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Appunti di Topografia dell'Italia antica, Appunti di Topografia

Appunti del corso di Topografia dell'indirizzo di studi Storia e Tutela dei beni archeologici

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 07/09/2018

jessica-ghini
jessica-ghini 🇮🇹

4.6

(34)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti di Topografia dell'Italia antica e più Appunti in PDF di Topografia solo su Docsity! TOPOGRAFIA DELL’ITALIA ANTICA Metodo di studiare il territorio e la città, nel periodo che va compreso almeno dagli Etruschi fino all’Alto Medioevo. Fonte principale: territorio, attraverso una ricostruzione storica. Importante è documentare il territorio e fare l’edizione. È solo metà del lavoro fare le carte geografiche. Su questo, poi, si costruisce un discorso. Conoscendo il territorio in maniera precisa, si può poi leggere bene la carta geografica. Devo sapere esattamente cosa ho trovato. Componente naturale e componente culturale SCHEMA METODO TOPOGRAFICO 1. Ricostruire l’evoluzione geomorfologica dei vari movimenti (linea di costa: erosione, avanzamento; fiumi, ansa: sul lato esterno tenderà ad erodere la costa, interno fiume ammassamento detriti; paleoalvei =antichi corsi interrati) Cambiamenti: geologici, geomorfologici e tipo di superficie. 2. Movimenti pedologici = funzione e modo di uso del terreno. La topografia utilizza un metodo che funziona al meglio sul “lungo periodo”. La continuità o discontinuità del popolamento del territorio sarà un dato fondamentale. Territorio (presenza dell’uomo): • Testimonianza archeologiche . note edite: nelle riviste, manuali…si prendono le info e le si mettono su carta. . note inedite: cose viste, ma non edite (magari rimaste solo in archivio). . note sconosciute: in cui sono necessarie ricognizioni e si mettono i dati ricavati. • Modifiche all’ambiente ed al paesaggio (centuriazione = lottizzazione dei campi) Territorio (aspetti geografici): elementi non noti La topografia si avvale di: cartografia, carte aeree, fonti storiche, fonti geologiche e carte nautiche. Le foto aeree sono importanti perché ci testimoniano tracce di attività umano o dovute a casualità o a geologie del terreno, si possono fare anche verifiche a distanza di tempo. Problema Italia: alta percentuale di consumo del terreno. Periodo di decremento topografico. Monitoraggio evoluzione. TOPONOMASTICA: nomi dei luoghi, che testimoniano le popolazioni che vi sono vissute. I toponimi possono aiutare a capire la storia di un luogo (per es. i celti avevano terminazione in –ago, mentre dal latino fa –agus, della gens = terreno). La banca-dati contiene: carte archeologiche e carte derivate (es. tematiche =selezionano un tipo di evidenza) fonti antiche. Uso: fini scientifici, tutela e valorizzazione, progettazione e gestione del territorio. CARTOGRAFIA ANTICA L’idea di raffigurare uno spazio nella carta già ce l’avevano gli antichi. Può integrare la cartografia storica moderna. Più antico documento: Mappa del Bedolina (Valcamonica) Periodo: 1000 a.C. Bronzo Finale Non è una carta, poiché su una carta si possono prendere le misure. Presenza di stradine, campi coltivati, animali, segni simbolici. Per definire carta c’è un rapporto fisso, convenzionale; si possono misurare. Primo problema su cui la topografia inizia a discutere: trasferire ciò che stà su una superficie tridimensionale in una bidimensionale. Greci: primi a parlare della sfericità della Terra. Eratostene bibliotecario della biblioteca di Alessandria (250 a.C.): misurazione del raggio della Terra con asta verticale (gnomone) che faceva vedere l’ombra del Sole. La geografia un tempo era una branchia della storia. Erodoto scrive dei suoi viaggi mescolando tutti gli aspetti del territorio. PAPIRO DI ARTEMIDORO: 1° documento cartografico redatto dal geologo Artemidoro. Periodo: non si sa se tra II a.C o I d.C. entro il I sec. d.C i papiri vengono presi ed usati per le mummie. Caratterizzato da frammenti di papiro e gesso arrivati da fonti bizantine. Pubblicato da Gallazzi e Kramer. Luciano Canfora sostiene