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Riassunto di All'ombra di Lancillotto - Punzi, Dispense di Filologia romanza

Riassunto del libro All'ombra di Lancillotto della prof. Punzi, oggetto di esame. Creato da me per studiarlo

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 12/04/2024

mlm97
mlm97 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto di All'ombra di Lancillotto - Punzi e più Dispense in PDF di Filologia romanza solo su Docsity! ALL’OMBRA DI LANCILLOTTO GALVANO  nipote di re Artù e perfetto rappresentante del cavaliere cortese RE BAN  padre di Lancillotto (contro RE CLAUDAS) Simboli di iniziazione: armi bianche, battersi contro il gigante 1 - PREISTORIA DI LANCILLOTTO 1.1 Le Chevalier de la charrette di Chretien de Troyes LE CHEVALIER DE LA CHARRETTE (1177)  Chretien de Troyes – testo in cui ritroviamo per la prima volta il personaggio di Lancillotto Trama – Lancillotto parte alla ricerca della regina rapita da MELEGANT. Incontra un nano disposto a condurlo dalla regina solo se Lancillotto salirà su una carretta destinata a condurre i delinquenti. Accetta e giunge a un castello. Una fanciulla rivela dove si trova la regina (reame di Gorre) raggiungibile solo attraversando due ponti: sott’acqua e della spada. Lui attraversa il secondo. Sconfigge il nemico, concedendogli la tregua di un anno. La regina gli riserva un trattamento freddo, gettandolo nella disperazione. Solo dopo aver temuto entrambi la morte dell’altro, i due si incontrano nuovamente e Lancillotto potrà raggiungere il letto della regina dove lascerà delle tracce di sangue. La regina, accusata da Melegant di aver tradito il re con un siniscalco, sarà difesa da Lancillotto con un duello, in cui sarò fatto prigioniero. La sorella di lei lo libera e uccide il nemico. Lancillotto resta senza nome, sarà solo nel duello finale che la regine rivelerà il suo nome a una damigella. Prologo  l’autore dichiara l’assoluta appartenenza alla sua dama Chretien comincia il suo libro dedicato al Cavaliere della Carretta: la materia e il senso sono dati dalla sua contessa, mentre a lui spetta il compito di dargli una forma senza aggiungere altro. E’ Maria a dotare una storia già nota, di un’impronta nuova  amore totale e devoto del giovane cavaliere verso la dama, devozione che lo stesso Chretien ha dichiarando la fedeltà a Maria Si tratta del racconto di una totale dedizione all’essere amato, un porsi in ascolto della volontà dell’altro (adesione alla volontà dell’amata) Volentiers  indica la capacità di aderire con piacere al dettame dell’altro, garantendo così un’appartenenza assoluta a chi si ama. L’amore di Lancillotto per la moglie del suo re  amare di un amore totale e assoluto l’altro, quasi fosse il proprio dio. Per raccontare questo tipo di amore Chretien pone al centro il motivo dell’ Aithed (di stampo celtico)  rapimento della moglie del capo da parte di un più giovane avversario pronto a conquistare la donna e il regno. Il crudele MELEGANT rapisce la regina e Lancillotto affronta ogni prova per liberarla. Durante una festa alla corte del re Artù irrompe un cavaliere sconosciuto che dichiara di aver fatto prigionieri dame e cavalieri della corte: li libererà solo se la regina sarà disposto a seguirlo. Diversi cavalieri partono alla ricerca della regina, tra cui Lancillotto (di cui non si conosce il nome). Continua della trama sopra Si tratta di un motivo noto come mostrano altri testi, dove però il protagonista è Galvano. Il tema del rapimento della donna e il tentativo di liberarla da parte dell’amato percorre tutta la letteratura occidentale (Euridice), ma riprende anche il modello tristaniano: come Tristano, anche Lancillotto libera l’amata rapita e come Tristano tradisce il suo signore. Chretien colloca il personaggio in un tempo dato, ritagliando una particolare sequenza narrativa all’interno di una storia già nota e dove la ricerca della liberazione della donna diviene occasione per disegnare un Lancillotto teso alla ricerca della sua identità  intesa non solo come un nome, ma anche come conquista di valori Honte  vergogna gravida di umiliazione che rischia di cancellare la fama che circonda l’eroe. Questo tema percorre l’intero