Scarica ANALISI NOVELLA BOCCACCIO FRESCO E CESCA e più Esercizi in PDF di Italiano solo su Docsity! Analisi del testo Fresco e Cesca ( Decameron, novella VIII della sesta giornata narrata da Emilia). Fresco conforta la nepote che non si specchi, se gli spiacevoli, come diceva, l'erano a veder noiosi. Uno adunque, che si chiamò Fresco da Celatico, aveva una sua nepote chiamata per vezzi1 Cesca, la quale, ancora che2 bella persona avesse e viso,non però di quegli angelici che già molte volte vedemmo, sé da tanto e sì nobile reputava3, che per costume aveva preso di biasimare e uomini e donne e ciascuna cosa che ella vedeva, senza avere alcun riguardo a sé medesima4, la quale era tanto più spiacevole, sazievole e stizzosa5 che alcuna altra, che a sua guisa niuna cosa si poteva fare6; e tanto, oltre a tutto questo, era altiera, che se stata fosse de' reali di Francia sarebbe stato soperchio7. E quando ella andava per via sì forte le veniva del cencio8, che altro che torcere il muso non faceva, quasi puzzo le venisse di chiunque vedesse o scontrasse. Ora, lasciando stare molti altri suoi modi spiacevoli e rincrescevoli9, avvenne un giorno che, essendosi ella in casa tornata là dove Fresco era, e tutta piena di smancerie10 postaglisi presso a sedere, altro non faceva che soffiare; laonde Fresco domandando le disse: - Cesca, che vuol dir questo che, essendo oggi festa, tu te ne sé così tosto11 tornata in casa? Al quale ella tutta cascante di vezzi rispose: - “Egli è il vero12 che io me ne sono venuta tosto, per ciò che io non credo che mai in questa terra13 fossero e uomini e femine tanto spiacevoli e rincrescevoli quanto sono oggi, e non ne passa per via uno che non mi spiaccia come la mala ventura14; e io non credo che sia al mondo femina a cui più sia noioso il vedere gli spiacevoli che è a me, e per non vedergli così tosto me ne son venuta.” Alla qual Fresco, a cui li modi fecciosi15 della nepote dispiacevan fieramente, disse: - Figliuola, se così ti dispiaccion gli spiacevoli, come tu dì, se tu vuoi viver lieta, non ti specchiare giammai. Ma ella, più che una canna vana16 e a cui di senno pareva pareggiar Salamone, non altramenti che unmontone avrebbe fatto17, intese il vero motto di Fresco; anzi disse che ella si voleva specchiar come l'altre. E così nella sua grossezza18 si rimase e ancor vi si sta. Comprensione e analisi 1 Con un vezzeggiativo. 2 Benché. 3 Si considerava di così gran valore e nobile. 4 Senza considerare se stessa. 5 Antipatica stizzosa e irritabile. 6 Che non si poteva fare alcuna cosa che le piacesse. 7 Che anche se fosse appartenuta alla famiglia dei reali di Francia la sua superbia sarebbe stata eccessiva. 8 Mostrava disgusto come se sentisse odore di uno straccio bruciato. 9 Fastidiosi. 10 Smorfie. 11 Presto. 12 E' vero 13 Città. 14 Mala sorte 15 Sgradevoli. 16 Più vuota (sciocca) di una canna. 17 Capì il vero significato della battuta di spirito di Fresco non diversamente da come l'avrebbe capita un montone cioé un animale stupido. 18 Stupidità. 1- Dividi il testo in sequenze (situazione iniziale, sviluppo della vicenda, conclusione) e scrivi per ciascuna un titolo. 2- Scrivi la parafrasi puntuale del motto di spirito rivolto da Fresco a Cesca e spiega qual è il suo significato, ossia che cosa egli intenda fare capire alla nipote. 3- Come è descritto il personaggio di Cesca? Quali aspetti fisici e del carattere sono sottolineati? Rintraccia nel testo e commenta le espressioni che riguardano il modo in cui la donna atteggia il viso e il corpo. Come spieghi l'insistenza del narratore sulla sua gestualità? 4- Che cosa rimprovera Cesca alle persone che disprezza? Il suo atteggiamento nei confronti di Fresco è simile o diverso rispetto a quello tenuto con gli altri? Per quale motivo? Giustifica la tua risposta con riferimenti al testo. 5- Come si comporta Fresco nei confronti di Cesca? Con quale mezzo affronta il malumore della nipote? Per quali aspetti differiscono principalmente i due personaggi? 6- In che modo il lettore è orientato ad esprimere un giudizio negativo su Cesca e positivo su Fresco? In quali punti della novella è riconoscibile il giudizio del narratore sui personaggi ? Il registro con cui è espresso tale giudizio è severo e moralistico oppure leggero e ironico ? Quali elementi ti consentono di affermarlo? Riferisciti al testo nella tua analisi. 7- Considera la presenza nella novella di numerose parole ed espressioni che alludono al disgusto e alla “spiacevolezza”. A chi sono riferite? Come si può interpretare la loro ricorrenza? Riferisciti al testo nella tua risposta. 