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PREVIDENZA SOCIALE CAPITOLO 1 INTRODUZIONE EVOLUZIONE DEL SISTEMA PREVIDENZIALE Tra la fine del 1700-1800 per rivoluzione industriale—> problemi circa l’occupazione delle città e abbandono delle zone rurali: c.d questione sociale La concentrazione delle persone nelle città hanno determinato una forte emarginazione sociale e una forte povertà—> fanno fronte a queste situazioni soltanto le prime forme di solidarietà spontanee e volontarie: c.d società di mutuo soccorso: i lavoratori rinunciavano a una parte del loro guadagno per erogare poi delle prestazioni a favore di chi tra loro si trovasse in una situazione di misogino, sia per un evento temporaneo imprevisto (infortuno) o per chi avesse raggiunto un’età tale da essere definitivamente inabile al lavoro Questo sistema entrò in crisi—> categorie più remunerate e queste erano poche è ostilità dello stato nei loro confronti perche si aggregavano sempre piu lavoratori, assumendo il carattere sindacale Nello stesso periodo lo stato abbonda la propria posizione di neutralità cominciando con l’introduzione di diversi limiti (orario di lavoro) e tutele in materia di infortuni (aumentati a causa dell’ industrializzazione), fino a giungere alle prime forme di assicurazione sociale: - La prima forma si ha con la ln 80/1898: assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro degli operai dell’industria - Ln 350/1898: istituiva della cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia Le assicurazioni sociali erano fedeli alle assicurazioni private. Con il periodo fascista si ebbe un incremento in campo previdenziale che determinò un aumento della popolazione lavorativa: - Documento più significativo è stato la carta del lavoro del 1927 che attribuisce allo stato il compiuto di unificare la previdenza e i suoi istituti - Casse di previdenza per le singole categorie e quelle per le malattie o Tubercolosi e malattie professionali o Invalidità e vecchiaia—> riformate - Istituzione degli assegni familiari e assicurazione malattia —> unico ente (INAM) Con l’entrata in vigore della costituzione —> evoluzione della previdenza sociale Impegno dello stato nella rimozione degli ostacoli economici e sociali che limitavano le libertà dei singoli e l’esercizio pieno dei diritti fondamentali—> espressione dello stato sociale La costituzione accoglie l’idea di sicurezza sociale sancendo all’art 38: Co 1: diritto di assistenza sociale per i cittadini inabili al lavoro e privi dei mezzi necessari per vivere Co 2: il diritto di previdenza ai lavoratori per assicurare mezzi adeguati a esigenze in caso di infortunio, malattie, invalidità, vecchiaia e disoccupazione involontaria La costituzione ha accolto il modello di tutela universalistica. STRUTTURA ASSICURATIVA NELL’ATTUALE SISTEMA PREVIDENZIALE Il principale istituto con cui si realizza la tutela previdenziale è ancora oggi l’assicurazione sociale Caratteristica fondamentale del rapporto assicurativo è il trasferimento totale o parziale della sopportazione del rischio dall’assicurato all’assicuratore Quando i rischi toccano direttamente gli interessi collettivi, lo stato si assume la gestione o la tutela delle conseguenze dei rischi stessi—> assicurazioni sociali Rapporto assicurativo è quel rapporto che intercorre tra un soggetto (assicuratore) che, attraverso il versamento di una somma di denaro (c.d premio assicurativo) si assume l’obbligo di fornire all’altra parte (assicurato) una tutela (prestazione), al verificarsi di un evento futuro e incerto che sono sfavorevoli economicamente all’assicurato Quando invece i rischi non toccano gli interessi collettivi, lo stato lascia a ogni individuo la libertà di provvedere a propria iniziativa alla tutela—> assicurazioni private Nell’ambito delle assicurazioni sociali non vi è, a differenza di quelle private, la corrispettività tra contributi assicurativi e prestazioni previdenziali (nel privato se non si paga l’assicurazione (premio), in caso di incidente stradale la mia assicurazione non paga i danni): nelle assicurazioni sociali vige il principio di automaticità delle prestazioni in base al quale le prestazioni di previdenza (le tutele) vengono fornite anche quando il datore di lavoro non ha versato i contributi (salvo diversamente disposto dalle leggi speciali) Ratio: tutelare il lavoratore dai danni arrecati dall’inadempimento del datore di lavoro. Questo principio non opera per quei lavoratori (lavoratori autonomi) su cui grava direttamente l’obbligo impositivo CAP 2: RAPPORTO GIURIDICO PREVIDENZIALE IL RAPPORTO GIURIDICO PREVIDENZIALE La tutela previdenziale si basa sul c.d rapporto giuridico previdenziale che è un rapporto che intercorre tra piu soggetti con un oggetto e un contenuto specifico e determinato. Ci sono due filoni interpretativi sul rapporto: - Tradizionale (superato): secondo cui tale rapporto ha carattere unitario basato sul modello assicurativo privato Secondo questa interpretazione il rapporto giuridico previdenziale era un rapporto tra tre soggetti: lavoratore subordinato assicurato- istituto assicurato (≠ dallo stato) e soggetto obbligato alla contribuzione (datore di lavoro e/o lavoratore) - Altra dottrina lo interpreta come un rapporto giuridico complesso—> rapporto visto come strumentale al raggiungimento dei mezzi necessari per soddisfare l’esigenza della tutela previdenziale Secondo questa dottrina (maggioritaria) il rapporto è complesso perche è dato dall’insieme di tre rapporti o Rapporto previdenziale (rapporto fondamentale) tra ente previdenziale e beneficiario delle prestazioni o Rapporto contributivo tra ente previdenziale e soggetto obbligato al versamento dei contributi o Rapporto tra stato e ente previdenziale Dato che il rapporto giuridico previdenziale è dato da piu rapporti giuridici, la sua costituzione non avviene in un unico momento: - La costituzione del rapporto previdenziale si ha quando viene ad esistenza il diritto dell’assicurato ad ottenere le prestazioni previdenziali, e con il conseguente obbligo per l’ente previdenziale ad erogare. Il diritto alla prestazione sorge quando il soggetto versa in stato di bisogno dato da eventi o rischi che sono contemplati dal sistema previdenziale ad esempio quando si verifica il rischio della perdita della capacita lavorativa per malattia o infortunio, oppure il rischio del mancato guadagno per disoccupazione involontaria o riduzione dell’attivita lavorativa. - Il rapporto contributivo si costituisce automaticamente al verificarsi dei presupposti previsti dalla legge (svolgimento dell’attivita lavorativa, iscrizione ad albi) I soggetti del rapporto giuridico previdenziale sono tre: 1.Enti previdenziali: che erogano le prestaizoni per conto dello stato nell’interesse collettivo 2.I soggetti tenuti alla contribuzione 3.soggetti beneficiari delle prestaizoni 1. GLI ENTI PREVIDENZIALI: enti erogatori delle prestazioni Nel nostro ordinamenti vi è una pluralità di enti previdenziali che occupano il ruolo attivo nel rapporto giuridico previdenziale perche sono coloro che gestiscono il rapporto ed erogano le prestazioni. Negli ultimi anni si è pero progressivamente attuato un