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Riassunto del libro Rapporto sulla popolazione. L'Italia e le sfide della demografia, Sintesi del corso di Demografia

Riassunto sintetico del libro Rapporto sulla popolazione. L'Italia e le sfide della demografia. Corso di Demografia, lauree Geografia / Statistica, Università degli Studi di Bologna

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 14/02/2023

paskovich888
paskovich888 🇮🇹

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Scarica Riassunto del libro Rapporto sulla popolazione. L'Italia e le sfide della demografia e più Sintesi del corso in PDF di Demografia solo su Docsity! Riassunto di RAPPORTO SULLA POPOLAZIONE. L’ITALIA E LE SFIDE DELLA DEMOGRAFIA, Il Mulino (2021) Corso di Demografia, Università di Bologna, Lauree in Geografia / Statistica In Italia si rilevando tendenze eccezionali, estreme in confronto a internazionali. Caratteristiche estreme: - Struttura invecchiata per età - Bassa fecondità - Lunga transizione giovane -> adulto - Forti legami familiari - Lunga durata di vita - Veloce crescita della popolazione straniera. Tendenze di base Soglia 60 milioni inizio 2014. Flussi considerati tra ogni capodanno: - Nati -> componente più direttamente connessa con l’eccezionalismo italiano 1995 lowest-low fertility (1,19 figli/donna) 2010 (1,46) 2019 (1,18) Tendenze consolidate 2000-2020:  Nascite a età elevate (2000, 30,4 anni donna/parto, 2007 32,7, madri ultraquarantenni triplicate – 2019 7,5%)  Inversione differenziali territoriali storici -> Nord supera Centro-sud per fecondità  Ruolo stranieri nella fecondità (stabile 15% con entrambi genitori stranieri) - Morti -> tendenza progressiva in aumento (legata ad aumento peso popolazione anziana). 600.000 morti/anno come nel 1945 (ma altre condizioni vita). 2019 e 2020 saldo naturale negativo record (- 214.000, -342.000 unità) - Immigrati (iscritti all’estero) - Emigrati (cancellati per l’estero) -> saldo migratorio record, record storico 2007 (+436.000 unità, opposto al 1913 -440.000 unità). 1 gen 2020 popolazione stranierà è 8,8% (di cui 10% irregolare) Demografia lenta/veloce Slow-demography -> Metafora orologio di Sauvy lento muoversi, impercettibile ma pesante (invecchiamento popolazione dovuto a bassa fecondità e alta longevità). Global ageing diffuso a livello mondiale. 2000 -> 2020 (degiovanimento): - Gruppo più numeroso: trentacinquenni -> cinquantacinquenni - Eta medià: 41,4 anni -> 45,7 anni - Ultrasessantacinquenni: 18% -> 23% - Minorenni: 18% -> 16% Fast demography: soprattutto grazie a migrazioni. Calcolare tasso turnover, in cui ammontare flussi è rapportato a popolazione complessiva (peso flussi migratori su totale flussi). Passaggio da slow a fast -> decide anche la politica (es. regolarizzazione rumeni/bulgari UE) Tasso turnover: misura livello totale di flussi in entrata/uscita, calcolato come rapporto tra somma flussi (nati, morti, immigrati, emigrati) e popolazione media nel periodo. Ha tipicamente stessa scala dei flussi, espresso in per mille). Quota relativa a movimenti migratori su turnover -> rapporto percentuale tra somma dei flussi migratori (immigrati/emigrati) e totale dei flussi in entrata/uscita). Rapporto vicino a zero = popolazione in cui il cambiamento è determinato quasi esclusivamente da immigrati/emigrati. Disuguaglianze e demografia - Livello istruzione Conclusione laurea -> appannaggio liceali, settentrionali. Istruzione è sia obiettivo delle famiglie, sia variabile che determina comportamenti individuali (inclusi quelli demografici). - Generazione appartenenza -> Italia manca di politiche welfare giovanili -> giovani vulnerabili, scoraggiati in ricerca lavoro. - Luogo nascita -> territorio italiano eterogeneo, distanza da infrastrutture. Es. SNAI (strategia nazionale aree interne) per contrastare spopolamento - Processo invecchiamento popolazione -> ripercussioni