testo: Lancillotto pare schiacciato ormai e per sempre nel destino honteuse di chi sembra odiare se stesso e la propria vita. Tuttavia, è solo accettando il sacrificio della vergogna che Lancillotto (come Cristo) potrà assumere i connotati dell’eroe liberatore. Come il mistico sembra perdersi nell’amore di Dio, così sembra smarrirsi anche Lancillotto alla contemplazione della donna. es. pettine su cui sono rimasti i capelli di lei  adorazione forte segnata da un desiderio erotico fortissimo. Quando giunge da lei vi si inchina perché in nessun corpo santo ripone tanta fede. Tra gli elementi che caratterizzano il personaggio, dobbiamo ricordare l’essere Eletto  cavaliere predestinato a liberare il suo popolo. Lancillotto giunge in un cimitero dove trova una tomba su cui è scritto Colui che solleverà questa lama, libererà coloro che sono qui in prigione. Lancillotto riesce nell’impresa, ma si rifiuta di rivelare il suo nome, definendosi semplicemente un cavaliere. Sono le sue azioni che costituiscono intorno a lui un’aura di eccezionalità. Passaggio iniziatico  Percorrere il ponte della spada (enorme ponte formato da una lama conficcata in due tronchi) dove sotto vi è acqua nera, quasi fosse il fiume del diavolo: così pericolosa e profonda: ci troviamo di fronte allo schema del passaggio verso una realtà oltremondana: l’apparizione di leoni e leopardi rendono ancora più difficile il suo percorso. Lancillotto va incontro alla morte, lascia che la lama ferisca le sue mani e i suoi piedi guidato da amore che lo conduce e, come in un sogno, l’anello donatogli dalla dama del lago fa scomparire dalla sua vista gli animali. Nel vincere queste imprese Lancillotto è ancora un cavaliere senza nome e sarà solo durante lo scontro finale che la regina rivelerà a una sua damigella l’identità del giovane. Nel sentire il suo nome, ma anche nel vedere gli occhi della regina su di lui, Lancillotto prima si perde nella contemplazione amorosa, poi ritrova tutta la sua energia. Lancillotto libera i prigionieri e si riconcilia con Ginevra. L’opera si caratterizza per l’intreccio di motivi: identità, amore, avventura  eccezionale nell’affrontare grandi avventure, Lancillotto è infatti anche preda di un amore eccezionale, fuori misura  è grazie a questa tensione che il giovane recupera la sua identità L’opera di Chetien è un laboratorio di formazione, dove il realismo nella rappresentazione delle emozioni si coniuga a schemi mitico – folcloristici intrecciati a modelli classico – cristiani, presentando linee di riflessioni che il Lancelot en prose poi approfondirà Il modello di prosa per eccellenza è costituito dalla Sacra Scrittura: - Il romanzo diviene serbatoio di storie di eroi - Parlare di Lancillotto, Artù vuol dire porre una riflessione in forma narrativa intorno alla regalità, alla fede, amicizia, amore - Il romanzo si pone come un genere capace di affrontare l’uomo e la sua interiorità 2 – METAMORFOSI DEL LANCELOT EN PROSE 2.1 Il tempo del libro LANCELOT EN PROSE  primo quarto del 1200 Lo si evince da un frammento del prologo di una cronaca in prosa su Filippo Augusto, databile nel 1226 in cui si dice il libro di Lancillotto, che non è in rima, in modo da poter dire la verità. Intorno alla figura di Lancillotto si riorganizza tutto quel grande universo arturiano già reso noto dai romanzi in versi del secolo precedente. La storia intreccia due piani:  LINEARE  lo sviluppo cronologico della vicenda  CIRCOLARE  il richiamo esplicito fra luoghi diversi della vicenda, grazie a una fitta rete di richiami interni Si tratta di storie diverse che vivono nello spazio della riscrittura e che, a partire da un probabile nucleo originario, si costruiscono come presequel e sequel. LANCELOT PROPRE  parte più consistente a livello quantitativo, ma anche la parte necessaria del ciclo La costituzione del ciclo del Lancelot – Graal presenta dei problemi. Il nodo fondamentale riguarda la modalità della sua trasmissione: il testo ha infatti assunto nel tempo fisionomie diverse. I codici più antichi tramandano solo alcune porzioni testuali o presentano redazioni particolari. Recenti indagini tendono a ricondurre i primi codici dell’opera entro il primo quarto del XIII