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Appunti 1° semestre Linguistica Generale – Gatti, Appunti di Linguistica Generale

Appunti 1° semestre Linguistica Generale – Gatti

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 26/01/2023

robertatescione
robertatescione 🇮🇹

4.3

(7)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti 1° semestre Linguistica Generale – Gatti e più Appunti in PDF di Linguistica Generale solo su Docsity! LA VARIAZIONE LINGUISTICA Testo = occorrenza comunicativa Genere di testo: E-mail formale/informale; foglietto illustrativo Il linguista parte da esempi, dati empirici. La linguistica è una scienza empirica. VARIETÀ: i diversi modi in cui la lingua si realizza nei suoi usi parlati e scritti Dicotomia tra il sistema della lingua e l'uso della lingua   VARIETÁ LINGUISTICHE: • Varietà DIACRONICHE: relative all'evoluzione della lingua nel tempo • Varietà DIATOPICHE o geografiche: relative alla differenziazione geografica • Varietà DIASTRATICHE o sociali: relative alla differenziazione sociale • Varietà DIAFASICHE: relative alla situazione d'uso della lingua; di tipo situazionale: registri; di tipo funzionale: linguaggi settoriali • Varietà DIAMESICHE: relative al mezzo della comunicazione.   Le DIMENSIONI DI VARIAZIONE: sono i "parametri extralinguistici con cui la comunicazione interna alla lingua è correlata”. I parametri extralinguistici sono: il tempo, il luogo geografico, lo strato sociale, la situazione del discorso (contesto), il mezzo di comunicazione. La varietà della lingua: entità riconoscibilmente distinte all'interno del repertorio di una comunità linguistica, "costituite da insiemi di tratti linguistici congruenti che co-occorrono con (insiemi di) tratti sociali, caratterizzanti i parlanti o le situazioni d'impiego". Il REPERTORIO LINGUISTICO è "l'insieme delle risorse linguistiche possedute dai membri di una comunità linguistica, vale a dire la somma di varietà di una lingua o più lingue impiegate presso una certa comunità sociale". Concetto di comunità linguistica: "l'insieme di coloro che comunicano tra loro, facendo uso di una (o più di una) lingua storico-naturale". La lingua esiste perché è usata dalle persone nella comunicazione.   LINGUA STANDARD Una varietà di lingua soggetta a codificazione normativa e modello di riferimento per l'uso corretto della lingua e per l'insegnamento scolastico. Lingua di confronto per tutte le altre varietà La nozione di standard: A. CODIFICATO (dizionari, grammatiche, corpus di testi) B. SOVRAREGIONALE (modello unitario di tutto il territorio in cui si trova la comunità linguistica) C. ELABORATO (può essere utilizzata in tutti i campi e per tutti gli usi) D. PROPRIO DEI CETI ALTI (alto livello d'istruzione) E. INVARIANTE (uniformità, mancanza di variazione) F. Prevalentemente SCRITTO Lo standard è una lingua media, neutra, senza specifiche marche, tranne quelle dello stato sociale alto.   FORMAZIONE DELLO STANDARD è un "processo sociale e culturale in cui opera l'intervento congiunto di più agenti". - Parlanti e scriventi professionali, che producono testi modelli; - Autorità normative in fatti di lingua (es. accademie) che provvedono istruzioni e correzioni; - Codici linguistici (i manuali descrittivo-normativi di riferimento); - Esperti di lingua, che descrivono e giudicano le produzioni linguistiche.   Caratteri fondamentali dell'italiano standard: Modello di lingua che viene codificato è "il toscano urbano della classe colta di Firenze".   Il repertorio linguistico degli italiani • I DIALETTI e le loro varietà • LE LINGUE MINORITARIE • L'ITALIANO e le sue varietà Attenzione! I dialetti italiani non sono da considerare come varietà diatopiche della lingua italiana "DIALETTI D'ITALIA" o "DIALETTI ITALIANI" (NON dialetti dell'italiano) Le MINORANZE LINGUISTICHE italiane sono il franco-provenzale in Valle d'Aosta; il ladino, il sardo, il tedesco in Trentino, l'albanese, lo sloveno, il friulano. La carta europea delle lingue regionali o minoritarie.   