su sistema socio-sanitario, ma con stato di salute che migliora - Legame demografia/politica UE -> necessaria solidarietà tra generazioni. Green Paper: investire su istruzione diverse generazioni life long learning -> Istruzione riguarda tutte dinamiche demografiche. investire su salute, contro disabilità favorendo healthy ageing. Base italiana: forti contatti intergenerazionali (benessere psicofisico, contenimento welfare). Politica deve fare di più (es. asili nido -> aumento lavoro femminile) (es. migrazione come fenomeno strutturale da regolare) (es. incentivi rientro cervelli fuggiti). 1. COMPONENTI DELLE DINAMICHE DEMOGRAFICHE ITALIANE FECONDIT À Italia vive oggi trappola demografica (originata nei 70’, culminata 90’ e 2010) -> Andamento altalenante Baby boom 1950-1964, Baby bust (1970-1995), Modesta ripresa ripresina (1996-2008), Nuovo declino (2009-2013), Tempo dell’incertezza (2014-oggi) dovuto a incertezze globalizzazione e slittamento tappe generazionali. Trend di aumento e calo legati al Centro-Nord, mentre Sud rimane stabile. Cambiamento dei comportamenti riproduttivi nelle diverse età fertili -> curve sempre più spostate verso destra (rinvio maternità), con altezze diverse raggiunte dalle diverse generazioni. Particolare distacco tra nascita di secondogeniti e terzogeniti (rara). 2019 maternità: 1% under 20, 30% 20-30, 60% 30-40, 9% over 40. Motivi slittamento: incertezza lavorativa. Spinta natalità donne straniere dal 1995, ma negli ultimi anni si è attenuata: 2009 1,98 contro 1,18 è meno del 2002 2,83 contro 1,21. Anche straniere iniziano a condividere trend italiano -> aumento età media parto. Numero di figli nati da stranieri diminuisce, ma aumenta la proporzione rispetto al totale (2002-03 6%, 2012-2019 15%). Nati con cittadinanza straniera: valore assestato al 20% Nord, 17% Centro, 5% Sud (unico in crescita lieve). Trend Europei: - Anni 80 -> natalità si riduce in tutta Europa. Schema: Famiglie con PR età 25-54 che dichiarano risorse economiche scarse insufficienti -> crescita 2000 - > 2009; diminuzione -> 2018, ma resta lontana da livelli 2000. Famiglie meno tradizionali sono in posizione più critica, seguite da chi vive solo. Famiglie non tradizionali e persone sole hanno probabilità più alta di dichiarare risorse scarse/insufficienti. Struttura familiare mantengono effetto diretto, ma sono molto rilevanti soprattutto istruzione e livelli occupazionali dei membri per stabilire la vulnerabilità economica. Nell’analisi di famiglie con figli e diversi livelli di reddito -> non avere figli comporta una riduzione del rischio di dichiarare risorse scarse/insufficienti, a parità di altre condizioni. Doppio reddito = minore vulnerabilità economica -> continuità lavorativa di entrambi è essenziale, insieme a politiche di conciliazione familiare. Famiglie monoreddito -> è spesso donna a rinunciare a lavoro, modello male breadwinner ostacola doppio reddito. Ciò ha conseguenze anche su livelli pensionistici femminili. Istruzione femminile è fattore di protezione dal rischio di deprivazione economica. Trend odierno fa pensare che in futuro ci sarà alta incidenza di coppie con entrambi alta istruzione o donna più istruita dell’uomo. Altra famiglia a rischio deprivazione economica -> monogenitore. Aumento separazioni, ciò influisce su disuguaglianze sociali per figli (anche se livelli sono inferiori alla media europea). Democratizzazione dei divorzi: non più appannaggio di fasce istruite, ma diffusione tra gruppi più fragili. Modello standard: madre sola, unico reddito, figlio dipendente, trappola occupazionale Politiche per la famiglia -> misure che aumentano risorse dei nuclei familiari con figli a carico, favoriscono sviluppo bambino, rimuovono ostacoli ad avere figli e a conciliare vita lavorativa-familiare, promuovono pari opportunità nell’occupazione -> necessario quadro di lungo termine, su aspetti di vita