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Appunti Economia e gestione della banca, Appunti di Economia e gestione della banca

Appunti chiari e discorsivi delle lezione del professore Andrea Paltrinieri

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 11/01/2023

giadagangi
giadagangi 🇮🇹

3 documenti

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Scarica Appunti Economia e gestione della banca e più Appunti in PDF di Economia e gestione della banca solo su Docsity! 21/2 Il sistema finanziario formale può essere definito secondo un profilo strutturale e funzionale: 1) STRUTTURALE Il sistema finanziario è costituito dal complesso integrato di contratti, intermediari e mercati finanziari, autorità di regolamentazione e vigilanza e banche centrali, esistenti in un dato luogo in un dato momento. È fondamentale che il sistema finanziario muti continuamente in funzione delle funzioni che vengono attribuite al sistema in esame possano essere svolte in maniera efficace ed efficiente. Per esempio i libretti di deposito sono quasi estinti al giorno d’oggi. Questo a causa di fenomeni culturali alla base dell’evoluzione economica di un determinato contesto geografico. 2) FUNZIONALE E’ un’infrastruttura cruciale per il funzionamento delle moderne economie in quanto svolge importanti funzioni, quali: ❑ realizza il trasferimento di risorse dal risparmio agli investimenti (funzione di allocazione del risparmio). Un sistema finanziario serve ad allocare risorse finanziarie sotto forma di risparmio. Si tratta del trasferimento di risorse da chi è in surplus finanziario a chi è invece in deficit. Funzione che entra in crisi quando manca la fiducia tra unità in surplus o in deficit ma anche in riferimento alle banche ne svolgono una funzione di intermediazione tra i due soggetti sopra definiti. È quindi fondamentale che la fiducia nei sistemi finanziari sia sempre ad un livello molto alto. ❑ assicura l’efficiente funzionamento del sistema dei pagamenti (funzione monetaria). Si parla di produrre mezzi di pagamento con natura alternativa dalla moneta legale e cioè moneta fiduciaria messa a disposizione dalle banche o dagli istituti di moneta elettronica. Altri soggetti offrono strumenti definiti come valute (cripto, non è considerata moneta perché non godono di alcune caratteristiche di cui invece gode la moneta fiduciaria) ❑ trasmette al sistema economico gli impulsi della politica monetaria (funzione di trasmissione della politica monetaria). Le banche hanno un ruolo importante nel trasmettere le decisioni di politica monetaria all’economia reale. Ex. BCE che afferma cdi continuare ad acquistare titoli (aumento finanziamenti, tassi di interessi stabili, più liquidità sul mercato). Merton aggiunge che se da una parte la struttura può cambiare, dall’altra le funzioni tendono a rimanere le stesse: 1. fornire sistemi di compensazione e regolamento dei pagamenti 2. creare meccanismi che consentano la raccolta di risorse presso il pubblico (pooling) per finanziare investimenti, si parla di intermediari (banche o fondi di investimento) ma anche mercati finanziari. 3. effettuare trasferimenti intersettoriali (nel tempo e nello spazio) di risorse economiche e finanziarie, ciò è possibile attraverso contratti finanziari come il mutuo attraverso cui la banca finanzia un soggetto (nello spazio) ad una data definita e per cui sorge in concomitanza l’impegno nel ritrasferire nel tempo le risorse finanziarie concesse a titolo di credito (nel tempo). 4. ridurre/trasferire/ mitigare il rischio attraverso l’offerta di strumenti di copertura, diversificazione e assicurazione. Per trasferire il rischio si potrebbe fare ricorso ad un contratto assicurativo. I fondi di investimento invece permettono di poter diversificare il rischio come le tecniche di gestione del portafoglio. I sistemi finanziari offrono quindi strumenti o tecniche che sono fondamentali per il trasferimento del rischio che può avere diversa natura: si parla di rischio di insolvenza o di variazione del tasso di interesse. 5. diffondere informazioni sui prezzi dei prodotti finanziari, si tratta di contratti finanziari che hanno svolgimento sui mercati finanziari; luoghi all’interno dei quali si possono raccogliere informazioni sui tassi di cambio, titoli azionari, tasso di interesse (prezzi) che sono essenziali perché le unità istituzionali assumono decisioni finanziari sulla base dei prezzi. Queste informazioni sono quindi fondamentali per il processo di allocazione di riserve finanziare. 6. ridurre i problemi di incentivo e i costi di agenzia derivanti dalla presenza di asimmetrie informative tra i partecipanti al mercato finanziario. In generale purtroppo i mercati sono caratterizzati da assimmetrie informative che possono dare luogo a dei costi di agenzia (nel contratto di agenzia c’è principal e agente e in questo rapporto il primo è costretto a sostenere costi per avere informazioni e monitorare il comportamento della gente.). Quando le asimmetrie sono particolarmente rilevanti il rischio aumenta e una prima decisione potrebbe essere l’astensione allo scambio finanziario. Un secondo esisto potrebbe essere l’insolvenza. La riduzione delle assimmetrie informative è quindi fondamentale! E ciò può avvenire attraverso la regolamentazione, la produzione di informazioni non vincolanti, la presenza a di soggetti come analisti finanziari. Si parla di sistema formale in quanto i trasferimenti di risorse siano disciplinati da contratti. Il sistema finanziario informale invece sono di fatto di finanziamento o di trasferimento di risorse finanziarie in una situazione informale e quindi a livello amicale o per esempio nelle situazioni di usura. 23/2 Per Merton le funzioni sono più stabili per la struttura del sistema finanziario. All’interno del sistema finanziario la funzione di allocazione delle risorse finanziario è fondamentale perché è prodromica a favorire processo dio sviluppo economico. In effetti questo processo di allocazione implica che ci siano dei meccanismi di trasmissione delle risorse finanziarie tra soggetti all’interno del sistema finanziario. Possiamo infatti identificare due controparti: soggetti che si pongono come datori di risorse (unità in surplus finanziario) che tipicamente o episodicamente trasferiscono risorse. Essi sono tipicamente le famiglie, imprese non finanziarie, pubbliche amministrazioni (stato centrale e amministrazioni periferiche) ed estero o resto del mondo: paesi fuori dall’Italia che operano in contropartita con l’Italia e quindi con residenti italiani. Allo stesso tempo tutte queste unità possono essere anche unità in deficit in base alla situazione finanziaria in cui ci si trova. Questi soggetti quando si trovano in una condizione di surplus hanno necessità di trasferire risorse finanziarie ameno che non ci sia sfiducia nei confronti del sistema finanziario. Queste risorse quindi possono essere immesse all’interno del sistema finanziario e i beneficiari di queste risorse sono appunto le unità in deficit. Nel sistema finanziario sono quindi presenti dei circuiti di collegamento tra le unita in surplus e in deficit. Riconosciamo 3 tipi di circuiti: Diretti, unità in deficit mensilmente 1. emette una serie di titoli di stato che vengono collocati a beneficio di tutti gli investitori che vogliono partecipare al mercato e possono quindi trasferire i propri fondi sottoscrivendo i titoli diventa dal così creditori dello stato che si impegnano a restituire la somma alla scadenza del titolo. Si parla infatti di trasferimento diretto che avviene per la maggior parte dei casi attraverso i mercati. In questo caso apparentemente si potrebbe non aver bisogno di intermediari ma in realtà le banche giocano un ruolo importante. Circuiti diretti intermediati, classico caso dei fondi pensioni, SGR (società gestione risparmio), 2. assicurazioni. In questo caso gli intermediari gestiscono una determinata somma di denaro sulla base di un mandato di gestione. In seguito offre ciò che è definita