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slide Capitolo 2 e capitolo3 milgrom roberts economia,organizzazione e management, Dispense di Economia Dell'innovazione

slide complete di due capitoli del libro milgrom roberts economia,organizzazione e management ii mulino bologna

Tipologia: Dispense

2015/2016

Caricato il 26/05/2016

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4.3

(4)

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Scarica slide Capitolo 2 e capitolo3 milgrom roberts economia,organizzazione e management e più Dispense in PDF di Economia Dell'innovazione solo su Docsity! Organizzazione economica e coordinamento in mercati e imprese Capp. 2-3 Organizzazione economica e efficienza Cap. 2 Cosa sono le organizzazioni (2/2) }  Mercati e gerarchie sono due forme organizzative contrattuali agli estremi: nella prima prevale la contrattazione volontaria, nella seconda i vincoli di autorità (determinati sempre dai contratti). }  Importanza della struttura organizzativa come variabile multidimensionale }  Struttura delle risorse e dei flussi informativi, allocazione del potere e della responsabilità decisionale, obiettivi e strategie adottati, schema di incentivi, etc. }  Dimensioni e limiti dell’organizzazione }  il criterio dell’entità legale non funziona (sussidiarie distinte legalmente ma non funzionalmente). LA PIÙ PICCOLA UNITÀ FUNZIONALMENTE AUTONOMA (libera da interventi esterni nei suoi affari e nelle sue decisioni) 5 Il livello di analisi }  TRANSAZIONI }  L’unità fondamentale di analisi per la teoria dell’organizzazione economica è la transazione – il trasferimento di beni e servizi tra individui }  Le transazioni sono organizzate in modo differente a seconda delle caratteristiche che hanno }  frequenza, standardizzazione, etc. }  INDIVIDUI }  Interessi e comportamenti degli individui (entità indivisibili che prendono le decisioni e sono portatori di bisogni, volontà e obiettivi) devono essere tenuti in considerazione per comprendere le organizzazioni (che non hanno di per sé valenza etica, ma devono essere giudicate sulla base della capacità di servire i propositi delle persone) 6 L’efficienza (1/3) }  Per valutare le organizzazioni, ed in particolare la capacità di soddisfare i desideri e le necessità degli individui, occorre un criterio di riferimento, coerente con l’obiettivo generale }  non necessariamente è di tipo materiale }  Assumendo che gli individui siano interessati a produrre beni e servizi, il sistema economico andrà valutato rispetto al soddisfacimento dei bisogni economici della popolazione }  gli individui hanno delle preferenze che rendano “misurabile” il loro benessere – funzioni di utilità - il loro obiettivo è la massimizzazione dell’utilità }  le risorse sono scarse, dunque il maggior benessere dell’uno può implicare una riduzione nel livello di soddisfazione dell’altro. }  Gestione del trade-off 7 L’efficienza nelle organizzazioni }  Nello studio delle organizzazioni non siamo interessati all’allocazione efficiente delle risorse o all’efficienza dei risultati, ma all’efficienza delle organizzazioni stesse }  Quali possibilità? }  Sulla base dei risultati di organizzazioni alternative }  Se l’organizzazione X produce SEMPRE risultati che TUTTI preferiscono rispetto a quelli prodotti dall’organizzazione Y, allora Y è un’organizzazione inefficiente ¨  Criterio troppo restrittivo poiché è difficile dichiarare come inefficiente un’organizzazione }  Se l’organizzazione X produce IN MEDIA risultati che TUTTI preferiscono rispetto a quelli prodotti dall’organizzazione Y, allora Y è un’organizzazione inefficiente ¨  Criterio meno restrittivo che restringe la classe delle organizzazioni che passano il test dell’efficienza 10 L’efficienza come concetto POSITIVO }  Sulla base delle riflessioni finora esposte, l’efficienza è un criterio per giudicare le decisioni di gruppo (approccio normativo) }  L’efficienza può assumere la valenza di concetto con capacità esplicative e predittive (approccio positivo) quando }  Gli individui cercano di non sprecare risorse nelle loro