sec, costringendoci a ripensare in termini diversi anche il rapporto con la narrativa in versi. Lancelot  centro e cuore del Lancelot – Graal. Si divide in 4 grandi sezioni:  La marca di Gallia  Galehaut  La Carretta  Agravain La tradizione manoscritta del Lancelot, sembra privilegiare una circolazione del testo per grandi sezioni narrative, con una prevalenza della prima parte del romanzo e l’Agravain. E’ legittimo chiedersi se: a) Il Lancelot è frutto di progetto autoriale unitario (un solo autore)  un unico autore per tutto il ciclo o solo per la trilogia b) E’ possibile concepire un primo nucleo più antico a partire dal quale possiamo poi individuare un processo di progressiva aggregazione di altri materiali  trilogia come frutto dell’operazione di un architetto che sovrintende all’insieme del lavoro KENNEDY  sostiene l’ipotesi di un Lancelot primitivo, non ciclico e dunque antecedente al ciclo Lancelot – Graal Marche de Gaule (Marca di Gallia) Sezione corrispondente all’INFANZIA DI LANCILLOTTO, ascesa tra i cavalieri della tavola rotonda, si chiude con la partenza di Lancillotto e Galeotto verso il Solerois - Presente sin dai testimoni più antichi in forma isolata, può costituire il nucleo principale e più antico del Lancelot - La sezione Marche de Gaule sembra proporre una lettura della storia che parrebbe collocarsi in virtuale continuazione con il Merlin che declina proprio sull’elezionezione di Artù, ma con un deciso spostamento di prospettiva verso il continente con il re Ban - Al centro della vicenda sembra troneggiare proprio il conflitto fra diversi modelli di regalità: la violenza, la debolezza incerta di Artù dimentico dei suoi doveri verso i suoi vassalli e la grandezza di Galeotto - Il centro narrativo si intreccia con altri: schema di stampo biografico – cavalleresco della crescita individuale di una giovane ignaro del suo nome fino al suo progressivo affermarsi come amante e come il più grande dei cavalieri, l’unico capace di salvare il regno. Compiuta questa missione i cavalieri possono mettere per iscritto le gesta e Lancillotto lasciare la corte In questa prima parte vi sono due luoghi fortemente perturbati dalla tradizione:  La nascita di Merlino  L’eroe del Graal (per alcuni Galaad, per altri Perceval) La nascita di Merlino – ANNIE COMBES, implica da parte dell’autore del Lancelot una precisa scelta di campo: l’autore decide infatti di riscrivere, corredandola di particolari inediti, la storia della nascita di Merlino. Un gruppo di testimoni inserisce la biografia di Merlino secondo la versione di Robert de Boron, restituendo all’ambigua figura del mago una forte impronta positiva obliterata nel Lancelot, dove la madre sedotta dal diavolo è una fanciulla che non disdegna la relazione carnale, ma non vuole vedere l’uomo con il quale si unisce e che non battezzerà suo figlio. La pluralità dei modelli non è solo dell’autore, ma anche di chi riscrive il testo e soprattutto di chi interviene sull’intero ciclo per sanare contraddizioni. Quest’operazione risponde a una duplice spinta: a) Creare un raccordo con il Merlin, che in una prospettiva ciclica precede il nostro testo, b) Proiettarsi in avanti dotando Lancillotto di una discendenza capace di realizzare e completare quello che a lui non sarà concesso: contemplare i misteri del Graal L’eroe del Graal – Non è un caso che i testimoni che narrano il concepimento di Merlino secondo Robert de Boron siano, proprio in ragione della prospettiva ciclica, gli stessi che attribuiscono l’impresa del Graal non a Perceval, ma a Galaad (figlio di Lancillotto), creando così un collegamento con la quete di cui questi sarà l’indiscusso protagonista. La critica, tuttavia, converge nel sostenere come la gran parte dei codici citi come eroe del Graal non Galaad, ma Perceval, figlio di Pelles. Non sappiamo quale lezione si trovasse a monte della tradizione, madobbiamo senz’altro prendere atto di come sia l’autore che i copisti, facciano i conti con un patrimonio romanzesco noto e non stupisce la presenza di personaggi noti come Merlino. L’autore di questa prima parte della storia riconosce in particolare nel Merlin lo snodo narrativo dal quale ripartire, il mondo arturiano nel suo splendore ha bisogno di un altro campione che condivide la stessa genealogia di Perceval: anche Lancillotto infatti discende da Giuseppe d’Arimatea per via materna. Questa prima parte del Lancelot presenta un testo unico mentre, come aveva già visto MICHA, tutto cambia dopo il secondo viaggio nel Sorelois, terra di Galeotto, dal quale la tradizione presenta un turbolenza evidente distribuendosi almeno in due famiglie principali. 