trasversali (es. istruzione, formazione, trasporti, salute, fisco, occupazione). Al contrario in Italia per lungo tempo ci sono state politiche familiari deboli; si è affidata a welfare familista -> oneri di protezione dei membri vulnerabili ricadono sulle famiglie stesse (legami familiari di sangue) 2020, Family Act -> riforma strutturale per nuove generazioni, avvicinamento a Europa. Sistema di detrazioni e assegni precedente non era efficace che escludeva alcune categorie -> si introduce assegno unico e universale per tutti i bambini, indipendentemente da genitori. Figlio non è più costo privato, ma risorsa collettiva. Inoltre misure di parità di genere (occupazione femminile, servizi infanzia, congedo parentale padre). 2016, Bonus Asilo Nido -> differenze negli asili nido tra nord (europeo) e sud, con meno servizi sul territorio. 2016, Legge Cirinnà -> unione civile omosessuale, non matrimoniale (no obbligo fedeltà reciproca, no adozione figlio partner). Opinione pubblica ancora reticente su genitorialità gay. Vantaggi: diritti, psicologici, percezione pubblica. Convivenza non matrimoniale. 2012/13, Riforma diritto di famiglia -> non esistono più figli legittimi (nati dentro unione coniugale) e naturali (nati fuori), ma solo figli: in caso di separazione entrambi i genitori provvedono al mantenimento. 2016, Legge Cirinnà -> convivenza di fatto: rapporto affettivo stabile e duratura tra due adulti, caratterizzato da comunanza di vita materiale, economica e spirituale -> diritto di visita, assistenza, accesso informazioni personale per ricovero, assistenza penitenziaria, subentro in affitto del convivente. Ma non sussistono: diritto al mantenimento, eredità, pensione reversibilità. 3. MIGRAZIONI INTERNAZIONALI E POPOLAZIONI IMMIGRATE Lacune di sistema propagandistico legato a breve termine: - Elevati livelli di severità con gestione inefficiente dei flussi d’ingresso - Lascia zone grigie nella tutela dei diritti fondamentali degli stranieri - Lascia in secondo piano esigenza di politiche per inclusione stranieri residenti (es. cittadinanza) Evoluzione contingente straniero in Italia è esempio di demografia veloce. Italia 2° paese dopo Germania per quota stranieri residenti in UE (15%), 8,8% popolazione italiana. Saldo migratorio resta positivo, ma aumentano le cancellazioni per ritorno in patria. Nascite si mantengono dal 2007 sopra 60.000/anno, diminuito come valore generale nel 2011-12, ma restano il 15% del totale. Permessi di soggiorno: 46% tempo determinato, 29% lavoro, 16% asilo -> aumentano gli ingressi per famiglia / asilo Stime su irregolari, sono comunque meno che all’inizio anni 90, <10% dei presenti. 2014-19 -> aumento irregolari per sbarchi e mancate concessioni asilo. Dal 2011 caos in Libia e Siria e aumento della rotta migratoria Africa-Europa. 2015-2019: >1,7 mln arrivi in Europa meridionale con >4,5 mln richieste asilo nello stesso periodo in EU27. 9,7% del totale in Italia, terzo posto dopoGermanie e Francia. Numeri sbarchi: 1000 mensili 2018-020; 7000 mensili a luglio 2018. Record ottobre 2016 27.000 sbarchi. Richieste d’asilo non derivano solo da sbarchi: nel 2017 c’erano 107 richieste asilo ogni 100 sbarchi, 2019 380 richieste ogni 100 sbarchi. Rotte: - Mare - Balcani - Frontiera aeroportuale - Rientri regolamentod i Dublino - Accordi di resettlement 2019: 2100 ingressi totali 2020: via terra > via mare con 9300 unità. Esiti domande d’asilo -> dal 2015 dinieghi superano positivi. Record nel 2019 dopo Decreto sicurezza (solo 19% positivi). Spesso per irreperibilità del richiedente nel momento dell’audizione Acquisizione della cittadinanza -> indicatore d’integrazione e stabilizzazione, presente come indicatore fondamentale d’integrazione per EUROSTAT, ma risente delle singole legislazioni (partenza/arrivo). Effetti da considerare: del periodo e di coorte (flussi precedenti). Ultima modifica in Italia è Legge 91/1992 risponde solo in parte a esigente di immigrazione: - Residenza : modalità più frequente, necessari 10 anni, 5 per rifiugiati, 4 per comunitari. 