno spesso strato di vapore, che
avendo una bassa conducibilità termica, rallenta il raffreddamento del pezzo. Una volta che il
vapore creatosi sale, l'acqua torna a contatto con il pezzo innescando nuovamente la reazione
appena descritta. L'aggiunta di sale (NaCI) nell'acqua alza la temperatura di vaporizzazione di
questa e diminuisce lo spessore dello strato di vapore che si forma. Questo aumenta la quantità di
calore asportato al pezzo nell'unità di tempo, aumentando così la drasticità del raffreddamento.
Si ricorda che la velocità di raffreddamento, e quindi il mezzo raffreddante da utilizzare, è in
funzione del t.t. da eseguire e delle strutture che si vogliono ottenere.
Oboe Daniele — Curve a U pag. 2
4. Procedimento
Per realizzare le curve a U di un pezzo, in genere un tondo, di un determinato acciaio e avente delle
dimensioni note, bisogna disporre delle curve di temprabilità Jominy di questo. Poi bisogna disporre
dei diagrammi di Garber e Wyss del mezzo raffreddante che si intende utilizzare.
In questi diagrammi compaiono 3 variabili: il diametro del pezzo, la distenza dall'estremità temprata
riferita alle curve Jominy e la distanza dalla superficie del pezzo. Tutte le distanze sono espresse in
millimetri. Per realizzare le curve a U con questi diagrammi bisogna operare nel seguente modo:
Bisogna individuare il diametro desiderato sull'asse delle ordinate e spostarsi a sinistra fino a
intersecare la prima curva tratteggiata. Queste indicano la distanza dalla superficie del pezzo a cui si
troverà il valore di durezza ottenuto. Da questo punto di intersezione si scende in modo verticale
sull'asse delle ascisse, e si legge la distanza dall'estremità temprata. La durezza ottenuta in quel
punto del pezzo è uguale a quella data dalle curve Jominy a questa distanza dall'estremità temprata.
Le misure successive si effettuano allo stesso modo, però bisogna spostarsi lungo il grafico
seguendo la curva del proprio diametro.
Noi abbiamo realizzato due curve, una per un raffreddamento in acqua e uno in olio, per due pezzi
identici.
5. Risultati ottenuti
Nel seguente grafico sono rappresentate le curve a U per un tondo di MLA0 raffreddato in acqua e
in olio. La linea blu indica il raffreddamento in acqua, mentre quella rossa in olio. La linea verde
tratteggiata indica la durezza limite sopra la quale il materiale si può definire temprato, cioè
possiede almeno il 50 % di martensite.
HRC HRC
55 55
—
50 50
i
45 io 45
40 40
10020 30 40 50 60 50 40 30 20 10
Distanza dal bordo del pezzo (mm)
Oboe Daniele — Curve a U pag. 5
6. Conclusioni
Nel grafico possiamo subito notare che con il raffreddamento ad acqua di ottiene una durezza più
elevata che con quello in olio. Questo risultato è dato dal fatto che l'acqua ha un indice di drasticità
più alto di quello dell'acqua.
La linea tratteggiata verde indica il limite di temprabilità per un acciaio con quella percentuale di
carbonio, che nel nostro caso si trova alla durezza di 43 HRC. Possiamo vedere che entrambe le
curve a U sono al di sopra di questo limite, ciò significa che il pezzo risulterà completamente
temprato con entrambi i mezzi di raffreddamento. Nel caso in cui la curva a U scenda al di sotto
della durezza limite di tempra, avremo un diametro critico maggiore di zero. Il diametro critico è
quel diametro sopra del quale il pezzo risulta temprato, e al di sotto no. Nel nostro caso il diametro
critico vale zero in quanto tutto il pezzo risulta temprato.
Quando si tempra un pezzo bisogna prestare attenzione a molte cose, per evitare di ottenere risultati
indesiderati. Se si ottiene una durezza molto elevata potrebbe risultare impossibile eseguire
lavorazioni successive come fori o filettature. Proprio per questo se si desidera eseguire una di
queste lavorazioni successivamente al t.t. di tempra, non bisogna avere una durezza molto elevata
all'interno del pezzo. Per ottenere una situazione di questo tipo, il pezzo deve essere temprato solo
esternamente lasciando il cuore del pezzo tenero. Una durezza come questa è rappresentata da una
curva a U molto accentuata, ottenibile con acciai non legati o con raffreddamenti non molto veloci.
Oltre a quanto detto bisogna valutare anche l'effetto delle tensioni interne e delle distorsioni causate
da un raffreddamento molto veloce. Con raffreddamenti veloci si ottengono durezze più elevate, ma
anche tensioni interne più alte. Quindi qui si deve trovare un compromesso, in base ai risultati che si
desidera ottenere, privilegiando sempre i raffreddamenti più lenti.
Per esempio, per le curve a U realizzate in precedenza, se non è richiesta una durezza particolare nel
cuore del pezzo si può privilegiare il raffreddamento in olio rispetto a quello in acqua. In questo
modo la durezza ottenuta all'esterno del pezzo sarà la stessa, ma si avranno delle tensioni interne
minori.
Dalle schede tecniche dell'acciaio preso in considerazione (ML40 della Valbruna), possiamo
ricavare che per questo materiale la tempra viene eseguita ad una temperatura di 830 — 860 °C in
olio. Quindi i risultati ottenuti con le curve a U non si discostano dai dati forniti dal produttore
dell'acciaio.
Nel nostro caso le curve a U hanno dato dei risultati validi, ma non è sempre così. Può capitare che
con certi materiali i risultati ottenuti siano diversi da quelli reali in modo consistente. Proprio per
questo le curve a U non sono più regolamentate dalle norme UNI e pertanto non bisogna fare troppo
affidamento su queste.
In conclusione possiamo affermare che le curve a U servono per analizzare l'andamento della
durezza all'interno di un pezzo e a identificare il raffreddamento più adeguato alle proprie esigenze.
Però bisogna prestare attenzione ai risultati ottenuti in quanto potrebbero non essere veri.
Oboe Daniele — Curve a U pag. 6