processo di accentramento delle funzioni previdenziali per una migliore efficienza ed efficacia dell’amministrazione nel settore della previdenza sociale L’effetto di questo accentramento ha fatto si che ad oggi gli enti previdenziali di maggior rilievo sono due: LA BASE IMPONIBILE AI FINI PREVIDENZIALI per base imponibile ai fini previdenziali si intende l’insieme dei compensi percepiti dal lavoratore su cui applicare le aliquote per pervenire all’importo dovuto a titolo di contribuzione all’ente previdenziale La base imponibile è costituta: - Reddito—> per i lavoratori autonomi - Retribuzione—> per i lavoratori subordinati Per la generalità dei lavoratori, la retribuzione da assumere ai fini contributivi deve essere determinato nel rispetto delle disposizioni in materia di: - Retribuzione minima imponibile (c.d minimo contrattuale) - Minimale di retribuzione giornaliera ex lege (c.d minimo legale) ANZIANITÀ CONTRIBUTIVA E LE TIPOLOGIE DI CONTRIBUTI nell’ambito dell’assicurazione per invalidità vecchiaia e superstiti l’accumulo dei contributi è finalizzato a maturare il requisito di contribuzione richiesto dalla legge per il diritto alle prestazioni pensionistiche. La contribuzione accumulata nella vita lavorativa costituisce l’anzianità contributiva (numero di contributi accreditati) L’anzianità di contribuzione è espressa in settimane: 1 settimana = 1 contributo—> 1 anno= 52 contributi Esistono diverse tipologie di contributi e rappresentano tutti l’elemento fondamentale per conseguire il diritto alla pensione. 1. Contributi obbligatori: sono versati per legge dal datore di lavoro per coloro che svolgono un attività retribuita alle sue dipendenze 2. Contributi figurativi: sono accreditati per periodi in cui l’assicurato (lavoratore) non ha svolto attività lavorativa per il verificarsi di determinati eventi indipendenti dalla sua volontà (malattia, integrazioni salariali) 3. Contributi volontari: sono i contributi versati dal lavoratore che, avendo interrotto cessato l’attività lavorativa, ho chiesto ottenuto l’autorizzazione dall’ente previdenziale a proseguire l’assicurazione, con oneri interamente a suo carico, per conservare i diritti derivanti dall’assicurazione stessa e/o raggiungere il requisito per il diritto alla pensione 4. I contributi da riscatto sono invece quelli che consentono al lavoratore di regolarizzare i periodi non coperti da contribuzione LE PRESTAZIONI PREVIDENZIALI Quando si verifica l’evento oggetto dell’assicurazione sorge per il lavoratore il diritto alla prestazione previdenziale Le prestazioni possono avere natura economica o sanitaria - Le prestazioni economiche, costituite da corresponsione in denaro, si distinguono in: o Indennità temporanee: d’importo per lo più ragguagliato a una giornata e corrisposte per un determinato periodo di tempo o Pensioni o rendite, quasi sempre ragguagliati a mese e a carattere vitalizio ( corrisposte per tutta l’esistenza in vita del soggetto beneficiario) o Somme corrisposte una tantum - Le prestazioni sanitarie sono distinte in curative e prestazioni di riabilitazione. Queste prestazioni sono un diritto del soggetto e un onere in quanto la legge condiziona la concessione o la prosecuzione dell’erogazione al fatto che il soggetto protetto si sottoponga a cure o controlli medici In ambito di prestazione previdenziale vige il principio dell automaticità delle prestazioni previdenziali, secondo cui le prestazioni previste dai vari regimi di assicurazioni sociali sono sempre dovute al lavoratore, anche quando il datore di lavoro non ha versato regolarmente i contributi agli enti di previdenza e di assistenza Il principio di automaticità delle prestazioni previdenziali opera nei limiti del prescrizione dei contributi: una volta decorso il termine dei 5 anni, i contributi non possono più essere versati e l’ente non è tenuto a corrispondere in tutto o in parte la prestazione dovuta Il principio di automaticità della prestazione previdenziale però non si applica per i rapporti di lavoro autonomo, e di liberi professionisti perché in caso di loro inadempimento ci sarebbe un’ingiusta tutela nei loro confronti. L’inapplicabilità estesa anche i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa CAP 4: TUTELA PREVIDENZIALE PER INVALIDITÀ, VECCHIAIA E SUPERSTITI ORIGINE ED EVOLUZIONE DELLA TUTELA IVS Nel nostro paese la prima forma di tutela per la vecchiaia e inabilità la si ha avuta con l’istituzione della CNP: cassa nazionale della previdenza, con la ln 350/1898 A tale cassa potevano iscriversi volontariamente tutti coloro che svolgevano un attivita manuale ed era finanziata dai loro contributi, ma era aperta anche al finanziamento di terzi e dello stato. La cassa rendeva una rendita vitalizia a coloro che avessero composto 60 o 65 anni e agli iscritti divenuti inabili. Nel 1933 la cassa nazionale della previdenza assunse la denominazione istituto nazionale della previdenza sociale, c.d Inps Tale tutela riguarda tutti i lavoratori i subordinati, sia pubblici che privati e anche i lavoratori autonomi e parasubordinati. Nel nostro sistema previdenziale per la tutela dell’invalidità, vecchiaia e superstiti, si erano sviluppati piu enti previdenziali e piu gestioni. Attualmente per il fenomeno dell’ accentramento, la tutela viene gestita dall’INPS ma è rimasta la diversità di gestioni. AGO: ASSICURAZIONE GENERALE OBBLIGATORIA INPS PER I DIPENDENTI L’ente assicuratore generale è l’INPS a cui fa a capo l’assicurazione generale obbligatoria dell’invalidità, vecchiaia e superstiti nei confronti di tutti i lavoratori dipendenti del settore privato e dal 2012 anche del settore pubblico Il fondo pensione per i lavoratori dipendenti (FPLD) costituisce la gestione destinata a garantire il trattamento pensionistico IVS per i lavoratori dipendenti Soggetti protetti sono tutti coloro che svolgono lavoro retribuito alle dipendenze altrui Soggetti tenuti al pagamento contributivo sono i datori di lavoro, che hanno l’onere di versare anche i contribuiti dei lavoratori Attraverso ulteriori fondi istituiti nell’INPS alcuni lavoratori dipendenti godono di una tutela previdenziale integrativa che si aggiunge a quella fornita dall’AGO presso L’INPS. Vi sono altre categorie di lavoratori che non sono obbligati all’AGO presso l’INPS per i quali la loro tutela è fornita da fondi speciali di previdenza, sostitutivi perche alternativi dall’AGO ma gestiti sempre dall’INPS Vi sono determinate categorie di lavoratori autonomi la cui tutela è fornita da tre diverse gestioni dell’INPS: - Gestione per i coltivatori diretti del fondo - Gestione per gli artigiani - Gestione per i commercianti Nel 95 è stata poi istituita la IV gestione per la tutela dei lavoratori autonomi e titolari di una collaborazione coordinata e continuativa OGGETTO DI TUTELA Oggetto dell’assicurazione IVS è costituto da 4 rischi: 1. Invalidità—> si considera invalido per l’erogazione dell’assegno per l’assicurazione obbligatoria di IVS il lavoratore la cui capacita lavorativa sia ridotta in modo permanente a causa di un infermità o difetto fisico/mentale di piu di 1/3 2. Inabilità—> si trova in stato di inabilita colui che a causa di infermità o