8- La conclusione della novella costituisce un’evoluzione rispetto all’esordio oppure si può osservare un ritorno circolare alla situazione di partenza? Giustifica la tua analisi con riferimento al testo. Approfondimenti 9 a)- L'ingegno è considerato da Boccaccio un valore fondamentale. Attraverso quali forme esso può manifestarsi concretamente? Confronta l'intelligenza dimostrata in questa novella da Fresco con quella di altri personaggi a te noti delle novelle del Decameron. (Rispondono solo gli alunni da Carvone a Montagnani) 9 b)-Confronta il personaggio di Cesca con altre figure femminili del Decameron evidenziando ne analogie e differenze. (Rispondono solo gli alunni da Perin a Zumbo). RISPOSTE prospettiva più negativa, siccome a nessuno piace una persona altezzosa, che si crede migliore di chiunque altro nei dintorni. Mentre lei è vista negativamente, Fresco è il personaggio verso il quale proviamo subito simpatia. Non solo perché ha un carattere così paziente da sopportare la nipote, ma anche perché in un qualche modo, quando lei è di malumore, nonostante non se lo meriti, prova a rallegrarla e a darle dei consigli. È evidente il favoreggiamento dell’autore per Fresco. Non perché lo descriva in modo migliore, anzi. Praticamente non parla del suo carattere, ma il fatto che descriva Cesca con tanto disprezzo suggerisce che non ami le persone pompose. Esprime un giudizio leggero e ironico, che potrebbe essere un modo per dire che, persone del genere è inutile renderle troppo sul serio perché sono così testarde e così narcisiste che non vedono oltre il loro riflesso. Il giudizio ironico è intuibile soprattutto dalle ultime frasi, dove Boccaccio paragona ironicamente Cesca a re Salomone, mettendo a confronto la saggezza del re (che è così grande da renderlo il più famoso dei re e il più sapiente) e quella di Cesca (che è nulla, tanto che non comprende ciò che Fresco le dice) 7) La maggior parte delle volte le parole sono riferite a Cesca, anche se talvolta è lei che le riferisce ad altra gente. La loro ricorrenza la si può interpretare come un nascosto giudizio dell’autore, siccome più volte vengono usate nella descrizione di atteggiamenti o caratteristiche della ragazza. Ad esempio, si dall’inizio, nella descrizione, vi troviamo queste due parole. La descrizione è composta dall’autore, nonostante sia qualcun altro a narrarla, perciò deve per forza vedere anche lui Cesca così. 8) La conclusione della novella riprende l’inizio del racconto. Cesca infatti decide di non seguire il suggerimento di Fresco e quindi rimane come era inizialmente: “così nella sua grossezza41 si rimase e ancor vi si sta” 9) L’ingegno può manifestarsi prevalentemente attraverso la parola, o attraverso delle azioni, ed è una delle virù fondamentali, presente in ogni uomo, da quello ricco a quello umile. Nel caso dei Fresco, l’ingegno è manifestato attraverso le parole rivolte a Cesca. È un ingegno a fin di bene, volto a migliorare sia l’umore che il carattere della ragazza. In altre novelle ritroviamo l’ingegno utilizzato dai personaggi o per risolvere una situazione, o per tirarsi fuori dai guai. Alcuni esempi sono: Chichibio Cuoco, Cisti Fornaio e un altro personaggio che, tuttavia, non possiede alcun ingegno, Andreuccio da Perugia. Per quanto riguarda chichibio cuoco, egli utilizza la parola per sfuggire ad un problema che aveva creato egli stesso. Infatti era il cuoco di un nobile, che, un giorno, riportò dalla caccia un fenicottero. Poco prima di servirlo a tavola, la donna che Chichibio amava venne gli domandò se potesse avere una coscia dell’animale. Chichibio, non potendo dire di no, gliela concede. Una volta portato l’animale in tavola, il padrone di chichibio si arrabbia, chiedendo dove fosse finita la coscia mancante. Il cuoco rispose che i fenicotteri avevano solo una gamba, ma il nobile non credendogli, volle controllare. Dopo che, con un verso, fece spaventare i fenicottero, e questi rivelarono la seconda zampa, chichibio disse al nobile che la seconda zampa era spuntata solo dopo il verso. A questa risposta il nobile rise e perdonò il cuoco. In questo caso l’ingegno è stato dimostrato nella prontezza del cuoco a rispondere. Anche Cisti fornaio utilizza il suo ingegno per tirarsi fuori da una situazione sgradevole, senza offendere nessuno. Infatti Cisti era famoso per produrre il migliore vini, e quando un nobile lo assaggiò gli disse che ne avrebbe voluto ancora. Ogni mattina dunque il nobile andava al forno di Cisti e beva un sorso del vino. Un servo, curioso di assaggiare il vino, una sera che il nobile aveva organizzato una festa, andò da cisti con la scusa che il padrone gli aveva detto di prendere del vino. Tuttavia, portò con se un otre abbastanza grande da contenere il vino necessario agli ospiti, e da farne avanzare un po’per sé. Cisti però capì cosa 41 Stupidità. il servo volesse fare e rimandò indietro con la scusa che un otre del genere non era adatta a contare un vino di tale qualità. Dopo che il nobile chiese spiegazioni, con un abile uso della parola gli spiega ciò che il servo voleva fare, senza però smascherarlo esplicitamente. Andreuccio da Perugia è il tipico esempio di uomo sciocco, senza ingegno, ma che alla fine si rivela abbastanza abile. Egli infatti dopo una serie di sfortunati eventi, causati dalla sua ingenuità, riesce a tirarsi fuori da dei guai e a guadagnarci persino