che sia un falso identificando come falsario Simonidis: fasario papirologo dell’’800, per via del tipo di carta. Altri difendono invece l’antichità del documento , che non credono sia stato preso un papiro antico e poi scritto sopra, ma se vi scrivo sopra l’inchiostro entra nelle fessure di questo, ma in realtà questo non le ha ecco perché pensano sa originale. Determinato come originale in base allo stile paleografico. Descrive le varie parti del mondo antico del Mediterraneo, in particolare parla della Spagna, mettendo le misure in stadi, mentre gli altri usavano i giorni di cammino come unità di misura. Descrive il fiume Guadalchevir di Cordova (Bedis). Tavola convezionale per indicare una città. Presenza di carte. Quasi mai i papiri hanno testo e figure. Fino a che non è arrivata la miniatura, nel IV° sec., sono pochissimo i casi in cui abbiamo testo ed immagine. Normalmente le carte antiche non hanno il nord in alto (è un invenzione del Rinascimento), ma questa sì. In antico, erano orientate a sud o ad est. Presenza di alcune tavole con spazio bianco per cui papiro non finito, molto strano. Mancano i nomi ed i colori. Non abbiamo mai l’autografo dell’autore. Presenza di spazi bianchi in cui disegnano parti del corpo impresa dei vari giovani di bottega che si esercitavano a disegnare. Si vedono dei mostri marini, pesci, uccelli…forse era un repertorio per una bottega artistica. I disegni sono sul retro, poiché i papiri hanno sempre un retro (pulito, si scrive meglio sopra) ed un verso. In più ci sono facce, piedi e mani. Studio ipotetico di come sarebbe stato il papiro finito. CODICE MARCIANO GRECO (Z516) Periodo: XII° sec. Arrivato da Costantinopoli fino a Venezia, nella Biblioteca di San Marco. Iniezione di cultura bizantina in Occidente. Geografia di Tolomeo II° sec. d.C. calcolo coordinate geografiche di 8000 centri del Mondo Antico. Già inventato in epoca antica. Tolomeo azzecca il parallelo (linea orizzontale nel meridiano), piano ortogonale all’asse di rotazione. Trova il parallelo giusto. Si possono calcolare sull’orizzonte. Il suo problema è solo con i meridiani. Come si possono calcolare? Abbiamo bisogno di 2 orologi con estrema precisione. Calcolando la differenza di orario si può calcolare la differenza di meridiano. Ma Tolomeo potendo usare solo il Sole, si sbaglia. II° edizione con una cinquantina di carte. Non si può misurare un palazzo o un campo in piedi. Un pezzo di lastra è datata all’epoca di Settimio Severo, perché c’è scritto sopra. Le didascalie ci sono, ma solo di luoghi o monumenti pubblici, tranne 2 eccezioni. Iscrizione “Severi et Antonini” (Antonino è Caracalla, il soprannome, e non Antonino Pio), Caracalla aveva avuto il giudizio della famiglia precedente, Antonino Pio, Aurelo e Commodo erano gli Antonini e il 1° dà al figlio Caracalla lo stesso nome come fosse continuatore della dinastia dei buoni imperatori. Probabilmente di una domus privata. Tutti gli altri sono nomi di luoghi. L’abbreviazione raddoppiata dà il plurale. Caracalla nominato augusto nel 206 d.C., non c’è Geta che lo diventa nel 209 d.C. il fratello maggiore ammazza il minore. 206 terminus post quem e 209 terminus ante quem: cronologia molto stretta. Poi presenza di “Augustorum Nostrorum Duorum”, poi sarebbe diventato principe Augusto e 3° coreggente Geta. Vicus victoriae nome della via Convenzioni grafiche: ad esempio la rappresentazione dell’acquedotto , si vedono le linee a pettine come fossero le arcate; puntini che sono colonne; linee che sono mura. A volte si trovano taverne e scale, cioè dei triangolini per indicare che c’era un piano superiore. Ci sono tutta una serie di convenzioni per capire com’era organizzata la città. Avevano anche colori e qualcuno ce n’è ancora nelle iscrizioni, sopravvivenza di una banda rossa, collocata nel Circo Massimo, è la via dei Cerchi (del Circo). La linea sta sui confini di Roma, che infatti era divisa in quartieri (Augusto suddivide Roma in 14 regioni, quartieri e municipi). Dopo il bianco ed il nero, il rosso è quello che spicca di più. colori di terra, ma anche organici