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900 Indro Romanelli, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Riassunto del testo di Romanelli 900 per l'esame di storia contemporanea UNIbo

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 16/05/2019

davidevale
davidevale 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica 900 Indro Romanelli e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 900 Romanelli Prima guerra mondiale • Le premesse di una guerra lampo si dimostrano infondate, e ben presto i fronti si assestano dando il via a una lunga guerra di posizione. G li imperi centrali si scontravano a ovest con Francia e Inghilterra e a est con la Russia e la Serbia. Per le condizioni di vita e gli effetti vedi appunti. • L’Italia rimase inizialmente neutrale, per volontà dalla maggioranza della popolazione, ma anche quella parlamentare, che appoggiava ancora Giolitti, dei cattolici e dei socialisti. I più pragmatici realizzarono infatti che la nazione era impreparata alla guerra, ma la minoranza che spingeva per la guerra ebbe en più ampia risonanza mediatica. Anche qui a essere eccitati dal conflitto erano i giovani studenti borghesi, e furono ben presto sostenuti da intellettuali quali D’Annunzio diverse correnti presero a premere per l’azione militare, tra cui quelle che sostenevano la causa irrendentista. Con l’aumentare della pressione, il governo, che intanto aveva avviato contatti con entrambi i fronti, strinse per mano del primo ministro Salandra un accordo segreto con l’Inghilterra, e infine l 20 maggio 1915 la camera votò, col volo voto contrario dei socialisti, pieni poteri al governo, che presentò la dichiarazione di guerra il 23 maggio. • L’apertura del fronte italiano non cambiò drasticamente la situazione. Gli Austriaci retrocedettero assestandosi sull’Isonzo e in Carso, e qui si stabilizzò di nuovo il fronte. Intanto massacri immani si svolgevano sui vari fronti, senza che nessuna delle potenze riuscisse veramente a prevalere. I paesi erano in una corsa sfrenata all’innovazione bellica: nessuno aveva previsto una guerra tanto lunga, e mancavano già dopo pochi mesi munizioni e equipaggiamenti essenziali. La macchina bellica tuttavia ingranò ben presto, e l’intera economia e l’ordine sociale degli stati ne fu travolto. La guerra fu rivoluzionaria anche per i numeri dei soldati mobilitati e dei morti, che superavano quelli di tutte le guerre combattute in Europa nei due secoli precedenti. Un tale massacro indirizzato sulla sola categoria dei giovani maschi ebbero forti ripercussioni a livello sociale nei paesi coinvolti, dal momento che la percentuale in questa categoria supera per diversi di essi il 10-13%. L‘impossibilità di riconoscere i defunti nelle montagne di cadaveri sbrindellati dalle bombe portò alla nascita delle tombe “al milite ignoto”, nelle quali era sepolto il corpo di un soldato senza nome, in ricordo di tutti quelli che come lui non avevano più un’identità da ricordare. • La guerra portò dunque a un aumento incredibile della produzione bellica, nonché all’introduzione e allo sviluppo di nuovi strumenti (migliorano mitra, precisione e carri armati, vengono introdotte le radio e prodotte centinaia di sottomarini). Nuovi gas letali, vietati a più riprese negli anni precedenti, furono testati, e furono usati gli aerei, che tuttavia erano ancora molto leggeri e usati soprattutto per le ricognizioni > forma di duello diretto, quasi cavalleresco (barone rosso). • Potendo competere a stento con la potenza navale inglese, i tedeschi ricorsero alla tecnica del blocco navale, e gli avversari fecero altrettanto. Una tecnica ritenuta vile, perché attaccava navi civili di rifornimento, e che divenne ancora più vile quando vi furono impiegati i sommergibili, che attaccavano senza avvertimenti. Scontri avvennero anche nelle colonie, ma ebbero minor risalto. La Turchia era intanto impegnata militarmente contro la Russia, ma faceva contemporaneamente pressione per ottenere il controllo dello stretto di Suez dagli Inglesi. • Come detto, la guerra investì le industrie, che si ritrovarono a produrre per lo stato, che gestiva la distribuzione delle materie prime e anche la ricerca bellica. Nasce l’economia pianificata. La guerra influì nel tempo anche nei rapporti tra comandanti e truppe, che a lungo andare si dimostrarono inefficaci nella forma del terrore della decimazione e dell’esecuzione, e presero la forma di esaltazione e propaganda, la quale era sostenuta, al fronte come in patria, dalla Chiesa. • La Russia attraversò enormi difficoltà belliche: l’esercito che muoveva era il più grande mai visto, ma lo stato mancava delle risorse per sostenerlo, benché ben l’80% dell’industria fosse stata convertita alla guerra. Ben