attività e nelle modalità di gestione dei propri affari }  Se gli individui sono liberi di contrattare e possono realizzare e imporre qualsiasi accordo al quale pervengano }  Allora porranno in essere accordi (e attività) con esiti efficienti }  Tali accordi sono poco vulnerabili poiché qualsiasi proposta di cambiamento troverà sempre almeno un oppositore }  Nel corso del tempo gli accordi inefficienti verranno sostituiti con quelli efficienti 11 Coordinamento e incentivazione (1/6) }  I sistemici economici moderni sono caratterizzati da una pluralità di soggetti operanti }  Smith ha chiarito che la divisione del lavoro, la specializzazione e la cooperazione (che conseguentemente è necessaria) sono modalità produttive che assicurano la generazione di un valore maggiore }  Differenti strutture organizzative (pianificazione vs sistema di mercato) tentano di raggiungere l’efficienza con assetti differenti in termini di coordinamento e di incentivazione 12 Coordinamento e incentivazione (4/6) }  Le diverse strutture ottengono il coordinamento in modi differenti. }  Le strutture divisionali, ad esempio, nascono proprio con l’obiettivo di ottimizzare i flussi informativi, ma come meccanismo di coordinamento utilizzano dei prezzi di trasferimento e i direttori di divisione sono giudicati sulla base dei risultati della propria divisione (si imita il funzionamento di un mercato). 15 Coordinamento e incentivazione (5/6) }  Il problema del coordinamento ha molteplici soluzioni i cui estremi sono: }  il sistema pianificato puro. Non ci sono più prezzi, ma un unico pianificatore che determina quanto, come e in che tempi produrre. }  il sistema di mercato puro. Non esistono organizzazioni, tranne il mercato. Ciascuna attività è condotta da individui separati che fanno transazioni tra loro attraverso il mercato. }  Il primo ha vantaggi in termini di coordinamento, ma si espone al problema dell’incentivazione. }  Il secondo si basa sul fatto che i soggetti economici perseguono egoisticamente i propri obiettivi (non c’è un problema di incentivazione, quindi), e allo stesso tempo realizza un efficace coordinamento. 16 Coordinamento e incentivazione (6/6) }  In un perfetto sistema di mercato, se tutti i mercati sono concorrenziali, non c’è bisogno di alcuna forza impressa centralmente. È il sistema dei prezzi che effettua il coordinamento necessario. }  In particolare, la variazione dei prezzi relativi rappresenta l’unico segnale necessario (che incorporano tutta l’informazione rilevante) sulla base del quale gli agenti economici reagiscono efficacemente. }  Non vi è necessità di trasmettere informazioni dettagliate sul sistema delle preferenze dei consumatori, sulle tecnologie, sulla disponibilità delle risorse e sui cambiamenti di tutte le caratteristiche che definiscono il sistema. }  Inoltre, come anticipato, gli agenti economici non hanno bisogno di essere persuasi a fare la loro parte. }  È la “mano invisibile” che rende gli istinti egoistici complessivamente funzionali al perseguimento dell’obiettivo dell’efficienza. }  Ma, si ricorda, occorre che nessun agente economico abbia la possibilità di influenzare i prezzi e che tutti i beni rilevanti siano scambiati sul mercato. 17 Le dimensioni dei costi di transazione 1.  Specificità degli investimenti 2.  Frequenza e durata (della ripetizione) delle transazioni 3.  Complessità della transazione e incertezza sulla prestazione richiesta 4.  Difficoltà nella misurazione della performance 5.  Relazione della transazione con altre transazioni che riguardano le stesse controparti (cd. connectedness). 20 Le dimensioni dei CdT: specificità }  L’investimento richiesto per effettuare la transazione è specifico per quella transazione o no? }  Il fornaio che compra un forno soddisfa con esso tutti i suoi clienti, non soltanto il singolo consumatore. La singola transazione, quindi, non richiede investimenti specifici. }  Se un fornitore della FIAT fa un investimento per produrre pezzi concepiti appositamente per un dato modello e se quell’investimento è ad hoc si parla di investimento specifico, poiché il suo valore, al di fuori delle transazioni con FIAT, potrebbe essere scarso o nullo. Il fornitore, quindi, non investirà a meno che non abbia avuto dalla FIAT la ragionevole sicurezza di un ordine sufficientemente elevato a un prezzo concordato (importanza del contratto). 