2.2 Il magnetismo della tradizione graaliana ANNA COMBES ha evidenziato come l’Historia regum Britanniae e il Brut abbiano agito come riferimento fondamentale per la trama della prima parte del Lancelot e sottolineato il debito con Robert de Boron. Joseph e Merlin  non sarebbero per l’autore del più antico nucleo del Lancelot semplici modelli di cui servirsi, ma la premessa essenziale della storia che l’anonimo autore sceglie di narrare, premessa che si nutre anche di materiali che circolavano intorno a Giuseppe d’Arimatea Nel 1191 i monaci di un’abbazia (la cui fondazione risalirebbe a Giuseppe d’Arimatea) del Regno Unito ritrovarono una lapide che recava l’iscrizione “Qui giace sepolto il famoso re Artù con la moglie Ginevra”  luoghi di culto dove memoria leggendaria e storia si sovrappongono in un immaginario che lega la leggenda del Graal e la tradizione arturiana. FRAPPIER chiama MAGNETISMO DELLA TRADIZIONE ARTURIANA  tendenza alla ciclizzazione  il mito del Graal viene a collegarsi a quello de Le Chevalier de la Charrette Questo fenomeno deve aver agito su un dittico che intreccia la preistoria del Graal alla storia arturiana, con cui si pone in rapporto il Lancelot. Alla domanda di Lancillotto se mai fosse esistito un cavaliere con tutte le virtù descritte dalla dama, la dama del Lago risponde citando esempi dalle Sacre Scritture per arrivare poi a ricordare come un precedente essenziale proprio Giuseppe d’Arimatea: ci fu Giuseppe d’Arimatea quel nobile cavaliere che depose Gesù dalla santa croce con le sue mani e lo distese nel sepolcro, ci fu poi suo figlio Galaad e il re Pelles. Il destino di Lancillotto si inscrive dunque in questa teoria di nomi illustri che segnano il passaggio della Tavola rotonda da Oriente a Occidente grazie alla mediazione di Merlino. 3 LANCILLOTTO: L’EDUCAZIONE E L’IDENTITA’ Lancillotto nasce in un contesto di storie che ruotano intorno a personaggi principali in cui ogni redazione propone un senso diverso. I temi fondamentali del Lancelot en prose ruotano sulla conquista dell’identità  scoperta del nome da parte del protagonista RE BAN era un uomo vecchio e la regina sua moglie era una donna giovane e bella e molto amata dalla gente. Non ebbe nessun altro figlio se non un fanciullo di nome Lancillotto che come nome di battesimo si chiamava Galaad. Diversi temi:  FIGLIO UNIGENITO (unico figlio)  allusione a Cristo  NASCITA DELL’EROE  Nasce da un padre vecchio e madre giovane Padre  vassallo di Artù che muore alla vista del suo regno dato in fiamme dall’assalto di Claudas Madre  grande dolore, con urla smodate. Il suo corpo si fa portavoce del dolore con gesti chiave: svenimento, gesto di lacerarsi il viso, grida, lacrime. Di fronte alla morte del marito non le resta che invocare la morte non desidera nulla se non la morte e molto si scaglia contro la morte che tarda ad arrivare Mentre grida il suo dolore, il bambino le cade dalle braccia e una misteriosa fanciulla (fata) lo prende, si lancia nel lago e scompare. La donna cerca di buttarsi nell’acqua ma un vassallo la trattiene. All’udire queste urla, una badessa, le chiede la ragione e lei risponde SONO LA REGINA DEI GRANDI DOLORI  RACCONTO DELLA REGINA DOLOROSA - Il dolore che la segna diventa il suo nuovo nome, la sua identità e nome della sezione del testo - La regina chiede alla badessa di accoglierla nel monastero ma nemmeno la fede riesce a placare la sofferenza  il futuro è radicalmente perduto per lei ho perduto troppo, perché ho perduto il mio regno, il mio signore e mio figlio Qui il racconto cambia rotta, grazie alla tecnica dell’ ENTRELACEMENT (lo sguardo del lettore si sposta in un altro spazio)  annodare e sciogliere fili narrativi, così da simulare la complessità della relatà che si snoda attraverso in gioco