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Sociologia della comunicazione (Opinione pubblica di Vincent Price), Sintesi del corso di Sociologia Della Comunicazione

Riassunti del corso di Sociologia Della Comunicazione e appunti elaborati personalmente con i concetti delle lezioni. Libro di riferimento consigliato: Opinione pubblica di Vincent Price

Tipologia: Sintesi del corso

2009/2010

Caricato il 23/04/2010

wanda87
wanda87 🇮🇹

4.6

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Scarica Sociologia della comunicazione (Opinione pubblica di Vincent Price) e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Della Comunicazione solo su Docsity! “L’OPINIONE PUBBLICA” di Vincent Price I CAPITOLO IL CONCETTO DI OPINIONE PUBBLICA Ogni tentativo di dare una definizione del concetto di opinione pubblica si dimostra inefficace. Secondo Davison infatti di “opinione pubblica” non esiste alcuna definizione generalmente accettata. Il concetto di opinione pubblica è fondamentalmente un prodotto dell’illuninismo. Ci furono due significati distinti della parola “opinione”, ancora oggi validi: 1 Il primo è epistemologico e deriva dall’uso di distinguere tra questioni di giudizio e questioni di fatto; 2 Il secondo, più moderno, equipara la parola “opinione” alla condotta, alla morale e alla consuetudine. L’opinione viene equiparata alla reputazione, alla stima, e voncola il comportamento umano. L’oinione è in generale soggetta al pregiudizio e non razionale. Il termine “pubblico” deriva dal latino “publicus”, che molto probabilmente devriva da “populus” il popolo. In un primo significato “pubblico” si riferiva all’accesso comune (ex luogo pubblico). Secondo Habermas, RES PUBLICA era qualunque bene accessibile alla popolazione, e le piazze erano considerate facenti parte del pubblico. Il concetto fondamentale è quello di apertura e disponibilità. Il termine “pubblico” vene in seguito a riferirsi in generale alla stato quando esso progredì in un’entità che ha un’obiettiva esistenza al di sopra e rispetto alla persona del governante. L’unione di “PUBBICO” E “OPINIONE” in una sola locuzione, si verifica in Europa dopo l’operare sull’larga scala di tendenze di carattere sociale, economico e politico. Tale processo viene fatto risalire al XV secolo con l’avvento della stampa a caratteri mobili. Ciò permise la diffusione della letteratura e l’espansione dell’alfabetizzazione, che ebbe forte impulso dalla Riforma protestante, la quale stimolò il sorgere di un vasto pubblico di lettore. Ma oltre all’effetto della circolazione della letteratura, la Riforma dimostrò di poter essere incisiva in numerosi altri campi. Habermas sostiene che tali tendenze storiche, legate allo sviluppo del capitalismo e alla supremazia della borghesia europea, sfociano in una sfera pubblica criticamente razionale. Egli sottolinea inoltre la razionalità e l’egualitarismo propri della opinione pubblica durante l’illuminismo. Questa discussione è “pubblica” e “aperta”. Pubblica nel senso che essa aspira a determinare il bene generale o il bene pubblico. L’analisi di Habermas tuttavia, pur essendo importante, è stata anche contestata. Rousseau: per lui il bene comune è percepibile solo attraverso la continua partecipazione dei liberi individui che discutono le scelte collettive; egli non sosteneva il conflitto tra gli interessi individuali. Al contrario, credeva che i membri del pubblico, nel decidere insieme il meglio per la loro comunità, rinunciassero ai loro interessi e affari privati per il benessee comune. Nel XVIII secolo l’opinione pubblica era legata alla discussione e al libero flusso di informazioni, si supponeva riflettesse il bene comune. A differenza di Rousseau, altri studiosi sostenevano che il comportamento dei singoli obbedisce dalla necessità di soddisfare i propri desideri ed evitare il dolore. La società è quindi formata da individui che cercano di massimizzare i propri interessi e il proprio utile. Era perciò necessario un meccanismo che organizzasse questi interessi diversi. I primi pensatori liberali (come Rousseau) videro l’opinione pubblica come un modo di realizzare la volontà comune, individuata nel continuo coinvolgimento popolare sotto forma di discussione razionale ed egualitaria. Verso la fine del XIX secolo, l’opnione pubblica fu oggetto di analisi sistematiche di segno empirico. Molti studiosi furono condotti da scrittori che prestarono attenzione al comportamento imitativo e al contagio emozionale nelle folle. 