presto le enormi perdite, sia nella vittoria che nella sconfitta, si fecero sentire, mentre l’economia interna era a un passo dal collasso a causa della percentuale mostruosa di coscritti. Lo stesso sistema socio-politico, alla fine, crollò, e la dissoluzione della classe dirigente 1 unita ai disordini contadini portarono al delinearsi di una grande rivoluzione. L’8 marzo 1917 vi fu una poderosa manifestazione a San Pietrogrado. Le proteste portarono lo Zar a sospendere la Duma, e dopo poco a dimettersi. Il fratello tuttavia rifiutò di prendere il suo posto, e il vuoto di potere lasciò spazio ai soviet, che supportavano il governo provvisorio delle Duma. Tuttavia la situazione si manteneva in stallo, mentre crescevano le defezioni al fronte. Intanto tornava dall’esilio svizzero (con l’aiuto dei tedeschi) Lenin, che nel suo pensiero, detto “marxismo-leninismo” sosteneva uno stato rivoluzionario basato sul terrore. Dichiarò, nelle tesi di aprile, che il potere doveva ora passare totalmente ai soviet. Tornava intanto anche Lev Trockij. La notte tra il 6 e il 7 novembre, il giorno prima della convocazione il congresso panrusso dei soviet, i due col loro gruppo di impossessarono dei luoghi strategici di Pietrogrado, e il congresso dei soviet ratificò la presa di potere dei bolscevichi. La terra fu nazionalizzata distribuita ai cittadini, che però se ne stavano già appropriando con la forza. Subito dopo la presa del potere furono avviate le trattative per l’uscita della guerra, e la pace costò cara alla Russia dopo la guerra, dal momento che grandi territori e risorse industriali le furono strappate dalla Turchia • Il 24 ottobre 1917, una pesante e ben organizzata offensiva austro-tedesca spezzò la linea italiana, causando lo sfascio. I soldati erano già al limite, soprattutto a causa del generale in capo Cadorna, che tendeva a trattarli con disprezzo e una disciplina ferrea, e prediligeva gli attacchi frontali. Il morale era talmente deteriorato e l’organizzazione così carente che le truppe disertarono, furono catturate o ripiegarono disordinatamente fino al Piave. Cadorna fu rimosso e fu posto al comando Armando Diaz, molto più sensibile ai problemi delle truppe > provvedimenti (permessi agricoli, assicurazioni, giornali di trincea e ufficiali di propaganda, creazione di un corpo scelto. Con l’aiuto di truppe Francesi, Inglesi e poi americane, il fronte resse e in seguito a una offensiva finale fu fatto avanzare fino alla resa degli austriaci il 4 novembre 1918. • Gli Stati uniti erano rimasti al margine della vicenda militare, supportando con la vendita delle armi un po’ entrambi gli schieramenti, soprattutto l’intesa. Tuttavia gli attacchi dei sottomarini colpirono diverse loro navi, con notevoli perdite civili, e un dispaccio che proponeva al Messico un’alleanza anti-americana fu la goccia che fece traboccare il vaso. Le truppe americane, ben equipaggiate e fresche, cambiarono drasticamente le sorti della guerra. Anche qui forte propaganda e cambiamenti. Quasi a fine guerra, a gennaio del 1918, Wilson scrisse i suoi 14 punti, per la pace: a fine della diplomazia segreta, la libertà di commercio e di navigazione, la riduzione degli armamenti, l’autodeterminazione dei popoli > crociata liberale, contro la Russia. Le basi su cui si muoverà la successiva azione estera americana. 2) comunismo in Russia. • Palazzo vuoto, dittatura come caratteristica. I primi atti del governo furono rivolti a evitare la nascita di un potere dal basso, da limitare l’influenza dei soviet. Dittatura del proletariato nella visione leninista. Blocco di giornali, eliminazione sindacati e diritto di sciopero. Reintrodotta pena di morte e creato corpo segreto Ĉeca. Il 1918e il 1921 = comunismo di guerra, detto da Lenin. • L’influenza si espande in Europa, alimentata dalle mire dichiaratamente espansionistiche del movimento. Nel 1918, ancora in guerra, la Germania fu attraversata da forti proteste e dall’insurrezione della Lega di Spartaco di Rosa Luxemburg. Nel 1919 nasce la Terza Internazionale, stavolta comunista, chiamata Comintern. I vari partiti anteponevano agli interessi dei propri paesi quelli dell’URSS, costituita nel dicembre 1922, con Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasica. In Italia ci sostituisce il PCI, con lo scopo dell’abbattimento violento del potere borghese. • In Russia i bolscevichi vinsero, ma dopo anni. Intanto i contadini erano ancora l’80% della popolazione, e chiedevano autonomia e rispetto dei valori tradizionali. Di fronte a una tale forza, il partito era costretto a alternare soppressione a compromessi. Già nel 1914 Lenin aveva proclamato l’autodeterminazione delle nazioni, che però era di tipo borghese e proletario. Il Marxismo non forniva