Lacca di Garanza o di Robbia. Forse la Forma serviva solo a far vedere quant’era ben organizzata la città, come una forma di propaganda. La fondazione della carta è di Vespasiano perché non torna con quella di Settimio Severo. Con la tecnologia laser, ha fatto una scansione in 3d. Altre formae: nel mondo romano erano in uso abbastanza comune. Es. pianta del Priorato dei cavalieri di Malta (che sta nella sua sede a Roma), rappresenta un luogo fuori Roma. Viale alberato con in fondo la cupola di San Pietro. Dietro il buco della serratura, hanno trovato questo frammento. Tria nomina (per essere romano dovevi avere il nome gentilizio, il cognome ed il pria nomina, quindi il primo nome. Gli ingenti ce l’avevano, gli schiavi invece avevano nomi greci e quando vengono liberati mantengono però il rapporto con il patrono e prende il nome gentilizio del patrono (poi il figlio del liberto sarà cittadino libero). Gaio e Iulius forse sono liberti o figli di liberti legati però ad una famiglia imperiale. Zona occupata dalla famiglia Augusti. Liberto di Cesare o di qualche membro della famiglia. Ab hora secunda chi può attingere all’acqua al fiume, regolamentazione e potevano prendere acqua dall’ora seconda alla sesta (per la seconda sono le 8 e la sesta è mezzogiorno). Carta che stabiliva i turni di acqua. Pianta di Perugia proprietà forse funeraria, forse da Roma. Ma con una casetta per il custode. Mantenuta anche la Tomba della fanciulla. Piano di sopra steccato; pianta di Claudia Ottavia Peloria liberta del Divo Claudio, dopo la sua morte. Ci sono piante che possono riguardare anche una sola proprietà. Pianta di Ossiringo, al colle Oppio, via della Polveriera. Qui ci sono 2 muri affiancati (vicini), poi si vede che ci sono genitivi, ovvero la proprietà di…(quella donna “Noniae”). I muri in comune sono un problema, soprattutto se c’è un danno. Questa carta forse aveva cose più specifiche per il catasto, infatti ci sono i nomi di proprietari. Pianta di Via Anicia tempio dei Castori, foro del Circo Flaminio. Trovata 20/30 anni fa. Tevere con riva di magra e di piena. Presenza del tempio di Castore e Polluce. Si vedono i proprietari “Corneliae et sociorum”. Presenza di porticato con pilastri che ribattono sulla fronte dei magazzini. Indicati i piedi come misura di lunghezza. Sembra ci siano 2 piante che si sovrappongono, che forse rappresentava un posto dove stava la nave di Enea. Pianta con finalità fiscali. Legislazione urbanistica di Giulio Cesare, a cui dovevano contribuire i frontalieri. Si pagava in base alla fronte che ha sulla strada. Pier Luigi Tucci : professore di Forma Urbis. Pianta della necropoli di Ostia, da Amelia; pianta del foro della Pace trovato sotto la pavimentazione. Pianta forse non finita, ma si riconosce una parte del foro di Augusto e ci sono linee non incise ma che emergono un po' dal marmo. Questo ci fa capire che era colorata (o comunque con disegno preparatorio) succede che la vernice (che fa da strato di sacrificio protegge la superficie che c’è sotto, il marmo senza protezione quindi verrà eroso rispetto a quello verniciato), per questo quello che era verniciato qui è un po' in rilievo. Si è comparata la pianta con il tempio antico (i 2 archi di Lucio e Druso sono in pianta come una clessidra) e forse c’era una statua davanti alla colonna. Si riconosce un angolo del Foro di Augusto. Ci conferma che era colorata e c’era il disegno preparatorio. Il motivo decorativo non è il 1°. Il marmo con protezione resisterà meglio alle intemperie. Arco di Augusto in pietra gavina (tufo compattato). PROBLEMI DELLA CARTOGRAFIA: trasferire una sfera su un piano. La Terra è un geoide (ai poli un po' schiacciata per la forza centrifuga). La curvatura cambia un po' tra quella de poli e quella dell’equatore.il problema del trasferimento di una superficie irregolare su una bidimensionale è che non si può fare senza avere deformazione. Proiezione man mano che andiamo verso il parallelo maggiore. Deformazioni perché si tende ad allungare. Già i greci, Tolomeo, aveva preso in considerazione il problema ed il sistema di