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Amphitruo (Anfitrione), Plauto, Schemi e mappe concettuali di Lingua Latina

Presentazione e riassunto della commedia di Plauto "Anfitrione", condotta sull'edizione del Traina.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 01/07/2023

Martina882
Martina882 🇮🇹

4.6

(29)

21 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Amphitruo (Anfitrione), Plauto e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Lingua Latina solo su Docsity! L'AMPHITRUO Plauto (Sarsina, 255/250 a.C. - 184 a.C.) L'Amphitruo è una commedia in cinque atti scritta da Plauto presumibilmente verso la metà del III secolo a.C. e rappresentata con molta probabilità nel 206 a.C. L'opera, forse una delle sua più lunghe (1456 versi, di cui 300 lacunosi), trae il titolo da uno dei protagonisti, il comandante dell'esercito tebano Anfitrione, mentre gli altri personaggi sono gli dei Giove e Mercurio, i mortali Alcmèna e Sosia, rispettivamente moglie e servo di Anfitrione, e due personaggi di contorno, il pilota Blefarone e la serva Bromia. L'Amphitruo è un classico esempio di quella che viene chiamata "commedia degli equivoci" provenienti dal doppio: vi sono, infatti, due Anfitrioni, due Sosia, due gemelli e "due Alcmène", quella che sa di essere una moglie fedele e quella che appare al marito come un'adultera. Se, poi, di norma in Plauto il beffatore è lo schiavo che, emarginato dalla gerarchia sociale, si fa forte della sua intelligenza per vendicarsi del mondo dei liberi ed è quindi un inganno che va dal basso all'alto, in questo caso la direzione si inverte perchè chi inganna sono gli dei a spese degli uomini. Ecco come l'Amphitruo può bene considerarsi un classico esempio di "tragicommedia", ovvero un genere misto di tragico e di comico, proprio perchè esso rappresenta fatti riguardanti anche divinità, di cui si occupava tradizionalmente la tragedia. L'elemento tragico si concentra anche sul personaggio di Alcmèna, vera eroina tragica nella patetica difesa del suo amore e della sua virtù di donna fedele, e sulla lunga, dettagliata e veritiera descrizione che Sosia fa della battaglia a partire dal v. 186, sebbene egli affermi di non essere stato un testimone oculare e di riferire solo cose sentite. Due argomenti: tipici esempi di "forma breve"; sono in senari giambici (∪ —) L'Amphitruo si apre con due argomenti di mano non plautina, aggiunti all'opera dai filologi nel II secolo d.C., successivamente alla morte dello stesso Plauto; il secondo, in particolare, è acrostico, ovvero le lettere iniziali di ogni verso, lette verticalmente, danno il titolo della commedia. Entrambi comunque, com'è tipico, riassumono in breve il contenuto dell'intera rappresentazione, evidenziandone gli antefatti, lo svolgimento e l'epilogo. Prologo: ha lo scopo di preparare il pubblico alla novità del genere e di condurlo passo dopo passo lungo la trama perchè non si confonda nel gioco dei doppi Anfitrione, generale di Creonte, re di Tebe, dopo aver sposato Alcmèna, ha lasciato la città per combattere i Telèboi. Nel frattempo Giove si è innamorato della moglie. SCAMBIO DEI RUOLI Il dio, per potersi avvicinare a lei senza suscitare alcun sospetto, assume le sembianze di Anfitrione, che intanto tornava trionfante dopo aver vinto i nemici. Così Giove passa con Alcmèna una lunga notte d'amore, prolungata magicamente per allungarne le gioie, e intanto Mercurio, che ha assunto l'aspetto del fidato servo di Anfitrione, Sosia, fa la guardia fuori dal palazzo. I atto Quando il vero Sosia, servo di Anfitrione, giunge per ordine del suo signore alle porte del palazzo per raccontare ad Alcmèna del comportamento valoroso tenuto dal suo sposo in guerra, trova Mercurio con le sue sembianze che gli impedisce di entrare, giungendo addirittura a picchiarlo. Sosia, confuso dall'aver visto un altro se stesso, si smarrisce nel dubbio di chi sia egli in realtà. Giunta al termine la lunga notte d'amore, Giove lascia Alcmèna, dicendo che deve tornare dalle sue truppe.