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Guide e consigli
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appunti di plasticità e apprendimento, Appunti di Psicologia Cognitiva

appunti terza parte presi a lezione e integrati con le slide

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 26/01/2023

gio6412
gio6412 🇮🇹

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica appunti di plasticità e apprendimento e più Appunti in PDF di Psicologia Cognitiva solo su Docsity! La convergenza binoculare - Le informazioni arrivano alle aree visive da due occhi - Possiamo quindi chiederci quali sia il primo stadio di analisi in cui i segnali provenienti da un occhio e quelli provenienti dall’altro si combinano Potenzialmente la prima struttura in cui c’è la possibilità di una interazione è il NGL Tuttavia nel NGL i neuroni sono monoculari - La prima struttura in cui c’è la possibilità di una interazione è il NGL. Tuttavia nel NGL i neuroni sono monoculari. - Anche i neuroni dello strato 4 di V1 hanno campi recettivi strettamente monoculari - La convergenza si osserva invece in alcuni neuroni degli strati supragranulari (2 e 3) ->Qui troviamo sia neuroni monoculari sia neuroni binoculari - Una volta individuato un neurone binoculare (cellule semplici e complesse) possiamo comparare le sue proprietà di risposta a un occhio e all’altro. ->Tipicamente si osserva che le proprietà del campo recettivo di un occhio sono le stesse di quelle dell’altro occhio: ->Uguale ampiezza e posizione dei campi recettivi ->Stessa selettività per l’orientamento e per il movimento ->Stessa proprietà di risposta ON o OFF Neurone binoculare risponde per entrambi gli occhi anche se ne chiudiamo uno risponde all’altro; alcuni preferiscono un occhio rispetto all’altro (gradi di binocularità). Con le manipolazioni di H&W cambiano questa preferenza: cambiano proprietà di risposta dei neuroni-> ciò significa che il sistema è plastico (solo nei cuccioli/ periodo critico). Sebbene nei neuroni binoculari le proprietà di risposta sono le stesse per i due occhi, l’intensità con cui il neurone risponde all’uno o all’altro occhio può essere diversa ->Alcuni neuroni non mostrano preferenza ->Ci sono però neuroni che rispondono più vigorosamente all’occhio ipsilaterale mentre altri a quello controlaterale La dominanza oculare Sulla base della risposta monoculare o binoculare, e della preferenza, H&W hanno classificato i neuroni di V1 su una scala da 1 a 7 Prendendo un neurone 4 significa completamente binoculare 1 preferenza binoculare controlaterale e 7 preferenza ipsilaterale. ->la maggior parte delle cellule semplici e complesse sono binoculari, perchè la maggior parte del nostro campo visivo è binoculare. Organizzazione funzionale della corteccia - Una delle scoperte più interessanti di H&W è stata l’organizzazione funzionale di V1. Sia nel gatto, sia nella scimmia (ma anche nell’uomo), V1 presenta un modo molto particolare di assemblare i neuroni che rispondono all’orientamento, all’occhio di afferenza e al contrasto - Esiste una organizzazione in colonne sia per la dominanza oculare sia per l’orientamento, mentre non è del tutto chiaro il modo in cui sono organizzati i neuroni che codificano il contrasto Già nel 1904 il famoso neurologo Santiago Ramòn y Cajal sosteneva che: «Per capire il fenomeno dell’apprendimento è necessario ammettere, oltre al rafforzamento di vie organiche prestabilite, la formazione di nuove vie attraverso la formazione e crescita di arborizzazioni dendritiche e terminali nervosi» ->La mente si traduce in una modifica organica, per apprendere qualcosa di nuovo. Cosa sono le abitudini? Connessioni che vengono rinforzate continuamente, ogni volta che arriva un impulso quello è il pattern che va ad attivare (percorsi preferenziali). Il cervello plastico: il periodo critico –  Un tempo si pensava che il cervello fosse malleabile solo entro un certo periodo della vita –  Tale malleabilità era massima nell’infanzia, e poi scompariva nell’età adulta. Il cervello può essere modificato sempre è una questione di grado. ->Esiste solo una finestra di tempo limitata per imparare certe cose ->Quello che non si impara durante l’infanzia non potrà più essere appreso ->Le esperienze e le conoscenze acquisite nell’infanzia saranno determinanti per l’individuo (es. credenza nella religione cattolica). - L’idea che il cervello sia plastico solo durante l’infanzia porta con sé importanti implicazioni circa le possibilità di recupero a seguito