indicazioni chiare su come gestire lo stato dopo la rivoluzione e in assenza del mercato liberale, e l’emissione incontrollata di moneta e l’inflazione causarono una forte povertà aumento del mercato nero e a volte ritorno al baratto. Distensiva fu la parentesi del 1921, della Nuova Politica 2 sentire con uguale forza in Europa. La destra vince un po‘ ovunque (Francia, GB), e nascono gruppi simil-fascisti e contrari allo stato e alle minoranze. • La Germania era piuttosto stabile alla fine degli anni 20, ma fu colpita in piena dalla crisi economica, raggiungendo un tasso di disoccupazione, nel 1932, del 43.7 %. Dal 1930 inizia la crescita inarrestabile del partito nazista, finché nel 1933 Adolf Hitler fu nominato cancelliere. Giunge al potere in maniera assolutamente legale, e guadagna l’appoggio degli altri partiti per una legge che gli dava pieni poteri. Il suo partito si propone come una forza giovane, e in media lui e i suoi sottoposti lo erano. Si rifiuta il diritto, di origine romana, per un diritto libero, legato al suolo, il popolo e la tradizione: fürer come suprema fonte del diritto. L’NSDAP diventa l’unico partito, si identifica con lo stato stesso. Come per mussolini, esercito e gruppi industriali mantennero una certa autonomia. Economia ripresa, indirizzata al potenziamento del Volk. Abolizione rappresentanza operaia. • Espulsione degli ebrei dalla cittadinanza, vedi lezioni. Violenza ideologica contro ebrei-bolscevichi. Vietati matrimoni e unioni di fatto, per “fermare il contagio” del sangue del Volk. 1941 imposto di vestire la stella di Davide. Persecuzione razziale, non religiosa, ma per certi ideologi era la battaglia tra razza nordica e semita. La chiesa di Roma inizialmente trova un concordato, poi critica fortemente il nazismo, e così diverse chiese protestanti. • In Russia, negli anni 30, Stalin dichiara che il socialismo era stato costruito, e addita come causa delle disfunzioni i dirigenti corrotti e il sabotaggio. Inizio delle epurazioni, grandi processi penali tra il 1936 e il 1938. Eliminazione di tutta la classe dirigente nata dalla rivoluzione. Accuse poco realistiche, di complotto e soldo a nazisti o Troskij, erano confermate solo dalla confessione dell’imputato, e tutto era preparato, spesso per processi pubblici. Quasi più un rito che una sceneggiata. Gulag, al contrario dei lager hanno una finalità economica, coi lavori forzati. • Il liberalismo, pur riaffermato dopo la guerra, perde rapidamente consensi, mentre si configura il sistema corporativo, caratterizzato da gruppi intermedi di interessi, in teoria non consentiti in un regime liberale. In Italia stato promotore. • Negli Stati Uniti Roosevelt lancia il new deal, nel marzo 1933. Intervento diretto dallo stato, non laisser faire. Apertura di grandi lavori pubblici per dare lavoro e rivitalizzare l’economia. L’economia però ingranò veramente solo quando si profilò la guerra in Europa. Il liberalismo americano cambia volto, e diventa interventismo statale nel sociale. • Epoca dei populismi nei movimenti di massa, e politiche di natalità e sostegno alle famiglie. Tuttavia si predilige la famiglia con donna non lavoratrice: involuzione delle libertà ottenute, per ricompattare la società. Ritiro nella sfera casalinga e materna. Riduzione generale dell’orario di lavoro, ma controllo del tempo libero tramite attività di svago organizzato. • In Italia creazione Balilla, dai 6 ai 18 anni, ed edifici per campi estivi. In Germania ancora maggio sforzo nella Gioventù Hitleriana, per creare giovani atletici e indottrinati. Sport patrocinato come propaganda, mezzo di aggregazione e disciplinamento. Ampio programma di edilizia sportiva. Ampi risultati olimpici italiani e imprese, presto seguiti anche qui da quelli tedeschi. Olimpiadi del 1936, grande successo e uso dei media. È l’epoca di grandi personalità e soprattutto grandi comunicatori, resi soggetto di un culto della personalità (anche Roosevelt). In Italia Dannunzio e ripresa dei simboli romani. Iniziale appoggio degli Usa a fascismo e nazismo, considerato antidoti al bolscevismo. Alcuni intellettuali pensavano la cosa scambiando i ruoli. • Azioni militari per il controllo nelle colonie. Attacco all’Etiopia il 2 ottobre 1935. Vittoria in 7 mesi, grande dispiegamento di forze e notevole violenza. In teoria l’Italia è sanzionata dalla società delle nazioni, di fatto tali provvedimenti non furono quasi applicati. Avvicinamento a Germania e Giappone, che erano già usciti dall’accordo, e frattura con USA e GB. 1938 abolizione camere e leggi razziali> dibattito su quanto fossero proprie del fascismo. 