Scarica approfondimento casa editrice e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia Economica solo su Docsity! approfondimento sul mercato delle partiture musicali - riferimento specifico alla casa editrice Ricordi introduzione generale L’editoria musicale, generalmente conosciuta come stampa musicale, fa parte dell’editoria generale e si occupa della stampa, e quindi della pubblicazione, di materiale musicale (principalmente spartiti singoli e partiture complete di vari compositori nazionali ed internazionali), utilizzato quotidianamente dagli esecutori (sia musicisti professionisti, sia musicisti principianti ed amatoriali). Una volta, la mansione dell’editore musicale era di lunga durata ed esclusivamente in forma cartacea; mentre oggigiorno si è sviluppata parallelamente l’editoria musicale in forma digitale, tramite l’utilizzo di programmi informatici specifici (“Musescore” e “Sibelius” sono i programmi a pagamento più conosciuti ed utilizzati). Oggi la figura dell'editore musicale spesso si affianca a quella del compositore, proprio per la sua rilevanza nella scrittura musicale e costituisce un tramite. L'editore musicale, infatti, rappresenta una sorta di intermediario che permette di diffondere la musica, a partire proprio dalla pubblicazione del materiale musicale. Un altro ruolo importante era svolto dalla SIAE (Società Italiana Autori ed Editori), che aveva il compito fondamentale di controllare la gestione dei diritti d’autore e l’editore, in particolare, era incaricato del deposito del materiale musicale in suddetta Società. L’editoria musicale, come tutti i fenomeni storici, ha avuto una storia molto complessa e si è evoluta nel corso dei secoli, in relazione alla zona geografica d’interesse e alle vicende storiche che si sono susseguite nel corso del tempo. In particolare, per quanto riguarda gli ultimi decenni del Settecento e i primi anni del Novecento, l’editoria musicale italiana ha visto una ripresa significativa dell’attività, anche se venne influenzata dal cambiamento del mercato operistico e dal mutamento della legislazione riguardante il diritto d’autore. Per quanto riguarda la realtà italiana, ci furono tre punti focali principali in questo secolo che stiamo prendendo in considerazione e, in qualche modo, influenzarono il lavoro dei compositori (quindi anche degli editori musicali): i primi due eventi erano prettamente storici e furono la Restaurazione (1815) e l’Unità d’Italia (1861). Il un terzo punto focale fu più che altro tecnologico e avvenne a partire dal decennio 1930-1940, cioè l’introduzione di nuove tecnologie di riproduzione sonora, come la radio e il giradischi, e dai conseguenti cambiamenti nel consumo della musica, che influenzarono i meccanismi tradizionali di produzione dell’editoria musicale. Quindi quest’ultimo punto segnò dei cambiamenti anche a livello culturale e sociale. A fine Settecento, la ripresa dell’editoria era strettamente legata all’attività commerciale di libri e di stampa tipografica, a discapito dell’attività di copista, che divenne sempre di più un’attività di nicchia (anche se rimase attiva ancora per alcuni anni dopo lo sviluppo della stampa tipografica). Successivamente, gli editori dell’Ottocento cominciano ad essere dotati di una propria stamperia e di un proprio negozio, tramite il quale vendevano copie manoscritte e edizioni proprie stampate. Nel corso del tempo, si assistette, in varie zone della penisola italica, a numerosi tentativi di produzione editoriale, che generalmente però caddero in disfatta nel breve periodo (alcune durano anche solo pochi decenni). Tra le varie città in cui si affermarono le produzioni editoriali, troviamo Venezia, Napoli e Torino; ma, il caso più importante e più noto fu sicuramente quello di Milano, dove si affermarono il maggior numero di case editrici musicali, tra cui la Ricordi (entrata in attività a partire dalla sua fondazione, avvenuta nel 1808, ed esistente ancora oggi). A partire dai primi anni del Novecento, oltre alla produzione e alla diffusione del repertorio per il consumo da parte di musicisti professionisti, si affermarono anche le edizioni a scopo didattico ed amatoriale, principalmente per pianoforte (strumento più in voga di quel periodo) e per canto. Queste ultime edizioni, non comprendevano solo studi (brevi composizioni che servono ad esercitare e a migliorare dei particolari aspetti della tecnica di ogni strumento musicale) e libri teorici (comprendenti solfeggio, storia della musica e teoria musicale), ma anche raccolte delle composizioni classiche più importanti (anche di autori internazionali). Proprio questo fu il punto di forza della Ricordi: la grande varietà