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2024 Paniere Completo PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 27004) Docente Occ, Panieri di Psichiatria

2024 Paniere Completo PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 27004) Docente Occhiali Vittorio Risposte CHIUSE ED APERTE Ecampus

Tipologia: Panieri

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Scarica 2024 Paniere Completo PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 27004) Docente Occ e più Panieri in PDF di Psichiatria solo su Docsity! Set Domande PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Generato il 16/04/2020 11:53:25 N° Domande Aperte 98 N° Domande Chiuse 366 Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 PANIERI VERIFICATI ECAMPUS PAOLO ROSSI 2024 . Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 5/94 Lezione 001 01. La psichiatria è: Una disciplina medica Una branca della psicologia Una disciplina umanistica Tutte le precedenti 02. Le malattie psichiatriche: Chi ha una malattia psichiatrica ha sempre una malattia fisica Influiscono sul decorso e la prognosi delle malattie fisiche Non influiscono sul decorso e la prognosi di malattie fisiche concomitanti Chi ha una malattia psichiatrica non può avere una malattia fisica 03. Storicamente la psichiatria: Nessuna delle precedenti È sempre stata parte integrante della medicina Pazienti psichiatrici o con malattie fisiche sono sempre stati curati nelle stesse istituzioni e ospedali Non si è occupata degli emarginati dalla società 04. La validità dei costrutti diagnostici psichiatrici è: Oggetto di dibattito Paragonabile alla validità dei costrutti diagnostici di altre discipline mediche Unanimemente riconosciuta Affidata ad indicatori biologici di diagnosi 05. Il modello attualmente prevalente di relazione medico paziente in psichiatria non è: Caratterizzato dal consenso informato Improntato alla collaborazione Condiviso Paternalistico 06. Lo psicoanalista è: È necessario che sia uno psicologo Uno psicoterapeuta Un laureato in medicina È necessario che sia uno psichiatra 07. Le malattie mentali sono caratterizzate da: Impatto trascurabile sul funzionamento personale e interpersonale Emozioni negative fisiologiche Reazioni di tristezza, ansia, rabbia, comprensibili e reattive ad eventi di vita Impatto sul funzionamento personale e socio-lavorativo del paziente Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 8/94 01. L'esame obiettivo psichiatrico consiste in: La raccolta di informazioni sull'infanzia del paziente Una descrizione delle caratteristiche psicopatologiche precedenti al momento della valutazione Una descrizione delle caratteristiche psicopatologiche relative al momento della valutazione La descrizione della personalità premorbosa 02. L'anamnesi patologica prossima riguarda: Nessuna delle precedenti La raccolta delle informazioni sull'infanzia del paziente L'esame obiettivo La valutazione delle relazioni familiari 03. L'anamnesi psichiatrica non comprende: La diagnosi L'esame obiettivo L'indagine sull'insight di malattia L'anamnesi familiare 04. L'anamnesi coincide con: La prognosi La diagnosi Nessuna delle precedenti La terapia 05. Descrivere le varie fasi in cui si articola l'anamnesi psichiatrica Durante un colloquio psichiatrico, il medico deve svolgere una <ricerca= sul paziente, tale viene chiamata anamnesi. L’anamnesi è tutto ciò che lo psichiatra raccoglie dalla voce diretta del paziente, dai familiari, da documenti e cartelle cliniche se presenti. È una sintesi della storia del paziente. Mediante l’anamnesi lo psichiatra conosce e valuta la vita psichica del soggetto. Abbiamo l’anamnesi psicopatologica prossima ovvero il processo mediante il quale si raccolgono le nozioni riguardanti la storia del paziente; si indagano i sintomi che hanno portato il paziente al rivolgersi allo specialista. L’anamnesi psichiatrica remota consiste nell’indagare episodi di malattie precedenti, si valuta la storia del paziente per gradi ovvero partendo dall’infanzia e si cercano notizie riguardanti eventuali ricoveri precedenti. Nell’ anamnesi psicopatologica prossima si cerca di risalire anche a eventuali cure farmacologiche o psicoterapeutiche precedenti. L’anamnesi fisiologica va a indagare su tutte le tappe dello sviluppo (dalla nascita) e si cerca di ottenere info anche sulle abitudini e stili di vita. L’anamnesi familiare, infine, racchiude in sé notizie sulla salute dei familiari in quanto vi è spesso un legame ereditario nelle patologie psichiatriche. Si indaga anche su eventuali cure farmacologiche ed eventuali ricoveri. 06. Descrivere la differenza tra esame obiettivo e anamnesi psichiatrica Nell’esame obiettivo si cerca di valutare lo stato della mente del paziente nel momento stesso della valutazione, formulando ipotesi in quanto l’unico dato obiettivo è la manifestazione esterna come espressioni linguistiche e atteggiamenti fisici e non. Nell’esame obiettivo si fa riferimento a uno schema standard per compiere una valutazione sistemica delle condizioni del paziente in oggetto. Nell’anamnesi psichiatrica invece si cerca di conoscere e valutare l’intera vita psichica dell’individuo facendo particolare attenzione a periodi dello sviluppo, alla personalità, allo stato fisico in generale, al temperamento, al contesto di appartenenza e agli eventi della vita. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 9/94 Lezione 003 01. Il concetto di "normalità" in psichiatria non fa riferimento a: Tutte le precedenti Norma di valore Norma morale Norma personale 02. Non è un sintomo: Comportamento disorganizzato Delirio Ossessione Umore flesso 03. La psicopatologia studia: Segni e sintomi psichiatrici indipendentemente dal quadro nosografico di riferimento I processi cognitivi abnormi I comportamenti abnormi La nosografia delle malattie psichiatriche 04. Esempio di sintomo in medicina (e psichiatria): Manierismo Compulsione comportamentale Cefalea Tic 05. La coscienza coincide con: Vigilanza Il sensorio Campo di coscienza Nessuna delle precedenti 06. Per campo di coscienza si intende: L'insieme dei contenuti consci e inconsci La consapevolezza di sé Gli elementi dell'esperienza presenti nella coscienza in un dato momento Tutte le precedenti 07. In psichiatria il concetto di "coscienza" è definito in modo: Univoco È un concetto definito e precisamente determinato Nessuna delle precedenti Vario, mutevole secondo i contesti Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 10/94 08. Nella definizione di coscienza rientrano: La consapevolezza dell'ambiente La consapevolezza nello stato di veglia La consapevolezza di sé Tutte le precedenti 09. Per sindrome si intende: La compresenza di segni e sintomi Un quadro clinico ad eziologia sempre funzionale Un quadro clinico definibile in relazione ad una specifica eziologia Un quadro clinico ad eziologia sempre organica 10. È un segno: Delirio di grandezza Idea prevalente Tic Timore dell'abbandono 11. La vigilanza non è regolata da: Nessuna delle precedenti Nucleo accumbens Neuroni dopaminergici Sostanza grigia periacqueduttale 12. Descrivere le quattro componenti della consapevolezza del sé secondo Jaspers Jasper definisce il sé in base a 4 caratteristiche: il sentimento di consapevolezza dell’attività( attività dell’io) che riguarda la capacità di riconoscere se stesso e di avviare e svolgere pensieri e azioni; consapevolezza di unità( consistenza e coerenza dell’Io)ovvero l’essere consapevole di essere una sola persona in ogni momento; consapevolezza di identità che riguarda il senso di continuità del sé il quale attraversa il tempo, la fisionomia, il genere e la biografia; consapevolezza dei confini del sé ovvero il saper distinguere il sé dal non sé, dal mondo esterno; quindi la demarcazione dei confini dell’Io. 13. Descrivere cosa si intende per vigilanza Con il termine vigilanza si fa riferimento ad uno stato di veglia durante il quale si attivano le funzioni cognitive che rendono possibile la consapevolezza del mondo circostante e del sé. Questo stato di veglia può variare da veglia fisiologica fino ad arrivare all’estremo opposto ovvero coma e morte. Quindi la vigilanza è la capacità di rimanere svegli anche quando si è addormentati o assonnati. Si ha la vigilanza tonica con un livello basso di vigilanza e di vigilanza fasica con una modifica transitoria in base a un determinato stimolo. È detta fluttuante in quanto influenzata da fattori come ansia e gioia e ciò ne determina anche l’intensità. 14. Descrivere cosa si intende per preconscio Il preconscio si riferisce ad un insieme di contenuti non coscienti ma accessibili alla coscienza. Il pensiero cosciente è flessibile e strategico però è molto difficile portare avanti molteplici compiti cognitivi a livello cosciente mentre a livello preconscio diversi processi automatici possono essere svolti in parallelo. Mentre l’attività mentale cosciente richiede un importante sforzo attentivo e dispendio di risorse mentali i processi inconsci sono rappresentati da routine procedurali automatizzate che si svolgono al di sotto della soglia della consapevolezza che richiedono scarse energie mentali. 15. Descrivere cosa intende Jaspers per comprendere empatico e comprendere razionale? Per Jaspers comprendere empatico significa entrare all’interno delle stesse connessioni psichiche. Ovvero essere in grado non solo di descrivere correttamente ciò che è esternamente osservabile nel comportamento del malato ma anche di immedesimarsi nella sua esperienza interiore, ovvero di utilizzare l’empatia. Il comprendere razionale, invece, è solo uno strumento di supporto della psicologia, un’osservazione razionale del contenuto della mente, una connessione comprensibile senza l’uso della psicologia Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 13/94 Lezione 005 01. Il fenomeno del doppio o Döppelganger rientra fra: L'alterazione dei confini del sé I disturbi dell'attività dell'io I disturbi della coerenza dell'io I disturbi del senso di esistere o della vitalità dell'io 02. Il senso di agency rientra fra: I disturbi della coerenza dell'io Disturbi dei confini del sé Nessuna delle precedenti I disturbi del senso di esistere o della vitalità dell'io 03. Nella depersonalizzazione: È una forma di allucinazione cenestesica Il paziente è consapevole di percepire sé stesso in maniera anomala Il paziente non ha insight rispetto al fatto di sentirsi irreale Il paziente percepisce la trasformazione di parti del corpo 04. La prosopoagnosia consiste in: Incapacità di riconoscere metà del corpo Nessuna delle precedenti Incapacità di articolare le parole Incapacità di riconoscere un deficit neurologico 05. Il delirio nichilistico rientra fra: I disturbi della consapevolezza della propria unicità o della coerenza dell'io Tra i fenomeni di autoscopia Nessuna delle precedenti I disturbi dell'attività 06. La negazione del senso di sé si può osservare: Nelle psicosi affettive Nei gravi disturbi d'ansia Nei disturbi deliranti Nessuna delle precedenti 07. Il senso di continuità del sé riguarda: Nessuna delle precedenti L'alterazione dei confini del sé I fenomeni di possessione Il senso di agentività Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 14/94 08. Il fenomeno della depersonalizzazione: È raro nella popolazione generale È parafisiologico Se presente è indice di un disturbo d'ansia È sempre patologico 09. Fanno parte dei fenomeni di perdita dei confini del sé: Tutte le precedenti Eco del pensiero Furto del pensiero Diffusione del pensiero 10. Descrivere in cosa consistono i disturbi dell'attività dell'io Rappresentano disturbi nel senso di agency o agentività ovvero della consapevolezza di essere il motore, l’agente dei miei pensieri, delle mie azioni, dei miei comportamenti. Alterazioni in questo senso sono osservabili ad esempio nelle esperienze di passività presenti nella schizofrenia, in cui il soggetto si sente come manovrato e controllato dall’esterno. La perdita del senso di agentività può coinvolgere non solo il movimento ma anche il pensiero, la memoria e la volontà. Pazienti depressi possono avvertire l’incapacità di innescare pensieri o ricordi, oppure pazienti schizofrenici possono ritenere che i propri pensieri siano avviati dall’esterno. 11. Descrivere in cosa consistono i disturbi della consapevolezza della propria unicità o della coerenza dell'io Un individuo si percepisce in maniera unitaria ovvero vi è integrazione tra il pensiero e l’agito, tra sé e non sé. Quando ciò viene meno sentimenti e pensieri sono dissociati e vivono la dissociazione anche a livello corporeo. Nella perdita di coerenza dell’io vi può essere sdoppiamento, con relativa autonomia delle parti, ma anche senso di frantumazione. Il senso di frantumazione di sé è quasi sempre associato a disturbi dell’identità dell’io. Nel delirio schizofrenico questo aspetto psicopatologico si può esprimere nel delirio di dissoluzione o di frammentazione in cui la dissoluzione può riferirsi al mondo circostante. La frammentazione può riferirsi al sé e può essere sentita in associazione ad una relativa autonomia delle parti. In questo caso di particolare interesse sono i fenomeni dell’autoscopia e del fenomeno del doppio (Doppelgänger). Nel fenomeno dell’autoscopia il paziente vede sé stesso come dall’esterno. Il fenomeno del doppio non è una distorsione percettiva, si tratta piuttosto di un’alterazione ideativa e cognitiva che descrive la consapevolezza dell’esistenza di sé come un doppio situato nel mondo esterno sia che si tratti di una vera percezione, o di una forma di immaginazione, o di un delirio, o di una vivida consapevolezza corporea. 12. Descrivere i disturbi dei confini del sé Con questo termine ci si riferisce alla capacità di distinguere il sé dal non-sé. L’io-corpo non risulta più demarcato rispetto all’esterno, i suoi confini si dissolvono, realtà esterna e realtà interna possono così influenzarsi a vicenda. Il malato si sente messo a nudo, esposto, indifeso, alle influenze esterne. Nella schizofrenia il senso di invasione del proprio corpo e del proprio sé appare un tratto fondamentale. Il paziente non è in genere cosciente del fatto che il disturbo interessa i confini del sé ma del fatto che la realtà esterna può influire su di lui o che parti di sé si diffondono nella realtà circostante. Con esperienze di passività si indicano quei fenomeni psicopatologici che indicano un collasso dei confini del sé. I fenomeni associati a questo disturbo sono: • esperienze di passività: collasso dei confini del sé • diffusione del pensiero: il paziente ritiene che i propri pensieri siano percepibili dall’esterno senza che siano verbalizzati e soprattutto contrariamente alla propria volontà. • furto del pensiero: i pensieri vengono sottratti dall’esterno • inserzione del pensiero: il paziente ritiene che i propri pensieri siano stati inseriti da forze esterne. • eco del pensiero: il paziente sente i propri pensieri ripetuti ad alta voce o come un eco immediatamente seguente al pensiero stesso. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 15/94 13. Descrivere il concetto psicopatologico di depersonalizzazione La personalizzazione è l’io psichico visto come qualcosa di proprio, unico e personale in tutti i suoi aspetti (corpo, percezione, pensieri, sentimenti ecc). La perdita di questi elementi psichici <come se= non mi appartenessero è la depersonalizzazione, fenomeno in cui il paziente ha un insight mantenuto, ed è consapevole di sentirsi come se percepisse sè stesso, il proprio corpo, il proprio io, come estraneo, automatico, come se non gli appartenesse più. Il sensorio è integro e le emozioni pure, tuttavia il paziente risulta distaccato e perde la coloritura emotiva nei confronti di se stesso, sentendosi un estraneo. Tecnicamente rientra tra i disturbi di identità dell’io e nell’analisi differenziale di questo fenomeno va posta attenzione rispetto alla certezza di irrealtà tipica vissuta dal paziente psicotico. 14. Descrivere i correlati neurobiologici della depersonalizzazione Per quanto concerne i correlati neurobiologici di questo sintomo Sierra e Berrios ritengono che da un punto di vista evoluzionistico la depersonalizzazione sia un meccanismo vestigiale di risposta ad un pericolo che combina due opposte tendenze: - da una parte uno stato di aumentata allerta ( mediata dall’emisfero destro ) -inibizione dell’arousal emotivo potenzialmente disorganizzante mediata dall’emisfero sinistro La depersonalizzazione sarebbe dunque una forma adattattiva di dissociazione che in condizioni di pericolo massimizza le possibilità di sopravvivenza consentendo al soggetto di elaborare una via di fuga senza essere sopraffatto dal panico. Questo porta a uno stato di torpore emotivo che viene vissuto dal paziente come uno stato di coscienza qualitativamente diverso e che viene riferito come <irreale o distaccato=. 15. Descrivere le componenti dell'immagine corporea L’immagine corporea ha un ruolo importante nella costruzione della propria personalità, autostima, relazioni sociali e in generale sulla percezione di sé nel mondo, riguarda la persona nella sua globalità ed è costituita da 4 componenti: percettiva, legata alle percezioni del sé, come la persona visualizza la propria forma del corpo; comportamentale, alimentazione e attività fisica; affettiva, i sentimenti provati nei confronti del proprio corpo; attitudinale, quello che la persona conosce e pensa del proprio corpo. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 18/94 14. Descrivere il fenomeno psicopatologico dell'illusione Le illusioni rientrano nelle false percezioni ovvero percezioni nuove che possono essere o non essere il risultato di uno stimolo esterno, possono quindi essere definite come travisamenti nella percezione di un oggetto reale. Lo stimolo sensoriale cioè viene interpretato in modo erroneo come, ad esempio, un’ombra nell’oscurità viene presa per un individuo minaccioso. Fattori che facilitano le illusioni possono essere l’indefinitezza dello stimolo, lo stato emotivo o lo stato di aspettativa rispetto allo stimolo, un abbassamento della vigilanza. Le illusioni non sono specifiche di alcuna patologia psichiatrica ma possono essere presenti in vari quadri patologici in relazione allo stato affettivo e al livello di coscienza. Possiamo trovare le illusioni in varie patologie in base allo stato affettivo e al livello di coscienza. Vi sono 3 tipi di illusioni: • illusioni emotive in quanto l’emotività può modificare la percezione degli oggetti di uso quotidiano, questo tipo di illusione dura poco, il tempo che l’emozione ritorna alla normalità; • da completamento dipendono da come il cervello completa di solito le informazioni ambigue sulla base delle abitudini o delle preferenze culturali • le illusioni pareidoliche che è un’ illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili dalla forma casuale( tipo le nuvole). 15. Descrivere in cosa consistono le allucinazioni verbali Le allucinazioni verbali sono percezioni uditive in assenza di un reale stimolo sensoriale. Le allucinazioni verbali si dividono in semplici, forme elementari, quindi il sentire il rumore di una macchina, fischi, musiche e complesse, ovvero le allucinazioni verbali uditive, come ad esempio le voci. Vengono percepite dal soggetto come reali e in quanto tali concrete, certe e non discutibili. Le allucinazioni verbali in particolare sono uno dei sintomi psicopatologici più importanti della schizofrenia, tanto che il sentire le voci in passato era patognomonico della patologia. Si presentano solitamente associati ai deliri. Sono comunque riscontrabili anche nei disturbi affettivi, nei disturbi organici e nei disturbi dissociativi. In genere hanno contenuti allusivi, insultanti o di minaccia; altre volte commentano i pensieri del paziente, più raramente assumono una connotazione <positiva= consigliando e guidando il soggetto che le subisce. In altri casi le <voci= impartiscono ordini circa il comportamento a cui il paziente non riesce a sottrarsi. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 007 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 19/94 01. Le allucinazioni cenestesiche Sono frequenti nella schizofrenia Riguardano alterazioni della sensibilità profonda Possono essere accompagnate da elaborazioni deliranti Tutte le precedenti 02. Fenomeni allucinatori: Sono un fenomeno tutto o nulla Sono molto frequenti nella popolazione generale Possono essere presenti nella popolazione generale Sono sempre suggestivi di patologia psichiatrica 03. Paziente che non comprende la gravità della propria condizione patologica viene definito: Con buon insight Nessuna delle precedenti Compliante Capace di critica 04. Allucinazioni olfattive possono essere presenti: Nel disturbo ossessivo-compulsivo Nella depressione psicotica Nella ciclotimia Nel dismorfismo corporeo 05. Pazienti schizofrenici: Sono in grado di riconoscere la fonte dei propri pensieri e li attribuiscono ad una fonte esterna Non sono in grado di riconoscere la fonte dei propri pensieri e non li attribuiscono ad una fonte esterna Sono in grado di riconoscere la fonte dei propri pensieri e non li attribuiscono ad una fonte esterna Non sono in grado di riconoscere la fonte dei propri pensieri e tendono ad attribuirli ad una fonte esterna 06. Descrivere le ipotesi biologiche relative alla genesi delle allucinazioni Le ipotesi biologiche, insieme all'approccio cognitivo e la teoria del <Source Monitoring=, hanno provato a spiegare l'origine delle allucinazioni, attribuendone la causa a disfunzioni dell'attività neuronale dovute ad una alterata trasmissione dopaminergica, tuttavia ad oggi non vi è una chiara evidenza riguardo i meccanismi fisiopatologici sottesi alle allucinazioni stesse. Il processo neuropatologico alla base del sintomo è di origine centrale, come dimostrato da alcuni studi riguardo le allucinazioni visive indotte da sostanze anche in persone cieche e quindi l'origine cerebrale e non dagli organi di senso. Ci si è concentrati sulla via mesolimbica che utilizza la dopamina come neurotrasmettitore e si è visto come i farmaci usati nel parkinson o cocaina e amfetamine inducessero deliri e allucinazioni causando una iperattività dopaminergica della stessa via. Altre sostanze che attivano la via sono lsd e mescalina e anche queste causano allucinazioni. Questo perchè sono sostanze che si comportano come agonisti dei recettori della serotonina 5ht2a e modulano il rilascio di dopamina. Ulteriori studi sono stati condotti tramite l'imaging cerebrale e studi elettrofisiologici, l'elettrostimolazione è in grado di causare allucinazioni miste a ricordi, così come la stimolazione dei lobi temporali e occipitale, infine tramite metodiche quali frmn, pet e spect ha permesso di ipotizzare che alla base delle disfunzioni vi sia una disfunzione circuitale piuttosto che una specifica lesione. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 007 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 20/94 07. Descrivere il fenomeno dell'insight Il fenomeno di insight riguarda la coscienza, ad esempio, della propria malattia ed il rimandarla a fattori esterni cercando il più possibile di comprenderne le cause. La capacità di insight valuta la consapevolezza del cambiamento, introdotto dalla malattia, da parte del paziente e la sua capacità di adattamento adesso. L’insight è inteso sia come fenomeno categoriale, identificabile in termini di presenza o assenza, sia come costrutto dimensionale, articolato in differenti aspetti e caratterizzato da una fluttuazione nel tempo nel singolo paziente: pu essere messo ò̀ in relazione a vari parametri psicopatologici e clinici quali l’aderenza al progetto terapeutico, la risposta al trattamento, la presenza e la gravità di alcuni sintomi. Alcuni autori propongono una teoria sull’insight riconoscendo tre possibili dimensioni di questo, distinte ma ampiamente correlate fra loro: 1) La capacità di riconoscere sé stesso come malato 2) La compliance (aderenza) al trattamento 3) La capacità di identificare come patologici fenomeni mentali abnormi, quali – ad esempio – le allucinazioni e i deliri. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 23/94 Lezione 009 01. I deliri di negazione dell'esistenza di sé di un paziente depresso possono essere definiti: Disorganizzati Estesi Bizzarri Olotimici 02. Tipicamente il delirio dischiude al malato: Un significato che può essere messo in discussione da prove di realtà contrarie Un significato nuovo sul mondo Un significato condiviso Un nuovo stato di coscienza 03. L'idea prevalente è: Un pensiero intrusivo Nessuna delle precedenti Inverosimile Analoga all'ossessione 04. I deliri persecutori possono essere secondari a: Depressione Tutte le precedenti Deliri di grandezza Deliri di colpa 05. I deliri persecutori non comprendono: Deliri nichilistici Nessuna delle precedenti Deliri di grandezza Deliri di colpa 06. Paziente che teme che un familiare stia raccogliendo prove che attestino la sua colpevolezza al fine di farlo imprigionare presenta: Deliri di colpa Deliri di persecuzione Deliri di rivendicazione Deliri di riferimento 07. Paziente che ritiene di essere controllato dalla polizia attraverso lo smartphone presenta: Deliri di nocumento Deliri di influenzamento Deliri di riferimento Deliri persecutori Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 24/94 08. Riguardo ai deliri di influenzamento: Il paziente che ritiene che i propri pensieri siano influenzati da forze esterne è consapevole che sta delirando Non sono sintomi di primo rango secondo Schneider Nessuna delle precedenti Non riguardano la perdita dei confini del sé 09. Paziente che ritiene che i propri pensieri siano stati inseriti nella sua testa da un'organizzazione criminale presenta: Non sta delirando Ossessioni Deliri persecutori Deliri di influenzamento 10. La percezione delirante: Dischiude al paziente un significato nuovo sul mondo È un sintomo di primo rango secondo Schneider Il paziente percepisce un dato di realtà esterno a cui viene attribuito un significato delirante Tutte le precedenti 11. I deliri di un paziente che ritiene di essere perseguitato sul lavoro, che la propria moglie lo stia controllando attraverso lo smartphone e che per questo verrà coinvolto in un'importante missione segreta si può definire: Olotimico Bizzarro Esteso Ipertimico 12. Un delirio per cui il paziente afferma che il diavolo controlla l'andamento della borsa valori è definibile: Bizzarro Olotimico Disorganizzato Esteso 13. La realtà delirante: Tutte le precedenti Può affiancare la realtà comune in una sorta di doppio binario Può costituire l'unica realtà in cui vive il paziente Può convivere con la realtà comune 14. Il delirio non è: Il delirio è: la domanda è formulata in modo errato c’è un NON in più. Il Prof. Lo sa è uscita ad un esame La domanda sarà riformulata Senza il NON Una credenza flessibile Nessuna delle precedenti Un'idea sempre condivisibile Una verità condivisibile Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 25/94 15. Descrivere le diverse tipologie di delirio sulla base del contenuto Rispetto al contenuto del delirio, sia esso primario o secondario, distinguiamo: Deliri di influenzamento Comprendono sensazioni di essere controllati da altri o sono connessi a esperienze di perdita dei confini dell’Io, sono di grande importanza psicopatologica e indicativi di schizofrenia. Comprendono la convinzione che i propri pensieri possano essere controllati e/o conosciuti da altri nel momento in cui vengono pensati (inserzione e sottrazione del pensiero), ma anche esperienze di possessione. Deliri di riferimento Il soggetto ritiene di essere spiato, che gli altri, i mezzi di comunicazione alludano a lui con un linguaggio più o meno diretto. La realtà viene interpretata in maniera autoreferenziale. È frequente la convinzione che siano state poste telecamere o microspie al fine di spiare il paziente. Deliri di persecuzione Esprimono la convinzione che qualcuno (come il vicino di casa) o un’organizzazione (la mafia, i comunisti, la polizia) o una forza (come ad esempio il demonio, il male) vogliano arrecargli un danno fisico o morale, farlo impazzire o ucciderlo. Un paziente sessantenne temeva che il cognato stesse raccogliendo delle prove per dimostrare che lui era un truffatore e che l’avrebbe fatto incarcerare. Se nel delirio non si riscontra la convinzione che gli altri vogliano deliberatamente danneggiare il soggetto ma che lo vogliano solamente spiare o controllare si considera presente solamente il delirio di riferimento. 16. Descrivere le forme del delirio primario Il delirio primario, si manifesta di per sé e non in risposta ad altre forme psicopatologiche e tra questi annoveriamo: le intuizioni deliranti, esse compaiono all'improvviso come le idee; le percezioni deliranti, composta da due passaggi, il paziente percepisce un elemento della realtà esterna e gli attribuisce un significato nuove e delirante, è un disturbo del pensiero dovuto ad una interpretazione abnorme ed è un sintomo patognomonico della schizofrenia; l' atmosfera delirante è uno stato d'animo in cui il paziente percepisce che il mondo è cambiato, che è lui l'attore nel cambiamento, ma non ne conosce la ragione, precede il delirio che viene vissuto quasi con sollievo per l'allentarsi della tensione intollerabile; ricordi deliranti o delirio retrospettivo ed è l'elaborazione delirante di un ricordo normale. 17. Descrivere la differenza tra delirio lucido e confuso l delirio lucido o delusion in inglese, è il delirio propriamente detto tipico nella schizofrenia e nei disturbi psicotici, il paziente è vigile, orientato e ha uno stato di coscienza non alterato, mentre nel delirio confuso o delirium in inglese, lo stato di coscienza è alterato, il paziente è disorientato e confuso, ed è tipico degli accidenti cerebrovascolari nell'anziano o nell'abuso di sostanze. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 011 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 28/94 01. Ipermnesia si può presentare: AUMENTO CAPACITÀ MNEISTICHE Nella depressione Tutte le precedenti In stati tossici Nell'ipomania 02. Per amnesia anterograda si intende: L'incapacità di registrare nuovi ricordi Il dubbio rispetto alla capacità di ricordare correttamente gli eventi L'incapacità di ricordare un evento traumatico L'incapacità di ricordare eventi antecedenti 03. Per umore si intende: Lo stato d'animo reattivo ad un evento Stati d'animo duraturi ma transitori con cui l'individuo vive il proprio sé, il corpo, le relazioni La consapevolezza dell'emozione che si sta provando Nessuna delle precedenti Umore: sottofondo, tono affettivo di base che permea l'intera esperienza del soggetto. 04. L'umore influenza: Tutte le precedenti I comportamenti Le emozioni I pensieri 05. Descrivere il concetto di salienza aberrante Ogni organismo ha il compito di riuscire a selezionare nell’ambiente circostante gli stimoli rilevanti, siano essi attrattivi o avversivi rispetto a quelli neutri, e rispondere adeguatamente ad essi. La salienza può essere definita come «un processo nel quale gli oggetti e gli stimoli, attraverso un meccanismo di integrazione, giungono all’attenzione catturando i pensieri e guidando i comportamenti». Il processo di attribuzione di significato non coinvolge solamente le caratteristiche dello stimolo quali intensità, movimento, continuità con altri stimoli, ma anche fattori interni al soggetto, le sue credenze, scopi, emozioni. La salienza aberrante indica l’assegnazione di significato rilevante a stimoli altrimenti neutri o innocui e rappresenterebbe uno dei principali meccanismi patogenetici alla base dei sintomi psicotici. La dopamina sembra svolgere un ruolo fondamentale relativamente alle proprietà incentivanti di uno stimolo, inoltre questa sembra essere associata ai livelli di dopamina sottocorticali, che sono il bersaglio dei trattamenti antipsicotici. 06. Descrivere le diverse tipologie di memoria È la funzione psichica che consiste nella capacità di riprodurre un’esperienza passata, riconoscerla e collocarla nel tempo e nello spazio. L’immagazzinamento in memoria viene organizzato in tre modi: 1. Nella memoria sensoriale o ultrabreve, la quale è la prima fase del processo mnestico, trattiene grandi quantità di informazioni in entrata per un breve periodo di tempo, qualche secondo. 2. Nella memoria breve termine (MBT), sistema a capacità limitata che opera come un complesso di sottoinsiemi, assimilata ad uno span di attivazione attentiva limitato a 6-7 contenuti con durata che va dai 15 ai 30 secondi. 3. Nella memoria a lungo termine (MLT), insieme di due sistemi di recupero a lungo termine delle tracce mnestiche. Troviamo infatti un sistema dichiarativo, o di memoria esplicita, il quale si occupa di fatti ed eventi, è accessibile alla consapevolezza ed a sua volta è suddiviso in memoria episodica, costituita da specifici accadimenti di natura autobiografica, e memoria semantica, la quale processa parole e simboli. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 011 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 29/94 07. Descrivere il concetto psicopatologico di affettività e le sue componenti L’affettività è il complesso dei sentimenti, emozioni, umore e riguarda la capacità di rispondere in modo soggettivo ad eventi della realtà interna o esterna, fenomeno caratteristico di ogni persona e strettamente legato alla sua personalità, al suo carattere, al suo temperamento ed alla sua capacità di reagire di fronte agli stimoli. L’affettività comprende emozioni, stati affettivi di breve durata insorgenti a seguito di stimoli psicogeni ed esprimibili attraverso manifestazioni somatiche; i sentimenti, componenti affettivi più duraturi e stabili che esprimono modalità con cui l’individuo vive il proprio corpo, la psiche e la socialità, e l’umore, rappresentato dallo stato affettivo di base dell’individuo, il quale influenza stabilmente la sua esistenza. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 30/94 Lezione 012 01. I ritmi cronobiologici vengono regolati da: Nucleo soprachiasmatico Ipofisi Nucleo soprachiasmatico ed epifisi Nucleo sopraottico 02. La melatonina influenza: Gli zeitgebers Tutte le precedenti Il fotoperiodo I ritmi circadiani 03. Livello energetico alto e valenza spiacevole caratterizzano: Nessuna delle precedenti Ipomania Ansia Depressione 04. Livello energetico basso e valenza spiacevole caratterizzano: Ipomania Nessuna delle precedenti Mania Depressione 05. Livello energetico alto e valenza piacevole caratterizzano: Distimia Depressione Irritabilità Ipomania 06. Sono emozioni primarie: Rabbia, ansia, colpa Rabbia, ansia, tristezza Ansia, tristezza, colpa Ansia, gioia, vergogna 07. Sono emozioni primarie Gioia, gelosia, ansia Ansia, rabbia, compassione Nessuna delle precedenti Colpa, vergogna, orgoglio Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 33/94 08. Paziente che presenta una ridotta responsività affettiva presenta: Depressione Alogia Anedonia Appiattimento affettivo 09. Descrivere le diverse tipologie d'ansia L’ansia è un fenomeno normale che ci accompagna sin dalla nascita. E’ un’emozione che consiste in un sentimento di penosa aspettativa e allarme di fronte ad un pericolo reale o potenziale associata a sintomi fisici di iperattività neurovegetativa e a un comportamento di evitamento. L'ansia diventa patologica, quindi, quando quantitativamente eccessiva e qualitativamente diversa perde il suo valore adattivo e può rendere insostenibili le più semplici attività quotidiane. Si distinguono: • ansia di tratto che indica appunto un tratto personologico stabile per cui l’individuo tenderà a provare ansia lungo tutto l’arco della propria vita; • ansia di stato indica invece una reazione ansiosa acuta, in risposta ad un determinato evento. L’ansia di stato e di tratto non sono mutualmente escludentesi, nel senso che un individuo con un’ansia di tratto può avere, in risposta a determinati stimoli, fasi in cui l’ansia si riacutizza determinando un quadro di esacerbazione dell’ansia di stato; • ansia anticipatoria indica l’ansia che incrementa di fronte all’eventualità che si possa realizzare l’evento temuto. In alcuni quadri come l’agorafobia può essere l’elemento prevalente e può determinare estesi comportamenti di evitamento. • ansia situazionale si intende l’ansia che insorge in determinate circostanze come ad esempio il parlare o il mangiare in pubblico. • ansia libera invece è l’ansia che non è legata a particolari situazioni. • ansia generalizzata si indica sia un sintomo che un disturbo codificato nel DSM. L’ansia generalizzata è persistente nel tempo, di moderata intensità e non legata ad un contenuto specifico. Chi soffre di ansia generalizzata vive un costante stato di preoccupazione per eventi o attività anche poco importanti che teme di non poter gestire, o per pericoli molto lontani dalla quotidianità e che si verificano raramente, ma che vengono percepiti come imminenti e minacciosi. 10. Descrivere le caratteristiche dell'ansia patologica L’ansia patologica si contraddistingue per: • incomprensibilità reattività per cui l’emozione è inappropriata rispetto all’entità dello stimolo • persistenza dell’ansia nonostante la riduzione o l’assenza dello stimolo ansiogeno • compromissione della performance per cui l’ansia non è più, come nel caso dell’ansia fisiologica, un attivatore prestazionale ma, al contrario, diventa un elemento negativo, in grado di inficiare la performance del soggetto. 11. Descrivere il concetto psicopatologico di anedonia e come si declina nella schizofrenia e nella depressione Il termine anedonia viene utilizzato per riferirsi ad una specifica condizione psicopatologica caratterizzata da un deficit della capacità di provare piacere in attività e situazioni considerate, di norma, gratificanti. Tale condizione può presentarsi in modo diffuso oppure limitarsi solo ad alcuni ambiti, come le relazioni interpersonali, il cibo, la sessualità. L’anedonia è un sintomo trasversale, che può rientrare in numerosi quadri psicopatologici assai differenti tra loro, in particolare quadri depressivi o nella schizofrenia, ma anche nei disturbi dell’alimentazione e nell’abuso di sostanze. Nel contesto della schizofrenia l’anedonia è stata riconosciuta come uno dei sintomi cardine fin dalle descrizioni di Kraepelin che la inseriva nella «sindrome amotivazionale», ovvero nel quadro nucleare della «dementia praecox», sottolineando come la singolare apatia che questi individui mostravano verso le loro relazioni interpersonali, l’estinguersi degli affetti per familiari e amici, e la perdita di soddisfazione nel lavoro, nelle vocazioni e nei piaceri mondani, fossero, non di rado, i primi sintomi manifesti dell’insorgenza della psicosi. Alcuni autori hanno suggerito che l’anedonia non sia un sintomo di stato della schizofrenia ma piuttosto una caratteristica prodromica e/o premorbosa della schizofrenia, affermando che una fase prolungata di perdita del piacere potesse precedere l’esordio conclamato della psicosi. Per quanto riguarda la depressione l’anedonia è sempre stata inserita come sintomo fondamentale di tale quadro clinico. Bevan-Lewis ha sottolineato che la <depressione semplice di tipo patologico= era spesso preannunciata da un’indifferenza crescente verso i piaceri abituali dell’individuo, i quali diventavano ben presto fastidiosi e privi di interesse. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 34/94 12. Descrivere il concetto psicopatologico di elevazione del tono dell'umore L’umore elevato (euforia, mania) è improntato ad un senso di euforia, esaltazione, senso di potenza. Se contrastato il paziente può diventare ostile, irascibile. In fase conclamata può prevalere un umore irritabile. Nel quadro maniacale si accompagna a logorrea, spinta a parlare, accelerazione ideativa fino alla fuga delle idee. Comuni sono l’eccesso di confidenza con gli estranei, la sconsiderata prodigalità, l’eccessiva spiritosità sulla base di un’accentuata autostima. Non sono rari deliri, prevalentemente di grandezza. A livello motorio vi è irrequietezza, iperattività frenetica, gravi stati di agitazione. A livello somatico vi è un accresciuto senso di energia. L’insonnia in genere è grave o totale. Il disturbo in forma conclamata si definisce stato maniacale mentre in forma attenuata stato ipomaniacale. Viene indicato anche come umore espanso. 13. Descrivere il concetto psicopatologico di flessione dell'umore La flessione del tono dell’umore (depressione) è vissuta con un senso di tristezza, disperazione, avvilimento, infelicità, malinconia, pessimismo, dolore morale. Nella sindrome depressiva si associano spesso inibizione ideativa e psicomotoria. L’umore depresso è diverso dalla tristezza normale. Oltre alla particolare persistenza nel tempo e alla scarsa reattività è caratteristica una diversa qualità di tristezza, vissuta a livello somatico (tristezza vitale). Vi è un tormento interiore, un senso di oppressione una sofferenza anche fisica. Vi può essere la penosa sensazione di non riuscire a provare alcun sentimento. Si accompagna a perdita di interessi, incapacità di provare piacere (anedonia). L’ideazione, spesso rallentata, è polarizzata su pensieri negativi, pessimismo, idee di perdita, di indegnità, di colpa. I contenuti ideativi possono diventare deliranti e a livello motorio vi può essere rallentamento, inibizione fino all’arresto psicomotorio. Altre volte prevale, l’agitazione, l’irrequietezza. Può accompagnarsi ad anoressia, insonnia, alterazione dei ritmi circadiani. All’interno dell’umore depresso se la disperazione (hopelesness in inglese) assume un carattere prevalente possono comparire idee suicidarie. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 35/94 Lezione 014 01. L'attacco di panico può essere caratterizzato da: Nessuna delle precedenti Ossessioni, vertigini, vampate di calore Tachicardia, allucinazioni, tremore Deliri, nausea, euforia 02. L'attacco di panico può essere caratterizzato da: Tremore, parestesie, ossessioni Sudorazione, cardiopalmo, tachicardia Vertigine, tachicardia, flashback Dispnea, tristezza, angoscia 03. Effetto collaterale dell'uso di neurolettici non è: Distonie Bradicinesia Nessuna delle precedenti Acatisia 04. La bradicinesia può essere presente: Nell'uso di neurolettici Nella depressione Nella malattia di Parkinson Tutte le precedenti 05. Paziente con incapacità a stare seduto e necessità continua di alzarsi e muoversi presenta: Bradicinesia Distonia Deficit di attenzione Acatisia 06. Le steretipie rientrano in diagnosi differenziale con: Tic Nessuna delle precedenti Compulsioni Tutte le precedenti 07. Paziente che ripete in maniera persistente gesti o parole presenta: Tic Tutte le precedenti Stereotipie Compulsioni Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 38/94 Lezione 015 01. Caratteristica essenziale delle ossessioni è: La persistenza L'intrusività L'assenza di insight L'egosintonicità 02. Le ossessioni rientrano in diagnosi differenziale con: Tutte le precedenti I flashback Le idee prevalenti I deliri 03. Può costituire un'ossessione: Tutte le precedenti Un impulso Un pensiero Un'immagine 04. Caratteristica essenziale delle ossessioni non è: Il paziente tende a sopprimerle L'intrusività L'egodistonicità L'assenza di insight 05. Tipicamente le compulsioni: Tutte le precedenti Servono a ridurre il disagio indotto dall'ossessione Vengono messe in atto in risposta ad un'ossessione Servono ad evitare che accada quanto temuto nell'ossessione 06. Per psudodemenza si intende: Un deficit intellettivo che si osserva esclusivamente nella depressione Un deficit intellettivo congenito Una deficit intellettivo secondario ad altri quadri psicopatologici Un deficit intellettivo irreversibile 07. Un QI tra 20 e 40 corrisponde ad un ritardo mentale: Profondo Severo Moderato Lieve Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 39/94 08. Un QI tra 35 e 55 corrisponde ad un ritardo mentale: Lieve Severo Moderato Profondo 09. Paziente con livello abituale di energia vitale basso, pessimismo, introversione presenta: Distubo di personalità Temperamento distimico Ciclotimia Temperamento irritabile 10. Paziente che in seguito ad un evento di vita negativo lamenta livello di energia vitale basso, introversione, pessimismo presenta: Nessuna delle precedenti Temperamento irritabile Disturbo di personalità Temperamento distimico 11. Tipicamente le compulsioni sono: Comportamenti ossevabili Comportamenti impulsivi caratterizzati dalla ricerca di sensazioni piacevoli Comportamenti volti alla ricerca del rischio Comportamenti caratterizzati da bassa ansia anticipatoria 12. Descrivere il concetto di temperamento affettivo Con temperamento affettivo si indica la predisposizione, innata e biologicamente determinata, a possedere un tono emotivo di fondo, un profilo di base dell’umore e un livello di energia e di reattività agli stimoli. Si tratta di caratteristiche psicologiche e comportamentali che caratterizzano la personalità di un individuo e possono costituire le manifestazioni subcliniche di disturbi dell’umore e quindi essere considerati come stati precursori o condizioni ad alto rischio, tuttavia, non rappresentando una condizione patologica in sé e possono avere funzioni adattative. Si riconoscono quattro tipologie di temperamento affettivo: • Temperamento ipertimico – Il temperamento ipertimico è generalmente caratterizzato da tratti esuberanti, energici, con elevata autostima, stabili per tutta la vita. • Temperamento depressivo – La descrizione classica del temperamento depressivo o distimico si riferisce a persone presentano bassi livelli di energia e sono critici, pessimisti e introversi. • Temperamento ciclotimico – Il tratto fondamentale del temperamento ciclotimico è un modello di oscillazione tra umore elevato o irritabile e depressione. • Temperamento irritabile – Questo temperamento è caratterizzato da periodi di irritabilità ad alto coinvolgimento emotivo. 13. Descrivere la differenza tra compulsioni e impulsività Con il termine compulsione si indicano comportamenti osservabili o azioni mentali ripetitive che vengono compiute in risposta alle ossessioni allo scopo di ridurre l’ansia associata o prevenire eventi temuti, sono dirette a ridurre il disagio determinato dalle ossessioni o a evitare l’accadere di qualche fatto grave e seguono una sequenza rigida e stereotipata. Le compulsioni comportamentali sono quelle relative ai lavaggi, al controllo, all’accumulo di oggetti, mentre le compulsioni mentali possono consistere nel pregare, contare, dire sequenze specifiche di parole. Per impulsività intendiamo una condotta che trascende il controllo volontario, in genere in forma parossistica, incoercibile, non mediata dalla riflessione. Talora è primaria, talora è secondaria ad altri fenomeni psicopatologici. In alcuni casi l’impulsività è limitata ad alcune aree come l’assunzione di sostanze, il gioco d’azzardo, la piromania, la cleptomania. Il soggetto prova un eccitamento crescente, un bisogno interiore irresistibile che spinge al soddisfacimento. Compulsioni e comportamenti impulsivi rappresentano due estremi di un continuum che va da una tendenza alla sovrastima del pericolo e all’evitamento del rischio per quanto riguarda le compulsioni, a una ridotta percezione della pericolosità di determinati comportamenti e a una elevata ricerca di situazioni nuove, eccitanti e pericolose nel caso delle impulsioni. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 40/94 14. Descrivere il concetto psicopatologico di ossessione Le ossessioni rappresentano un fenomeno psicopatologico collocabile al confine di varie aree quali i disturbi del contenuto del pensiero e i disturbi della volontà. Le ossessioni consistono in pensieri (a contenuto verbale), immagini o impulsi che: 1. Il soggetto ritiene intrusivi nel senso che compaiono nello spazio di coscienza senza che il soggetto ne abbia il controllo 2. Sono persistenti e ricorrenti ovvero caratterizzate da una forte ripetitività 3. Sono egodistoniche nel senso che sono spiacevoli, causano disagio, ansia, preoccupazione 4. Il soggetto tenta di sopprimerle o neutralizzarle Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 43/94 15. Vantaggi dell'uso del DSM-5 in psichiatria sono: CONSENTE L’ ADOZIONE DI CRITERI CHIARI Tutte le precedenti Permette di impostare una terapia in maniera più specifica Semplifica la diagnosi La possibilità di effettuare diagnosi omogenee tra diversi specialisti 16. L'ICD-10 è la classificazione delle malattie mentali: Adottata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità Creata dall'American Psychiatric Association Creata in antitesi al DSM-5 Tutte le precedenti 17. Descrivere i principali limiti del sistema diagnostico DSM-5 Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali è uno strumento di diagnosi descrittiva dei disturbi mentali. Esso nasce con l’esigenza di catalogare le patologie della sfera psichica con dei criteri che siano condivisi a livello globale; oggi, infatti, è il principale strumento di stampo categoriale condiviso dalla comunità medica, clinica e sociale di tutto il mondo. Nonostante ciò, il DSM, nella sua ultima edizione pubblicata nel 2013 (tradotta e pubblicata in Italia nel 2014) presenta dei limiti e delle criticità, che sono stati e che restano tutt’oggi argomento di discussione tra gli esponenti delle diverse discipline. - Il costrutto teorico rischia di creare un’etichetta patologizzante, includendo nel mondo della patologia anche le fisiologiche esperienze di vita. Un esempio è il Binge Eating Disorder (BED), nei cui criteri di inclusione, il DSM-5 ha reso più facilmente riscontrabile il rischio di definire come disturbo mentale delle varianti del comportamento normale; - La psicopatologia sembra venir ridotta a una check-list di sintomi che non tiene conto di dati oggettivi, quali i valori clinici di laboratorio o indagini strumentali. 18. Descrivere vantaggi e punti di forza delle diagnosi nosografico-descrittive in psichiatria L’approccio nosografico-descrittivo è un sistema diagnostico di matrice a-teoretica, ispirato al modello medico della diagnosi delle malattie somatiche, che si prefigge di fare diagnosi sulla base dei segni e dei sintomi osservati. I sintomi rimandano solo a se stessi o ad altri sintomi e pertanto si tratta di un processo ben definito; non vi è un’indagine eziopatologica e non si cercano interpretazioni (protocolli più affini invece al sistema interpretativo-esplicativo). Il principale punto di forza di questo sistema è di analizzare la psicopatologia da un punto di vista descrittivo, eludendo pertanto le influenze soggettive che potrebbero essere veicolo di matrici teoriche, che potrebbe portare a immobilità diagnostica. Inoltre, fare diagnosi nosografico-descrittive agevola le comunicazioni sia tra professionisti della stessa nazione sia tra professionisti appartenenti a contesti internazionali; utilizzare gli stessi sistemi di classificazione permette, di fatto, di scambiare dati, risultati, osservazioni. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Lezione 017 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 44/94 01. Per effettuare diagnosi secondo il DSM-5 è necessario: Tutte le precedenti La positività ai criteri diagnostici La presenza di marcata sofferenza soggettiva La presenza di marcata compromissione del funzionamento sociale e lavorativo 02. Descrivere in che modo l'intervento psicofarmacologico può modificare il disturbo mentale Il farmaco viene inteso come qualsiasi sostanza che introdotta nell’organismo ne può modificare le funzioni. Gli psicofarmaci sono un insieme di sostanze che, agendo sul SNC, determinano dei cambiamenti fisiologici e comportamentali in chi li assume, portando conseguentemente a delle modificazioni dello stato di salute o di malattia del soggetto. Dal momento che il quadro psicopatologico comprende fattori biologici (alterazioni della struttura o della funzione neuronale), sociali e psicologici, l’assunzione di farmaci potrebbe creare le condizioni fisiologiche necessarie per effettuare un intervento psicoterapico. La cura farmacologica, infatti, agirebbe da <sbloccante= laddove il disturbo ha creato rigidità nel funzionamento mentale; solo dopo aver creato un terreno biologico sostenibile si può intervenire sul fronte psicologico, stimolando una migliore comprensione e percezione emotiva e una migliore responsività sociale. È credenza comune che l’uso di psicofarmaci riduca l’importanza dell’intervento psicologico, ma di fatto è il contrario: riducendo l’espressione dei sintomi più gravi si può mettere il paziente nelle condizioni di lavorare meglio su di sé. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 45/94 Lezione 018 01. Il metabolismo epatico di un farmaco è oggetto di studio della: Farmacocinetica Farmacogenetica Farmacodinamica Epatologia 02. Le possibilità terapeutiche degli psicofarmaci comprendono: Riduzione dei sintomi fisici dell'ansia Stabilizzazione dell'umore Tutte le precedenti Gestione degli stati di agitazione 03. Le possibilità terapeutiche degli psicofarmaci comprendono: Modifica del temperamento Modifica della personalità Gestione dei disturbi del sonno Alterazione del carattere 04. Le possibilità terapeutiche degli psicofarmaci non comprendono: Cambiamento della personalità Gestione dell'insonnia Stabilizzazione dell'umore Riduzione dei sintomi ossessivi 05. L'effetto degli psicofarmaci comprende: Gestione degli stati di agitazione Riduzione dei sintomi fisici dell'ansia Tutte le precedenti Induzione di distonie e bradicinesia 06. L'effetto degli psicofarmaci comprende: Modifica del temperamento Modifica della personalità Alterazione del carattere Nessuna delle precedenti 07. L'effetto di un agonista è di: Legame con il recettore Disattivazione del recettore Legame con il recettore senza causarne l'attivazione Attivazione del recettore Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 019 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 48/94 08. Descrivere i fattori che possono influenzare la distribuzione di un farmaco Una volta somministrato il farmaco entra in circolo e viene distribuito ai vari tessuti dell’organismo. La distribuzione non risulta uniforme e può essere influenzata da diversi fattori: • Caratteristiche fisico chimiche del farmaco come la sua solubilità in acqua (idrosolubilità) o nel grasso corporeo (liposolubilità); • Dimensioni molecolari; • Ionizzabilità - composti ionici non possono attraversare le membrane e il loro assorbimento viene impedito. • Affinità per le proteine plasmatiche - Dato che solamente la porzione di farmaco libera è la quota terapeuticamente attiva, nel caso di somministrazione di più farmaci sono possibili interazioni tra i farmaci, determinando un incremento transitorio della quota libera che può causare in alcuni casi effetti di tossicità; • Grado di vascolarizzazione dei vari tessuti, per cui il farmaco si distribuirà più velocemente in quegli organi che sono più riccamente perfusi come il cuore il fegato e i reni, • Età - con l’avanzare dell’età il tessuto adiposo tende ad aumentare e diminuisce l’idratazione; • Patologie - quali nefropatie, epatopatie, cardiopatie possono alterare la distribuzione causando ipoalbuminemia (riduzione delle proteine plasmatiche), variazione nel contenuto dei fluidi corporei, riduzione della capacità di metabolismo ed escrezione dei farmaci. • Gravidanza – porta ad un incremento dei fluidi corporei e del volume circolatorio oltre al fatto che parte del farmaco può essere assorbito dal feto. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 49/94 Lezione 020 01. L'effetto delle benzodiazepine non è: Amnesico Convulsivante Ipnoinducente Miorilassante 02. Controindicazione assoluta all'uso di benzodiazepine è: Tutte le precedenti Epilessia nel bambino Miastenia gravis Agitazione nell'anziano 03. Indicazione all'uso delle benzodiazepine non è: Ansia patologica Trattamento male epilettico Depressione Trattamento dipendenza da alcol 04. L'effetto delle benzodiazepine non è: Anticonvulsivante Amnesico Ansiolitico Miotonico 05. Indicazione all'uso delle benzodiazepine è: Cefalea Nessuna delle precedenti Delirium Ansia fisiologica 06. L'effetto delle benzodiazepine è: Tutte le precedenti Miorilassante Ipnoinducente Amnesico 07. L'effetto delle benzodiazepine è: Tutte le precedenti Ipnoinducente Anticonvulsivante Miorilassante Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 50/94 08. I barbiturici determinano sedazione: Incrementando l'effetto eccitatorio del GABA sul SNC Incrementando l'effetto inibitorio del GABA sul SNC Incrementando l'effetto eccitatorio del glutammato sul SNC Incrementando l'effetto inibitorio del glutammato sul SNC 09. Lo sviluppo di sintomi ansiosi può essere associato a: Asma Tutte le precedenti Antipertensivi Amfetamine 10. Lo sviluppo di sintomi ansiosi può non essere associato a: Patologie cardiache Amoxicillina Asma Disfunzioni della tiroide 11. L sviluppo di sintomi ansiosi può non essere associato a: Arsenico Polmonite Carenza di vitamina B12 Antifungini 12. Lo sviluppo di sintomi ansiosi può non essere associato a: Cocaina Antistaminici Cannabis Macrolidi 13. Descrivere le caratteristiche che distinguono l'ansia normale da quella patologica L’ansia è un’emozione normale che qualsiasi essere umano prova. Esiste un continuum tra ansia normale e patologica. L’ansia normale si caratterizza per: • Reattività comprensibile rispetto allo stimolo ansiogeno • Transitorietà per cui l’ansia termina con la cessazione dello stimolo • Funzione adattiva per cui l’ansia ha un ruolo utile nella vita emotiva del soggetto, segnalando un pericolo e mettendo a disposizione le energie mentali e fisiche necessarie per il superamento dell’ostacolo. L’ansia patologica si contraddistingue invece per: • Incomprensibilità reattività per cui l’emozione è inappropriata rispetto all’entità dello stimolo • Persistenza dell’ansia nonostante la riduzione o l’assenza dello stimolo ansiogeno • Compromissione della performance per cui l’ansia non è più, come nel caso dell’ansia fisiologica, un attivatore prestazionale ma, al contrario, diventa un elemento negativo, in grado di inficiare la performance del soggetto. La patologia emerge quando lo stato di allerta dura troppo e l’allarme insorge per cose oggettivamente non pericolose. L’ansia patologica risulta, quindi, quantitativamente eccessiva e qualitativamente diversa, perde il suo valore adattivo e può rendere insostenibili le più semplici attività quotidiane. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 023 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 53/94 01. Effetto collaterale grave degli antipsicotici è: Sindrome neurolettica maligna Abbassamento soglia convulsivante Tutte le precedenti Aritmie cardiache 02. Indicazione all'uso degli antipsicotici: Tutte le precedenti Mania Psicosi organiche Depressione associata a deliri 03. L'effetto deliriolitico degli antipsicotici è legato alla riduzione della trasmissione dopaminergica nella via: Mesolimbica Tuberoinfundibolare Mesocorticale Mesenterica 04. Indicazione all'uso degli antipsicotici: Fobia sociale e ossessioni Sintomi comportamentali nei disturbi dello spettro autistico Depressione ansiosa Disturbo di panico e ossessioni 05. Secondo la CBT la sofferenza sarebbe determinata da: Le fantasie inconsce attive negli schemi mentali I processi cognitivi inconsci L'interazione tra geni e temperamento L'interpretazione che il soggetto da degli eventi 06. Descrivere la differenza tra antipsicotici di prima e seconda generazione Si distinguono: • Neurolettici o antipsicotici di prima generazione o antipsicotici tipici • Antipsicotici di seconda generazione o antipsicotici atipici I neurolettici di prima generazione si differenziano da quelli di seconda generazione in base al meccanismo d’azione che li caratterizza. I primi sono inibitori del recettore dopaminergico, mentre i secondi sono anche in grado di agire su altri sistemi neurotrasmettitoriali come quello della serotonina, noradrenalina e glutammato che modulano la trasmissione dopaminergica. L’azione modulatoria positiva, che si esplicherebbe prevalentemente a livello dei tratti dopaminergici mesocorticale sarebbe alla base della capacità di questi farmaci di operare un controllo dei sintomi negativi. Per questi motivi i neurolettici tradizionali agiscono maggiormente sui sintomi positivi (come deliri e allucinazioni) e poco su quelli negativi (come il ritiro sociale) mentre gli antipsicotici atipici hanno una maggiore influenza sui sintomi negativi. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 024 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 54/94 01. I pensieri automatici negativi (PAN) sono presenti a livello: Cognitivo Preconscio Inconscio Metacognitivo 02. Secondo Beck l'elaborazione cognitiva: È inconscia e orientata dall'attività mentale autoriflessiva È conscia e orientata al soddisfacimento dei bisogni basici legati alla sopravvivenza È conscia e determinata da scopi metacognitivi È inconscia e determinata dal soddisfacimento dei bisogni basici legati alla sopravvivenza 03. Definire i disturbi dello sviluppo intellettivo e i relativi domini deficitari La disabilità intellettiva, o disturbo dello sviluppo intellettivo, è un disturbo con esordio nel periodo dello sviluppo che comprende deficit del funzionamento, sia intellettivo che adattivo, negli ambiti concettuale, sociale e pratico. In base al grado di compromissione, possiamo inquadrare quattro livelli di gravità: lieve, moderato, grave ed estremo, i quali andranno valutati per ognuno dei tre domini sopra specificati e di seguito riportati. Il Dominio concettuale, il quale comprende competenze linguistiche, abilità di lettura, scrittura, matematica, ragionamento, memoria ed anche conoscenze generiche. Il Dominio sociale, che riguarda la capacità empatica, il giudizio sociale ed interpersonale, la capacità di comunicazione, la capacità di formare e mantenere amicizie e simili. Il Dominio pratico, concernente la gestione di ambiti personali come il sapersi prendere cura di sé stessi, la responsabilità sul lavoro, la gestione del denaro o le attività svolte nel tempo libero. Si include in questo dominio anche l’aspetto organizzat ivo della scuola e dei compiti di lavoro. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 025 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 55/94 01. I disturbi più frequentemente in comorbilità con la disabilità intellettiva sono: ADHD, disturbi di personalità, depressione Disturbi dello spettro dell'autismo, ADHD, disturbo da sintomi somatici Tutte le precedenti Disturbi dello spettro dell'autismo, disturbi del movimento, ADHD 02. Nel livello grave della disabilità intellettiva, in ambito sociale: Linguaggio parlato presente ma meno complesso e comunicativo rispetto ai coetanei Vi è disartria L'uso del linguaggio è limitato a singole parole Vi è afasia Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 028 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 58/94 01. Entra in diagnosi differenziale con l'ADHD: Fobia sociale Disturbo di personalità Disturbo esplosivo intermittente Mutismo selettivo 02. Diagnosi differenziale dell'ADHD Per quanto riguarda la diagnosi differenziale, occorre fare particolare attenzione a: 1) Disturbo oppositivo provocatorio, caratterizzato da opposizione ad esempio rispetto ai compiti scolastici o lavorativi, rispetto alla difficoltà oggettiva che ha il bimbo con ADHD nel portare a termine i compiti. 2) Disturbo esplosivo intermittente, con cui condivide alti livelli di comportamento impulsivo, caratterizzati da episodi di aggressione degli altri. 3) Disturbo specifico dell’apprendimento, poiché i bambini che ne soffrono possono sembrare disattenti a causa della frustrazione, della mancanza di interesse o delle abilità limitate 4) Disabilità intellettiva. 5)Disturbo dello spettro dell’autismo, all’interno della cui diagnosi differenziale la disfunzione sociale ed il rifiuto dei coetanei devono essere distinti dal disimpegno sociale, dall’isolamento e dall’indifferenza verso i segnali comunicativi osservati nello spettro dell’autismo. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 029 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 59/94 01. Entra in diagnosi differenziale con il disturbo da tic: Distonie Tutte le precedenti Stereotipie motorie in corso di schizofrenia Compulsioni 02. Entra in diagnosi differenziale con il disturbo da tic: Disturbo di personalità Catatonia Ossessioni Tricotillomania Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 030 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 60/94 01. Nel disturbo delirante sono presenti: Deliri da almeno quindici giorni Deliri da almeno un mese Tutte le precedenti Deliri e agitazione psicomotoria 02. Tipicamente i deliri nel disturbo delirante sono: Estesi, bizzarri, confusi Estesi, organizzati, lucidi Organizzati, a contenuto amoroso (di gelorsia o erotomanici), confusi Tutte le precedenti 03. Tipicamente nel disturbo delirante: Il funzionamento lavorativo non è compromesso Il funzionamento psicologico non è compromesso Il funzionamento lavorativo è compromesso e il comportamento disorganizzato Il funzionamento sociale è compromesso Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Generato il 16/04/2020 11:53:25 N° Domande Aperte 98 N° Domande Chiuse 366 Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 PANIERI VERIFICATI ECAMPUS PAOLO ROSSI 2024 . Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 5/94 Lezione 001 01. La psichiatria è: Una disciplina medica Una branca della psicologia Una disciplina umanistica Tutte le precedenti 02. Le malattie psichiatriche: Chi ha una malattia psichiatrica ha sempre una malattia fisica Influiscono sul decorso e la prognosi delle malattie fisiche Non influiscono sul decorso e la prognosi di malattie fisiche concomitanti Chi ha una malattia psichiatrica non può avere una malattia fisica 03. Storicamente la psichiatria: Nessuna delle precedenti È sempre stata parte integrante della medicina Pazienti psichiatrici o con malattie fisiche sono sempre stati curati nelle stesse istituzioni e ospedali Non si è occupata degli emarginati dalla società 04. La validità dei costrutti diagnostici psichiatrici è: Oggetto di dibattito Paragonabile alla validità dei costrutti diagnostici di altre discipline mediche Unanimemente riconosciuta Affidata ad indicatori biologici di diagnosi 05. Il modello attualmente prevalente di relazione medico paziente in psichiatria non è: Caratterizzato dal consenso informato Improntato alla collaborazione Condiviso Paternalistico 06. Lo psicoanalista è: È necessario che sia uno psicologo Uno psicoterapeuta Un laureato in medicina È necessario che sia uno psichiatra 07. Le malattie mentali sono caratterizzate da: Impatto trascurabile sul funzionamento personale e interpersonale Emozioni negative fisiologiche Reazioni di tristezza, ansia, rabbia, comprensibili e reattive ad eventi di vita Impatto sul funzionamento personale e socio-lavorativo del paziente Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 8/94 01. L'esame obiettivo psichiatrico consiste in: La raccolta di informazioni sull'infanzia del paziente Una descrizione delle caratteristiche psicopatologiche precedenti al momento della valutazione Una descrizione delle caratteristiche psicopatologiche relative al momento della valutazione La descrizione della personalità premorbosa 02. L'anamnesi patologica prossima riguarda: Nessuna delle precedenti La raccolta delle informazioni sull'infanzia del paziente L'esame obiettivo La valutazione delle relazioni familiari 03. L'anamnesi psichiatrica non comprende: La diagnosi L'esame obiettivo L'indagine sull'insight di malattia L'anamnesi familiare 04. L'anamnesi coincide con: La prognosi La diagnosi Nessuna delle precedenti La terapia 05. Descrivere le varie fasi in cui si articola l'anamnesi psichiatrica Durante un colloquio psichiatrico, il medico deve svolgere una <ricerca= sul paziente, tale viene chiamata anamnesi. L’anamnesi è tutto ciò che lo psichiatra raccoglie dalla voce diretta del paziente, dai familiari, da documenti e cartelle cliniche se presenti. È una sintesi della storia del paziente. Mediante l’anamnesi lo psichiatra conosce e valuta la vita psichica del soggetto. Abbiamo l’anamnesi psicopatologica prossima ovvero il processo mediante il quale si raccolgono le nozioni riguardanti la storia del paziente; si indagano i sintomi che hanno portato il paziente al rivolgersi allo specialista. L’anamnesi psichiatrica remota consiste nell’indagare episodi di malattie precedenti, si valuta la storia del paziente per gradi ovvero partendo dall’infanzia e si cercano notizie riguardanti eventuali ricoveri precedenti. Nell’ anamnesi psicopatologica prossima si cerca di risalire anche a eventuali cure farmacologiche o psicoterapeutiche precedenti. L’anamnesi fisiologica va a indagare su tutte le tappe dello sviluppo (dalla nascita) e si cerca di ottenere info anche sulle abitudini e stili di vita. L’anamnesi familiare, infine, racchiude in sé notizie sulla salute dei familiari in quanto vi è spesso un legame ereditario nelle patologie psichiatriche. Si indaga anche su eventuali cure farmacologiche ed eventuali ricoveri. 06. Descrivere la differenza tra esame obiettivo e anamnesi psichiatrica Nell’esame obiettivo si cerca di valutare lo stato della mente del paziente nel momento stesso della valutazione, formulando ipotesi in quanto l’unico dato obiettivo è la manifestazione esterna come espressioni linguistiche e atteggiamenti fisici e non. Nell’esame obiettivo si fa riferimento a uno schema standard per compiere una valutazione sistemica delle condizioni del paziente in oggetto. Nell’anamnesi psichiatrica invece si cerca di conoscere e valutare l’intera vita psichica dell’individuo facendo particolare attenzione a periodi dello sviluppo, alla personalità, allo stato fisico in generale, al temperamento, al contesto di appartenenza e agli eventi della vita. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 9/94 Lezione 003 01. Il concetto di "normalità" in psichiatria non fa riferimento a: Tutte le precedenti Norma di valore Norma morale Norma personale 02. Non è un sintomo: Comportamento disorganizzato Delirio Ossessione Umore flesso 03. La psicopatologia studia: Segni e sintomi psichiatrici indipendentemente dal quadro nosografico di riferimento I processi cognitivi abnormi I comportamenti abnormi La nosografia delle malattie psichiatriche 04. Esempio di sintomo in medicina (e psichiatria): Manierismo Compulsione comportamentale Cefalea Tic 05. La coscienza coincide con: Vigilanza Il sensorio Campo di coscienza Nessuna delle precedenti 06. Per campo di coscienza si intende: L'insieme dei contenuti consci e inconsci La consapevolezza di sé Gli elementi dell'esperienza presenti nella coscienza in un dato momento Tutte le precedenti 07. In psichiatria il concetto di "coscienza" è definito in modo: Univoco È un concetto definito e precisamente determinato Nessuna delle precedenti Vario, mutevole secondo i contesti Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 10/94 08. Nella definizione di coscienza rientrano: La consapevolezza dell'ambiente La consapevolezza nello stato di veglia La consapevolezza di sé Tutte le precedenti 09. Per sindrome si intende: La compresenza di segni e sintomi Un quadro clinico ad eziologia sempre funzionale Un quadro clinico definibile in relazione ad una specifica eziologia Un quadro clinico ad eziologia sempre organica 10. È un segno: Delirio di grandezza Idea prevalente Tic Timore dell'abbandono 11. La vigilanza non è regolata da: Nessuna delle precedenti Nucleo accumbens Neuroni dopaminergici Sostanza grigia periacqueduttale 12. Descrivere le quattro componenti della consapevolezza del sé secondo Jaspers Jasper definisce il sé in base a 4 caratteristiche: il sentimento di consapevolezza dell’attività( attività dell’io) che riguarda la capacità di riconoscere se stesso e di avviare e svolgere pensieri e azioni; consapevolezza di unità( consistenza e coerenza dell’Io)ovvero l’essere consapevole di essere una sola persona in ogni momento; consapevolezza di identità che riguarda il senso di continuità del sé il quale attraversa il tempo, la fisionomia, il genere e la biografia; consapevolezza dei confini del sé ovvero il saper distinguere il sé dal non sé, dal mondo esterno; quindi la demarcazione dei confini dell’Io. 13. Descrivere cosa si intende per vigilanza Con il termine vigilanza si fa riferimento ad uno stato di veglia durante il quale si attivano le funzioni cognitive che rendono possibile la consapevolezza del mondo circostante e del sé. Questo stato di veglia può variare da veglia fisiologica fino ad arrivare all’estremo opposto ovvero coma e morte. Quindi la vigilanza è la capacità di rimanere svegli anche quando si è addormentati o assonnati. Si ha la vigilanza tonica con un livello basso di vigilanza e di vigilanza fasica con una modifica transitoria in base a un determinato stimolo. È detta fluttuante in quanto influenzata da fattori come ansia e gioia e ciò ne determina anche l’intensità. 14. Descrivere cosa si intende per preconscio Il preconscio si riferisce ad un insieme di contenuti non coscienti ma accessibili alla coscienza. Il pensiero cosciente è flessibile e strategico però è molto difficile portare avanti molteplici compiti cognitivi a livello cosciente mentre a livello preconscio diversi processi automatici possono essere svolti in parallelo. Mentre l’attività mentale cosciente richiede un importante sforzo attentivo e dispendio di risorse mentali i processi inconsci sono rappresentati da routine procedurali automatizzate che si svolgono al di sotto della soglia della consapevolezza che richiedono scarse energie mentali. 15. Descrivere cosa intende Jaspers per comprendere empatico e comprendere razionale? Per Jaspers comprendere empatico significa entrare all’interno delle stesse connessioni psichiche. Ovvero essere in grado non solo di descrivere correttamente ciò che è esternamente osservabile nel comportamento del malato ma anche di immedesimarsi nella sua esperienza interiore, ovvero di utilizzare l’empatia. Il comprendere razionale, invece, è solo uno strumento di supporto della psicologia, un’osservazione razionale del contenuto della mente, una connessione comprensibile senza l’uso della psicologia Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 13/94 Lezione 005 01. Il fenomeno del doppio o Döppelganger rientra fra: L'alterazione dei confini del sé I disturbi dell'attività dell'io I disturbi della coerenza dell'io I disturbi del senso di esistere o della vitalità dell'io 02. Il senso di agency rientra fra: I disturbi della coerenza dell'io Disturbi dei confini del sé Nessuna delle precedenti I disturbi del senso di esistere o della vitalità dell'io 03. Nella depersonalizzazione: È una forma di allucinazione cenestesica Il paziente è consapevole di percepire sé stesso in maniera anomala Il paziente non ha insight rispetto al fatto di sentirsi irreale Il paziente percepisce la trasformazione di parti del corpo 04. La prosopoagnosia consiste in: Incapacità di riconoscere metà del corpo Nessuna delle precedenti Incapacità di articolare le parole Incapacità di riconoscere un deficit neurologico 05. Il delirio nichilistico rientra fra: I disturbi della consapevolezza della propria unicità o della coerenza dell'io Tra i fenomeni di autoscopia Nessuna delle precedenti I disturbi dell'attività 06. La negazione del senso di sé si può osservare: Nelle psicosi affettive Nei gravi disturbi d'ansia Nei disturbi deliranti Nessuna delle precedenti 07. Il senso di continuità del sé riguarda: Nessuna delle precedenti L'alterazione dei confini del sé I fenomeni di possessione Il senso di agentività Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 14/94 08. Il fenomeno della depersonalizzazione: È raro nella popolazione generale È parafisiologico Se presente è indice di un disturbo d'ansia È sempre patologico 09. Fanno parte dei fenomeni di perdita dei confini del sé: Tutte le precedenti Eco del pensiero Furto del pensiero Diffusione del pensiero 10. Descrivere in cosa consistono i disturbi dell'attività dell'io Rappresentano disturbi nel senso di agency o agentività ovvero della consapevolezza di essere il motore, l’agente dei miei pensieri, delle mie azioni, dei miei comportamenti. Alterazioni in questo senso sono osservabili ad esempio nelle esperienze di passività presenti nella schizofrenia, in cui il soggetto si sente come manovrato e controllato dall’esterno. La perdita del senso di agentività può coinvolgere non solo il movimento ma anche il pensiero, la memoria e la volontà. Pazienti depressi possono avvertire l’incapacità di innescare pensieri o ricordi, oppure pazienti schizofrenici possono ritenere che i propri pensieri siano avviati dall’esterno. 11. Descrivere in cosa consistono i disturbi della consapevolezza della propria unicità o della coerenza dell'io Un individuo si percepisce in maniera unitaria ovvero vi è integrazione tra il pensiero e l’agito, tra sé e non sé. Quando ciò viene meno sentimenti e pensieri sono dissociati e vivono la dissociazione anche a livello corporeo. Nella perdita di coerenza dell’io vi può essere sdoppiamento, con relativa autonomia delle parti, ma anche senso di frantumazione. Il senso di frantumazione di sé è quasi sempre associato a disturbi dell’identità dell’io. Nel delirio schizofrenico questo aspetto psicopatologico si può esprimere nel delirio di dissoluzione o di frammentazione in cui la dissoluzione può riferirsi al mondo circostante. La frammentazione può riferirsi al sé e può essere sentita in associazione ad una relativa autonomia delle parti. In questo caso di particolare interesse sono i fenomeni dell’autoscopia e del fenomeno del doppio (Doppelgänger). Nel fenomeno dell’autoscopia il paziente vede sé stesso come dall’esterno. Il fenomeno del doppio non è una distorsione percettiva, si tratta piuttosto di un’alterazione ideativa e cognitiva che descrive la consapevolezza dell’esistenza di sé come un doppio situato nel mondo esterno sia che si tratti di una vera percezione, o di una forma di immaginazione, o di un delirio, o di una vivida consapevolezza corporea. 12. Descrivere i disturbi dei confini del sé Con questo termine ci si riferisce alla capacità di distinguere il sé dal non-sé. L’io-corpo non risulta più demarcato rispetto all’esterno, i suoi confini si dissolvono, realtà esterna e realtà interna possono così influenzarsi a vicenda. Il malato si sente messo a nudo, esposto, indifeso, alle influenze esterne. Nella schizofrenia il senso di invasione del proprio corpo e del proprio sé appare un tratto fondamentale. Il paziente non è in genere cosciente del fatto che il disturbo interessa i confini del sé ma del fatto che la realtà esterna può influire su di lui o che parti di sé si diffondono nella realtà circostante. Con esperienze di passività si indicano quei fenomeni psicopatologici che indicano un collasso dei confini del sé. I fenomeni associati a questo disturbo sono: • esperienze di passività: collasso dei confini del sé • diffusione del pensiero: il paziente ritiene che i propri pensieri siano percepibili dall’esterno senza che siano verbalizzati e soprattutto contrariamente alla propria volontà. • furto del pensiero: i pensieri vengono sottratti dall’esterno • inserzione del pensiero: il paziente ritiene che i propri pensieri siano stati inseriti da forze esterne. • eco del pensiero: il paziente sente i propri pensieri ripetuti ad alta voce o come un eco immediatamente seguente al pensiero stesso. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 15/94 13. Descrivere il concetto psicopatologico di depersonalizzazione La personalizzazione è l’io psichico visto come qualcosa di proprio, unico e personale in tutti i suoi aspetti (corpo, percezione, pensieri, sentimenti ecc). La perdita di questi elementi psichici <come se= non mi appartenessero è la depersonalizzazione, fenomeno in cui il paziente ha un insight mantenuto, ed è consapevole di sentirsi come se percepisse sè stesso, il proprio corpo, il proprio io, come estraneo, automatico, come se non gli appartenesse più. Il sensorio è integro e le emozioni pure, tuttavia il paziente risulta distaccato e perde la coloritura emotiva nei confronti di se stesso, sentendosi un estraneo. Tecnicamente rientra tra i disturbi di identità dell’io e nell’analisi differenziale di questo fenomeno va posta attenzione rispetto alla certezza di irrealtà tipica vissuta dal paziente psicotico. 14. Descrivere i correlati neurobiologici della depersonalizzazione Per quanto concerne i correlati neurobiologici di questo sintomo Sierra e Berrios ritengono che da un punto di vista evoluzionistico la depersonalizzazione sia un meccanismo vestigiale di risposta ad un pericolo che combina due opposte tendenze: - da una parte uno stato di aumentata allerta ( mediata dall’emisfero destro ) -inibizione dell’arousal emotivo potenzialmente disorganizzante mediata dall’emisfero sinistro La depersonalizzazione sarebbe dunque una forma adattattiva di dissociazione che in condizioni di pericolo massimizza le possibilità di sopravvivenza consentendo al soggetto di elaborare una via di fuga senza essere sopraffatto dal panico. Questo porta a uno stato di torpore emotivo che viene vissuto dal paziente come uno stato di coscienza qualitativamente diverso e che viene riferito come <irreale o distaccato=. 15. Descrivere le componenti dell'immagine corporea L’immagine corporea ha un ruolo importante nella costruzione della propria personalità, autostima, relazioni sociali e in generale sulla percezione di sé nel mondo, riguarda la persona nella sua globalità ed è costituita da 4 componenti: percettiva, legata alle percezioni del sé, come la persona visualizza la propria forma del corpo; comportamentale, alimentazione e attività fisica; affettiva, i sentimenti provati nei confronti del proprio corpo; attitudinale, quello che la persona conosce e pensa del proprio corpo. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 18/94 14. Descrivere il fenomeno psicopatologico dell'illusione Le illusioni rientrano nelle false percezioni ovvero percezioni nuove che possono essere o non essere il risultato di uno stimolo esterno, possono quindi essere definite come travisamenti nella percezione di un oggetto reale. Lo stimolo sensoriale cioè viene interpretato in modo erroneo come, ad esempio, un’ombra nell’oscurità viene presa per un individuo minaccioso. Fattori che facilitano le illusioni possono essere l’indefinitezza dello stimolo, lo stato emotivo o lo stato di aspettativa rispetto allo stimolo, un abbassamento della vigilanza. Le illusioni non sono specifiche di alcuna patologia psichiatrica ma possono essere presenti in vari quadri patologici in relazione allo stato affettivo e al livello di coscienza. Possiamo trovare le illusioni in varie patologie in base allo stato affettivo e al livello di coscienza. Vi sono 3 tipi di illusioni: • illusioni emotive in quanto l’emotività può modificare la percezione degli oggetti di uso quotidiano, questo tipo di illusione dura poco, il tempo che l’emozione ritorna alla normalità; • da completamento dipendono da come il cervello completa di solito le informazioni ambigue sulla base delle abitudini o delle preferenze culturali • le illusioni pareidoliche che è un’ illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili dalla forma casuale( tipo le nuvole). 15. Descrivere in cosa consistono le allucinazioni verbali Le allucinazioni verbali sono percezioni uditive in assenza di un reale stimolo sensoriale. Le allucinazioni verbali si dividono in semplici, forme elementari, quindi il sentire il rumore di una macchina, fischi, musiche e complesse, ovvero le allucinazioni verbali uditive, come ad esempio le voci. Vengono percepite dal soggetto come reali e in quanto tali concrete, certe e non discutibili. Le allucinazioni verbali in particolare sono uno dei sintomi psicopatologici più importanti della schizofrenia, tanto che il sentire le voci in passato era patognomonico della patologia. Si presentano solitamente associati ai deliri. Sono comunque riscontrabili anche nei disturbi affettivi, nei disturbi organici e nei disturbi dissociativi. In genere hanno contenuti allusivi, insultanti o di minaccia; altre volte commentano i pensieri del paziente, più raramente assumono una connotazione <positiva= consigliando e guidando il soggetto che le subisce. In altri casi le <voci= impartiscono ordini circa il comportamento a cui il paziente non riesce a sottrarsi. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 007 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 19/94 01. Le allucinazioni cenestesiche Sono frequenti nella schizofrenia Riguardano alterazioni della sensibilità profonda Possono essere accompagnate da elaborazioni deliranti Tutte le precedenti 02. Fenomeni allucinatori: Sono un fenomeno tutto o nulla Sono molto frequenti nella popolazione generale Possono essere presenti nella popolazione generale Sono sempre suggestivi di patologia psichiatrica 03. Paziente che non comprende la gravità della propria condizione patologica viene definito: Con buon insight Nessuna delle precedenti Compliante Capace di critica 04. Allucinazioni olfattive possono essere presenti: Nel disturbo ossessivo-compulsivo Nella depressione psicotica Nella ciclotimia Nel dismorfismo corporeo 05. Pazienti schizofrenici: Sono in grado di riconoscere la fonte dei propri pensieri e li attribuiscono ad una fonte esterna Non sono in grado di riconoscere la fonte dei propri pensieri e non li attribuiscono ad una fonte esterna Sono in grado di riconoscere la fonte dei propri pensieri e non li attribuiscono ad una fonte esterna Non sono in grado di riconoscere la fonte dei propri pensieri e tendono ad attribuirli ad una fonte esterna 06. Descrivere le ipotesi biologiche relative alla genesi delle allucinazioni Le ipotesi biologiche, insieme all'approccio cognitivo e la teoria del <Source Monitoring=, hanno provato a spiegare l'origine delle allucinazioni, attribuendone la causa a disfunzioni dell'attività neuronale dovute ad una alterata trasmissione dopaminergica, tuttavia ad oggi non vi è una chiara evidenza riguardo i meccanismi fisiopatologici sottesi alle allucinazioni stesse. Il processo neuropatologico alla base del sintomo è di origine centrale, come dimostrato da alcuni studi riguardo le allucinazioni visive indotte da sostanze anche in persone cieche e quindi l'origine cerebrale e non dagli organi di senso. Ci si è concentrati sulla via mesolimbica che utilizza la dopamina come neurotrasmettitore e si è visto come i farmaci usati nel parkinson o cocaina e amfetamine inducessero deliri e allucinazioni causando una iperattività dopaminergica della stessa via. Altre sostanze che attivano la via sono lsd e mescalina e anche queste causano allucinazioni. Questo perchè sono sostanze che si comportano come agonisti dei recettori della serotonina 5ht2a e modulano il rilascio di dopamina. Ulteriori studi sono stati condotti tramite l'imaging cerebrale e studi elettrofisiologici, l'elettrostimolazione è in grado di causare allucinazioni miste a ricordi, così come la stimolazione dei lobi temporali e occipitale, infine tramite metodiche quali frmn, pet e spect ha permesso di ipotizzare che alla base delle disfunzioni vi sia una disfunzione circuitale piuttosto che una specifica lesione. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 007 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 20/94 07. Descrivere il fenomeno dell'insight Il fenomeno di insight riguarda la coscienza, ad esempio, della propria malattia ed il rimandarla a fattori esterni cercando il più possibile di comprenderne le cause. La capacità di insight valuta la consapevolezza del cambiamento, introdotto dalla malattia, da parte del paziente e la sua capacità di adattamento adesso. L’insight è inteso sia come fenomeno categoriale, identificabile in termini di presenza o assenza, sia come costrutto dimensionale, articolato in differenti aspetti e caratterizzato da una fluttuazione nel tempo nel singolo paziente: pu essere messo ò̀ in relazione a vari parametri psicopatologici e clinici quali l’aderenza al progetto terapeutico, la risposta al trattamento, la presenza e la gravità di alcuni sintomi. Alcuni autori propongono una teoria sull’insight riconoscendo tre possibili dimensioni di questo, distinte ma ampiamente correlate fra loro: 1) La capacità di riconoscere sé stesso come malato 2) La compliance (aderenza) al trattamento 3) La capacità di identificare come patologici fenomeni mentali abnormi, quali – ad esempio – le allucinazioni e i deliri. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 23/94 Lezione 009 01. I deliri di negazione dell'esistenza di sé di un paziente depresso possono essere definiti: Disorganizzati Estesi Bizzarri Olotimici 02. Tipicamente il delirio dischiude al malato: Un significato che può essere messo in discussione da prove di realtà contrarie Un significato nuovo sul mondo Un significato condiviso Un nuovo stato di coscienza 03. L'idea prevalente è: Un pensiero intrusivo Nessuna delle precedenti Inverosimile Analoga all'ossessione 04. I deliri persecutori possono essere secondari a: Depressione Tutte le precedenti Deliri di grandezza Deliri di colpa 05. I deliri persecutori non comprendono: Deliri nichilistici Nessuna delle precedenti Deliri di grandezza Deliri di colpa 06. Paziente che teme che un familiare stia raccogliendo prove che attestino la sua colpevolezza al fine di farlo imprigionare presenta: Deliri di colpa Deliri di persecuzione Deliri di rivendicazione Deliri di riferimento 07. Paziente che ritiene di essere controllato dalla polizia attraverso lo smartphone presenta: Deliri di nocumento Deliri di influenzamento Deliri di riferimento Deliri persecutori Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 24/94 08. Riguardo ai deliri di influenzamento: Il paziente che ritiene che i propri pensieri siano influenzati da forze esterne è consapevole che sta delirando Non sono sintomi di primo rango secondo Schneider Nessuna delle precedenti Non riguardano la perdita dei confini del sé 09. Paziente che ritiene che i propri pensieri siano stati inseriti nella sua testa da un'organizzazione criminale presenta: Non sta delirando Ossessioni Deliri persecutori Deliri di influenzamento 10. La percezione delirante: Dischiude al paziente un significato nuovo sul mondo È un sintomo di primo rango secondo Schneider Il paziente percepisce un dato di realtà esterno a cui viene attribuito un significato delirante Tutte le precedenti 11. I deliri di un paziente che ritiene di essere perseguitato sul lavoro, che la propria moglie lo stia controllando attraverso lo smartphone e che per questo verrà coinvolto in un'importante missione segreta si può definire: Olotimico Bizzarro Esteso Ipertimico 12. Un delirio per cui il paziente afferma che il diavolo controlla l'andamento della borsa valori è definibile: Bizzarro Olotimico Disorganizzato Esteso 13. La realtà delirante: Tutte le precedenti Può affiancare la realtà comune in una sorta di doppio binario Può costituire l'unica realtà in cui vive il paziente Può convivere con la realtà comune 14. Il delirio non è: Il delirio è: la domanda è formulata in modo errato c’è un NON in più. Il Prof. Lo sa è uscita ad un esame La domanda sarà riformulata Senza il NON Una credenza flessibile Nessuna delle precedenti Un'idea sempre condivisibile Una verità condivisibile Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 25/94 15. Descrivere le diverse tipologie di delirio sulla base del contenuto Rispetto al contenuto del delirio, sia esso primario o secondario, distinguiamo: Deliri di influenzamento Comprendono sensazioni di essere controllati da altri o sono connessi a esperienze di perdita dei confini dell’Io, sono di grande importanza psicopatologica e indicativi di schizofrenia. Comprendono la convinzione che i propri pensieri possano essere controllati e/o conosciuti da altri nel momento in cui vengono pensati (inserzione e sottrazione del pensiero), ma anche esperienze di possessione. Deliri di riferimento Il soggetto ritiene di essere spiato, che gli altri, i mezzi di comunicazione alludano a lui con un linguaggio più o meno diretto. La realtà viene interpretata in maniera autoreferenziale. È frequente la convinzione che siano state poste telecamere o microspie al fine di spiare il paziente. Deliri di persecuzione Esprimono la convinzione che qualcuno (come il vicino di casa) o un’organizzazione (la mafia, i comunisti, la polizia) o una forza (come ad esempio il demonio, il male) vogliano arrecargli un danno fisico o morale, farlo impazzire o ucciderlo. Un paziente sessantenne temeva che il cognato stesse raccogliendo delle prove per dimostrare che lui era un truffatore e che l’avrebbe fatto incarcerare. Se nel delirio non si riscontra la convinzione che gli altri vogliano deliberatamente danneggiare il soggetto ma che lo vogliano solamente spiare o controllare si considera presente solamente il delirio di riferimento. 16. Descrivere le forme del delirio primario Il delirio primario, si manifesta di per sé e non in risposta ad altre forme psicopatologiche e tra questi annoveriamo: le intuizioni deliranti, esse compaiono all'improvviso come le idee; le percezioni deliranti, composta da due passaggi, il paziente percepisce un elemento della realtà esterna e gli attribuisce un significato nuove e delirante, è un disturbo del pensiero dovuto ad una interpretazione abnorme ed è un sintomo patognomonico della schizofrenia; l' atmosfera delirante è uno stato d'animo in cui il paziente percepisce che il mondo è cambiato, che è lui l'attore nel cambiamento, ma non ne conosce la ragione, precede il delirio che viene vissuto quasi con sollievo per l'allentarsi della tensione intollerabile; ricordi deliranti o delirio retrospettivo ed è l'elaborazione delirante di un ricordo normale. 17. Descrivere la differenza tra delirio lucido e confuso l delirio lucido o delusion in inglese, è il delirio propriamente detto tipico nella schizofrenia e nei disturbi psicotici, il paziente è vigile, orientato e ha uno stato di coscienza non alterato, mentre nel delirio confuso o delirium in inglese, lo stato di coscienza è alterato, il paziente è disorientato e confuso, ed è tipico degli accidenti cerebrovascolari nell'anziano o nell'abuso di sostanze. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 011 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 28/94 01. Ipermnesia si può presentare: AUMENTO CAPACITÀ MNEISTICHE Nella depressione Tutte le precedenti In stati tossici Nell'ipomania 02. Per amnesia anterograda si intende: L'incapacità di registrare nuovi ricordi Il dubbio rispetto alla capacità di ricordare correttamente gli eventi L'incapacità di ricordare un evento traumatico L'incapacità di ricordare eventi antecedenti 03. Per umore si intende: Lo stato d'animo reattivo ad un evento Stati d'animo duraturi ma transitori con cui l'individuo vive il proprio sé, il corpo, le relazioni La consapevolezza dell'emozione che si sta provando Nessuna delle precedenti Umore: sottofondo, tono affettivo di base che permea l'intera esperienza del soggetto. 04. L'umore influenza: Tutte le precedenti I comportamenti Le emozioni I pensieri 05. Descrivere il concetto di salienza aberrante Ogni organismo ha il compito di riuscire a selezionare nell’ambiente circostante gli stimoli rilevanti, siano essi attrattivi o avversivi rispetto a quelli neutri, e rispondere adeguatamente ad essi. La salienza può essere definita come «un processo nel quale gli oggetti e gli stimoli, attraverso un meccanismo di integrazione, giungono all’attenzione catturando i pensieri e guidando i comportamenti». Il processo di attribuzione di significato non coinvolge solamente le caratteristiche dello stimolo quali intensità, movimento, continuità con altri stimoli, ma anche fattori interni al soggetto, le sue credenze, scopi, emozioni. La salienza aberrante indica l’assegnazione di significato rilevante a stimoli altrimenti neutri o innocui e rappresenterebbe uno dei principali meccanismi patogenetici alla base dei sintomi psicotici. La dopamina sembra svolgere un ruolo fondamentale relativamente alle proprietà incentivanti di uno stimolo, inoltre questa sembra essere associata ai livelli di dopamina sottocorticali, che sono il bersaglio dei trattamenti antipsicotici. 06. Descrivere le diverse tipologie di memoria È la funzione psichica che consiste nella capacità di riprodurre un’esperienza passata, riconoscerla e collocarla nel tempo e nello spazio. L’immagazzinamento in memoria viene organizzato in tre modi: 1. Nella memoria sensoriale o ultrabreve, la quale è la prima fase del processo mnestico, trattiene grandi quantità di informazioni in entrata per un breve periodo di tempo, qualche secondo. 2. Nella memoria breve termine (MBT), sistema a capacità limitata che opera come un complesso di sottoinsiemi, assimilata ad uno span di attivazione attentiva limitato a 6-7 contenuti con durata che va dai 15 ai 30 secondi. 3. Nella memoria a lungo termine (MLT), insieme di due sistemi di recupero a lungo termine delle tracce mnestiche. Troviamo infatti un sistema dichiarativo, o di memoria esplicita, il quale si occupa di fatti ed eventi, è accessibile alla consapevolezza ed a sua volta è suddiviso in memoria episodica, costituita da specifici accadimenti di natura autobiografica, e memoria semantica, la quale processa parole e simboli. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 011 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 29/94 07. Descrivere il concetto psicopatologico di affettività e le sue componenti L’affettività è il complesso dei sentimenti, emozioni, umore e riguarda la capacità di rispondere in modo soggettivo ad eventi della realtà interna o esterna, fenomeno caratteristico di ogni persona e strettamente legato alla sua personalità, al suo carattere, al suo temperamento ed alla sua capacità di reagire di fronte agli stimoli. L’affettività comprende emozioni, stati affettivi di breve durata insorgenti a seguito di stimoli psicogeni ed esprimibili attraverso manifestazioni somatiche; i sentimenti, componenti affettivi più duraturi e stabili che esprimono modalità con cui l’individuo vive il proprio corpo, la psiche e la socialità, e l’umore, rappresentato dallo stato affettivo di base dell’individuo, il quale influenza stabilmente la sua esistenza. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 30/94 Lezione 012 01. I ritmi cronobiologici vengono regolati da: Nucleo soprachiasmatico Ipofisi Nucleo soprachiasmatico ed epifisi Nucleo sopraottico 02. La melatonina influenza: Gli zeitgebers Tutte le precedenti Il fotoperiodo I ritmi circadiani 03. Livello energetico alto e valenza spiacevole caratterizzano: Nessuna delle precedenti Ipomania Ansia Depressione 04. Livello energetico basso e valenza spiacevole caratterizzano: Ipomania Nessuna delle precedenti Mania Depressione 05. Livello energetico alto e valenza piacevole caratterizzano: Distimia Depressione Irritabilità Ipomania 06. Sono emozioni primarie: Rabbia, ansia, colpa Rabbia, ansia, tristezza Ansia, tristezza, colpa Ansia, gioia, vergogna 07. Sono emozioni primarie Gioia, gelosia, ansia Ansia, rabbia, compassione Nessuna delle precedenti Colpa, vergogna, orgoglio Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 33/94 08. Paziente che presenta una ridotta responsività affettiva presenta: Depressione Alogia Anedonia Appiattimento affettivo 09. Descrivere le diverse tipologie d'ansia L’ansia è un fenomeno normale che ci accompagna sin dalla nascita. E’ un’emozione che consiste in un sentimento di penosa aspettativa e allarme di fronte ad un pericolo reale o potenziale associata a sintomi fisici di iperattività neurovegetativa e a un comportamento di evitamento. L'ansia diventa patologica, quindi, quando quantitativamente eccessiva e qualitativamente diversa perde il suo valore adattivo e può rendere insostenibili le più semplici attività quotidiane. Si distinguono: • ansia di tratto che indica appunto un tratto personologico stabile per cui l’individuo tenderà a provare ansia lungo tutto l’arco della propria vita; • ansia di stato indica invece una reazione ansiosa acuta, in risposta ad un determinato evento. L’ansia di stato e di tratto non sono mutualmente escludentesi, nel senso che un individuo con un’ansia di tratto può avere, in risposta a determinati stimoli, fasi in cui l’ansia si riacutizza determinando un quadro di esacerbazione dell’ansia di stato; • ansia anticipatoria indica l’ansia che incrementa di fronte all’eventualità che si possa realizzare l’evento temuto. In alcuni quadri come l’agorafobia può essere l’elemento prevalente e può determinare estesi comportamenti di evitamento. • ansia situazionale si intende l’ansia che insorge in determinate circostanze come ad esempio il parlare o il mangiare in pubblico. • ansia libera invece è l’ansia che non è legata a particolari situazioni. • ansia generalizzata si indica sia un sintomo che un disturbo codificato nel DSM. L’ansia generalizzata è persistente nel tempo, di moderata intensità e non legata ad un contenuto specifico. Chi soffre di ansia generalizzata vive un costante stato di preoccupazione per eventi o attività anche poco importanti che teme di non poter gestire, o per pericoli molto lontani dalla quotidianità e che si verificano raramente, ma che vengono percepiti come imminenti e minacciosi. 10. Descrivere le caratteristiche dell'ansia patologica L’ansia patologica si contraddistingue per: • incomprensibilità reattività per cui l’emozione è inappropriata rispetto all’entità dello stimolo • persistenza dell’ansia nonostante la riduzione o l’assenza dello stimolo ansiogeno • compromissione della performance per cui l’ansia non è più, come nel caso dell’ansia fisiologica, un attivatore prestazionale ma, al contrario, diventa un elemento negativo, in grado di inficiare la performance del soggetto. 11. Descrivere il concetto psicopatologico di anedonia e come si declina nella schizofrenia e nella depressione Il termine anedonia viene utilizzato per riferirsi ad una specifica condizione psicopatologica caratterizzata da un deficit della capacità di provare piacere in attività e situazioni considerate, di norma, gratificanti. Tale condizione può presentarsi in modo diffuso oppure limitarsi solo ad alcuni ambiti, come le relazioni interpersonali, il cibo, la sessualità. L’anedonia è un sintomo trasversale, che può rientrare in numerosi quadri psicopatologici assai differenti tra loro, in particolare quadri depressivi o nella schizofrenia, ma anche nei disturbi dell’alimentazione e nell’abuso di sostanze. Nel contesto della schizofrenia l’anedonia è stata riconosciuta come uno dei sintomi cardine fin dalle descrizioni di Kraepelin che la inseriva nella «sindrome amotivazionale», ovvero nel quadro nucleare della «dementia praecox», sottolineando come la singolare apatia che questi individui mostravano verso le loro relazioni interpersonali, l’estinguersi degli affetti per familiari e amici, e la perdita di soddisfazione nel lavoro, nelle vocazioni e nei piaceri mondani, fossero, non di rado, i primi sintomi manifesti dell’insorgenza della psicosi. Alcuni autori hanno suggerito che l’anedonia non sia un sintomo di stato della schizofrenia ma piuttosto una caratteristica prodromica e/o premorbosa della schizofrenia, affermando che una fase prolungata di perdita del piacere potesse precedere l’esordio conclamato della psicosi. Per quanto riguarda la depressione l’anedonia è sempre stata inserita come sintomo fondamentale di tale quadro clinico. Bevan-Lewis ha sottolineato che la <depressione semplice di tipo patologico= era spesso preannunciata da un’indifferenza crescente verso i piaceri abituali dell’individuo, i quali diventavano ben presto fastidiosi e privi di interesse. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 34/94 12. Descrivere il concetto psicopatologico di elevazione del tono dell'umore L’umore elevato (euforia, mania) è improntato ad un senso di euforia, esaltazione, senso di potenza. Se contrastato il paziente può diventare ostile, irascibile. In fase conclamata può prevalere un umore irritabile. Nel quadro maniacale si accompagna a logorrea, spinta a parlare, accelerazione ideativa fino alla fuga delle idee. Comuni sono l’eccesso di confidenza con gli estranei, la sconsiderata prodigalità, l’eccessiva spiritosità sulla base di un’accentuata autostima. Non sono rari deliri, prevalentemente di grandezza. A livello motorio vi è irrequietezza, iperattività frenetica, gravi stati di agitazione. A livello somatico vi è un accresciuto senso di energia. L’insonnia in genere è grave o totale. Il disturbo in forma conclamata si definisce stato maniacale mentre in forma attenuata stato ipomaniacale. Viene indicato anche come umore espanso. 13. Descrivere il concetto psicopatologico di flessione dell'umore La flessione del tono dell’umore (depressione) è vissuta con un senso di tristezza, disperazione, avvilimento, infelicità, malinconia, pessimismo, dolore morale. Nella sindrome depressiva si associano spesso inibizione ideativa e psicomotoria. L’umore depresso è diverso dalla tristezza normale. Oltre alla particolare persistenza nel tempo e alla scarsa reattività è caratteristica una diversa qualità di tristezza, vissuta a livello somatico (tristezza vitale). Vi è un tormento interiore, un senso di oppressione una sofferenza anche fisica. Vi può essere la penosa sensazione di non riuscire a provare alcun sentimento. Si accompagna a perdita di interessi, incapacità di provare piacere (anedonia). L’ideazione, spesso rallentata, è polarizzata su pensieri negativi, pessimismo, idee di perdita, di indegnità, di colpa. I contenuti ideativi possono diventare deliranti e a livello motorio vi può essere rallentamento, inibizione fino all’arresto psicomotorio. Altre volte prevale, l’agitazione, l’irrequietezza. Può accompagnarsi ad anoressia, insonnia, alterazione dei ritmi circadiani. All’interno dell’umore depresso se la disperazione (hopelesness in inglese) assume un carattere prevalente possono comparire idee suicidarie. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 35/94 Lezione 014 01. L'attacco di panico può essere caratterizzato da: Nessuna delle precedenti Ossessioni, vertigini, vampate di calore Tachicardia, allucinazioni, tremore Deliri, nausea, euforia 02. L'attacco di panico può essere caratterizzato da: Tremore, parestesie, ossessioni Sudorazione, cardiopalmo, tachicardia Vertigine, tachicardia, flashback Dispnea, tristezza, angoscia 03. Effetto collaterale dell'uso di neurolettici non è: Distonie Bradicinesia Nessuna delle precedenti Acatisia 04. La bradicinesia può essere presente: Nell'uso di neurolettici Nella depressione Nella malattia di Parkinson Tutte le precedenti 05. Paziente con incapacità a stare seduto e necessità continua di alzarsi e muoversi presenta: Bradicinesia Distonia Deficit di attenzione Acatisia 06. Le steretipie rientrano in diagnosi differenziale con: Tic Nessuna delle precedenti Compulsioni Tutte le precedenti 07. Paziente che ripete in maniera persistente gesti o parole presenta: Tic Tutte le precedenti Stereotipie Compulsioni Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 38/94 Lezione 015 01. Caratteristica essenziale delle ossessioni è: La persistenza L'intrusività L'assenza di insight L'egosintonicità 02. Le ossessioni rientrano in diagnosi differenziale con: Tutte le precedenti I flashback Le idee prevalenti I deliri 03. Può costituire un'ossessione: Tutte le precedenti Un impulso Un pensiero Un'immagine 04. Caratteristica essenziale delle ossessioni non è: Il paziente tende a sopprimerle L'intrusività L'egodistonicità L'assenza di insight 05. Tipicamente le compulsioni: Tutte le precedenti Servono a ridurre il disagio indotto dall'ossessione Vengono messe in atto in risposta ad un'ossessione Servono ad evitare che accada quanto temuto nell'ossessione 06. Per psudodemenza si intende: Un deficit intellettivo che si osserva esclusivamente nella depressione Un deficit intellettivo congenito Una deficit intellettivo secondario ad altri quadri psicopatologici Un deficit intellettivo irreversibile 07. Un QI tra 20 e 40 corrisponde ad un ritardo mentale: Profondo Severo Moderato Lieve Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 39/94 08. Un QI tra 35 e 55 corrisponde ad un ritardo mentale: Lieve Severo Moderato Profondo 09. Paziente con livello abituale di energia vitale basso, pessimismo, introversione presenta: Distubo di personalità Temperamento distimico Ciclotimia Temperamento irritabile 10. Paziente che in seguito ad un evento di vita negativo lamenta livello di energia vitale basso, introversione, pessimismo presenta: Nessuna delle precedenti Temperamento irritabile Disturbo di personalità Temperamento distimico 11. Tipicamente le compulsioni sono: Comportamenti ossevabili Comportamenti impulsivi caratterizzati dalla ricerca di sensazioni piacevoli Comportamenti volti alla ricerca del rischio Comportamenti caratterizzati da bassa ansia anticipatoria 12. Descrivere il concetto di temperamento affettivo Con temperamento affettivo si indica la predisposizione, innata e biologicamente determinata, a possedere un tono emotivo di fondo, un profilo di base dell’umore e un livello di energia e di reattività agli stimoli. Si tratta di caratteristiche psicologiche e comportamentali che caratterizzano la personalità di un individuo e possono costituire le manifestazioni subcliniche di disturbi dell’umore e quindi essere considerati come stati precursori o condizioni ad alto rischio, tuttavia, non rappresentando una condizione patologica in sé e possono avere funzioni adattative. Si riconoscono quattro tipologie di temperamento affettivo: • Temperamento ipertimico – Il temperamento ipertimico è generalmente caratterizzato da tratti esuberanti, energici, con elevata autostima, stabili per tutta la vita. • Temperamento depressivo – La descrizione classica del temperamento depressivo o distimico si riferisce a persone presentano bassi livelli di energia e sono critici, pessimisti e introversi. • Temperamento ciclotimico – Il tratto fondamentale del temperamento ciclotimico è un modello di oscillazione tra umore elevato o irritabile e depressione. • Temperamento irritabile – Questo temperamento è caratterizzato da periodi di irritabilità ad alto coinvolgimento emotivo. 13. Descrivere la differenza tra compulsioni e impulsività Con il termine compulsione si indicano comportamenti osservabili o azioni mentali ripetitive che vengono compiute in risposta alle ossessioni allo scopo di ridurre l’ansia associata o prevenire eventi temuti, sono dirette a ridurre il disagio determinato dalle ossessioni o a evitare l’accadere di qualche fatto grave e seguono una sequenza rigida e stereotipata. Le compulsioni comportamentali sono quelle relative ai lavaggi, al controllo, all’accumulo di oggetti, mentre le compulsioni mentali possono consistere nel pregare, contare, dire sequenze specifiche di parole. Per impulsività intendiamo una condotta che trascende il controllo volontario, in genere in forma parossistica, incoercibile, non mediata dalla riflessione. Talora è primaria, talora è secondaria ad altri fenomeni psicopatologici. In alcuni casi l’impulsività è limitata ad alcune aree come l’assunzione di sostanze, il gioco d’azzardo, la piromania, la cleptomania. Il soggetto prova un eccitamento crescente, un bisogno interiore irresistibile che spinge al soddisfacimento. Compulsioni e comportamenti impulsivi rappresentano due estremi di un continuum che va da una tendenza alla sovrastima del pericolo e all’evitamento del rischio per quanto riguarda le compulsioni, a una ridotta percezione della pericolosità di determinati comportamenti e a una elevata ricerca di situazioni nuove, eccitanti e pericolose nel caso delle impulsioni. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 40/94 14. Descrivere il concetto psicopatologico di ossessione Le ossessioni rappresentano un fenomeno psicopatologico collocabile al confine di varie aree quali i disturbi del contenuto del pensiero e i disturbi della volontà. Le ossessioni consistono in pensieri (a contenuto verbale), immagini o impulsi che: 1. Il soggetto ritiene intrusivi nel senso che compaiono nello spazio di coscienza senza che il soggetto ne abbia il controllo 2. Sono persistenti e ricorrenti ovvero caratterizzate da una forte ripetitività 3. Sono egodistoniche nel senso che sono spiacevoli, causano disagio, ansia, preoccupazione 4. Il soggetto tenta di sopprimerle o neutralizzarle Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 43/94 15. Vantaggi dell'uso del DSM-5 in psichiatria sono: CONSENTE L’ ADOZIONE DI CRITERI CHIARI Tutte le precedenti Permette di impostare una terapia in maniera più specifica Semplifica la diagnosi La possibilità di effettuare diagnosi omogenee tra diversi specialisti 16. L'ICD-10 è la classificazione delle malattie mentali: Adottata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità Creata dall'American Psychiatric Association Creata in antitesi al DSM-5 Tutte le precedenti 17. Descrivere i principali limiti del sistema diagnostico DSM-5 Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali è uno strumento di diagnosi descrittiva dei disturbi mentali. Esso nasce con l’esigenza di catalogare le patologie della sfera psichica con dei criteri che siano condivisi a livello globale; oggi, infatti, è il principale strumento di stampo categoriale condiviso dalla comunità medica, clinica e sociale di tutto il mondo. Nonostante ciò, il DSM, nella sua ultima edizione pubblicata nel 2013 (tradotta e pubblicata in Italia nel 2014) presenta dei limiti e delle criticità, che sono stati e che restano tutt’oggi argomento di discussione tra gli esponenti delle diverse discipline. - Il costrutto teorico rischia di creare un’etichetta patologizzante, includendo nel mondo della patologia anche le fisiologiche esperienze di vita. Un esempio è il Binge Eating Disorder (BED), nei cui criteri di inclusione, il DSM-5 ha reso più facilmente riscontrabile il rischio di definire come disturbo mentale delle varianti del comportamento normale; - La psicopatologia sembra venir ridotta a una check-list di sintomi che non tiene conto di dati oggettivi, quali i valori clinici di laboratorio o indagini strumentali. 18. Descrivere vantaggi e punti di forza delle diagnosi nosografico-descrittive in psichiatria L’approccio nosografico-descrittivo è un sistema diagnostico di matrice a-teoretica, ispirato al modello medico della diagnosi delle malattie somatiche, che si prefigge di fare diagnosi sulla base dei segni e dei sintomi osservati. I sintomi rimandano solo a se stessi o ad altri sintomi e pertanto si tratta di un processo ben definito; non vi è un’indagine eziopatologica e non si cercano interpretazioni (protocolli più affini invece al sistema interpretativo-esplicativo). Il principale punto di forza di questo sistema è di analizzare la psicopatologia da un punto di vista descrittivo, eludendo pertanto le influenze soggettive che potrebbero essere veicolo di matrici teoriche, che potrebbe portare a immobilità diagnostica. Inoltre, fare diagnosi nosografico-descrittive agevola le comunicazioni sia tra professionisti della stessa nazione sia tra professionisti appartenenti a contesti internazionali; utilizzare gli stessi sistemi di classificazione permette, di fatto, di scambiare dati, risultati, osservazioni. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Lezione 017 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 44/94 01. Per effettuare diagnosi secondo il DSM-5 è necessario: Tutte le precedenti La positività ai criteri diagnostici La presenza di marcata sofferenza soggettiva La presenza di marcata compromissione del funzionamento sociale e lavorativo 02. Descrivere in che modo l'intervento psicofarmacologico può modificare il disturbo mentale Il farmaco viene inteso come qualsiasi sostanza che introdotta nell’organismo ne può modificare le funzioni. Gli psicofarmaci sono un insieme di sostanze che, agendo sul SNC, determinano dei cambiamenti fisiologici e comportamentali in chi li assume, portando conseguentemente a delle modificazioni dello stato di salute o di malattia del soggetto. Dal momento che il quadro psicopatologico comprende fattori biologici (alterazioni della struttura o della funzione neuronale), sociali e psicologici, l’assunzione di farmaci potrebbe creare le condizioni fisiologiche necessarie per effettuare un intervento psicoterapico. La cura farmacologica, infatti, agirebbe da <sbloccante= laddove il disturbo ha creato rigidità nel funzionamento mentale; solo dopo aver creato un terreno biologico sostenibile si può intervenire sul fronte psicologico, stimolando una migliore comprensione e percezione emotiva e una migliore responsività sociale. È credenza comune che l’uso di psicofarmaci riduca l’importanza dell’intervento psicologico, ma di fatto è il contrario: riducendo l’espressione dei sintomi più gravi si può mettere il paziente nelle condizioni di lavorare meglio su di sé. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 45/94 Lezione 018 01. Il metabolismo epatico di un farmaco è oggetto di studio della: Farmacocinetica Farmacogenetica Farmacodinamica Epatologia 02. Le possibilità terapeutiche degli psicofarmaci comprendono: Riduzione dei sintomi fisici dell'ansia Stabilizzazione dell'umore Tutte le precedenti Gestione degli stati di agitazione 03. Le possibilità terapeutiche degli psicofarmaci comprendono: Modifica del temperamento Modifica della personalità Gestione dei disturbi del sonno Alterazione del carattere 04. Le possibilità terapeutiche degli psicofarmaci non comprendono: Cambiamento della personalità Gestione dell'insonnia Stabilizzazione dell'umore Riduzione dei sintomi ossessivi 05. L'effetto degli psicofarmaci comprende: Gestione degli stati di agitazione Riduzione dei sintomi fisici dell'ansia Tutte le precedenti Induzione di distonie e bradicinesia 06. L'effetto degli psicofarmaci comprende: Modifica del temperamento Modifica della personalità Alterazione del carattere Nessuna delle precedenti 07. L'effetto di un agonista è di: Legame con il recettore Disattivazione del recettore Legame con il recettore senza causarne l'attivazione Attivazione del recettore Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 019 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 48/94 08. Descrivere i fattori che possono influenzare la distribuzione di un farmaco Una volta somministrato il farmaco entra in circolo e viene distribuito ai vari tessuti dell’organismo. La distribuzione non risulta uniforme e può essere influenzata da diversi fattori: • Caratteristiche fisico chimiche del farmaco come la sua solubilità in acqua (idrosolubilità) o nel grasso corporeo (liposolubilità); • Dimensioni molecolari; • Ionizzabilità - composti ionici non possono attraversare le membrane e il loro assorbimento viene impedito. • Affinità per le proteine plasmatiche - Dato che solamente la porzione di farmaco libera è la quota terapeuticamente attiva, nel caso di somministrazione di più farmaci sono possibili interazioni tra i farmaci, determinando un incremento transitorio della quota libera che può causare in alcuni casi effetti di tossicità; • Grado di vascolarizzazione dei vari tessuti, per cui il farmaco si distribuirà più velocemente in quegli organi che sono più riccamente perfusi come il cuore il fegato e i reni, • Età - con l’avanzare dell’età il tessuto adiposo tende ad aumentare e diminuisce l’idratazione; • Patologie - quali nefropatie, epatopatie, cardiopatie possono alterare la distribuzione causando ipoalbuminemia (riduzione delle proteine plasmatiche), variazione nel contenuto dei fluidi corporei, riduzione della capacità di metabolismo ed escrezione dei farmaci. • Gravidanza – porta ad un incremento dei fluidi corporei e del volume circolatorio oltre al fatto che parte del farmaco può essere assorbito dal feto. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 49/94 Lezione 020 01. L'effetto delle benzodiazepine non è: Amnesico Convulsivante Ipnoinducente Miorilassante 02. Controindicazione assoluta all'uso di benzodiazepine è: Tutte le precedenti Epilessia nel bambino Miastenia gravis Agitazione nell'anziano 03. Indicazione all'uso delle benzodiazepine non è: Ansia patologica Trattamento male epilettico Depressione Trattamento dipendenza da alcol 04. L'effetto delle benzodiazepine non è: Anticonvulsivante Amnesico Ansiolitico Miotonico 05. Indicazione all'uso delle benzodiazepine è: Cefalea Nessuna delle precedenti Delirium Ansia fisiologica 06. L'effetto delle benzodiazepine è: Tutte le precedenti Miorilassante Ipnoinducente Amnesico 07. L'effetto delle benzodiazepine è: Tutte le precedenti Ipnoinducente Anticonvulsivante Miorilassante Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 50/94 08. I barbiturici determinano sedazione: Incrementando l'effetto eccitatorio del GABA sul SNC Incrementando l'effetto inibitorio del GABA sul SNC Incrementando l'effetto eccitatorio del glutammato sul SNC Incrementando l'effetto inibitorio del glutammato sul SNC 09. Lo sviluppo di sintomi ansiosi può essere associato a: Asma Tutte le precedenti Antipertensivi Amfetamine 10. Lo sviluppo di sintomi ansiosi può non essere associato a: Patologie cardiache Amoxicillina Asma Disfunzioni della tiroide 11. L sviluppo di sintomi ansiosi può non essere associato a: Arsenico Polmonite Carenza di vitamina B12 Antifungini 12. Lo sviluppo di sintomi ansiosi può non essere associato a: Cocaina Antistaminici Cannabis Macrolidi 13. Descrivere le caratteristiche che distinguono l'ansia normale da quella patologica L’ansia è un’emozione normale che qualsiasi essere umano prova. Esiste un continuum tra ansia normale e patologica. L’ansia normale si caratterizza per: • Reattività comprensibile rispetto allo stimolo ansiogeno • Transitorietà per cui l’ansia termina con la cessazione dello stimolo • Funzione adattiva per cui l’ansia ha un ruolo utile nella vita emotiva del soggetto, segnalando un pericolo e mettendo a disposizione le energie mentali e fisiche necessarie per il superamento dell’ostacolo. L’ansia patologica si contraddistingue invece per: • Incomprensibilità reattività per cui l’emozione è inappropriata rispetto all’entità dello stimolo • Persistenza dell’ansia nonostante la riduzione o l’assenza dello stimolo ansiogeno • Compromissione della performance per cui l’ansia non è più, come nel caso dell’ansia fisiologica, un attivatore prestazionale ma, al contrario, diventa un elemento negativo, in grado di inficiare la performance del soggetto. La patologia emerge quando lo stato di allerta dura troppo e l’allarme insorge per cose oggettivamente non pericolose. L’ansia patologica risulta, quindi, quantitativamente eccessiva e qualitativamente diversa, perde il suo valore adattivo e può rendere insostenibili le più semplici attività quotidiane. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 023 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 53/94 01. Effetto collaterale grave degli antipsicotici è: Sindrome neurolettica maligna Abbassamento soglia convulsivante Tutte le precedenti Aritmie cardiache 02. Indicazione all'uso degli antipsicotici: Tutte le precedenti Mania Psicosi organiche Depressione associata a deliri 03. L'effetto deliriolitico degli antipsicotici è legato alla riduzione della trasmissione dopaminergica nella via: Mesolimbica Tuberoinfundibolare Mesocorticale Mesenterica 04. Indicazione all'uso degli antipsicotici: Fobia sociale e ossessioni Sintomi comportamentali nei disturbi dello spettro autistico Depressione ansiosa Disturbo di panico e ossessioni 05. Secondo la CBT la sofferenza sarebbe determinata da: Le fantasie inconsce attive negli schemi mentali I processi cognitivi inconsci L'interazione tra geni e temperamento L'interpretazione che il soggetto da degli eventi 06. Descrivere la differenza tra antipsicotici di prima e seconda generazione Si distinguono: • Neurolettici o antipsicotici di prima generazione o antipsicotici tipici • Antipsicotici di seconda generazione o antipsicotici atipici I neurolettici di prima generazione si differenziano da quelli di seconda generazione in base al meccanismo d’azione che li caratterizza. I primi sono inibitori del recettore dopaminergico, mentre i secondi sono anche in grado di agire su altri sistemi neurotrasmettitoriali come quello della serotonina, noradrenalina e glutammato che modulano la trasmissione dopaminergica. L’azione modulatoria positiva, che si esplicherebbe prevalentemente a livello dei tratti dopaminergici mesocorticale sarebbe alla base della capacità di questi farmaci di operare un controllo dei sintomi negativi. Per questi motivi i neurolettici tradizionali agiscono maggiormente sui sintomi positivi (come deliri e allucinazioni) e poco su quelli negativi (come il ritiro sociale) mentre gli antipsicotici atipici hanno una maggiore influenza sui sintomi negativi. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 024 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 54/94 01. I pensieri automatici negativi (PAN) sono presenti a livello: Cognitivo Preconscio Inconscio Metacognitivo 02. Secondo Beck l'elaborazione cognitiva: È inconscia e orientata dall'attività mentale autoriflessiva È conscia e orientata al soddisfacimento dei bisogni basici legati alla sopravvivenza È conscia e determinata da scopi metacognitivi È inconscia e determinata dal soddisfacimento dei bisogni basici legati alla sopravvivenza 03. Definire i disturbi dello sviluppo intellettivo e i relativi domini deficitari La disabilità intellettiva, o disturbo dello sviluppo intellettivo, è un disturbo con esordio nel periodo dello sviluppo che comprende deficit del funzionamento, sia intellettivo che adattivo, negli ambiti concettuale, sociale e pratico. In base al grado di compromissione, possiamo inquadrare quattro livelli di gravità: lieve, moderato, grave ed estremo, i quali andranno valutati per ognuno dei tre domini sopra specificati e di seguito riportati. Il Dominio concettuale, il quale comprende competenze linguistiche, abilità di lettura, scrittura, matematica, ragionamento, memoria ed anche conoscenze generiche. Il Dominio sociale, che riguarda la capacità empatica, il giudizio sociale ed interpersonale, la capacità di comunicazione, la capacità di formare e mantenere amicizie e simili. Il Dominio pratico, concernente la gestione di ambiti personali come il sapersi prendere cura di sé stessi, la responsabilità sul lavoro, la gestione del denaro o le attività svolte nel tempo libero. Si include in questo dominio anche l’aspetto organizzat ivo della scuola e dei compiti di lavoro. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 025 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 55/94 01. I disturbi più frequentemente in comorbilità con la disabilità intellettiva sono: ADHD, disturbi di personalità, depressione Disturbi dello spettro dell'autismo, ADHD, disturbo da sintomi somatici Tutte le precedenti Disturbi dello spettro dell'autismo, disturbi del movimento, ADHD 02. Nel livello grave della disabilità intellettiva, in ambito sociale: Linguaggio parlato presente ma meno complesso e comunicativo rispetto ai coetanei Vi è disartria L'uso del linguaggio è limitato a singole parole Vi è afasia Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 028 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 58/94 01. Entra in diagnosi differenziale con l'ADHD: Fobia sociale Disturbo di personalità Disturbo esplosivo intermittente Mutismo selettivo 02. Diagnosi differenziale dell'ADHD Per quanto riguarda la diagnosi differenziale, occorre fare particolare attenzione a: 1) Disturbo oppositivo provocatorio, caratterizzato da opposizione ad esempio rispetto ai compiti scolastici o lavorativi, rispetto alla difficoltà oggettiva che ha il bimbo con ADHD nel portare a termine i compiti. 2) Disturbo esplosivo intermittente, con cui condivide alti livelli di comportamento impulsivo, caratterizzati da episodi di aggressione degli altri. 3) Disturbo specifico dell’apprendimento, poiché i bambini che ne soffrono possono sembrare disattenti a causa della frustrazione, della mancanza di interesse o delle abilità limitate 4) Disabilità intellettiva. 5)Disturbo dello spettro dell’autismo, all’interno della cui diagnosi differenziale la disfunzione sociale ed il rifiuto dei coetanei devono essere distinti dal disimpegno sociale, dall’isolamento e dall’indifferenza verso i segnali comunicativi osservati nello spettro dell’autismo. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 029 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 59/94 01. Entra in diagnosi differenziale con il disturbo da tic: Distonie Tutte le precedenti Stereotipie motorie in corso di schizofrenia Compulsioni 02. Entra in diagnosi differenziale con il disturbo da tic: Disturbo di personalità Catatonia Ossessioni Tricotillomania Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 030 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 60/94 01. Nel disturbo delirante sono presenti: Deliri da almeno quindici giorni Deliri da almeno un mese Tutte le precedenti Deliri e agitazione psicomotoria 02. Tipicamente i deliri nel disturbo delirante sono: Estesi, bizzarri, confusi Estesi, organizzati, lucidi Organizzati, a contenuto amoroso (di gelorsia o erotomanici), confusi Tutte le precedenti 03. Tipicamente nel disturbo delirante: Il funzionamento lavorativo non è compromesso Il funzionamento psicologico non è compromesso Il funzionamento lavorativo è compromesso e il comportamento disorganizzato Il funzionamento sociale è compromesso Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 63/94 08. I prodromi della schizofrenia possono durare: Da mesi ad anni Alcune ore Nessuna delle precedenti Alcuni giorni 09. Vissuto tipico nella schizofrenia è: La non comunicabilità di quanto esperito Il ridotto senso di agency Tutte le precedenti Osservazione del mondo da una prospettiva in terza persona 10. Non è un sintomo motorio della schizofrenia: Obbedienza automatica Tic Stupore catatonico Negativismo 11. Nella schizofrenia uno scarso funzionamento premorboso è: Un esordio tardivo del disturbo Correlato allo sviluppo di deliri e allucinazioni Correlato allo sviluppo di comportamento disorganizzato Aspecifico 12. Nella schizofrenia il passaggio dalla fase prodromica alla fase psicotica è favorito da: È spesso difficile cogliere un evento in grado di favorire tale transizione Uso di sostanze Eventi di vita Tutte le precedenti 13. Nella schizofrenia è alterata: L'attenzione sostenuta Tutte le precedenti La working memory La cognizione sociale 14. Lo studio della genetica della schizofrenia: Si concentra sugli endofenotipi Ha identificato specifici geni direttamente implicati nello sviluppo della malattia Il contributo genetico alla genesi del disturbo è scarso Ha dimostrato che l'eredità della schizofrenia è monogenica Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 64/94 15. Diagnosi differenziale della schizofrenia La schizofrenia è una delle malattie più studiate in ambito psichiatrico ed entra in diagnosi differenziale con tutte quelle patologie che hanno una sintomatologia psicotica, riguardante sia i sintomi positivi che quelli negativi (deliri, allucinazioni, pensiero e comportamento disorganizzato, anedonia, alogia, abulia). Queste patologie sono: Disturbi dell’umore, quali la depressione con sintomi psicotici, la mania acuta con sintomi psicotici, la catatonia, in questi casi si studia la familiarità e il decorso; Disturbi del neurosviluppo quali l’autismo con cui condivide l’esordio in infanzia, ma il periodo precedente all’esordio della malattia è nella norma o quasi; Disturbo schizoaffettivo, con cui condivide deliri e allucinazioni ma si discosta per la mancanza di disturbi dell’umore; Disturbo schizofreniforme o psicotico breve in cui la durata dell’episodio psicotico permette l’analisi differenziale; Disturbo delirante, distinto sulla base dell’assenza di sintomi caratteristici della fase attiva della schizofrenia; Disturbo schizotipico; Disturbo Ossessivocompulsivo dismorfofobico; Disturbo post traumatico da stress, in particolare distinguendo i flashback dalle allucinazioni. 16. Descrivere le caratteristiche del comportamento disorganizzato presente nella schizofrenia Il comportamento disorganizzato insieme ai deliri, alle allucinazioni, e all’eloquio disorganizzato rientrano tra i cosiddetti sintomi positivi, chiamati perché riflettono una distorsione rispetto al normale funzionamento. Il comportamento disorganizzato grossolano si può manifestare in una moltitudine di modi che vanno dalla catatonia al negativismo, resistenza e opposizione tenace, benché automatica, che gli schizofrenici catatonici oppongono a ogni suggerimento, assumendo anzi atteggiamenti o compiendo atti contrari a quelli che vengono suggeriti. Inoltre possono essere presenti manierismi o ecolalia. 17. Descrivere le quattro fasi che caratterizzano il decorso della schizofrenia È possibile descrivere all’interno della patologia un decorso composto da 4 fasi, per quanto questo sia un esercizio didattico di comprensione della malattia, in quanto il passaggio da una fase all’altra a volte resta subclinico e quindi non manifesto: Fase premorbosa, nella metà dei casi non sono riscontrati tratti di personalità distintivi, nel 25 % dei casi sono evidenziati tratti aspecifici, quali l’elevata sensibilità, instabilità e difficoltà a stare con gli altri, nel restante 25 % dei casi si ha un disturbo schizotipico di personalità che rientra nello spettro schizofrenico che evolve in schizofrenia; Fase prodromica, iniziale della malattia, non sempre distinguibile in quanto l’esordio è graduale, può durare da settimane a mesi o anni; Fase attiva di malattia caratterizzata dalla sintomatologia in acuto tipicamente psicotica; Fase residuale, in cui vengono meno i sintomi psicotici, ma non c’è una piena restitutio ad integrum funzionale e permangono la scarsa attività e l’appiattimento affettivo. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 65/94 18. Descrivere le alterazioni del sistema dopaminergico presenti nella schizofrenia Numerosi studi scientifici sottolineano che la modulazione del tono dopaminergico è in grado di influenzare la sintomatologia e le funzioni cognitive. Dopo più di 100 anni dalla sua prima descrizione clinica, la patofisiologia della schizofrenia non è del tutto nota. Si suppone che tale disturbo possa essere il risultato di un processo degenerativo superimposto ad una anomalia dello sviluppo del sistema nervoso centrale che avrebbe luogo nel feto. L’ipotesi dopaminergica della schizofrenia è stata formulata negli anni ’60 e rimane ancora centrale per la comprensione della patofisiologia del disturbo, essa suggerisce che i sintomi siano il risultato di una disfunzione della normale trasmissione dopaminergica a livello cerebrale. Sono state caratterizzate quattro vie dopaminergiche cerebrali: via mesolimbica, via mesocorticale, via nigrostriatale e via tubero infundibolare. Risulta da questa ipotesi come i sintomi positivi riflettano una condizione di iperattività dopaminergica a livello delle strutture sottocorticali e i sintomi negativi e cognitivi una condizione di stato ipodopaminergico in regioni corticali associative come la corteccia prefrontale ed entorinale. Studi farmacologici hanno in buona parte confermato questa ipotesi: sostanze in grado di incrementare i livelli cerebrali di dopamina determinano l’insorgenza di sintomi positivi (allucinazioni e deliri), gli antipsicotici tradizionali antagonizzano la trasmissione dopaminergica ed esiste una stretta correlazione tra affinità per il recettore dopaminergico D2 e potenza antipsicotica. Di più difficile spiegazione è l’osservazione clinica che sintomi positivi, negativ i e cognitivi spesso coesistono, non essendo costrutti psicopatologici indipendenti. 19. Descrivere i correlati neuroanatomici e di imaging cerebrale della schizofrenia Le evidenze farmacologiche indicano che alla base dei sintomi psicotici, vi sia una iperattività del sistema dopaminergico, dovuta ai recettori D2 della dopamina. Sono state caratterizzate quattro vie dopaminergiche cerebrali: via mesolimbica, la cui iperattivazione causa deliri e allucinazioni, via mesocorticale implicata nel controllo delle emozioni e dei sentimenti, via nigrostriatale, che controlla i movimenti e via tubero infundibolare, che regola il rilascio di prolattina. Grazie agli studi di neuroimaging molecolare e funzionale come fRMN, la PET, TAC e SPECT si è avuto la conferma che la neurotrasmissione dopaminergica striatale è disfunzionale nella schizofrenia e nei soggetti a rischio di psicosi. Da questi elementi, risulta evidente un’alterazione diffusa= della connettività tra le varie aree cerebrali. I risultati degli studi effettuati con RM strutturale confermano la presenza di <un’associazione= tra allargamento dei ventricoli e spazi liquorali. Gli studi di neuroimaging mostrano la presenza nella schizofrenia di un network di alterazione, che comprende la corteccia prefrontale dorso laterale, il cingolo anteriore, l’ippocampo, l’amigdala e il giro temporale superiore. Questi studi dunque hanno confermato la presenza di <alterazioni anatomiche= in soggetti schizofrenici. 20. Descrivere i sintomi positivi e negativi della schizofrenia I sintomi positivi nella schizofrenia sono: Deliri, intesi come convinzioni contrarie alla realtà, durature, fermamente sostenute malgrado le prove del contrario, dissonanti rispetto al contesto di riferimento. Esempi sono: deliri di persecuzione, di grandezza, di riferimento, di lettura del pensiero.; Allucinazioni, alterazioni della percezione per cui la persona crede di percepire cose che in realtà non ci sono. Tipiche quelle uditive, quando la persona sente voci che la insultano, la minacciano, la comandano o commentano le sue azioni; Eloquio disorganizzato (deragliamento, tangenzialità, insalata di parole); Comportamento grossolanamente disorganizzato, che si può manifestare con catatonia, negativismo, mutismo, stupor. I sintomi negativi sono: Abulia, Mancanza di volontà nel prendere una decisione o agire, espressione di una difettiva strutturazione della personalità; Alogia, riduzione nella fluidità e produttività del pensiero e dell’eloquio; Anedonia, perdita di interesse versi le relazioni, gli affetti e insoddisfazione per il lavoro; Apatia, che si rispecchia nella povertà della gestualità, rarefazione della mimica, mancanza di partecipazione affettiva. 21. Descrivere i sintomi di primo rango della schizofrenia secondo Schneider Secondo Kurt Schneider i sintomi di primo rango patognomonici della schizofrenia sono due e sono le voci dialoganti, in cui due voci parlano tra loro e si riferiscono al paziente in terza persona e le voci commentanti, in cui una o più voci commentano ciò che il paziente sta facendo. In più ritroviamo i deliri di influenzamento, che comprendono la sensazione di essere controllati da altri o la percezione delirante, interpretazione abnorme che rientra nel disturbo del pensiero. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 68/94 08. Pazienti che hanno parenti di primo grado con disturbo bipolare hanno una probabilità di sviluppare il disturbo aumentata di: 12-15 volte 2 volte 22 volte 5-10 volte 09. Per fare diagnosi di disturbo bipolare tipo 1 è necessaria la presenza di: Devono alternarsi necessariamente un episodio maniacale o ipomaniacale e uno depressivo Un episodio maniacale Un episodio depressivo e uno ipomaniacale Devono alternarsi necessariamente un episodio maniacale e uno depressivo 10. Tipicamente durante un episodio maniacale: Il paziente mantiene il funzionamento lavorativo ma non quello interpersonale È presente insonnia Il disturbo è correlato all'uso di sostanze Nessuna delle precedenti 11. Tipicamente durante un episodio maniacale: Tutte le precedenti È presente fuga delle idee Sono presenti sintomi psicotici È presente distraibilità 12. Definire l'episodio maniacale L’episodio maniacale è un criterio necessario per poter effettuare diagnosi di disturbo Bipolare di tipo I secondo i criteri del DSM-5 ed è definito da: <un periodo definito di umore anormalmente e persistentemente elevato, espanso o irritabile e di aumento anomalo e persistente dell’attività finalizzata o dell’energia della durata di almeno una settimana e presente per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, oppure di qualsiasi durata se è necessaria l’ospedalizzazione=. Inoltre devono essere soddisfatti almeno 3 sintomi tra autostima ipertrofica, mancato bisogno di dormire, eloquacità spinta, fuga di idee, distraibilità, aumento delle attività, coinvolgimento in attività dannose. Infine i sintomi alla base dell’alterazione dell’umore devono causare una marcata compromissione del funzionamento sociale o lavorativo nel soggetto. 13. Definire le forme cliniche della mania L’alterazione dell’umore in senso maniacale o ipomaniacale, distingue tra le due forme di disturbo bipolare- I e II dove nel tipo I abbiamo la necessità che si verifichi un episodio maniacale, mentre nel tipo II che vi siano stati uno o più episodi di depressione alternati ad almeno un episodio ipomaniacale. Quello che distingue tra un episodio maniacale da un episodio ipomaniacale non è tanto la qualità dei sintomi, che resta immutata e non cambia, quanto la intensità degli stessi. Infatti caratteristico di un episodio maniacale, che ci fa fare diagnosi è l’ospedalizzazione o la presenza di sintomi psicotici. Mentre per quanto riguarda l’episodio ipomaniacale, questo non deve essere sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del funzionamento sociale o lavorativo o da richiedere ospedalizzazione o che non presenti sintomatologia psicotica. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 69/94 Lezione 034 01. Per fare diagnosi di disturbo bipolare tipo 2 è necessaria: La presenza in anamnesi di un episodio maniacale e uno depressivo La presenza in anamnesi di un episodio ipomaniacale e un episodio depressivo La presenza in anamnesi di un episodio maniacale e un episodio ipomaniacale La presenza in anamnesi di un episodio ipomaniacale 02. Generalmente il paziente con disturbo bipolare tipo 2 si presenta alla'ttenzione dello psichiatra: Indifferentemente dalla fase In fase depressiva In fase ipomaniacale In fase eutimica 03. In fase ipomaniacale l'esperienza soggettiva del paziente è di: Nessuna delle precedenti Vi è turbamento riguardo al proprio comportamento Vi è marcata sofferenza soggettiva Benessere 04. Durante una fase ipomaniacale possono essere presenti: Marcata alterazione del funzionamento socio-lavorativo Sintomi psicotici Sintomi maniacali Sintomi depressivi 05. La depressione bipolare rispetto a quella unipolare è caratterizzata da: Reattività del tono dell'umore, ipersonnia, iperfagia Insonnia, umore non reattivo, anoressia Insonnia, anoressia, umore non reattivo Ipersonnia, umore non reattivo, variazione diurna dell'umore 06. L'età d'esordio della depressione bipolare rispetto a quella unipolare è: È intorno ai 40-50 anni Più precoce Nessuna delle precedenti Più tardiva 07. Nel disturbo bipolare correlano con una peggior prognosi: Prococità dell'esordio Disturbo bipolare tipo 1 Episodi depressivi brevi Iniziale episodio maniacale Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 70/94 08. Nel disturbo bipolare correlano con una miglior prognosi prognosi: Precocità dell'esordio Disturbo bipolare tipo 2 Iniziale episodio maniacale Episodi depressivi persistenti 09. Nella maggioranza dei casi l'esordio del disturbo bipolare avviene con un episodio: Maniacale Ipomaniacale Depressivo Misto 10. Nel distubo bipolare tipo 2 prevalgono gli episodi: Depressivi Maniacali Nessuna delle precedenti Maniacali psicottici 11. Il disturbo bipolare a cicli rapidi è caratterizzato da: 4 episodi di alterazione dell'umore negli ultimi 12 mesi 4 episodi depressivi negli ultimi 12 mesi 4 episodi ipomaniacali negli utlimi 12 mesi 4 episodi di cui necessariamente 2 depressivi e 2 ipomaniacali 12. La rapida ciclicità è più frequente nel disturbo bipolare: 2 Nella ciclotimia 1 Non c'è prevalenza 13. Tipicamente il distubo bipolare tipo 2 presenta: Maggior frequenza di sintomi psicotici Minor comorbilità con altre condizioni psichiatriche Minor comorbilità con l'uso di sostanze Un numero di episodi maggiore rispetto al disturbo bipolare tipo 1 14. Il disturbo bipolare tipo 2 è frequentemente: Sottodiagnosticato Confuso con il disturbo bipolare tipo 1 Confuso con la depressione unipolare Sovradiagnosticato Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 73/94 Lezione 036 01. Sintomi cardine della depressione sono: Anedonia e apatia Umore flesso e anedonia Umore flesso e tristezza Anedonia e insonnia 02. Caratterizzano la depressione melanconica: Senso di colpa eccessivo Tutte le precedenti Peggioramento dei sintomi al mattino Rallentamento psicomotorio 03. Caratterizza la depressione con caratteristiche miste: Rallentamento psicomotorio La presenza di accelerazione del pensiero Anoressia Insonnia 04. Caratterizza la depressione con caratteristiche atipiche: Umore non reattivo Insensibilità al rifiuto interpersonale Iperfagia Insonnia 05. Sono fattori protettivi per la depressione: Status di single, sesso maschile, buon livello socio-economico Status di coniugato, sesso maschile, presenza di familiarità per disturbi dell'umore Status di coniugato, sesso maschile, assenza di familiarità per disturbi dell'umore Status di coniugato, sesso femminile, buon livello socio-economico 06. Le alterazioni a carico dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene presenti nei pazienti depressi consistono in: Aumento del volume dell'ipofisi e della corteccia surrenale Diminuita produzione di cortisolo dopo somministrazione di desametasone Aumentata produzione di desametasone dopo infusione di cortisolo Assenza della soppressione del picco mattutino nella produzione di cortisolo dopo somministrazione di desametasone 07. Differenze tra depressione maggiore e lutto: Nel lutto l'autostima è in genere conservata Nella depressione il vissuto prevalente è quello di vuoto Nel lutto prevale la tristezza e ruminazioni relative al senso di fallimento Nel lutto tipicamente l'ideazione sucidaria è presente ed ha come scopo il porre fine alla propria sofferenza Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 74/94 08. Sono tipici della depressione psicotica: Deliri di colpa e di indegnità Allucinazioni visive complesse Allucinazioni uditive complesse Deliri disorganizzati e bizzarri 09. Marcata sensibilità interpersonale, iperfagia, ipersonnia caratterizzano: La depressione post-partum Le depressione atipica La depressione con disturbo alimentare La depressione melanconica 10. Perdita dell'appetito, perdita completa dell'interesse e piacere, rallentamento psicomotorio caratterizzano: La depressione post-partum La depressione agitata La depressione melanconica La depressione atipica 11. Per fare diagnosi di disturbo depressivo maggiore i sintomi devono essere presenti per almeno: 1 settimana 1 mese 20 giorni 15 giorni 12. Indicare l'affermazione corretta: La maggior parte dei pazienti che commette suicidio è depressa tuttavia la percentuale di depressi che mette in atto un suicidio è del 3-8% La maggior parte dei pazienti che commmette suicidio è bipolare tuttavia la percentuale di bipolari che mette in atto un suicidio è del 12-19% La maggior parte dei pazienti che commette suicidio è depressa infatti la percentuale di depressi che mette in atto un suicidio è del 52-67% La maggior parte dei pazienti che commette suicidio è depressa tuttavia la percentuale di depressi che mette in atto un suicidio è del 12-19% 13. Sono fattori di rischio per comportamento suicidario nei disturbi di personalità: Precedenti tentativi di suicidio, status civile di coniugato, buon livello socio-economico Disturbo dipendente di personalità, alessitimia, ansia Precedenti tentativi di suicidio stato civile di coniugato, hoplesness Precedenti tentativi di suicidio, impulsività, hoplesness 14. Il fenomeno dell'autolesionismo si presenta in: Nel 10% della popolazione clinica adulta Nel 40-80% della popolazione non clinica adolescente Nel 14-15% della popolazione non clinica adolescente Nel 56% della popolazione clinica adulta Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 75/94 15. Sono fattori di rischio per comportamento suicidario nel disturbo bipolare: Disturbo bipolare tipo 2, razza asiatica, presenza di un episodio depressivo Disturbo bipolare tipo 1, episodio ipomaniacale, fuga delle idee Precedenti tentativi di suicidio, disturbo bipolatre tipo 2, la presenza di uno stato misto Precedenti tentativi di suicidio, tratti di personalità ossessivo-compulsivi, stato civile di coniugato 16. Descrivere le forme cliniche della depressione Tra le forme cliniche della depressione troviamo: Disturbo depressivo maggiore, in cui la sintomatologia deve persistere per un periodo di almeno due settimane e almeno uno dei due sintomi deve essere umore depresso per la maggior parte dei giorni, quasi tutti i giorni e anedonia, con marcata riduzione di interesse o piacere per tutte o quasi le attività; Disturbo depressivo ricorrente, qualora gli episodi depressivi maggiori si ripetano; Disturbo depressivo persistente (distimia), sintomi attenuati ma duraturi nel tempo per un periodo di almeno due anni; Depressione bipolare, in cui si alternano stati maniacali e depressivi; Depressione psicotica o delirante; Depressione atipica, caratterizzata da iperfagia e ipersonnia; Disturbo affettivo stagionale. 17. Descrivere la sintomatologia caratteristica del disturbo depressivo maggiore Si parla di disturbo depressivo maggiore quando per un periodo di almeno due settimane, il soggetto presenta almeno cinque sintomi tra i quali: umore depresso per la maggior parte del giorno; perdita del piacere in tutte o quasi tutte le attività. La perdita di interesse o piacere è quasi sempre presente, almeno in qualche misura. I soggetti possono riferire di sentirsi meno interessati agli hobby o di non provare più piacere per cose che prima facevano loro piacere, i familiari possono notare spesso ritiro sociale ed abbandono delle occupazioni piacevoli. Inoltre, in alcuni individui vi è una significativa riduzione dell’interesse o del desiderio sessuale rispetto ai livelli precedenti; significativa perdita di peso; alterazione del sonno (insonnia o ipersonnia) che si traduce nella difficoltà nel dormire poco sia con quella di dormire troppo. Quando è presente insonnia, questa assume tipicamente la forma di insonnia centrale, cioè risveglio durante la notte e poi difficoltà a riaddormentarsi, o insonnia terminale, cioè svegliarsi troppo presto e non essere in grado di riaddormentarsi. I soggetti che presentano ipersonnia possono avere prolungati episodi di sonno notturno oppure un aumento del sonno diurno; agitazione o rallentamento psicomotorio, senso di affaticamento o perdita di energia, astenia e faticabilità in cui il soggetto può riferire continua stanchezza in mancanza di attività fisica per cui anche i più piccoli compiti sembrano richiedere uno sforzo considerevole. Può essere ridotta l’efficacia nello svolgimento dei compiti, ad esempio un paziente potrebbe lamentarsi del fatto che lavarsi e vestirsi al mattino sia molto faticoso e richieda il doppio del tempo rispetto al solito; sentimenti di inutilità o di colpa valutazioni negative irrealistiche del proprio valore oppure preoccupazioni di colpa o ruminazioni su piccoli errori passati. Questi pazienti spesso interpretano eventi quotidiani neutri o banali ritenendoli la prova di difetti o fallimenti personali e provano un esagerato senso di responsabilità riguardo ad eventi sfavorevoli; difficoltà di concentrazione in cui i pazienti possono apparire facilmente distraibili o lamentarsi di difficoltà di memoria; ideazione suicidaria in cui sono frequenti pensieri di morte, o tentativi di suicidio, i quali possono variare da un desiderio passivo di non svegliarsi al mattino alla convinzione che gli altri starebbero meglio senza di loro, a pensieri transitori ma ricorrenti, di suicidarsi, fino ad un piano specifico di suicidio. Gli individui a più grave rischio suicidario possono aver sistemato i propri affari, aver acquistato il materiale necessario e possono aver stabilito il luogo ed il momento per compiere il suicidio. Il DSM propone che per parlare di depressione maggiore almeno un sintomo debba essere l’umore depresso o la perdita degli interessi. Questi sintomi devono causare un disagio clinicamente significativo e un’alterazione del normale funzionamento sociale e lavorativo del paziente. 