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Riassunti esame di Macroeconomia, libro usato nel corso del Blanchard, Sintesi del corso di Macroeconomia

Sunto completo dell'esame di macroeconomia, elaborato per favorire uno studio personale. Rif: capitolo 1 - 5 (Blanchard)

Tipologia: Sintesi del corso

2009/2010
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Caricato il 29/11/2010

volvinioefreesia8689
volvinioefreesia8689 🇮🇹

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Scarica Riassunti esame di Macroeconomia, libro usato nel corso del Blanchard e più Sintesi del corso in PDF di Macroeconomia solo su Docsity! Macroeconomia La macroeconomia studia il sistema economico nel suo complesso e le relazioni che intercorrono fra le grandezze aggregate Le principali grandezze intorno a cui ruota l’analisi macroeconomica sono: - PRODUZIONE: il livello di produzione dell’intera economia ed il suo tasso di crescita - TASSO DI DISOCCUPAZIONE: la proporzione di lavoratori nell’economia che non sono occupati e stanno cercando un lavoro - TASSO DI INFLAZIONE: il tasso al quale il presso medio dei beni nell’economia cresce nel tempo I soggetti della macroeconomia sono: - le famiglie - le imprese 1. La crisi del 2007-2008 e le prospettive economiche degli Stati Uniti  Produzione: il tasso medio di crescita è stato del 3,4% all’anno, maggiore della media dal 1960  Occupazione: il tasso medio di disoccupazione è stato del 5%, di gran lunga inferiore al tasso medio registrato dal 1960  Tasso di inflazione: il tasso medio di inflazione è stato del 2%, molto più basso del tasso medio annuo di E nel 2007-2008?  A fine 2008, il tasso di inflazione ha raggiunto il 5,6%, dopo aver oscillato tra il 2 e il 3% durante un lungo periodo  Il disavanzo commerciale, vale a dire la differenza tra importazioni ed esportazioni, è costantemente aumentato: da un valore pari all’1% del Pil nel 1990 è passato a un valore pari al 6% del Pil nel 2006 2. I paesi dell’euro Le performance economiche del gruppo composto dai cinque maggiori paesi dell’Unione Europea (Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito) è stata meno soddisfacente della performance degli Stati Uniti nello stesso periodo: dal 1996 al 2006, la crescita media annua della produzione nell’Unione Europea è stata solo del 2,0%, cioè inferiore dell’1,4% rispetto al valore medio per gli Stati Uniti nello stesso periodo; la bassa crescita della produzione è stata accompagnata da una disoccupazione persistente ed elevata; l’unica notizia positiva riguarda l’inflazione. In questi paesi l’inflazione annua è stata in media di 1,8 punti percentuali più bassa rispetto al 5,4% medio registrato nel periodo 1970-2006. I macroeconomisti europei si preoccupano di tre grandi problemi:  la crescita del reddito pro-capite;  l’elevata disoccupazione;  l’introduzione della moneta unica. Perché il reddito pro capite in Europa è diminuito relativamente agli Stati Uniti? Il reddito pro capite può essere decomposto come segue: Questa decomposizione può aiutarci a capire che ci possono essere tre ragioni: 1. perché poche persone lavorano; 2. perché chi lavora, lavora poco (cioè poche ore); 3. infine perché chi lavora, quando lavora, produce poco. Come ridurre la disoccupazione europea? Non c’è pieno accordo sulle cause dell’elevata disoccupazione europea. Le cause sono: 1. Rigidità del mercato del lavoro: a. livello troppo elevato di sussidi di disoccupazione b. salario minino troppo elevato c. eccessiva protezione del lavoratore Soluzione: rimuovere tali rigidità del mercato del lavoro, per rendere il mercato del lavoro europeo più simile a quello statunitense. 