42% del totale nel 2019. - Matrimonio : modalità prevalente nel passato, ora rilevante solo per donne (22% procedimenti femminili nel 2019). Concessa a straniero o apolide se coniugato con italiano e residente legalmente da almeno 2 anni dopo celebrazione, 3 se residenti all’estero. Figli naturali o adottati: termini ridotti della metà. - Trasmissione da genitori : figli minori acquistano cittadinanza quando viene acquisita dai genitori, se conviventi. 2019: 37.000 minori - Ius soli : residente ininterrottamente fino al 18° anno d’età, da eleggere entro un anno. 2019: 8.700 casi. - Ius sanguinis : figlio di padre o madre cittadini, legato a Paese d’emigrazione. 2019 11.000 casi, circa 9% del totale. Spinta verso l’alto delle naturalizzazioni, pausa solo nel 2017-18 causa esaurimento spinta ingressi regolarizzati nel 2003-2004, cambiamento composizione degli immigrati (non tutti interessati). Es. alcuni paesi asiatici come Cina, India non riconoscono doppia cittadinanza. Dei nuovi cittadini 2012-2018 (670.000) il 6% ha trasferito poi residenza all’estero. Soprattutto brasiliani (1/3) legati a ius sanguinis. Gruppi più grandi: marocchini 14%, albanesi 13%. Meno del 22% minori nati stranieri ha acquisito la cittadinanza. Immigrazione fondamentale per ricambio generazionale, ha frenato parzialmente gli effetti della riduzione della natalità -> saldo attivo dovuto anche a spesa pensionistica assente e limitato accesso a cure mediche. Non rilevati aumenti criminalità. Nonostante ciò continua ad essere percepita come un problema. Necessario un cambio di approccio: da emergenziale e prospettiva medio-lungo termine. Flussi di migranti hanno messo in crisi il Sistema di Dublino (1990, Dublino III 2013) -> onere presa in carico richiesta d’asilo al primo Paese d’approdo in UE, ovvero difficile peso per Paesi periferici senza adeguato sostegno. Spesso primo Paese è solo tappa di passaggio. Norme sulla libera circolazione dei lavoratori, come Trattato di Roma 1957, hanno favorito l’aggiustamento degli equilibri economici e demografici europei -> insegnamento per presente che migrazione deve essere risorsa importante da non frenare a priori. Ultimi accordi (Libia 2017, Turchia con UE 2016) hanno esternalizzato e delegato il controllo a Paesi extracomunitari, invece di gestire autonomamente flussi. Necessaria integrazione tra autorità locali per organizzare buone pratiche di integrazione. Esperienza italiana negli ultimi 50 anni: rifiuto di approntare canale di ingresso legale -> solo programmi di regolarizzazione ogni tanto, che si rendono necessari (sanatorie): - Legittimazione di atto illecito che sostiene cultura dell’illegalità - Una delle poche strategie per limitare marginalizzazione e criminalità. Covid -> emergenza lavoratori in agricoltura (26% stagionali stranieri): maggio 2020 proposta sanatoria per lavoratori settore agricolo: Contrasto ai problemi delle shrinking regions -> realtà territoriali isolate, periferiche in declino demografico sistematico, es. in Italia Strategia nazionale per le aree interne: per nuove possibilità di reddito, accessibilità servizi essenziali, manutenzione territorio. Modelli demografici non equilibrati aumentano l’esposizione a rischi naturali, ambientali, sociali e limitano miglioramento qualità di vita (diminuzione) o eccessiva concentrazione, saturazione spaziale, minor qualità, inquinamento, conflitti sociali per segregazione residenziale, marginalità e devianza sociale (aumento). Rilevante è pressione e depressione antropica (insieme degli interventi di trasformazione dell’ambiente naturale da parte del genere umano) sui territori e capacità di carico (carrying capacity, capacità di un ambiente e delle sue risorse di sostenere un certo numero