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Geografia economica politica, Appunti di Geografia Economico Politica

Riassunto per il corso di Geografia Economico Politica. Questi sono i miei appunti personali. Il testo consigliato è Geografia dell'economia mondiale di Sergio Conti, Giuseppe Dematteis, Carla Lanza, Ferruccio Nano

Tipologia: Appunti

2010/2011
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Caricato il 19/12/2011

daria117ml
daria117ml 🇮🇹

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Scarica Geografia economica politica e più Appunti in PDF di Geografia Economico Politica solo su Docsity! SPAZIO GEOGRAFICO E SPAZIO ECONOMICO La geografia si occupa delle relazioni che legano tra di loro oggetti sulla superficie della terra. Spazio geografico: l'insieme di questi rapporti Se dallo spazio geografico isoliamo le realazioni spaziali che rigurdano l'economia: otteniamo lo spazio economico. La spiegazione economica dei fenomeni riguarda soltanoto una parte delle relazioni che costituiscono lo spazio geografico. Si tratta di tutte le relazioni che che intercorrono tra sogg economici cioè tra diversi luoghi della terra in quanto sedi di sogg diversi. Queste relazioni geografico-spaziali sono dette relazioni orizzontali: hanno funzione di comunicazione e scambio. La geografia si occupa anche di un altro tipo di relazioni che servono per produrre: relazioni verticali: connettono soggetti economici con le caratteristiche proprie di diversi luoghi. (cioè connette insediamenti, impianti con clima, ricchezze minerarie caratteristiche storico culturali etc.) Nella geografia relazioni orizzontali e relazioni verticali sono sempre contemporaneamente presenti: produzione richiede comunicazione e comunicazione ha ragione di essere nella produzione. L'articolazione geografica dell'economia dipende da molteplici condizioni mutevoli nel tempo. Alcune sono caratteristiche naturali o storico-culturali, altre sono di carattere più vasto e generale e riguardano rapporti orizzontali ad es scambi, movimenti di persone, informazioni, capitali che si stabiliscono tra luoghi diversi. Ambiente in geografia: spazio circostante a qualche oggetto ( ambiente fluviale, ambiente urbano) ma anche cose stesse e loro caratteristiche (ambiente geografico naturale, antropico etc). Questo riferimento a cose stabilmente localizzate distingue ambiente geografico da ambiente economico (il quale riguarda solo l'insieme di condizoni che hanno rapporti con fatti economici. Strutture territoriali: localizzazioni legate da specifiche interazioni (relazioni orizzontali) e connesse da relazioni verticali a condizioni ambientali omogenee. Tecnopoli: ambienti ricchi di cultura e tecnologia. Organizzazione territoriale: formate da diverse strutture territoriali unite tra di loro da relazioni orizzontali. ( es: tecnopoli fornisce robot all'industria costiera e know-how biogenetico alle piantagioni. L'industria costiera a sua vota fornisce leghe per la costruzione di robot alla tecnopoli e fertilizzanti alle piantagioni. Le piantagioni invece forniscono prodotti alimentari agli insediamenti industriali e alla tecnopoli.) Nela localizzazione di fattori economici i legami orizzontali e verticali interagiscono e si condizionano a vicenda: l'economia di un territorio, tenute costanti tutte le altre condizioni, dipende dall'ordine spaziale degli impianti, della produzione e degli scambi. Le strutture territoriali e la loro organizzazione sono ogg principale della geografia economica. Nell'analizzarle vengono considerati 3 ordini di fatti: a) le differenti condizioni naturali dei vari luoghi e regioni b) le condizioni ereditate dal passato, sia quelle materiali (rete delle città, vie di comunicazione etc), sia quelle sociali culturali ed economiche (associate al concetto piuttosto arbitrario di livello di sviluppo) c)l'organizzazione attuale: sociale, politica e amministrativa Condizioni di tipo a) e b)sono condizioni oggettive, metre quelle di tipo c) sono soggettive. Cioè non è possibile definire oggettivamente l'ordine (o organizzazione) spaziale ottimale di una regione o di un paese o dell'intera superficie terrestre → è fattibile solo con riferimento a certi obbiettivi, cioè all'ambito delle condizioni oggettive già definite, cambiando le quali si modificano le stesse forme dell' organizzazione economica dello spazio. Dal determinismo geografico alla geografia della complessità: La geografia economica è un sapere condizionato da premesse politico-ideologiche: non esistono concetti, categorie e leggi generali geo-economiche valide per tutti i tipi di società e gruppi umani, ma si distinguono vari tipi di strutture territoriali diverse a seconda delle differenti situazioni culturali e politiche. Determinismo ambientale: scuola di pensiero geografico secondo la quale l'economia di una regione è determinata essenzialmente dalle sue condizioni e risorse naturali. Ad essa si contrapposero concezioni ambientalistiche che davano maggiore spazio e importanza all'azione umana nell'organizzazione del territorio → i caratteri naturali non erano più condizioni imperative dell'azione dell'uomo ma possibilità offertegli: possibilismo geografico. Scuola possibilistica: in epoche diverse gli stessi territori potevano essere organizzati socialmente ed economicamente in maniera completamente diversa. Le diversità venivano spiegate dai possibilisti facendo ricorso al concetto di genere di vita: l'insieme di abitudini e tradizioni consolidate nel tempo, che portavano ogni gruppo umano a utilizzare certe condizioni e risorse naturali locali piuttosto che altre. Negli ultimi 30 anni si sono affermate interpretazioni che hano dato più imp ai fattori funzionali che spiegano le relazioni orizzontali. Oggi sono soprettutto i rapporti di scambio che determinano il valore dei vari attributi dei luoghi e perciò dei luoghi stessi (un giacimento minerario diventa miniera solo quando il prezzo del minerale compensa i costi di estrazione e di trasporto, e il prezzo è conseguenza di relazioni orizzontali di scambio che avvengono su scala internazionale). Non viene negata l'imp delle relazioni verticali ma l'ambiente naturale spiega solo una parte della geo economica e non la più imp. La geo economica odierna ha rifiutato il determinismo ambientale e vede caratteristiche naturali dei luoghi come il clima, la dotazione mineraria etc, come semplici condizioni potenziali che in presenza di altre condizioni di ordine storico-culturale, politico sociali e di ordine economico, possono di volta in volta spiegare l'articolazione geografica dei fatti economici. Di volta in volta = neppure queste ultime condizioni sono di per se determinanti: ntervengono anche le congiunture e le contingenze storiche. La geo moderna deve: descrivere, interpretare e per quanto possibile spiegare la complessità del mondo. Socità pre-mercantili e pre-industriali: valore del territorio legato alla capacità di soddisfare esigenze e bisogni primari (di sopravvivenza): non aveva valore economico. Questo rapporto tra gruppi umani e territorio cambiò quando si svilupparono rapporti commerciali a vasto raggio. La possibilità di vendere prodotti spinse chi li coltivava a produrne più del necessario per guadagnare denaro. Denaro accumulato = capitale poteva essere investito nell'acquisto di nuovi terreni o nel rendere più produttivi quelli già posseduti → così da produrre altra merce, guadagnare altro denaro e così via. Il suolo da bene di uso comune di un gruppo divenne bene di chi, possedendo il capitale poteva acquistare la proprietà e accrescere il capitale stesso. Questo processo prese avvio in europa in epoca comunale: segnò l'inizio della società capitalista. Questo valore inizialmente era legato a maggiore o minore fertilità del suolo dalla posizione es maggiore o minore distanza da mercato di sbocco di prodotti agricoli. Divenne fondamentale organizzare il territorio per poter ottenere capitale dal suolo (es costruzione di strade). Anche tipo di coltivazione scelta non legata a esigenze di consumo locale ma al valore commerciale. Accumulazione di capitale in agricoltura però ha limiti: -suolo utilizzabile è limitato, non può essere reso produttivo oltre un certo limite Nelle agglomerazioni urbane il valore è derivante dalla posizione e viene chiamata rendita urbana. Come merce il suolo è particolare poiché: non si può produrre a piacere ne spostare da un luogo dove è sovrabbondante a uno dove è scarsa. Disponibilità di terreno di una regione è limitata naturalmente: limite che non inciderebbe molto sul valore del suolo se offerta di spazio non fosse ancora drasticamente ridotta da concentrazione di attività economiche e della popolazione in poche aree. E viceversa: domanda di sulo cresce continuamente. Il proprietario del suolo è quindi in posizione monopolistica cioè offre merce non sostituibile con altre. Locale e globale Globale: in geografia: fenomeni e insiemi di relazioni orizzontali che si estendono a tutta la superficie terrestre (circolazione atmosferica, traffico aereo, rete di telecomunicazioni etc) Locali: relazioni che interessano solo parte della superficie terrestre. In senso stretto è ciò che riguarda singoli luoghi in quanto dipende da relazioni di stretta vicinaza fisica. Forme di squilibri della globalizzazione Globalizzazione del XXI sec caratterzz per varietà e interdipendenza reciproca delle sue manifestazioni. In particolare globalizz di tecnologia e economia ha funzionato come acceleratore delle altre forme di mondializzazione. Globalizzazione tecnologico-economico riguarda tutte le fasi di un circuito economico: permette enorme circolazione di denaro in tempi brevissimi da una parte all'altra del globo attraverso le piazze mondiali. Gran parte di questo movimento di capitali è puramente speculativo, mentre un 10%, cioè piccola parte, riguarda investimenti in attività economiche che avvengono anch'essi in scala mondiale. Questi flossi di denaro transizionale sono resi sempre più facili dalla globalizzazione delle imprese: vi sono imprese che con filiali possiedono e gestiscono direttamente impianti in più paesi (imprese multinazionali), ma maggiore è il numero di imprese di paesi diversi che stabiliscono accordi tra loro (join venture) con scopo di sviluppare programmi di ricerca, produzione e distribuzione commerciale. → si formano così le reti globali di imprese che connettono tra di loro migliaia di luoghi in cui sono insediate. La globalizzazione commerciale attraverso organizzazioni internazionali come organizzazione mondiale per il commercio (WTO) tende alla libera circolazione delle merci ma anche degli investimenti diretti: si è quindi creato un mercato globale che mette in concorrenza tra loro tutti i luoghi della terra. È nata così una nuova attività commerciale: marketing territoriale o merketing urbano. La globalizzazione dell'economia non sarebbe stata possibile senza applicazione su scala mondiale di moderne tecnologie di trasporti e telecomunicazioni che consentono di svolgere operrazioni finanziarie in sedi molto lontane. Quindi: globalizz è anche risultato di contrazione di tempo e spazio che ha ridotto di centinaia di volte le dimensioni del pianeta. REGIONE GEOGRAFICA Organizzazione regionale L'insieme di relazioni orizzontali e verticali che costituisconol'organizzazione territoriale copre tutta la superficie terrestre ma in modi diversi (alcune zone più fitte altre più diradate): tutto ciò dipende da vari fattori, tra i quali possiamo includere le condizioni ambientali che favoriscono concentrazione e/o diffusione. Regioni: porzione di superficie terrestre che presenta 3 caratteristiche: a) costituita da insieme di luoghi contigui b) questi luoghi hanno tutti qualche caratteristica in comune c)si differenziano in base a queste caratteristiche rispetto a luoghi circostanti che quindi non fanno parte della regione. Concetto di regione geografica diverso da concetto di uso comune: regione geograf è parte di territorio. Tipi tematici di regione -regione politico-amministrativa: ben definita dal resto del territorio dai confini istituzionalmente riconosciuti, ma tuttavia spesso è omogenea solo perchè soggetta a autorità di un ente