coordinate antico ancora funziona. I paralleli sono perpendicolari all’asse terrestre e sono dati dall’intersezione della Terra ed i piani che la suddividono. Dall’incrocio tra meridiani e paralleli si trovano dei punti, le coordinate. La distanza tra paralleli è sempre uguale, quella di meridiani no (sono misure angolari, si misurano in gradi, non in Km). Si prende come riferimento il meridiano di Greenwich, mentre quello dei paralleli è l’equatore, chiamato cerchio massimo (circonferenza della Terra). I principali sistemi per proiettare è quella cilindrica e quella conica. Con la prima ci sarà buona approssimazione all’equatore e meno preciso al polo. Quella conica invece permette di prendere in considerazione solo un emisfero. Ci sono poi deformazioni perché tende ad allungarsi il cilindro. Si può tagliare dopo le proiezioni su cono o cilindro a metà e si ottiene la carta. Si fa una correzione per evitare grandi trasformazioni. Mercatore se la proiezione è cilindrica si usa con l’asse perpendicolare all’asse terrestre o coassiali, in questo secondo c’è migliore proiezione a livello dell’equatore, nell’altro modo solo un meridiano. Si usa la carta che ci fa più comodo, per l’Italia si usa la proiezione trasversa di Mercatore. Nella cartografia moderna si ottiene la terza dimensione (novità), vengono create le curve di livello o isoipse. Per riportare la situazione ariografica su un piano bidimensionale si segano/sezionano idealmente le montagne, con strati paralleli al livello del mare. Si ottengono delle fette e si disegnano queste linee (cerchi concentrici) uno sopra l’altro e così ottengo il disegno della montagna. La distanza tra un anello e l’altro può essere una equidistanza, che è scritta nella mappa ed è l’intervallo tra una curva e l’altra in altezza. Ma come si distingue una montagna da una dolina casica? in alcuni punti nelle mappe ci sono le quote, da quello si vede se sale o scende. Tirando una linea poi si può disegnare il profilo della montagna. In certi casi si può mettere un equidistanza inferiore a tratteggio. Oppure si fanno vari tipi di tratteggio, le curve di livello (es. un fosso), si usa il sistema Lehmann: misurazione della pendenza della scarpata data dal rapporto di lunghezza ed altezza dei trattini triangolari. Trattini che in base allo spessore indicano l’altezza. Le curve di livello possono essere anche per cose sotto il livello del mare (isobare). Oggi le carte si fanno con foto aeree o fotorestituzioni. Si deve costruire una rete geodetica, cioè si disegna con dei metri una distanza con una massima precisione per fissare la base della carta. Poi da quei 2 punti si fa una triangolazione, in modo diretto si stabiliscono punti di triangolazione, con calcoli trigonometrici e si calcolano gli angoli e piano piano si fa una rete, con punti di riferimento. Più il tirangolo è equilatero, più è sicura la misurazione (sistema noto nell’800). La rete geodetica è fatta con reti di 1°, 2° e 3° ordine perché ci possono essere errori strumentali o personali, quindi ci si aggancia poi alla rete più sicura. Oggi ci sono tacheometri che misurano velocemente. La carta ufficiale dello stato italiano l’ha fatta l’IGM, Istituto Geografico Militare. Nasce dalla fusione di più istituti cartografici preliminari (ci sono archivi anche di altre regioni). Pubblicata in varie scale, edizione in cui il territorio italiano è tutto suddiviso in fogli (277 totali), misura a 1: 100000 (moltiplicare la misura sulla carta per ottenere la misura reale). C’è un nome per ogni foglio. Fogli divisi ognuno in 4 quadranti, ognuno è 1: 50000, numerati in numeri romani (a partire dal foglio in alto a destra e in senso orario). Per una carta archeologica serve almeno l’1:25000 e si chiama tavoletta e si divide in punti cardinali. Ancora più dettagliato sono le sezioni in 1:10000. La sezione si trova in poche tavolette, soprattutto in Calabria, perché non si è fatta quando in ogni regione fu incaricata di fare la propria sezione. CTR Carta Tecnica Regionale, abbiamo i comuni e le regioni. L’IGM produce anche le carte 1:200000. Le tavolette erano in bianco e nero, poi fatte a colori azzurro per i corsi d’acqua, nero per i manufatti umani, marrone per le curve di livello. Curve a sfumo, limiti amministrativi. Verde per macchia o bosco e strade in rosso o marrone. Cartografia a rilievo, cambia il numero dei colori della carte (quadricomia, pentecromia, bicromia…). Orientamento: si trovano 3 nord diversi: 1. il nord geografico è quello con la stellina. Poli: punto di intersezione tra asse terrestre di rotazione interseca il globo. 