di avvicinamenti e distanziamenti di accelerazioni e rallentamenti sempre misurati sul tempo – spazio di chi vive - Lo incontriamo qui per la prima volta - Risponde a una funzione espansiva che s’irradia da un centro alla periferia del testo per creare cortocircuiti tra episodi e personaggi o da un personaggio a un altro. A questo punto il racconto tace di.. e parla di.. tace il racconto su di lei e torna a parlare del re Claudas RE CLAUDAS  la sua guerra contro il regno di Ban segnerà la prima parte della vita di Lancillotto. Uomo crudele ma non privo di aspetti positivi: è il segno dicome il romanzo sappia rappresentare psciologie articolate, di come ogni essere umano è impasto di gioia e dolore. Sembra un uomo eccezionalmente valoroso, se non fosse per il suo viso crudele e fellone  ambiguità Le sue fattezze fisiche lo allontanano di Lancillotto  viso grosso e nero, sopracciglia con occhi grandi e neri, collo e bocca grossa. Claudas si fa portavoce del legame fra amor ee prodezza delle armi: nessuno può essere tanto prode nelle armi se non ama in modo profondo Il progetto narrativo si presuppone di ribadire il potere civilizzatore come riflessione sull’uomo e quindi sulla potenza dell’amore, capace di dominare l’essere più violento come il più saggio. Persino Merlino verrà irretito dalla bella Ninienne che lo chiuderà in una prigione d’aria LANCILLOTTO  eroe, bello nel corpo e nell’anima: il suo corpo assume un ruolo strategico come portatore di segni da decodificare e di destini. La sua bellezza quasi femminea lo rende oggetto dì amore per donne e uomini. Ha un petto molto grande, fuori dal normale, atto a contenere un cuore che scavalca la norma il suo petto era così grande che in nessun corpo era possibile trovarne uno altrattanto grosso  quel petto smisurato servirà a contenere un cuore altrettanto smisurato: Lancillotto è più di ogni altro dotato di amare la sua donna, ma anche i suoi amici, il suo re. In lui l’ira è tale da modificare i suoi tratti somatici: occhi che sembrano carboni ardenti, arriccia il naso, stringe i denti e li fa digrignare con forza  è agitato da emozioni eccessive, abitato da ira violenta, ma capace di ogni abnegazione non solo nei confronti di chi ama, ma anche davanti a ogni forma di ingiustizia DAMA DEL LAGO  colei che strappa un figlio dalle braccia della madre e inganna un uomo innamorato e sapiente. E’ anche una madre amorosa: è sotto il suo segno che comincia la storia dell’anonimato di Lancillotto. Ama Lancillotto come un figlio, ma sa che il figlio non gli appartiene  deve andare per la strada che lo attende. Quando si rende conto di aver avanti un uomo, la sua reazione è paragonabile al dolore di un’innamorata che sa che il suo amore le verrà tolto. Come un amante che vede infrangersi il suo sogno d’amore. Lancillotto, ormai di 18 anni, deve partire come cavaliere  lezione sulla storia della cavalleria, sintetizzata nella portata simbolica delle sue armi: cavaliere: così chiamato perché tanto ardito da montare a cavallo. Le armi non furono date senza ragione ai cavalieri. Lo scudo si pone fra lui e i colpi, altrettanto deve porsi il cavaliere davanti alla santa chiesa contro tutti i malfattori. La punta della spada significa ubbidienza, perché punge: ubbidire contro ciò che cuore comanda  glossa sul compito del cavaliere  digressione della storia che restituisce al testo un’impronta didascalica ed educativa La Dama lo incorona maestro di se stesso  è colei che lo guida verso la scoperta dell’identità insegnandogli a mettere al centro il cuore. Lei ha il compito di accompagnarlo a corte, vestito di bianco come bianco è il suo cavallo e le sue armi (usbergo bianco, scudo bianco, lancia bianca, cavallo bianco perché la dama voleva che nono avesse nulla che non fosse bianco). Nei testi medievali la ripetizione lessicale assume una valenza importante per dare rilievo a un concetto, in questo caso il bianco che viene ripetuto quasi ossessivamente. BIANCO DELLE ARMI  RITO DI PASSAGGIO, bianco simbolo di purezza La dama lo accompagna nascondendo il suo dolore (pensosa e stordita) aggettivi che indicano il peso del pensiero e il turbamento del cuore, scosso dalla lacerazione per la separazione. Chiederà