5 • La Russia, temendo l’accerchiamento da parte di tedeschi e Giapponesi, entrò nelle Società nel 1934, firmando ne 1935 un trattato di mutuo soccorso con la Francia. • La Spagna aveva continuato la sua modernizzazione a chiazze, restando molto arretrata e soggetta a violenze sociali. Nel ’23 Miguel Primo de Rivera (marchese) sospende la costituzione e instaura un regime a partito unico, Uniòn Patriòtica Espanola, che dura 7 anni con appoggio di latifondisti e esercito. Alla caduta e alla fuga del re segue una repubblica costituzionale, progressista e democratica. Esproprio beni della chiesa e delle proprietà assenteiste. Dopo tensioni prese il potere la destra, e come questo prese a smantellare le riforme, vi furono insurrezioni. Tornò la sinistra, ma un sollevamento militare portò al potere Francisco Franco, con l’appoggio di Italia e Germania. Guerra civile estremamente violenta, bombardamento di Guernica, forti attacchi ai civili. Inoltre violenze sul clero, profanazione e strazio dei cadaveri dei religiosi. I franchisti avanzarono lentamente, e nel 1937 finalmente fu raggiunta la vittoria. • In Asia, la Cina era frammentata e ridotta quasi al rango di colonia, nonostante l’avvento della repubblica, e spiccava invece la potenza del Giappone, che, sulla base del fukko shinto, aveva ereditato gli ideali tedeschi di spazio vitale e puntava alla realizzazione di uno spazio detto “più grande Asia orientale”. Imposizione regime coloniale in Manciuria. Il Giappone diventa il modello da imitare per la Cina. Il movimento del 4 maggio, nel 1919, espresse il desiderio degli intellettuali e degli studenti di un rinnovamento culturale che superasse la morale confuciana, guardando alla Russia rivoluzionaria. Scontri tra il partito nazionalista Guomingdang, al potere, e i comunisti guidati da Mao Zedong, che fondarono una repubblica di breve durata nello Yangxi > epica marcia per sfuggire, nel ’34. Nel ’32 i giapponesi creano uno stato in Manciuria, con a capo l’ex imperatore Pu-Yi. La condanna della società delle nazioni portò il Giappone a uscirne. I partiti cinesi sospendono la lotta e si volgono al nemico comune, che nel 1937 attacca e si inoltra in Cina con ingenti massacri e stupri di massa, saccheggiando Nancino. La guerra finì per divenire di posizione: il Giappone non aveva strumenti per il controllo totale, e i comunisti si radicano nella popolazione, provocando la guerriglia. • Se negli ultimi anni ’20 c’era stato il disarmo, ora negli anni 30, con l’ascesa di Hitler e gli attacchi di Giappone e Italia, e la guerra in Spagna, la tensione cresce e così gli investimenti militari. L’atmosfera tra i civili non era di entusiasmo come nel ’14, si percepiva che la guerra sarebbe stata peggiore e avrebbe colpito i civili, con bombardamenti ormai possibili > addestramento dei civili all’emergenza. Di nuovo, tuttavia, nessuno arrivò preparato alla guerra del ’39, e si ebbe il potenziamento solo durante. • 1938 annessione, seguita da referendum di larga maggioranza (97%), dell’Austria alla Germania. Patto di monaco e cessione del Sudeti, dalla Cecoslovacchia. Ottica dell’appeasement, ossia del placare con concessioni. • Accordo di non aggressione tedesco-russo. Commerci tra i due, partizione segreta dell’Europa in sfere d’influenza, attacco alla Polonia combinato e spartizione. Attacco russo alla Finlandia, lunga resistenza. Eliminazione classe dirigente polacca. “soluzione definitiva, progetto che sembrava avere più opzioni: si pensò di deportare gli ebrei in più posti, e alla fine si decise di accentrare tutti i “sotto-uomini” in Polonia in ghetti ebraici. Intanto funzionavano i campi di concentramento > sterminio mediante lavoro. Il progetto finale consisteva comunque nello spostare gli ebrei a est. Avanzata tedesca in Danimarca e Norvegia, risposta militare inglese. La Francia aveva costruito la Linea Maginot, efficiente ma che aveva preso tutte le risorse militari, al che l’esercito era male equipaggiato. Il 10 maggio 1940 i tedeschi sfondarono la Linea Maginot, a passarono a nord per Olanda e Belgio raggiungendo Parigi. La Francia cedette con un armistizio. Governo fantoccio con una fetta non irrilevante di appoggio popolare al nazismo. • I tedeschi puntano poi all’Inghilterra, ma vista l’impossibilità di attacco diretto, ci si limita per ora a bombardare, da entrambe le parti. 