2. Nord magnetico non coincidente esattamente con il polo (all’incirca dov’è il Canada); si vedono delle isoipse che ci informano sulle variazioni magnetiche. 3. Nord reticolo Scala numerica e scala grafica (stessa cosa, ma nelle carte a volte si mettono tutte e 2). La scala grafica permette di calcolare le misure più velocemente; poi ci sono delle didascalie per capire tutte le simbologie. CARTE NAUTICHE E CARTE GEOLOGICHE Il territorio va considerato nella sua situazione originaria. Ci aiuta a capire se la linea di costa attuale è uguale a quella antica. Le carte nautiche ci fanno vedere se le linee di costa sono uguali a quelle antiche o diverse, come si evolvono nei secoli. Nelle carte le curve di livello sotto 0 danno la profondità del mare si chiamano isobare. Definizione geometrica delle curve di livello che sono il luogo geometrico di tutti i punti che si trovano alla stessa quota. Le carte geologiche ci aiutano a comprendere l’evoluzione di vallate, meandri dei fiumi e linee di costa… lagune: permettevano l’approdo, fondamentale per comprendere la storia di un territorio. Sotto la carta ci sono dei punti per capire le cose relative a quel territorio. La carta geologica d’Italia ha una scala piuttosto alta. Sviluppo molto forte costa tirrenica (vedi lagune toscana, che hanno permesso uno sviluppo economico e commerciale molto forte). Carte pedologiche: ci parlano sugli elementi del terreno e sulle sue condizioni (argilloso, roccioso, ecc). e ci permette di capire quali potevano essere le potenzialità di un territorio, e quindi anche le produzioni di una civiltà. Attenzione all’uso meccanico delle carte! CARTOGRAFIA STORICA 1547 1° carta estensiva del Lazio (Eufrosino della Volpaia). Ignazio Dandi. Presenza di viabilità, centri e paesi. Carte della galleria del Vaticano. Poi le carte col tempo migliorano e sono più precise e ci permettono di capire i cambiamenti nel tempo. Poco alla volta si inizia ad avere carte con un’affidabilità metrica maggiore. Possiamo risalire nel tempo e capire se certe condizioni si sono modificate o mantenute. Per fare una carta quante foto servono? 2 foto, perché gli occhi sono 2. Senza la stereoscopia, con un solo occhio, non si riesce a vedere. La foto aerea ha deformazioni o alterazioni: • Cromatica, per colpa della rifrazione e si modifica l’angolazione quindi si concentra tutto in un punto o si disperdono, la luce ha lunghezze d’onde e ognuna prende una deviazione. • Aberrazione sferica, se i raggi non si concentrano tutti nello stesso fuoco • Distorsione a cuscino e a botte • Deformazioni dovute ad obiettivo o a geometrie • Abbattimento radiale, se sono in asse e viene bene. le strutture che stanno a periferia del fotogramma sembrano inclinate. In una foto obliqua le cose peggiorano molto. Ci sono tanti motivi per cui si deve ovviare a vari problemi. Allora si usa la stereoscopia, con la fotorestituzione e si correggono tutti i difetti. Fotorestituzione: • Sistema analogico (strumento costituito da un tavolo, un sistema di 3 proiettori con lastre fotografiche, 2 luci una rossa ed una verde, che proiettano sul tavolo le immagini leggermente svasate, quindi si mettono le lenti rosse e verdi per vedere giusto, così si vedono in stereoscopia). Analogo, ovvero pur essendo di dimensioni diversi i rapporti geometrici di 2 figure sono equivalenti. Riprodurre la situazione dello scatto con i proiettori si deve rifare in analogo la posizione dello scatto, deve essere la geometria della posizione analoga a quella dello scatto. Seguire le curve di livello e si stabilisce l’altezza giusta, quando