La varietà dell'italiano contemporaneo • Varietà diatopiche (varietà regionali non dialetti) • Varietà diastratiche: l'italiano dei ceti colti, l'italiano dei parlanti non istruiti (italiano popolare), la lingua dei giovani • Varietà diafasiche: le variazioni nell'interazione comunicativa in relazione al rapporto tra gli interlocutori e all'argomento del discorso A. Le variazioni di registro (l'italiano della conversazione quotidiana, l'italiano formale, informale, solenne, familiare) B. Sottocodici o linguaggi settoriali: l'italiano dell'economia, l'italiano giuridico, medico • Varietà diamesiche: italiano scritto, italiano parlato, il "parlato-parlato", "parlato-scritto", "parlato-recitato".   Possiamo distinguere: - Italiano formale aulico - Italiano tecnico-scientifico - Italiano burocratico - Italiano standard letterario - Italiano neo-standard - Italiano parlato colloquiale - Italiano popolare - Italiano informale trascurato - Italiano gergale MITTENTE                                      DESTINATARIO  Credibilità                                             Benevolenza     Ethos                                                       Pathos                        LOGOS/MESSAGGIO                                   Verità   La credibilità del parlante si fonda sul suo comportamento. Dice una caratteristica anche sul destinatario. La parola Fides interpella anche il messaggio che deve avere un legame, nesso con la verità. I sofisti cancellavano l'aspetto della Pístis in confronto al Logos. Insegnavano quindi a manipolare. Sono arrivati a noi i sofismi: ragionamenti scorretti, fallacia. La comunicazione chiede di aderire ad un contenuto ma mostra le ragioni adeguate per poter aderire con ragionevolezza. La ragione si aderisce con l'affetto (dimensione della ragione) La ragione aderisce, quindi conosce. I 2 momenti costitutivi della ragione sono: - Affectus - Intellectus METAFORA DEL CUORE Cuore ––> termine metaforico per indicare un aspetto della ragione. "to learn by heart"   Impegno critico: impegno di chi applica la ragione e poi vaglia; individua ciò che è bene da ciò che non è ragionevole.   DINAMICA DELLA PERSUASIONE Persuadere ––> ciò che è suavis, dolce, corrispondente alle idee della ragione Convincere ––> originariamente: dinamica della vittoria che si ottiene sull'altro con la forza. La dinamica persuasiva avviene mettendo in campo la ragione. C'è un ANTISTROFIA: parallelismo tra i procedimenti in ambito logico e quelli in ambito argomentativo.   Procedimenti in ambito argomentativo: - RAGIONE ––> deduzione; induzione - LOGICA ––>  sillogismo; generalizzazione  - ARGOMENTAZIONE ––> entimema; exemplum  SILLOGISMO - Tutti i canidi sono carnivori ––> PREMESSA MAGGIORE È ANAPODITTICA: non deve essere dimostrata; è evidente.                          La premessa maggiore è universale, è esplicitata/espressa. - La volpe è un canide ––> PREMESSA MINORE Va ad individuare un entità - La volpe è un carnivoro ––> CONCLUSIONE   La nostra ragione arriva deduttivamente alla conclusione: ragionamento COGENTE. Il sillogismo non lascia spazio di adesione.   ENTIMEMA Procedimento argomentativo che smuove l'animo; è un sillogismo.  Usiamo gli entimemi nelle espressioni quotidiane: "Luigi è pazzo. Va a 100 km in centro città". Si argomenta quando si prende posizione nella realtà. - Prima parte: TESI - Seconda parte: ARGOMENTO Fa fare un percorso che lo porta ad aderire al discorso. La premessa maggiore non è esplicitata, contiene un principio condiviso dall'opinione pubblica. Questo principio è ricostruibile da una premessa maggiore "Chi va a 100 km in centro città è pazzo", crea l'aggancio al common ground cui fanno riferimento l'argomentante e il decisore. PREMESSA MINORE: Luigi va a 100 km in centro città CONCLUSIONE: Luigi è pazzo La conclusione dell'entimema coincide con la tesi.   