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sintesi di macroeconomia, Sintesi del corso di Macroeconomia

sintesi del corso di macreoconomia

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 12/06/2023

filippo-pierguidi
filippo-pierguidi 🇮🇹

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Scarica sintesi di macroeconomia e più Sintesi del corso in PDF di Macroeconomia solo su Docsity! CAPITOLO 5. Tale capitolo inserisce le variabili monetarie e finanziarie nel sistema macroeconomico di breve periodo. Costruzione del modello IS-LM e la combinazione delle due curve determina la domanda aggregata. MERCATO DEI BENI E CURVA IS Curva IS (chiamata curva di equilibrio del mercato dei beni) descrive il mercato dei beni perché in equilibrio vi è l’uguaglianza tra investimento e risparmio. Mostra tutte le combinazioni di tassi d’interesse e livelli di produzione per le quali il mercato dei beni è in equilibrio (spessa programmata pari all’ammontare del reddito). Il saggio d’investimento desiderato diminuisce all’aumentare del tasso d’interesse questo perché gli investimenti sono spese per beni che accrescono o sostituiscono il capitale di un’impresa e per acquistare beni di investimento le imprese ricorrono a dei prestiti. Maggiore è il tasso d’interesse su tali prestiti, minore è la loro disponibilità a fare investimenti. Invece, con tassi d’interesse più bassi e imprese sono più disposte a finanziare gli investimenti. Investimenti e tasso d’interesse. Nel modello reddito-spesa abbiamo ipotizzato che gli investimenti fossero una variabile esogena, ma in realtà è influenzato da diverse variabili, la principale è tasso d’interesse. Funzione della spesa per investimenti: 𝐼 = 𝐼 ̅ − 𝑏! con b>0 Tasso d’interesse e domanda aggregata. Componenti della domanda sono sempre la domanda dei beni di consumo, di beni d’investimento e la spesa pubblica, ma in questo caso la spesa per investimenti dipende dal tasso d’interesse (NX=0 economia chiusa): AD= C + I + G =[𝑐̅ + 𝑐𝑇𝑅:::: + 𝑐(1 − 𝑡)𝑌] + ( 𝐼 ̅ − 𝑏𝑖) + ?̅? = ?̅? + 𝑐(1 − 𝑡)𝑌 − 𝑏𝑖 Da questa equazione si evince che in corrispondenza di un determinato livello di reddito, un incremento di tasso d’interesse riduce la domanda aggregata. L’equazione della curva IS si ottiene utilizzando la condizione di equilibrio del mercato dei beni, in base alla quale l’ammontare del reddito uguaglia quello della spesa programmata: Y=AD=?̅? + 𝑐(1 − 𝑡)𝑌 − 𝑏𝑖 Da cui 𝑌 = 1 1 − 𝑐(1 − 𝑡) (𝐴 ::: − 𝑏𝑖) = 𝛼"( ?̅? − 𝑏𝑖) i è il tasso d’interesse b misura la sensibilità degli investimenti al tasso d’interesse 𝐼 ̅è la spesa per investimenti L’equazione indica che minore è il tasso d’interesse, maggiore è l’investimento, secondo l’ipotesi che una riduzione del tasso rende più redditizie le operazioni con cui le imprese accrescono lo shock di capitale (somma dei capitali disponibili). La curva IS viene rappresentata graficamente in un piano cartesiano con il reddito Y sull’asse delle ascisse e il tasso d’interesse i sull’asse delle ordinate; quindi, è utile scriverla anche in funzione di i: 𝑖 = ?̅? 𝑏 − 𝑌 𝛼#𝑏 La curva IS ha pendenza negativa perché un tasso di interesse più elevato provoca una diminuzione della spesa degli investimenti, riducendo la domanda aggregata e quindi il livello del reddito. Il coefficiente angolare dipende dalla sensibilità degli investimenti alle variazioni del tasso d’interesse b e dal moltiplicatore : - all’aumentare di b la curva ha pendenza debole diventando sempre più piatta (b → ∞ orizzontale;): perché una piccola variazione del tasso d’interesse incide fortemente sul reddito di equilibrio; - se b ha valore basso e quindi la spesa per gli investimenti non è eccessivamente sensibile al tasso, la curva sarà relativamente inclinata; - se b=0 la curva è verticale e in tal caso la politica monetaria è inefficacie; - all’aumentare del moltiplicatore la curva diventa sempre più piatta; minore è il moltiplicatore e maggiore è la pendenza della curva. L’intercetta della retta IS è determinata dal livello della spesa autonoma e dalla sensibilità degli investimenti alle variazioni del tasso d’interesse b. Un aumento (riduzione) della spesa autonoma provoca uno spostamento della curva IS in alto a destra (in basso a sinistra). La traslazione orizzontale è pari al prodotto della variazione della spesa autonoma ∆𝐴 per il moltiplicatore 𝛼" . LA MONETA E LE SUE FUNZIONI. Per ottenere il livello di equilibrio del prodotto e del reddito è necessario