si finisce la curva si ricomincia usando lo strumento, con tutti i puntini che vengono fuori si trovano le curve di livello, fatto quello si può continuare a fare il resto. • Sistema digitale ( si mettono le carte nel computer, mentre lui codifica si stabilisce ogni cosa della mappa, programmazione e verifica dell’operatore). Vantaggi: faccio prima, costa meno, si può fare subito un aggiornamento dato che già è nel computer e si può scegliere a che scala fare la carta (il computer segna i punti in maniera vettorializzata). Gli svantaggi sono che per gli archeologi non vengono presi in considerazione le tracce che possono essere indizi, il computer prende in considerazione solo la geometria. La fotorestituzione dovrebbe quindi essere seguita dall’archeologo. Con il computer si possono fare codifiche. Quando si cercano le foto aeree c’è la Aerofototeca nazionale = fondi di archivi anche di privati, voli di aeronautica militare…ci sono voli RAF (Royal Air Force) e USAF (servivano tutti e due per decidere dove bombardare) periodo in cui ancora le grandi trasformazioni del territorio non erano state effettuate, quindi sono importanti lo stesso. Foto donate alla Fototeca Nazionale. Volo base: quando l’IGM vuole aggiornare le Carte d’Italia. Fotoindice: carta con gli scatti che sono stati fatti su un territorio. Nomi dei quadrati ogni 100 km, come MQ,MR… Tracce archeologiche: da umidità (più scure e nascono dall’acqua nel terreno, variano in base alla quantità di acqua), da vegetazione (dove c’è più humus la vegetazione di un campo sarà più rigogliosa e anche più alta, mentre dove non c’è poco, scarsa e secca), da alterazione della composizione del terreno (a volte i muri sotto il terreno vengono scalfiti e dei pezzetti salgono in superficie, quindi cambia il terreno), da microrilievo (si vedono le ombre se la foto si fa la mattina presto quando il sole proietta una luce radente), da anomalia (in Puglia si vedono recinti neolitici per tracce da umidità, poiché il tavoliere è fatto di humus, roccia ed è molto sottile; l’anomalia è nel tratturo, vie stabilite per far passare le pecore ed i pastori, dalla montagna a valle, che è iniziato ad essere coltivato quando è andato in disuso), da sopravvivenza (tessuto di case regolare, poi una casa tonda, perché hanno usato le fondazioni dell’anfiteatro romano per costruire case; carico che schiaccia il terreno in parte perché non c’è più la struttura precedente, quindi poi ci saranno assestamenti del terreno). Dove c’è più humus c’è più acqua, quindi se sotto ci sono mura o altro l’humus sarà più bagnato ai lati, perché proprio sopra il muro l’acqua evapora facilmente. Le tracce da umidità si vedono dopo novembre, quelle da vegetazione a primavera. Quando si fanno le foto in negativo a volte restano le goccioline perché l’acqua usata per lavare la foto può essere calcarosa e per questo vengono usati degli stampi per far scivolare via tutta l’acqua. Il microrilievo ci fa vedere tutte le tracce dovute a montagnine di terra. Ardea città su una collina circondata da mura con l’acropoli dove ora c’è la città moderna; c’è qualcosa che taglia la collina a sinistra, con una valletta, la collina sembra che sale e poi scende, questo perché sotto c’è l’aggere (mucchio di terra affossato e rinforzato da un muro) anomalia. Alba Faecens le curve di livello strette poi si ampliano e poi riprendono strette, è strano, si tratta di coloni di Alba che per costruire la città, le mura hanno dovuto togliere delle pietre e hanno scavato a valle delle mura, quindi le cave sono coordinate alle mura anomalia. Lugo di Romagna: lottizzazione che rende il terreno a scacchiera, si vedono delle linee e quindi l’organizzazione dei campi e cittadina medievale si era sviluppata sulla lottizzazione e strade romane, continuità di uso. Le centuriazioni sono quasi sempre tracce di sopravvivenza. A Roma stadio di Domiziano, restano mura. Firenze: anfiteatro poco fuori le mura e linea delle mura chiarissima, si vede l’urbanistica romana. Napoli: impianto urbanistico greco. Come si integrano gli studi con la foto aerea, la lettura storica di un territorio, la geomorfologia di un territorio… Per capire un territorio bisogna prima conoscerne la storia. Foce del Tevere ci si aspetta modifiche nel suo corso, avanzamento della foce, cambiamento delle linee di costa. IV sec. a.C. il Tevere era diverso; c’erano parti che separavano il bacino e c’era un misto di acqua dolce e salata; era cosa frequente sulla Costa Tirrenica in antichità. Le lagune erano importanti dal punto di vista economico, permettevano l’approdo di mercanti, erano come porti improvvisati. 