Inferenza ––> infero = porto dentro. Con l'inferenza completiamo ciò che non è detto nel discorso.   LABORATORIO DI ANALISI DEI TESTI • ESEMPIO 1 - Tesi: "Questo burro è genuino" - Argomento: "É fatto con il latte delle Alpi"   L'argomento ha sempre un HOOKING POINT ––> punto di aggancio alla tesi L'hooking point è la materia di cui il burro è fatto, la CAUSA MATERIALE. Premessa minore: "La causa materiale di questo burro è il latte fresco delle Alpi" Conclusione: "Questo burro è genuino" La premessa maggiore è connotata culturalmente. ENDOXON ––> "Il latte fresco delle alpi è genuino"   • ESEMPIO 2 - Tesi con messa in discussione: "Questo orologio è di alta qualità?" - Argomento: "È svizzero". L' hooking point è la CAUSA EFFICIENTE, il produttore dell'orologio La qualità della causa efficiente è determinante per la qualità del prodotto ENDOXON: "Gli orologiai svizzeri sono noti per essere produttori di alta qualità". Premessa minore : Questo orologio ha come causa efficiente/produttori   ------------------------------------------------------------------------------------ Se il discorso è orale dobbiamo capire che ruolo svolge il mittente   QUESTA CASA È SOLIDA. È TUTTA DI CEMENTO ARMATO QUESTA PIAZZA È MOLTO BELLA. L'HA PROGETTATA IL BERNINI NEGOZIAZIONE Radice latina: negotium ––> business. È una trattativa su base argomentativa. Presuppone un conflitto di interessi tra due controparti. La MEDIAZIONE è il momento della negoziazione in cui interviene un terzo individuo (tratto della terzietà). È possibile ottenere un guadagno da entrambe le parti (win-win). CONNETTIVO e CONNETTORE "La mamma lavora mentre il bambino dorme" Non è necessario esplicitare il nesso logico. Occorre differenziare il nesso logico dalla marca linguistica. - Nesso logico ––> connettivo - Marca linguistica ––> connettore   ANALISI del PERCHÉ • Il perché ha valore causale quando ricostruisce la catena degli eventi fisici. "Maria è caduta perché luigi l'ha spinta" • Il perché contiene una valutazione, connettore di giustificazione. È un connettore di argomentatività. "Luigi è pazzo perché va a 100 km all'ora"   PRINCIPIO: Non è possibile negoziare con chi elimina la controparte. Dopo la premessa maggiore dobbiamo ricostruire la premessa minore che contiene un dato d'esperienza. • ENDOXON: "Nessuna nazione può negoziare con i terroristi" - PREMESSA MINORE: "I terroristi hanno come obiettivo la morte della controparte". - CONCLUSIONE: "Non è possibile negoziare con i terroristi".   Bush argomenta contro il terrorismo. STRUTTURA ARGOMENTATIVA DELL' ESEMPIO • Exemplum (parádeigma) In quel caso decisivo A ha dato luogo a B è ancora possibile che A dia luogo a B. Un certo evento può aver luogo in quanto qualcosa di analogo è già successo. Si procede INDUTTIVAMENTE dal fatto alla regola. Si persuade su un fatto futuro con una regola che i fatti passati hanno permesso di stabilire "Ab esse ad posse valet illatio" ––> Se qualcosa è accaduto potrà ancora accadere.   AFFIDARSI – AFFIDABILITÁ – FIDUCIA Data di nascita: non ce la ricordiamo, lo sappiamo per PISTIS: ci affidiamo ad una fonte (i nostri genitori; la chiesa dove siamo stati battezzati..). Questa conoscenza avviene attraverso un intermediario.   Per quanto riguarda il lessico dell'affidabilità si parte dalla radice del verbo BHIDH- BHEID: far fare qualcosa di bene a qualcuno rispettando la sua libertà. PERFIDUS ––> per connotazione negativa FIDES in ambito economico ––> "nulla erat fides" – Cesare (De Bello Civili). Non c'era nessuno a fargli un prestito (accezione economica). Noi ora usiamo il termine fido bancario, fideiussione. Fido = credito. L'italiano utilizza anche questo sostantivo che trova radice nel verbo "credo". CRE = crescere; DO = dare –> darsi per crescere, affidarsi. Non possiamo più usare il verbo credere per prestare; sono rimasti però i sostantivi: credito e creditore. - Mondo germanico: BITTEN ––> chiedere per avere ; FRAGEN ––> chiedere per sapere. In tedesco ha evidenziato la radice della costrizione, rispetto al Bhidh-Bheidh (rispetta la sua libertà). MODELLO DELLA COMUNICAZIONE VERBALE Contributi venuti nel Novecento da: - Teoria dell'informazione - Linguistica - Pragmatica Modello fondato sul rapporto tra comunicazione verbale e azione umana.   