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Riassunto G. Alfano, Introduzione alla lettura del ‘Decameron’ di Boccaccio, Bari, Laterza, Dispense di Filologia italiana

Riassunto del libro "G. Alfano, Introduzione alla lettura del ‘Decameron’ di Boccaccio, Bari, Laterza, 2013" che si concentra sul Decameron.

Tipologia: Dispense

2022/2023

Caricato il 15/02/2024

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alfonso-dalia-1 🇮🇹

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Scarica Riassunto G. Alfano, Introduzione alla lettura del ‘Decameron’ di Boccaccio, Bari, Laterza e più Dispense in PDF di Filologia italiana solo su Docsity! ALFANO TRA STORIA E LETTERATURA Nell'autunno del 1347, dodici galee da Costantinopoli giunsero a Messina, portando non solo spezie ma anche la Peste Nera. Questa malattia, originatasi in Asia Centrale nel 1341, si diffuse in Costantinopoli nel 1346, in Italia nel 1347 e a Firenze nel 1348, causando la morte di un quarto della popolazione mondiale. La Peste sconvolse gli equilibri sociali, religiosi ed economici, dando luogo a estremismi spirituali, violenza contro le minoranze e il declino delle pratiche funebri. Petrarca e Boccaccio affrontarono questa tragedia nelle loro opere, con il Canzoniere di Petrarca incentrato sulla morte di Laura e Boccaccio utilizzando la novella per rappresentare la peste come nucleo della sua opera. La descrizione della Peste Nera e le sue conseguenze psicologiche sono evidenti nell'introduzione del Decameron, con Boccaccio concentrato sulla Firenze urbana, ritraendo l'abbandono dei cadaveri e la sconfitta della religione. Il Decameron inizia con sette giovani donne e tre giovani che si riuniscono a Santa Maria Novella, intraprendendo una vita comune per sfuggire alla peste, celebrando l'allegria e la vita in campagna come antidoti alla malattia e alla morte. IL DECAMERON NELLA STORIA LETTERARIA DI BOCCACCIO La formazione culturale di Boccaccio a Napoli, tra diritto e vita mercantile, incluse un notevole interesse letterario e interazioni con intellettuali della corte di Re Roberto. I "zibaldoni boccacciani" sono cruciali per comprendere il suo passaggio da una prospettiva filogina giovanile a una misogina nella maturità, un dibattito tra gli studiosi. Le opere giovanili di Boccaccio riflettono un mondo culturale basato sulla filoginia e la corte d'amore, con l'esperienza letteraria intrecciata all'amore per le donne, specialmente Fiammetta. Contrariamente a Dante, Boccaccio, influenzato da Petrarca, sembra aver privilegiato il secondo mondo culturale misogino, ma non completamente, come dimostra l'opera "De mulieribus claris". In sintesi, Boccaccio cercò di unire dinamismo mercantile e erudizione, dando inizialmente rilievo all'aspetto amoroso e successivamente alla componente latina e misogina nella sua maturità. NOVELLA: IL CARATTERE VERBALE DI UN SOSTANTIVO Prima del Decameron, Boccaccio non aveva sperimentato la narrativa breve autonoma, comune in un'epoca in cui tale forma letteraria era prevalentemente incorporata in pratiche discorsive come aneddoti biografici, storici, fabliaux comici, exempla latini e fiabe animali. La narrativa breve, spesso utilizzata oralmente o come parte di testi più ampi, copriva diversi livelli culturali e lingue. Nel Duecento, gli ordini predicanti urbani contribuirono a conferire valore alla narrazione breve orale, utilizzandola nelle prediche per rendere il messaggio più efficace. Le novelle di questo periodo si caratterizzavano per la semplicità della trama e la chiara distinzione tra bene e male. Boccaccio si ispirò a questa tradizione, raccogliendo materiali pluritematici nel Decameron, distinguendo la novella come pratica prima di un genere letterario, rispecchiando la convenzione collettiva riconosciuta, come nel caso del Novellino. TEORIE DELLA NOVELLA La novella si trova al confine tra