conoscere il tasso d’interesse che è una variabile monetaria e quindi, per risolvere il sistema dobbiamo inserire nel modello i mercati della moneta e delle attività finanziarie. La moneta è un bene accettato comunemente come mezzo di scambio e di pagamento. Possiede tali caratteristiche: facile trasferibilità, conservabilità, divisibilità, stabilità di valore, omogeneità. Il meccanismo di accettazione della moneta ha un andamento circolare in quanto la moneta è accettata come mezzo di pagamento solo se viene accettata in pagamento anche da altri soggetti (per quanto un bene possa essere pregiato non costituisce moneta se non è accettato in pagamento di beni e servizi). In tutti i sistemi economici le monete composte da materiali preziosi sono state sostituite in parte da monete di metalli vili con un valore facciale superiore al loro valore intrinseco, ma soprattutto dalla carta moneta. Quest’ultima viene emessa dallo Stato o da un istituto autorizzato dallo Stato, la Banca Centrale, che mette in circolazione banconote di carta speciale, filigranata, sulle quali sono stampate diciture e figure aventi lo scopo di certificare il valore monetario facciale della banconota e di evitarne la falsificazione. È impossibile concepire una moderna economia che operi senza utilizzare la moneta; in un sistema economico immaginario basato sul baratto, ogni transazione deve comportare uno scambio di beni o servizi tra i soggetti interessati. Vi sono 4 funzioni della moneta, le quali sono emerse a tappe nel corso della storia con l’evoluzione delle forme di pagamento: - Mezzo di scambio: attività utilizzata per effettuare pagamenti; - Riserva di valore: attività che conserva nel tempo il proprio valore; quindi, un individuo che detiene tale riserva può ricorrere ad essa per effettuare acquisti in data futura; MERCATO MONETARIO E CURVA LM Per studiare l’equilibrio nel mercato monetario, bisogna determinare oltre alla domanda di moneta (L) anche l’offerta di moneta (M). La quantità nominale di moneta (M) è controllata dalla Banca Centrale e tale quantità data al livello 𝑀R e ipotizzando che nel breve periodo i prezzi siano costanti al livello 𝑃:, l’offerta reale di moneta risulta pari a 𝑀R / 𝑃:. Curva LM (o curva di equilibrio del mercato monetario) mostra l’insieme delle combinazioni fra tasso d’interesse e livello di produzione per le quali la domanda reale di moneta è uguale all’offerta e dunque, il mercato monetario è in equilibrio. Per ricavare la curva LM occorre quindi uguagliare l’offerta e la domanda di moneta !" $% = 𝑘𝑌 + 𝐿& − ℎ𝑖, oppure rispetto al tasso d’interesse: 𝑖 = & ' (𝑘𝑌 + 𝐿R− () +, ). Pendenza: la curva LM ha pendenza positiva e quindi un aumento del reddito accresce la domanda di moneta, ciò significa che più la domanda è sensibile al reddito (k) e meno al tasso (h), tanto più sarà inclinata la curva LM. Affinché la domanda rimanga uguale all’offerta, che è costante, occorre un aumento del tasso per indurre i risparmiatori a investire titoli e ridurre scorte monetarie speculative. - Se la domanda è insensibile al tasso e quindi h tende a 0, LM è quasi verticale; - Se la domanda è sensibile al tasso e quindi h sempre più grande, LM quasi orizzontale; - Caso limite: LM orizzontale à trappola della liquidità; - Caso limite: LM verticale à caso classico. Posizione: dato che sulla curva LM, l’offerta di moneta è costante, una sua variazione comporta uno spostamento della curva LM. Infatti, un aumento dell’offerta reale provoca uno spostamento della curva LM verso destra , generando un nuovo punto di equilibrio. La curva LM è stata ricavata ipotizzando che la Banca Centrale decida l’offerta di moneta. A volte le Banche Centrali si pongono obiettivi sul tasso d’interesse e non in termini di offerta di moneta. Nel 1993 il professor Taylor scrisse una regola che rappresentava le scelte della Fed (Banca centrate statunitense) nel fissare il tasso d’interesse: i= r *+π + 𝛼& (π ̶ π *) + 𝛼' (Y ̶ Y*). 