di individui, tassello fondamentale dello sviluppo sostenibile, perché la Terra ha capitale naturale finito) Periodo 1995-2019 -> crescita demografica contenuta in Italia (2,4 per mille annuo, con differenze regionali): - Alti valori Nord (eccetto Liguria), record Bz, Tn - Negativo nel Mezzogiorno. Progressivo decremento delle nascite -> saldo naturale quasi costantemente negativo dal 1993 fino a - 200.000 annui nel 2017-2019. Italia è insieme a Spagna precursore di lowest-low fertility (livelli estremamente bassi). Crescita della popolazione deriva quindi solo da saldo migratorio, che compensa. Dal 2000 in poi però le immigrazioni sono in riduzione e non contrasta appieno il saldo naturale negativo. TIN -> tasso incremento naturale TIM -> tasso incremento migratorio Sicilia, Puglia, Campania, Calabria -> TIN positivo, TIM negativo Lombardia, Veneto, Lazio, Tn, Bz -> alto TIN e TIM Basilicata -> TIN e TIM negativi Centro-Nord e Sardegna -> TIN molto negativo, TIM positivo (record negativo Liguria -6 per mille) Dopo la crisi economica (2010-2019) diminuiscono le differenze tra regioni causa diffusione di malessere demografico. Solo Bz resta in entrambi positiva. Quasi tutte si spostano nel quarto quadrante: TIN negativo, TIM positivo -> peggioramento causa crisi economica. Es. Lazio alto TIM 9 per mille, Lombardia TIN negativo, TIM positivo mentre prima cresceva molto. Conclusione -> evidente e progressivo processo di declino demografico naturale diffuso e persistente in quasi tutte le regioni italiane, non sempre adeguatamente compensato dai flussi migratori (trappola demografica è spirale di decrescita con scarso numero di genitori per bassa fecondità dei decenni precedenti + presente bassa fecondità). Dati 2011-2019: Centro-Nord: + 950.000 Mezzogiorno: -22.000 Confronto tra zone altimetriche: - Montagna/collina -> spopolamento (record interno Mezzogiorno -9/11%) con gravi conseguenze su struttura per età. - Pianeggiante -> Analisi periodo 1981-2019: a livello comunale aumento o diminuzione secondo pattern geografico marginalità spaziale = in fragilità demografica e spopolamento (per alcuni fenomeno autopropulsivo di spirale irreversibile verso marginalità. Es. interno Appennino, Sicilia e Sardegna, periferia Toscana, Alpi Orientali. Comuni classificati in: - Decrescita demografica (inferiore -8 per mille) - Lieve decrescita demografica (tra -2 e -8 per mille) - Stagnazione (tra -2 e +2 per mille) - Lieve crescita demografica (Tra +2 e +8 per mille) - Crescita demografica (oltre +8 per mille). Più comuni in spopolamento: Molise (59%), Basilicata, Sardegna. Meno comuni in spopolamento: Valle d’Aosta (4%), TAA, Lombardia Conseguenza -> invecchiamento della popolazione in modo spazialmente eterogeneo. Zone in spopolamento sono anche zone che invecchiano e meno ricche. Tasso di crescita annuo scomposto secondo metodo anni-persona: - TIMSN tasso incremento medio annuo del saldo naturale - TIMSMI tasso incremento medio annuo del saldo migratorio interno - TIMSME tasso incremento medio annuo del saldo migratorio con estero - TIMITA tasso incremento medi annuo degli italiani - TIMSTRA tasso incremento medio annuo degli stranieri Oltre 7000 comuni italiani classificati in 6 gruppi-cluster omogenei, rappresentanti le diverse realtà geodemografiche: - Che attraggono, in prevalenza italiani. 