scrittura e oralità, oscillando tra rigore formale e la varietà della narrazione breve, che varia tra oralità quotidiana e codificazione manoscritta. Boccaccio non è l'inventore della novella, ma il suo codificatore, definendo norme tematiche, formali e strutturali e applicandole coerentemente. Boccaccio rivisita la novella in modo retorico, spostando la centralità sulla forma e il personaggio, introducendo coordinate cronotopiche. La sequenza "cento novelle" richiede spiegazioni. Eliminando l'ipotesi che i successivi tipi siano sottotipi di novelle, si può fare riferimento alle Genealogie deorum gentilium, dove la fabula è descritta come derivante dal verbo "for" (parlare) e può essere favola, parabola o storia, tutte finalizzate a illustrare una verità morale. Quindi, in sintesi, Novella = favola, parabola, storia. PRIMA DEL DECAMERON La realtà urbana ha favorito la codificazione della narrazione breve per ragioni di insegnamento di retorica e per l'aumento delle occasioni di consumo collettivo di narrazioni all'interno della città. Il Decameron ha radici nella vivace vita comunale e nel desiderio di raccogliere storie già presente nel Novellino. Tradizioni precedenti di raccolta di novelle, provenienti dall'India tramite la Persia, includevano cornici narrative come dialoghi e collegamenti di episodi narrativi in racconti principali, come Le Mille e una Notte e il Decameron. La tradizione delle raccolte di exempla del Duecento, raggruppate in ordine alfabetico, è anch'essa rilevante. Boccaccio si inserisce nella tradizione ibridando quella orientale, creando una cornice con i dieci giovani che fuggono dalla peste e adottando temi giornalieri per le novelle. Le fonti delle novelle di Boccaccio sono difficili da individuare a causa del suo principio di ri-uso, categorizzato in testo fonte specifico, racconto fonte, temi fonte e genere fonte. Lo stile varia tra il recupero e la parodia, contaminando la religione medievale con allusioni sessuali e recuperando tradizioni celtiche. Alcune novelle provengono dagli aneddoti cittadini di Firenze, mentre altre presentano due versioni diverse, testimonianza dello scontro tra tradizione scritta e orale. SCRIVERE IL DECAMERON E TORNARE AL DECAMERON Il Decameron fu concluso entro il 1360, ma poco si sa dei tempi e dei modi della sua composizione. Boccaccio insistette nel presentare l'opera come un libro, impegnandosi fortemente nella sua autorialità per evitare modifiche da parte dei copisti. Quattro elementi contribuirono a costruire l'integrità dell'opera: il titolo completo, la cornice narrativa con narratori specifici, il chiaro inizio e fine evidenziati dal Proemio e dalle Conclusioni, e le rubriche per ogni giornata e novella. Contrariamente all'idea di un'opera statica, vi sono prove di un lavoro dinamico da parte di Boccaccio, come il Proemio che rivela un ampliamento dell'opera e le allusioni alle opinioni dei lettori. Inoltre, Dioneo presenta una novella erotica nella prima giornata, simboleggiando la tensione tra onestà e piacere nell'opera. La lettera latina a Mainardo Cavalcanti nel 1373, in cui Boccaccio consiglia di non far leggere il suo libro alle donne di casa, ha due interpretazioni: una riflette l'aspetto misogino ed erudito di Boccaccio, mentre l'altra suggerisce che l'opera potrebbe non essere stata originariamente destinata alle donne, ma rappresenta un discorso più ampio sull'illusione della letteratura. Non vi fu una condanna formale dell'opera da parte di Boccaccio, che, nella sua senilità, la copiò sotto forma di un libro universitario destinato a studiosi anziché alle donne di casa. L’ARCHITETTURA DELL’OPERA Nel Decameron, emergono tre livelli principali: il Proemio, in cui l'Autore si rivolge direttamente al Lettore spiegando le motivazioni dell'opera; la novella portante come secondo livello; e le novelle stesse, con possibilità di metanovelle come