𝛼& 𝑒 𝛼' sono coefficienti positivi: se il tasso d’inflazione atteso o il reddito atteso è superiore a quello obiettivo, la Banca Centrale aumenta il tasso d’interesse e viceversa. Poiché abbiamo ipotizzato prezzi dati, quindi assenza di inflazione, possiamo applicare una regola semplificata del tipo: i= r *+ 𝛼' (Y ̶ Y*). Anche in questo caso vi è una relazione positiva tra reddito e tasso d’interesse, in quanto se il reddito Y è inferiore a i tassi vengono abbassati in modo da stimolare la ripresa economica e viceversa, similmente alla LM che è positivamente inclinata. EQUILIBRIO MERCATO DEI BENI E MERCATO MONETARIO Le curva IS e LM sintetizzano le condizioni che devono essere soddisfatte affinché il mercato dei beni e quello monetario siano in equilibrio. L’equilibrio si realizza quando i tassi di interesse e i livelli di reddito sono tali che il pubblico detiene la quantità di moneta esistente e la spesa programmata è uguale al prodotto. Il livello di equilibrio del reddito e del tasso cambia quando di verifica uno spostamento della curva IS o della curva LM. Ad esempio, un aumento della spesa autonoma comporta uno spostamento verso destra della curva IS e di conseguenza vi è un incremento del livello del reddito e del tasso. In questo caso il reddito cresce di un ammontare inferiore a 𝛼"∆?̅? perché l’incremento del reddito determina una maggiore domanda di moneta e, con offerta di moneta costante, il tasso di interesse deve aumentare, facendo perciò contrarre la spesa per investimenti e quindi riducendo la variazione del reddito. Il tasso e il reddito sono determinati dall’intersezione delle curva IS e LM. Dal punto di vista matematico: 𝐶𝑈𝑅𝑉𝐴 𝐼𝑆: 𝑌 = 𝛼"( ?̅? − 𝑏𝑖) e 𝐶𝑈𝑅𝑉𝐴 𝐿𝑀: 𝑖 = & ' (𝑘𝑌− () +, ) con L=0 Sostituendo il tasso nell’equazione di IS e risolvendo rispetto a Y otteniamo: 𝑌 = 𝛾?̅? + 𝛾 - ' () +, Il reddito di equilibrio dipende dalle variabili esogene 𝐴,R ( ) +, : al crescere di queste, cresce Y. Moltiplicatore della politica fiscale: 𝛾 = '.! '/0-.! indica l’entità della variazione del livello di equilibrio del reddito prodotta da un aumento della spesa autonoma, mantenendo costante l’offerta di moneta. Dato che l’aumento della spesa pubblica ∆?̅? costituisce una variazione della spesa autonoma, si ha ∆?̅? = ∆?̅?. L’effetto prodotto dalla variazione di ?̅? è dato da: ∆𝑌 = 𝛾∆?̅?. - 𝛾 è inferiore a 𝛼" - 𝛾 tende a 0 se h è piccolo (LM verticale) - 𝛾 = 𝛼" se h tende all’infinito (LM orizzontale) - Il moltiplicatore si riduce all’aumentare di b e/o k, perché elevati valori di tali parametri comportano la riduzione dell’incidenza della spesa pubblica sul reddito. Moltiplicatore della politica monetaria: 𝛾 = -.! '/0-.! indica l’entità dell’incremento del livello di equilibrio del reddito provocato da un aumento dell’offerta di moneta, mantenendo la politica fiscale invariata: ∆2 ∆(" ### $% ) = - ' 𝛾 = -.! '/0-.! - Più piccoli sono h e k più elevato è il moltiplicatore quindi, politica monetaria efficace; - Più grandi sono b e 𝛼" , più la curva IS è piatta e più il moltiplicatore è elevato. Per b=0, la curva IS diviene verticale e la politica monetaria risulta inefficace. CAPITOLO 6. POLITICHE ECONOMICHE. Il modello IS-LM viene utilizzato per mostrare il funzionamento della politica monetaria e della politica fiscale, che sono i due principali strumenti di politica macroeconomica con cui i poteri pubblici (Governi e Banche Centrali) possono fare ricorso per cercare di mantenere un soddisfacente taso di crescita e un basso livello di inflazione, riducendo la durata delle recessioni e impedendo che le fasi di espansione sfuggano di mano. La politica fiscale agisce sul mercato dei beni, mentre quella monetaria sul mercato delle attività. Entrambe influiscono sul livello del prodotto e sui tassi di interesse. POLITICA MONETARIA. Responsabile della politica monetaria è la Banca Centrale Europea con sede a Francoforte, la quale è indipendente dai governi dei paesi che compongono l’Unione Economica e Monetaria (insieme dei paesi europei che hanno firmato il trattato di Maastricht e hanno adottato come moneta l’euro). Attua tale politica tramite operazioni di mercato aperto: la Banca Centrale pone in essere politiche monetarie espansive quando acquista titoli in cambio di moneta aumentando così l’offerta di moneta (shock monetario) oppure effettua politiche restrittive quando vende titoli in cambio di liquidità ceduta dagli acquirenti dei titoli, riducendo così l’offerta di moneta. Acquistando titoli, la Banca riduce la quantità di titoli offerta sul mercato, tendendo ad aumentare il prezzo e quindi ne abbassa il rendimento; a tassi di interesse più bassi le persone saranno disposte a detenere una quota minore del portafoglio in titoli e una quota maggiore in moneta (e viceversa per la vendita di titoli). La Banca stabilisce l’offerta di moneta attraverso le operazioni sul mercato aperto e ciò determina la posizione della curva LM. Meccanismo di trasmissione. Un’operazione di acquisto sul mercato aperto determina un’espansione monetaria, in tal modo la curva LM si sposta a destra e il nuovo equilibrio si trova ad un tasso di interesse più basso e ad un reddito più elevato. Il passaggio tra l’equilibrio precedente e il successivo si basa su un meccanismo di trasmissione in due fasi: 1. L’aumento dell’offerta di moneta genera uno squilibrio di portafoglio, con un eccesso di moneta in portafoglio rispetto a quella desiderata e di conseguenza chi detiene un portafoglio cercherà di ridurre la moneta posseduta acquistando titoli. L’aumento della domanda di titoli accresce il prezzo degli stessi, riducendone il rendimento. 