al re il privilegio di farlo cavaliere con le armi che lei stessa gli consegnerà. Nel gioco dello svelare l’identità la dama svolge un ruolo chiave: solo lei è depositaria di quel segreto che solo più tardi potrà correttamente essere decodificato voglio che sappiate che non siete mio figlio: anzi siete il figlio di uno dei più nobili e grandi cavalieri del mondo. Ma voi non saprete subito il loro nome, ma lo apprenderete in seguito. SCOPERTA DEL NOME CONQUISTA Ninienne non è la madre, ma è colei che educa ai valori del cuore abbi cura di essere buono nel cuore come siete bello nel corpo. Lei gli impartisce leziono di vita come evitare la pigrizia del cuore: un cuore che diventa pigro a causa di amore non può aspirare a grandi cose, perché non osa, ma colui che sempre aspira a migliorare può tendere agli onori più alti per il fatto stesso di osare interaorenderli Da quando giunge al castello ogni gesto sarà inscritto sotto il segno dell’amore per la regina. Sarà lei a consegnargli la spada, mantenendo così la catena femminile della consegna delle armi AVVENTURA DELLA DOLOROSA GUARDIA  larghissima porzione del testo. Obiettivo: consacrare l’eccezionalità del giovane. Lancillotto giunge al castello della dolorosa guardia, dove uomini e donne sono imprigionati. Tutti i cavalieri che hanno tentato di liberarli sono stati uccisi. All’udire le urla che si levano dal castello, Lancillotto decide di affrontare la pericolosa avventura. Incontra una fanciulla che gli spiega la maledizione che grava sulla dolorosa guardia: il vincitore sarà colui che riuscirà ad uccidere 10 cavalieri per ogni cinta muraria. La fanciulla si fa nuovamente avanti e gli dona tre scudi (in grado battere uno, due, tre uomini). Il superamento dell’avventura potrà essere possibile ancora grazie alla Dama del lago: la fanciulla è infatti una sua damigella che lo accompagna nella stanza dove vi sono gli scudi. Il 3 giorni riesce a superare la prova e non gli resta che affrontare il signore del castello per sconfiggere il maleficio. Egli viene intanto condotto in un cimitero dove solleva la lastra di una tomba che reca il nome di colui che conquisterà il castello e scopre il suo nome. CIMITERO luogo dove si realizza l’incontro tra vivi e morti. Qui le tombe aspettano i corpi che sono destinate ad accogliere. Nel centro una tomba reca un epitaffio: questa lama non sarà sollevata se non da colui che conquisterà il castello doloroso. Lancillotto solleva la lastra e legge Qui giacerà Lancillotto del lago, il figlio del re Ban.  nel momento in cui Lancillotto conosce il suo nome e incontra la sua identità è costretto a fare i conti anche con la sua condizione di essere finito a prendere atto che l’essere nel mondo non è per sempre, che ogni vita declina la morte Anche il re, accompagnato dalla regina, si dirige verso la dolorosa guardia ma sarà costretto a inviare ogni giorno un cavaliere di sua fiducia e se questo non riuscirà ad aprire la porta, un altro finchè qualcuno non riesce nell’impresa. In lui abbiamo due mondi che si intrecciano e dipendono l’uno dall’altro. Abbiamo Lancillotto:  Uomo d’azione  che abita la fatica, la violenza, il sangue  Uomo innamorato  il suo cuore coltiva e conserva il volto della regina Lancillotto è talmente stordito alla vista della regina che dimentica tutto. Vi è il nesso tra il vedere e lo stordimento  tratto tipico dell’innamorato che perde la testa. Comprende che solo ritrovare Galvano potrà renderlo nuovamente degno dell’affetto della regina. Si profila il nesso ricerca Potenza di Eros invade: Ginevra  Lancillotto Artù  maga Gamille da cui si lascia affascinare e viene imprigionato nella sua fortezza Legame MAGIA/AMORE  l’amore è descritto come una forza che cattura, conquista, ma anche avvelena. Il FILTRO non è solo una realtà letteraria, basti ricordare il filtro che lega di un amore indissolubile fino alla morte Isotta e Tristano, ma è anche la metafora di una condizione emotiva Legame AMORE/PASSIONE  scritto sempre come socialmente eversivo, capace di rompere i legami, di far vacillare la coesione sociale GAMILLE  topos dell’amore per la donna straniera (sassone) Nel momento in cui Artù giace con Gamille, Ginevra finalmente