una gestione di portafoglio su base individuale. In altre parole l’intermediario offrirebbe la propria consulenza per gestire i soldi che gli vengono destinati. A questo punto la SGR per esempio acquista a mio conto azioni, titoli di stato attraverso il denaro che le è stato affidato. Quindi in questo tipo di circuito l’unità in surplus da i fondi all’intemediario che però non tiene questa somma per se ma è obbligato per via si un dipendenti superiori a 5 unità. Da 6 in su sono considerate società non finanziarie ma da 5 o in giu si parla di famiglie. Di questi soggetti si calcola il relativo saldo finanziario (lo fa la banca d’Italia)a livello aggregato che tipicamente è in una posizione di deficit. b) Società finanziarie. tutte quelle attività societariezzate o meno che hanno a che fare con l’attività finanziaria.Si articola in quattro sottosettori: b.1) Istituzioni finanziarie monetarie (IFM); banche centrali, banche, fondi comuni di investimento monetari. In generale intermediari che sono autorizzati a raccogliere depositi dal pubblico per fornire credito. La maggior parte sono istituti di pagamento e di moneta elettronica che offrono servizi di pagamento elettronici, raccolgono risparmio e inoltre possono di recente cedere credito b.2) Altri intermediari finanziari. Comprende società di finanziamento, SIM, società fiduciarie di gestione, fondi comuni non monetari e Sicav, altri OICR, altre imprese finanziarie; b.3) Ausiliari finanziari: autorità centrali di controllo dei mercati finanziari, quali la Consob e l’Ivass, enti vari preposti al funzionamento dei mercati, associazioni tra banche e tra imprese finanziarie e assicurative, società che gestiscono fondi comuni (Sgr), mediatori e consulenti finanziari, agenti di cambio. Si tratta di soggetti che coadiuvano l’intermediazione finanziaria agendo come supervisori o consulenti. b.4) Imprese di assicurazione e fondi pensione. Anche per queste società si rileva il saldo finanziario a livello aggregato. c) Amministrazioni pubbliche. Si articola in tre sottosettori: c.1) Amministrazioni centrali; c.2) Amministrazioni locali; c.3) Enti di previdenza e assistenza sociale. d) Famiglie e Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie. Comprende gli individui o i gruppi di individui nella loro funzione di consumatori o in quella di produttori di beni e servizi, purché il loro comportamento economico e finanziario non sia tale da configurare una quasi-società. Includono sia le famiglie produttrici che quelle consumatrici. Con famiglie produttrici tutte quelle realtà imprenditoriali di piccola dimensione con numero dipendenti compreso nelle 5 unità (se d>5 finiscono in a). Le famiglie consumatrici si limitano a consumare il reddito che producono in effetto dell’attività lavorativa. Anche per questo settore si calcola il saldo finanziario a livello aggregato. e) Resto del mondo. Perché c’è? Perché noi lavoriamo in un’economia aperti agli scambi con l’estero e quindi il nostro paese può vantare o detenere posizioni di surplus o di deficit rispetto all’estero in ragione degli scambi intrapresi. Questa posizione, dell’Italia nel confronti del resto del mondo e viceversa, deriva dal saldo della bilancia delle partite correnti all’interno della bilancia dei pagamenti. La posizione è quindi presentata in termini di saldo finanziario. La bilancia delle partite correnti registra tutte le operazioni svolte dalle persone presenti nel paese e quelle svolte da persone esterne al paese (estero) in analisi. Queste transazioni sono di natura economica, commerciale; esportazioni e importazioni. Non che i trasferimenti dei redditi da lavoro + altri trasferimenti. La bilancia avrà cosi un saldo (nx=x-im) che può essere positivo: Italia ha una posizione di surplus dei confronti dell’estero, fornisce credito ai paesi esteri, o negativo, cioè la situazione contraria. Il saldo corrisponde in senso inverso al saldo del resto del mondo. In un’economia aperta agli scambi la somma algebrica dei saldi finanziari deve essere pari a 0. Il saldo finanziario si calcola con differenza tra risparmio (S) e investimenti reali (I) SF=S-I, in caso di valore diverso da zero: lo sbilancio che si calcola definisce il saldo finanziario riferito all’unità finanziaria e settore istituzionale i-esimo. S tratta del fabbisogno finanziario di cui ha bisogno l’impresa per una determinata operazione economica. Inoltre, il saldo finanziario possiamo anche calcolarla come differenza tra la variazione delle attività finanziarie - variazione delle passività finanziarie: SF=@AF-@PF. In altre parole, il saldo finanziario calcolato con la differenza tra risparmio e investimenti determina una necessità dal punto di vista finanziario che comporta una variazione di attività e passività finanziarie tali da coprire il fabbisogno finanziario che emerge dal calcolo del saldo finanziario stesso. Un possibile scompenso tra risparmio e investimenti determinano quindi una ricomposizione di attività e passività dal punto di vista finanziario. I conti sarebbero stati alimentati con: Conto delle operazioni correnti, si tratta del conto • economico. In effetti ricavi- costi determinano il risparmio che però vanno ad alimentare il (segue) Conto di accumulazione di capitale perché il • risparmio aumenta il capitale a disposizione ma allo stesso tempo questo conto si arricchisce della presenza dell’investimento reale (ex. Nuovo immobile acquisito, accreditamento reale). Si genera quindi un chiaro fabbisogno finanziario mostrato appunto dal saldo Conto finanziario, variazione attività e passività. È in questo conto in cui si presenta in maniera • palese il fabbisogno finanziario dell’impresa. Questi conti registrano di fatto la generazione del flusso di risparmio, l’impiego dello stesso e la ricomposizione in termini finanziari per finanziare lo sbilancio che è espresso dal risultato del saldo finanziario. In equilibrio infatti il valore degli investimento più la variazione di attività finanziarie è uguale al valore del risparmio maggiorato della variazione delle passività finanziarie: I+@AF = S+@PF. questi saldi finanziari calcolati per la singola unità o per il settore possono essere positivi o negativi. Se è positivo: S>I allora l’unità sarà in surplus e quindi risparmia di più di ciò che investe in termini • reali. Per esempio le famiglie sono quindi datrici di risparmio se è negativo: S<I allora l’unità sarà in deficit e investe realmente più di quello che risparmia. È il • caso dello stato per via per esempio della spesa pubblica. Tra questi soggetti si sviluppano quindi trasferimenti finanziari. La Banca d’Italia calcola periodicamente i saldi finanziari di tutti i diversi settori istituzionali a livello aggregato. Questi saldi possono essere positivi (tipicamente per le famiglie) o negativi (tipicamente per pubbliche amministrazioni e società non finanziarie). Il ruolo del resto del mondo è fondamentale per poter compensare il risultato del saldo finanziario che si sarebbe venuto a presentare in caso di economia chiusa. È importate studiare le entità e i trend dei saldi finanziari di ogni settore perché questi identificano il fabbisogno di trasferimento finanziario che deve essere lavorato all’interno del sistema finanziario in un economia chiusa o aperta. Da cosa dipende questo fabbisogno di trasferimento? Da molti fattori! Capacità di risparmio delle famiglie, più le famiglie hanno capacità di risparmio (saldi finanziarie 1. positivi e potenzialmente crescenti) più saranno in grado di soddisfare il fabbisogno finanziario delle unità in deficit. Su questa capacità incidono molte cose come la tassazione fiscale, le politiche dei redditi, consumi, la demografia del paese. Capacità auto-finanziamento e di investimento delle imprese. Quando un impresa è in grado di 2. risparmiare, di avere più utili? Quando può abbattere i costi, aumento del ciclo economico e quindi delle vendite e del reddito, la diminuzione delle tasse. La politica fiscale ha quindi un ruolo