2. Si ha quando la variazione dei tassi di interesse si ripercuote sulla domanda aggregata; la riduzione dei tassi di interesse provoca un aumento della spesa per investimenti; quindi, accresce la domanda aggregata e il reddito. Se la variazione dell’offerta di moneta non porta variazioni significative dei tassi di interesse, non c’è connessione tra moneta e il prodotto. Vi sono due casi estremi per quanto riguarda l’efficacia della politica monetaria. Trappola della liquidità. È una situazione in cui, a un determinato tasso di interesse, il pubblico è disposto a detenere una qualunque quantità di moneta offerta piuttosto che investirla in titoli, per evitare perdite in conto capitale. La trappola della liquidità si può manifestare quando i tassi tendono ad azzerarsi (i=0) e in tale situazione la curva LM è orizzontale, ; una volta toccato, la Banca non può fare nulla per stimolare l’economia attraverso la politica monetaria, in quanto non è più in grado di ridurre ulteriormente i tassi di interesse e ciò significa che ha effetto nullo sia sul tasso di interesse che sul livello del reddito. L’idea di una possibile situazione di trappola di liquidità in corrispondenza a bassi tassi di interesse venne elaborata dall’economista inglese Keynes. Anche se il tasso si abbassa e vi è una maggior richiesta di credito, vi è comunque la riluttanza delle banche a concedere prestiti, per problemi di solvibilità dei debitori. Esse preferiscono effettuare prestiti allo stato attraverso l’acquisto di titoli. In entrambi i casi la politica monetaria diventa inefficace. 1 à 2 à 3 à 4 Variazione dell’offerta reale di moneta Aggiustamenti di portafoglio comportano variazione dei prezzi e dei tassi di interesse La spesa si adegua alla variazione dei tassi di interesse La domanda aggregata e il prodotto si adeguano alla variazione della domanda di beni di investimento Riassunto delle fasi del meccanismo di trasmissione CAPITOLO 7. LEGAMI ECONOMICI INTERNAZIONALI. Dal XXI secolo i legami nazionali diventano più stretti e si diffonde sempre più il concetto di globalizzazione, processo di realizzazione di un unico sistema economico di dimensioni mondiali. Ogni economia è legata al resto del mondo attraverso il commercio e la finanza. Nell’ambito del commercio internazionale il legame consiste nello scambio di beni e servizi tra Paesi. I legami commerciali sono importanti per le economie aperte in quanto la spesa per importazioni si sottare al flusso circolare del reddito, cioè parte del reddito speso dai residenti di un paese non è destinato a prodotti nazionali; invece. Le esportazioni rappresentano un incremento della domanda dei beni prodotti in patria. I prezzi dei beni prodotti in un paese rispetto a quelli dei paesi concorrenti hanno un impatto diretto sulla domanda, prodotto e occupazione. Un calo dei prezzi in valuta locale praticati dai produttori stranieri, sposta la domanda dai prodotti nazionali ai beni di produzione estera; la conseguenza è che nel paese le importazioni aumentano e le esportazioni calano. Viceversa, quando il valore della valuta locale scede rispetto alle altre, i beni prodotti all’interno diventano meno costosi, la domanda si sposta verso i beni di produzione nazionale, le esportazioni aumentano e le importazioni diminuiscono. Esistono forti legami tra paesi anche nel settore della finanza. Bilancia dei pagamenti. È uno schema contabile in cui vengono registrate le transazioni tra i residenti di un paese e i residenti nel resto del mondo, in un dato periodo di tempo. Sotto il profilo contabile, osserva la regola in base alla quale ogni transazione che dà luogo ad un pagamento dei residenti di un paese costituisce una voce passiva nella bilancia dei pagamenti del paese in esame. Si suddivide in 3 conti principali: Ø Conto corrente (o bilancia commerciale): conto in cui sono registrati gli scambi di beni, servizi (noli, viaggi e altri),redditi e trasferimenti tra residenti e non residenti. I redditi sono da lavoro e da capitale ; i trasferimenti consistono in rimesse degli emigrati, donazioni e sovvenzioni. Il saldo della bilancia commerciale registra la differenza tra importazioni ed esportazioni di merci; aggiungendovi la differenza tra importazioni ed esportazioni di servizi, i redditi netti dall’estero e i trasferimenti netti, si ottiene il saldo del conto corrente. Il conto corrente è in avanzo se le entrate eccedono i pagamenti. Ø Conto capitale: conto che registra i dati relativi a trasferimenti di attività finanziarie e reali (in contanti, in natura, sotto forma di remissione dei debiti) e attività intangibili (brevetti, diritti d’autore). Un saldo attivo è indice di buona profittabilità degli investimenti. Ø Conto finanziario: conto che registra investimenti e disinvestimenti di capitali; comprende gli acquisti e le vendite di attività quali azioni, obbligazioni e strumenti finanziari; la variazione delle riserve ufficiali di oro, valuta estera e attività liquide e commerciabili detenute dalla Banca Centrale. Si ha un avanzo quando in un paese le entrare (dovute alla vendita) superano i pagamenti nazionali per l’acquisto di attività all’estero. Pagamenti internazionali. Individui e imprese devono pagare ciò che acquistano all’estero; se una persona spende più del proprio reddito, il deficit deve essere finanziato o vendendo attività o prendendo denaro in prestito. Analogamente avviene anche per un paese che registra un disavanzo nel conto corrente perché all’estero spende più di quanto ricava. Queste operazioni di vendita o indebitamento si traducono in un avanzo in conto finanziario per il paese in esame. Di conseguenza, qualsiasi disavanzo del conto corrente è necessariamente finanziato attraverso un flusso compensatore di capitali: saldo del conto corrente + saldo del conto finanziario = 0 l’equazione mostra un punto molto importante: se un paese non ha attività da vendere o riserve in valuta estera da utilizzare e non trova prestiti, deve comunque raggiungere questo equilibrio nel conto corrente. Un deficit di conto corrente può essere finanziato in due modi: - Dai privati residenti che liquidano l’attività detenute all’estero o prestiti all’estero; - Dalla banca centrale che riduce le proprie riserve valutarie vendendo valuta estera sul mercato dei cambi. Quando il conto è in avanzo il settore privato può usare le proprie entrate in valuta estera per saldare debiti o acquistare attività all’estero; in alternativa la banca può acquistare l’ammontare (netto) di valuta estera guadagnato dal settore privato aggiungendolo alle proprie riserve. L’aumento delle riserve viene definito anche avanzo della bilancia dei pagamenti: avanzo bilancia pagamenti = aumento riserve ufficiali = avanzo di conto corrente + afflusso netto di capotali privati Se la somma dei saldi del conto corrente e del conto finanziario è in disavanzo, si ha un disavanzo della bilancia dei pagamenti e una riduzione delle riserve ufficiali. Quando un conto è in avanzo e l’altro in disavanzo dello stesso importo, il saldo totale è uguale a zero e quindi la bilancia dei pagamenti non è né in avanzo né in disavanzo. Tassi di cambio fissi. Il taso di cambio indica il prezzo di un’unità di una moneta in termini di un’altra moneta. In un sistema di tassi di cambio fissi (tasso di cambio tra le valute è fissato sulla base di valori prestabiliti) le Banche Centrali straniere sono pronte ad acquistare o vendere la propria moneta a un prezzo fisso in rapporto alla moneta nazionale. Le Banche Centrali dei paesi detengono risorse da vendere quando desiderano o sono costrette ad intervenire sul mercato dei cambi e finché le possiede può intervenire per assicurare la stabilità del tasso di cambio. Se un paese continua a registrare disavanzi nella bilancia dei pagamenti, la Banca finirà per esaurire le risorse e non potrà più intervenire; perciò, prima di arrivare a tale situazione la Banca decide di non sostenere più il tasso di cambio predeterminato, procedendo alla svalutazione della moneta. In un sistema di tassi di cambio flessibili, le Banche Centrali si astengono dall’intervento sui mercati e lasciano che il tasso si adegui in modo da equilibrare domanda e offerto di valuta estera. Fluttuazione pulita: sistema di tassi di cambio flessibili