5 motivi base relativi all’opinione pubblica assillano il pubblico contemporaneo: 1 MANCANZA DI COMPETENZA: le competenze circa le capacità del pubblico di guidare la vita politica risalgono a Platone. Ma le principali accuse risalgono a Lippmann. Secondo lui la dottrina democratica chiedeva troppo ai semplici cittadini, chiedeva cioè loro di comportarsi come legislatori. Il problema era aggravato dalla complessità con cui si parlava di affari politici. Un altro problema era la stampa. Scarsa partecipazione pubblica in democrazia. 2 MANCANZA DI RISORSE: Dewey sosteneva che il problema era la mancanza di modalità sufficienti per la comunicazione pubblica. Gli individui sono capaci di sopravvivere nel mondo moderno imparando ciò che hanno bisogno di comprendere. Mancano però risorse adeguate. La soluzione sta nell’offrire al pubblico risorse migliori. 3 TIRANNIA SENZA MAGGIORANZA: la preoccupazione dell’opinione pubblica è il pericolo che prevalga una sorta di mediocrità nell’opinione creata dalla pressione della maggioranza. Già Tocqueville nel XIX secolo avvertiva che in una società di eguali, gli individui in minoranza sarebbero rimasti soli e senza protezione. Molti analisti ritenevano che la maggioranza potesse diventare un problema più grande andando avanti. Per evitare ciò si dovrebbero socializzare e formare democraticamente i cittadini per garantire così anche gli interessi della minoranza. 4 INFLUENZALITA’ E PERSUASIONE: questa preoccupazione riguarda l’influenzabilità del pubblico, soprattutto rispetto ai richiami emozionali e non razionali. 5 DOMINIO DA PARTE DELL’ELITE: crescente passività da parte del pubblico, che porta in modo diverso al suo dominio da parte di èlite governative ed economiche. Mills vide la società americana come formata da 3 livelli gerarchici: il 1° in una ristretta fascia di èlite detentrici di potere, il 2° in un insieme stabile di forze politiche che si controbilanciano, il 3° una grande e sempre crescente massa di cittadini senza potere. II CAPITOLO 3 L’atteggiemnto è un orientamento complessivo e permanente verso una classe generale di stimoli, mentre l’opinione riguarda un problema specifico in una particolare situazione comportamentale. OPINIONI MANIFESTE: giudizi espressi su particolari azioni di interesse collettivo. Possono essere espresse in interviste. OPINIONI NON MANIFESTE: giudizi inespressi su particolari azioni di interesse collettivo. Possono essre espresse in discussioni informali, lettere, con il voto, attraverso manifestazione, ecc. VALORI: convinzioni relative a ciò che è desiderabile, sia come risultato finale sia come mezzi per un fine. Vengono distinti dagli atteggiamenti in diversi modi. Servono come standard espliciti per giudicare stati e condotte. I valori fondamentali occupano una posizione intermedia tra le grandi costruzioni ideologiche di riferimento, e le opinioni specifiche su particolari temi e candidati. Turner definisce il concetto di sè come un sistema integrato che comprende due sottoinsiemi principali: 1 L’identità personale, fatta di convinzioni relative alle proprie private caratteristiche psicologiche, gesti personali, qualità (sono onesto, pigro ecc); 2 L’identità sociale; fatta di convinzioni inerenti al proprio far parte di diversi gruppi sociali formali o informali o categorie. In pratica il concetto di sè