pubblico territoriale: italia comune, provincia, regione etc -regione politica: corrisponde allo stato ma comprende a volte livelli inferiori: caso di stati federali: es cantoni svizzeri. Da punto di vista economico regione politica è del massimo interesse. -regione naturale: (es pianura padana) in essa prevalgono relazioni di tipo verticale, identificata per caratteristiche fisiche -regione storica: caratterizzzata da fatti fisici e naturali a cui tuttavia si sovrappongono peculiarità di carattere storico e culturale Le regioni fin ora indicate sono caraterizzate soprattutto per relazioni verticali. Nelle regioni economice invece sono da tener presenti soprettutto le relazioni orizzontali. Da qui divisioni tra regioni formali e regioni funzionali. Regioni economiche formali e funzionali Regioni formali: individuate in base ad attributi, vengono chiamate omogenee perchè ciò che le identifica o le differenzia dalle regioni circostanti è l'omogeneitàinterna di uno o più attributi caratterizzanti. (es regioni risicole se coltura principale è del riso, o regioni industriali, urbane etc). Regioni funzionali: sono individuate in base a relazioni orizzontali. Non sono individuate per il fatto che i luoghi che le compongono hanno gli stessi attributi, ma perchè essi sono tra di loro connessi per relazioni spaziali. (es hinterland di un porto: area circostante l'area del porto ella quale vegono svolte attività economiche l'una legata all'altra). Un particolare caso è la regione programma o regione piano: corrisponde all'ambito territoriale entro cui si svolgono interventi programmati . Possono corrispondere a regioni economiche già esistenti o possono essere spazi da organizzare territorialmente in modo da trasformarli in vere e proprie regioni economiche. Strutture regionali gerarchiche e polarizzate La disposizione territoriale dei servizi non è casuale , dipende da diversi fattori come la distanza dal centro principale, mezzi di trasporto etc. Tra i diversi centri c'è una gerarchia legata al numero e alla qualità dei servizi che ciascun centro offre. Lo spazio gerarchizzato è stato studiato da geografo tedesco Christaller il quale ha formulato un modello in cui i singoli centri, detti località centrali servono ciascuno un area a loro circostante, la cui ampiezza dipende dal livello del centro. Nello schema concettuale della regione economica gerarchizzata tiene conto soprattutto dei legami Le condizioni naturali si sono combinate nel corso del tempo con i prodotti dell'azione umana: quelli materiali ( infrastrutture, impianti, monumenti), quelli culturali (tradizioni, saper fare diffusi, etc) e sociali. Il milieur territoriale è patrimonio comune a cui attinge la rete locale di sogg in quanto attore collettivo dello sviluppo locale. È un tipico es di combinazione tra relaz orizz (collegamenti in rete dei vari sogg) e ralaz vetic (rapporto della rete con il milieu) che da vita a strutture territoriali. L'ambito territorale delle reti e dei millieur locali è delimitabile geograficamente e quindi costituisce una regione, anzi una microregione. A questa struttura regionale si da il nome di sistema territoriale locale →la sua dimensione è locale (microregionale). Es: “il distretto industriale”. Possono coincidere con regioni politico-amministrative ma più spesso sono agglomerati volontari non istituzionali. Sistema territoriale locale è: regione programma cioè costruzione volontaria che esiste solo se e quando serti sogg attivano certe relazioni (orizzontali) tra loro e altre (verticali) con il milieu territoriale in cui operano. Reti globali e sistemi locali nei processi di sviluppo Il più imp efetto territoriale della globalizz: regioni e città non possono più essere considerati come entità distinte e stabili dotate di popria identità storica capace di assicurare la loro continuità futura. La globalizz porta alla competizione tra luoghi la quale porta a frammentare queste unità territoriali : queste entità devono reagire alla frammentazione → creare al loro interno una trama di relazioni cooperative più forte di quelle che spingono i loro sogg a collegarsi con l'esterno. Quest'opera tttavia non può prescindere da esistenza di reti globali. Il rapporto delle reti globali con i stemi locali non è sempre e soltanto un rapporto di dominanza- dipendenza che porta a cancellare specificità e identità locali. Accade se sogg locali non sanno reagire e auto-oganizzarsi per dare risp a agli stimoli globali. Per fare ciò devono collegarsi in rete tra loro e far valere le risorse del milieu locale. Le reti globali non funzionano in astratto ma attraverso nodi: cioè varie sedi (fabbriche, uffici, laboratori, magazzini etc) in cui si svolgono le attività della rete stessa. Quindi le reti globali seguono la regola generale secondo la quale i risultati economici dipendono sempre anche dalla localizzazione cioè dalle esternalità offerte dai vari luoghi. Le reti globali hanno quindi bisogno dei sistemi locali. I sogg locali possono fungere da semplici mediatori passivi tra le esigenze delle reti globali e i propri milieu: cioè possono limitarsi a favorire l'insediamento di un nodo nel proprio territorio. In questo caso si parla di “giochi a somma zero” : l'investitore esterno si appropria di qualcosa sottratto ad altri. In questi casi il vantaggio per la società locale si limita al bilancio attivo tra ricadute positive e quelle negative. I sogg locali, invece di limitarsi a mettere a disposizione di investitori esterni il proprio territorio così com'è, possono svolgere funzione di intermediazione attiva tra condizioni del milieu locale e reti globali → avviene quando i sogg locali si comportano come attore collettivo. Caso tipico: distretti industriali: principale risorsa dei milieu è “saper fare” (know how). Chi vuole produrre beni molto specializzati o investire in tali produzioni ho convenienza a inserirsi come nodo nella rete locale. In questi casi si parla di giochi a somma positiva e quindi di sviluppo locale. I sistemi locali auto-organnizzati sono visti come risorsa su cui far leva nelle politihe di governo del territorio. Regioni periferiche e la destrutturazione territoriale nel Sud del mondo Passaggio da strutture territoriali gerarchizzate a strutture reticolari riguarda le aree più sviluppate dei paesi industrializzati. Accanto ad esse esistono in questi stessi paesi territori che, per motivi ambientali, antropici o culturali, uno sviluppo meno intenso. In molte di queste regioni non si è formata una struttura regionale autonoma, ma sono venute ad Soluzione dipende da politiche locali o statali ma soprattutto da accordi internazionali che assicurino il rispetto di certe norme da parte di tutti i paesi. Tra i danni ecologic inquinamento è il più evidente. Nelle scietà primitive scarti e residui erano anello della catena alimentare e venivano riciclati completamente. Con concentrazioni urbane e poi con rivo industr aumentò quantità di rifiuti e divennero non riciclabili naturalmente. Altra risorsa fondamentale per la vita e minacciata da inquinamento è acqua. Cresce bisogno di acqua e inquinamneto tende a diminuire la disponibilità. Alterazioni irreversibili dell'ecosistema sono riduzione di risorse naturali e della biodiversità. Lo sfruttamento delle risorse minirarie è aumentato enormemente nell'ultimo secolo. Eccessivo sfruttamento delle risorse naturali non rinnovabili è problema di tipo ecologico che coinvolge non soltanto paesi industrializzati ma intero geosistema. Il problema nasce da diversa scala temporale degli eventi legati ai tempi economici e quelli legati a tempi geologici che in questo caso determina alterazione irreversibile del geosistema. Tra alterazioni dell'ecosistema che sperano soglia della reversibilità vi è la perdita della diversità biologica o biodiversità. Elevata biodiversità è ricchezza in termini generali poiché accresce le possibilità di utilizzo delle risorse rinnovabili veg e animal dipendono da ricchezza e varietà del patrimonio genetico. L' impronta ecologica Metodo dell impronta ecologica: metodo di calcolo utilizzato per valutare il probl dei consumi diseguali delle varie parti del mondo. → si calcola l'area del fattore terra (cioè di terra produttiva, come campi pascoli, foreste etc) e di marenecessaria per una persona, per produrre tutte le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti che produce. Per valutare i consumi di un paese si aggiungono alle sue produzioni interne le importazioni e si sottraggono le esportazioni. L'effetto serra e il cambiamento climatico globale il geosistema è insieme di oggetti e di fenomeni legati tra loro da flussi di materia ed energia che funzionano come un unico sistema nell'ambito del quale un'azione locale può avere ripercussioni sull'intero pianeta. Lo squilibrio ambientale che crea le maggiori preoccupazioni a livello gobale e che attualmente viene più studiato è quello dell'effetto serra che deriva dall'aumento della temperatura dell'atmosfera a causa della crescita percentuale di alcuni gas. Un aumento eccessivo di tali gas tende a far aumentare la temperatura terrestre in maniera anomala. I danni che derivano dal surriscaldamento del pianeta possono essere di diverso tipo. Tra i più gravi la fusione dei ghiacci polari con conseguente innalzamento del livello dei mari. Lo sviluppo sostenibile Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente snza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. Questa definiz implica 2 concetti chiave: -soddisfazione dei bisogni estesa a tutti gli abitanti della terra, in particolar modo ai più poveri -responsabilità verso i posteri ai quali bisogna poter consegnare uno stock di riserve adeguato e un ambiente senza gravi squilibri. E inoltre concetto di sviluppo che tenga conto non soltanto del reddito economico e della quantità dei beni prodotti, ma anche della qualità dell'ambiente e quindi della qualità della vita che comprende condizioni sanitarie, culturali e sociali della popolazione. Sviluppo sostenibile si basa su 3 principi fondamentali: 1 integrità del sistema: mantenere il geosistema e gli ecosistema integri → limitando prelievi ed emissioni, e evitando ogni alterazione irreversibile → non alterare la capacità degli ecosistemi di mantenersi in equilibrio 2 efficienza economica: è efficiente un sistema economico che garantisce il massimo della produzione e di consum compatibili con gli equilibri ecologici, permettendo di mantenere costanti nel tempo le potenzialità dell'ambiente 3 equità sociale: riferita a due scale temporali: -intragenerazionale: possibilità di accedere alle risorse , come equa distribuzione dei redditi, diritto di ogni persona alla propria cultura, religione, idea politica -intergenerazionale: far in modo di non precludere a generazioni future possibilità di fruizione dell'ecosistema e delle sue risorse Sostenibilità: lasciare a generazioni future opportunità e qualità di vta non inferiori a quelle ereditate Sostenibilità debole: possibilità di sostituzione tra capitale naturale e capitale prodotto dall'uomo: ogni generazione potrebbe impoverire l'ambiente naturale purchè compensi degrado accrescendo il valore dell'ambiente prodotto (città) Sostenibilità forte: lasciare alle generazioni future l'intero stock di capitale naturale che non può essere sostituito da quello artificialmente prodotto dall'uomo. Le forme della sostenibilità Sostenibilità ambientale: integrità dell'ecosistema terrestre. Qualità dell'ambiente deve essere difesa dagli inquinamenti e dalle emissioni dei rifiuti → necessario ridurre la mole di rifiuti evitando sprechi ed utilizzando tecniche che favoriscano la lavorazione e produzioni “pulite”. Sostenibilità economica: efficienza economica attraverso un attenta gestione delle risorse (materie prime) per non giungere ad un loro esaurimento. Sosenibilità demografica: legata alla sostenibilità economica → prende in considerazione la capacità di carico di ciascun territorio in relazione alla popolazione → numero di abitanti al quale è in grado di offrire livello di vita equo. Sostenibilità sociale: si basa sul concetto di equità sociale come principio etico ed economico poiché diseguaglianze sociali portano a conflitti di vario