si unisce al suo amante. Siamo di fronte allo schema della sostituzione del re con il giovane che ha tutti gli attributi della regalità (Signor cavaliere, ora non vi manca che la corona per essere re). La passione dei sensi assume i connotati dello smarrimento e della follia  nel cuore del gigante ha una duplice funzione: - Proporre VALORI E IDEALI - ANTICIPARE IL DESTINO: farsi carico non solo della sua sconfitta in amore, ma anche della futura sconfitta del suo amico che, per colpa della relazione adulterina, perderà l’etichetta di migliore fra tutti 4 LA STORIA SI APRE AL FUTURO 4.1 Uno sguardo alla tradizione manoscritta La tradizione procede compatta fino alla partenza di GALEOTTO, LANCILLOTTO E GINEVRA verso il regno di Galeotto, dopo di che è possibile distinguere più redazioni: Versione CICLICA in cui distinguiamo:  Una breve B  E una lunga ἀ Versione NON CICLICA, detta speciale A partire dall’episodio della FALSA GINEVRA è possibile - identificare due redazioni. - Da questo episodio alcuni manoscritti presentano versione particolare che declina con la morte di Galeotto e si caratterizza per l’assenza di rinvii alle parti successive del ciclo, intrecciando il tema dell’amore con quello della ricerca dell’identità, per concludersi con la morte di Galeotto. - Queste sezione segna uno scarto nella dinamica di relazione tra i testimoni: 3 manoscritti che fino a questo punto hanno seguito la versione breve B, passano alla lunga ἀ  il passaggio avviene esattamente alla stessa carta (corrispondente alla partenza di Galeotto, Lancillotto e la regina verso il Sorelois. La presenza di più redazioni potrebbe indicare una diversa chiave di lettura della vicenda. ELENA STEFANELLI, grazie a un’osservazione di MICHA  sottolinea come la mole dei romanzi arturiani comporti un tasso di perdita piuttosto alto e la dispersione di interi volumi e si chiede se i movimenti testuali che si osservano non siano dovuti a lacune meccaniche causate dalla divisione in tomi Il ms. BNF, fr 768  riporta per intero la lezione speciale  in tutti gli altri casi questa redazione sembra configurarsi come uno stadio della versione breve, che sembra chiudersi passando dalla versione lunga o concludendo la storia. B  omissione del lamento nel sonno di Lancillotto e il porsi in ascolto di Galeotto  presente in ἀ Versione di ἀ  Galeotto non riusciva a dormire perché pensava a come trattenere con sé il cavaliere. Galeotto vigila su Lancillotto che piange: alle insistenti domande di Galeotto, il giovane scoppia a piangere B omette le seguenti parole presenti in ἀ  galeotto lo prende tra le braccia, gli bacia la bocca e gli occhi e cerca in ogni modo di confortarlo  Il gesto di prendere l’amato tra le braccia e baciargli gli occhi e la bocca vanta diversi precedenti (Tristan di Thomas)  L’omissione in B mostra da parte del redattore la scelta di tenere in ombra il sentimento che ha tutte le caratteristiche della passione d’amore che divora il cuore del gigante  Nessuna tentazione della carne aleggia nel cuore di Galeotto: il desiderio fisico spetta a Ginevra in quanto donna e a lui appartiene Lancillotto solo nel pensiero Galeotto soffre di MAL D’AMORE: sa di trovarsi in un circolo vizioso da cui non c’è via di scampo, perché Lancillotto ama la regina. Egli pur di vivere accanto all’amico, decide di trattenersi presso la corte di Artù esplicitando il nesso fra presenza dell’amico e possibilità di vivere: non saprei vivere senza di lui. Galeotto deve fare i conti con l’amore come perdita di sé, affidamento all’altro senza nessuna garanzia di contraccambio e soprattutto di durata del legame. Malattia: perdita dell’appetito, malinconia. GALEOTTO  ruolo strategico attribuito dall’autore  Costruisce la sua fine, consegnando l’amato a un’altra. Lancillotto e la regina si appartengono e sono stretti da un amore destinato a escludere tutti. Sogni  la letteratura medievale attribuisce un gioco di premonizioni sul futuro ma anche la rappresentazione del proprio rimosso. Sogno di Galeotto: la regina si presenta sotto le spoglie di un serpente. Nel petto di Galeotto vi sono due cuori: ne perse uno che divenne un leopardo e l’altro cadde con tutte le sue membra.  