I PRIMI MODELLI • Shannon (1916-2001) ha elaborato un modello che è stato un punto di riferimento per i linguisti. Egli descrive il processo di trasmissione dell'informazione codificata. Un flusso dell'informazione viene inviato da un source ad un receiver. Ci possono essere dei fenomeni di disturbo, di noise ––> noise disturb. Sono tutti quei disturbi che provengono dal canale. Quindi egli elabora il Teorema di Shannon dove propone una regola per risolvere questi problemi di disturbo nel canale. Definisce la portata del canale: la quantità di flusso di informazione che può passare attraverso il canale. La quantità di informazione trasmessa dovrà essere inferiore al limite di quantitativo che il canale può reggere.   Saussure è il fondatore della corrente linguistica dello strutturalismo. Modello: "Circuite de la parole" ––> circuito del discorso. Un mittente che manda un messaggio ad un destinatario. Messaggio fatto di segni che entrambi possono produrre e interpretarli. La lingua è uno strumento destinato alla comunicazione. Egli si incentra sulla produzione e decodifica dei segni. Il parlante seleziona segni presenti nella langue. I parlanti non sono altro che soggetti che prendono regole già costituite.   • Bloomfield (1887-1949) opera negli stati uniti. Opera in un contesto culturale caratterizzato dal comportamentismo: analisi delle attività umane ––> anche la lingua è uno dei livelli del comportamento umano. Ogni comportamento è strutturato così: ogni stimolo produce una risposta. Questi comportamenti possono richiedere quantità di energia diversa. Il linguaggio comporta un basso livello energetico. Il significato di questo messaggio è dato dallo stimolo iniziale fisico e dalla risposta fisica del suo interlocutore.   SCUOLA FUNZIONALISTA ––> hanno messo a tema la funzione che la lingua svolge in rapporto alla comunicazione.   • Büler (1879-1963) colloca il segno in una triplice relazione. Mette il segno in rapporto con il mittente, il ricevente e con la realtà. Evidenzia la funzione diversa che svolge il segno. Il segno cambia inoltre il nome a seconda dei rapporti che compie: - Segno in rapporto con il mittente ––> funzione espressiva Il segno viene chiamato sintomo. - Segno in rapporto con il ricevente ––> funzione di appello Il segno viene chiamato segnale. - Segno in rapporto con la realtà ––> funzione di rappresentazione Il segno viene chiamato simbolo.   • Jakobson (1896-1892) è il fondatore della scuola di Praga. Fattori della comunicazione: Il mittente che invia il messaggio ad un destinatario. Questo messaggio che si riferisce alla realtà si chiama contesto; il messaggio passa attraverso un canale. Per capirsi il ricevente e il mittente devono condividere uno stesso codice. Funzioni testuali: Quando un messaggio è orientato ad un destinatario si dice che ha una funzione conativa; quando è orientato ad un mittente domina la funzione emotiva. - La funzione che corrisponde al contesto ––> referenziale - La funzione che corrisponde al messaggio ––> poetica - La funzione che corrisponde al contatto/canale ––> fàtica - La funzione che corrisponde al codice ––> metalinguistica Jakobson: LINGUISTICA E POETICA (dispensa storica da pag 38 a 41 + saggio da pag 42 a pag 48)   Jakobson segnale che in un testo poetico il messaggio ha una peculiarità: organizza in modo particolare, l'asse della comunicazione e l'asse della selezione. Essi intervengono sempre, anche quando comunichiamo un semplice messaggio. Esempio: "Paolo fuma". Ciascuna delle parole che compare sull'asse della comunicazione deriva da un insieme di elementi equivalenti. Il parlante