difetto fisico o mentale si trovi nell’assoluta e permanente impossibilita di svolgere qualsiasi attivita lavorativa 3. Vecchiaia —> raggiungimento dell’età minima pensionabile (c.d età pensionabile) 4. Morte dell’assicurato—> per tutelare i bisogni dei superstiti (familiari) CAPITOLO 5: IL SISTEMA PENSIONISTICO RAPPORTO TRA CONTRIBUTI E PRESTAZIONI PER L’EQUILIBRIO DEL SISTEMA PENSIONISTICO La gestione degli enti di previdenza devi essere condotto per assicurarne equilibrio finanziario tra le entrate e le uscite: i contributi versati costituiscono le entrate mentre le prestazioni erogate rappresentano le uscite Le entrate contributive devono quindi essere commisurate all’entità delle prestazioni erogate Tale equilibrio può avvenire con modalità di gestione finanziaria diverse, riconducibile a due categorie: - A ripartizione: se i contributi versati in un determinato anno vengono utilizzati per erogare le prestazioni previdenziali nello stesso anno —> la contribuzione raccolta viene ripartita sotto forma di prestazioni erogate ai pensionati - A capitalizzazione: se i contributi versati vengono accantonati e investiti nel mercato finanziario per costituire un capitale per la successiva erogazione delle prestazioni agli stessi lavoratori Attualmente nel nostro paese il sistema pensionistico è basato su due pilastri: - Previdenza obbligatoria pubblica ed è gestito secondo il sistema a ripartizione - Previdenza volontaria privata (previdenza complementare) ed è gestita con il sistema a capitalizzazione Qui il sistema a ripartizione si è inteso realizzare il cosiddetto scambio di solidarietà generazionale, in quanto i contributi correnti versati dai lavoratori attivi servono a pagare le prestazioni correnti erogati ai pensionati e quindi le diverse generazioni operano in nome della solidarietà lavorativa Tale equilibrio però entra in crisi qualora si registra un invecchiamento della popolazione (aumento delle prestaizoni pensionistiche) oppure si riduce il numero dei lavoratori attivi (diminuzione del versamento dei contributi) RIFORME DEL SISTEMA PENSIONISTICO Le tappe principali: dagli anni 90 il sistema pensionistico italiano è stato interessato da numerose riforme perché il sistema non avrebbe potuto reggere nel tempo a causa di una serie di fattori riconducibili sia le dinamiche demografiche (invecchiamento della popolazione italiana e riduzione del tasso di natalità) sia alle dinamiche del mercato del lavoro(basso tasso di occupazione discontinuità delle carriere) L’obiettivo principale da raggiungere la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico Per raggiungere questo obiettivo gli strumenti ritenuti più validi sono stati: - il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo o Il sistema retributivo era basato sulla media delle retribuzioni degli ultimi anni lavorativi o Il sistema contributivo era basato sull’ammontare dei contributi versati in tutta la vita lavorativa - Innalzamento dei requisiti di accesso alla pensione Questo ha comportato un irrigidimento delle regole per l’accesso alla pensione culminato nella riforma fornero Dopo alcuni anni dall’entrata in vigore della riforma Fornero(2012) sono state introdotte misure in campo previdenziale che non hanno inciso sulla struttura del sistema pensionistico ma sono stati interventi sperimentali legati a precisi vincoli della spesa pubblica o comunque dirette a fronteggiare situazioni di disagio sociale ed economico o Ogni anno viene accantonato un importo, aliquota sulla retribuzione per il dipendente e sul reddito per il lavoratore autonomo ▪ Aliquota sulla retribuzione =33% ▪ Aliquota sul reddito 24% L’aliquota accantonata viene rivalutata in base al costo della vita in base agli indici ISTAT La somma di tutti gli accantonamenti contributivi annui= montante contributivo - Coefficiente di trasformazione: una volta che si ha il montante contributivo, questo viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione, che è un coefficiente che aumenta all’aumentare dell’età del soggetto al momento della pensione —> piu elevata è l’età in cui il lavoratore va in pensione, piu alto sarà il coefficiente di trasformazione e quindi piu alta sara la prestazione pensionistica —> comunque questa forma è sostenibile perche se l’età è piu alta si presume che la prestazione verrà erogata per minor tempo (80 anni smette di lavorare e va in pensione, prende una somma di pensione molto alta pero si presume che questo muore a massimo 90 anni) Il sistema misto (pro-rata) e retributivo Il sistema misto si applica in anzitutto a coloro che il 1-1-96 avevano un anzianità di contributi superiore o uguale a 18 anni. Per il calcolo del sistema misto si tiene in conto sia il sistema retributivo che il sistema contributivo: infatti il sistema misto è il risultato della somma di due quote: una prima quota che si calcola in base al sistema retributivo e una seconda quota che si basa sul sistema retributivo Il sistema di calcolo retributivo corrisponde invece alla media delle retribuzioni percepite in un determinato arco temporale antecedente la data di decorrenza della pensione Prima del 1992 si teneva conto della media delle retribuzioni percepite nei 5 anni antecedenti alla data di pensionamento. Di conseguenza dato che al termine della carriera lavorativa si presumeva che si guadagnava di più rispetto ai primi anni, questo comportava che anche i trattamenti pensionistici così calcolati risultavano molto cospicui LA PENSIONE DI VECCHIAIA La pensione di vecchiaia è il trattamento che viene conseguito a raggiungimento della cosiddetta età pensionabile e in presenza di ulteriori requisiti Dal 2013 l’età pensionabile soggetto al meccanismo di adeguamento alla speranza di vita e quindi è soggetta periodici incrementi Per i lavoratori dipendenti lavoratori autonomi l’età di accesso alla pensione di vecchiaia è stata portata a 66 anni dal 2012 giungendo per effetto dell’adeguamento la speranza di vita a 67 anni nel biennio 2019 2020.questa età è stata confermata anche per il biennio successivo ed è valida anche per gli anni 2023 2024 Per le lavoratrici subordinati e autonomi la riforma for nero ha previsto una scaletta per la progressiva elevazione del requisito anagrafico, a cui vanno aggiunti gli adeguamenti alla speranza di vita, fino al raggiungimento anche per loro di 67 anni Ulteriori requisiti per conseguire la pensione di vecchiaia sono la maturazione di almeno vent’anni di contributi di qualunque tipo e la cessazione del rapporto di lavoro dipendente LA PENSIONE ANTICIPATA vi sono dei trattamenti che consentono di accedere alla pensione con un’età anagrafica inferiore rispetto a quella richiesta per la pensione di vecchiaia La pensione anticipata ordinaria La riforma for nero nel 2012 ha introdotto, in sostituzione della pensione di anzianità, la pensione anticipata a cui è possibile accedere a qualsiasi età purché in possesso di una determinata anzianità contributiva Dal 1 gennaio del 2019 fino al 31 dicembre del 2026 il requisito contributivo per conseguire la pensione anticipata ordinaria è fissata a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne La pensione anticipata contributiva