giovane leopardo Lancillotto presentato come carne della sua carne, come se fosse lui a generarlo e a vederlo poi lontano da sé, strappato dalla donna serpente. Lancillotto destinato alla regina  Galeotto deve fare i conti con la perdita: si ammala dell’amore degli eroi (tristezza morbosa e ostinata che lo cattura e non gli lascia scampo): indebolito si rivolge ai sapienti Nel mio cuore è penetrata una malattia che mi distrugge al punto che ho perso la voglia di mangiare, bere e dormire. HELIE DE TOULOUSE  sapiente che gli spiega come il cuore è un luogo potente dove ogni emozione si concentra, eppure fragile e delicato perché soggetto a scosse interiori difficili da curare. Il mal d’amore era già oggetto di studio da parte della medicina antica. E’ presentayo il paradosso dell’amore: amare il proprio male, cullarsi nell’aspra dolcezza del proprio sentimento, secondo uno sfruttatissimo topos letterario dove il dolore si fa voluptas, prigione in ciò il cuore si perde, ma nella quale non vuole sottrarsi. Spiega il sapiente: la terza malattia è la più pericolosa perché avviene molte volte che il cuore non cerchi la sua guarigione, anche se potrebbe averla. Un cuore duro può difficilmente guarire da questa malattia, ama infatti più il suo male che la sua salute. Ma la malattia costringe la vittima a fare i conti con la morte: il sogno gli rivela in modo velato il tempo che gli resta da vivere. Galeotto, deciso a conoscere quanti giorni ha ancora si reca dai saggi che non voglio rivelargli il numero perché c’è il rischio di cadere in una disperazione così profonda che il diavolo potrebbe farlo precipitare in un male oscuro. A Galeotto è data la possibilità di usare il tempo che rimane sapendo che sta per esaurirsi. Egli sperimenta una sorta di lutto anticipatorio: che consiste nel progressivo adattamento all’idea di ciò che sta per accadere. Galeotto sceglie ancora una volta di nascondere il dolore, di celare le ferite del cuore dietro a un’apparente gioia  torna con l’amico a corte: pur consumato dal mal d’amore, si presenta una figura solida e valorosa 4.2 Amore, magia, inganno: la falsa Ginevra EPISODIO DELLA FALSA GINEVRA – misteriosa fanciulla che giunge a corte rivendicando di essere la vera Ginevra e di essere stata sostituita con l’inganno la prima notte di nozze. Rapirà Artù e riuscirà a sedurlo, a convincerlo a tornare a corte e a trattarla come moglie legittima. Ma una malattia terribile colpirà prima Artù poi la falsa Ginevra costringendo entrambi a confessare il proprio peccato e consentire il trionfo della verità. Testimoni misti: Manoscritto di Bonn (alla base dell’edizione delle Pleiade)  segue la versione breve (B) fino al secondo viaggio nel Sorelois per poi passare alla versione lunga. A partire da questo episodio si ricollega con la versione ciclica lunga e potrebbe: a) Rappresentare un primo stadio della tradizione, a cui b) In un secondo momento si è sovrapposto un intervento generato dall’esigenza di inserire un episodio noto (della Charrette) Il Ms di Bonn riporta una pozione magica che consente al re di dimenticare tutto Grenoble 865 testimone misto del 1200. Qui la questione della bevanda appare molto più sviluppata: la pozione che il re bevve all’ora di mangiare, e non appena ebbe bevuto l’ira che prima bruciava in lui si freddò e fu pieno di gioia. Si presentò davanti a lui e disse che sarebbero giaciuti insieme in quel letto. E il re che, a causa della pozione, l’amava profondamente, risponde che questo gli fa molto piacere. Così rimase con la fanciulla lì per 15 giorni e ogni giorno gli offriva da bere la pozione. - Diversamente dalla versione lunga ritroviamo un riferimento a questa pozione di cui non si era fatta alcuna menzione come strumento utilizzato per scatenare la passione del re - In Grenoble vi è l’insistenza su un elemento chiave: il senso di colpa e la paura nella fanciulla: la damigella non è tranquilla, anzi è molto turbata nel profondo del cuore. Ha infatti molto paura di essere scoperta, dal momento che ha architettato un così terribile inganno. BERTELAI le raccomanda di non turbarsi, perché lui farà in modo che lei sia incoronata davanti a tutti.
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