2. Difficili relazioni istituzionali con la forza lavoro, politiche macroeconomiche inadeguate, elevati tassi di interesse negli anni ’80 e ’90. Soluzione: migliori relazioni istituzionali con la forza lavoro e appropriate politiche macroeconomiche volte a ridurre la disoccupazione ( stimolando la crescita, la liberalizzazione, ricerca e innovazione) 3. Altri economisti offrono una soluzione intermedia: riforma delle istituzioni del mercato del lavoro con appropriate politiche macroeconomiche. Che cosa farà l’euro all’Europa? Benefici: - enorme importanza simbolica - rimozione di ostacoli al commercio tra i paesi europei - creazione di un grande potere economico Alcune utili definizioni PIL nominale = PIL a prezzi correnti o a valori PIL reale = PIL a prezzi costanti, PIL in termini di beni, PIL aggiustato per l’inflazione, PIL ai prezzi dell’anno base Crescita del Pil nell’anno t = tasso di crescita (N.B. L’aumento del tasso di crescita è l’aumento del valore di questa espressione) •Espansioni: periodi di crescita positiva del PIL • Recessioni: periodi di crescita negativa del PIL (per almeno due trimestri consecutivi) Che cosa ci dice il PIL? - Misura sintetica della ricchezza e quindi del benessere di un paese PIL pro-capite = PIL/popolazione - Attenzione: 1. Alcuni beni e servizi non rientrano nel PIL perché non transitano sul mercato (casalinga, beni pubblici, ambiente, salute) 2. Economia sommersa 3. Il benessere dipende anche dalla qualità PIL potenziale Il PIL potenziale è il livello di PIL massimo raggiungibile stabilmente da un sistema economico Poiché un PIL sopra il livello potenziale (quindi con un utilizzo di risorse superiore al massimo sostenibile) tende a generare inflazione per un eccesso di domanda rispetto all'offerta, generalmente il prodotto potenziale è definito come il PIL sostenibile senza dar luogo a pressioni inflazionistiche Le altre due grandezze importanti: 1. Il tasso di disoccupazione 2. Il tasso di inflazione IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE Forza-lavoro: somma degli occupati e dei disoccupati in cerca di lavoro FL= occupati + disoccupati FL = N + U Occupato: persona che ha un lavoro al momento dell’intervista ( censimento) Disoccupato: persona che non ha lavoro, è in cerca di occupazione, è immediatamente disponibile a lavorare Fuori dalla forza lavoro o Inattivo: persona che non ha lavoro e non è in cerca di lavoro, o non è immediatamente disponibile a lavorare (gli studenti, i pensionati, i bambini, le casalinghe, ecc. sono considerati inattivi) Lavoratori scoraggiati: in presenza di elevata disoccupazione alcuni lavoratori senza occupazione smettono di cercare ed escono dalla forza lavoro Tasso di partecipazione (tasso di attività): rapporto tra la forza lavoro e il totale della popolazione in età lavorativa FL / POP. Tasso di disoccupazione: rapporto tra il numero di disoccupati e la forza lavoro disoccupati / forza-lavoro Come calcolare il tasso di disoccupazione Il tasso di disoccupazione si basa su indagini sulle famiglie. in Europa questa indagine è chiamata : “Labour Force Survey” ed è basata su interviste a un campione rappresentativo di individui. Perché la disoccupazione è un tema importante per il macroeconomista? Gli economisti si interessano della disoccupazione per due ragioni: 1. Per i suoi effetti negativi sul benessere delle persone disoccupate (povertà, psicologici) 2. È un segnale che l’economia non sta usando tutte le sue risorse in maniera efficiente IL TASSO DI INFLAZIONE Inflazione: aumento del livello generale dei prezzi Tasso di Inflazione: è il tasso a cui il livello dei prezzi aumenta nel tempo Deflazione: è una riduzione del livello generale dei prezzi (è un fenomeno raro e corrisponde a un tasso di inflazione negativo, es.: Giappone fine anni ’90) Misure del livello medio dei prezzi 1. Deflatore del PIL (si ottiene distinguendo il PIL nominale dal PIL reale) 2. Indice dei prezzi