I lavoratori privi di contributi prima del 1996 possono conseguire la pensione con i seguenti requisiti: - Età di 64 anni - Almeno 20 anni di contribuzione - La pensione spettante non deve essere inferiore ad un importo pari a 2,8 volte l’assegno sociale ULTERIORI TRATTAMENTI ANTICIPATI L’ordinamento offre ai lavoratori ulteriori possibilità di accesso anticipato alla pensione Due istituti sono analoghi: - Quota 100: 62 anni di età e 38 anni di contributi - Quota 102: età di 64 anni e 38 di contributi Nel 2023 è stata introdotta anche la pensione anticipata quota 103, che prevede un età anagrafica di 62 anni e 41 di contributi. Ulteriore possibilità è data da opzione donna, che è una possibilità di pensione anticipata riconosciuta alle lavoratrici che entro il 2021 hanno maturato un anzianità contributiva di 35 anni e un eta anagrafica di 58 anni se dipendenti e 59 se autonome. Queste devono optare esclusivamente per il calcolo con il sistema contributivo Questa forma di pensione anticipata era stata introdotta in via sperimentale dalla legge Maroni Nel 2023 opzione donna è stata modificata, ammettendo a tale opzione soltanto quelle donne che rispondono a determinati requisiti: - Età anagrafica a 60 anni di età (riduzione a 58 in presenza di figli oppure se la donna è disoccupata) - Coloro che si trovano in una di queste condizioni o Assistono da almeno 6 mesi il coniuge, figli o conviventi affetti da handicap grave o Hanno una riduzione della capacita lavorativa > 74% o Sono state licenziate o dipendenti di imprese per cui è in corso la gestione della crisi aziendale Ulteriore ipotesi di pensione anticipata è costituita per i c.d lavoratori precoci, ossia quei lavoratori che hanno almeno 41 anni di contributi versati e hanno effettivamente versato almeno 12 mesi di contributi prima del 19°anno di età. REQUISITI TRATTAMENTI ANTICIPATI Tipologia Requisiti Pensione anticipata ordinaria 42 anni e 10 mesi uomini 41 anni e 10 mesi donne Pensione anticipata contributiva (primo versamento dal 1-1-96) 64 anni di età 20 di Contributi Pensione quota 100 62 anni di età 38 di contributi ➔ Entro il 31-12-21 Quota 102 64 anni di età 38 di contributi ➔ Entro il 31-12-22 Quota 103 62 anni di età 41 di contributi ➔ Entro il 31-12-32 Opzione donna 58 anni età per dipendenti, 59 per le autonome 35 anni di contributi Nel 2023 è stata innalzata l’età delle lavoratrici a 60 anni ma riducibili fino a 58 in caso di figlio Pensione anticipata per lavoratori precoci 41 anni di contributi di cui 1 anno prima dei 19 anni di età APE SOCIALE L’ape sociale è un anticipo pensionistico introdotto nel 2016 per consentire ai lavoratori vicino ai requisiti pensionistici, ma non ancora in possesso, di non consentire loro di trovarsi privi di reddito in attesa del raggiungimento dei requisiti qualora cessano l’attività lavorativa Consiste in un’indennità erogata dallo Stato, fino al conseguimento dell’età anagrafica prevista per l’accesso alla pensione di vecchiaia, a determinate categorie di soggetti in condizioni di disagio sociale o economico Oltre a questa forma di anticipo pensionistico sociali è prevista anche un anticipo finanziario a garanzia pensionistica (ape volontario che consiste invece in un prestito corrisposto da un soggetto finanziatore, ad esempio una banca, con quote mensili per 12 mesi da restituire a partire dalla maturazione del diritto della pensione di vecchiaia per una durata di vent’anni L’ape sociale può essere richiesto dei soggetti iscritti a all’assicurazione generale obbligatoria che abbiano almeno 60 tre anni di età e che: - si trovino in stato di disoccupazione - Partiti da almeno sei mesi un soggetto con handicap in situazione di gravità - È riconosciuto invalido civile di grado almeno pari al 74% TRATTAMENTI DI INVALIDITÀ E INABILITÀ L’ordinamento giuridico riconosce una tutela specifica ai quei soggetti colpiti da eventi morbosi che determinano una riduzione della capacità lavorativa Con riferimento a eventi causati da rischi comuni, questa tutela è basata su un sistema assicurativo che fa capo all’inps che provvede attraverso l’assicurazione obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti Nel 1984 vi è stata una legge che ha innovato la materia sotto differenti aspetti: - Innanzitutto ha sostituito il concetto della capacità di guadagno con quello della riduzione della capacità lavorativa - Viene riconosciuta una tutela anche nel caso di totale perdita della capacità lavorativa In relazione a questi due aspetti vengono previste due diverse prestazioni: - In caso di riduzione della capacità lavorativa sia l’assegno ordinario di invalidità - In caso di totale perdita della capacità lavorativa sia la pensione ordinaria di inabilità ➔ L’assegno ordinario di invalidità e posta a tutela di colui che viene considerato invalido ossia colui la cui capacità di lavoro sia ridotta in modo permanente a meno di 1/3 Tale prestazione ha natura temporanea in quanto è riconosciuto per un periodo di tre anni e su domanda del titolare è conformabile per periodi della stessa durata punto dopo tre riconoscimenti consecutivi l’assegno di invalidità è confermato automaticamente. Tale tutela non è reversibile ai superstiti e non è cumulabile con l’eventuale rendita vitalizia in caso di infortunio sul lavoro erogato dall’inail ➔ La pensione ordinaria di inabilità e posta a tutela dell’inabile ossia colui che a causa di un’infermità o difetto fisico o mentale si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa LA PENSIONE AI SUPERSTITI Ed eletta pensione superstiti il trattamento pensionistico riconosciuto ai familiari del lavoratore deceduto o dell’assicurato deceduto a determinate condizioni. Si distingue tra: - Pensioni di reversibilità: spetta ai familiari superstiti del lavoratore già pensionato - L’occasione di lavoro: costituisce il legame che deve sussistere tra il lavoro e l’infortunio. Per meglio capire il concetto di occasione di lavoro se i soliti operare la distinzione tra rischio specifico e rischio generico: o Rischio specifico è quello che grava particolarmente su coloro che operano nell’ambito dell’impresa stessa e determina l’esposizione all’infortunio—> tale rischio è indennizzabile o Rischio generico è quello che riguarda qualsiasi individuo in quanto non è in alcun modo collegato con lo svolgimento della prestazione lavorativa—> tale rischio non è indennizzabile ▪ Nella giurisprudenza e nella dottrina si è affermata la figura del rischio generico aggravato che corrisponde a un rischio generico ma aggravato da specifici elementi lavorativi virgola in relazione al quale l’infortunio può essere indennizzato L’esempio classico è il rischio di essere investito da un’automobile nell’attraversamento di una strada senza strisce pedonali: per una qualsiasi persona è un rischio generico ma per un muratore costretto ad attraversare la stessa strada in tuta da lavoro e trasportando due secchi di calce, i quindi impedito nei movimenti, diventa un rischio generico aggravato da ragioni di lavoro ➔ Infortunio in itinere Infortunio del lavoratore si verifica in determinate ipotesi si parla di infortunio in itinere, ossia quando gli infortuni