genere che riducono la ricchezza complessiva disponibile. → da perseguri sia nei singoli paesi che su scala mondiale. Sostenibilità geografica: evitare squilibri territorialo nella distribuzione, degli insediamenti urbani, attività economiche, sfruttamento del suolo e delle risorse. Sostenibilità culturale: lo sviluppo non deve avvenire lungo un unica direttrice ma deve essere in proporzione alle necessità e ai mezzi delle singole culture le quali devono preservare le peculiarità. Ciò è dovuto a processo di omologazione innescato dalla globalizzazione: le particolarità globali devono rappresentare serbatoi di diversità. Industria “ecologica” Anche le risorse naturali sono divenute merci: si è creato un mercato di beni ecologici come acque minerali, frutta e verdure, agricoltura biologica, e abitazioni lontane da città. Le nuove attività economiche legate a ecologia o ecobusiness sono finalizzate a riparare i danni apportati agli ecosistemi (smaltimento dei rifiuti, disinquino di aria, acque, terreni etc). Queste economie, pur contribuendo a limitare in parte i danni hanno effetto perverso del perpetuarsi delle distruzioni ambientali, come condizione generale per il mantenimento della domanda di principali protagonisti dell'aumento demografico. La transazione demografica Tassi di mortalità → legati a tenore di vita, efficienza sistema sanitario Tassi di natalità → legati al modo di vita e a sistema sociale (più alti modelli di vita agric più bassi modelli industr) Cmq variano nello spazio, tempo, paese, regione. → per spiegare questo teoria della transizione demografica: secondo la quale esiste un regime demografico moderno, uno antico separati da uno stadio di transizione. Situazione demografica antica: tipica delle società preindustriali → elevati tassi di natalità compensati da elevati tassi di mortalità. Società basate su unità produttive familiari. Transizione: si divede in due fasi: • si riduce la mortalità → effetto di migliori condizoni di vita e introduzione di cure mediche; la natalità ancora alta • si riduce tasso di natalità → conseguenza della mutata situa sociale Regime moderno: natalità diminuisce fino ad eguagliare mortalità e in alcuni periodi in negativo. Attualmente stadio di transizione terminato quasi ovunque e paesi europei entrati quasi tutti in regime moderno con saldo negativo. Crescita maggiore nei paesi in cui transizione è appena iniziata (Africa, Asia meridionale, Bolivia). Distribuzione geografica della popolazione diff nella distribuzione dell'umanità sulla superficie terrestre → parti della terra completamente disabitate perchè ostili a insediamento umano e restante superficie è abitatata e detta ecumene con densità fortemente variabile. Continente più popolato Asia seguito da Europa, quello meno popolato Oceania. Anche all'interno di ogni continente sono presenti differenze . Le migrazoni La popolazione varia oltre che per movimento naturale anche per movimento migratorio → per ONU circa 20% della popolazione mondiale costituito da persone che hanno lasciato per forza o scelta il loro paese d'origine. 3 tipi di fattori di movimento di popolazione: 1 Transazione demografica: accanto a paesi che sono ormai nel regime moderno (poca crescita della popolazione) ve ne sono molti ancora nella prima fase di transizione (ancora forte crescità popo) → si parla di transizione migratoria → i flussi si verificano da zone povere a zone ricche. 2 Differenza nel reddito: e nella qualità di vita 3 mondializzazione dei trasporti e delle comunicazioni: riduce le distanze chilometriche e culturali. La popolazione come risorsa economica Capitale umano: popolazione è risorsa economica di fondamentale imp poiché produzione di un paese legata a num di investimenti e num di lavoratori occupati. Popolazione attiva: insieme di persone in età lavorativa che lavora o che cerca lavoro. Percentuale di attivi varia ed è legata a struttura per età → nei paesi giovani ridotta per alto num di bambini, nei paesi vecchi per alto num di pensionati. Dati sul lavoro possono essere falsati perchè ignorano fenomeno del lavoro sommerso (lavoro a nero) quello non denunciato per evedere il fisco o eludere leggi di tutela dei lavoratori. In partiolare occultato lavoro dei bambini diffuso nel Sud del mondo. Non tutta popolazione attiva è realmente occupata → comprende anche disoccupati, diffusi in paesi ricchi e poveri. Paesi industrializzati: percentuale sempre presente anche in periodi di crescita economica ed è legata a politiche per il lavoro: una deregolamentazione sul lavoro fa aumentare il numero delle assunzioni. Paesi del Sud del mondo: dati su disoccupazione poco significativi → o mancano o solo stime approssimative e maggior parte di questi paesi ha tasso di disoccupazione più alto di paesi industrializzati. In tutti disoccupazione donne più elevato di uomini. Oltre num di occupati imp è considerare la loro produttività che dipende da diversi fattori: molto imp → condizioni di salute, livello di istruzione . Investimenti pubblici in questi settori migliorano la produttività generale del lavoro. Sanità e istruzione → caratteristiche da punto di vista sociale e della produttività del capitale umano. Sanità: forti diff tra paesi ricchi e paesi poveri. Anche se miglioratadurante seconda metà del xx sec esistono ampie zone, in partic continente afric dove situa sanitaria precaria. Istruzione: in societa moderna grado di istruzione è richiesto a tutti per partecipare a vita politica e civile per accedere ai servizi e inserirsi nel mondo del lavoro. Quindi in tutti gli stati livello di istruzione di base garantito da scuola pubblica (ma non sempre accesso garantito a tutta popolazione → Sud del mondo per mancanza di mezzi poche scuole e analfabetismo, particolarmente grave continente afric). ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE DEGLI SPAZI AGRICOLI Premassa Secondo il determinismo ambientele vi è una stretta relazione causa-effetto tra ambiente naturale e fatti umani. Ma in realtà le condizioni che l'ambiente naturale pone, fattori fisici impediscono agricoltura su parte cospicua deela superficie emersa del pianeta → impossibile attività agricola e soprevvivenza dell uomo (regioni polari o pendii rocciosi) sul restante 35-40% vi sono 3 fattori che influenzano l'agricoltura rendeno alcune regioni più favorevoli di altre o permettono coltivazione di specie vegetali diverse. Intervento umano può controllare e modificre parzialmente l'ambiente naturale → es con opere di irrigazione e bonifica o terrazzando. Condizioni ecologico-ambientali condizioni di natura fisico-ambientale sono suddivise in 3 gruppi principali: 1 il clima e le acque: temperatura minima di 5-7 °C è condizione essenziale per la germinazione del seme. Dove temperature sono elevate per l'intero arco dell'anno è possibile coltivazione di numero maggiore di prodotti. Occorre altra distinzione: grano esige temperatura media più elevata di quella della barbabietola e non può essere coltivato dal 60° parallelo mentre mais e cotone temperature più alte. È quindi possibile individuare grandi eree di coltura specifica (dove si coltivano solo un certo tipo di cose come banano, grano, olivo etc). Tutti i vegetali richiedono quantità variabili di acqua, richiesta soprettutto nel Sistemi culturali e società rurali Società rurali con ambiente naturale → rapporto complesso. In ogni grande area climatica → formazione di sistema culturale basato su associazione di due o più varietà vagetali e questi sistemi dipendono da condizioni tecnologiche e scelte dei gruppi umani. I sistemi policulturali si sono perpetuati nel tempo senza grosse modifiche, fin da quando dall'Europa del tardo medioevo ci fu una progressiva crescita della produzione con sostituzione del cavallo con il bue, la rotazione delle colture, etc. La crescita della produzione consentì di alimentare una popolazione più numerosa e ne favorì la concentrazione nelle città. Dal XXVIII e il XIX sec le produz agricole trovarono più ampi sbocchi di mercato e unito a vari fattori di natura politica, si creò una nuova rete mondiale di produzione e scambio. Nella prima metà di questo secolo si sono diffusi i fertilizzanti e pesticidi chimici, una selezione scientifica delle piante, l'utilizzo delle macchine → ultima trasformazione dell'agricoltura. Fattori tecnici: Processo tecnico in agricoltura → si manifesta con crescente capacità di controllo e trasformazione delle condizioni naturali. Limiti climatici possono essere parzialmente superati, uso delle macchine permette una lavorazione profonda del terreno. Tuttavia l'insieme di queste misure dipende dalle condizioni economiche e tecnologiche in cui operano le diverse società umane. Le aree maggiormante produttive non corrispondono necessariamente ai più alti livelli di produttività biologica: importanti regioni agricole del globo realizzano imp eccedenze produttive pur registrando una produttività biologica reltivamente bassa (Corn Belt degli Stati uniti centro- orientali). Intervento umano decisivo per mitigare i condizionamenti imposti dall'ambiente fisico → ciò dipende da capacità tecniche di cui dispongono le diverse formazioni sociali. Le tecniche agricole possono andare da metodi agricoli tradizionali alle forme più avanzate di progresso tecnico . Queste ultime hanno consentito di aumentare i livelli produttivi in presenza di una diminuzione costante dell'occupazione rurale. La tecnologia può trasformare il contesto ambientale solo in presenza di condizioni economiche e politiche. Fattori sociali, demografici e politico-economici. Grandi e piccole strutture fondiarie: distinzione tra grande e piccola proprietà ha valore relativo poiché la dimensione della proprietà assume significato in rapporto al contesto sociale cui si fa riferimento, al tipo di coltura, alla fertilità dei suoli alle norme organizzative. Dall'ultimo dopoguerra in molti paesi trasformazione relativamente profonda del regime della proprietà terriera in risp a emergenza di molteplici fenomeni: decolonizzazione, pressione demografica, nuovi regimi politici, movimenti di rivendicazione delle masse contadine. → si è posto con urgenza il probl di riforma agraria → trasformazione sistematica delle strutture fondiarie di uno stato o di una regione, da realizzarsi tramite divisione di terre in piccole e medie proprietà a conduzione diretta allo scopo di migliorare le tecniche colturali, accrescere la produzione agricola ed eliminare le cause della conflittualità sociale. Riforme agrarie: Rifoma agraria non è nuova, fin dall'antichità. Riforma agraria: molteplici interventi volti a modificare le modalità di conduzione dei terreni, includendovi sistemi colturali, distribuzione della proprietà, infrastrutture e servizi che si accompagnano alla produzione agricola → interventi cioè indirizzati al miglioramento delle tecniche e dell'organizzazione agricola. “riforma agraria” → è spesso sinonimo di riduzione delle dimensioni della proprietà che si realizza attraverso l'espropriazione, da parte dello stato della grande proprietà terriera, e la sua ripartizione in fondi di minor dimensione → che vengono poi assegnati alle famiglie coloniche , che li coltiveranno in proprio o unendosi tra di loro in forma cooperativa. L'espropriazione può avvenire a titolo oneroso (con versamento di indenizzo calcolato su valore della terra), oppure attraverso confisca. Obbiettivi riforma sono sia di ordine economico che di natura sociale → • economico: necessità di migliorare le condizioni produttive e redditività nello sfruttamento dei terreni • sociale: soprattutto nei paesi in cui settore agricolo è preponderante (terzo mondo), a causa della crescente pressione demografica nelle campagne che rende più acute le diff avviene una redistribuzione della proprietà della terra. La riforma agraria avviata in Italia nel 1950 è l'esempio di politica volta a dare soluzione ai “sintomi patologici dell'agricoltura contadina”, il problema della povertà di massa della popolazione rurale. Le terre vennero espropriate tramite indennizo versato ai proprietari sottoforma di Buoni del Tesoro e poi vennero suddivise in lotti fra circa 300°000 famiglie contadine. La nuova trama della proprietà fondiaria, unita