nella produzione e nella diffusione della musica. Infatti, come scrisse il critico musicale Luigi Parigi nel 1917, in Italia non vi era una situazione tale che permettesse alle altre case editrici nascenti o già esistenti di contrastare la Ricordi. casa editrice Ricordi La casa editrice Ricordi venne fondata nei primi anni dell’800, in particolare nel 1808, ed è tutt’oggi in attività (anche se fa parte del gruppo tedesco Bertelsmann dal 1994, dopo una trattativa di quasi due anni). Il padre fondatore fu Giovanni Ricordi (Milano, 1785-1853), figlio di Giovanni Battista Ricordi, di professione vetraio, e di Angiola Medici. Il suo avvicinamento al mondo della musica avvenne fin dalla giovane età, quando intraprese gli studi musicali e divenne primo violino presso il teatro “Fiando” di Milano, oggi conosciuto come teatro “Gerolamo”. Successivamente divenne anche direttore d’orchestra nel medesimo teatro. Nel 1803 circa, fondò una copisteria e, oltre a questa attività, lavorò presso alcuni teatri milanesi (tra cui anche al teatro “Carcano”). Nel 1807, quattro anni dopo la fondazione della prima piccola copisteria, al fine di studiare e migliorare le tecniche di incisione e di stampa, si recò a Lipsia (in Germania, nella regione della Sassonia). Proprio qui ebbe modo di apprendere presso la “Breitkopf & Härtel”, considerata dagli studiosi tra le più antiche case editrici musicali esistenti, specializzata anche nella produzione di pianoforti apprezzati da diversi compositori importanti, come Liszt e Schumann. In questi anni approfondí anche i vari metodi di commercio delle produzioni musicali. La penisola, infatti, subirà notevoli bombardamenti e, a partire dal 1942, Milano sarà tra le città italiane più colpite. Proprio per questo, anche la casa editrice Ricordi subì numerose perdite è una notevole distruzione. Quindi, nel 1944 Renzo Valcarenghi, che aveva guidato la casa editrice a partire dal 1919, si dimise da direttore della Ricordi. Nel 1952 la casa editrice venne trasformata in una società per azioni, proprio dopo l'uscita di scena di Valcarenghi e Clausetti, i quali avevano guidato la storica casa editrice dopo le dimissioni di Giulio Ricordi. A questo punto, la famiglia Ricordi decide di tornare alla guida dell'azienda con Camillo Ricordi, figlio del fratello di Tito II e, nel giro di pochi anni, si procedette verso una vera e propria riorganizzazione interna, anche a livello gestionale, coerentemente con la situazione culturale, sociale e politica profondamente cambiata dopo l'esperienza della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1994 Guido Rignano, amministratore della Ricordi, per conto degli azionisti cede il pacchetto di maggioranza del gruppo musicale Ricordi al gruppo tedesco Bertelsmann, tra i primi gruppi mondiali nel settore editoriale e dell'entertainment. Nel contratto di vendita Rignano impone la clausola che l’archivio storico non possa mai lasciare l'Italia. Con questa acquisizione, Bertelsmann, entra a far parte della BMG con il nuovo nome di BMG Ricordi, pur mantenendo una netta divisione tra le due case editrici e discografiche. Questa separazione porta ad una fase di riorganizzazione interna, avvenuta già precedentemente, e ad una modernizzazione di tutti i processi aziendali. Nel 2004, con la fusione di Sony e BMG, per le edizioni musicali si costituisce ufficialmente una nuova società, la BMG (Ricordi Music Publishing). produzione editoriale della casa editrice Ricordi L’attività di produzione della Ricordi percorse due linee principali interconnesse tra di loro: in primo luogo la produzione di edizioni musicali di partiture e spartiti, e in secondo luogo la vendita ai teatri di materiale musicale. Nella produzione, in un primo momento, la Ricordi proseguì una tradizione ormai già consolidata, cioè l'attività di copiatura svolta dai copisti. Questi ultimi si impegnavano a copiare a mano tutti i materiali per le rappresentazioni della stagione teatrale ed orchestrale, in cambio però di un compenso poco dignitoso. Solo negli anni a seguire la nota casa editrice si modernizzò e acquisì nuove tecniche, oltre che a nuovi strumenti, al fine di aumentare e migliorare la produzione. Nei primi anni di attività, la produzione di Ricordi fu destinata prevalentemente alla musica strumentale, oltre che alla teoria musicale. Ad esempio, il catalogo del 1822 si apre con i Metodi e Solfeggi per diversi strumenti, e prosegue con delle sezioni dedicate ai singoli strumenti come violino, viola, violoncello e flauto traverso. Questa sezione comprende nello specifico duetti, sinfonie, trii, quartetti, sonate e capricci (finalizzati anche a migliorare la tecnica). Una struttura