sono avvenuti durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro. In base al testo unico sono indennizzati: - Di infortunio occorso durante il percorso dal luogo di abitazione al luogo di lavoro e viceversa - L’infortunio occorso nel periodo che collega i due luoghi di lavoro se il soggetto ha più rapporti di lavoro - Gli infortuni ho corso per la consumazione del pasto quando l’azienda è sprovvista di una mensa e il lavoratore ha bisogno di raggiungere il punto di ristoro abituale ➔ La malattia professionale La malattia professionale è una patologia che il lavoratore contrae nell’esercizio e a causa di determinate lavorazioni Come l’infortunio, la malattia professionale può determinare l’inabilità ( temporanea o permanente oppure parziale o totale) oppure la morte L’assicurazione della malattia si basa sul sistema misto dato che si deve distinguere tra malattie tabellate e malattie non tabellate: - Le malattie tabellate sono previste in una tabella e quindi ritenute di origine professionale - Le malattie non tabellate, anche se non sono indicate nella tabella, possono rientrare nella tutela se è dimostrata l’origine lavorativa In origine il sistema dell’assicurazione contro le malattie professionali era basato unicamente sul sistema tabellare. Tuttavia la Corte costituzionale con sentenza 179 del 1988 ha assegnato il passaggio da questo sistema a quello misto. La carta costituzionale ha affermato che l’assicurazione contro le malattie professionali e obbligatorie anche per quelle malattie diverse da quelle comprese nelle tabelle Dalla sentenza emerge che la nozione di malattie professionali è comunque unica - In caso di malattia tabellata opera una presunzione legale circa il nesso eziologico tra lavorazione e malattia connessa, purché la malattia venga denunciata entro il periodo massimo stabilito: in questo caso il lavoratore deve solo dimostrare di essere stato adibito alla lavorazione di aver contratto la malattia - In caso di malattia non tabellata, il lavoratore che ha contratto questa riceve tutela ma non può godere delle agevolazioni legate alla presunzione legale e quindi egli deve dimostrare l’esistenza della malattia, con la presentazione di valida certificazione sanitaria LE PRESTAZIONI In caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale, lavoratore e datore di lavoro sono tenuti a una serie di adempimenti In caso di infortunio, anche se di lieve identità, il lavoratore deve dare immediatamente comunicazione al datore di lavoro punto a sua volta il datore di lavoro entro due giorni deve presentare all’inail la denuncia dell’infortunio che è stato pronosticato non guaribile entro tre giorni Questa denuncia deve essere corredata da riferimenti al certificato medico già trasmesso all’inail dal medico o la struttura sanitaria competente al rilascio Per gli infortuni mortali e per gli infortunati per cui ricorre il pericolo di morte, la denuncia del datore di lavoro deve essere fatta all’inail entro 24 ore dall’infortunio In caso di malattia professionale, il lavoratore deve dare informazione al datore di lavoro entro 15 giorni, il quale deve farne denuncia all’inail nei successivi 5 giorni L’inail assicura gli infortunati e ai malati professionali anche prestazioni sanitarie, cure mediche chirurgiche a carico del servizio sanitario nazionale Il testo unico dell’accuratezza sul lavoro ha riconfermato il diritto degli infortunati e dei malati professionali a tutte le cure necessarie per il recupero dell’integrità psicofisica. Questo diritto viene garantito dall’inail che deve tenere gli infortunati e i malati professionali indenni dalle spese connesse alle prestazioni curative necessarie al recupero dell’integrità psicofisica e quindi deve sostenere l’onere delle prestazioni stesse se non sono già state assicurate dal servizio sanitario nazionale o erogate direttamente dall’Istituto—> ciò comporta che l’inail è tenuto al rimborso delle spese sostenute dal lavoratore soltanto se la prestazione è stata riconosciuta necessaria dai medici dell’inail per il miglioramento dello Stato psicofisico Le prestazioni economiche invece consistono nella corresponsione di somme di denaro punto a seconda delle conseguenze dell’infortunio e della malattia professionale si distingue tra: - Indennità giornaliera per l’inabilità temporanea assoluta: Viene corrisposta dall’inail all’assicurato in sostituzione della retribuzione a decorrere dal quarto giorno successivo a quello in cui è avvenuto l’infortunio o se è manifestata la malattia professionale e fino alla guarigione clinica - Rendita diretta per inabilità permanente: erogata per la diminuita attitudine al lavoro. La rendita viene erogata distinguendo tra inabilità permanente assoluta (65%-100%) e inabilità permanente relativa (11%-64%) - Assegno di incollocabilità: Erogato a favore dei mutilati e invalidi sul lavoro che a causa della gravità della menomazione subita non possono essere collocati in qualsiasi settore produttivo Fino al 2000, la liquidazione delle prestazioni economiche da parte dell’inail era determinata sulla base della ricaduta della lesione sulla capacità di guadagno del lavoratore stesso—> il decreto legislativo 38 del 2000 ribalta il criterio a fondamento dell’indennizzabilità che non è più quello di risarcire la perdita della capacità di guadagno provocata dall’infortunio o dalla malattia professionale ma viene introdotto l’indennizzo del danno biologico che è diretto a tutelare il diritto della salute quando dagli eventi deriva al lavoratore un inabilità permanente punto solo in secondo luogo, come conseguenza della lesione, viene risarcito il danno patrimoniale rappresentato dalla riduzione o perdita di capacità del lavoro. L’indennizzo infatti è a reddituale perché è determinato senza nessun riferimento alla retribuzione dell’assicurato, ma l’importo viene stabilito sulla base del grado di menomazione dell’integrità psicofisica La disciplina del danno biologico si applica agli infortunati verificatisi dal 25 luglio del 2000 e dalle malattie professionali denunciate a decorrere dalla stessa data Le prestazioni erogate sono di due tipi: - Indennizzo in capitale: se la menomazione va dal 6% al 15%, ma non è dovuto nessun indennizzo per le conseguenze patrimoniali - Indennizzo e rendita se la menomazione va dal 16% al 100% con un’ulteriore quota di rendita per ristorare anche le conseguenze patrimoniali della menomazione RESPONSABILITÀ DEL DATORE PER L’INFORTUNIO E MALATTIA PROFESSIONALE La sussistenza dell’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali ha come conseguenza immediata l’esonero di responsabilità civile del datore di lavoro. Ciò significa che è sempre l’assicurazione chiamata a rispondere dell’infortunio e della malattia professionale erogando determinati indennizzi al lavoratore sia o meno che l’evento sia imputabile al datore di lavoro Nonostante l’assicurazione, la responsabilità civile del datore di lavoro permane se ha subito una condanna penale che stabilisce che l’infortunio sia avvenuto per il fatto costituente reato imputabile al datore di lavoro o da un suo dipendente La responsabilità penale fa sì che il lavoratore possa agire