6 • L’Italia e gli italiani erano impreparati alla guerra, ma nel ‘39 mussolini e Hitler firmarono il Patto d’acciaio, un’alleanza offensiva e difensiva, e l’Italia partecipò alla guerra in Francia dopo la caduta di Parigi. Nel ’40 viene stretto il patto tripartito con Germania e Giappone. Gli Italiani furono i primi a spostare la guerra fuori dall’Europa, puntando a prendere l’Egitto dalla Gran Bretagna. Tuttavia le truppe male equipaggiate vennero sopraffatte. Anche l’invasione della Grecia, la passeggiata, fu un disastro. Nel ’41 intanto le truppe inglesi conquistarono i territori africani dell’Italia, lasciati a sé stessi. Gli inglesi avevano inizialmente puntato a un blocco marittimo, ma il favore era passato dalla parte dei tedeschi con la conquista della Francia. La flotta italiana fu decimata in pochi scontri nel giugno del ’41, dopo avvisaglie ignorate da Stalin, ha inizio l’operazione Barbarossa, e l’attacco alla Russia. Avanzata fulminea, terra bruciata, Leningrado sotto assedio fino al ’44. Respinti e costretti ad arretrare per chilometri d’inverno, i tedeschi persero molti mezzi. • L’avanzata Giapponese era passata da Pechino alla conquista del Pacifico, scontrandosi con la potenza statunitense. Attacco a Pearl Harbor il 7-8 dicembre 1941. Segue rapidamente la dichiarazione di guerra e le dichiarazioni di Germania e Italia. La Carta Atlantica firmata da Roosevelt e Churchill ribadiva alcuni dei punti fondamentali dei 14 di Wilson, diritti dei popoli, collaborazione pacifica…e sarebbe stata la base del successivo ONU. L’obiettivo posto era imporre all’asse la resa incondizionata. Nel ’43 li alleati sbarcano in Sicilia e la conquistano in poche settimane > disfacimento dell’esercito. A Roma il Gran consiglio del fascismo mette in minoranza Mussolini, che viene arrestato. Il Re nomina Badoglio. Mancanza di indicazioni alle truppe, si generò il caos, il governo lasciò Roma e la notizia dell’armistizio giunse con una settimana di ritardo, seguita da una dichiarazione di guerra alla Germania solo un mese dopo. I tedeschi intanto liberarono Mussolini e gli fecero fondare la Repubblica di Salò. Il fronte spezza l’Italia in due. 6 giugno 1944 operazione Overlord, sbarco in Normandia. Più grande sbarco di sempre, 3 milioni di uomini. Avanzata dura e sanguinosa. Svolta di Salerno, Togliatti, dirigente del Comintern, torna da Mosca affermando di dare appoggio al governo, rimandando la decisione sul re a un referendum dopo la guerra >partiti antifascisti al potere, una volta liberata Roma, e delinearsi dei partiti dopoguerra. Linea Gotica sulle Alpi Apuane attraverso gli Appennini, stragi di civili per fare terra bruciata ai partigiani. Nella primavera del ‘45 cade Milano e la repubblica di Salò. Alleati accolti da liberatori, quasi due Italie, una che aveva perso due volte, una che aveva vinto la battaglia contro l’asse. Invio di beni dagli stati uniti. Dimenticanza delle stragi compiute e costruzione dell’italiano mite, “brava gente”. Intanto avviene la spartizione preventiva dell’Europa in sfere di influenza occidentale e sovietica. Solo in quest’ultima fase lo sterminio tedesco prende le caratteristiche meccanicistiche e spietate per cui è ricordato. 9 maggio 1945 capitolazione e suicidio di Hitler. Bombe di Hiroshima e Nagasaki, resa del Giappone 15 agosto. • Fine ufficiale della guerra l’8 maggio 1945. Spostamento evidente del fulcro del potere mondiale in mano a USA e URSS. I valori della carta atlantica si fossilizzano nella Carta delle Nazioni Unite firmata a San Francisco il 24 ottobre 1945. Impegno alla risoluzione pacifica, al reciproco rispetto basato sull’autodeterminazione dei popoli, al disarmo e al rispetto del diritto internazionale. • Anni per i trattati, e spartizione della Germania in 4 aree, sotto controllo di Stati uniti, Francia e Inghilterra e Urss. Le tre parti si unirono a formare la Repubblica federale della Germania nel 1949, ma la quarta si staccò dalle altre, col blocco per un anno di Berlino. Dopo pochi mesi dalla dichiarazione della repubblica fu proclamata la repubblica democratica, la DDR. Intanto i tedeschi, soprattutto quelli insidiatisi in Polonia e nei Balcani, furono perseguitati. Anni della Guerra Fredda, Europa e mondo intero diviso in fronti e sfere di influenza, cortina di ferro dal Baltico a Trieste. Nel ’47 Stalin ordinò ai paesi europei sotto la sua influenza di rifiutare gli aiuti del Piano Marshall. Gli stati satellite avevano democrazie apparenti e dominate di fatto dai comunisti, e dovevano commerciare con l’URSS in settori determinanti. • Il blocco occidentale apri nel 1949 la Nato, North Atlantic treaty organization, per autodifesa, mentre nel 1955 l’URSS faceva con gli stati satelliti il Patto di Varsavia. Sempre per controllare gli avversari sovietici furono restituite le sovranità di Germania e Giappone, il quale divenne alleato stabile degli 7 sopravvissero, ma spesso, come appunto nel caso dell’Inghilterra e dei suoi domini, si trattava di alleanze di stati autonomi e indipendenti (legati dalla comune fedeltà alla Corona). • La Dichiarazione dell’ONU del 1948 ci mette però di fronte a un problema pressante: se da una parte era riconosciuta l’eguaglianza di tutti i cittadini del mondo, implicitamente si riaffermava l’esistenza