ulteriore strato. Questo crea un'immagine di tre cerchi concentrici, con Autore e Lettore nel cerchio esterno, i giovani della brigata nel cerchio intermedio e i personaggi delle novelle nel cerchio più interno. L'immagine dell'Autore emerge nel Proemio, in cui si rivolge alle donne afflitte dalla passione d'amore, presentando il libro come un refrigerio per tale dolore. Nella difesa dalle accuse riguardo alla destinazione dell'opera alle donne, alla materia "troppo bassa" e alla fedeltà alle novelle originali, l'Autore sottolinea l'importanza del suo lavoro e della novella come veicolo di concetti complessi. L'Autore appare anche nella Conclusione, ma notevolmente in momenti appartenenti al cerchio intermedio, come quando afferma di aver ricevuto la storia da un membro della brigata o quando Filostrato afferma che il suo nome è stato imposto senza che lui, nel corso della storia, potesse saperlo. L’IMMAGINE DELLE LETTRICI Il Decameron è la prima raccolta di novelle che si rivolge esplicitamente a un preciso lettore, in questo caso alle Lettrici. Questa scelta innovativa supera il concetto stilnovistico della donna come oggetto di lode, trasformandola in soggetto di conoscenza che deve trarre beneficio dal libro attraverso un dialogo implicito. L'immagine delle Lettrici è cruciale per Boccaccio, che successivamente nella sua lettera a Cavalcanti afferma che l'opera potrebbe nuocere alle donne se queste imitassero i comportamenti descritti. Questo concetto è enfatizzato sia nel Proemio che nella Conclusione con il titolo "cognominato Galeotto," un riferimento alla colpa di Francesca, noto dall'opera dantesca, che ha confuso vita e letteratura imitando ciò che ha letto. Boccaccio esorta le Lettrici a leggere attentamente, cogliendo la complessità della letteratura, e dedica il libro non a tutte le donne, ma a coloro che amano e comprendono che il racconto è solo un sollievo contro la passione, non qualcosa da imitare ma su cui riflettere. Boccaccio, attribuendo un ruolo chiaro al lettore, riflette l'antica lezione di Francesca: imitare ciò che si legge porta colpa solo a chi imita, non a chi scrive o a come è scritto. LA CORNICE: UN SISTEMA STATICO Nel Decameron, la cornice narrativa si discosta dalle tradizionali cornici unidirezionali e aperte, presentando una struttura chiusa e pluridirezionale. Lo scambio delle novelle avviene in modo multidirezionale e reciproco, incoronando ogni giorno un re o una regina tra i membri della brigata. Sebbene il sistema possa teoricamente continuare all'infinito, Boccaccio impone la chiusura del cerchio dopo quindici giorni, simbolizzando l'unione dei numeri perfetti 7 e 3 per formare il numero perfetto 10, rappresentante le giornate di narrazione. La cornice del Decameron è dinamica con elementi di rottura, come le eccezioni di Dioneo al tema giornaliero, il rovesciamento di temi e la ripresa di motivi specifici. Due interpretazioni sulla struttura della cornice sono ascensionale, rappresentando il massimo dell'abiezione all'inizio e della pazienza alla fine, mentre l'altra suggerisce un modello a baricentro con la cinquantesima novella come punto centrale concettuale. La disposizione circolare dei giovani e la convivenza civile nel giardino simboleggiano la chiusura dell'opera. I nomi dei personaggi richiamano opere significative per Boccaccio o precedenti lavori dell'autore. LA DINAMICITÀ DELLA BRIGATA Il giardino nel Decameron non rappresenta un'uscita egoistica, ma un rifugio costruttivo dove i giovani cercano di rinascere la vita associata, non più possibile in città a causa della peste. Questo richiamo all'Hexameron suggerisce la creazione di un nuovo mondo civile in dieci giorni, basato sulla vita lieve e la condotta onesta. Nonostante gli sforzi per vivere con onestà, emergono conflitti tra i giovani, principalmente
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