21 Le dimensioni dei CdT: durata e frequenza }  La transazione è una tantum o no? }  Se avviene una tantum, possiamo immaginare che le parti utilizzeranno una qualche forma standard di contratto. Nel caso di transazioni ripetute, invece, conviene adottare schemi specifici per le controparti (contratti customizzati). }  Se la transazione è frequente, per quanto tempo si ritiene possa avvenire a condizioni simili a quella iniziale? }  Se le transazioni sono lunghe e ravvicinate le parti possono adottare meccanismi premiali/punitivi per ricompensare/ punire la controparte (tit for tat). Ciò riduce significativamente la necessità di formalizzare specifici aspetti del rapporto. 22 Le dimensioni dei CdT: la relazione con altre transazioni }  La transazione è indipendente o interdipendente da altre? }  Problema di compatibilità e di fissazione di standard: maggiori necessità di coordinamento. }  Ad es. dimensionamento degli impianti, specifica delle tolleranze di progettazione, determinazione dei flussi dei semilavorati necessari al prodotto finale: transazione che evidenziano un collegamento nella progettazione (design connectedness). }  Rafforzamento del coordinamento centrale e/o riduzione del numero dei soggetti coinvolti nelle transazioni. 25 I limiti dell’approccio dei CdT (1/2) }  Due problemi: 1.  I costi totali corrisponderebbero alla somma dei costi di produzione (che dipendono dalla tecnologia e dai fattori produttivi utilizzati) e di quelli di transazione (che dipendono da come sono organizzate le transazioni). In generale, tuttavia, non è sempre agevole distinguerli, assunto che entrambe le tipologie dipendono dall’assetto organizzativo e dalla scelta tecnologica. }  Se la produzione si riduce per ritardi nella pianificazione, ciò dipende da un problema organizzativo o da una tecnologia che non è sufficientemente flessibile? }  Es. industria semiconduttori: rendimenti di scala crescenti implicherebbero una produzione più concentrata possibile, ma … prassi consolidata di fornire il progetto ad altre imprese per la creazione di un’offerta concorrente. Si rinuncia all’efficienza per incrementare la domanda. L’inefficienza prodotta è un costo di produzione o di transazione? 26 I limiti dell’approccio dei CdT (2/2) }  Due problemi (segue): 2.  Perché le organizzazioni dovrebbero minimizzare tutti i costi di transazione e non solo quelli che esse devono sostenere direttamente? }  In effetti l’osservazione è pertinente, ma nel prosieguo ci avvarremo di un’assunzione, l’assenza di effetti ricchezza, che elimina completamente il problema. Quando vale quest’assunzione, l’unica modalità di comportamento efficiente è quella che massimizza il valore totale creato nella transazione. 27 L’indice del valore equivalente (1/3) }  Si ipotizzi che l’utilità dell’individuo possa essere espressa nella forma di una funzione quasi-lineare Ui(xi; yi) dove xi è la ricchezza monetaria e yi è una lista di altri fattori che influenzano l’utilità dell’individuo. }  Se non vi sono effetti ricchezza, l’influenza dei fattori inclusi in y può essere espressa in termini monetari attraverso un espressione vi(yi) che costituisce l’equivalente monetario di yi. }  A questo punto l’utilità dell’individuo può essere rappresentata nella forma Ui(xi; yi)= xi + vi(yi). }  In altre parole, aggiungendo il valore monetario equivalente v (y) alla ricchezza del decisore si ottiene un indice di benessere individuale: l’indice del valore equivalente. 