di lesioni cerebrali (es. ambliopia- esempio recupero di miopia in bambini piccoli, forzare l’occhio debole a guardare). PERIODO CRITICO: Sfrutto la malleabilità per cercare di bilanciare la situazione - Se una lesione avviene oltre il periodo di plasticità sarebbero scarse o nulle le capacità di recupero e riorganizzazione - L’idea dell’esistenza di un periodo ben definito nell’età infantile oltre il quale non siano più possibili cambiamenti sostanziali del cervello, è stata profondamente influenzata dai lavori di Hubel e Wiesel (1963-1965) sul «periodo critico» - Anche i lavori di Lorenz (1937) sull’imprinting suggerivano l’esistenza di tale periodo post- natale cruciale La plasticità nell’età adulta - Negli ultimi 30 anni le ricerche sulla plasticità corticale hanno messo in luce che il cervello presenta una notevole plasticità anche nell’età adulta, non solo in un ristretto periodo nell’infanzia - Tuttavia, rimane vero che l’elevato grado di plasticità presente nei primi anni di vita non è più raggiungibile durante gli anni successivi ->Per eccellere in certi sport bisogna averli praticati sin da bambini: si predisposizione, ma anche allentamento (es. promesse dello sport) ->Apprendere certi schemi motori da adulto non è la stessa cosa, e l’apprendimento non è mai così efficiente come quando avviene da piccoli - La moderna visione della plasticità non considera questa caratteristica come un qualcosa legato ad un particolare periodo dello sviluppo, ma piuttosto come uno stato continuo del cervello , il cervello è una struttura in continuo cambiamento / micro-cambiamento. - Il cervello è una strutta in continuo cambiamento, modificata in ogni istante dalle esperienze sensoriali, motorie, emotive e cognitive - La plasticità corticale nel sistema motorio – Gli studi di Pascual-Leone e coll. (1995-1996) Ai soggetti era richiesto di eseguire ripetutamente una certa sequenza di movimenti con le dita sui tasti del pianoforte Due ore di allenamento ogni giorno per 5 giorni, per 5 settimane Ogni giorno, prima e dopo ogni sessione di allenamento, attraverso l’uso della TMS veniva mappata l’area motoria coinvolta nel movimento delle dita –> Si stimolano alcuni punti della corteccia e si vede quando si induce un movimento nelle dita. In questo modo si può approssimativamente mappare l’area corticale coinvolta nel controllo della dita della mano • Dopo ogni sessione l’accuratezza del movimento, migliorava (sia in termini di errori sia di tempo), a riprova dell’avvenuto apprendimento • La mappatura dell’area motoria coinvolta ha rivelato due tipi di cambiamenti (slide 13) area coinvolta presenta 2 modifiche: una modifica dell’allentamento dentro la settimana, inoltre quando i soggetti ritornano il lunedì successivo le connessioni vengono perse e si ritorna ad un’area più piccola (ogni lunedì quest’area è sempre un po più grande-> plasticità a breve termine, reversibile, e una a più lungo termine. 1)Una rapida espansione dell’area corticale coinvolta nel controllo motorio a seguito dell’allenamento settimanale. Ma questo cambiamento veniva in grand parte perso durante il fine settimana di riposo. 2) Un cambiamento più lento attraverso cui l’area coinvolta nell’apprendimento aumenta dopo settimana in modo stabile. • Un gruppo di soggetti fu invitato semplicemente ad immaginare di eseguire il compito senza eseguirlo-> ambito motorio e capacità semi-attiva percettiva. In alcuni ambiti la semplice immaginazione può produrre plasticità. In questo studio anche il mero allenamento mentale può indurre una modifica cerebrale, compatibile a quella prodotta dal reale esercizio fisico. La plasticità corticale nel sistema motorio Rapida riorganizzazione della rappresentazione motoria indotta da TMS – Compito: stringere ritmicamente il pugno della mano destra ogni secondo » Il soggetto è nello scanner fMRI – Ad un gruppo è applicata rTMS per interferire con l’attività neurale della M1. Ci sono connessioni latente/ o nascoste che appaiono solo se metto il sistema in una condizione critica, magari non sono neanche usate. – > Gli studi TMS che abbiamo appena visto ci dimostrano che: -l’esecuzione ripetuta di un certo gesto motorio determina una modifica dell’area corticale coinvolta nel controllo di tale gesto -se una certa area necessaria per un movimento viene esclusa (produce interferenza), il cervello recluta altre aree per eseguire il movimento La corteccia motoria presenta quindi elevata plasticità e capacità riorganizzative piuttosto rapide.