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RENE’ SPITZ (Vienna 1887- Denver 1974), Appunti di Psicologia Dinamica

RENE’ SPITZ noto per i suoi studi sulle funzioni dell’io e per avere teorizzato l’importanza delle cure materne e le conseguenze per la sopravvivenza sia mentale sia fisica delle mancanze delle cure materne. Uno dei primi autori che ha contribuito alla nascita di una psicoanalisi evolutiva rivolgendo l’interesse allo studio delle funzioni dell’Io che consentono al bambino di acquisire consapevolezza del caregiver. Da un punto di vista metodologico è il primo ad avere tentato di introdurre un metodo sperimentale dell’osservazione infantile per la costruzione di ipotesi psicodinamiche.

Tipologia: Appunti

2009/2010

Caricato il 25/03/2024

sonia-carissimi
sonia-carissimi 🇮🇹

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12 documenti

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Scarica RENE’ SPITZ (Vienna 1887- Denver 1974) e più Appunti in PDF di Psicologia Dinamica solo su Docsity! RENE’ SPITZ (Vienna 1887- Denver 1974) noto per i suoi studi sulle funzioni dell’io e per avere teorizzato l’importanza delle cure materne e le conseguenze per la sopravvivenza sia mentale sia fisica delle mancanze delle cure materne. Uno dei primi autori che ha contribuito alla nascita di una psicoanalisi evolutiva rivolgendo l’interesse allo studio delle funzioni dell’Io che consentono al bambino di acquisire consapevolezza del caregiver. Da un punto di vista metodologico è il primo ad avere tentato di introdurre un metodo sperimentale dell’osservazione infantile per la costruzione di ipotesi psicodinamiche. –Hospitalism (1940) ritardo generale osservato in bambini lasciati in orfanotrofio senza scambi di natura affettiva con adulti. Diede un notevole contributo alla comprensione del ruolo dell’ambiente, sottolineando come qualsiasi potenziale innato sia presente nel neonato, esso non possa espletarsi al di fuori di legami emotivi con un’altra persona. La madre ha il ruolo di “ravvivare” il bambino,di mediare le percezioni, azioni e conoscenze. Mentre Freud aveva sostenuto che la deprivazione costituiva uno stimolo per lo sviluppo dell’io, rendendo cruciale la svolta verso realtà, Spitz mostrò drammaticamente (da studi su orfanotrofi) come il “muro della realtà” è mortale in assenza di un legame affettivo. –Spitz condusse la prima ricerca psicoanalitica sulle relazioni oggettuali tra neonati e gli adulti che si prendono cura di loro. Numerose osservazioni dirette, film, questionari, interviste ecc. Avere un oggetto libidico è una conquista evolutiva che riflette la complesse capacità psicologica di stabilire un attaccamento selettivo, anche in assenza della persona. L’altro è importante di per se in quanti procura il legame umano essenziale all’interno del quale avviene tutto lo sviluppo psicologico. –Il neonato è sia differenziato (riflette lo stato psichico, come già detto da Hartmann, quindi indifferenziazione tra io ed es, psiche e soma, interno ed esterno, pulsione ed oggetto, io e non-io) sia non differenziato, ponendo attenzione al neonato con la mamma e non da solo. Nello stato di fusione psicologica con la madre quest’ultima rappresenta, con le sue capacità psichiche più sviluppate, l’ambiente per il bambino che è ancora vulnerabile ed impotente. La madre svolge la funzione di “io ausiliario” , mediatore dell’esperienza dl bambino, lo protegge, lo tranquillizza da un eccesso di stimoli disorganizzanti, finché il bambino sviluppa la capacità dell’io di gestire e regolare l’esperienza in modo autonomo. –Se la madre riesce a svolgere il suo ruolo di io ausiliario: il bambino sarà in grado di identificarsi con gli atteggiamenti di lei verso le pulsioni libidiche e aggressive e anche con la sua capacità di riconoscere, denominare e di fornire appropriate risposte regolatorie agli stati affettivi del bambino. Di conseguenza il bambino diverrà in gradi di riconoscere i propri stati affettivi a di utilizzarli come segnali, rispondendo con le proprie attività organizzative, regolatorie e protettive. Una riuscita internalizzazione garantisce al bambino il possesso delle fondamentali risorse per affrontare autonomamente l’affetto. La capacità di utilizzare efficacemente gli affetti, come segnali che attivano le funzioni regolatorie e organizzatrici dell’io, dipende così da una riuscita internalizzazione e compare di solito con il raggiungimento di una certa costanza dell’oggetto. –Spitz aggiunge alla sequenza psicosessuale, la strutturazione crescente delle capacità dell’io che emerge, nel primo anno di vita, all’interno di trasformazioni cruciali nella relazione con l’oggetto libidico. Le funzioni dell’io, nello sviluppo, si organizzano in quelli che Spitz individua come organizzatori della psiche. Ritmi di piacere e dispiacere , esperienze ripetute di accadimento (nutrizione, cambio, bagno ecc..) associate a soddisfazione o frustrazione cominciano a rendere il bambino consapevole dell’esterno e anche la madre viene sentita anche se non percepita. Si costituiscono in tal modo tracce mnestiche gradualmente a partire da un universo di sensazioni amorfe, che formano costellazioni significative. Solo tramite un continuo dialogo si può passare a modalità discriminative. –Gli organizzatori psichici (termine che deriva dall’embriologia e significa centro che irradia influenza): nuovi livelli di integrazione dello sviluppo emotivo. Sono indicatori comportamentali (sorriso, paura dell’estraneo ed il no), segnali di una complessità psicologica interna crescente, punti di svolta evolutivi critici. 1° organizzatore (2° mese) il sorriso indifferenziato: ad una gestalt raffigurante un volto. Questo indicatore indica la capacità di sospendere il funzionamento incondizionato del principio del piacere e costituisce un movimento in direzione del principio di realtà. La psiche è abbastanza organizzata da collegare l’affetto all’intenzionalità: la percezione del volto permette di anticipare la risposta piacevole dell’accudimento. Passaggio da percezione di uno stimolo interno ad uno stimolo esterno. Precursore del processo di pensiero indica che si sta costituendo un io rudimentale. 2° organizzatore (8° mese) la paura dell’estraneo: essendosi stabilizzato un vero e proprio oggetto libidico, l’angoscia si focalizza attorno all’angoscia della perdita dell’oggetto. Il bambino diviene così consapevole della madre nella sua integrità. Essendo l’angoscia focalizzata attorno alla perdita dell’oggetto, il bambino è ora capace di imparare e di inventare mezzi per tenere vicina la madre e con la locomozione può tenersi vicino a lei. La separatezza della madre richiede che lui impari a gestire l’angoscia. 3° organizzatore (15° mesi) comparsa del no: il bambino si identifica con l’aggressore che procura frustrazione con il suo no, nonostante sia la sua stessa sorgente libidica a dare frustrazione. E’ la prima astrazione, il primo segno di un pensiero adulto. I no della madre sono stati frustrazioni sperimentati come una proibizione, il dispiacere causa conflitto, di cui la causa è però l’oggetto libidico. Così il bambino risolve questo in modo attivo identificandosi con l’aggressore, facendo quello che fa la madre scuotendo la testa e dicendo no. Questo da
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