2405 comuni Centro-Nord (Milano, Bologna, Firenze), area costiera Sardegna, 36% popolazione italiana, media 11000 abitanti/comune. Alto tasso di migrazione interna -> territori attrattivi e dinamici per italiani - Centro-Sud che tiene, 1897 comuni tra Sud e Isole, aree Lazio, Umbria, Marche, 40% popolazione, attraggono quasi esclusivamente stranieri, pochi italiani (capoluoghi città metropolitane Sud, Roma). - Centro-Nord che perde, 1756 comuni tra Centro, Nord-Est, Marche, Sardegna, 10% popolazione, comuni di piccole dimensioni (5-40.000) con valori negativi, anche su crescita popolazione straniera. Carattere rurale -> effetto ritorno in patria degli stranieri, peso crisi economica. Territori che arrancano all’interno di aree avanzate. Naturalizzazioni alte. - Si invecchia al Nord e non solo, 1316 comuni tra Nord-Ovest, Toscana, Umbria, Sardegna occidentale, 10% popolazione, saldo naturale -10 per mille, -9 per mille popolazione italiana. Territori non più attrattivi e in affanno (Ge, Ve, Ts, Li, To, città portuali meno floride). - Sud interno e marginalità, 885 comuni, Mezzogiorno e aree periferiche Centro-Nord, media popolazione 1000/comune, pochi residenti stranieri (<2%). Primati negativi: incremento saldo naturale -11%, tasso incremento medio pop. Italiana -17%) -> abbandono e isolamento, cresce lievemente solo tasso estero e stranieri. - Piccolo è bello, 27 comuni, realtà sparse con comportamenti atipici, media 1500 abitanti/comune, alto tasso incremento saldo con estero +58%, incremento stranieri +10% -> borghi storici con politiche attive antispopolamento che hanno intercettato flussi esteri. Eterogeneità rilevata ricalca solo in parte la dicotomia Nord-Sud e differenzia le città metropolitane in modo netto. Concentrarsi sulle 14 città metropolitane italiane, con oltre 36% residenti: sfide modernità da vincere: - Apertura verso stranieri, che cause nel Centro-Nord segregazione residenziale e integrazione socioculturale (possono trainare Paese). - Città attrattive -> apice basso della blue banana (area Milano-Londra, asse di sviluppo europeo), ben interconnesse anche da infrastrutture a Europa. - Altre tre Ve, Ge, To sono città che ancora non riescono -> malessere demografico, in parte sanato da stranieri Previsioni 2017 (senza Covid): Spopolamento - -1,6 mln nel 2045 - -6,5mln nel 2065 - Centro-nord in crescita fino al 2045, poi decrescita; Mezzogiorno sempre in decrescita. - Nuovo rapporto: Centro-Nord 71%, Mezzogiorno 29% (da 66-34%) Considerazioni: - Limitata accessibilità non è motivo alla base dello spopolamento (vedi Lombardia, TAA) -> vedi best practices per sviluppo, es. DOP, IGT, ambiente, natura, vino, turismo. -> necessità di sfruttare risorse materiali e immateriali, grazie a fondi europei. - Modello di spopolamento e ripopolamento in aree conglomerate a peggior qualità di vita -> da cambiare in modello con alta coesione territoriale - Quota crescente di anziani causa aumento richiesta assistenza, soprattutto al Sud -> formula ospedale-centrica inadeguata, serve sviluppare l’assistenza domiciliare integrata (Sud carente). - Nei prossimi 10 anni -10% della popolazione scolastica (migrazione a cascata di studenti e insegnanti verso scuole più centralizzate) -> perdita di 55.000 cattedre in tutte le regioni. Possibili politiche: scuola pomeridiana, aumento numero medio di insegnanti per classe. - Trasformazione digitale: importanti digital divide e smart working; sanità elettronica contro desertificazione medica in aree rurali; e-governance e e-administration, serve colmare il divario digitale per avere redistribuzione della popolazione a condizioni migliori. 6. I GRANDI NUMERI DELL’ISTRUZIONE SECONDARIA E TERZIARIA Istruzione è elemento portante dell’Italia unitaria e si basa su scuola, su cui si interviene politicamente. Strutturazione della popolazione è cambiata profondamente da secondo dopoguerra. Diploma: da 4,3% nel 1951 a 50% nel 2019 Aumento tasso disoccupazione: Italia 40% disoccupazione giovanile. Forza lavoro potenziale (inattivi disponibili a lavorare se arrivasse, ma non cercano) sono 1 mln 100.000 (35% nel 2013). Più difficile ottenere indipendenza da famiglia; Spostamento Sud->Nord, Italia->Estero, soprattutto per qualificati. NEET: giovani 15-29 che non studiano e non lavorano, circa 2 mln (Not in Education, Employment, Training), 22% giovani, primo posto in Europa 2019. Differenze interne: Sicilia 35%, Veneto 15%. Debole formazione scolastica causa tasso di abbandono (ESL, Early School Leaver) -> percentuale popolazione 18-24 che non ha titoli superiori a licenza media e non frequenta corsi formativi. Obiettivo europeo è 10%, Italia è al 13,5% abbandono scolastico. Sicilia 22,4%. Abbandono = maggior probabilità difficoltà socio-economiche, povertà familiare e circolo vizioso. 