in cui la Banca non interviene nei mercati valutari esteri e quindi lasciano che i tassi siano determinati sui relativi mercati. Poiché non vi è intervento, le transazioni riguardante le risorse ufficiali sono nulle. Quindi, il saldo totale della bilancia dei pagamenti è uguale a zero. Fluttuazione manovrata (sporca): sistema di tasi di cambio flessibili nel quale la Banca Centrale interviene sui mercati di cambio per acquistare e vendere valute estere allo scopo di influire sui tassi di cambio. In tal caso si verificano transazioni riguardanti le riserve ufficiali. Terminologia. Essa è inerente ai tassi di cambio che si esprimono in due modi: - “certo per incerto” che indica il numero di unità di valuta estera necessarie per l’acquisto di un’unità di valuta domestica; - “incerto per certo” indica il numero di unità di valuta domestica necessarie per l’acquisto di un’unità di valuta estera. Ogni banca decide quale sistema di quotazione adottare per la propria moneta. Nel contesto del commercio e della finanza internazionali ricorrono sempre tali termini: Ø Svalutazione: diminuzione del valore della moneta interna rispetto alle monete di altri paesi; il termine è usato quando i tassi di cambio sono fissi; Ø Rivalutazione: contrario di svalutazione ed indica un aumento del valore della moneta interna rispetto alle monete degli altri paesi; è usato quando i tassi di cambio sono fissi; Ø Deprezzamento: diminuzione del valore della moneta interna rispetto alle altre ed è usato quando i tassi di cambio sono flessibili; Ø Apprezzamento: aumento del valore della moneta interna rispetto alle altre ed è usato quando i tassi di cambio sono flessibili. Dal punto di vista economico questi termini descrivono la direzione in cui il tasso si muove. Tasso di cambio nel lungo periodo. Nel lungo periodo il tasso di cambio tra due nazioni è determinato dal potere d’acquisto relativo delle due valute nei paesi in cui circolano. Teoria della parità dei poteri d’acquisto (PPP): teoria in base alla quale il tasso di cambio tra due valute fa sì che il prezzo di un bene di un paese è uguale al prezzo dello stesso bene in un altro paese. Il potere d’acquisto di due valute è misurato dal tasso di cambio reale (R), il quale è il rapporto tra i prezzi esteri e interni calcolati nella stessa moneta; misura la competitività di una nazione nel commercio internazionale: 𝑅 = *$! $ Se la valuta nazionale si apprezza o viene rivalutata e si riduce e viceversa in caso di svalutazione o deprezzamento. In base a tale equazione il tasso di cambio reale è alto quando i prezzi all’estero sono alti (Pf > P) e quando la valuta nazionale ha un basso valore relativo (e elevato). Se il tasso di cambio reale = 1, le monete sono al livello di parità dei poteri d’acquisto; se > 1 significa che i beni commerciali all’estero sono più costosi di quelli a livello nazionale. R >1 ci si aspetta che la domanda di prodotti nazionali aumenta e ciò potrebbe comportare incremento dei prezzi nazionali oppure il calo del tasso di cambio che avvicinerebbe il paese al livello di parità dei poteri d’acquisto. Il processo di avvicinamento delle valute al livello di parità dei poteri d’acquisto è lento perché: - I panieri di beni sono diversi da paese a paese; - Esistono varie barriere delle merci tra i paesi, che possono essere naturali o imposte dagli stati stessi (dazi doganali); - Molti beni sono non commerciati e non possono essere spostati da un paese ad un altro. Commercio dei beni, equilibrio di mercato e bilancia commerciale. Inseriamo il commercio estero nel modello IS-LM. P e 𝑃6 rappresentano il livello dei prezzi interni e esteri; e è il prezzo della valuta estera in termini di unità di moneta nazionale. raggiungere il simultaneo equilibrio interno ed esterno è necessario usare sia la politica monetaria che fiscale. Modello di Mundell-Fleming: è un modello proposto per la prima volta da Mundell e Fleming negli anni Sessanta, che estende il modello IS-LM all’economia aperta in condizioni di perfetta mobilità dei capitali. Quando i capitali sono perfettamente mobili e vige un regime di tassi di cambio fissi, le Banche Centrali non possono condurre una politica monetaria indipendente e i tassi non possono allontanarsi dal livello prevalente sul mercato mondiale; infatti, qualora si conduca una politica monetaria indipendente questa determina flussi di capitale necessitando quindi, di un intervento da parte delle autorità monetarie