civilmente contro di lui per ottenere il risarcimento del danno L’azione risarcitoria è soggetta a un limite quantitativo per cui un illecito non può mai essere fonte di indebito arricchimento per il danneggiato e quindi risarcimento del danno dovuto dal datore di lavoro è limitato al cosiddetto danno differenziale, cioè la somma stabilita dal giudice che eccede quanto già erogato dall’assicurazione CAPITOLO 7: AMMORTIZZATORI SOCIALI A TUTELA DEL REDDITO DEI LAVORATORI IL SISTEMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI Il sistema degli ammortizzatori sociali è formato dall’insieme degli strumenti predisposti dallo stato per tutelare il reddito dei lavoratori che si trovano a dover affrontare periodi piu o meno lunghi senza lavoro per riduzione o cessazione dell’attività lavorativa Il legislatore interviene con misure di natura economica che integrano il reddito di lavoro, che si è ridotto a casa di una sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, oppure sostengono il lavoratore nel caso in cui è privo della retribuzione a causa della cessazione del rapporto di lavoro Si devono infatti distinguere: - Strumenti che intervengono in costanza di rapporto, che quindi forniscono un integrazione al reddito: integrazioni salariali, contratti di solidarietà e fondi di solidarietà bilaterali - Strumenti che intervengono in caso di cessazione di rapporto di lavoro —> indennità erogate dalla nuova assicurazione sociale per l’impiego (NASpI) Il nostro sistema è stato piu volte oggetto di proposte di riforma perche ritenuto inadeguato dinnanzi a gravi fasi di crisi occupazionale La riforma fornero nel 2012 è intervenuta introducendo un nuovo strumento di assicurazione contro il rischio di disoccupazione, c.d aspi (ordinaria) e introducendo la mini-aspi per periodi brevi A distanza di due anni con il jobs act (2014) è stata realizzata una nuova riforma degli ammortizzatori sociali. L’obiettivo è stato quello di assicurare una tutela uniforme in caso di disoccupazione involontaria e la tutela era legata alla storia contributiva dei lavoratori Requisiti dimensionali No limiti + 15 dipendenti Beneficiari - Lavoratori subordinati con 30 giorni di lavoro effettivo - No dirigenti Cause Situazioni aziendali dovuti a eventi transitori non imputabili al datore di lavoto (Imperia stagionali) Crisi del mercato temporanee Riorganizzazione aziendale Crisi aziendale Contratto di solidarietà Prestazione erogata 80% della retribuzione globale che spetterebbero al lavoratore per le ore non prestate Durata 13 settimane—> 52 settimane Dipende dalla causa - Riorganizzazione aziendale—> 24 mesi - Crisi aziendale —> 12 mesi - Contratto di solidarietà —> 24mesi prorogabili a 36 IL CONTRATTO DI SOLIDARIETÀ I contratti di solidarietà sono contratti collettivi aziendali che sono stipulati dall’impresa con le rappresentanze sindacali con cui viene stabilita una diminuzione dell’orario di lavoro per gli occupati nell’impresa I contratti di solidarietà possono essere: - Difensivi: con cui la diminuzione dell’orario deriva dalla diminuzione delle esigenze produttive per evitare licenziamenti per eccedenza di personale - Espansivi: con cui la diminuzione dell’orario di lavoro consente l’assunzione di nuovo personale per incrementare l’occupazione aziendale FONDI DI SOLIDARIETÀ BILATERALI E FONDO INTEGRAZIONE SALARIALE La previsione di fondi di solidarietà bilaterale sono stati introdotti per fornire un sostegno al reddito nell’0ambito di processi di ristrutturazione aziendale L’istituzione di questi fondi è rimessa alla contrattazione collettiva. I fondi sono istituti presso l’INPS I fondi di solidarietà bilaterali devono erogare un assegno di integrazione salariale per quelle imprese che non rientrano nella cigo ma che hanno almeno 1 dipendente. L’importo è almeno pari a quello massimo previsto per le integrazioni salariali (80%) la durata è almeno pari alla durata dell’integrazione salariale, a seconda della causa invocata La domanda di accesso deve essere resa 30 giorni prima dell’inizio della sospensione e entro i 15 giorni dopo. La legge fornero aveva previsto che i datori di lavoro che non rientravano nei fondi bilaterali di solidarietà, confluivano nel fondo residuale di solidarietà, che nel 2015 è diventato fondo di integrazione salariale (FIS). Quetso fondo si applica per i datori di lavoro che: - Occupano almeno 1 dipendente - Non rientrano nella CIGO - Non aderiscono al fondo di solidarietà bilaterale LA NASPI L’articolo 38 della costituzione sancisce il diritto del lavoratore a mezzo adeguati alle loro esigenze di vita in caso di disoccupazione involontaria L’espressione più importante di tutela in caso di perdita del lavoro è rappresentato dal lungo dall’assicurazione generale obbligatoria contro la disoccupazione involontaria istituita nel 1919. Questo strumento è stato sostituito nel 2013 con un nuovo unico strumento a sostegno del reddito in caso di disoccupazione, denominato assicurazione sociale per l’impiego, c.d aspi Nel 2015 opera la nuova assicurazione sociale per l’impiego, c.d NASpI, chi ha sostituito le prestazioni dell’ASPi in riferimento agli eventi di disoccupazione verificatisi da quella data Soggetto assicuratore l’Inps, soggetto assicurante è il datore di lavoro e il soggetto assicurato è il lavoratore subordinato Oggetto dell’assicurazione a rischio della mancanza di guadagno che deriva da uno stato di disoccupazione involontaria per mancanza di lavoro. La copertura economica che deriva della naspi interviene nei casi di perdita involontaria del posto di lavoro: - In primo luogo interviene in tutti i casi di licenziamento individuale o collettivo - Ma interviene anche in diversi casi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, come ad esempio il trasferimento del dipendente da altra sede della stessa azienda distante più di 50 km dalla residenza del lavoratore La naspi è esclusa nei casi di cessazione del rapporto per volontà del lavoratore, quindi in caso di dimissioni volontarie, di eccezione del caso in cui sussista una giusta causa come ad esempio sussiste il mobbing La naspi si applica la generalità dei settori produttivi e comprende tutti i lavoratori subordinati sì a tempo indeterminato che a tempo determinato salvo per i dipendenti assunti a tempo indeterminato nelle pubbliche amministrazioni Il lavoratore in stato di disoccupazione involontaria ha diritto alla naspi se sussistono due requisiti: - requisito contributivo: devono sussistere almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti alla data di disoccupazione involontaria - Requisito lavorativo: il lavoratore deve aver prestato minimo 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti.questo requisito però è stato abrogato dalla legge di bilancio del 2022 In presenza di questi requisiti lavoratore può presentare domanda all’Inps entro il termine di decadenza di 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.in caso di accoglimento della domanda la prima erogazione avverrà a partire dall’ottavo giorno. Per quanto riguarda l’importo, la naspi su base mensile e varia seconda della retribuzione mensile. La naspi è soggetta una riduzione in