ha selezionato Paolo nell'ambito di una serie di elementi equivalenti. Fuma è stato selezionato da un paradigma di elementi equivalenti presenti in sede mentale a noi parlanti (per Saussure è la langue). Il testo poetico proietta il principio della equivalenza dall'asse della selezione a quello della combinazione. Esempio: terzina dantesca "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita". - Endecasillabo: equivalenza di struttura - Rima baciata: equivalenza della sillaba finale (-ita)   LA TRADUZIONE Russell dice: "se un parlante entra in contatto con la parola formaggio, non la potrà capire se non ha fatto esperienza della parola formaggio (es. se non l'ha mai mangiato, odorato…) Jakobson obietta ciò che Russell dice: se noi traduciamo il termine con parole che hanno un aggancio alle esperienze del nostro destinatario, lui può capire. • Traduzione endolinguistica/ intralinguistica Jakobson dice che ogni segno ha come destinazione naturale quello di essere tradotto con altri segni nella stessa lingua ––>  (esempio: la parafrasi) • Traduzione interlingustica ––> traduzione da una lingua all'altra • Traduzione intersemiotica ––> traduzione da una lingua semiotica all'altra (esempio: traduzione filmica, traduzione di un quadro).   LA SVOLTA PRAGMATICA La parola "pragma" deriva dal greco e vuol dire azione. Svolta pragmatica ––> il dire è un fare con le parole.   I principali autori che spiegano il nostro dire in una prospettiva pragmatica sono: • JOHN AUSTINE "How to do things with words" = Quando il dire è fare. L'atto accade dicendolo, proferendolo. - Atti performativi ––> corrispondono alla realtà; fanno accadere eventi. - Atti constativi ––> constatano la realtà. Tutti i nostri discorsi ci permettono di compiere azioni. Ogni uso del linguaggio è in qualche modo performativo ––> quando noi parliamo compiamo speech act. Austine è il fondatore della teoria degli atti linguistici. Tre diverse azioni compiute nella formulazione di un discorso: • Atto locutivo ––> atto del dire,  diamo al nostro enunciato un atto. • Atto illocutivo ––> cambia l'azione che si compie. • Atto perlocutivo ––> il nostro speech act produce degli effetti nel nostro contesto. Non è solo l’effetto che si ottiene ma quegli effetti che si producono nel rapporto tra mittente e destinatario. Dopo che il nostro speech è stato formulato, mittente e destinatario non sono più come prima dell'atto linguistico.   • JOHN SEARLE Searle riprende la teoria degli speech act di Austine e in particolare riflette sulle illocuzioni. Propone una topologia di atti linguistici che il parlante può compiere attraverso il linguaggio. - "Paolo fuma abitualmente"  ––> atto rappresentativo - "Chiudi la porta!" ––> è un imperativo, quindi è un atto direttivo: lo capiamo dal punto esclamativo e dal tempo verbale. - "Ti prometto una ricompensa" ––> è una promessa, quindi è un atto commissivo. Promettere non è un semplice dire; promettere è qualcosa che deve essere realizzabile. Cambia l'azione che intendiamo compiere, l'illocuzione, la svolta illocutoria.   • PAUL GRICE Grice propone un ulteriore modello, fondato su: • Principio cooperativo ––> deve essere caratterizzato come richiesto dalla situazione comunicativa. • Massime della comunicazione - QUANTITÁ: non bisogna dare informazione ulteriore a quella necessaria. - QUALITÁ: deve essere qualcosa di vero, fondato. - RELAZIONE: sii pertinente, deve coinvolgere l'interlocutore altrimenti appare senza significato. - MODO: evitare che l'espressione sia oscura, ambigua; bisogna che sia ordinata e chiara.   