importantissimo nello sviluppo degli utili di un impresa. Entrano in gioco fattori di politica economica fiscale, internazionale e finanziarie. Più l’impresa ha capacità di autofinanziarsi meno avrà bisogno di indebitarsi ma questo dipende anche dalla propensione all’investimento reale di ogni impresa (compro immobili, sedi, più dipendenti) che dipende dalle aspettative curva la redditività di questi investimenti, dal clima di fiducia dell’impresa stessa, dal costo del denaro che rende possibile questi investimenti, dal deficit delle amministrazioni pubbliche Gestione del deficit delle amministrazioni pubbliche e investimenti pubblici. Più vanno in deficit 3. per la spesa pubblica più hanno bisogno di finanziamenti, emette così titoli per raccogliere i fondi per gli investimenti Interscambio con l’estero, nel caso dell’Italia: non si investe abbastanza rispetto a quella che è la 4. nostra capacità di risparmio e quindi questa differenza va a finanziare l’estero 25/2 Il fatto che esistano unità che risparmio e settori che hanno fabbisogno di investimento in quanto non abbiano capacità di autofinanziamento determina il fenomeno di dissociazione tra risparmi e investimenti. La dinamica e l’entità dei fenomeni di dissociazione in atto nei sistemi economici traggono origine dai modelli di sviluppo economico seguiti. I fattori che influenzano e rendono più ampio questo fenomeno sono scelte di carattere di politica economica come scelte di welfare state, distribuzione dei redditi e politica fiscale. Tanto più ampi risultano, in termini relativi, i saldi finanziari dei diversi settori istituzionali, maggiore è il fabbisogno di disporre di dispositivi di trasferimento che sono individuabili nei contratti finanziari. Il fatto che i diversi settori istituzionali o la singola unità possano avere un saldo finanziario uguale a 0 non vuol dire che non ci sia bisogno di effettuare trasferimenti di risorse finanziare inter-settoriali e infra-settoriali. Ciò Rita in ballo le funzioni degli intermediari finanziari, come la banche che sono al centro dei circuiti finanziari. Possiamo riconoscere fabbisogno di: Pagamenti, funzione monetaria • Copertura/trasferimento rischi, funzione di gestione dei rischi • Emissione di passività finanziarie in contropartita di nuove attività finanziarie per ogni settore o • unità settoriali Ricomposizione dei portafogli di attivo e passivo finanziario. Per esempio la variazione tra debiti di • breve termine che diventano di lungo. In particolare la composizione di attività e passività finanziarie dei settori istituzionali dipende da: ❑Scelte di investimento e finanziamento dei diversi settori nel tempo ❑Trasformazioni strutturali del sistema finanziario (ad es. crescita dei circuiti diretti) ❑Modelli di sviluppo economico perseguiti (welfare state). Questo anche per vincoli pubblici, basti pensare a quanto si discuta del carico previdenziale per il nostro paese. ❑Fattori demografici e grado di educazione/ istruzione finanziaria COMPONENTI DEL SISTEMA FINANZIARIO La struttura prevede un insieme è di componenti date da: attività finanziarie, mercati finanziari, intermediari finanziari, autorità di vigilanza e banche centrali. Le attività finanziarie sono disciplinate da contratti finanziari attraverso cui avviene lo scambio di fondi come depositi bancari, obbligazioni, titoli di stato ecc. Tali strumenti contrattuali sono usualmente identificati come “attività finanziarie” per le unità in surplus, indicando i contratti finanziari detenuti dai soggetti cedenti risorse finanziarie. Quando invece queste sono emesse da unità in deficit si parla di passività finanziarie. Ma quindi che cos’è un’attività finanziaria? Un rapporto contrattuale nel quale le prestazioni delle controparti sono denominate in moneta e scadono in tempi diversi. Una attività finanziaria prevede un trasferimento di potere di acquisto contro una o più prestazioni future di segno opposto. I trasferimenti avvengono nel tempo: trasferimento iniziale a cui segue un trasferimento alla scadenza sotto forma di rimborso. In questo periodo di tempo l’unità in surplus si accolla dei rischi perchè data la prestazione, ora che avviene la esaminati in termine di variabilità. Riconosciamo i tassi di interessi fissi (in termini nominali): remunerazione definita contrattualmente e rimane costante per tutta la durata del contratto finanziario. Si tratta di tassi che possono essere positivi per le unità in deficit che hanno un esborso costante e periodico per la remunerazione del capitale del debito preso in prestito. È però interessante notare questi tassi dal punto di vista delle unità in surplus in quanto questo comporterebbe una certezza per quanto riguarda un introito periodico. Quando però si usato i tassi fissi ci si espone a dei rischi; l’unità in surplus di pone al rischio dell’aumento dei tassi di interesse sul mercato e ciò porterebbe una perdita ma questo vale al contrario per l’unità in deficit, se i tassi di interesse sul mercato scendono l’esborso di denaro sarebbe maggiore di quello che sarebbe dovuto per l’andamento di mercato. Troviamo però anche tassi di interesse variabili (in termini nominali) che non rimangono costanti per la durata del contratto ma variano in ragione di alcuni parlamentari di riferimento, ovvero di indicizzazione. Si tratta di un processo che può comprendere parametri di tipo monetario (altri tassi di interesse di breve termine del mercato monetario), basati sui mercati finanziari dove i parlamentari son interessi dib medio/lungo termine come quelli sui titoli di stato. Altri tassi utilizzati nei mercati finanziari sono interessi su contratti swop, si tratta di contratti derivati spesso usati come parametri di indicizzazione di contratti finanziari con tassi di interesse variabile. L’indicizzazione però può anche essere reale e quindi in questo caso si tiene conto del tasso di inflazione. Infatti il tasso di interesse presentato al debitore ha com d’obiettivo quello di preservare il potere di acquisto del creditore, dell’unità in surplus. In questi contratti il tasso di interesse nominale e a volte anche il capitale sono collegati all’andamento del tasso di inflazione in modo di non arrecare danneggiamenti sul potere di acquisto per i creditori nel caso di aumento di inflazione. Le indicizzazioni di tipo reale esistono, anche nello stato italiano e sono utili quando le dinamiche inflative sono sostenute e quindi questi titoli sono ben visti da quelle unità che hanno paura che il loro poter di acquisto investito in titoli, o in generale e le mercato finanziario possa essere eroso. Ovviamente per il debitore l’indicizzazione è onerosa. ❑ Dividendo: rappresenta la remunerazione per i detentori di contratti di partecipazione (ad es. azioni). Altre parole si tratta di quella porzione di utili che la società decide di assegnare agli azionisti. Questo discende dalle decisioni dell’assemblea che potrebbe decidere di non distribuire gli utili per aumentare la capacità di autofinanziamento dell’impresa. Entità del dividendo è incerta, perché dipende dalla realizzazione degli utili. ❑ variazioni di prezzo delle attività finanziarie, per esempio: il prezzo i un’azione può aumentare nel tempo e ciò rappresenta una parte del rendimento che l’investitore percepisce oltre al dividendo periodico ❑ variazioni dei tassi di cambio, perché le attività finanziarie possono essere espresse in valuta locale (euro) o in valute straniere in questo caso si è soggetti al rischio della fluttuazione di cambio a causa di possibili variazioni positiva o negative del tasso di cambio che influiscono sul rendimento ❑ variazioni del tasso di inflazione, influenza del rendimento in termini reali In una condizione di allocazione efficiente delle risorse finanziarie c’è una correlazione tra il rendimento che ottiene l’unità in surplus e il rischio a cui questa si espone. Il tasso di interesse deve riflettere in prima battuta il rischio della controparte che ha ottenuto le risorse finanziare a titolo