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Sociologia turismo balneare savelli primi 2 capitoli, Sintesi del corso di Sociologia del Turismo

sociologia turismo balneare savelli primi 2 capitoli

Tipologia: Sintesi del corso

2011/2012

Caricato il 27/06/2012

esta83
esta83 🇮🇹

4.5

(16)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Sociologia turismo balneare savelli primi 2 capitoli e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia del Turismo solo su Docsity! 1. I SIGNFICIATI SIMBOLICI DELLA LINEA DI COSTA La linea di costa è una linea di confine e come tutti i confini assume un significato ambivalente: separa e unisce mondi diversi, e quindi diventa luogo privilegiato del desiderio di altro. Guardare il mare dalla costa può diventare un modo per lasciare simbolicamente il paese. Lo spazio litoraneo diventa un luogo sul quale si può immaginare qualsiasi tipo di scambio, infatti esso diviene il luogo simbolico dello scambio. Questo avviene anche grazie alla sua non appropriabilità, si tratta in effetti di una “terra di nessuno”. Le condizioni climatiche non sono mai del tutto prevedibili e gli insediamenti mai del tutto stabili. La sua condizione di non appropriabilità è legata quindi a tutta questa condizione di perenne e irregolare movimento di persone, aria, sabbia, acqua e luce che assumono un particolare valore simbolico. Vita e morte, decadenza e rinnovamento, timori e speranze, che conferiscono al luogo una sua particolarissima “atmosfera”. La dimensione emozionale dei litorali, diventa un fatto sociale tra Settecento e Ottocento, negli anni della società che inventa macchine per la trasformazione programmate e costante delle materie prime in prodotti seriali, la quale inventa anche i simboli della condizione opposta: il mare rappresenta l’eterno indistinto. La dimensione originaria, caotica, priva di norme, che si contrappone all’ordine che la società industriale impone al proprio interno. Presto, però, tutto ciò che era esterno viene assorbito all’interno di un sistema che si fa onnicomprensivo. Quindi con il crescere delle complessità, anche le periferie ed i confini vedono scemare il loro significato simbolico e non riescono più a sanzionare l’appartenenza del soggetto ad una precisa dimensione collettiva. Il mare e la riva diventano ora luoghi soltanto di transiti e di traffici. Il termine litorale, viene ricondotto simbolicamente al termine “navigazione”. Nella linea di costa si è insediato nel frattempo un mondo turistico, che ha trasformato la costa, con le sue strutture ed infrastrutture in una sorta di rettile. Essa è stata irrigidita, nascosta da artefatti sia dal lato della terra, con strutture ricettive, stabilimenti balneari, muri, recinti, cancelli … , sia dal lato del mare, con barriere frangiflutti, scogliere artificiali, digher, porti turistici, avamporti, ecc… E la spiaggia, è stata appropriata e razionalizzata da imprese e istituzioni che l’hanno riempita di attrezzature, di insediamenti fissi e mobili, di attività che ne impongono l’uso attraverso specifiche forme di fruizione quasi sempre assorbite dal mercato. Per vedere cosa c’è oltre questo stato di strutture artificiali è necessario andare in dietro nel tempo per recuperare i significati che la linea di costa ha assunto nel tempo, attraverso i secoli. La testimonianza migliore dei significati simbolici assunti dal litorale sia quella depositata nell’arte (letteratura, poesia, pittura). E proprio nella pittura possiamo rintracciare molte testimonianze, di emozioni, di messaggi di vita, di aspirazioni sociali, di sentimenti, di armonia e di conflitto, di speranza e di angoscia. 2. IL LITORALE NELL’ARTE FIGURATIVA 2.1.. LA CONVERGENZA ARMONICA DI FORZE DIVERSE I maestri del Rinascimento rappresentano solo raramente il litorale nei loro quadri e ciò avviene quasi sempre con riferimento ad eventi mitici o reminescenze letterarie, che comportano l’introduzione dell’osservatore in un mondo separato e distante dalla vita quotidiana e dall’esperienza concreta. L’ampio uso di allegorie attira l’osservatore in un percorso intellettuale ricco di riferimenti culturali e quindi diretto ad un mondo colto ed elitario. La linea di costa diviene la scena privilegiata di una condizione mitica originaria, alla quale viene ricondotta sia l’aspirazione alla perfezione sia il travaglio della lotta quotidiana con i limiti della condizione umana. Né è una testimonianza la NASCITA DI VENERE di Botticelli, dove la dea della bellezza viene rappresentata in piedi sulla