al consumo (IPC) (CPI = Consumer Price Index) La loro variazione esprime il tasso di inflazione 1. DEFLATORE DEL PIL permette di calcolare il prezzo medio dei beni finali prodotti in un’economia. E’ dato dal rapporto fra il PIL nominale ed il PIL reale Il deflatore del PIL è un numero indice: il suo livello viene scelto arbitrariamente. Il tasso di variazione del deflatore del PIL rappresenta il tasso di inflazione. - se il Pil nominale aumenta ma quello reale rimane costante, allora la variazione del Pil nominale è dovuta solo all’aumento dei prezzi - nell’anno-base Pil nominale = Pil reale e quindi deflatore = 1. - il suo valore non ha un immediato significato economico, ma il suo tasso di variazione sì - Il tasso di variazione del deflatore del PIL reppresenta il tasso di inflazione πt SPESA IN BENI E SERVIZI DA PARTE DEI RESIDENTI Questa equazione è un’identità che definisce Z come la somma di consumo, investimento, spesa pubblica ed esportazioni al netto delle importazioni. Per determinare Z, si introducono alcune semplificazioni. IPOTESI SEMPLIFICATRICI 1. Le imprese producono uno stesso bene che può essere usato come bene di consumo, bene di investimento e come spesa pubblica. 2. Le imprese forniscono qualsiasi quantità di tale bene a un dato prezzo, P. Questa ipotesi è valida solo nel breve periodo. 3. L’economia è chiusa: non avvengono scambi con il resto del mondo. Esportazioni e importazioni sono uguali a zero. 4. INVESTIMENTO IN SCORTE è uguale a zero REDDITO DISPONIBILE Il reddito disponibile è definito come: dove Y è il reddito aggregato e T rappresenta le tasse al netto dei trasferimenti. CONSUMO Il reddito disponibile, (Y d ), è il fattore principale da cui dipendono le decisioni di consumo. La relazione tra il consumo e il reddito disponibile può essere espressa come: È possibile assumere che la forma funzionale della relazione tra il consumo e il reddito disponibile sia lineare: Il parametro c 0 rappresenta il livello di consumo quando il reddito disponibile è zero. Il parametro c 1 è la propensione marginale al consumo. Due restrizioni naturali sulla propensione al consumo: - c1 > 0. Un aumento del reddito disponibile genera un aumento del consumo - c1 < 1. Un aumento del reddito disponibile genera un aumento meno che proporzionale del consumo. I consumatori consumano solo una parte dell’aumento del loro reddito disponibile. INVESTIMENTO (I) Nei modelli economici troviamo due tipi di variabili:  variabili esogene: prese come date  variabili endogene: spiegate all’interno del modello Inizialmente, l’investimento verrà considerato come una variabile esogena. Questa ipotesi semplificatrice verrà eliminata successivamente. Quando l’investimento è preso come dato si ha: SPESA PUBBLICA (G) Insieme alle imposte, T, la spesa pubblica, G, descrive la politica fiscale del governo – le scelte del governo circa le entrate e le uscite del settore pubblico. La spesa pubblica è una variabile esogena. Come per l’investimento, si considera T e G come esogene. Motivazioni: - il governo non presenta regolarità di comportamento come i consumatori e le imprese, non esiste un’unica funzione per G e T; - i macroeconomisti hanno come compito quello di consigliare il governo circa decisioni di spesa e di gettito. La determinazione della produzione in equilibrio In economia chiusa, la domanda di beni può essere espressa come somma di consumo, investimento e spesa pubblica: Sostituendo C e I come le loro equazioni, si ottiene N.B. Assumiamo che non ci siano scorte nell’economia In assenza di investimenti in scorte, l’equilibrio sul mercato dei beni richiede che la produzione (Y) sia uguale alla domanda (Z): In equilibrio, la produzione, Y, è uguale alla domanda. A sua volta, la domanda dipende dal reddito, Y, che è uguale alla produzione, quindi: N.B. Definizione di Pil sia dal lato della produzione, sia dal lato del reddito. I macroeconomisti seguono generalmente tre passi nella ricerca: 1. l’algebra assicura la coerenza logica del modello; 2. i grafici danno l’intuizione; 3. le parole spiegano i risultati. L’equazione di equilibrio può essere riscritta come: Riordinando i termini: ⇒ spesa autonoma ⇒ moltiplicatore Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni Il risparmio è la somma di risparmio privato e risparmio pubblico. 