di nazioni vincolate ad altre e soggette a limitazioni di sovranità. Solo nel 1960 l’ONU dichiarò ufficialmente il colonialismo contrario alla carta dell’ONU. Tra i fattori che portarono alla caduta del sistema coloniale citiamo il sopravvento di nuove potenze (USA e URSS) non coloniali, l’emancipazione ottenuta dagli abitanti delle colonie, che avevano contribuito fortemente come truppe nelle guerre mondiali, e i moti anti-europeisti portati avanti ad esempio dal Giappone in Asia, che vennero recepiti e portati avanti dai movimenti indipendentisti dopo il conflitto. Inoltre le ribellioni dimostravano un alto livello di assimilazione della cultura europea e costituivano in molti casi tentativi maturi di costituzione di uno stato nazionale. Queste premesse esplosero e generarono una reazione a catena dopo la seconda guerra mondiale. • In India, dove la separazione era sperata e attesa già da tempo, la seconda Guerra Mondiale e la partecipazione della colonia fecero salire la tensione in maniera vertiginosa, con la crescita dei movimenti anti-britannici. Chandra Bose cercò l’appoggio di Hitler e prese a organizzare le sue forze in Giappone, Gandhi premeva per non scontrarsi con le truppe giapponesi e scacciare i coloni una volta per tutte, Londra lavorava a progetti per affrontare l’inevitabile scissione, ipotizzando di restituire l’autorità ai principi, frammentando il continente. Di fatto gli Inglesi volevano andarsene al più presto, e avendo favorito per anni Muhammad Ali Jinnah, leader dei musulmani, la scissione in due stati sembrava inevitabile. L’indipendenza dei due stati venne dichiarata dal primo ministro nel 1947, con le due capitali a Karachi e a New Delhi. La linea di confine, tracciata in fretta e a tavolino da impiegati inglesi, era problematica, separando ad esempio i campi di cotone con le industrie che lo lavoravano, e il Punjab occidentale, il “granaio” del subcontinente, andò interamente al Pakistan, causando un deficit alimentare all’India. Seguirono immensi spostamenti e violenti episodi di pulizia etnica (Gandhi ucciso). L’India doveva costruire da zero le basi di unificazione, dal momento che ben un terzo del territorio non rientrava nel Raj britannico ma era sotto il controllo di 500 principati. L’unificazione fu lunga ma coronata dal successo del Congresso, guidato dal Pandit (Jawaharlal Nehru). A costituzione, molto ampia e complessa, fondava i principi dell’uguaglianza e dava le basi a uno stato laico. L’Inglese venne mantenuto in uso come lingua franca, e fu istituito il bilinguismo. La partecipazione al voto, nonostante le difficoltà, fu un successo, anche se per lungo tempo il potere fu limitato da lotte interne, corruzione e passava di mano in mano per un principio quasi dinastico: andò alla famiglia Gandhi dopo Nehru, che lo mantennero fino al 2014. L’arretratezza e la povertà erano comunque estreme. • Il Pakistan affronta una situazione diversa: era uno stato costituito senza continuità territoriale, con provincie orientali e occidentali, e capitale inizialmente nella città portuale di Karachi, e poi nella città di nuova costruzione Islamabad. Marcata varietà linguistica. Inoltre la religione, che doveva fare da base, era frammentata in vari gruppi, prima tra tutte la distinzione sunniti-sciiti. Lo stato fu dichiarato laico, ma con numerose aperture alla legge islamica. Seguirono insurrezioni di provincie e scontri con l’India, che sosteneva tali movimenti. In ambito di politica globale, il Pakistan sosteneva la Palestina e si schierava con gli USA, mentre l’India con l’URSS. D’altra parte le preferenze pakistane passarono alla Cina quando questa si scontrò con l’India. • Seguendo l’esempio di Commonwealth, la Francia avviò una politica imperialista, ridando voce ai concetti di eguaglianza e integrazione che avevano contraddistinto la sua nascita. Si delinea un’Unione francese, in cui i popoli francesi e d’oltremare costituivano un tutt’uno. Tuttavia il graduale processo di liberalizzazione delle colonie si scontrò, nel dopoguerra, con le difficoltà economiche, tali da portare alla luce la sconvenienza di mantenere effettivamente delle colonie. Le colonie italiane furono liberate e i coloni riportati in patria. • La liberazione delle colonie avveniva però sempre sotto forti vincoli, e anche al loro interno la crescita economica, pur instabile, e la nascita di un ceto borghese di tipo occidentale potarono a un 10 certo malessere. Si sviluppano correnti progressiste o al contrario indipendentiste e rivolte al passato precoloniale. • La situazione si fece estrema anche in Indocina, con la dichiarazione della repubblica cinese e forti moti di gruppi armati in Vietnam. La caduta della fortezza di Dien Bien Phu, nel 1954, causò la