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Anfitrione di Plauto, Sintesi del corso di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Riassunto dell'Anfitrione di Plauto

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015

Caricato il 30/07/2015

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Anfitrione di Plauto e più Sintesi del corso in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! solo a danno di chi la cerca. Da un lato è una questione del bene pubblico, dall'alto di quello della madre, che hanno pari valore. Ma Edipo è ormai deciso a cercare la verità sulle sue origini. Al verso 840 entra in scena Forbante,il pastore Tebano, non più coincidente col testimone oculare del parricidio. Questi aveva ricevuto dal Laio un bambino e lo diede al vecchio di Corinto che, in preda a compassione, lo diede a Merope per poter crescerlo. E-mail di Ponti scopre la notizia inizia a urlare disperato anche il popolo scagli contro di lui. Si considera l'infamia della propria generazione, abominio degli dei, distruzione del sacro diritto, meritevole di morte già il giorno che respirò per la prima volta. Giocasta ai vw. 880 non è più in scena: però problematico guando ne sia uscita, visto che la sua uscita non è, diversamente dall'uso senecano, non è messa in risalto nel testo. Quarto coro (vv. 880-914) In questa parte corale l'ideologia aristotelica del giusto mezzo viene illustrata da un esempio che la prende alla lettera: la leggenda di Dedalo e Icaro, che con le ali di cera fabbricate dall'ilustre inventore fuggirono da Greta e dalle minacce di Minosse. Dedalo, si tenne un'altezza moderata, si salvò, mentre il figlio per essersi spinto troppo in alto ebbe le ali sciolte dal sole, e precipitò nel mare che da lui ricevette il nome di Icaro. Ai vv. 9098-10 c'e una sententia corale:" tutto quello che c'è nella misura resta sospeso nell'insicurezza”. Ecco dunque arrivare un messaggero che racconta l'epilogo tragico della vicenda di Edipo. Il Tebano, come un leone libico che infuria per i campi scuotendo minacciosamente la fuha criniera, entro con il volto torvo dalle suore nella reggia. In lui trabocca l'immenso dolore profondamente sommerso e tra sè e sè prepara un non so che di grande dissimile al suo destino.dopo un appello al Citerone, serbatoio di delitti, Edipo si appresta a oscurare il terribile mondo in quella funesta realtà che ha creato intomo a sé. Egli infatti decide di accecarsi, per non vedere più tutto ciò che ha causato. La morte infatti sarebbe stata troppo veloce, aveva bisogno di qualcosa che allungasse il suo dolore, la sua pena per tutti delitti commessi. Si augura di rinascere e poi tornare a morire per rinascere per soffrire sempre nuovi tormenti.ma ciò che non si può ripetere si può però prolungare, si può scegliere una morte lunga (mors eligatur lenga).così non Seneca l'accecamento si definisce come omogenea la morte, appare momento di essa: un processo coerentemente fondato sulla capacità di isolare un'attenzione specifica su una parte delicatissima della persona. In Sofocle viene contrapposta la morte, è dettato dalla necessità di non vedere nell' Ade i genitori offesi. L' allusione a Laio { "muori, ma restando al di qua di tuo padre",v.950) Segue la terribile descrizione dell'accecamento: "Strappa insieme globi dalla più profonda radice, la mano resta attaccata al vuoto e fissandosi in profondo scava con le unghie la capitale Piqué vuote, incrudelisce inutilmente infuria più di quanto occorre." La descrizione dello scempio operato dal medico sui suoi occhi risponde in confronto la brevità è sobrietà dello stesso gesto in Sofocle, al gusto senecano dell'orrore. Che Edipo strappi gli occhi con le sue stesse mani, e non con le fibbie di Giocasta ,è un incremento di valore dovuto alla struttura innovativa che pospone suîcidio di Giocasta. Quinto coro (vv. 9B0- ) La parte corale qui si precisa in una accettazione, quasi rassegnata, del destino: "Tutto ciò che noi mortali soffriamo, tutto ciò che compiamo viene dall'alto."ogni cosa dunque va per un sentiero fisso e il primo giorno ha fissato l'ultimo. Fer ciascuna vigi un ordine stabilito l'inflessibile a qualunque preghiera e molti incontrano il proprio fato mentre lo temono. Esce Edipo barcollante e cieco. Con l'accecamentoÈ di Paul pagato il debito verso suo padre. ll coro annuncia l' uscita dunque che la folle Regina, che si atteggia come la madre tebana che, colta da un accesso di follia, decapita il figlio se una cosa solo dopo averlo fatto, Agave.non sa se rivolgere la parola a Edipo, lo desidera e insieme ne ha paura. Per Edipo non è più lecito che si incontrino poiché entrambi sono impuri dunque un vasto mare li deve separare, una terra remota. Lo scopo dell'accecamento, la separazione dal contatto percettivo con il mondo deteriorate col suo nucleo dolente che se ne rapporti familiari, fallisce allorché la voce di de giocaste richiama il tipo