a creazione di un tessuto abitativo diffuso in diversi lotti determinò la modificazione profonda del paesaggio agrario e si accompagnò alla trasformazione delle colture: terreni di pascoli e produzione di cereali si ridussero, crebbero i capi di allevamento, le colture foraggiere, gli ortaggi, vigneti e frutteti . Al miglioramento delle coture si accompagnò però un risultato economico modesto poiché la crescita della produzione fu inferiore a quella prevista. Questo perchè vennero trascurati i servizi sociali, e perchè si optò per un'eccessiva frmmentazione dei fondi in proprietà che spesso risultarono di dimensioni così modeste da non consentir una gestione competitiva dell'azienda familiare. Il successo della riforma avvenne solo in alcune aree costiere. Le politiche agrarie: Dalla seconda G.M. Evoluzione agricoltura nei paesi svilupp attraversato da 2 fasi: • 1) fino verso metà anni 80 fu produttivistica caratterizzata da un processo continuativo di modernizzazione. • 2) post-produttivistica non sostituisce l'organizzazione già affermatasi in precedenza, ma a questa si somma con obbiettivo di ridurre i livelli di produzione e intensificare le relazioni fra economia agricola e altre forme di sviluppo rurale. Entrambe queste fasi sono modalità di intervento degli organismi istituzionali. Nel primo caso lo sviluppo dell'economia agricola è corrisposto a 3 processi connessi: • intensificazione della produzione • concentrazione della produzione • specializzazione (aziende producono num sempre più ristretto di vege) Queste 3 caratteristiche hanno dato vita a forme capitalistiche di organizzazione dell'attività agricola successivamente rafforzate con avanzamenti nella ricerca biotecnologica. Consumi e commercializzazione dei prodotti agricoli I regimi alimentari: Il consumo alimentare nei paesi sviluppati ha subito nell'ultimo secoloprofondi cambiamenti. Aumento popo urbana e crescita progressiva del potere d'acquisto → hanno portato a riduzione dei sistemi di produzione agricola rivolti all'autoconsumo sostituiti da sistemi specializzati i cui prodotti entrano nel circuito del commercio alimentare. Cresciuta domanda di prodotti nuovi (es frutta tropicale) e prodotti di sostituzione. Nei paesi industrializzati è diminuito il consumo di cereali e aumntato quello di carne, e nei paesi del terzo mondo è avvenuto il contrario. Esigenza alimentare di un individuo varia da età, condizioni climatiche, sesso. Popolaz paesi sviluppati consuma quantità di calorie superiore al necessario. Gli scambi commerciali: Lo schema di scambi commrcaiali è relativamente semplice → gli Stati Uniti rappresentano il principale esportatore di cereali e il secondo produttore mondiale dopo la Cina. Il fabbisogno di molti paesi deve spesso essere integrato ricorrendo allimportazione da alcuni paesi sviluppati che prducono eccedenze. Il commercio mondiale è caratterizzato da signicativi flussi di derrate agricole destinate ai paesi industrializzati europei e all'America settentrionale che comprendono prodotti tropicali (frutta, cacao, caffè etc) e cereali. Il commercio di prodotti tropicali ha conseguenze rilevanti su economie di paesi sottosviluppati. Nella maggior parte dei casi sono paesi scarsamente industrializzati, con struttura produttiva che dipende da settore agricolo e in particolare da singole tipologie di beni. I paesi della Triade (Europa, America sette e sud-est asiatico) assorvono più dei 2/3 delle esportazioni mondiali di prodotti agricoli. I paesi esportatori in via di sviluppo sono vulnerabili di fronte alle fluttuazionidella domanda e dei prezzi sui mercati mondiali: una riduzione della domanda può tradursi in gravi crisi economiche. I flussi commerciali sono controllati da un numero limitato di grandi imprese che da sole commercializzano una quota significativa dei prodotti agricoli europei e statunitensi. Queste imprese lasciano ai produttori i rischi legati alla produzione e quelli connessi all'irregolarità dei prezzi per concentrarsi nelle fasi di commercializzazione. I grandi sistemi di produzione I grandi sistemi di produzione possono essere classificati in 2 tipologie dell'agricoltura: • agricoltura contadina o tradizionale: diffusa soprattutto nei paesi sottosviluppati → è agricoltura attiva cioè occupa una quota consistente di popolazione pur fornando livelli di produzione modesti. Gli agricoltori sono spesso piccoli proprietari terrieri con limitate possibilità di acquistare attrezzature e fertilizzanti → quindi è agricoltura rivolta a autoconsumo. È ancora ampiamente praticata nella maggior parte delle società rurali dell Asia, Africa, America Latina e europa mediterranea. È policulturale cioè prevede coltivazione di diverse specie vegetali in una stessa azienda agricola e dipende dalle condizioni naturali. • Agricoltura capitalistica: dipende dal mercato e assume forme produttive che consentono la realizzazione del profitto. L'azienda familiare si è trasformata adottando nuove tecniche produttive e adattandosi alle variazioni del mercato. Al suo interno si è affermata l'impresa agroindustriale → che prevede: a) integrazione tra agricoltura e industria alimentare → le imprese controllano del settore controllano un ciclo produttivocompleto: dalla produzione alla trasformazione alla commercializzazione dei prodotti. A valle riappare l'industria che si occupa prima dell'immagazimento del raccolto e successivamente delle diverse fasi della trasformazione dei prodotti. b) il dominio dell'industria sull'agricoltura poiché la magior parte del valore contenuto nel prodotto finale non proviene dall'attività agricola ma dalle attività industriali. c) la realizzazione delle diverse fasi produttive all'interno di un'unica grande impresa che fa proprie le funzioni svolte in precedenza da altri soggetti economici. Es di completa integrazione del ciclo agroindustriale → Unilever il maggior produttore mondiale di Forme agricole commerciali contadine: Complesse dal punto di vista tipologico a causa delle trasformazioni avvenute nel tempo e strette relazioni con economia industriale e urbana. Diffusa in europa con rivo industr ha sostituito forme di produzione tradizionale a causa della pressante richiesta di prodotti di consumo da parte delle società urbane. Oggi completamente commerciale e utilizzo di sempre nuove tecniche di coltura. Sono caratterizzate da inseparabilità tra economia agricola ed economia urbana. La diff tra economia contadina della zona temperata e da quella puramente speculativa delle grandi piantagioni: conduzione in gran parte familiare e diretta, ma in particolare il rapporto tra produzione e consumo. → infatti i prodotti sono destinati a mercati ubani, regionali o nazionali relativamente vicini al luogo di produzione. Altri fattori che caratterizzano agricoltura commerciale contadina nella zona temperata: a elevato prezzo dei terreni ,soprattutto vicino a centri urbani e imposta costante ricerca di elevata produttività. Se ricavato non è sufficiente a coprire i costi di produzione, spesso viene abbandonata. b È concorrenziale con altre attività, prima fra tutte con l'industria per quanto riguarda costo del lavoro e occupazione del suolo. c Cresciente specializzazione che ha permesso rese produttive elevate per rispondere alla domanda di mercato. I ricavi elevati dalla specializzazione delle colture derivano da organizzazione razionele delle colture e presenza di adeguato sistema di trasporto. Nel primo caso (agricoltura periurbana) attività agricola si è trasformata → i prodotti sono coltivati su appezzamenti di misure modeste e trasportati rapidamente al mercato.è presente negli intorni di tutti i centri ubani dei paesi industrializzati. È realizzata in ambiti quai artificiali: la serra è diventata componente del paesaggio suburbano. In altre parti invece si sono create regioni agricole specializzate in prodotti destinati a mercato nazionale o estero. Scelta varietà, struttura della proprietà, tipi di conduzione, entità degli investimenti dipendono da molteplici fattori: • mercato per cui si realizzano quelle produzioni che consentano profitti maggiori • politiche agricole nazionali che operano mediante incentivi e sussidi finanziari volti a favorire certe colture in certe regioni • condizioni ambientali, struttura della proprietà e delle imprese, derivante da evoluzione storico-culturale di ogni paese. L'agricoltura speculativa di piantagione: Non si estende su tutta l'area intertropicale anche se specializzata nella coltivazione di prodotti tipici delle regioni a clima tropicale umido: america centrale, golfo di guinea, asia sud-orientale. Agricoltura volta interamente all'esportazione → predilige localizzazione vicino alle coste e vie navigabili ribadendo così modello di sfruttamento coloniale. Fornisce numero limitato di prodotti → si possono individuare alcune grandi regioni altamente specializzate: produzione di caucciù asiatica, 2/3 del cacao africa e banane caffè, america latina. Livelli ancora più elevati di specializzazione si trovano all'interno dei singoli paesi: caffè, zucchero e cacao → Brasile, tè → Sri Lanka, caucciù → Malaysia, caffè e banane → costa d'avorio. Quota di superficie occupata dalle piantagioni è molto variabile da un paese all'altro. Agrioltura di piantagione si è sviluppata in epoca coloniale , anni successivi a secondo conlitto hanno alterato l'organizzazione dello sfruttamento agricolo della regione intertropicale coinvolgendo economia dei paesi produttori in misura sempre più ampia. In quesgli anni, anche grazie a finanziamenti di organismi internazionali, nel terzo mondo cominciato investimento per la creazione di porti, vie di comunicazione, e contemporaneamente negli stati nazionali si formavano le prime industrie per la lavorazione de prodotti della terra. Questo processo → rivoluzione verde per intensificare utilizzo della terra mediante meccanizzazione, nuovi sistemi di irrigazione, diffusione di pesticidi e introduzione di cereali ibridi con alta resa e alto contenuto proteico da destinare all'alimentazione della popolazione. In partivolare rivo verde comportò accorporamento di piccoli appezzamenti di terreno in grandi colture specializzate . Solo una parte ristretta della popolazione aagricola potè beneficiare dei rivolgimenti in atto. Ciò decretò un ulteriore spaccatura fra grande proprietà e masse di popolazione indigena verso cui la rivo verde era virtualmente rivolta. Eliminazione della veccha proprietà individuale , unita a massiccia introduzione di tecnologie favorì disoccupazione rurale → diffuse correnti migratorie. Migrazioni anche interne dalle campagne alle città con conseguente esplosione demografica delle aree urbane. Trattandosi di un sistema votato interamente all'esportazione necessita di stette connessioni con i mercati di destinazione dei prodotti → queste si realizzano mediante relazioni tecniche che modificano l'organizzazione territoriale dei paesi interessati. L'economia di piantagione è all'origine di una riorganizzazione progressiva del territorio. Le strategie d'impresa mutano in rapporto alle condizioni locali. Queste possono esprimersi in 2 forme di intervento: - presuppone il coinvolgimento della società indigena contadina nel sistema produttivo importato. La grande impresa capitalistica si limiterà a controllare indirettamente la produzione dei piccoli proprietari locali , i quali rimarranno la figura sociale dominante anche se dipendente dal sistema agroindustriale. Quest'ultimo si troverà cmq in condizione di quasi-monopolio e intere regioni si trasformeranno in senso monoproduttivo. - La più diffusa e quella che meglio risponde alla logica dell'agricoltura speculativa di piantagione → appropriazione fondiaria da parte della grande impresa agroindustriale e la contemporanea disgregazione dela società contadina indigena. L'espropriazione dei coltivatori autoctoni e la loro trasformazione in proletariato agricolo e lingresso massiccio del capitale estero , introduz di tecnologia avanzata. L'agricoltura capitalistica dei grandi spazi Anche in questo casoagricltura specializzata altamente speculativa, caratterizzata dalla grande distanza che separa i luoghi di produzione dai centri di mercato e di consumo