18. Descrivere le caratteristiche della depressione melanconica La depressione melanconica è una forma grave di depressione, che può coincidere o meno con una fase avanzata della patologia stessa. Il disturbo fondamentale è rappresentato da una profonda e immotivata tristezza, cui si associano spiccata inibizione del pensiero e dell’attività e spesso deliri a contenuto depressivo. È uno stato mentale con caratteristiche diametralmente opposte a quelle della mania. Qui, infatti, dominano una profonda tristezza, che non ha motivazione comprensibile, e un marcato rallentamento di tutte le attività psichiche e dell’iniziativa motoria. Risulta da attenzionare in quanto è una condizione che mette il paziente a grave rischio di vita. La morte gli appare, infatti, l’unica via per sottrarsi al proprio tormento interiore. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 038 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 78/94 01. Il disturbo d'ansia di separazione è un distubo: Del bambino con attaccamento disorganizzato Dell'adulto o del bambino Esclusivamente del bambino Dell'adulto con disturbo di panico 02. Pazienti con mutismo selettivo presentano: Un disturbo del linguaggio Una forma attenuata di autismo Incapacità di parlare a scuola Un Un disturbo della comunicazione 03. Nei bambini con disturbo d'ansia di separazione si possono verificare: Esperienze percettive insolite prima dell'addormentamento Tutte le precedenti Richiesta eccessiva di attenzioni Riluttanza nell'andare a scuola Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 039 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 79/94 01. Tipicamente il soggetto con fobia specifica teme: Tutte le precedenti Le situazioni di esposizione sociale Una situazione o un oggetto specifico esterno Le proprie sensazioni corporeee 02. In ordine di frequenza le paure più diffuse nei soggetti con fobia specifica sono: Animali, altezze, spazi chiusi Animali, altezze, sangue Sangue, malattie, altezze Spazi chiusi, sangue, altezze 03. Tipicamente il soggetto con fobia specifica teme: Trovarsi da soli in mezzo alla folla Nessuna delle precedenti Mangiare in pubblico Trovarsi in mezzo al traffico autostradale 04. La fobia specifica è caratterizzata da: Ansia generalizzata, attacco di panico inaspettato, illusioni Ansia generalizzata, sensibilità alla rassicurazione Ansia anticipatoria, evitamento, comportameti protettivi Ansia anticipatoria, ossessioni, attacco di panico inatteso 05. Qual è l'emozione temuta nell'ansia sociale: L'ansia Il disgusto La colpa La vergogna Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 040 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 80/94 01. Nell'ansia sociale il paziente: Tutte le precedenti Teme che le manifestazioni della propria ansia possano essere giudicate negativamente Evita attivamente i contesti temuti Sperimenta ansia in situazioni interpersonali 02. Si presentano spesso in comorbilità con l'ansia sociale: DOC, disturbo d'ansia generalizzata, abuso di alcol Disturbo bipolare, disturbo di panico, abuso di cocaina Depressione, disturbo d'ansia generalizzata, abuso di alcol Depressione, abuso di cocaina, mutismo selettivo Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 043 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 83/94 01. Tipicamente nel disturbo d'ansia generalizzata è presente: Difficoltà nel controllare le ossessioni Il focus dell'ansia è costante nel tempo Ansia commisurata alla situazione Difficoltà a controllare il rimuginio 02. Nel disturbo d'ansia generalizzata la comorbilità: È frequente, soprattutto con depressione, altri disturbi d'ansia e disturbi di personalità Se presenti altri disturbi in comorbilità il disturbo d'ansia generalizzata non si diagnostica È frequente, soprattutto con depressione, DOC, disturbi somatoformi E infrequente 03. Tipicamente nel disturbo d'ansia generalizzata sono presenti: Tensione muscolare, irritabilità, alterazioni del sonno Nessuna delle precedenti Tensione muscolare, palpitazioni, paura di impazzire Tensione muscolare, dispnea, paura di morire Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 044 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 84/94 01. Tra le forme di DOC risultano prevalenti le forme con: Ossessioni e compulsioni Sole compulsioni Ossessioni e compulsioni mentali Sole ossessioni 02. Per la diagnosi di DOC è necessaria la presenza di: Ossessioni Ossessioni e compulsioni Compulsioni Tutte le precedenti 03. Il DOC entra in diagnosi differenziale con: Tutte le precedenti Disturbo del movimento Disturbo delirante Disturbi dell'alimentazione 04. Il DOC con scarso insight entra in diagnosi differenziale con: Con la schizofrenia Non pone problemi di diagnosi differenziale Disturbo delirante Con il disturbo di personalità ossessivo-compulsivo 05. Nella clinica del DOC per "resistenza" si intende: Riguarda la marcata permanenza delle ossessioni Riguarda l'insnsibilità del disturbo all'intervento farmacologico Lo sforzo di opposizione del paziente alla messa in atto delle compulsioni Nessuna delle precedenti 06. Per la diagnosi di DOC è necessaria la presenza di: Pensiero prevalenti pervasivi su cui il paziente rimugina Pensieri intrusivi associati al tentativo di sopprimere o ignorare tali pensieri Pensieri prevalenti insistenti associati al tentativo di sopprimere o ignorare tali pensieri Immagini intrusive 07. Descrivere i reperti di neuroimaging caratteristici del DOC Per raggiungere le attuali conoscenze anatomo-funzionali riguardo i DOC, Disturbi Ossessivo Compulsivi, un grosso contributo è stato dato dagli studi di attivazione dei sintomi ossessivi attraverso l’esposizione dei pazienti alle situazioni temute, mentre il loro cervello era scansionato con tecniche di neuroimaging funzionale (come fMRI, PET, SPECT). Questo metodo ha permesso di osservare il correlato neuronale dei sintomi ossessivi nel momento in cui il paziente li esperiva. Nel corso degli anni sono state riscontrate nei soggetti affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) anomalie nelle regioni orbitofrontostriatali, nella corteccia frontale laterale e cingolata anteriore e in nella corteccia occipitale e parietale. Alcuni studi in pazienti con DOC hanno mostrato una significativa riduzione bilaterale dei volumi della sostanza bianca e grigia a livello frontale, inclusa la corteccia prefrontale dorsomediale, la corteccia cingolata anteriore e il giro frontale anteriore con coinvolgimento anche della porzione anteriore dell’insula. Risulta doveroso affermare come le implicazioni neuroanatomiche potrebbero essere viste come fattori causali, perché le alterazioni riscontrate potrebbero essere di tipo funzionale, e quindi solo correlati biologici di un disturbo psicologico Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 045 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 85/94 01. Il disturbo di dismorfismo corporeo è caratterizzato da: Insoddisfazione per il grasso corporeo Insoddisfazione per la propria magrezza eccessiva Ossessione di non corrispondere ai canoni di bellezza proposti dai media Messa in atto di comportamenti ripetitivi di controllo (guardarsi, curare eccessivamente) di parti del corpo 02. Il disturbo di dismorfismo corporeo con scarso insight risulta difficilmente distinguibile da: Anoressia inversa Disturbo delirante Anoressia nervosa Disturbo da sintomi somatici 03. Pazienti con disturbo da accumulo hanno anche un DOC in comorbilità: Nell'80% dei casi Nel 45% dei casi Nel 2% dei casi In circa il 20% dei casi Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 048 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 88/94 01. Il disturbo dissociativo dell'identità può essere sospettato nel caso in cui: Il paziente riferisca la presenza di discontinuità nella consapevolezza di sé Il paziente abbia delle lacune mnesiche non riferibili a semplice dimenticanza Sia possibile osservare l'alternarsi di diverse personalità nel paziente Tutte le precedenti 02. L'amnesia dissociativa è caratterizzata da: Il paziente ha un atteggiamento collaborante con il terapeuta nel recupero dei ricordi Conservazione efficace dei ricordi La costante presenza in anamnesi di un evento traumatico Consapevolezza da parte del paziente dello stato dissociativo Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 049 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 89/94 01. Caratteristicamente i soggetti con disturbo da sintomi somatici presentano: Sfiducia nell'intervento medico Utilizzo massiccio del ricorso a esami diagnostici e cure mediche Sensibilità agli effetti collaterali ddi farmaci Tutte le precedenti 02. Nella depersonalizzazione fanno parte della componente "feeling of disembodiment": Distorsioni somatosensoriali Esperienze extra corporee Perdita del senso di agency Tutte le precedenti 03. Nella depersonalizzazione l'esame di realtà è: Dissociato Il sensorio non è integro Conservato Fluttuante in relazione alle alterazioni della coscienza 04. Nel disturbo da sintomi somatici i sintomi somatici sono: I sintomi non sono oggettivamente presenti ma sono determinati dall'ansia eccessiva del paziente Presenti, tuttavia sono spesso di lieve entità I sintomi sono presenti e le preoccupazioni sono commisurate all'entità di essi I sintomi sono presenti e oggettivamente invalidanti 05. Descrivere le quattro componenti del costrutto "depersonalizzazione" Studi su pazienti con disturbo da depersonalizzazione e/o derealizzazione evidenziano la multidimensionalità del costrutto <depersonalizzazione=. Le varie dimensioni comprenderebbero: • Emotional Numbing (torpore emotivo): si può esprimere come perdita di affettività, piacere, paura o disgusto per situazioni precedentemente evitate. Ciò che emerge nelle descrizioni dei pazienti è l’incapacità di colorare affettivamente gli oggetti percepiti. Nei soggetti affetti tuttavia l’esperienza soggettiva di emotional numbing si accompagna ad una normale espressione motoria delle emozioni. • Feeling of Disembodiment: perdita di sensibilità di parti del corpo, una percezione distorta del corpo o di parti di esso, perdita di self agency, come se le azioni avvenissero automaticamente, mentre fenomeni di distorsione somatosensioriale od OBE (Out of Body Experience) sono più rare nella depersonalizzazione, più frequenti invece nella schizofrenia, nell’epilessia del lobo temporale o nell’emicrania. • Anomalous Subjective Recall: sebbene la memoria episodica sia intatta pazienti con depersonalizzazione riferiscono che i ricordi, soprattutto di esperienze personali, sembrano aver perso significato per loro. Altre volte i ricordi vengono vissuti come se il paziente ne fosse un testimone esterno. Si è visto che l’adozione dell’=observer perspective= è adottatta soprattutto nel caso di recupero di ricordi traumatici o comunque di situazioni di minaccia per la vita. Infine ci può essere un emotional numbing che riguarda i ricordi che possono essere vissuti come pallidi, sbiaditi. • Unreality of Surroundings: la depersonalizzazione è spesso associata alla derealizzazione, tanto meno un individuo considera il proprio essere qualcosa di certo, tanto più il mondo esterno gli diventa sconosciuto e alieno. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 050 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 90/94 01. Il disturbo d'ansia da malattia è caratterizzato da: Presenza di alterazioni motorie in assenza di dati elementi diagnostici oggettivi che ne attestino la presenza Timore di avere una grave malattia Autoinduzione di un danno fisico al fine di assumere il ruolo di malato Ansia esagerata rispetto a sintomi di malattia effettivamente presenti Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 93/94 08. Le più frequenti complicanze organiche dell'anoressia nervosa sono: Cerebrali Depressione Cardiologiche Osteoporosi Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 053 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 94/94 01. Differenza tra anoressia e bulimia nervosa: Nell'anoressia la restrizione alimentare è euforizzante nella bulimia l'abbuffata è egosintonica Nell'anoressia la restrizione alimentare è fonte di vergogna nella bulimia l'abbuffata è egosintonica Nell'anoressia la restrizione alimentare è egosintonica nella bulimia l'abbuffata è effettuata per indurre un'alterazione dello stato di coscienza Nell'anoressia la restrizione alimentare è egosintonica nella bulimia l'abbuffata è egodistonica 02. Nella bulimia nervosa una frequenza di 6 episodi di condotte di eliminazione la settimana indicano un disturbo: Grave Lieve Moderato Estremo 03. Rispetto all'anoressia nervosa l'età d'esordio della bulimia è: Non ci sono differenze sostanziali Più tardiva ma solo nei paesi in via di sviluppo Più tardiva Più precoce 04. Per la diagnosi di bulimia le condotte di eliminazione devono verificarsi almeno: 1 volta alla settimana per 3 mesi 3 volte la settimana per 3 mesi 1 volta la settimana per 1 mese 2 volte alla settimana per 3 mesi 05. Rispetto all'anoressia nella bulimia è maggiormente presente: Tratti ossessivo-compulsivi Perfezionismo patologico Nessuna delle precedenti Un'impulsività di tratto 06. Diagnosi differenziale dell'anoressia nervosa Nella diagnosi differenziale dell'anoressia nervosa è necessario prendere in considerazione altre cause potenzialmente responsabili di un peso corporeo significativamente basso o della significativa perdita di peso, specialmente nei casi con manifestazioni atipiche, ad esempio con esordio dopo i 40 anni. Occorre fare diagnosi differenziale con il disturbo depressivo, nel quale si può verificare una grave perdita di peso anche se la maggior parte dei soggetti con disturbo depressivo maggiore non presenta né un desiderio eccessivo di perdere peso, né un'intensa paura di aumentare. La diagnosi differenziale si pone anche con la schizofrenia, in pazienti psicotici possono manifestarsi bizzarri comportamenti alimentari e può verificarsi una significativa perdita di peso, ma raramente essi hanno paura di aumentare di peso e la distorsione dell'immagine corporea necessarie per la diagnosi di anoressia nervosa. Nel disturbo di panico le condotte di evitamento possono riguardare l’alimentazione con conseguente calo ponderale. Tuttavia a differenza dell’anoressia nervosa non vi è distorsione dell’immagine corporea e vi sono invece le tipiche tematiche cognitive del disturbo di panico quali paura di morire o di rimanere soffocati. In diversi disturbi fisici possono comparire marcati deperimenti, come nel caso di disturbi endocrini (ipertiroidismo, diabete, morbo di Addison), gastrointestinali. In tutti questi disturbi non vi è la ricerca della magrezza o il disturbo dell’immagine corporea. al comportamento alimentare, come eccessiva paura di parlare in pubblico, possono giustificare una diagnosi aggiuntiva di fobia sociale. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 053 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 95/94 07. Descrivere gli elementi comuni dello spettro anoressico-bulimico Gli elementi comuni dello spettro anoressico-bulimico riguardano l’oggetto del disturbo, ovvero, il cibo, il quale viene visto come strumento di controllo della propria vita. Nell’anoressia l’esordio può essere acuto, Spesso una dieta innocente è il primo segnale della malattia, altre volte vi sono lamentele somatiche riguardanti soprattutto la digestione che giustificherebbero la restrizione o l’esclusione di alcuni cibi. Il vomito può essere indotto con le dita o con strumenti facilmente reperibili (ad esempio lo spazzolino da denti). In forme avanzate le pazienti possono indursi il vomito spontaneamente senza stimolazione dell’orofaringe. Alcuni studi evidenziano come con il vomito sia possibile eliminare circa la metà del cibo ingerito. I pazienti con bulimia nervosa,invece, mostrano ricorrenti episodi di abbuffata, seguiti da inappropriate condotte per evitare l'aumento di peso e preoccupazioni per la forma e il peso del corpo, contrariamente ai pazienti con anoressia nervosa, tipo con abbuffate/condotte di eliminazione, quelli con bulimia nervosa riescono tuttavia a mantenere un peso corporeo maggiore o uguale a quello minimo normale. Il vero elemento di distinzione tra le due patologie è il peso, il quale diminuisce gravemente nell’anoressia mentre nella bulimia rimane maggiore o uguale a quello normale. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 058 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 98/94 01. La crudeltà agita verso persone o animali è tipica di quale disturbo: Tutte le precedenti Disturbo oppositivo provocatorio Disturbo della condotta Disturbo esplosivo intermittente 02. Il comportamento di sfida nei confronti di persone che rappresentano l'autorità caratterizzano il disturbo Disturbo oppositivo provocatorio Disturbo esplosivo intermittente Disturbo della condotta Tutte le precedenti 03. L'umore collerico e irritabile caratterizza quale disturbo: Tutte le precedenti Disturbo borderline di personalità Disturbo da disregolazione dell'umore dirompente Disturbo oppositivo provocatorio 04. Accessi di aggressività verbale non premeditata seguita da rimorso e colpa sono tipici di quale disturbo: Disturbo esplosivo intermittente Distubo oppositivo provocatorio Tutte le precedenti Disturbo della condotta Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 059 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 99/94 01. È fattore predisponente il gioco d'azzardo patologico: Impulsività Sensation seeking La disponibilità di molteplici forme di gioco d'azzardo (gratta e vinci, slot-machine, ecc.) Tutte le precedenti 02. I giocatori d'azzardo "sociali": Non hanno alcun controllo sul gioco ed hanno scarso insight Considerano il gioco come un sollievo dallo stress, sono consapevoli dei rischi del gioco Non hanno controllo sul gioco ma non soddisfano alcun criterio per GAP Considerano il gioco come un sollievo dallo stress ma presentano già alcuni criteri per la diagnosi di GAP 03. Descrivere i fattori psicologici predisponenti il gioco d'azzardo patologico Le condizioni psicologiche predisponenti il gioco d’azzardo sono rappresentati dai: disturbi dell’umore, disturbi correlati a sostanze, disturbi da deficit d’attenzione con iperattività disturbi di personalità (in particolare il disturbo antisociale, il disturbo narcisistico e il disturbo borderline) Altro fattore predisponente non patologico è rappresentato dalla <Sensation seeking=ovvero la <ricerca di sensazioni= quali brivido, pericolo, avventura, al fine di sopperire la noia; nel gioco d’azzardo infatti la suspance seguita dalla vittoria creerebbe un rinforzo positivo tale da trasformare il rischio della perdita economica in un momento di piacere. Inoltre la tendenza all’impulsività e al nevroticismo sembrano essere tratti comuni a molti giocatori d’azzardo. 04. Descrivere le tre categorie di giocatori d'azzardo Esistono tre principali categorie di giocatori d’azzardo: i giocatori sociali, i giocatori problematici ed i giocatori patologici. • I giocatori sociali giocano per la voglia di vincere e se pur affascinati dal rischio sono in grado di smettere di giocare in qualsiasi momento dal momento che il loro desiderio di gioco è ben bilanciato dal rischio di danno economico; possono essere definiti occasionali o abituali in base al tempo che dedicano al gioco. • I giocatori problematici al contrario non hanno il pieno controllo sul gioco con importanti conseguenze sulla qualità di vita propria e delle sfere sociali a lui vicine. • I giocatori patologici presentano una conclamata dipendenza dal gioco che comporta importanti spese individuali e sociali. Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480 Set Domande: PSICHIATRIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Occhiali Vittorio Lezione 060 © 2016 - 2020 Università Telematica eCampus - Data Stampa 16/04/2020 11:53:25 - 100/94 01. Tipicamente nel delirium i deliri sono: Strutturati, lucidi, estesi Non strutturati, mutevoli, confusi Disorganizzati, bizzarri, non vissuti con partecipazione emotiva Non strutturati, lucidi, non associati ad alterazioni della coscienza 02. Tipicamente nel delirium la sintomatologia tende a peggiorare: Durante la notte Non c'è una variazione circadiana Al mattino Nel tardo pomeriggio Downloaded by sara micheletti ([email protected]) lOMoARcPSD|17932480