30 L’indice del valore equivalente (2/3) }  Se le funzioni di utilità sono quasi-lineari le tre condizioni per la validità dell’ipotesi di assenza di effetti ricchezza possono essere indicate nel modo seguente: }  esiste una somma capace di compensare l’individuo i per passare da y1 a y2 → tale somma è data da Δx = v (y1) - v(y2); }  tale somma non dipende dalla ricchezza di i → per ogni livello di ricchezza iniziale M, vale M + Δx + v (y2) = M + v(y1), ovvero la somma necessaria a passare da y1 a y2 è sempre pari a Δx, indipendentemente da M; }  l’individuo i possiede risorse sufficienti a pagare un eventuale spostamento da y2 a y1 → tale condizione è verificata se M > massimo valore di Δx 31 L’indice del valore equivalente (3/3) }  Quando l’indice del valore equivalente è valido, allora un indice collegato, il valore totale delle parti, risulta una misura appropriata dei cambiamenti di benessere per il gruppo decisionale. }  In altre parole, vale il principio della massimizzazione del valore }  un’allocazione tra un gruppo di persone, le cui preferenze non presentino alcun effetto ricchezza, è efficiente se e solo se essa massimizza il valore totale delle parti coinvolte }  inoltre, data una qualunque allocazione inefficiente, ne esiste un’altra (che massimizza il valore totale) che tutte le parti preferiscono strettamente 32 Il Teorema di Coase: un esempio }  Un’allevatrice di bestiame vive accanto a un agricoltore. }  Il confine tra l’allevamento e la fattoria è chiaro, ma non vi è alcuna recinzione. }  Talvolta accade che il bestiame sconfini nella proprietà dell’agricoltore. }  Due possibili regole: }  Libero pascolo: l’agricoltore ha la responsabilità di impedire l’accesso del bestiame nella fattoria. }  Chiusura del pascolo: l’allevatrice ha la responsabilità di impedire lo sconfinamento del bestiame. 35 Il Teorema di Coase: un esempio }  Danno causato dal bestiame in assenza di recinzione: 100 }  Costruzione e manutenzione di una recinzione attorno alla fattoria: 50 }  Costruzione e manutenzione di una recinzione attorno all’allevamento: 75 }  Quale è la soluzione efficiente? }  Ipotizziamo che l’allevatrice e l’agricoltore si innamorino, si sposino e combinino i loro interessi commerciali }  Investendo 50 nella costruzione e manutenzione di una recinzione attorno alla fattoria, eviteranno un danno pari a 100 con un risparmio netto di 50 }  L’efficienza perciò richiede che sia l’agricoltore a costruire e manutenere il recinto 36 Il Teorema di Coase: un esempio }  Cosa succede in caso sia in vigore la regola “libero pascolo”? }  L’agricoltore decide di costruire e manutenere il recinto, investendo 50 ed evitando un danno di 100, con un risparmio netto di 50 }  Cosa succede in caso sia in vigore la regola “chiusura del pascolo”? }  L’allevatrice potrebbe costruire e manutenere il recinto, investendo 75 ed evitando un danno di 100, con un risparmio netto di 25 }  Questa soluzione è efficiente? Oppure esiste un modo per migliorare la posizione dell’allevatrice senza peggiorare quella dell’agricoltore? 37 Approcci alternativi }  Approccio Marxiano: le strutture organizzative sono solo un riflesso delle relazioni di potere sottostanti e degli interessi di classe }  L’approccio dei CdT mostra che la scelta dell’organizzazione non dipende dal potere delle parti }  Approccio di Harvard: gli accordi commerciali (ad esempio il RPM) hanno l’obiettivo di incrementare la capacità di controllare i prezzi ed il potere di mercato. }  L’approccio dei CdT giustifica l’utilizzo del RPM come strumento per migliorare l’efficienza e ridurre i problemi di free riding 40 Gli obiettivi delle organizzazioni }  Massimizzazione del profitto. Non è circostanza che deve essere assunta acriticamente: i proprietari delle imprese potrebbero privilegiare altri obiettivi (ad es. proprietario cliente o proprietari di natura diversa: lavoratori o investitori esterni). }  Sarebbe comunque più corretto parlare di massimizzazione del profitto atteso, il che però da spazio ad un ulteriore accrescimento del ruolo di proprietari eterogenei (possono differire in ordine alla valutazione sulle probabilità di certi eventi, sul valore del tasso di sconto, sulla propensione al rischio) che potrebbero non essere d’accordo sulla strategia di massimizzazione del valore attuale dei profitti (tipicamente quando occorre prendere decisioni di investimento). }  Chi prende le decisioni potrebbe non essere il solo titolare dei profitti (se impresa indebitata allora incentivo a fare investimenti più rischiosi). }  Scopo mutualistico. Compagnie di mutua assicurazione, le cooperative di consumo, imprese no-profit. }  In generale l’impresa potrebbe tutelare interessi anche di soggetti non proprietari (stakeholders). 