di debito: all’aumentare della rischiosità deve aumentare il rendimento, questo perché l’allocazione delle risorse finanziarie è efficiente se il rischio a cui si espone l’unità in surplus è remunerato di un rendimento adeguato che tenga conto della rischiosità della controparte ma anche del contratto finanziario stipulato. Esiste sempre una probabilità non nulla che alla scadenza i contratti finanziari (es. debiti) non vengano onorati o che, comunque, durante la vita dell’investimento si verifichino fenomeni che non possono essere perfettamente previsti e che modificano la situazione economica del creditore e del debitore. Il contratto quindi fa affacciare entrambe le unità a dei rischi che si distinguono: Rischi di carattere finanziario, o simmetrici perché il detentore di contratti è esposto sia a rischi di • perdita che di guadagno. Si parla di rischi come insolvenza della controparte, di prezzo (prezzo azione che aumenta o diminuisce e ciò espone il detentore dei titoli ad un decremento o incremento del valore dei titoli in esame), di variazione di tassi di cambio e di interesse. Rischi di carattere non finanziario, NON c’è il rischio di guadagno ma la manifestazione di certi • eventi può portare solo a una perdita secca in capo al soggetto che ne è esposto. Si tratta di rischi come frode, controversie legali, catastrofi naturali. I rischi puri posso essere gestiti attraverso per esempio le assicurazioni. È importante introdurre il concetto di strumento finanziario, Per il legislatore (art 1 TUF) gli strumenti finanziari sono dei contratti finanziari che però inglobano un insieme di contratti finanziari quali: ❑ valori mobiliari ❑ strumenti del mercato monetario ❑ quote di un organismo di investimento collettivo del risparmio (es. do di comuni d’investimento) ❑ contratti derivati Cos’hanno in comune questi contratti finanziari? Rappresentano dei titoli e tipicamente sono dei contratti con caratteristiche di mercato, quindi con caratteristiche per lo più standardizzati. Per «strumenti del mercato monetario» si intendono categorie di strumenti normalmente negoziati nel mercato monetario, quali, ad esempio, i Buoni del Tesoro (BOT), i certificati di deposito e le carte commerciali (es. cambiali finanziarie, commercial papers). Per «valori mobiliari» si intendono categorie di valori che possono essere negoziati nel mercato dei capitali, quali ad esempio: ❑ le azioni di società e altri titoli equivalenti ad azioni di società e certificati di deposito azionario; ❑ obbligazioni, i titoli di Stato ed altri titoli di debito, compresi i certificati di deposito relativi a tali titoli; ❑ qualsiasi altro valore mobiliare normalmente negoziato che permette di acquisire o di vendere i valori mobiliari indicati più sopra In comune si ha una durata di medio/lungo termine o anche perpetua, i contratti sono di mercato quindi standardizzati, con le stesse caratteristiche Per «prodotti finanziari» si intendono: gli strumenti finanziari e ogni altra forma di investimento di natura finanziaria (esempio le polizze assicurative con natura finanziaria, tipicamente legasti alla vita umana). Non costituiscono prodotti finanziari i depositi bancari o postali, per essi valgo e norme di informativa trasparenza ad hoc. La qualificazione di prodotto finanziario impone il rispetto delle norme in materia informativa (es. offerta al pubblico di prodotti finanziari), per ogni strumento si redige un prospetto informativo. In comune a tutti gli strumenti finanziari. I mezzi di pagamento non costituiscono strumenti finanziaria! Ex. Carte di credito Nei sistemi finanziari si producono contratti finanziari che evolvono nel tempo perché l’ingegnerizzazione di nuovi contratti finanziari favorisce l’allocazione di risorse finanziarie ed il trasferimento dei o rischi. Un’altra componente dei sistemi finanziari è rappresentata dai mercati finanziari. I mercati rappresentano una parte essenziale dei circuiti diretti per la canalizzazione dei risparmi dalle unità in surplus alle unità in deficit. I criteri di classificazione dei mercati, utilizzabili per individuare segmenti omogenei dal punto di vista della domanda e dell’offerta, si basano almeno sui seguenti punti: I mercati vengono normalmente organizzati con riferimento a categorie omogenee (: ad es. azioni, obbligazioni, strumenti derivati, cambi, ecc.) In tutti i mercati, e in particolare in quelli azionari e obbligazionari, bisogna distinguere fra mercato primario e mercato secondario. Mercato primario: dove avviene per la prima volta l’emissione di strumenti finanziari da parte delle unità in deficit. Si tratta di strumenti finanziari di nuova emissione, in effetti è nel mercato in analisi che avviene la funzione di raccolta di risorse finanziarie. Es. le aste dei titoli di stato. È un mercato molto importante anche per le banche che genericamente svolgono operazioni come: Collocamento titoli • Sottoscrizione • Progettazione emissioni • Si tratta quindi di un soggetto che è attivo sul mercato finanziario come investitore, emittente e fornitori di servizi a supporto delle emissioni. Mercati finanziari:E’ il mercato in cui vengono scambiati titoli già emessi. Esso assolve la funzione di esprimere nel continuo il prezzo, dunque la valutazione, dei singoli titoli emessi e nello stesso tempo di consentire all’originale acquirente di liquidare il proprio investimento. Il mercato secondario non fornisce nuove risorse a unità in deficit, ma è fondamentale per: - assicurare la liquidità agli investitori; - consentire la valutazione nel continuo dei titoli emessi (e quindi per rendere possibile l’attività degli investitori istituzionali e privati). Una ragione per cui questo mercato è molto importante è che forniscono la cosiddetta liquidità artificiale, da non confondere con quella naturale. Quest’ultima è legata alla scadenza del contratto finanziario che prevede la restituzione del prestito. La liquidità naturale è alta quando la sua scadenza contrattuale è a breve termine e bassa al contrario. Con liquidità artificiale si fa riferimento alla restituzione del prestito in data non coincidente alla scadenza. Questo accade sui mercati secondari. In questi mercati il ruolo delle banche si riscontra nelle seguenti operazioni: • Brokerage per conto dei clienti • Trading per conto proprio • Progettazione e gestione piattaforme di trading • Gestione portafogli dei clienti • Consulenza agli investitori • Analisi titoli La successiva classificazione dei mercati prevede l’analisi dei mercati monetari e di capitali: I mercati monetari consentono il trasferimento di disponibilità liquide dai fornitori di fondi agli utilizzatori, per brevi periodi di tempo, a costi/rischi contenuti. Le transazioni di mercato monetario possono essere anche di taglio elevato e, data la loro breve scadenza, caratterizzate da rischi contenuti. I tassi di interesse sono bassi perché il lasso temporale che intercorre tra lo strumento finanziario e la liquidazione dello stesso è breve. Esempi: depositi interbancari e pronti contro termine (repurchase agreements – repos), mercati regolamentati dei titoli di stato a breve, cambiali finanziarie Gli strumenti finanziari a breve termine possono essere negoziati su mercati regolamentati e non (over-the- counter). Nel mercato dei capitali avviene il trasferimento di fondi a medio-lungo termine fra le unità in surplus ed in deficit. Sono transazioni di mercato dei capitali quelle in azioni e in titoli di debito a medio- lungo termine (che possono avvenire su mercati regolamentati o non regolamentati). Il termine mercato dei capitali è spesso utilizzato in un'accezione più ampia come sinonimo di mercato finanziario. ❑ Intermediari creditizi non bancari, intermediari che fanno credito ma non so non banche e sono quindi società finanziarie come le società di leasing. ❑ Società veicolo per la cartolarizzazione (SPV), costituita per favorire il processo di cartolarizzazione di attività finanziarie. Immaginiamo la banche che ha fornito dei