base al tempo di fruizione. In particolare si riduce del 3% ogni mese a decorrere dal 4°, oppure dall’ottavo se il fruitore della naspi ha più di 55 anni di età La retribuzione mensile da prendere come base di calcolo è la retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni che viene divisa per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicando il risultato per 4,33 Per incentivare l’auto imprenditorialità è possibile richiedere la naspi in un’unica liquidazione anticipata L’indennità naspi è corrisposta per un numero di settimane pari alla metà di quelle di contribuzione degli ultimi quattro anni (quindi per un massimo di due anni) CAPITOLO 8: TUTELA DELLA FAMIGLIA E DELLA GENITORIALITA ORIGINI, FONDAMENTO E EVOLUZIONE DELLA TUTEL DEFLLA FAMIGLIA La tutela previdenziale della famiglia risale l’accordo collettivo del 1934 quando si decise di ridurre l’orario di lavoro da 48 a 40 ore settimanali , conseguenza della diminuzione delle retribuzioni Furono così istituiti gli assegni familiari allo scopo di integrare il salario e di sostenere maggiori oneri di quei lavoratori che avevano proprio carico la famiglia Con la costituzione la tutela della famiglia diviene uno dei compiti dello Stato L’articolo 36 della costituzione stabilisce che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto in ogni caso sufficiente ad assicurare asse e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La norma esprime nella seconda parte il principio della retribuzione sufficiente o della retribuzione familiare—> la retribuzione deve essere in ogni caso sufficiente ad assicurare al lavoratore e alla sua famiglia una vita dignitosa e libera Gli assegni familiari inizialmente erano limitati per cui su soli lavoratori dell’industria e successivamente furono estesi a tutti i lavoratori dipendenti Nel 1988 successivamente è stato introdotto l’assegno per il nucleo familiare e con l’introduzione di questo il sistema viene riformato Dal 1988 infatti gli assegni familiari hanno cessato di essere corrisposti sono stati sostituiti dall’assegno per il nucleo familiare continuando ad essere erogati soltanto per alcune categorie di lavoratori autonomi e pensionati delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi L’ordinamento italiano ha poi introdotto delle misure a sostegno del reddito della famiglie ASSEGNO PER IL NUCLEO FAMILIARE L’assegno per il nucleo familiare è un assegno che sostituisce quello di importo fisso per ciascun familiare a carico. Infatti l’assegno ora è unico per il nucleo familiare, perché è il nucleo familiare dal punto di vista economico è un soggetto unitario. Per questo i parametri di determinazione dell’assegno tengono conto del numero dei componenti dell’ammontare del reddito complessivo del nucleo stesso. L’onere contributivo grava esclusivamente sul datore in percentuale in base alle retribuzioni dei lavoratori, anche se privi di familiari (il datore sarebbe piu incline ad assumere soltanto personale senza famiglia) Nel nucleo sono inclusi il coniuge e i figli legittimi minori, anche quelli maggiorenni se si trovano nell’impossibilità di svolgere lavoro. Possono rientrare anche i genitori e gli ascendenti. L’assegno viene erogato dal datore per conto dell’INPS TUELA DELLA MATERNITÀ E PATERNITÀ Al fine di tutelare la salute delle lavoratrici madri e del nascituro, è previsto il congedo di maternità, durante il quale il datore di lavoro si deve astenere ad adibire la donna ad attività lavorativa. Questo periodo ha durata di cinque mesi e più precisamente due mesi precedenti alla data presunta del parto e i tre mesi successivi. Nonostante ciò vige il principio di flessibilità del periodo in quanto la lavoratrice può rendere flessibile il periodo di astensione, fermo restando il massimo di cinque mesi Per tutto il congedo di maternità la lavoratrice ha diritto a un’indennità giornaliera erogata dall’Inps pari all’80% della retribuzione Al padre lavoratore sono riconosciuti il congedo di paternità obbligatorio e il congedo di paternità alternativa: ➔ congedo di paternità obbligatorio è il diritto riconosciuto al padre lavoratore di astenersi dal lavoro per un periodo massimo di 10 giorni (elevabile A20 in caso di parto plurimo) fruibile nei due mesi precedenti la presunta data di parto ed entro cinque mesi successivi.questo è un diritto autonomo nel senso che il lavoratore può astenersi dal lavoro anche negli stessi giorni di fruizione del congedo L’assicurato in caso di mancato pagamento di contributi non prescritti può agire sia contro l’INPS che contro il datore di lavoro: - se il lavoratore agisce contro l’Inps per attuare il principio di automaticità della prestazione, deve dimostrare l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato, l’effettivo pagamento della retribuzione e la mancanza dell’ intervenuta prescrizione. In caso di soccombenza l’Inps agisce in sede di regresso per il recupero dei contributi omessi nei confronti di datore di lavoro inadempiente - Se lavoratore agisce contro il datore, il lavoratore agisce per ottenere la condanna del datore di lavoro al pagamento dei contributi evasi a favore dell’ente previdenziale. Oltre alla responsabilità risarcitoria nei confronti del lavoratore, in capo al datore che abbia omesso il pagamento dei contributi sono previsti una serie di sanzioni civili, penali e amministrative. ➔ le sanzioni civili consiste nel pagamento di una somma aggiuntiva rispetto i contributi omessi l’importo variabile dal 40% al 60% della somma non versata a seconda che vi sia un’ipotesi commissioni in senso astratto, 40%, o di evasione contributiva, 60%. o Sia omissione in senso stretto quando in presenza di tutte le denunce le registrazioni obbligatorie è stato emesso solo il pagamento.ciò significa che la posizione del lavoratore e regolare ed è in difetto solo il pagamento di contributi o Sì a evasione contributiva quando il datore non abbia nemmeno presentato le denunce e le registrazioni obbligatorie: la posizione del lavoratore non è regolare e quindi la sanzione calcolata nella percentuale minima del 30% di contributi evasi e nel massimo del 60% ok ➔ Le sanzioni amministrative riguarda le violazioni che non consistono in un’evasione contributiva. Si tratta di ipotesi ad esempio in materia di regolare la tenuta dei libri obbligatori.se risultano degli inadempimenti la cui violazione determina l’applicazione di una sanzione amministrativa, ispettore provvede a diffidare il datore di lavoro a regolarizzare le inosservanze qualora sanabili fissando un termine.se dopo la diffida interviene la regolarizzazione il datore può estinguere la violazione pagando una sanzione amministrativa ridotta ➔ Le sanzioni penali invece sono integrate dell’articolo 37 della legge 689 dell’81 in forza del quale è punito con la reclusione fino a due anni il datore di lavoro che ha messo il versamento dei contributi ai fini previdenziali qualora dal fatto deriva l’omesso versamento di un importo di 2582,28 € Un primo problema riguarda la portata della fattispecie: punisce solo l’omissione delle registrazioni e non anche la loro falsità nonostante la rubrica dell’articolo sia riferita omissioni o falsità