1. Per definizione, il risparmio privato, cioè il risparmio (S) dei consumatori è uguale al loro reddito disponibile al netto dei consumi: quindi 1. Per definizione, il risparmio pubblico è uguale alle imposte (al netto dei trasferimenti) meno la spesa pubblica, T-G. Se T>G, il governo ha un avanzo di bilancio; se T<G, il governo ha un disavanzo di bilancio. La produzione deve essere uguale alla domanda: Sottraendo le imposte a entrambi i lati e spostando il consumo a sinistra, si ottiene: Il lato sinistro è semplicemente uguale al risparmio (S), per cui: o anche L’equazione ci suggerisce un altro modo di guardare al mercato dei beni: per esserci equilibrio, l’investimento deve essere uguale al risparmio, cioè la somma di risparmio privato e pubblico. Questo modo di definire l’economia spiega perché la condizione di equilibrio del mercato dei beni è chiamata curva IS, che sta per “Investimento = Risparmio (Saving)”: quanto le imprese vogliono investire deve essere uguale a quanto i consumatori e il governo vogliono risparmiare. Le decisioni di consumo e di risparmio sono in realtà due facce della stessa medaglia. L’equazione di comportamento del consumo specificata in precedenza comporta che il risparmio privato sia dato da: Riordinando i termini otteniamo: Se c1 è la propensione al consumo, (1-c1) è la propensione al risparmio: quanto viene risparmiato di un incremento unitario di reddito. In equilibrio, l’investimento deve essere pari al risparmio aggregato: Risolvendo per la produzione, otteniamo nuovamente: Il governo è davvero onnipotente? Un avvertimento - Cambiare la spesa pubblica o le imposte potrebbe essere tutt’altro che facile; - Le risposte di consumo, investimento e importazioni sono davvero difficili da valutare con certezza; - Le aspettative contano; - Mantenere il livello di produzione desiderato potrebbe causare spiacevoli effetti collaterali; - Ridurre le imposte o aumentare la spesa pubblica potrebbe generare grossi disavanzi di bilancio e portare all’accumulazione del debito pubblico. Capitolo 4: “ I mercati finanziari” Concetti generali: Reddito: ciò che ricaviamo dal lavoro + rendite di vario tipo ( dividendi, affitti, interessi) - è un flusso (espresso per unità di tempo) Ricchezza: valore di attività finanziarie al netto delle passività finanziarie - è uno stock ( si misura in un dato istante) Moneta: è un’attività finanziaria che serve a comprare beni. è caratterizzata dal massimo grado di liquidità. La domanda di moneta La moneta può essere usata per transazioni, ma non paga interessi. In realtà ci sono due tipi di moneta: 1. il circolante, la moneta metallica e cartacea, 2. i depositi bancari, a fronte dei quali è possibile emettere assegni. I titoli pagano un interesse positivo, i , ma non possono essere usati per le transazioni. La decisione di detenere sia moneta sia titoli dipende da:  il livello delle transazioni;  il tasso d’interesse sui titoli. Derivazione della domanda di moneta. La relazione tra domanda di moneta, reddito nominale e tasso di interesse è data da: Dove €Y indica il reddito nominale. Questa equazione ci dice che la domanda di moneta Md è uguale al reddito nominale €Y moltiplicato per una funzione del tasso di interesse i, indicata con L(i). 