cattura di 10000 francesi e portò poco dopo alla divisione, decisa alla conferenza di Ginevra, dello stato in una repubblica a nord e un regno a sud. Di lì a poco da tali basi si sviluppò la guerra del Vietnam. L’instabilità del sud e le azioni dei partiti comunisti locali (Vietcong) per l’unificazione portarono alla decisione di un forte aumento degli aiuti americani. Nel giro di pochi anni le truppe americane sul territorio erano mezzo milione e frequenti erano i bombardamenti sul nord, che tuttavia resisteva. Le cifre del massacro portarono a un irrigidimento dell’opinione pubblica americana e a una forte opposizione interna, e di lì a pochi anni al ritiro delle forze (+ o – 1964/1975) le forze del Nord conquistarono il Sud. Indipendenza problematica della Birmania. Dopo Dien Bien Phu, i francesi si ritirarono dall’Indocina e concessero l’indipendenza anche a Tunisia e Marocco. Tuttavia restava inconcepibile l’idea di abbandonare l’Algeria: era un territorio metropolitano dal 120 anni e vi risiedeva mezzo milione di europei. Tuttavia, proprio perché era un territorio francese, non si erano sperimentati i compromessi trovati nelle altre colonie: l’indigenato era stato abolito da poco, nelle scuole si insegnava agli algerini che la cultura araba era inferiore, che i loro antenati erano i galli, e che a loro erano negate le libertà tanto esaltate. I forti disordini mostrarono il maturare di un ovvio sentimento antifrancese. La guerra di Algeria, iniziata con attentati e assalti nel 1954, non venne considerata dai francesi per molti anni, nonostante sia durata ben 8 anni. Le forze pendevano dalla parte della Francia, che rispondeva con possenti dispiegamenti di truppe, soppressioni, stupri di massa e rastrellamenti, ma anche gli algerini dettero il peggio, con attentati e attacchi. Entrambi gli schieramenti colpirono duro la popolazione civile degli avversari, cosa che non tardò ad attirare l’attenzione internazionale (costruzione delle basi del moderno terrorismo come guerra di resistenza dei popoli oppressi). Su pressione delle potenze ex-coloniali, USA e URSS, i francesi furono costretti a cedere, anche se gli anni seguenti non furono meno cruenti. • Israele: dal 1922 la Palestina era affidata al mandato inglese. Gli inglesi mantennero una posizione ambigua di supporto a entrambe le fazioni, ma i numeri della comunità ebraica crebbero molto rapidamente tra il ’24 e il ’38, e esplose con l’ascesa di Hitler. I gruppi si insidiarono supportati da una forte ideologia nazionale e crearono fiorenti attività, agricole e industriali. Una crisi fece calare i prezzi agricoli e causò una serie di sommosse arabe tra il ’35 e il ’38, con la partecipazione dei combattenti arabi ribelli majahidin. La rivolta fu sedata con forza da inglesi e ebrei. In tale contesto di difficoltà nacque un nazionalismo palestinese, che però mancava di solidi referenti storici e si basava più che altro sulla contrapposizione all’ Yishuv (prima più che palestinesi erano sudditi dell’impero ottomano). Più tardi nascita di Hamas. Intanto, benché gli inglesi limitassero l’immigrazione, fortissima anche dopo la fine della guerra, Israele sembrava aver posto basi solide alla sua struttura statale, mentre sul territorio agivano già gruppi armati clandestini, poi incorporati in parte nell’esercito, che organizzavano azioni contro gli inglesi. Questi decisero di ritirarsi, e l’ONU propose la costituzione di due stati. Israele rispose con forti rappresaglie contro i villaggi arabi, e senza aspettare il ritiro ufficiale proclamò l’indipendenza, subito approvata da Stati uniti e Unione sovietica e dalla maggior parte degli stati, esclusi quelli arabi, che risposero muovendo immediatamente guerra alla neonata nazione. Tuttavia mancava il coordinamento e furono principalmente gli egiziani a dare manforte alla resistenza palestinese, mentre aiuti e arsenali arrivavano dall’Europa a Israele. Quando l’ONU riuscì a far raggiungere ai contendenti un armistizio, Israele si estendeva ormai su una superficie doppia rispetto a quella prevista inizialmente dai trattati (1949). Iniziarono gli esodi e gli espropri dei palestinesi, costretti a lasciare le proprie case e villaggi. Campi profughi furono organizzati, ma solo la Giordania concesse la cittadinanza ai profughi, che potevano però lavorare anche in Libano e Siria. Da allora generazioni di espatriati vivono sui confini nei campi, ostaggio della politica internazionale. Intanto Israele prese a formare la propria identità nazionale, rimediando alle divisioni causate dal sionismo, che per quanto collante ideologico era composito e influenzato dai diversi ambienti di sviluppo. Si costituì un regime 11 democratico-parlamentare, basata sull’immaginario dell’ebreo con