41 Comportamento umano e sue modellizzazioni }  Gli individui non sono super-razionali come la teoria neoclassica implica. Semmai possiamo assumere che scelgono il livello di razionalità con il quale prendere le decisioni. }  Ragionando in questo modo, ed ammettendo che gli individui perseguano un interesse personale in modo non necessariamente morale, riusciamo a comprendere meglio alcuni elementi importanti delle organizzazioni (ad esempio le routine). }  L’utilizzo delle routine serve per risparmiare risorse, nonostante possa comportare l’assunzione di soluzioni peggiori. }  Come suggeriscono Nelson e Winter, le persone imparano a prendere buone decisioni e le organizzazioni si adattano nel tempo attraverso un procedimento di prova ed errore. 42 Strutture organizzative interne all’impresa (1/2) }  Le prime imprese moderne erano organizzate in forma funzionale (v. Ford) con una direzione che supervisionava e dirigeva tutte le attività e una moltitudine di uffici che svolgevano funzioni specifiche per tutta la compagnia. }  Grandi imprese multi-prodotto e impegnate in diverse aree geografiche non trovavano efficace questa tipologia di organizzazione. }  La struttura centrale era al di fuori di tutti i flussi informativi - sulla produzione e sulle condizioni di mercato - i quali circolavano solo presso i singoli uffici funzionali. }  La comunicazione tra questi e il centro comportava perdite di tempo e di informazione, ed in ogni caso ponevano sul decisore centrale un carico eccessivamente oneroso. 45 Strutture organizzative interne all’impresa (2/2) }  All’altro estremo c’erano le holding, gruppi di imprese totalmente separate tra loro, ma di una stessa proprietà. }  Le singole imprese avevano una capacità decisionale praticamente autonoma, erano praticamente prive di coordinamento in ordine agli investimenti, alla produzione, al marketing, etc. }  Nel primo dopoguerra molte imprese adottarono un sistema intermedio, l’organizzazione multidivisionale, secondo il quale all’interno dell’impresa si formavano divisioni, “mini- compagnie”, ciascuna delle quali responsabile per un particolare prodotto o mercato, tecnologia, eccetera. }  Le divisioni possono essere istituite sulla base della natura dell’attività produttiva svolta dall’impresa. 46 I prezzi di trasferimento (1/3) }  I risultati conseguiti dalle varie divisioni e le prestazioni dei relativi manager sono tipicamente valutati in termini finanziari (costi, ricavi e profitti, remuneratività degli investimenti). }  La valutazione dei risultati è indispensabile non soltanto per commisurare i compensi ai manager, ma anche per l’adozione di scelte strategiche quali i prodotti da sviluppare, gli investimenti da portare avanti, i dipendenti da promuovere, etc. }  Nelle organizzazioni multidivisionali decentralizzate le divisioni si scambiano prodotti (ad esempio un semilavorato di una costituisce fattore produttivo per un’altra), cosicché la necessità di valutare la performance spesso viene soddisfatta attraverso l’utilizzo di un sistema di “prezzi ad uso interno”, i cd prezzi di trasferimento. 47 I prezzi di trasferimento (4) }  Una situazione relativamente meno complessa è quella nella quale i prezzi di trasferimento possono essere stabiliti sulla base dei prezzi di un mercato concorrenziale. }  Se per i beni e servizi in questione vi fosse un mercato concorrenziale, se l’impresa può servirsi del mercato senza costi e senza benefici aggiuntivi, allora l’utilizzo del prezzo concorrenziale come prezzo di trasferimento assicura che i profitti complessivi siano massimizzati ed i segnali sui risultati di produzione e sugli investimenti siano corretti. }  SCHEDA 3.2, p. 134. 50 Scheda 3.2, p. 134 9 “E È ‘E s a N N È Pa SI
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