1. La domanda di moneta aumenta proporzionalmente al reddito nominale. 2. La domanda di moneta dipende negativamente dal tasso di interesse. La domanda di moneta. Per un dato livello di reddito nominale la domanda di moneta è una funzione decrescente del tasso di interesse. Per un dato tasso di interesse, un aumento del reddito nominale fa spostare la domanda di moneta verso destra. Il mercato dei titoli Sul mercato dei titoli si determina il prezzo dei titoli e da questo il tasso di interesse Esempio: Titolo annuale Prezzo oggi: €P T Rimborso alla scadenza: 100 € Qual è il tasso di interesse che questo titolo ci assicura? Quanto più elevato è il prezzo del titolo, tanto minore sarà il tasso di interesse pagato dal titolo stesso. Conoscendo il tasso di interesse si può risalire al prezzo del titolo manipolando la formula precedente: Il prezzo del titolo oggi è uguale al rimborso finale – ottenuto dalla vendita del titolo diviso per (1+i). Se il tasso di interesse è positivo, il prezzo del titolo è inferiore al valore di rimborso. 1. Il tasso di interesse è determinato dall’uguaglianza tra offerta e domanda di moneta; 2. Variando l’offerta di moneta, la Banca Centrale può influenzare il tasso di interesse; 3. La Banca Centrale cambia l’offerta di moneta tramite operazioni di mercato aperto (acquisti o vendite di titoli contro moneta); 4. Tali operazioni fanno variare il prezzo dei titoli e quindi il tasso di interesse. Il ruolo delle banche Gli intermediari finanziari sono istituzioni che ricevono fondi dagli individui e dalle imprese e li usano per accordare prestiti e acquistare titoli. Le banche ricevono fondi da individui e imprese che li depositano direttamente o ve li fanno depositare attraverso bonifici o assegni bancari. Bilancio della Banca Centrale Bilancio delle banche Attività Passività Titoli Moneta della Banca Centrale = Riserve + circolante Attività Passività Riserve Prestiti Titoli Depositi in conto corrente Le banche tengono parte dei fondi ricevuti sotto forma di riserve. Perché le banche tengono riserve di moneta? 1. Ogni giorno, alcuni correntisti prelevano dai loro conti correnti e altri versano nei loro conti correnti; allo stesso modo emettono assegni a correntisti di altre banche e viceversa. 2. per far fronte a eventuali richieste di prevalenza di contanti in eccesso rispetto a nuovi versamenti 3. in seguito alle emissioni di assegni esistono debiti e crediti tra le banche che non necessariamente si compensano nello stesso giorno 4. esiste anche un obbligo di legge: le banche devono detenere una certa quantità di depositi sotto forma di riserva obbligatoria Offerta e domanda di moneta emessa dalla banca centrale 1. La domanda di moneta emessa dalla banca centrale è uguale alla domanda di circolante da parte degli individui più la domanda di riserve da parte delle banche. 2. L’offerta di moneta emessa dalla banca centrale è sotto il controllo diretto della banca centrale. 3. Il tasso di interesse di equilibrio è tale per cui domanda e offerta di moneta emessa dalla banca centrale sono uguali. La domanda di moneta Quando gli individui possono tenere sia circolante sia depositi, la domanda di moneta implica due decisioni. 1. gli individui devono decidere quanta moneta tenere; 2. gli individui devono decidere quanta di questa moneta tenere sotto forma di circolante e quanta in depositi. Perciò la domanda totale di moneta è data da: Circolante. meglio per piccole transizioni Depositi: gli assegni sono più comodi per grandi transazioni Assumiamo semplicemente che gli individui tengano una proporzione fissa della loro moneta in circolante, pari a c, e una proporzione fissa in depositi, pari a (1-c). Offerta di moneta, domanda di moneta e moltiplicatore della moneta Offerta di moneta Domanda di moneta L’offerta aggregata di moneta è uguale alla