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RIASSUNTO USO E RIUSO DEL DIRITTO ROMANO, Dispense di Storia Del Diritto Privato Romano

Riassunto compreso di appunti dettagliato e completo, fondamentale per superare l'esame di diritto romano con il prof. Sperandio nell'università di Roma Tre, e non solo naturalmente.

Tipologia: Dispense

2015/2016

In vendita dal 22/06/2016

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Scarica RIASSUNTO USO E RIUSO DEL DIRITTO ROMANO e più Dispense in PDF di Storia Del Diritto Privato Romano solo su Docsity! USO E RIUSO DEL DIRITTO ROMANO (LEO PEPPE) 1. USO E RIUSO DEL DIRITTO ROMANO Riuso del diritto nel senso come afferma Gaio “ tutti i popoli sono retti da leggi basate sul diritto proprio e sul diritto comune a tutti gli uomini “ L’uso del diritto può essere antiquus, modernus, hodiernus, nel senso di integrazione nel diritto moderno. Si usa in due modi il diritto romano: come vigore positivo di quel diritto ; come sede del metodo giurisprudenziale corretto e patrimonio comune di ciò che è giusto (ratio e aequitas). Secondo Orestano il vero diritto romano è quello ‘storico’ dalle origini di roma fino al Corpus iuris. Se si guarda al diritto romano, questo è paragonato da Goethe a un’anatra, che va sott’acqua e riemerge, è un’istituzione intramontabile che come un’anatra di tanto in tanto scompare ma non va mai interamente perduta. C’è chi crede che l’anatra sia scomparsa definitivamente, ma in realtà non è vero perché l’anatra riemerge sempre, e così il diritto migra, si muove (come la Cina ispiratasi al diritto romano) , e per questo l’anatra riemerge. Attraverso la curiosità e gli studi classici, si raggiungono le vie classiche che sono infinite. SEZIONE I A CIASCUNO IL SUO Il primo saggio parla del motto presente sul lager nazista di Buchenwald, su cui era riportato a ciascuno il suo. Il secondo sulla tutela dei beni culturali. Il terzo sulla giustizia nei confronti dell’homo sacer in relazione all’Olocausto e agli ebrei. All’inizio il concetto Jedem das Seine ( a ciascuno il suo) è utilizzato in contesti culturali diversi come in Nieztsche, in Rosenberg, in una poesia di Fahrenkrog. Così nel 1938 fu usato per diventare slogan di una politica sociale e giuridica in cui non si avevano più diritti. Questa formula romana la troviamo sia in unicuique che in cuique. La troviamo in Cicerone, dove egli la collega alla dignitas dell’individuo “giustizia è equità, attribuendo a ciascuno il suo in proporzione al suo valore” “la giustizia attribuisce a ciascuno la sua dignità”. Unicuique suum appartiene alla tradizione cattolica e cristiana, ricorrendo nel contento di attribuzione di ciò che è suum/ius suum. In generale si intende il suum cuique come il diritto di ciascuno , ma già Spinoza sostiene che il ius suum può esistere solo nello stato civile, non nello stato di natura. La formula cuique suum si affianca all’alterum non laedere e all’honeste vivere, che sono gli iuris praecepta. Il suum cuique romano non ha contenuto né come giustizia di diritti umani, né come il suum, cioè la tutela che spetta ad un individuo, e infatti ius e iustizia nel Digesto non sono distinti, ma unificati nel concetto del bonum et aequum, poiché il diritto deriva dalla giustizia. L’uso di cuique suum prova che questa formula non ha contenuto costante e concreto, ed è formula funzionale solo per l’ordinamento nella quale si trova, ecco perché non è così ‘orrenda’ come motto di un lager. Però il cuique suum si è evoluto diventando il diritto naturale che spetta a ogni individuo, così che in questo senso l’uso del motto risulta insopportabile e incredibile. Ma non sarebbe incredibile per i romani, per i quali la vita di un nemico non costituiva valore nemmeno nella morte. In un investimentum del senato del 1162 d.C. i senatori adottano una decisione di possesso di una chiesa, chiesa che viene data in possesso ad una badessa e attraverso la badessa al monastero di S.Ciriaco. il senato in quel periodo era legittimato al potere dal riconoscimento pontificio, dunque subordinato alla chiesa. Con l investimentum si dà ragione alla badessa , e così da una parte vengono fatti salvi i diritti parrocchiali , e dall’altra l’onore della città vietando che qualcuno rovini la colonna della chiesa. Parlando dell honor qui l’onore è quello del popolo Romano, a cui si accomuna anche la Chiesa. Per la frase pro iustitia cuique tribuenda, sicuramente nelle fonti classiche quali Digesto e Istituzioni giustinianei e anche extragiuridiche come i testi di ciceroni, era