è il suo sistema organizzato di credenze di una persona in ordine alle sue caratteristiche personali o sociali. Per Price l’identificazione sociale è centrale nella formazione delle opinioni su temi di pubblico interesse, dato che i membri del pubblico spettatore tendono a schierarsi per l’uno o per l’altro dei gruppi attivi all’interno del “sistema in conflitto” delle èlite politiche. Nel processo di pensiero relativo a un determinato problema, convinzioni e atteggiamenti sono ricordati e combinati con qualsiasi nuova informazione disponibile. Nel contesto di una specifica situazione comportamentale (discussione, cocktail party), queste idee sono coordinate in una opinione manifesta. Questa combinazione somiglia alla Molecola d’opinione, composta di 3 atomi: una convinzione, un atteggiamento e una percezione di sostegno sociale. Un’opinione manifesta deriva quindi da una specie di calcolo mentale. Un’opinione viene espressa in relazione a qualcosa, e costituisce anche scelte riguardo a ciò che deve essere fatto. Inoltre, le particolari riflessioni indotte da una opinione può essere integrata con altre opinioni, debolmente integrata o rimane isolata. Ci sono numerosi aspetti da considerare: 1 L’intensità: la forza del sentimento rispetto a un tema particolare. Può essere determinata in diversi modi. Un procedimento prevede tre stadi. Primo si sollacita l’opinione di una persona e dopo si fa un’altra domanda chiedendo all’intervistato quanto fortemente la avverta. Un altro procedimento invece chiede agli intervistati di indicare le loro opinioni su scale da 5 o 7 livelli. 2 Rilevanza: quanto una data opinione sia presente alla mente 3 Importanza: quanto cruciale si pensi sia un tema o un’opinione. 4 Certezza: la relativa sicurezza circa la giustezza di un’opinione. È cioè l’ampiezza della fiducia che la persona ripone sul fatto che la sua opinione sia corretta La percezione di sostegno o di opposizione sociale può essere decisiva per la formazione e l’espressione di opinioni secondo Neumann una piena comprensione dell’opinione pubblica è possibile solo se si prendono in considerazione le valutazioni soggettive del clima d’opinione. Si può in pratica chiedere alle persone di riferire, oltre alle proprie opinioni, ciò che secondo loro altre persone o gruppi pensano circa questioni particolati ecc. IV CAPITOLO I PROCESSI DI FORMAZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA La ricerca sull’opinione deve continuamente raccordare interessi collettivi e individuali. Anzichè studiare i pubblici e le opinioni in quanto tali, si prendono in considerazione i processi di comunicazione attraverso cui vengono costituiti i pubblici all’interno dei quali prendono forma le opinioni relative a temi di carattere pubblico. DIBATTITO PUBBLICO: massa di persone che si organizza in un pubblico. Le persone riconoscono un problema, producono idee diverse sul da farsi, considerano le alternative e tentano di risolvere ottenendo il consenso su una linea da seguire. Quando si verifica un conflitto all’interno di un gruppo, i membri cercano di controllarlo attravero la discussione, arrivando così a riunire il gruppo. Il conflitto tra i membri stimola la discussione, e quindi anche la formazione o il cambiamento dell’opinione all’interno del gruppo. Questi processi secondo Moscovici sono necessari per la sopravvivenza del gruppo, poichè permettono alla collettività di adattarsi a nuove condizioni sociali. Quando vi sono all’interno del gruppo molte opinioni espresse, nessuna delle quali sostenuta con particolare entusiasmo, i membri tendono a convergere verso una soluzione mediana. Anche all’interno di gruppi ristretti, la distinzione tra attori e spettatori è importante per capire le dinamiche della formazione e del cambiamento dell’opinione. ATTORI POLITICI (o èlite) : sono quelle persone che tentano di determinare il comportamento della collettività. Gli attori danno