moneta emessa dalla banca centrale moltiplicata per il moltiplicatore della moneta, pari a: La quantità di moneta emessa dalla banca centrale, H, è chiamata moneta ad alto potenziale, o base monetaria. Capitolo 5 : “ I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS - LM” Il mercato dei beni e la curva IS L’equilibrio sul mercato dei beni attraverso la condizione di uguaglianza tra produzione, Y, e domanda, Z, è definito dalla relazione IS. Assumendo che il consumo sia funzione del reddito disponibile e considerando investimento, spesa pubblica, e imposte, si ha che la condizione di equilibrio è data da: Abbandoniamo ora l’ipotesi che l’investimento sia esogeno Investimento, vendite e tasso di interesse L’investimento era considerato costante per semplicità. In realtà, l’investimento dipende principalmente da due fattori: 1. il livello delle vendite: Vendite ↑ ⇒ investimenti ↑; 2. il tasso di interesse: Tasso di interesse ↑ ⇒ investimenti ↓. L’equilibrio sul mercato dei beni e curva IS La condizione di equilibrio sul mercato dei beni diventa: 1. un ↑ della produzione fa ↑ il reddito e quindi il reddito disponibile 2. un ↑ della produzione fa ↑ l’investimento In sintesi, un aumento della produzione fa aumentare la domanda di beni: questa relazione tra domanda e produzione è rappresentata dalla curva ZZ, positivamente inclinata. Come si determina la produzione La curva ZZ ha due caratteristiche: 1. non avendo assunto che le equazioni del consumo e investimento siano lineari, la ZZ sarà una curva e non una retta. 2. avendo assunto che un aumento della produzione conduca a un incremento meno che proporzionale della domanda, la ZZ sarà più piatta della retta a 45°. Fig. 5.1. Equilibrio sul mercato dei beni. La domanda di beni è una funzione crescente della produzione. L’equilibrio richiede che la domanda sia uguale alla produzione. Spostamenti della curva IS Effetti di un aumento del tasso di interesse Tasso di interesse ↑ ⇒ Investimenti ↓ ⇒ Domanda di beni ↓ ⇒ Produzione ↓ (attraverso il moltiplicatore) La curva IS esprime il livello di produzione di equilibrio in funzione del tasso di interesse. L’equilibrio nel mercato dei beni richiede che la produzione sia una funzione decrescente del tasso di interesse. Tale equazione stabilisce una relazione tra moneta, reddito nominale e tasso di interesse. Determinazione della curva LM Dividendo entrambi i lati per il livello dei prezzi, P, si ottiene: In tal modo, la condizione di equilibrio è data dall’uguaglianza tra offerta reale di moneta – cioè lo stock di moneta in termini di beni e non di euro – e domanda reale di moneta, che a sua volta dipende dal reddito reale Y e dal tasso di interesse i. Tale equazione identifica la curva LM. NB: Espressa in termini di reddito reale, Y, e non nominale, €Y. Effetti di un aumento del reddito sul tasso di interesse Reddito↑ ⇒ Domanda di moneta ↑ (a parità di tasso di interesse) ⇒ Data l’offerta di moneta, il tasso di interesse ↑ La curva LM esprime la combinazione di equilibrio di produzione e tasso di interesse. L’equilibrio nel mercato della moneta richiede che il tasso di interesse sia una funzione crescente della produzione Spostamenti della curva LM Offerta di moneta ↑ (per ogni dato Y) ⇒ tasso di interesse ↓ ⇒ la curva LM si sposta verso il basso Un aumento dell’offerta di moneta (o una diminuzione di P), per dato livello di produzione, necessita di una riduzione del tasso di interesse per ristabilire l’equilibrio sul mercato finanziario. Spostamenti della curva LM. Un aumento dell’offerta di moneta fa spostare la curva LM verso il basso. L’equilibrio nei mercati finanziari fa sì che, per una data offerta reale di moneta, un aumento del livello di reddito, che fa aumentare la domanda di moneta, porti a un aumento del tasso di interesse. Questa