fin quando i tassi non sono nuovamente in linea con quelli del mercato mondiale. Mentre la politica monetaria è inefficace, una politica fiscale espansiva in questo contesto risulta invece valida aumentando il prodotto. Un’espansione fiscale fa crescere sia il tasso d’interesse che il livello del prodotto. Affinché il tasso di cambio rimanga stabile, la Banca deve espandere l’offerta di moneta, facendo salire il reddito, fino a quando il tasso non raggiunge il suo livello originale (i=𝑖6). In questo caso, con un’offerta endogena, il tasso di interesse è fisso. In un sistema di perfetta mobilità dei capitali e di tassi di cambio flessibili, la Banca non interviene sul mercato dei cambi, ma il tasso deve adeguarsi in modo che la domanda e l’offerta di valuta sono in equilibrio: il saldo totale della bilancia dei pagamenti è uguale a zero senza l’intervento della Banca. Un disavanzo in conto corrente deve essere finanziato con entrate di capitali privati; un avanzo è bilanciato da flussi di capitali in uscita. Politica fiscale. In presenza di tassi flessibili, una politica fiscale espansiva non modifica il prodotto di equilibrio, ma determina un apprezzamento del tasso di cambio e spiazza completamente le esportazioni nette: si verifica il cosiddetto fenomeno di completo spiazzamento che comporta una riduzione delle esportazioni e un aumento delle importazioni (espansione monetaria comporta deprezzamento, aumento esportazioni e quindi della produzione). Si parla di disavanzi gemelli (twin deficit) quando sia il conto corrente della bilancia dei pagamenti e sia il bilancio dello Stato sono in disavanzo. Mentre nel regime di tassi di cambio fissi, le autorità monetarie non possono controllare lo stock nominale di moneta e qualunque tentativo di espanderlo determina un azzeramento dell’aumento delle quantità di moneta; nel regime di tassi di cambio flessibili, la Banca non interviene e quindi, l’aumento dello stock monetario non è controbilanciato da movimenti di capitale. Se un’economia con tassi di cambio flessibili ha al suo interno una situazione di disoccupazione, la Banca può intervenire per far deprezzare il tasso di cambio, in modo da incrementare le esportazioni e quindi la domanda aggregata. Tali misure sono note come politiche “beggar-thy- neighbor” poiché aumento della domanda di prodotti nazionali va a discapito della domanda di beni di produzione estera. Svalutazioni competitive: catena di svalutazioni di ritorsione in cui un paese svaluta la propria moneta per aumentare la competitività al fine di migliorare la propria bilancia commerciale danneggiando un altro paese. In questo caso si verificherebbero spostamenti della domanda mondiale da un paese ad un altro piuttosto che un aumento del livello della spesa nel mondo. Il modello AD-AS è un modello economico utilizzato per analizzare le condizioni dell'equilibrio macroeconomico di breve periodo di un’economia chiusa sulla base del reddito e dei prezzi. A differenza del modello IS-LM, nel modello AD-AS i prezzi non sono una variabile esogena ma una variabile determinante dell’equilibrio. Entrambe le funzioni sono determinate dalla relazione tra prezzo e reddito, ma hanno caratteristiche differenti in quanto: la curva di domanda aggregata mostra le combinazioni del livello del reddito e dei prezzi, tra i quali sussiste una correlazione inversa in quanto un aumento dei prezzi riduce l'offerta di moneta, innalza il tasso di interesse e, quindi, deprime la domanda aggregata. Invece, la curva di offerta aggregata è l'insieme delle funzioni di produzione delle imprese che consente di determinare il livello di produzione ( y ) del sistema economica in relazione ai diversi livelli di prezzo ( p ). In questo caso tra i due sussiste una relazione positiva in quanto un incremento del prezzo segue un aumento della produzione e del reddito. Dal punto di vista grafico l’equilibrio del modello AD-AS è individuato nel punto di intersezione tra le due curve. Il modello AD-AS consente di analizzare gli effetti della politica economica sul prezzo e sul reddito. Ad esempio, una politica economica espansiva aumenta la domanda aggregata. Dal punto di vista grafico il fenomeno è rappresentato dalla traslazione della curva AD verso destra, producendo effetti sia sul prezzo che sul reddito e di conseguenza l’equilibrio si sposta da e0 a e1: In alcuni particolari casi la politica economica espansiva è inefficace a produrre effetti sul reddito, un