crediti, possono essere prestiti in bonis o deteriorati che possono essere ceduti a una società veicolo che per acquistarli deve emettere delle passività finanziarie indipendentemente dal proprio capitale sociale perché il legislatore lo consente. Questi titoli di debito finiscono nell’attivo degli investitori e quindi la società ha i fondi per poter comprare i prestiti ceduti dalla banca e questi forniranno le risorse per remunerare gli investitori che hanno sottoscritto i titoli emessi dalle società veicolo. La banca non ha più prestiti ma liquidità. È proprio questa la cartolarizzazione: trasformare prestiti (attività) che non si prestano alla negoziazione essendo definiti da contratti bilaterali in strumenti finanziari. Si tratta quindi un processo che rende liquide attività finanziarie che in relata non lo sarebbero ma consente anche di investire nei prestiti delle banca pur non essere il soggetto sottoscrittore una banca in maniera indiretta. ❑ SGR (Società di gestione del risparmio) ❑ SIM (Società di intermediazione immobiliare) ❑ Compagnie di assicurazione, non solo attive nell’ambito assicurativo ma anche in quello di consulenza finanziaria ❑ Istituti di moneta elettronica e di pagamento Ultima componente del sistema finanziario: autorità di regolamentazione e vigilanza. La crucialità delle funzioni svolte dai sistemi finanziari giustifica l’ampia attività di regolamentazione che li contraddistingue, della cui produzione e sorveglianza sono competenti le autorità di vigilanza. La necessità di prevenire “fallimenti” nel sistema è collegata ai costi relativi alle crisi, all’impatto delle stesse sulla fiducia dei partecipanti e sullo sviluppo delle economie interessate. La globalizzazione dell’intermediazione finanziaria rende più importante il rafforzamento dei presidi per il coordinamento dell’attività di vigilanza e l’armonizzazione dei regolamenti a livello internazionale. Le attività svolte: Attività di indirizzo, regolamentazione (policy): produzione di norme e regolamenti inerenti • l’attività finanziaria Attività di vigilanza (supervisione): attuazione di controlli sulle singole componenti dei sistemi • finanziari (ottica micro) e sul sistema finanziario nel complesso (ottica macro) Queste due attività sono spesso in capo ad uno stesso soggetto, le autorità di regolamentazione e vigilanza in Italia sono: Sana e prudente gestione: sano= operare in condizioni di efficienza operativa che quindi consente di definire profitti. Sano vuol dire anche che l’operato del l’intermediario finanziario è libero da ingerenze (come interessi illeciti altrui) esterne che ne potrebbero influenzare la gestione. Si cerca quindi di evitare lo sfruttamento dell’intermediazione finanziaria. Prudente= assumersi il rischio in maniera consapevole e adeguata, parallelismo tra capitale e rischio: più ho capitale più assumo rischi. L’Italia però fa anche parte dell’Unione europea ed è quindi soggetto al controllo anche di organi sovranazionali e alle regole da questi stabilite. Il sistema europeo di vigilanza finanziaria è stato costituito nel 2010 ed è comporto da: Comitato europeo per il rischio sistemico (ESRB), monitora e valuta le potenziali minacce alla • stabilità finanziaria che derivano dagli sviluppo macroeconomici e all’interno del sistema finanziario nel suo complesso Commissione europea • Tre autorità europee di vigilanza (ESA), definito da • ESMA 1. EBA 2. EIOPA 3. É fondamentare definire il concetto di banking union (Unione bancaria europea) vede tre pilastri che devono essere armonizzate al livello europeo. Un’unione bancaria è fondata su un meccanismo di vigilanza unico è un meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie unico relativamente ai paesi dell’eurozona. Questo per evitare che i paesi cerchino di cambiare sede geograficamente alle proprie banche per poter godere della vigilanza ridotta dell’arbitraggio. I tre pilastri prima definiti sono: Meccanismo unico di supervisione, di vigilanza che assegna alla BCE l’attività di supervisione sulle • banche significative. Le altre banche sono invece soggette alla vigilanza di autorità nazionali come la banca d’Italia. Meccanismo di risoluzione unico delle crisi, disciplina comune (BRRD) • Schema unico di assicurazione dei depositi, ancora in corso • Quando si parla di unione bancaria si definisce la funzionalità di regole che mirano ad evitare la manifestazione di arbitraggio e i pilastri su cui poggia l’unione sono appunto i tre esplicati precedentemente. 16/3 Secondo Merton (1995) la struttura del sistema finanziario è meno stabile delle sue funzioni. La struttura del sistema finanziario cambia sotto la spinta di: ❑ Fattori esogeni (non sotto il controllo degli attori che fanno parte del sistema finanziario): es. la regolamentazione, l’innovazione tecnologica, la domanda, la globalizzazione che favorisce l’apertura all’estero dei sistemi finanziari, ecc. ❑ Fattori endogeni : es. la concorrenza, l’innovazione finanziaria, ecc. I mutamenti nella struttura del sistema finanziario incidono sulle condizioni di efficienza ed efficacia con cui vengono svolte le sue funzioni nel tempo. Il nesso fra struttura del sistema finanziario e sviluppo economico si identifica nel fatto che sistemi finanziari più complessi si associano ad economie più sviluppate. NB: la struttura del sistema finanziario cambia in continuazione per poter svolgere al meglio le funzioni ma ciò è anche collegato alla variabile dello sviluppo economico. I sistemi finanziari si classificano sulla base di diverse caratteristiche. Una distinzione classica è quella fra sistemi basati sugli intermediari (bank based), in particolare sulle banche (Italia e Germania), e sistemi basati sui mercati (market based) (Regno Unito, Usa). Tale classificazione non è sempre netta: gli intermediari sono importanti anche nel Regno Unito (assicurazioni e fondi pensione privati) e negli USA (banche di investimento) Un’altra distinzione è fra sistemi basati su relazioni strette con la clientela (relationship based) e su informazioni private (prestiti bancari) e sistemi con un grado elevato di anonimità (arm’s lenght) e fondati su informazioni di natura pubblica (emissioni obbligazionarie). Attenzione perché non esiste un sistema finanziario ottimale!. Questo è un quesito che ci si è sempre posto: quale dei due orientamenti è più efficace, quello orientato alle banche o ai mercati? Quale dei modelli è migliore nel favorire una crescita del sistema economico? La bank- based view: punti di forza e di debolezza Vantaggi: Superiore capacità di acquisizione di informazioni (anche riservate) su aziende e manager favorisce • l’allocazione più efficiente di risorse finanziarie Le banche formano relazioni di lungo periodo con le aziende e ritengono le informazioni private • senza diffonderle nei mercati Le banche - come coalizioni coordinate di investitori (i loro azionisti) - sono migliori rispetto ai • mercati (canali non coordinati) a monitorare le imprese e a ridurre l'azzardo morale post-prestito Le banche possono forzare in modo più efficace le imprese a ripagare i debiti rispetto ai mercati • atomistici, soprattutto nei paesi in cui i sistemi legali sono deboli. Per esempio attraverso la dilazione del debito. I sistemi finanziari basati sulle banche risultano maggiormente idonei a favorire • un’industrializzazione diffusa, spesso caratterizzata dalla elevata presenza di piccole e medie imprese (caso Italia). Quelle di nuova costituzione non hanno reputazione e la banca è in grado di raccogliere informazioni private ed elaborarle per essere parte di nuove realtà imprenditoriali. I mercati non hanno la possibilità di soddisfare il fabbisogno informativo di queste realtà. Limitato trasferimento del rischio d’impresa alla famiglie, perché le banche svolgono azioni di tutela • nei confronti delle famiglie Ma, svantaggi; Elevati costi di intermediazione • Rischio di formazione di accordi collusivi orientati per esempio a sfruttare delle situazioni di • cartello nella