il fucile e l’aratro, che bonifica i terreni abbandonati e li difende dagli invasori. Si costituirono delle specie di comuni contadine. Gerusalemme fu fatta capitale (anche se le istituzioni restavano a Tel Aviv), e l’antico ebraico rivisitato fu adottato come lingua nazionale. Dal 1950 inoltre le leggi permisero l’inserimento immediato nella società degli ebrei provenienti dal mondo. Altro elemento fondante fu la Shoah (processo Eichmann). In seguito alla guerra, molti ebrei si erano spostati dall’Europa agli USA, che ora ospitavano la comunità più popolosa, secondo Israele. Ciò portò a forti rapporti tra i due stati. • Egitto, Nasser, crisi di Suez nel 1958, contro Inglesi e Francesi. • In Iran vi fu un tentativo di destituzione riuscito e di riforme, ma intervennero GB e USA, interessati al controllo dei pozzi petroliferi dell’area, che riportarono al potere l’originale sovrano. • Il Medio Oriente si configura come il centro delle tensioni geopolitiche e economiche internazionali. Nel 1967 un’informazione falsa portò Nasser a mobilitare l’esercito, seguito a ruota da Israele che però attaccò per primo Egitto, Siria e Giordano. La guerra fu vinta in soli sei giorni. L’ulteriore espansione territoriale israeliana, che confermava la potenza militare, costrinse i palestinesi a migrare ancora più lontano. In Egitto, per controllare i movimenti palestinesi, Nasser creò l’OLP, organizzazione per la liberazione della Palestina, che presto virò divenendo un’organizzazione che propendeva per la jihad e la vittoria militare. nel frattempo il re di Giordania aveva deciso di scacciare i palestinesi, che ormai costituivano uno stato nello stato, e ne espugnò le fortezze. Essi si spostarono in Libano. Altro attacco a Israele nel 1973. Il trattato di pace tra Egitto e Israele si ebbe solo nel 1979, dopo anni di diplomazia tesissima. • Nasce la concezione di “terzo mondo” e di modernizzazione: termine nato negli anni ’50-’60, quest’ultimo si riferisce a un fenomeno di crescita economica con determinate caratteristiche (crescita industria al posto di agricoltura, aumento reddito pro capite, crescita del ceto medio, partecipazione cittadina alla vita pubblica…). Nascono organizzazioni internazionali intenzionate a migliorare il livello di vita globale. Proliferazione degli stati nazione, e aumento dei partecipanti all’Assemblea delle Nazioni Unite. Leader con educazione europea in Africa, stati con struttura democratica mutuata dall’occidente, ma le fragili strutture statali dovettero affrontare ovunque secessioni, conflitti interni e interessi economici e politici internazionali, prendendo i tratti di dittature. Ai primi presidenti laureati seguirono leader militari spesso più oppressivi e sfarzosi dei governi coloniali. Simili situazioni si presentarono in Nord Africa, dove i dittatori si appoggiarono alle enormi riserve di petrolio (Gheddafi in Libia, si appoggia su un’ideologia panaraba e islamica). Auto-dichiarata potenza anti imperialista, la Libia aveva le sue radici nella cultura nomade (Gheddafi stesso amava dormire in tenda, presentandosi come alfiere dello stile di vita nomade). Portato avanti progetto socialista. In Sudafrica Appartheid dal 1948. Nel ’61 condanna ufficiale dell’ONU, sanzioni economiche. • Sotto Chruscev, la politica dell’URSS volse al supporto dei paesi liberatisi e di quelli non allineati con l’ONU, nella convinzione che la caduta del colonialismo avrebbe inferto un pesante colpo al capitalismo. Successo in particolare a Cuba, che si era liberata dell’influenza statunitense con l’insurrezione di Fidel Castro (alla quale aveva partecipato il famoso Ernesto Guevara, medico argentino, detto Che). Inizialmente non legato al comunismo, Castro acconsentì a vendere lo Zucchero prodotto sull’Isola all’URSS, divenendo lo stato satellite comunista più vicino al grande nemico capitalista. La garanzia di difesa missilistica infatti spinse Castro a optare per uno stato socialista. Attacco nella Baia dei porci e Crisi missilistica nel 1962. Perón vince in Argentina, con sostegno dei sindacati operai, tentativi, spesso non riusciti, di influenza Kennedy sull’America latina. Gli USA, al fine di favorire con ogni mezzo l’anticomunismo, negli anni seguenti appoggiarono prevalentemente i militari a discapito delle classi medie, preferendo il rigido controllo delle dittature alle promesse di progresso. Politica di appoggio ai dittatori e ai golpe anticomunisti in America latina. Caso Cile, Pinochet. Regime autoritario, terrorismo di stato sostenuto da rete poliziesca degli altri regimi e dalla CIA. Fece scuola, anche in Argentina, dove si instaurò Videla, la cui dittatura fu la più drammatica (desaparecidos). 12
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