3000-2000 a.C. la linea di costa era molto diversa Tevere con percorsi che sono paleoalvei , oggi sono interrati, quindi resterebbero solo le tracce di questi paleoalvei. Le ansi si modificano, scavando il terreno a lato, quindi cambiano le curve del fiume. In età tardo-repubblicana, la linea di costa si stacca un po' dal Tevere, Ostia si potenzia, l’ansa del fiume è più pronunciata, meandriforme. Porto di Traiano e di Claudio. Nasce il porto di Ostia. Nel ‘500 l’ansa viene tagliata, evoluzione delle coste fino ai tempi moderni. Sulla foce del Tevere e l’area del porto (età imperiale I-II sec.) Roma in età repubblica non aveva un ponte; le navi venivano trainate e risalivano il fiume, si crea il problema di creare uno scudo per avere le risorse. Navalia repubblicani: impianti navali, per manutenzione. Mare clausum da ottobre in poi, era rischioso e quindi si navigava solo in bella stagione. Dall’età repubblicana però c’è bisogno di rifornimenti e si arriva poi in età imperiale all’annona, con pezzi calmierati per i cittadini, doveva essere distribuito il grano, preparato nella bella stagione, poi si doveva portare in città. L’unico sistema economico per trasportare era via acqua (dai granai dell’Egitto e Sicilia, poi immagazzinando a Roma). Roma aveva i porti, ma legati alle piene del Tevere, al traffico…per ampliare le capacità di scambio e accoglienza c’è una torre medievale su una struttura romana, si è pensato che fosse il foro romano (Tor Bracciana, al margine del Tevere). Risalendo un po' il fiume c’è una situazione che ricorda le lagune costiere, che avevano una duna di sabbia che le separava dal mare. Si vede una traccia da anomalia, la carte dovrebbe andare scendendo verso il fiume, invece c’era un bacino portuale fluviale interrato e per arrivare al fiume li si sale e si scende. C’era una struttura fatta con camere grandi e allungate, i navalia, per mettere al sicuro e fare manutenzione alle navi. I porti fluviali si interrano facilmente , sempre bisogno di operazioni di drenaggio. Porto forse anteriore a quello di Claudio. Inaugurato il 29 gennaio assieme al tempio di Castore e Polluce. Gli approdi avevano una presenza sacrale. Claudio non era felice del porto di Tiberio, che era anche bisognoso di forte manutenzione. Claudio fa un porto in un luogo meno caratterizzato da accumulo di detriti. Accesso da nord: avere un porto che si prende la tramontana così dirett, non è un granchè. Tracce di anomalia, linee che sono dune costiere che poi il mare ha coperto, ma a un certo punto si fermano al suolo del porto di Claudio, quindi il mare che ha portato la sabbia. Morte Giulio, Serinari aveva scavato lì e non aveva più trovato il suolo, quindi pensava che lì non ci fosse più il porto. Castagnoli, la cui ipotesi è stata perfezionata da Giuliani linee di dune che si addossano al porto, ma le linee sembrano esserci anche all’interno ma con andamento diverso perché il mare poteva sabbia anche dentro il porto, quindi anche quello di Claudio nonostante le scelte delle posizioni, a lungo andare aveva depositi di sabbia e problemi. Si sa che nel 62 d.C., c’è una tempesta che distrugge molte navi sia nel porto di Claudio che alla foce del Tevere; nel 62 in Campania c’è un terremoto (tracce a Pompei), l’ipotesi è che ci sia stata un’onda anomala, uno tsunami, arrivato anche poi al Tevere e avrebbe causato questi danni. Allora Traiano scava un secondo bacino dietro al porto di Claudio per evitare l’interramento e proteggere meglio le navi. Ricostruzione della nave per trasportare l’obelisco. Traccia