valva di una conchiglia, sospinta dal soffio di Zefiro e Aura, nell’atto dell’approdo su un litorale appena accennato ove è pronta ad accoglierla una delle Ore. Il quadro rappresenta un equilibrio tra forze in sintonia tra loro, ove aria, acqua e terra, personificandosi, si incontrano armonicamente. Il litorale rappresenta il luogo dove la condizione umana va verso la perfezione, rappresenta un luogo esterno a tutto ma che a tutto dà origine e tutto compone in un ordine superiore. Prende avvio qui un itinerario artistico che si protrae per secoli lungo il quale l’interpretazione del litorale si arricchirà di variazioni molto significative. Pochi decenni dopo l’opera del Botticelli, un nuovo significato viene dato al litorale. Prima di tutto si tratta di opere destinate al signorato locale, nella fattispecie al duca di Ferrara, Alfonso I d’Este, ma in questo caso, l’intento non è quello di trasmettere una filosofia generale della vita ma di decorare il camerino d’alabastro, ovvero lo studio privato del duca, con dipinti che simboleggiassero l’evasione dalla vita politica nel mondo libero di Bacco, Venere e Amore. E Tiziano che dal 1522 al 1524 dipinge BACCO E ARIANNA, dove esalta la dimensione dionisiaca della vita come liberazione dagli affanni del mondo e della storia, ed il BACCANALE (GLI ANDRI) dove inserisce una riflessione morale, attraverso la figura di un vecchio stremato dall’ebbrezza, sulla caducità delle gioie umane e dell’idillio pastorale. Il litorale diviene ora luogo specifico d’evasione, un luogo di incontri trasgressivi. 2.2.. FISSARE L’INALTERABILE Nella seconda metà del Settecento troviamo scene giocose collocate in un ambiente pastorale ai margini di specchi d’acqua dotati di una funzione puramente paesaggistica, che possono essere indifferentemente fiumi, laghi o lo stesso mare. Protagonisti del gioco non sono più i personaggi del mondo mitologico classico, con la loro variegata gamma di significati allegorici, ma figure del mondo aristocratico contemporaneo. È il caso di alcune opere di Goya, che nel BALLO SULLE RIVE DEL MANZANARRE e nella MOSCACIECA, ritrae scene di ballo e di gioco, dove domina il tema tutto spagnolo del “majismo”, derivante dal costune dei majos e delle majas, giovani elegantoni, spavaldi e chiassosi. Quindi l’aristocrazia, con il suo stile di vita, si propone come mito sorridente di una gioventù bella e spensierata, dedita al gioco e al ballo nell’armonia di un contesto naturale, fresco e pacato (la presenza dell’acqua pare funzionale a questa percezione). Con Ingres viene ripresa anche una tradizione figurativa tesa alla riproduzione di nudi di donne al bagno, come nel dipinto DONNA AL BAGNO del 1808. La figura femminile assume una centralità assoluta e l’ambiente assume la sola funzione di conferire risalto alla figura e alle linee del suo corpo. 2.3.. L’ESALTAZIONE DELLA LUCE Turner, è il pittore della luce del mare, il suo inventore. Il Galles, le Midlands, l’isola di Wight, la Scozia, gli offrono gli scenari per le sue osservazioni paesaggistiche. Fin dalla prima tela esposta PESCATORI IN MARE del 1796, il litorale diventa lo spazio privilegiato per cogliere la luce che penetra il mondo, attraverso le resistenze delle sue foschie e delle sue atmosfere brumose. Il sole diventa metafora di luce divina che penetra le tenebre della condizione umana. Le figure umane rappresentate non si sovrappongono al paesaggio naurale, ma ne fanno implicitamente parte. Il litorale è il punto di partenza delle relazioni con il mondo dei commerci e delle guerre, il mondo delle relazioni che la Gran Bretagna sta rendendo globali. L’influenza della pittura di paesaggi inglesi si estende in tutta Europa e in particolare in Francia, dove Géricault, recatosi sulla Manica, per cogliere i giochi di luce di un cielo nuvoloso sul verde del mare, produce una Marina che viene considera come la più alta espressione della pittura di paesaggio. Con Munch si attua la rottura definitiva dei quell’armonia che il litorale era stato chiamato a rappresentare nell’opera di Botticelli, quattro secoli prima. Il mare è ora simbolo di qualcosa da cui l’uomo fugge. Sulla costa si proietta l’umanità come assenza, come senso del vuoto e come terrore, rappresentato dagli occhi sbarrati dei soggetti che si muovono sulla scena volgendosi dalla parte opposta rispetto al mare. I personaggi che si presentano sulla spiaggia, non sono né turisti, né popolazione locale, ma simboleggiano l’uomo e la donna tout court , che sulla spiaggia o danvanti al litorale trovano la proiezione della loro angoscia interiore. La forza malinconica e angosciante della riva viene associata alla figura della donna ed all’ambivalenza costante del messaggio seduzione/abbandono che esprime. 