esempio è rappresentato dalla condizione di piena occupazione dei fattori in cui l'aumento della domanda non può essere soddisfatto con un aumento della produzione, ma in questo caso vi è solo un aumento del livello dei prezzi. L'effetto della politica economica espansiva quando il sistema è in piena occupazione è rappresentato nel grafico seguente: Teoria degli investimenti keynesiana tale teoria viene usata per rappresentare una funzione aggregata degli investimenti. La decisione di investimento di un’impresa dipende dal rendimento che tale investimento può produrre nel tempo, dato che gli investimenti sono una componente instabile, che fluttua in relazione ai cambiamenti delle aspettative degli imprenditori. Il rendimento futuro è quello che Keynes chiama reddito prospettivo dell’investimento (R1, R2, …, Rn), ovvero redditi attesi derivanti dalla realizzazione dell’investimento, che possono essere scritti come somme disponibili tra un certo numero di anni, secondo un fattore di sconto pari a 1/ 1+i , dove i è il tasso di interesse: 𝑉8 = 9& &/! + 9' (&/!)' … 𝑉8 è il valore attuale dei rendimenti futuri attesi. A questo reddito prospettivo si contrappone il prezzo di offerta del capitale (𝑃0), ovvero il prezzo minimo sufficiente affinché un produttore sia indotto a produrre una unità in più di tale capitale, chiamato anche costo di sostituzione. Si ottiene dall’uguaglianza tra prezzo di domanda e prezzo di offerta del bene capitale. L’impresa realizzerà l’investimento se 𝑉8 > 𝑃0 cioè se il valore attuale dei rendimenti futuri è maggiore del costo dell’investimento. Dalla relazione tra il prezzo di offerta del bene capitale e il rendimento prospettivo deriva l’efficienza marginale del capitale (o saggio di rendimento dell’investimento) indicata con r, che serve a stabilire se per l’impresa è conveniente o meno effettuare un investimento 𝑃0 = 9& &/: + 9' (&/:)' …. l’impresa realizzerà l’investimento se l’efficienza marginale del capitale r è maggiore del saggio di interesse(r > i) (equivalente alla condizione 𝑉8 > 𝑃0). Considerando la relazione tra i rendimenti attesi e il tasso di interesse si nota che diminuzioni di i accrescono il valore di VA , incentivando progetti di investimento di lungo periodo; viceversa, per valori del saggio di interesse più elevati. Pertanto, la diminuzione del saggio di interesse da un lato aumenta il valore di VA dall’altro diminuisce il prezzo di offerta del bene capitale favorendo le decisioni di investimento. L’efficienza marginale del capitale varia con le aspettative, ed è questa dipendenza che la rende soggetta a fluttuazioni relative al ciclo economico. Secondo Keynes, è possibile costruire per ciascun bene capitale una tabella che ordina l’efficienza marginale del capitale in modo decrescente al crescere dell’investimento. Sommando poi tali tabelle per tutti i diversi beni capitali, si può costruire un’unica tabella che indica la relazione tra l’ammontare complessivo di investimento e l’efficienza marginale del capitale, per cui, il livello di equilibrio degli investimenti aggregati si ottiene aggregando tutti gli investimenti riguardanti le singole imprese considerate. Di conseguenza, l’ammontare effettivo di investimento sarà spinto fino al punto in cui non vi sarà alcuna categoria di beni capitali la cui efficienza marginale del capitale superi il saggio di interesse, ovvero fino al punto in cui r = i. Relazione inversa tra investimenti e saggio di interesse. Dove la funzione degli investimenti coincide con l’efficienza marginale del capitale r. Si noti che al tasso di interesse 𝑖& avremo un volume di investimenti pari a 𝐼& , dove r=𝑖& per cui tutti i progetti di investimento che comportano r ≥ 𝑖& verranno realizzati, tutti i progetti successivi per cui r <𝑖& non verranno realizzati. Se il saggio di interesse diminuisce a 𝑖;, anche altri progetti di investimento, che prima non lo erano, risulteranno convenienti, quindi il volume di investimenti realizzato salirà a 𝐼;. Se si ha un miglioramento cioè che per ogni investimento i ricavi futuri attesi aumentano allora aumenterà il saggio di rendimento interno (r), per cui a parità di tasso di interesse vi sarà un numero maggiore di progetti di investimento che evidenziano un rendimento superiore al saggio di interesse che si realizza sul mercato. Questo viene evidenziato dallo spostamento verso destra della funzione di investimento I (o r).
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