dei prodotti. Si differenzia dalla precedente per la locaizzazione in regioni a clima temperato scarsamente abitate ed alcune volte comprese in paesi industrializzati: le grandi pianure degli stati uniti e del canada, la pampa argentina, l'australia occidentale, la nuova zelanda e le steppe del sudafrica. Si distinguono per il loro carattere setensivo, la scarsa quantità di mano d'opera e l'alta intensità di capitale investito. Enormi quantità di cereali e prodotti dell'allevamento sui quali gli agricoltori non esercitano praticamente prelievo per i loro consumi. Le origini di questa forma di agricoltura risalgono all'arrivo dei coloni europei nei territori d'oltre oceano. Inizialmente allevamento intensivo, poi due fenomeni tra loro connessi aprirono la strada alle coltivazioni cerealicole: - rivo industr in europa e in america settentrionale → le nuove industrie fornirono macchinari agricoli e consentirono la diffusione delle tecniche di trasporto rapido delle derrate - i bassi costi di produzione: le praterie oltreoceano esigevano un basso investimento fondiario gicando un ruolo sempre più incisivo sui mercati mondiali della carne e dei cereali. La disponibilità illimitata di spazio è altro fattore essenziale → consente di adeguare l'offerta al variare della domanda: se quest'ultima diminuisce, la superficie coltivata viene rapidamente ridottaper tornare ad estendesi appena il mercato ritorna ai livelli precedenti. Ciò è reso possibile da una conduzione dei fondi basato sulla grande proprietà capitalistiche. Può adattarsi rapidamente alle nuove tecniche agricole e trasformarsi difronte alla modificazione della domanda. LA PRODUZIONE MINERARIA ED ENERGETICA le materie prime minerarie sono alla basedi gran parte delle atività produttive. Sono utilizzate fin dall'epoca preistorica ma loro utilizzo su larga scala è iniziato con rivo industriale caratterizzata da uso massiccio del ferro come materia prima e dal carbono come fonte di energia. Lo sviluppo industriale è strettamente legato alla capacità e alle forme di utilizzo dell'energia. Una seconda rivo coincise con la scoperta di nuove fonti energetiche, più facilmente trsportabili, immagazinabili e convertibili → in particolare l'impiego del petrolio e del gas naturale. Più recentemente introduzione di un'altra risorsa fossile, l'uranio in sostituzione del petrolio ha diffuso in alcuni paesi l'utilizzo dell'energia nucleare. Le materie prime minerarie: Tra le materie prime si distinguono: - minerali metellici: tra i quali rientrno ferro, metalli preziosi e altri metalli non ferrosi - minerali non metellici: potessio, zolfo, sale etc Il ferro è il più diffuso di tutti i metalli. Fondamntela la distinzione tra risorsa e riserva: • risorse minerarie: quantità di minerali scoperti , di natura metallica e non, il cui volume è stato stimato e il cui sfruttamento è economicamente e tecnologicamente possibile. Un materiale entra a far parte di una risorsa soltanto quando acquista un'utilità economica e sociale. • Riserva: parte delle risorse che sono effettivamente disponibili, per le quali esistono condizioni tecnologiche economiche e politiche per il loro immediato fruttamento. Le riserve costituiscono solo una parte delle risorse. Le materie prime sfruttate a fini economici che si presentano sottoforma di giacimenti. I giacimenti a cielo aperto sono quelli di superficie che per vvie ragioni sono quelli di più agevole sfruttamnto. Per i depositi di profondità vengono costruiti dei tunnel. I menerali si trovano raramnte allo stato puro → quasi sempre sono frammisti a ganga che è priva di valore economico. Fonti e forme energetiche sotto il profilo merceologico si distinguono: - fonti usate come combustibili → comprendono combustibili minerali fossili, le biomasse e i minerali radioattivi usati nelle centrali nucleari. - Fonti di energia naturale: acque correnti, irradiamento solare, calore proveniente dalla crosta terrestre. di sfruttamento e la capacità di rinvenimento di nuovi depositi. La capacità di prospezione è alla base di profonde trasformazioni nella geografia delle materie prime. La diffusione delle fonti energetiche si è accompagnata nell'ultimo secolo all'aumento vertiginoso dei consumi e a un costante processo di sostituzione di una fonte con un'altra. In particolare il carbone è stato sostituito con il petrolio e con il gas naturale e in alcuni casi con energia nucleare. La crescita del prezzo del petrolio e la riduzione delle riserve negli ultimi 30 anni ha portato a un calo della percentuale di petrolio utilizzato sul totale delle fonti di energia , sostituita per metà dall'energia nucleare e per metà dal gas naturale. La rapida evoluzione dei consumi è stata resa possibile fino al 1973 dal prezzo relativamente basso degli idrocarburi. Ciò ha contribuito a determinare un modello di sviluppo economico a consumo energetico estensivo (fondato sull'impiego di grandi quantità di energia), caratterizzato da: • espansione industriale basata su settori ad elevato consumo energetico • rapida diffusione di beni di consumo durevoli altamente consumatori di energia (auto elettrodomestici etc) • sistema di trasporti in cui il mezzo privato si è sviluppato più rapidamente di quello pubblico e quello su strada più intensivamente di quello su rotaia • modello residenziale basato sulla casa unifamiliare e sulla diffusione suburbana delle residenze che ha prodotto crescite esponenziali dei consumi energeticiper spostamenti e riscaldamento. Le previsioni dei consumi sono diverse a seconda delle fonti cui si fa riferimento. In linea di massima si prevede che: → i paesi sottosviluppati, alle prese con una crescita demografica, aumenteranno sensibilmete nei prossimi decenni la quota di consumo totale. → nei paesi sviluppati si assisterà a un rallentamento della crescita dei consumi di energia primaria grazie all'introduzione di nuove tecnologie nell'industria e nei trasporti e alla prevedibile maggior diffusione dei trasporti pubblici. (gran parte relativa alla crescita dei paesi in via di sviluppo è prevista in asia) Regioni di produzione e di consumo minerario La geografia degli spazi minerari ed energetici si basa su due ordini spaziali → quello dei luoghi di estrazione delle fonti e quello delle zone di distribuzione dell'energiaprodotta. Le due aree sono connesse tra loro da flussi di prodotto. Quello della produzione mineraria ed energetica è dunque uno spazio puntuale i cui elementi di connessione sono rappresentati da flussi fra luoghi diversi: a fra aree di estrazione delle fonti e aree della loro trasformazione in semilavoratori o in energia b fra luoghi d estrazione e luoghi di distribuzione dei semilavoratori e dell'energia prodotta Ineguale distribuzione delle fonti minerarie e condizione di dipendenza in cui si trovano molte economie industrializzate, con elevato consumo di materie prime e dipendenza nei confronti di quei paesi che detengono quote maggiori di riserve. Accanto a queste diseguaglianze nella distribuzione delle riserve esistono nel mondo profondi squilibri nei livelli di consumo. L'economia statunitense, con il 6% scarso di popolazione consuma attualmente ¼ dei minerali mondiali.la russia è autosufficiente e fortemente esportatrice. La geografia minerale si è assai modificata negli ultimi decenni → paesi che nell'immediato dopoguerra non conoscevano la presenza di minerali sul proprio territorio sviluppando attività di prospezione si sono trasformati in grandi posssessori di riserve. Altri paesi, come Cuba, hanno visto ridurre enormemente l'imposrtanza relativa dei propri giacimenti. Attualmente la complessità della geografia mineraria può essere sintetizzata individuando 4 grandi situazioni regionali, ognuna delle quali mostra specifiche caratteristiche e problemi. 1 Europa occidentale e Giappone → 2 grandi regioni altamente consumatrici ma scarsamente dotate di materie prime le cui principali aree di approvigionamento sono rispettivamente l'Africa e l'area del pacifico. Il Giappone → economia non dotata di materie prime ma impegnato in un processo di industrializzazione intenso → esempio perfetto dei costi di trasporto: aumentando la domanda nipponica di materie prime i costi di trasporto nell'area asiatica e australiana sono diminuiti; al tempo stesso il giappone è diventato il principale destinatario delle materie prime, sostituito americ e europa. Entrambi questi 2 fattori hanno contribuito ad aumentare la prospezione mineraria nell'asia sud-orientale (scoperti 190giacimenti) 2 Americ settentrion è altamente consumatrice ed esportatrice di alcuni meteriali. Anche se gli scambi con gli altri paesi sn intensi, l'americ latina è cmq il maggior fornitore del continente. 3 Fino a tempi recenti russia ed est europeo erano chiusi, scambi di dimensioni poco rilevanti in valore e in quantità. Recenti accordi di firnitura di minerali verso europ e giappo hanno cambiato la situa. 4 I paesi sottosviluppati visti tradizionalmente come esportatori devono essere a loro volta suddivisi al loro interno poiché gran parte delle riserve è concentrata in un numero liitato di paesi. Geografia degli spazi energetici deve tener conto delle aree di estrazione e di quelle di consumo. L'energia idroelettrica: forma di energia che caratterizza paesi e regioni maggiormente ricchi di fonti idriche. (fra i paesi europe solo austria e svezia en idroeletrica è prioritaria rispetto ad altre fonti). Quebec e Ontario canadesi sn le aree di maggior produzione mondiale. Energia da carbone: la possibilità di trasportare il materiale anche se costosa e meno redditizia di quella del petrolio, fa si che questa fonte energetica presenti una localizzazione meno rigida di quella idroelettrica. Nonstante i vantaggi dati dal costo relaticvamente basso del materiale, diversi sn i fattori che hanno impedito di fare del carbone la fonte energetica principale: - tempi unghi di attivazione dei giacimenti e di adeguamento dei sistemi di trasporto - elevato inquinamento ambientale prodotto dalla combustinone - minor contenuto calorico rispetto ad altre fonti Per questo l'utilizzo del carbone dipende dalla localizzazione dei giacimenti → scarso vlume degli scambi nel commercio internazionale Forma di utlizzo regionale → si possono distinguere alcune regioni tipiche: a vecchie aree carbonifere dell'europa occidentale , parziale esaurimento dei depositi di superficie e alto costo di estrazione nei piccoli giacimenti di profondità → limitato impiego b Stati Uniti hanno 80% delle riserve del mondo occidentale ma cmq carbone copre solo 20% L'analisi è duplice: - riguarda l'influenza che la localizzazione dei giacimenti può avere sulla più generale struttura territoriale delle regioni coinvolte - deve prevedere in carico il rapporto esistente fra attività estrattiva e infrastrutture di trasporto. Sotto il primo aspetto la decisione di sottoporre a sfruttamento una riserva produce effetti a catena capaci di modificare le tradizionali forme di organizzazione territoriale. → nei decenni dopo rivo industr la localizzazione dei depositi minerari ha rappresentato condizione per lo sviluppo regionale . A causa degli elevati costi di trasporto e l'insufficienza delle infrastrutture viarie → le aree di estrazione mineraria e di approvigionamento energetico rappresentarono la sede delle grandi concentrazioni industriali. Venuti meno questi impedimenti tecnici queste hanno iniziato a muoversi più liberamente creando separazione funzionale fra regioni industriali e regioni minerarie. Attualmente una regione mineraria è un area di esportazione di materiali utilizzati altrove per cui la sua organizzazione territoriale poggia su di ufficiente sistema di trasporti e di infrastrutture specializzate. Le vie di comunicazione possono esercitare influenza notevole sulla volorizzazione del potenziale minerario. In altri casi dopo una crescita e un popolamento importante possono verificarsi, una volta esaurite le capacità produttive, fenomeni di declino rapido e irreversibile. L'attività mineraria produce specifiche trasformazioni negative del paesaggio e dell'ambiente sotto forma di impianti e linee ferroviarie dismesse, aree disboscate e superfici ingombre di detriti. Altri fenomeni negativi