produzione e distribuzione di particolari servizi finanziari. Limitato accesso al capitale di rischio da parte delle imprese • Possibile concentrazione negli assetti proprietari delle imprese • Possibile creazione di frizioni all'innovazione e alla competizione fra imprese per proteggere le • imprese con più stretti legami bancari. In sostanza si immagina che le banche per proteggere i loro interessi come crediti verso grandi imprese, li vogliono proteggere e magari non finanziario imprese concorrenti delle imprese che loro stessi finanziano che quindi potrebbero minare la situazione economica dell’impresa da loro finanziate. La market- based view: punti di forza e di debolezza Vantaggi: La market-based view mette in evidenza il ruolo del buon funzionamento dei mercati in termini di contributo alla crescita economica. Ciò è sostenuto dalle seguenti argomentazioni: I mercati dei capitali competitivi svolgono un ruolo positivo nell’aggregare (in maniera efficiente) • informazione diffuse e trasmettere queste informazioni agli investitori, con conseguenze benefiche per il finanziamento dell’economia e la performance economica I sistemi finanziari basati sui mercati rafforzano il governo societario, favorendo le operazioni di • acquisizione del controllo societario e rendendo più facile collegare il compenso del management alle performance societarie I mercati facilitano la gestione del rischio attraverso la produzione/scambio di strumenti finanziari • idonei al trasferimento del rischio Ma, svantaggi: Maggiore discrezionalità delle imprese nelle scelte di struttura finanziaria (rischio di eccesso • d’indebitamento) Elevato trasferimento del rischio d’impresa verso le famiglie e gli altri attori del sistema finanziario • The financial service view Questa prospettiva minimizza la rilevanza del dibattito sulla superiorità della banca o del mercato. Un altro framework è dato dalle asimmetrie informative: L’informazione è asimmetrica quando i soggetti che partecipano allo scambio (che si sostanzia normalmente con un contratto) non hanno lo stesso set di informazioni: un contraente dispone di informazioni private che l’altro contraente non ha. Tipologie di asimmetrie informative: ❑ Selezione avversa (adverse selection) ❑ Azzardo morale (moral hazard) ❑ Insider trading ❑ Free riding La cronica presenza di asimmetrie informative rende difficoltosa/costosa la produzione di «contratti completi» e fragili i sistemi finanziari, esigendo la definizione di regole e di autorità preposte alla supervisione/vigilanza Vediamo ora i rimedi alle asimmetrie informative pre e post-contrattuali. Asimmetria informativa pre-contrattuale conduce a inefficiente allocazione delle risorse finanziarie Nel caso di selezione avversa, il problema economico per l’investitore/finanziatore è: incentivare la parte che possiede l’informazione privata a rivelarla; trovare strumenti che consentano di avere quanta più informazione possibile; accesso economico alle informazioni. Rimedi: ❑La regolamentazione dell’informazione (ad esempio, l’informazione pubblica societaria) ❑La produzione privata di informazioni (agenzie di rating, gli analisti finanziari, i sistemi di informazioni creditizie – SIC, le banche di investimento) ❑L’intermediazione bancaria/finanziaria si specializza nella produzione di informazioni private e nella selezione dei debitori ❑La richiesta di garanzie e il livello del capitale proprio dei debitori Asimmetria informativa post-contrattuale conduce a inefficiente allocazione delle risorse finanziarie. Nel caso di azzardo morale, il problema economico per l’investitore/finanziatore è incentivare l’agente ad agire nel suo interesse; riuscire a controllare il suo comportamento con costi contenuti. Rimedi: ❑ Osservazione del comportamento dell’agente o monitoring (ad esempio del debitore, del manager da parte degli azionisti) ❑ Regolamentazione per aumentare le informazioni prodotte dai debitori ❑Tipologia di contratti usati: contratti azionari vs contratti di debito (diverso accesso alle informazioni) ❑ Livello del capitale dei debitori ❑ Inserimento di clausole (covenants) volte a 1) mantenere informato il creditore/principale (attraverso la trasmissione di informazioni selezionate); 2) limitare/escludere comportamenti pregiudizievoli dell’agente (ad esempio, nuovi debiti, sostituzione di garanzie, vendita di asset aziendali, ecc.); 3) tutelare il valore delle garanzie (ad esempio, conservazione delle garanzie); 4) incentivare azioni degli agenti volte a mantenere/elevare le performance finanziarie (ad esempio, gli indici aziendali di redditività e solidità finanziaria) Un altro problema riguardante gli intermediari finanziari è il conflitto di interessi che inoltre va ad aumentare il livello di asimmetria informativa!. Il conflitto di interessi è una manifestazione del problema dell’azzardo morale che sorge quando un individuo o una istituzione hanno molteplici obiettivi (interessi) contrastanti fra di loro. La presenza di conflitti di interessi porta a una notevole riduzione della qualità delle informazioni disponibili e aumenta il livello di asimmetria informativa. Conseguenze dirette di questa situazione è una subottimale e inefficiente allocazione delle risorse a scapito delle opportunità di crescita dell’economia. La regolamentazione mira a ridurre la presenza dei conflitti di interesse. In quali aree sono presenti i conflitti di interesse: • Attività di ricerca sulle società (analisti finanziari) e attività di brokeraggio (broker in strumenti finanziari) • Attività di prestito e attività di underwriting/collocamento sui mercati e/o consulenza finanziaria • Auditing e consulenza delle società di revisione • Valutazione del merito di credito e consulenza delle agenzie di rating Il ruolo degli intermediari nell’impostazione tradizionale è spiegato dall’esistenza di costi di transazione (Gurley & Shaw, 1960) e asimmetrie informative (Leland & Pyle, 1977; e Diamond, 1984). Nonostante la riduzione dei costi di transazione e delle asimmetrie informative nei mercati non si è ridotto il bisogno di intermediari finanziari (Allen & Santomero, 1996). Merton (1995) suggerisce di guardare ai sistemi finanziari non in termini istituzionali bensì in termini funzionali, perché mentre le istituzioni nascono e muoiono non così è per le funzioni dei sistemi finanziari (origination, distribution, servicing, etc.) L’evoluzione dei sistemi finanziari ha portato alla frammentazione delle attività di intermediazione finanziaria. Crescente è divenuto il ruolo degli intermediari finanziari nel trading del rischio, nel bundling (ASSEMBLAGGIO) ed unbundling (SMONTAGGIO) dello stesso attraverso l’innovazione finanziaria (Allen & Santomero, 1996) Alla crescita del ruolo dei mercati finanziari e dell’innovazione finanziaria non si è associato un decremento del ruolo degli intermediari finanziari (si pensi ai derivati OTC, alla gestione dei fondi su base collettiva e individuale, etc.). Quindi la presenza degli intermediari favorisce la partecipazione dei diversi agenti economici allo sviluppo dei mercati. Conclusione teorica: nei circuiti diretti la banca dovrebbe essere in grado di minimizzare costi informativi, rischi di prezzo e di liquidità inferiori, assicurando pooling (unione di informazioni) e sharing (condivisione delle informazioni) Le banche agiscono: ❑come asset broker: servizi di negoziazione, custodia, portafoglio (gestioni patrimoniali). Agiscono in concorrenza con Sim, Sgr. Vengono sfruttate economie nei costi di transazione ❑come asset transformer per la riconciliazione delle preferenze di investimento/indebitamento e l’assunzione del rischio di prezzo (limitato attraverso diversificazione dell’attivo, capitale proprio e safety net) e di liquidità Innovazione finanziaria e tecnologica, competizione e deregolamentazione hanno concorso a ridurre il ruolo centrale delle banche commerciali in molti paesi industrializzati. Questo a causa di: Disintermediazione (più ci sono gli strumenti