presente la frase. C’è una derivazione dove si parla di communis utilitas , inteso come bene generale, legato all’honor publicus. Motivo per cui l’investimentum va a tutelare sia il diritto privato della badessa, sia l’honor pubblico introducendo una tutela erga omnes. Ed è proprio nell’investimentum che Salvatore Settis ha trovato una prima traccia della tutela dei beni culturali, i quali rappresentano il decus, il decoro della città, inteso come onore. Ci sono scarse testimonianze sull’homo sacer: con la lex Valeria del 509 a.C (passaggio monarchia a repubblica), homo sacer( cioè colui posto fuori dalla comunità che chiunque può uccidere) è chi aspirasse al regnum; successivamente la lex tribunicia prevede la sacertà per chi offenda la figura del tribuno della plebe; la lex Valeria Horatia commina la sacertà a chi offenda oltre i tribuni, anche gli edili e i giudici decemviri. Nel primo periodo monarchico, è sacer : il puer che abbia maltratto il parens; la nurus,nuora, che abbia maltrattato i parens; chi abbia spostato i cippi di confine tra due parti di terreno di appartenenza diversa; per chi, patrono o cliente, non abbia adempiuto gli obblighi reciproci. C’è paura della società nei confronti dei giovani, in particolare nella figura del puer e della nurus. Inoltre si ricorda il debitore insolvente , che tradendo il giuramento di fides, è sacer e per questo i creditori possono spartire tra di loro il suo corpo. Si vuole usare la sacertà come strumento interpretativo della Shoà, ecco perché Agamben ritiene che la figura dell’ebreo sia legato a quella dell’homo sacer che ha perso ogni diritto, anche se ciò è contrastato per es. da Stefano Della Torre sostenendo che è una mancanza di rigore verso le testimonianze e i fatti. E’ la figura dell’ebreo per Agamben sottoposta alla custodia protettiva, la Schutzhaft, nel lager, in cui viene privato dei suoi diritti come in realtà successe già prima della guerra a vari uomini, come il caso del premio Nobel per la pace del 1936 che venne punito e imprigionato. Per Agamben la Schitzhaft, custodia protettiva, risponde all’oggettiva importanza della legge prussiana sullo stadio di assedio,cioè di emergenza, e perciò rappresenta per lui un perfetto stato di eccezione. Anche se in seguito anche per lo stesso Agamben un’umanità privata dei diritti non è tollerabile “ la domanda è quali procedure giuridiche e dispositivi politici hanno portato a una privazioni di diritti e di prerogative degli esseri umani”. Sicuramente è da rifiutare , come fa Garofalo , il riconoscimento della figura dell’homo sacer come individuata da Agamben all’interno dell’esperienza giuridica romana. SEZIONE II “SOCIETAS DELINQUERE NON POTEST” UN ALTRO BROCARDO SE NE VA Il d.lgsl. 231/2001 ha introdotto nell ordinamento italiano un regime sanzionatorio per le persone "non fisiche", così che si è allargata la gamma di reati corrispondenti a responsabilità amministrativa. Due argomenti vennero posti contro in Italia: l affermazione della responsabilità penale come strettamente individuale(art 27 cost. ) ; inammissibilità di tale responsabilità con la citazione del brocardo Societas delinquere non potest. Così è stato introdotto il tema della responsabilità delle persone non fisiche , anche se si parla di 'truffa delle etichette' poiché le sanzioni previste sono state qualificate come sanzioni amministrative, mentre sarebbero dovute essere sanzioni penali. Primo nucleo contro tale introduzione è stato il principio dell art 27 della cost. ; il secondo è il richiamo al brocardo Societas delinquere non potest. Riguardo il brocardo, per il diritto penale, l'Antolisei sostiene che la pena è individuale , così che è indubbio che il diritto positivo ritiene soggetto attivo del reato solo l'uomo singolo. Da una parte, il brocardo è stato implicito nel diritto romano, non creato da esso( come sostiene l'Antolisei ); inoltre l autore dell Antolisei ricorda che essa finisce con l incidere tutti i soci a prescindere dalla loro responsabilità, ma in realtà la persona giuridica a cui si mira è la società. " se qualcosa è dovuto alla totalità non è dovuto ai singoli ; ne ciò che la totalità deve , i singoli devono" , o ancora " l universitas non ha anima, ergo non delinque ". La prima frase è presa dal Digesto , la seconda utilizza per negare la responsabilità delle persone giuridiche, poiché queste non dotate dell anima , la cui assenza giustifica l assenza di responsabilità penale per le persone giuridiche secondo
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