2019: 6 mln 800.000 giovani 18-34 vivono ancora con genitori, 2/3):  36,5% studenti  38,2% occupati -> le donne sono il doppio al Nord rispetto al Sud  23,7% in cerca d’occupazione -> supera le altre nel Mezzogiorno. Ragioni di permanenza in famiglia: necessità, difficoltà economiche, studio, pochi per scelta (da 48%1998 a 23% 2016). Destinazione d’uscita: matrimonio scende da 41% nel 2003 a 15% nel 2016, unione informale è 19%, lavoro 27%, voglia d’indipendenza 26%. Incremento dell’età mediana d’uscita dalla famiglia: nati secondo dopoguerra 25 anni, generazione anni 70 28 anni. Scendono anche le donne, da 7 a 4 su 10 prima dei 25 anni -> de-sincronizzazione tra uscita e matrimonio. Cambio tra 50/70 e oggi -> viene meno il ruolo autoritario dei genitori e si consolida il legame di mutua solidarietà tipico del modello mediterraneo, anche per fronteggiare welfare pubblico carente. Con Generazione X 80/90 si consolida modello di permanenza presso genitori, che esercitano forte ruolo su percorso d’autonomia es. non fare unione informale se genitori non apprezzano, onde evitare perdita di supporto economico. In Europa -> sperimentazione e ritardo matrimonio In Italia -> permanenza con genitori e ritardo matrimonio. Cresce peso dei freni oggettivi: vista come necessità. Confronto genitori-figli su posizione nel mercato del lavoro a parità d’età -> deterioramento delle opportunità di mobilità sociale delle giovani generazioni. Disparità generazionali e sociali si intrecciano per giovani. Giovani italiani hanno desiderio d’indipendenza entro 25 anni, ma realisticamente ammettono di poterci riuscire dopo i 30. Molti pensano di trovarsi a 45 anni senza lavoro. 40% tra chi ha titolo studio basso. Idea di maggior realizzazione lavorativa all’estero. Pessimismo riguardo a prospettive economiche future. Condizione lavorativa ed economia è parte centrale della percezione di rischio collegato all’emergenza: 23% di chi a contratto determinato vede progetti a rischio, contro 15% di chi ha contratto indeterminato, 35% per lavoratori in proprio -> tutele maggiori per lavoratori dipendenti e imprenditori. Al Sud: passaggio da dipendenza da genitori a assistenza dello stato (Reddito di Cittadinanza). Programma Garanzia giovani, contro NEET e debolezza transizione scuola-lavoro, avviato nel 2014 -> modesto esito, nonostante cattiva strutturazione centri per l’impiego, che non ha favorito convergenza verso media europea. Conseguenze maggiori per giovani che escono da percorso formativo durante crisi. Next Generaition EU -> programma per sostenere occupazione giovanile, es. rinnovo Garanzia Giovani, potenzionamento IFP istruzione e formazione professionale, formazione tecnica postsecondaria ITS e terziaria -> offrire stabili apprendistati, coerenti con sviluppo del territorio e esigenze imprese. Problemi: prezzo affitti, requisiti mutuo. 8. LA SALUTE DEGLI ANZIANI TRA PROSPETTIVE DI RESILIENZA E FRAGILITA’ Fragilità -> non solo anziani, anche lavoratori fragili devono essere tutelati: condizioni di stato di salute rispetto a patologie preesistenti che potrebbero determinare, in caso di infezione, un esito più grave o infausto. Età non costituisce elemento sufficiente per determinare fragilità. Maggiore rischio è invece dato dalla comorbilità. C’è quindi per anziano maggior rischio a fragilità. Aumento speranza di vita = aumento anni vissuti senza limitazioni. Over 65: 2009: 20,3% (12 mln) 2019: 22,8% (13 mln) Crescita regolare dal 9,3% del 1960 -> aumento enorme che ha bisogno di politiche welfare adeguate. Longevità è caratteristica che contraddistingue Italia, rischio è che peggiorino le condizioni di vita degli anni extra. Fino al 2019 gli indicatori di salute migliorano. Aumenta però la multimorbilità tra anziani che vivono soli. Aumento vita non si accompagna comunque a peggioramento delle condizioni. Aspettativa vita media a 65 anni: 2000: 16,5 anni, m: ultimi 3 limitazioni funzionali / f: 20,3, ultimi 6 limitazioni funzionali. 