vita, per iniziare, alle questioni di carattere pubblico, sostenendo politiche alternative. Gli spettatori possono essere particolarmente interessati alla materia in esame, possono seguire abitualmente le notizie, o essere coinvolti casualmente in una situazione sociale dove sono richieste le loro opinioni al riguardo. PUBBLICO ATTENTO: è un’audience che ha a cuore un problema, tanto da considerare ciò che gli altri pensano. Tuttavia esso non è solo un’audience. I suoi membri infatti producono anche alcune riflessioni sul tema in discussione. I GIORNALISTI: essi, seguendo gli avvenimenti della politica e le attività degli attori politici, permettono ai pubblici attenti di prendere forma attorno ai dissensi dell’èlite. I media svolgono qui una funzione di sorveglianza, cercando di allentare i pubblici sui problemi. Il giornalismo svolge anche una funzione di correlazione poichè organizza le risposte del pubblico attento. I media cioè assemblano le idee e i punti di vista in contrasto all’interno del pubblico attento, rivelano ai suoi membri ciò che gli altri pensano. Le èlite politiche usano i media non solo per comunicare con i loro sostenitori e oppositori del pubblico attento, ma anche per parlare tra di loro. I giornalisti registrano anche le reazioni dell’audience agli eventi che conquistano la scena. Gli indicatori dell’opinione pubblica sono tratti da diverse fonti, in genere attraverso una di queste 3 tecniche: 1 INTERVISTE STRUTTURATE: raccolgono autovalutazioni da parte di individui, gruppi o organizzazioni; 2 ANALISI DEL CONTENUTO: di piattaforme politiche, promemoria organizzativi, corrospondenza privata o notizie ed editoriali; 3 INTERVISTA IN PROFONDITA’: o discussioni di gruppo non strutturate con esponenti della pubblica amministrazione, èlite organizzative, attivisti o focus groups. Tra i principali impieghi dei dati di un sondaggio relativo alla popolazione generale vi è la sommaria descrizione dell’opinione pubblica. L’indicatore utilizzato più di frequesnte è la percentuale di persone che sostiene una certa proposta o un certo candidato. Questo tuttavia è solo un aspetto dell’opinione pubblica. Tramite sondaggio infatti può essere osservato anche il grado di disaccordo o consenso. Oltre alle forma di interviste più strutturate, come il format a risposte predeterminate trovati soprattutto nei lunghi questionari per un vasto campione, i ricercatori usano anche approcci meno strutturati, come l’ intervista in profondità e i focus group ( gruppi ristretti di persone che discutono un argomento assegnato). Queste interviste mirate tendevano a sviluppare nuove idee e ipotesi. La ricerca sui focus groups è usata negli studi su atteggiamento e comportamento dei consumatori e anche nella ricerca sull’opinione pubblica. I membri discutono su un argomento particolare, e le loro interazioni vengono registrate e studiate. V CAPITOLO L’OPINIONE PUBBLICA NEL NUOVO MILLENNIO Nell’ultimo decennio la ricerca sull’opinione pubblica ha conosciuto numerosi sviluppi. Negli ultimi, 15 anni la ricerca relativa al rapporto tra contesto e risposta si è sviluppata parecchio. Il termine “contesto” comprende diversi fenomeni: l’obiettivo del sondaggio, il crima d’opinione percepito al momento dell’intervista, le caratteristiche dell’intervistatore, tutti fattori che derivano dalle caretteristiche dello strumento o dall’intervista, mentre gli effetti di risposta derivano dalle caratteristiche dei rispondente. Recentemente è stato proposto un certo numero di modelli generali per organizzare ed interpretare teoricamente gli effetti documentati relativi al contesto e alla risposta. I modelli più comuni sono:  I modelli di campionamento per livello di conoscenza, secondo i quali gli intervistati risponderanno alle domande di un sondaggio basandosi sulla disponibilità di informazioni relative alla domanda posta.
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