sono l'inquinamento dei corsi d'acqua e dell'aria, la distruzione dell'ecosistema e gli effetti che le estrazioni di profondità possono produrre sull'assestamento del suolo rendendolo spesso soggetto a sprofondamenti e inadatto alle costruzioni. Prezzi, mercati e manovre speculative: l'organizzazione dei mercati e i prezzi relativi scontano una certa qual rigidità dell'offerta. Questo dipende dai tempi lunghi che si interpongono fra ricerca mineraria, decisione di sottoporre a fruttamento un determinato deposito e momento in cui può realizzarsi la produz su grande scala. Ogni decisione di investimento nel settore minerario deve prevedere una relativa incertezza poiché la realizzazione dei profitti è inevitabilmente procrastinata nel tempo e dipende dalla domanda e dalle flutuazioni di prezzo future. La riduzione dei prezzi può scontrarsi con la necesità da parte dei produttori di mantenere elevata l'offerta del prodotto, indispensabile a volte per rientrare dell'anticipazione finanziaria resasi necessaria per porsi a sfruttamento un deposito. La scarsità di un minerale può indurre una lievitazione del suo prezzo di mercato il che si traduce nella messa in valore dei depositi a tenore più povero, oppure nella sostituzione di un minerale con un'altro. Negli anni precedenti e durante l'ultimo conflitto mondiale i prezzi sui mercati internazionali furono relativamente elevati. Il dopoguerra ha invece innaugurato una fase durata fino all'inizio degli anni 70 in cui i prezzi reali delle materie prime ed energetiche rimasero costantemente bassi → cosa che portò a un intensificazione dei flussi minerali verso i paesi industrializzati e a un utilizzo estensivo delle risorse stesse. Fase brusca e generalizzata di lievitazione dei prezzi dal 1973 tuttavia ricominciarono a scendere dal 1978. le variazioni di prezzo incidono sulla scelta di porre sfruttamnto un deposito anziché un'altro. I prezzi delle materie prime sono soggetti anche ad oscillazioni di breve periodo determinate da operazioni sui mercati a termine e da manovre speculative da parte degli stati e delle imprese che operano nel settore tese all'acaparramnto di stock strategici. Attualmente la struttura del commercio e dei mercati mondiali è significativamente differente per i filiera → ma richiede il coordinamento di tutte le attività le quali producono un vantaggio competitivo in forza della loro complementarità. Intensificandosi le relazioni tra le imprese queste attività mutuano costantemente nel tempo coinvolgendo nuove imprese o eliminandone altre. L'insieme di questi rapporti funzionali si concretizza sul territorio , dando ad esso un'organizzazione che riflette l'espletamento dell'attività produttiva. In esso si realizza la rete di interscambi necessari per il reperimento dei diversi fattori. Le diverse fasi del processo produttivo non si svolgono necessariamente nella stessa località → la realizzazione di una catena di relazioni è ndispensabile per il funzionamento dell'industria. Nei settori in cui è presente l'impresa di grandi dimensioni si realizzano relazioni con il territorio circostante e relazioni di più ampio raggio. Al contrario dello spazio agricolo, quello industr si sviluppa in modo discontinuo sul territorio. Origini dell'industria manifatturiera: Pimi addensamenti industriali XVIII sec → manifatture tessili (inghilterra) e lavorazione dei metalli. La localizzazione di questi primi distretti era orientata verso giacimenti minerari e fonti di energia. Carbon fossile la principale fonte di energ → concentrazione delle manifatture in prossimità dei centri di estrazione. In It prime lavorazio tessili seconda metà del secolo scorso nella basse valli alpine del Piemonte e della Lombardia perchè abbondanza di energia idrica. Problema di ridurre i costi di trasporto. Economie di aglomerazione e di urbanizzazione: primi distretti industriali attirarono flussi migratori provenienti dalle campagne. Industrie leggere → pare più grande dei costi di produzione non era data dal trasporto ma dall'abbondanza di forza lavoro diversificata e relativamente qualificata. 3 condizioni generali di localizzazione delle industrie nei primi due sec di sviluppo industriale: - presenza di materie prime ed energetihe - bacini di forzza lavoro - mercati sui quali commrcializzare i prodotti dal secondo dopogurra sviluppo industr diffuso in tutte le regioni. Ma quelle che si erano industrializzate per prime mantengono ancora strutture produttive particolarmente solide → processo di localizzazione industriale opera con un certo grado di inerzia : aree nelle quali si erano concentrati i primi fenomeni industriali hanno continuato ad attrarre investimenti → concentrazione di industrie = addensamento di infrastrutture (trasporti, servizi, abitazioni) che costituiscono vantaggio per altre imprese che vi si localizzano successivamente. Queste sono le codizioni che favoriscono la creazione di relazioni tra le imprese → queste relazioni si realizzano all'interno e all'esterno dell'impresa: - all'interno della singola impresa riduzione dei costi di produzione è possibile aumentando la dimensione dell'impresa e avviene con la standardizzazione della produzione in massa. La produzione di uno o pochi prodotti consente risparmio in termini di costo → l'investimento viene indirizzato verso attrezzature e macchinari specializzati e grazie ad na divisione del lavoro interna che ha consentito di accrescere la produttività del lavoro utilizzando ampie quote di mano d'opera scarsamente qualificata - all'esterno dell'impresa l'intensificarsi di relazioni tra più imprese localizzate in una stessa area produce vantaggi collettivi → la singola impresa usufruisce di condizioni favorevoli che non potrebbe trovare se operasse da sola → agglomerando le imprese si realizzano risparmi di costo che sono riducibili alle seguenti tipologie: a si instaurano relazioni di scambio fra imprese che intervengono in uno stesso ciclo produttivo → consente di realizzare divisione del lavoro tra diverse unità produttive quindi si creano rapporti di fornitura di semilavorati e parti di prodotto poiché certe operazioni conviene affidarne la produzione ad altre, le quali realizzano il prodotto a casti inferiori → decentramento produttivo che porta alla disintegrazione verticale del ciclo produttivoil quale viene suddiviso tra più produttori autonomi che operano all'esterno dell'unità principale b possibilità di usare congiuntamente un unico sistema di infrastrutture e servizi c atmosfera industriale presente in una determinata area → più imprese appartenenti allo stesso settore produttivo sono localizzate nella stessa zona fanno si che si crei un interscambio di personale e di info d reputazione acquisita dai prodotti che provengono da una determinata località: stimola i consumatori a far domanda per quel particolare tipo di beni. L'agglomerazione industriale che si sviluppa entro un'area urbana di medie o grandi dimensioni permette alle imprese insediatesi di ricevere vantaggi aggiuntivi o economie di urbanizzazione tra cui: a un mercato del lavoro maggiormente differenziato per età, sesso, qualifiche e specializzazioni b infrastrutture e servizi di livello superiore c ampia gamma di servizi per la produzione e attività collaterali che le imprese non trovano vanteggioso realizzare al loro interno d vasto mercato di socco per i prodotti Sullo spazio terrestre le più estese, grandi e significative regioni industr sono concentrate in un numero ristretto di paesi. Decentramento e processi diffusivi: spesso elevata concentrazione di industrie porta però anche ad aspetti negativi → congestione del traffico, inquinamento, perdita di efficienza dei servizi e alla competizione delle industrie per accaparrarsi i siti migliori fa si che il prezzo del terreno cresca. Questi fenomeni fanno si che i vantaggi derivati dalla concentrazione si traducano in diseconomie che danno origene a processi di deglomerazione → certe imprese sono spinte a cercare altre localizzazioni esterne ai centri urbani che sono troppo congestionati. Questi processi possono assumere forme diverse: 1 Ricollocazione (o decentramento territoriale): imprese che difronte all'aumento dei costi nelle aree urbane decidono di spostare la sede della propria attività produttiva in regioni suburbane o in regioni più lontane perchè vi è disponibilità di terreni a un costo inferiore → suburbanizzazione → è ffenomeno tipico di tutte le economie industriali. È un processocentrifugo di allargamento delle aree urbane. Rilocalizzandosi negli spazi esterni ai vecchi nuclei industriali vi è un duplice obbiettivo - ricerca di costi meno elevati -conservazione dei vantaggi derivati dalla prossimità al vecchio centro urbano. 2 Decentramento produttivo: fenomeno in parte simile a quello precedente anche se conseguenza di logiche diverse. Si ha quando le imprese non trovano più conveniente la grande dimensione degli impianti → può verificarsi inseguito alla crescente sindacalizzazione della forza lavoro oppure quando un rapido progresso tecnologico rende obsolete le strutture produttive dell'impresa. Il ciclo produttivo viene scomposto in segmenti assegnati a imprese di più modeste dimensioni. Logica del decentramento produttivo ha logica diversa da quella del decentramento territoriale e diversi sn i suoi effetti sulla struttura industriale di una regione e di un paese: il decentramento produttivo porta alla formazione di un tessuto di imprese di piccola e media dimensione che forniscono una maggiore flessibilità rispetto alla grande impresa i cui costi gestionali sono soperiori a quelli della piccola unità produttiva. 3 Formazione di sistemi industriali periferici. In parte conseguenza di processi di decentramento, ma anche seguendo logiche proprie dettate dalle condizioni della società, dell'economia e dell'organizzazione territoriale periferica. Questi conducono alla formazione di reti più o meno complesse che si modificano costantemente in ragione del mutevole scenario internazionale. Nuove forme di comportamneto di impresa che modificano le strutture organizzative del passato. Alcune tipologie essenziali: • acquisizioni: unità acquisite → consevano la propria autonomia giuridica e funzionale ma rientrando a far parte di una ampia rete d'impresa consentono al sistema nel suo complesso di di raggiungere un migliore posizionamento sul mercato. • Joint ventures e accordi di cooperazione fra imprese autonome in specifici progetti e iniziative produttive. Obbiettivi → distribuzione dei rischi, ricerca di sinergie nella produzione di conoscenza tecnologiaca e aggiramento di barriere politico-culturali • alleanze strategiche rappresentano la novità più diffusa rispetto ai comportamenti tipici delle imprese multinazionali dei decenni precedenti. Questi accordi di collaborazione tendono a favorire la ricerca di complementerietà trategiche, quindi di vantaggi competititivi, fra le imprese radicate in aree diverse. Quindi → l'impresa multinazionale dell'ultima generazione è più flessibile e libera di muoversi sui diversi contineti con obbiettivo di ridurre i costi. Realizza una scomposizione del ciclo produttivo fra molteplici regioni e paesi. Si parlerà di impresa globale che rappresenta l'ultimo stadio dell'evoluzione del sistema industriale : le attività all'estero si estendono a reste su tutti contineti coprendo un numero ampio di settori produttivi con un giro d'affari complessivo che può superare il prodotto lordo di intere economie nazionali. Impresa globale: ad una struttura rigida si sovrappone una flessibilità organizzativa che rimette in discussione le gerarchie verticali di comando e di organizzazione della produzione. → conseguenza una strategia globale sviluppa insieme la standardizzazione e la differenziazione dei prodotti e dei processi e si fonda sulla capacità di coordinare un ventaglio di conoscenze, di capacità e di funzioni produttive svolte da più unità localizzate in paesi e regioni diverse. È impegnata nella produzione di beni altamente specializzati e prodotti standardizzati a consumo di massa → le diverse unità perseguono strategie localizzative differenti: alcune orientate a trarre vantaggio dai differenziali di costo, altre volte ad