2010: 18,6, m: ultimi 3 limitazioni funzionali / f: 22,3, ultimi 6,2 limitazioni funzionali. 2019: 19,5, m: 10,2 senza limitazioni / f: 22,6, 9,8 senza limitazioni  Svantaggio delle donne anziane, più longeve ma con meno autonomia. Indicatore che combina speranza di vita e buona salute percepita: calcolato con giudizio positivo dichiarato sulla propria salute. Multimorbilità -> presenza di almeno tre patologie croniche.2000 è 33,6%/42,2%, 2019 è 27,9%/38,4% Salute percepita -> persone che dichiarano di stare male o molto male. 2001 è 20,6%/25,7%, 2019 è 13,6%/17%.  Aumento di morbilità e cattiva salute percepita al crescere dell’età, ma migliorano tutte le fasce d’età. C’è compressione della multimorbilità nell’età più anziana, per le generazioni più giovani resta invariata. Anziani nati dopo 1940 hanno dati migliori rispetto a nati prima della 2GM. Diminuisce differenza di genere. Status socioeconomico condiziona la qualità dell’invecchiamento, es. lavori usuranti -> meno prevenzione, peggiori condizioni salute. Titolo di studio è indicatore delle condizioni di salute e speranza di vita a 65 anni. Laureato: 19,8 anni / 22,9 anni Elementari: 18,2 anni / 21,9 anni Centro-Nord ha speranza maggiore rispetto a Sud E Isole. In Sud e Isole minor numero di anni senza limitazioni <10. Multimorbilità in Sud e Isole è maggiore rispetto a media nazionale. Grado di autonomia in attività essenziali, es. cura quotidiana persona, adotta strumento ADL (Activities of Daily Living) e IADL (Instrumental Activities of Daily Living), che indaga difficoltà a svolgere attività domestiche – studio europeo 2015. - Aumento età = aumento difficoltà - Differenza di genere a scapito delle donne - Differenza di istruzione - Gravemente compromesse: donne anziane con basso titolo di studio. - Divario a svantaggio Mezzogiorno (Isole 14%, Nord 7% cura alla persona). - Svantaggio femminile: maggior percentuale sole con difficoltà 52%) - A volte aiuti formali (aggregazione a famiglia dei figli) -> ammortizzatore welfare che si sta assottigliando -> rischio di non riuscire a soddisfare i bisogni di assistenza e cura Piano nazionale della cronicità (2016): identificare bisogni assistenziali degli anziani per pianificare interventi mirati, es. identificazione soggetti fragili, che è ancora una sfida, manca definizione univoca di fragilità. In letteratura: sindrome con un insoddisfatto bisogno di descrizione e analisi. Due aspetti fondamentali:  Fragilità come condizione complessa e multidimensionale  Fragilità come stato di suscettibilità a esiti avversi per la salute Da queste si trae un indicatore composito di fragilità, che si basa su dati amministrativi correnti e non indagini ad hoc (informazione sempre aggiornabile). Analisi dello Studio longitudinale della popolazione residente (SLP) in Piemonte, che unisce Censimento e banche dati sanitarie. Individuati sei esiti negativi fragilità: morte, ricovero urgente non pianificato, accesso PS codice rosso, ricovero evitabile, frattura collo/femore, disabilità incidente. Anziano fragile = elevata probabilità di incorrere in almeno uno degli indicatori Scelte 7 variabili tra le 76 disponibili: età, numero prescrizioni farmaci, indice Charlson su multimorbilità, disabilità, n. accessi pronto soccorso codice giallo, codice verde, ev. morbo Parkinson -> aggregate per formare indicatore di fragilità, si autorigenera senza pesi/coefficienti.
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