analoga ha il successivo catalogo del 1825,con la differenza che quest’ultimo inizia con delle sezioni dedicate nello specifico al pianoforte. Gli autori più rappresentati nella prima fase di produzione sono per pianoforte e possiamo trovare Beethoven, Schubert e Zimmermann. Il catalogo del 1825, invece, registrò il successo della musica di Rossini, con addirittura ben 18 opere complete. Questa è considerata una rarità, infatti Rossini fu uno dei pochi compositori ad avere così tante opere complete nel catalogo. Nel successivo catalogo ci fu una sorta di apertura verso qualche composizione vocale sacra come lo Stabat Mater di Rossini e le Messe di Bellini. L’altra cospicua sezione che ebbe una cospicua fortuna, come citato precedentemente, è dedicata al pianoforte, in cui vi è il predominio di compositori più celebri dell’epoca. Negli anni successivi, i cataloghi editi da Ricordi sono costituiti per la maggior parte dalle opere di Verdi e di Puccini. Questo fu spinto anche dalle esigenze valoriali della popolazione. Nascono poi, tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70, le edizioni economiche Ricordi. Esse presentano diverse collane, tra cui la biblioteca musicale popolare e la biblioteca musicale tascabile. Nel complesso vi fu una produzione editoriale che toccò una grande varietà di generi e che si rivolse a diversi tipi di acquirenti. L’espansione della casa editrice sul mercato estero, infine, genera una grande quantità di edizioni con testo tradotto in diverse lingue come francese, inglese e tedesco. modi di produzione editoriale La produzione editoriale di Ricordi è registrata in una serie di volumi di inventario, chiamati libroni. A ciascun librone è assegnato un numero; la successione dei numeri segue la programmazione editoriale della casa editrice. Dopo il periodo a Lipsia, come citato precedentemente, Ricordi apprese diverse nuove tecniche e vennero introdotte nella casa editrice italiana. Una di queste fu la tecnica litografica, che si stava diffondendo un po’ in tutta Italia per quanto riguarda la stampa musicale, e il cui processo era basato sulla tecnica di stampa chimico-fisica delle immagini ed è l’opposto della tecnica xilografica. I libroni presentano, accanto al numero di edizione, anche il nome dell’incisore a cui veniva affidato il lavoro, la data in cui il brano veniva consegnato all’incisore, l’autore, l’eventuale riduttore, il titolo del brano, talvolta la data di deposito o di pubblicazione prevista, nonché altre informazioni come prezzo, numero di pagine, numero di lastre utilizzate, numero di copie, formato, ecc. In calce a ciascuna edizione, inoltre, figurano anche le sigle degli incisori. In particolare, dalla fine degli anni ‘30, Ricordi produsse anche edizioni ornate da frontespizi illustrati. Vi erano quindi tutta una serie di informazioni che potevano essere utili sia al musicista sia alla casa editrice stessa per una più facile catalogazione. Nei libroni di casa Ricordi talvolta si inseriscono anche materiali non destinati alla pubblicazione a stampa, come le parti d’orchestra necessarie per le rappresentazioni teatrali. Concluse le operazioni di stampa, Ricordi effettuava il deposito in archivio delle edizioni, secondo quanto dettava la legge: nei primi decenni di attività, le edizioni venivano depositate a Milano all’ufficio di censura; dopo l'Unità d’Italia Ricordi presentò, in genere ogni mese, due esemplari di ciascuna opere edita dalla casa, secondo la nuova legge sul diritto d’autore. Inoltre, al fine di assicurare una vasta diffusione della produzione, la Ricordi faceva in modo che ci fosse un’ampia pubblicizzazione sulla stampa (prima solo sulle gazzette di Milano, poi anche su periodici non milanesi). Ad esempio, per alcuni mesi, Ricordi allegò alla gazzetta di Milano un apposito foglio periodico trimestrale con l’elenco delle collane disponibili e il bollettino delle ultime novità. Però, a partire dal 1842, Ricordi ebbe un ulteriore strumento pubblicitario interno, dato in particolar modo dalle proprie riviste musicali. Vi erano delle rubriche dedicate alle novità musicali della casa Ricordi, con descrizione e prezzo. Oggi, uno dei problemi principali, è quello della datazione delle diverse edizioni Ricordi. Per cui si può ricorrere al deposito legale (grazie alle dichiarazioni presentate in prefettura, oltre che agli avvisi presenti sui periodici e ai timbri a secco), ma, certe volte, le singole edizioni presentavano la data precisa, in particolare modo dal 1875 in poi. In particolare si può far riferimento a delle tabelle riassuntive che raccolgono in modo ordinato le diverse edizioni e che facilitano il lavoro degli esperti archivisti.