avvicinare regione a forte vocazione tecnologica. I rapporti fra i sottoinsiemi assumono elevata articolazione superando i confini nazionali e la strategia delle singole divisioni investe molti mercati. La produzione può avvenire contemporaneamente in paesi diversi mentre la fornitura di componenti del prodotto è demandata a imprese indipendenti il cui raggio d'azione è virtualmente globale. Mentre il centro divisionale rimane legato all'area centrale del sistema, le attività produttive seguono una logica duplice: - per le produzioni che si collocano in fase matura del prodotto i paesi in via di sviluppo offrono le condizioni più attrttive - le fasi produttive emergenti e a contenuto tecnologico relativamente elevato seguono una strategialocalizzativa opposta → privilegiano paesi e regioni che dispongono di una consolidata base industriale. Dal punto di vista organizzativo le configurazioni d'impresa a rete sottendono tipologie organozzative diverse anche se caratterizzate da alcuni tratti comuni come: • interdipendenza fra imprese per cui l'efficienza deriva da un'insieme di effetti sistemici • varietà delle forme contrattuali che regolano i rapporti fra i soggetti presenti nel sistema. INNOVAZIONE TECNOLOGICA E TRASFORMAZIONI DELLO SPAZIO INDUSTRIALE Il mondo del fordismo: Xxsec rottura con modello di organizzazione produttiva dell'800 → organnizzazione Xxsec definita come ford-taylorista. Termine fordismo fa esplicito riferimento alle modalità organizzative introdotte da Harry Ford nei suoi impianti automobilistici di Detroit → si fondavano sulla grande dimensione degli impianti, l'integrazione verticale del ciclo produttivo , elevati livelli di occupazione e di produzione di beni standardizzati. Termine taylorismo si intende l'organizzazione del lavoro e dei cicli di produzione che consentiva a quel tipo di impresa di espandersi e di diventare il soggetto dominante dell'economia. I principi introdotti da Taylor (sociologo industriale amerivcano) prevedevano la scomposizione in segmenti separati del del processo produttivo all'interno dell'impresa e la separazione netta delle mansioni fra gruppi di lavoratori. Quel tipo di organizzazione fu reso possibile grazie a particolari condizioni tecnologiche (come la catena di montaggio) e da un particolare sistema di regolazione sociale che prevedeva l'inervento diretto e indiretto dello Stato nell'economia allo scopo di predisporre i centri industriali di adeguate infrastrutture, il mantenimento dei salari relativamente alti e il sostegno di una domanda crescente di prodotti industriali standardizzati. In quelle condizioni le imprese iniziarono a concentrare le proprie funzioni nei pressi delle grandi agglomerazioni e ad instaurare rapporti ineguali con gli altri produttori. Quel tipo di organizzazione della produzione era coerente con l'imperativo tecnologico del tempo secondo cui dimensione degli impianti ed efficienza della produzione andavano di pari passo. L'impresa era spinta a internalizzare funzioni crescenti al proprio interno allo scopo di realizzare sia economie di scalasia economie di varietà. L'aumento dei volumi produttivi riduce l'entità dei costi di produzione → crescita della dimensione e della capacità produttiva assicura una superiore redditività del capitale investito. Le economie di varietà possono sommarsi alle precedenti essendo conseguite da parte di imprese impegnate su più prodotti : in altre parole → i costi unitari diminuiscono con l'aumento della produzione complessiva e della sua composizione. Condizioni che permettono la realizzazione di economie di varietà → risiedono nel fatto che un'impresa produce congiuntamente due o più prodotti a un costo inferiore rispetto a quanto potrebbero farlo due o più imprese diverse specializzate ciascuna nella produzione di uno solo di questi prodotti. Quel modello di organzzazione della produzione consenti lo sviluppo della grande impresa verticalmente integrata e la formazione delle moderne città industriali MA al contempo era molto rigido → anni 60 quelle rigidità si trasformarono in fattori involutivi che aprirono la strada all'introduzione di nuove significative innovazioni nell'elettronica, nelle telecomunicazioni e nell'informatica. LA GLOBALIZZAZIONE DELL'ECONOMIA introduzione di tecnologie flessibili non è un fenomeno estraneo ad altri processi sociali ed economici. È la risposta dei sogg economici alla crescente globalizzazione e alla differenzioazione della domanda di mercato. L'abbattimento delle frontiere commerciali e la crescita dei livelli di redditi ha determinato l'innalzamento della qualità dei bisogni e la moltiplicazione dei prodotti richiesti dai consumatori. Internazionalizzazione: processi che hanno nel corso del 900 scandito l'evoluzione delle grandi imprese industriali volte a integrare in misura crescente le economie nazionali tramite flussi di conoscenze tecniche, materie prime, beni intermedi, prodotti e servizi finali. Per internazionalizzazione → si intendono processi quantitativi che portano a modello economico geograficamente sempre più esteso. internazionali di investimento. Con il termine Triade globale si vuole dar sensoalle grandi tendenze in atto nell'economia mondiale. Secondo questo modo di vedere il mondo economico è organizzato attorno a una macrostruttura tripolare i cui vertici (Nord America, Europa e Asia orientale e sudorientale) raccolgono gran parte della produzione del commercio e degli investimenti diretti. Le tre potenze economiche dominano l'economia mondiale. Piccole imprese e nuovi spazi industriali: primi decenni del Xxsec l'affermazione della produzione di massa decretò la crisi di modello di organizzazione produttiva fondato sula piccola impresa. Il nuovo modello tecnologico e un contesto di concorrenza internazonale più aggrssiva hanno privato molte imprese di certezze entro cui realizzare una programmazione delle proprie strategie di lungo periodo. Le nuove forme di organizzazione flessibile della produzione, creando le condizioni per restituire competitività alla produzione di beni non standardizzati, la crescente differenziazione dei mercati e l'aumento del costo del lavoro rivalutano la funzione svolta nell'economiadelle piccole e piccolissime imprese specializzate e contrapposte ai sistemi di grande impresa. Negli ultimi decenni il numero delle piccole imprese iniziò a crescere rapidamente per effetto dei processi di decentramento produttivo, e autonamamente poiché furono offerte le condizioni tecnologiche e di mercato per la loro affermazione. Le strutture produtive dei diversi paesi variano notevolmente in relazione alla maggiore o minore presenza delle piccole o delle grandi imprese. Nei paesi di più antica industrializzazione si sono realizzati processi di fusione fra imprese che hanno dato vita a unità di maggiore dimensione e via via sn diminuite le unità più piccole. Il dinamismo di queste imprese è particolarmente vivaciin regioni periferiche dei paesi industrializzati. L'afferazione della piccola impresa si è fondata spesso sulla valorizzazione di condizioni imprenditoriali. Affermazione del modello di idustrializzazione periferica non è scindibile dalle grandi trasformazioni che interessano , dalla seconda metà anni 60, tutte le economie industrializzate: - crescita della domanda di beni di consumo non standardizzati - crescita del costo del lavoro - diffusione delle nuove tecnologie informatiche ed elettroniche Il loro sviluppo nella periferia italiana non è cmq spiegabile senza tenere in considerazione le condizioni storico-culturali di queste regioni. • Presenza di capitale formatosi endogenamente e dispnibile a essere investito nell'attività manifatturiera • tradizione vìcommerciale e artigianale stroricamente radicata in una fitta rete di città piccole e medie • forza lavoro dispersa in piccole unità con solidi legami con l'agricoltura • struttura familiare allargata capace di attivare fra i sui membri capacità imprenditoriali • tradizionale frammentazione della proprietà agricola • diffusione territoriale delle residenze e dei servizi • forte coesione sociale e cuturale Imprese innnovative e spazi della tecnologia SERVIZI E TERRITORIO la terziarizzazione dell'economia Fino a pochi decenni fa il settore terziario delll'economia aveva come caratteristica distintiva quella di essere un settore residuale → in cui venivano inserite tutte le attività che non facevano parte degli altri due settori. Più recentemente, come cosenseguenza dell'enorme esansione delle attività terziarie, e allo scopo di La privatizzazione dei servizi di interesse collettivo ha registrato una crescita dopo la firma nel 1994 degli accordi di Marrakesh. Con l'accordo denominato Gats → i firmatari intendevano promuovere la liberalizzazione dei servizi con lo scopo di favorire il commercio in questo settore . Tuttavia questo accordo trova resistenze socili e politiche nell'applicazione concreta. Servizi per le imprese: Presenti in modo massiccio solo nei paesi economicamente avanzati. I servizi per le imprese non intervengono nella fase di consumo finale ma in fasi precedenti del ciclo produttivo. Possono essere venduti da imprese private oppure forniti dallo Stato o da sue agenzie. Imp effettuare distinzione tra servizi per le imprese tradizionale e innovativi. • Tradizionali → servizi che provvedono alla semplice soprevvivenza dell'impresa, alla routine come la tenuta della contabilità, i trasporti ordinari etc • innovativi → servizi che operano come fottori o condizioni di sviluppo come servizi di ricerca e sviluppo, ricerche di mercato o la logistica. Secondo Riccardo cappellini possono essere definiti innovativi i servizi che soddisfano almeno uno dei seguenti criteri: a richiedono notevoli investimenti di tipo materiale b reppresentano essi stessi investimenti in quanto la loro efficacia deve essere valutata in un periodo pluriennale. Nei servizi per le imprese occorre fare un'altra ulteriore divisione tra servizi espliciti e impliciti. • Servizi espliciti → sono prodotti da unità esterne rispetto alle imprese che li utilizzano • Servizi impliciti → sono prodotti interamente dall'impresa stessa. L'insieme dei servizi espliciti e impliciti rivolti ad elaborare, immagazzinare, scambiare e controllare l'informazione oggi è risorsa strategica indispensabile alle imprese. Come per gli altri settori produttivi, dipendono da attività di gestone dell'informazione. A partire dalle attività di ricerca, sviluppo e di formazione che sono all'origine dei processi produttivi fino alle fasi finali del circuito economico quando sottoforma di informazione di mercato, pubblicità e promozione commerciale si regola il passaggio dalla produzione al consumo. Il flusso informativo può essere definito → insieme organico di passaggio. Ai circuiti classici dei beni materiali e del denaro si è affiancato un circuito delle informazioni , molte fornite da imprese sottoforma di servizi. La crescita del settore terziario non deve essere intesa in opposizione all'evoluzione dell'industria, ma nei termini di una maggiore incorporazione di lavoro terziario all'interno del settore secondario. Le attività quaternarie: vengono definite “quaternarie” tutte le attività di comando, decisione, pianificazione e controllo a livello politico, sociale, economico e culturale. Il quaternario va inteso come il “cervello” del sistema, sia su scala mondiale sia nei singoli paesi. Comprende le sedi decisinalisuperiori della Pubblica Amministrazione, del governo politico, del potere militare, dei grandi partiti e sindacati, le principali istituzioni finanziarie e di mercato come le banche centrali e le borse etc la funzione del quaternario è fondamentale per l'economia di tutti i paesi del mondo e per il sisema- mondo nel suo insieme. Nei singoli paesi vi è una distinzione e, a volte anche un conflitto di interessi tra gli organismi del potere pubblico e quelli dell'economia privata ma ciò non preclude la presenza di interrelazioni e rapporti di collaborazione anche molto stretti. Es → i grandi gruppi bancari fanno pressione sul potere politico in materia di scelte finanziarie. La distribuzione sul territorio: la distribuzione delle attività terziarie sul territorio non è uniforme . Il tipo di servizio offerto diventa più o meno raro e specializzato a mano a mano che si passa dai centri più grandi a quelli più piccoli. Per interpretare la distribuzione geografica dei servizi occorre tener conto del raggio geografico d'utenza. Si possono distinguere 3 categorie di servizi: a i servizi comuni ( o banali o diffusi) → quelli a cui accede con frequenza giornaliera o settimanale buona parte delle famiglie e/o imprese. Nei paesi sviluppati sn presenti in tutte le zone abitate nel raggio di 10km o meno. Distribuiti uniformemente anche nei paesi meno sviluppati, salvo alcuni come le farmacie. b Servizi di livello medio → quelli a cui la maggior parte delle famiglie accede con frequenza da mensile a annuale oppure a cui accede solo una parte della popolazione. Nei paesi sviluppati sn in città di dimensioni medie o medio-piccole e quindi abbastanza diffusi. Nei paesi sottosviluppati sn solo in pochi centri principali. c Servizi rari (o terziari superiori) → quelli a cui si ricorre eccezionalmente o che sn rivolti a categorie molto specializzate di utenti. I tipi di commercio presenti solo nelle grandi città come negozi di lusso, grandi università, ospedali con reparti specilizzati etc. concentrati in pochi centri maggiori, nei paesi sottosviluppati si trovano di solito nelle grandi capitali e sono di qualità modesta. Le attività terziarie tendono a distribuirsi sul territorio secondo una logica gerarchica che da luogo a una corrispondente distribuzione gerarchica degli insediamenti. Alla sommità della gerarchia si trovano i centri che possegono il maggior numero di attività del settore quaternario oppure i servizi del terziario superiore più specializzati e strategici. Alla base i centri provvisori pressochè esclusivamente di un terziario di tipo comune. La posizione gerarchica di un centro non corrisponde alla quantità di popolazione residente, ma alle funzioni terziarie di diverso livello che vi si esercitano. Es: Napoli e Milano → pur avendo all'incirca lo stess numero di abitanti, milano si trova a livello funzionario superiore. I TRASPORTI E LE TELECOMUNICAZIONI Trasporti e territorio: lo sviluppo economico e la crescita dell'economia mercantile e industriale sono fondati sullo scambio di beni e sono stati possibili solo grazie al parallelo sviluppo dei trasporti. Il processo di globalizzazione economica ha prodotto un intensificazione ulteriore delle relazioni spaziali su scala planetaria, coinvolgendo aree del pianeta in precedenza più isolate ma soprattutto le regioni della Triade (Usa, Unione europea, Asia orientale). Il ruolo dei trasporti è divenuto più strategico essendo, insieme alle telecomunicazioni, il mezzo per effettuare questi collegamenti. Nell'ultimo secolo le esigenze di interazione e coesione territoriale sono state soddisfatte in 3 modi principali: 1 con la concentrazione sullo stesso territorio di fattori produttivi, massimizzando la compresenza di individui e risorse 2 attraverso la mobilità cioè lo spostamento materiale tra contesti geografici diversi per mezzo dei trasporti 3 la telecomunicazione spostamento dell'informazione nelle sue diverse forme. Imp precisare che anche se molte aree sono più “vicine” tra loro, varie regioni del Sud del mondo non hanno ridotto affatto la distanza e hanno invece subito un processo di marginalizzazione. La distanza di cui si sta parlando non è una distanza fisica , ma quella funzionale misurabile considerando contemporaneamente tempi di percorrenza e costi di percorrenza. La distribuzione delle strutture di trasporto sul territorio è una localizzazione a rete su cui si Occorre tener presente che però vi sono nel mondo aree dove le reti di trasporto sono assenti o dove sono molto labili. Sono territori poco abitati o che fanno parte del Sud del mondo. In questi le reti sono poco dense, scarsamente uniformi e poco complementari. Nel Sud del mondo i trasporti sono spesso più sviluppati nelle aree costiere. Nodi e organizzazione del territorio: porti, hub e piattaforme di interconnessione. Il porto è un'infrastruttura fondamentale del trasporto marittimo ma anche nell'organizzazione di intere regioni. I porti sono → gateway: punti di entrata-uscita di regioni più o meno vaste e punto di convergenza dei collegamenti tra mare e terraferma. La rivo dei trasporti marittimi del seconodo dopoguerra → navi sempre più grandi e quindi necessità di porti con fondali sempre più profondi. Dagli anni 50 localizzazione di industrie nei porti o nelle loro vicinanze. Numero di porti polivalenti si è ridotto a una decina → sono porti polifunzionali. Gli altri posrti sono invece specializzati. La polifunzionalità è stata raggiunta con la creazione di sistemi portuali → integrazione tra più porti di una stessa fascia litorale ognuno specializzato in una o più funzioni. → in Italia il porto di Genova, integrato con la Spezia, Savona e livorno. Genova è es di un problema cruciale dei porti moderni → necessità di spazio. Il posrto ita non può espandermi molto a causa della grande urbanizzazione e della presenza degli appennini, disponibilità di spazio che ha invece avuto il porto di Rotterdam. Esigenze spaziali dei porti possono essere soddisfatte anche attraverso l'espansione via mare → offshore come è avvenuto in porti giapponesi. A Marsiglia invece è stato costruito un nuovo porto. Il mutamento delle funzioni dei porti ha fatto si che i porti divenissero motore e cemento dell'organizzazione e dello sviluppo di u vasto territorio → si parla di regione marittimo-portuale. La zona del porto è stata arrichita di industrie manifatturiere ed è servita da stimolo alla crescita economica. Tutte queste situazioni appene descritte hanno interessato i paesi industrializzati. I porti dei pesi del Sud del mondo sono quasi sempre specializzati nell'imbarco di uno o pochi tipi di merce. Solo alcuni porti di paesi in via di scìviluppo hanno un traffico diversificato e ciò può dipendere dalla crescita economica del paese. I grandi porti talvolta sono specializzati nella movimentazione dei container che in alcuni casi si muovono invece nei porti di trasbordo. I grandi nodi portali e i porti di trasbordo sono → piattaforme di interconnessione della rete mondiale dei trasporti, dove i collegamenti a lunga distanza sono raccordati a quelli regionali o semicontinentali. Questa razionalizzazione dei flussi riguarda anche i grandi aeroporti internazionali → gli hub. Pochi nodi del trasporto internazionale in grado di servire tutto il mondo. La rete si dice ordinata hub and spokers → l'aeroporto internazionale funge anche da raccordo e smistamento verso i centri periferici (gli spokers). → in europa sono Londra, Parigi e Francoforte. Le piattaforme di interconnessione portuali e aeroportuali sono nodi fortemente infrastrutturati: da essi si diramano vari tipi di reti e mezzi di trasporto che rendono questi nodi ai massimi livelli delle gerarchie territoriali internazionali. Logistica e territorio: oltre all'intermondialità altra fase fondamentale dell'innovazione tecnologiaca organizzativa dei trasporti è rappresentata dalla logistica. Logistica → strumento per gestire e controllare la circolazione delle merci nel processo produttivo completamente organizzato da imprese e soggetti provenienti da luoghi in cui si forma la domanda (villaggi turistici), ma entità è cmq limitata. I fattori dell'offerta turistica: Superata la soglia dello sviluppo economico, vi soo molti fattori che determinano le differenze nello sviluppo turistico delle regioni o dei paesi: • Accesibilità della località o area turistica. Questo fattore riflette la posizione (distanza) di un'area rispetto alle principali zone di provenienza della domanda. Oltre alla distanza fisica contano il costo e la facilità d'accesso sia in senso reale, sia in senso psicologico, nonché la possibilità di comunicare agevolmente con le comunità autoctone. • Presenza di attrattive è fattore che determina lo sviluppo del turismo. La maggior parte dei flussi si orienta verso attrattive non facilmente riproducibili, in quanto di carattere naturale o storico. • L'immagine che una certa località si crea attraverso i canali di informazione → pubblicità turistica • il costo della vita • per tutto il turismo internazionale va infine considerata la situazione geopolitica soprattutto nel senso di stabilità politica e militare. Il turismo sostenibile: Dopo la conferenza per uno sviluppo sostenibile di Rio del 1992 il turismo è divenuto oggetto di un'etica più attenta alla salvaguardia dai patrimoni naturali e culturali. L'area del mondo dove i prncipi annunciati hanno trovato maggiore applicazione concreta è l'Europa → l'Unione europea ha attuato iniziative importanti in materia di turismo sostenibile. Ha predisposto la Carta del turismo sotenibile che è una dichiarazione di principi e linee-guida per un turismo e un'organizzazione degli spazi turistici che rispetti e preservi l'ambiente e le risorse culturali dei luoghi. Inoltre imp è l'educazione del turista al rispetto e alla comprensione dei valori e delle tradizioni degli abitanti dei luoghi visitati e alla cura dell'ambiente locale. Altra iniziativa dell'Unione europea in materia di turismo sostenibile è la “Bandiera blu per le spiagge” → alle spiagge e porti con caratteristiche migliori bandiera blu e poi a scendere verde, rossa e nera. I FLUSSI COMMERCIALI E FINANZIARI L'interdipendenza commerciale: Il commercio internazionale è uno dei pilastri su cuisi fonda il processo di globalizzazione dell'economia. Oggi il grado di interdipendenza delle economie dei vari paesi è tale che nessun singolo Stato o nessuna grande impresa prende iniziative commerciali imp senza tener conto della situazione geoeconomica internazionale. I paesi del mondo negli ultimi decenni hanno aumentato il loro grado diapertura commerciale e la percentuale di prodotto interno esportata. Sui mercati nazionali la quantità di beni provenienti dall'estero si è moltiplicata , soprattutto nelle economie sviluppate ma anche in molti aesi emergenti. Questa liberalizzazione del commercio non è però generalizzata e totale → permangono aree per cui alcuni prodotti, dazi e barriere doganalivolti a proteggere la produzione nazionaledalla concorrenza estera. La grande grescita del commercio internazionale nel secondo dopoguerra e soprattutto dopo il 1970 si spiega con diversi fattori di ordine politico economico e tecnologico. • Sviluppo dell'economia mondiale e in particolare quella dei paesi del Nord del mondo che ha permesso di aumentare produzioni, tenori di vita e disponibilità di reddito. • Espansione delle imprese multinazionali e più in generale il processo di decentramento produttivo che ha prodotto una nuova diisione internazionale del lavoro. • Tecnologia ruolo centrale nella crescita del commercio internazio con il miglioramento dei trasporti e delle comunicazioni → abbattimento dei costi e dei tempi. Il commercio internazio di cui si parla è riferito alla scambio di beni che rappresentano il commercio internazionale in senso stretto. Globalizzazione e regionalizzazione del commercio: Oltre ai macroprocessi appena desritti vi sono altri 2 aspetti che hanno permesso un grande sviluppo del commercio internazionalenel dopoguerra: • il GATT → 1947 accordo generale sulle tariffe e sul comemercio nato con scopo di promuovere gli scambi su scala mondiale attraverso una logica liberoscambista: abbattimento progressivo di ogni forma di dazio o protezionismo, non discriminazione commerciale e multilateralità negli scambi per escludere il più possibile situazioni preferenziali e accordi bilaterali. Nel 1995 il GATT è diventato WTO → 147 paesi firmatari (russia no). • Crescita degli accordi commerciali regionali con obbiettivo di rafforzare all'interno dell'area dell'accordo gli scambi. Sembra che accordi comm regio vadano in opposizione al WTO ma in realtà non sono contradditori poiché i paesi che hanno siglato accordi regionali partecipano alle trattative del WTO con risultato di vedere ridotte le barriere. In secondo luogo l'appartenenza a un'area regionale di libero scambio è stata finora u forte stimolo alla crescita delle esportazioni nazionali
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