sostitutivi delle banche meno queste servono) non • completa dal lato passivo (rischio e liquidità delle passività offerte e funzione monetaria delle passività a vista, c/c) e dell’attivo (accesso al credito per taluni segmenti di clientela). Nel momento in cui c’è forte sviluppo dei contratti finanziarie e mercati finanziari che aiutano a ridurre il livello di asimmetria informativa e quindi le banche servono meno. Specializzazione nella produzione di attività finanziarie sofisticate per il risk management (es. • derivati, cash management, ecc.). Per esempio invece di fare tanti crediti posso fornire dei servizi per la gestione dei rischi o altre funzioni più appunto specializzate. Complementarietà crescente con i mercati (via servizi di investimento, consulenza, • cartolarizzazioni, ecc.). Gli intermediari senza mercati non esistono. Lo shadow banking: L’FSB definisce lo shadow banking come “ogni forma di intermediazione creditizia che coinvolge entità o attività in parte o completamente al di fuori del sistema bancario tradizionale”; tale processo di intermediazione può generare rischi di natura bancaria e possibili arbitraggi regolamentari. A differenza delle banche tradizionali che si finanziano prevalentemente attraverso i depositi e hanno accesso, se necessario, alla liquidità di banca centrale, le “banche ombra non regolamentate” raccolgono attraverso il mercato/investitori, esponendosi a una potenziale carenza di liquidità, con il rischio di dovere vendere forzosamente e a prezzi ridotti le attività in portafoglio o chiedere supporto alle entità “sponsor” (fra cui banche). Riconosciamo diverse misure di shadow banking: ▪ MUNFI (monitoring universe of non-bank financial intermediation): società veicolo di cartolarizzazioni, fondi di investimento speculativi e non, società finanziarie attive nella concessione di credito, fondi pensione, assicurazioni, brokers con funzioni di prestito, ecc. ▪ OFI (solo other financial intermediaries), tutti gli intermediari finanziari meno fondi pensione e assicurazioni FUNZIONE CREDITIZIA del sistema finanziario: Il Sistema Finanziario è un’infrastruttura cruciale per il funzionamento di un’economia, in quanto svolge almeno tre rilevanti funzioni: FUNZIONE CREDITIZIA trasferimento delle risorse tra operatori economici • GESTIONE DEI RISCHI • TRASMISSIONE DEGLI IMPULSI DI POLITICA MONETARIA veicolo tramite il quale si perseguono • gli obiettivi di politica monetaria FUNZIONE MONETARIA creazione e circolazione dei mezzi di pagamento e gestione del sistema dei • pagamenti Il sistema finanziario facilita il trasferimento di risorse all’interno del sistema economico, reso necessario dalla contemporanea presenza di: SOGGETTI in SURPLUS disposti a scambiare potere d’acquisto attuale contro potere d’acquisto futuro in presenza di un vantaggio economico, dato un certo livello di rischio. SOGGETTI in DEFICIT hanno un gap di potere d’acquisto da colmare attraverso il trasferimento di risorse esterne a patto che il loro costo sia inferiore al rendimento atteso. I soggetti in surplus e quelli in deficit devono essere messi in condizione di trasferire risorse all’interno del sistema economico. Affinché ciò sia possibile, è necessario un certo grado di finanziarizzazione dell’economia: I redditi non consumati o la ricchezza accumulata devono poter essere incorporati in contratti che rappresentano ▪ una forma di INVESTIMENTO per il detentore ▪ una forma di FINANZIAMENTO per l’utilizzatore Il trasferimento delle risorse si svolge attraverso accordi e prestazioni differite nel tempo, che comportano il rischio per il creditore relativo al buon fine della controprestazione futura. Il sistema finanziario cerca di rendere efficiente il trasferimento di risorse attraverso: 1. liquidità, negoziabilità e standardizzazione degli strumenti finanziari 2. trasformazione del rischio 3. informazioni prima della moneta c’era il barattato e l’evoluzione storia degli strumenti di pagamento è stata influenzata da: costo, rischio e funzionalità. In particolare le funzioni della moneta sono: mezzo di scambio, unità di conto e riserva di valore. Nell’economia primitiva gli scambi basati sul baratto delle merci richiedevano una doppia coincidenza delle preferenze. Costi elevati di ricerca della controparte e delle condizioni di scambio più favorevoli. Poi nel tempo, i beni scambiati a fronte di un corrispettivo sono definiti beni-moneta, beni di generale accettazione, rispetto ai quali vengono definiti i valori degli altri beni da scambiare (unità di conto). Se questi beni vengon accettati in una determinata comunità q è chiaro che si crea il mezzo di pagamento. Lo scambio regolato con mezzi di pagamento consente di aumentare il numero dei bisogni soddisfatti, i tempi e i costi dello scambio vengono ridotti, la possibilità di scambio incentiva la produzione: passaggio da economia finalizzata ad autoconsumo a economia di scambio. La moneta ha quid dei vantaggi espliciti rispetto al baratto: evitare il fenomeno della coincidenza delle preferenze aumentando quindi il numero dei bisogni soddisfatti. Nasce così l’economia monetaria e cioè un’ organizzazione di un sistema economico in cui gli scambi di beni e servizi sono regolati attraverso la moneta. Evoluzione dalla moneta nel tempo: da moneta merce (bene, metalli preziosi) a moneta segno, si inizia quindi a sostituire la moneta merce con titoli rappresentativi della stessa). Inoltre l’evoluzione della moneta ha permesso la riduzione dei costi (informazione, trasporto) e dei rischi (furti, smarrimenti). In particolare i banchieri del Rinascimento si rendevano conto che la circolazione dei certificati non richiedeva l’integrale copertura di moneta metallica: era improbabile che tutti i depositanti si presentassero simultaneamente a ritirare il loro deposito. Il prestito per un importo pari a una parte dei depositi raccolti, i ricavi a fronte di servizi di deposito integrati da interessi attivi sui prestiti. Si tratta della prima forma di banca: raccolta di risorse da depositi e fornitura di servizi di credito con annessa maturazione di interessi attivi. Nel tempo la funzione di emettere titoli utilizzabili come moneta diviene monopolio degli stati e quindi si parla di moneta cartacea con corso legale, riconosciuta in appositi dispositivi normativi. Nel corso del tempo non si è fermati alla moneta legale ma si sono cercati procedure e titoli alternativi a moneta legale e cioè depositi in conto corrente. I saldi in esso contenuti possono essere trasferiti mediante assegni o altri strumenti con funzione di mezzo di pagamento (servizio). La banca può usare i depositi come vuole ma l’importante è che quando il soggetto prestatore richiede indietro la sua somma allora la banca restituisca la somma nella stessa quantità e potere di acquisito, a meno che non si tratti di contratti vincolati che fanno si sorgere tassi di interesse sui depositi MA non c’è liquidità immediata, si può richiedere la propria somma ma solo sotto pagamento di una penale. Per la banca non vi è necessità di tenere una scorta di moneta legale pari ad ammontare di depositi. Effettivamente la probabilità che i correntisti vadano tutti insieme a ritirare le proprie risorse è molto bassa. Questo crea vantaggi di sicurezza e costo mentre è ridotto al minimo l’impiego di ricchezza in attività infruttifere come è moneta legale. Moneta bancaria/scritturale ha come presupposto la fiducia del pubblico nell’affidabilità dei depositi bancari come mezzi di pagamento. Moneta scritturale: scritture inerenti movimentazione di depositi di moneta detenuti dal pubblico presso operatori autorizzati ad offrire strumenti e servizi di pagamento alternativi al contante (assegni, bonifici, carte debito e credito, con token e microchips)..moneta fiduciaria. Soggetti che vi gravitano attorno: Banca Centrale, banche, sistema postale, istituti di pagamento, istituti di moneta elettronica (Imel) offerta complessiva di moneta: moneta legale e scritturale. • Imel: intermediari