relazione è rappresentata dalla curva crescente LM. Un aumento dello stock di moneta sposta la LM verso il basso; viceversa, una riduzione dello stock di moneta sposta la LM verso l’alto. Il modello IS-LM: equilibrio Ogni punto della curva IS corrisponde all’equilibrio sul mercato dei beni. Curva IS: Ogni punto della curva LM corrisponde all’equilibrio sui mercati finanziari. Curva LM: Il modello IS-LM. L’equilibrio sul mercato dei beni richiede che un aumento del tasso di interesse sia accompagnato da una riduzione della produzione. Questo è rappresentato dalla curva IS. L’equilibrio sui mercati finanziari richiede che un aumento della produzione sia accompagnato da un aumento del tasso di interesse. Questo è rappresentato dalla curva LM. Solo nel punto A, che è su entrambe le curve, entrambi i mercati – dei beni e finanziari – sono in equilibrio. POLITICA MONETARIA Si consideri una riduzione del disavanzo di bilancio attraverso un aumento delle imposte, mantenendo invariata la spesa pubblica. Una politica di questo tipo è chiamata stretta o contrazione fiscale. Riduzione di (G-T) ⇒ stretta fiscale Aumento di (G-T) ⇒ espansione fiscale Effetti di un aumento delle imposte IS: Imposte ↑ ⇒ Consumo ↓ ⇒ Domanda di beni ↓ ⇒ Produzione ↓ (attraverso il moltiplicatore) ⇒ La curva IS si sposta verso sinistra. ⇒ LM: ⇒ La curva LM non varia ⇒ ⇒ Un mix di politica economica La combinazione di politica monetaria e politica fiscale prende il nome di mix di politica economica. A volte, il giusto mix richiede cha la politica fiscale e la politica monetaria vadano nella stessa direzione. A volte, il giusto mix richiede che politica fiscale e la politica monetaria vadano in direzione opposte. Il modello IS-LM in formule Per derivare esplicitamente la curva IS: Bisogna esplicitare una forma funzionale per il consumo: E per l’investimento: Per ricavare la curva IS, bisogna sostituire la funzione del consumo e dell’investimento, così si ottiene: Risolvendo l’equazione per Y, è possibile ricavare il livello di equilibrio della produzione come funzione del tasso di interesse: Mentre, per la rappresentazione grafica, conviene riscrivere la curva come: La posizione della curva IS è determinata dall’intercetta, ovvero dal livello della componente autonoma. Questo significa che variazioni della componente autonoma determinano gli spostamenti della curva IS. Algebricamente, per un dato tasso di interesse i, una variazione ΔA nella spesa autonoma fa crescere la produzione di: Spostamenti della curva IS. Un aumento della spesa autonoma di ΔA sposta la curva IS orizzontalmente verso destra. L’inclinazione della curva IS dipende dalla misura in cui la produzione di equilibrio varia al variare del tasso di interesse. A parità di A, una variazione del tasso di interesse di Δi, fa variare il reddito di: Movimenti lungo la curva IS. La curva IS è poco inclinata se, a seguito di una piccola variazione del tasso di interesse, la produzione deve variare di molto per riportare in equilibrio il mercato dei beni. Tanto più la IS è piatta, tanto più la produzione dovrà variare per riportare in equilibrio il mercato dei beni per una data variazione di i. Tanto più la LM è piatta, tanto meno il tasso d’interesse dovrà variare per riportare in equilibrio il mercato monetario per una data variazione di Y. L’equilibrio IS-LM si determina calcolando algebricamente i valori di Y e i, risolvendo per entrambe le equazioni: E ricavare il valore di equilibrio della produzione: E il valore di equilibrio del tasso di interesse: Il moltiplicatore della politica fiscale sarà dato dalla seguente formula: Il moltiplicatore della politica monetaria, infine, sarà: AY 1 MPE = TTT; A-c-d)+d, 1 1 2 f MPM = 25 = £. (1-c,-d,)?+ fi d,
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