in registrazione denuncia obbligatoria RICORSI AMMINISTRATIVI E GIURISDIZIONALI I ricorsi amministrativi sono delle dichiarazioni di volontà attraverso le quali il titolare di una situazione giuridica soggettiva ritenuta lesa da un provvedimento amministrativo si rivolge all’autorità amministrativa affinché questa possa rivedere il proprio operato Dopo la presentazione del ricorso, l’amministrazione adita deve avviare un procedimento di natura amministrativa volta riesaminare il proprio operato.l’esercizio di questo potere, cosiddetto potere di autotutela, viene dell’interesse di soggetti amministrati al fine di vedere riconosciuti proprio interesse nei confronti dell’amministrazione. Nel caso di controversia con l’ente previdenziale, l’esperimento dei corsi in esame si pone con me condizione necessaria per accedere alla tutela giurisdizionale. Il difetto della domanda amministrativa di erogazione delle prestazioni previdenziali determinerebbe l’assoluta improponibilità della domanda giudiziale di tutela I ricorsi amministrativi hanno due getto gli atti con cui l’istituto previdenziale neghi il diritto alle prestazioni Quando l’assicurato ritiene di aver maturato il diritto alla prestazione previdenziale, questo deve fare istanza l’istituto previdenziale perché la prestazione viene erogata soltanto su domanda di parte. In materia di previdenza assistenza obbligatoria, per le richieste di gel istituto del silenzio rigetto: se l’istituto non si pronuncia entro 120 giorni, la richiesta si ritiene respinta Una volta esperiti ricorsi amministrativi, le controversie materia previdenziale possono sfociare dinnanzi alla giurisdizione civile. Il giudice in questo caso dovrà valutare il diritto dell’assicurato la prestazione. Il nostro ordinamento prevede dei termini decorrenti dalla comunicazione del provvedimento finale del ricorso amministrativo: - Per le prestazioni pensionistiche il termine per rivolgersi al giudice civile è di tre anni - Per le prestazioni non pensionistiche il termine è di un anno - Per le prestazioni in caso di infortunio sul lavoro e malattie professionali il termine di tre anni Il processo viene sempre instaurato tramite ricorso e si osservano le regole del processo sul lavoro L’articolo 433 del codice di procedura civile dispone tre termini alternativi necessari affinché possa essere spedito il ricorso dinanzi al giudice civile: - L’esaurimento di tutti i procedimenti speciali della lite in sede amministrativa o - La decorrenza dei termini fissati per il compimento di tali processi amministrativi - Il decorso di 180 giorni dalla data in cui è stato proposto ricorso amministrativo Se il giudice civile viene a dito prima della decorrenza di uno di questi tre termini, si sospende il processo e dispone la remissione entro 60 giorni dinanzi al giudice amministrativo. Se l’attore non procede con la remissione della causa entro 60 giorni il processo si estingue Le sentenze emanate nelle controversie sono provvisoriamente esecutive e questo permette al titolare del diritto riconosciuto dalla sentenza di agire per i materiali soddisfacimento dello stesso attraverso le procedure dell’esecuzione forzata LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE La costituzione all’art 38.5 dichiara che l’assistenza privata è libera L’ordinamento italiano fonda il sistema previdenziale su tre pilastri: - Previdenza pubblica - Fondi pensione ad adesione volontaria (previdenza complementare) - Servizi previdenziali che hanno natura assicurativo (previdenza meramente privata) L’erogazione delle prestazioni previdenziali di base è garantito dallo stato attraverso le forme di assicurazioni obbligatoria contro i principali eventi che possono impedire al cittadino lo svolgimento dell’attività lavorativa —> al momento dell’instaurazione del rapporto di lavoro, è fatto obbligato ai lavoratori di iscriversi a forme previdenziali gestite da enti pubblici-> si parla di previdenza obbligatoria proprio perche l’iscrizione del lavoratore a determinati enti non è rimessa alla sua libera scelta ma gli è importa dal legislatore Il sistema previdenziale italiano prevede che il lavoratore possa integrare i trattamenti previdenziali di base, garantiti dal sistema previdenziale obbligatorio, con l’adesione volontaria a forme di previdenza integrativa, c.d previdenza complementare La previdenza complementare è quindi espressione della previdenza privata, la cui libertà è garantirà dal co 5 dell’art 38 costituzione ed è l’espressione del secondo pilastro La previdenza complementare nasce come integrazione della previdenza pubblica, che essendo a ripartizione (e non a capitalizzazione) rischia di non riuscire a mantenere l’equilibrio a causa dei mutamenti sulla popolazione (diminuzione delle nascite e aumento della popolazione anziana che percepisce la pensione) Le forme pensionistiche complementari sono attuate con la costituzione di fondi o patrimoni separati, la cui denominazione deve contenere “fondo pensione”. Devono essere iscritte in un apposito albo pubblico. L’adesione alle forme pensionistiche complementari è libera e volontaria, e anche collettiva o individuale: - Adesione collettiva: rientrano o Fondi pensioni negoziali: l’origine di questi è di natura contrattuale collettive e sono destinati solo ad alcune categorie di lavoratori (chiusi) o Fondi pensioni aperti:sono forme pensionistiche complementari a cui possono aderire tutti coloro che intendono avere una pensione complementare o Fondi pensione preesistenti: sono forme pensionistiche complementari perche istituite prima del 93, anno in cui è stata introdotta la disicplina organica del settore - Adesione individuale: in questa rientrano o Fondi pensione parti o PIP:: piani individuali pensionistici di tipo assicurativo: sono forme di pensione complementare realizzati tramite contratti di assicurazione sulla vita e si puo accedere su base volontaria Destinatari: possono aderire alle prestaizoni pensionistiche complementari in modo individuale o collettivi: - I lavoratori subordinati - I lavoratori autonomi o liberi professionisti - I soci di cooperative - Coloro che svolgono lavori non retribuito in relazione a responsabilità familiari Modalità di contribuzione alla previdenza complementare: La previdenza complementare si finanzia con il contributo degli stessi beneficiari della prestazione: i beneficiari della pensione contributiva devono contribuire con il versamento di contributi Prima del 2007–> TFR integrale, poi dal 2007 è possibile la destinazione non integrale del tfr —> la regola ordinaria è il totale Il conferimento del tfr puo essere: - Modalita esplicite: ogni lavoratore entro 6 mesi dalla data di assunzione conferisce il tfr maturando alla forma di previdenza complementare prescelta - Modalità tacite: sempre entro 6 mesi, il lavoratore non esprime nessuna volonta perche vige il principio silenzio-assenso. L’adesione del lavoratore comporta il conferimento al fondo delle quote maturante del tfr a partire dalla data di adesione al fondo. Le quote di tfr maturate prima di tale data restano in regime di retribuzione differita e vengono liquidate una volta cessato il rapporto di lavoro