2. DEISSI INDIRETTA • Tempi verbali: tempo dell'evento vs tempo del discorso ––> i verbi ci permettono di collocare gli eventi di cui parliamo in concomitanza con gli eventi che succedono, oppure spostarli in una prospettiva futura o passata. • Nomi propri: Il nome proprio dal punto di vista semantico è opaco; esso ha una funzione denotativa. Momento dell'impositio nominis ––> momento in cui ci è stato imposto il nostro nome. Noi abbiamo questo momento nel nostro common ground. Anche i nomi propri hanno una componente deittica. • Sintagmi nominali ––> un sintagma è una combinazione di parole. Esso ha una funzione INDIVIDUANTE: viene usato al posto di un nome e cognome specifico. - Esempio I: "Il presidente degli Stati Uniti ha una moglie che si chiama Melania" ci stiamo riferendo a Trump. Questa espressione ha una componente deittica ––> riferimento alla realtà. - Esempio II: "Il presidente degli Stati Uniti ha scarsi poteri" ––> USO CATEGORIALE. Questa espressione non ha una componente deittica. • Avverbi come forse, probabilmente hanno una componente deittica. Usati nell'atto discorsivo acquistano significato. Testo 1) ––> "L'infinito" di Leopardi •  DEITTICI PERSONALI ––> inserisce numerose marche che si riferiscono alla prima persona singolare. Versi: 1. MI ––> pronome di prima persona singolare (definiamo la categoria) 7. IO e MI 9. IO 11. MI 14. MIO ––> aggettivo possessivo (che si riferisce alla prima persona singolare) 15. M’È = MI ––> pronome di prima persona singolare   • DEITTICI SPAZIALI ––> descrive il contesto geografico 1. QUESTO ––> aggettivo dimostrativo 2. QUESTA 5. QUELLA (riferito alla siepe) ––> pronome dimostrativo LA ––> l'oggetto in questione si trova in contesto geografico più distante 9. QUELLO 10. QUESTA (voce) 13. QUESTO 14. QUESTO   • DEITTICI TESTUALI (pronomi di 3 persona singolare e plurale) ––> il mittente utilizza per descrivere un terzo che non condivide la stessa scena. 1. LEI ––> pronome di terza persona singolare. Lei rappresenta la presente e viva stagione; funzione anaforica. 2. COSÌ ––> sembrerebbe un deittico di maniera ––> deittico che accompagna la semiosi/ l'atto comunicativo con un gesto. In realtà è un deittico testuale perché non va ad individuare un gesto ma in questo caso quel così significa: a partire da tutto ciò che ho detto prima.   Testo 4) ––> "The Old Man and the Sea" di Hemingway 1. HE: deittico testuale con funzione cataforica perché anticipa "old man" 3. NOW: deittico temporale     INFERENZA Dal latino "infero": porto dentro - "Mio figlio non guida. Ha 5 anni" ––> è sensato Il punto indica una pausa ––> percepiamo un nesso logico che c'è tra il primo e il secondo enunciato. Si può sostituire il punto con un connettore: perché. È quindi un nesso logico di tipo causale. - "Mio figlio non guida. È sposato" ––> non è sensato È sposato non è la ragione adeguata per spiegare il motivo per cui egli non guida. Noi sentiamo una lesione: adduce ad una ragione non pertinente.   Le inferenze sono molto frequenti; ecco alcuni esempi: - A: I denti! ––> vai a lavarti i denti = vai a dormire B: Sta finendo. ––> sta finendo di guardare la TV; lascia inferire che non andrà a lavarsi i denti = non andrà a dormire. - Piove. Non esco. ––> il punto può essere sostituito da un quindi. Abbiamo inferito un nesso consequenziale. - Bruto è figlio di Cesare ––> Cesare è più anziano di Bruto. - A: Quando arriviamo in cima? ––> sono stanca, lo zaino pesa B: Dammi lo zaino! ––> la risposta è pertinente.   L'INFERENZA NELLA COMUNICAZIONE • INFERENZE DECISIVE NEI TESTI ARGOMENTATIVI ––> per esempio l'entimema: "Luigi è un pazzo. Va a 100 km in centro città". • INFERENZE VOLUTE E NON VOLUTE. - A: Stasera vieni in piscina? B: Sono raffreddata ––> inferisce il rifiuto: inferenza voluta - Meridionale, però gran lavoratore! ––> ha dei pregiudizi: inferenza non voluta. L'inferenza è un principio che domina la comunicazione. Essa opera nel destinatario ma anche nel mittente. Il processo di comprensione dei testi è un procedimento euristico di interpretazione, non di decodifica. L'interpretazione è quindi un processo ad alto rischio. Il traduttore interpreta non decodifica, a volte anche personalmente. Se noi proviamo a riportare il testo tradotto nella lingua originale non otterremmo mai lo stesso testo.