2.11.. IL LITORALE COME COSTRUZIONE SOCIALE Con Picasso la riva e coloro che la popolano diventano monumenti. Monumento è il corpo del bagnante degli anni 20. Essi si muovono, danzano o corrono. La spiaggia diventa una costruzione formalizzata. Essa è la scena di un gioco sociale che non consente di vedere la natura e in questo gioco sociale, negli anni 30, l’artista mette in sequenza, diversi volti che la realtà contemporanea presenta. La riva è solo lo spazio di un gioco codificate, per esprimere la nuova condizione umana. Negli stessi anni anche De Chirico fa del litorale la porta di accesso ad una realtà contemporanea; anzi, è la realtà stessa che si raccoglie e si proietta sul mare. Nella sua produzione artistica, si accenta, una costruzione sociale che si installa sui litorali. Si tratta di paesaggi dominati da cabine da stabilimento balneare, collocate in piscine dalle forme e dimensioni del tutto improbabili dentro le quali si immergono i corpi nudi monumentali e quasi mitologici in contrasto con le inquiete figure borghesi che camminano ai bordi, sulle piattaforme o sulle pianure circostanti. L’acqua è solita, trasformata in parquet, e sembra intrappolare i corpi in un gioco sociale che costringe in comportamenti obbligati, senza dare gioia ai soggetti che coinvolge. Nell’opera di Guttuso, interno ed esterno, privato e pubblico, latente e manifesto si intrecciano nella dimensione di massa, e la spiaggia sembra diventare un vero luogo assoluto, non più contrapposto al mare della linea di battigia e non più distinto negli spazi sociali della platea, ove il soggetto gioca contemporaneamente ruoli diversi ma confusi, di osservare osservato nel suo osservare altri che sono in fondo simili a lui stesso. La spiaggia diventa una costruzione sociale totale, trova in ciò il suo unico significato. 2.12.. LO SPAZIO DEL SOGNO E DELL’IMMAGINAZIONE Prende avvio una lettura alternativa della realtà, filtrata attraverso i sogni, le allucinazioni, l’immaginazione. André Masson nelle sue opere prevede l’espressione del sogno e dell’inconscio, in tutta la loro potenza, attraverso una realizzazione figurativa e poetica guidata dalla casualità ed estranea ad ogni logica. Molto significativa è la BAGNANTE di Mirò che fa parte dei dipinti realizzati dall’artista nel momento del suo incontro con il Surrealismo. Dalì, prosegue, la scrittura surrealista del litorale, per lui il litorale ha un forte significato. La costa, luogo fisico di separazione e di demarcazione, diventa quasi specchio della psiche umana e luogo in cui tutto si ricompone attraverso immediate associazioni psichiche. Manritte emerge il tema della memoria, delle emozioni suscitate dal mare. La memoria prende corpo così in una statua femminile che si eleva sullo sfondo di un mare. In Manritte e in Dalì ritroviamo motivi che ci spingono ad associare alla linea di costa una nuova e grande potenza comunicativa e cioè, la capacità di ricomporre ciò che era diviso, di unificare gli opposti, di riprodurre continuità sopra e oltre le discontinuità più radicali. 2.13.. LA LINEA DI COSTA: I SIGNIFICATI SOCIALI DI UN SIMBOLO La linea di costa è il confine tra l’interno e l’esterno, tra la dimensione umana e quella naturale, tra la realtà terrena e quella trascendente. La riva del mare è punto di contatto con la memoria e al tempo spesso con la speranza, con il mito. Nel Rinascimento da dove prende avvio l’itinerario artistico seguito con la VENERE di Botticelli, che coinvolge le forze della natura come quelle delle emergenti popolazioni urbane e mercantili. L’arte rivela presto i turbamenti che si insinuano nella condizione umana. La linea di costa diventa il luogo delle sfide culturali, dei desideri e delle tensioni interiori dell’uomo moderno, anche delle sue sconfitte. Le figure che emergono sono quelle leggere e vacue del mondo aristocratico contemporaneo, e l’arte le riprende sulla riva, mentre giocano e ballano, come marionette prive di burattinaio, sul margine di un baratro (Goya): quel baratro, che si aprirà con la rivelazione economica portata dall’industria e con le rivoluzioni politiche di cui la borghesia diventerà protagonista. La mitologia sopravvive soltanto nelle saghe di Ossian, ambientate nelle coste del Nord. Per In gres,
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