più scura della foto aerea, si mantenne l’accesso al porto ed avevano dragato quindi una sorta di corridoio. Tracce del porto anche di Paolo IV. La struttura con 2 bacini, uno dentro l’altro, struttura antica senza molti confronti, se non con quello di Civitavecchia forse per proteggere meglio il bacino. Altri scavi basati su fotorestituzione: Cerveteri. Ci sono i tumuli della città etrusca. Dromos di ingresso della camera. Contare quanti tumuli e anche se si volessero aprire si capisce subito dov’è l’ingresso. Il vantaggio della fotorestituzione è che si mettono subito sulla carta i dati archeologici, è un layer; database grafico prezioso. A volte si vedono tracce di umidità perché magari il tumulo è rimasto scoperchiato, quindi lì ci sarà humus profondo. Tumuli o tombe a fossa. Altro caso nel Lazio meridionale: Aquinum, tracce perpendicolari del tessuto stradale della città, tracce da alterazione della composizione del terreno; anche traccia da anomalia, c’è un terreno poderoso. Linea dei campi che segna il margine della città che è rilevato, sistema difensivo e di urbanistica interna. Aquino era collocato n un punto strategico tra via Appia e un’altra importante strada, che costeggiava il fiume. Veio: prima città etrusca a nor di Roma, e la prima conquistata da Roma. Carta del ’61. Nell’800 c’era una macchia e ci sono indicazioni di Canina degli scavi di inzio ‘800. Anni ’80-’90 di nuovo una ricognizione e sono stati segnati i rinvenimenti. Carte generali e poi diacroniche. In età imperiale Veio è molto ridotta, era stata conquistata. Carte di fasi. Municipium augustum Veieum. Sono state fatte anche le carte sulla coservazione del terreno, quindi con segnati i danni e vanno lette in sovrapposizione alle carte di fasi. Fotorestituzione che unisce due carte (di fase e di danno); oppure in 3d il modello, con effetto dell’orografia della città. È stato ritrovato il teatro di Veio. Presenza di macchie nere dovute a bruciature del sottobosco, gocce di calcare e alterazione della composizione del terreno in foto obliqua si vedono atri di case dove l’erba è cresciuta in segni da vegetazione. In fotorestituzione sembra ci sia un impianto termale. Oppure tracce di vie antiche che forse si sovrappongono, o altre tracce di strade che confluiscono in un punto (identificato il foro con saggi di scavi). Poi impianto di capanne e tracce arcaiche. Le strade si dipartono dall’asse principale abbastanza regolarmente, come a spina di pesce, quindi forse era intervenuta un’autorità nella sistemazione della città. Strada con incrocio e percorsi perpendicolari che danno la lettura della strada.possibilità di progettare scavo con saggi localizzati. Tracce da umidità vicino alla strada. Fuori Veio invece si vedono le tombe a fossa di età del ferro in una necropoli; l’humus è più spesso, magari a causa del tufo. Oppure si vedono tombe a tumulo. In fotorestituzione si vede l’acropoli, con gli scavi fatti. Lago di Castiglione, Lazio, città di Gabii si pensava che la città fosse stata distrutta dalle cave (pietra gabina). Traccia di un acquedotto, resti di una strada sulla cresta. In realtà in fotorestituzione si vedeva una fascia chiara tra altre più scure e tutta questa zona era piena di ceramiche, quindi la città è ancora conservata, forse solo una parte è andata distrutta. Lavinium: quasi sulla costa, a sud di Roma, secondo il mito di Enea sarebbe sbarcato nel Lazio e sposa la figlia del re, Lavinia, e in suo onore erige una nuova città, Lavinium. Così viene considerata la nonna di Roma. Qui c’era anche il tempio di Poemati, ha valore di mito antico. Una necropoli sopra un’altra e una collina, il cui cerchio è stato regolarizzato da interventi umani, infatti c’è l’aggere, scavata la porta della città. Foro della città repubblicana ed imperiale, evidenziato un avvallamento tra monticelli, che è l’area della piazza e intorno i templi. San Lorenzo in Carmignano: si vedono case medievali, le divisioni dei campi e le case, si è potuto così ricostruire il paesaggio di età medievale.
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