diversi da banche che svolgono attività di emissione moneta elettronica, che non implica la presenza di un conto bancario (carte prepagate). • Istituti di pagamento: accensione di conti utilizzati esclusivamente per servizi pagamento (erogazione crediti legati a servizi pagamento. Competitor delle banche. Strumenti di pagamento: secondo la direttiva PSD1 si tratta di qualsiasi dispositivo personalizzato e/o insieme di procedure concordate tra l’utilizzatore e il prestatore di servizi di pagamento e di cui l’utilizzatore di servizi di pagamento si avvale per impartire un ordine di pagamento, come: ✓Carta di debito ✓Carta di credito ✓Carta prepagata ✓Bonifico e giroconto ✓Mobile payments ✓E- payments ✓Assegno ✓RIBA Il sistema dei pagamenti: Insieme di operatori, strumenti, procedure e circuiti di regolamento volti a realizzare passaggio di moneta fra agenti economici in modo affidabile e efficiente. All’interno di questo sistema si svolgono operazioni di pagamento e cioè l’esecuzione di atti di trasferimento o ritiro fondi disposti da titolari di strumenti pagamento. Altro elemento fondamentale dei sistemi di pagamento: circuiti interbancari che sono importanti in quanto permettono lo scambio di documenti, informazioni, compensazione debiti e crediti tra intermediari (settlement), liquidazione sbilanci (clearing). All’interno del settlement si riconoscono due tipi di schemi: Bilaterali, conti di ciascun intermediario vs altri operatori • Multilaterali netti, unico conto presso un soggetto gestore di attività di clearing (clearing house). Il • gestore determina posizione creditoria e debitoria di ciascun intermediario nei confronti del sistema. Si risparmia in termini di liquidita ma c’è rischio sistemico e cioè il rischio che l'insolvenza o il fallimento di uno o più intermediari determini generalizzati fenomeni d'insolvenza o fallimenti a catena di altri intermediari. Un altro problema è la compensazione multi o bi laterale ed il regolamento è su base lorda e cioè dopo ogni operazione di pagamento riscontrata (netta a fine giornata). Si tratta quindi di addebito/ accredito dei conti di partecipanti dopo ogni operazione di pagamento riscontrata e non al termine della giornata operativa. In questo sistema gira molto liquidità e il regolamento avviene operazione per operazione. In questo caso se si ha un’instaurazione di rapporti bilaterali tra intermediario e gestore del sistema. In Italia c’è un sistema che si chiama Bi-comp: sistema di compensazione multilaterale netta gestito da Banca d’Italia per transazioni a dettaglio. Si ha anche il regolamento su base lorda di pagamenti a ingrosso (wholesale) di Banca d’Italia che gestisce Target2 (sistema di regolamento lordo in tempo reale). Moneta al giorno d’oggi: Vi è sempre meno netta separazione tra montata e attività finanziarie, riconosciamo 3 grandezze di moneta M1, senso restrittivo: circolante (moneta legale, ovvero banconote e moneta metallica) + depositi • bancari. Si tratta di una grandezza che va dal 10% al 30% del PIL M2, la somma tra M1 e i depositi con scadenza a due anni. Questi sono strumenti finanziari che non • consentono un diretto utilizzo come mezzi di pagamento, ma possono essere rapidamente e facilmente convertibili in moneta M3, si tratta di un aggregato più esteso che comprende M1+ M2 + titoli del mercato monetario • (BOT), quote di fondi monetari, obbligazione di breve durata (fino a 2 anni) 23/3 FUNZIONE DI TRASMISSIONE DI POLITICA MONETARIA del sistema finanziario: Il Sistema Finanziario è un’infrastruttura cruciale per il funzionamento di un’economia, in quanto svolge almeno tre rilevanti funzioni: FUNZIONE CREDITIZIA trasferimento delle risorse tra operatori economici • FUNZIONE MONETARIA creazione e circolazione dei mezzi di pagamento e gestione del sistema dei • pagamenti TRASMISSIONE DEGLI IMPULSI DI POLITICA MONETARIA veicolo tramite il quale si perseguono • gli obiettivi di politica monetaria Perché il tema della politica monetaria è rilevante per chi si occupa di sistema finanziario? 1. Il sistema finanziario è un canale di trasmissione della politica monetaria (sistema di condizionamenti e vincoli per la gestione delle banche). 2. La politica monetaria si svolge all’interno della struttura finanziaria dell’economia e ne viene condizionata. 3. In ragione degli obiettivi di stabilità del sistema finanziario: i campi di azione legati alla politica monetaria e alla vigilanza non sono sempre nettamente separabili. La politica monetaria rientra nell’ambito più generale della politica economica, che ha come obiettivi: 1. la crescita del reddito, più importante indicatore è il PIL 2. l’occupazione 3. la stabilità interna della moneta (livello dei prezzi) 4. l’equilibrio della bilancia dei pagamenti: rapporto tra esportazioni e importazioni Aree della politica economica in cui si studiano le misure per raggiungere gli obiettivi: politica dei redditi, monetaria e fiscale. In particolare la politica monetaria prevede la regolazione quantità di moneta (M3) e livello di tassi di interesse per raggiungere obiettivi di politica economica. Dei 4 obiettivi sopra indicati la politica economica si occupa di tutti ma la differenza sta nell’area geografica in cui la politica monetaria opera. Dipende cioè dallo statuto che si adotta dalle banche, in Europa l’unico obiettivo della politica monetaria della BCE è il controllo del livello dei prezzi e in particolare il controllo dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (in un intorno, anche superiore, del 2%). Gli altri obiettivi li perseguono i singoli stati con la politica del reddito e fiscale. La Federal Reserve è diversa perché ha 3 obiettivi: stabilita dei prezzi (sempre 2%), regime di piena occupazione, controllare i tassi di interesse a medio-lungo termine che devono essere moderati. L’azione di politica monetaria non è in grado di agire direttamente sugli obiettivi finali, ma solo indirettamente mediante interventi su variabili di natura monetaria e finanziaria, che a loro volta influiscono sulle variabili reali poste come obiettivi finali (schema a cascata/sequenziale). Per stimolare l’economia reale la componente fondamentale del PIL sono i consumi. Canale di trasmissione di politica monetaria: canale creditizio che consta in aumento tassi di interesse per controllare l’inflazione e diminuzione tassi di interesse per aumentare la crescita economica (livello minimo 2%). Questo ha un effetto a cascata su un altro tasso: l’euribor e cioè un tasso interbancario e quindi il tasso con cui l è anche si scambiano i flussi sul mercato interbancario. Per i privati il tasso variabile è definito da euribor +spread. C’è anche un’altra figura di tassi e cioè quelli ufficiali e anche questi aumentano. Passaggio successivo: le banche raccolgono risorse finanziarie per poterle fornire anche ad altre banche a corto di liquidità e il tasso aumenta e quindi aumenta il costo della liquidità. Questa liquidità nuova della banca viene fornita ai privati ma cos’n aumentano anche i tassi per i prestiti alla clientela, dato che è aumentato l’euribor. I tassi attivi aumentano ma anche quelli passivi! Così però si riduce la domanda di investimenti a causa dell’aumento dei tassi ma si riducono anche i consumi che è la parte fondamentale del Pil. In effetti si riduce la domanda di beni e servizi. A questo punto gira meno moneta, meno inflazione, riduzione delle pressioni inflazionistiche. Subentra il canale monetario-finanziario: Ipotizziamo di essere a tassi zero, la banca centrale per stimolare l’economia acquista titoli pubblici e immette moneta nel sistema economico (quantitative leasing). Sulla base della relazione prezzo- rendimento, che è una relazione negativa (se il prezzo sale tanto il rendimento scende), aumenta il valore di mercato dei titoli e si riduce il rendimento, aumenta la ricchezza finanziaria delle famiglie 25/3 Controllo dell’offerta di moneta (somma di mio e tra legale e depositi bancari) da parte della banca: Offerta di moneta è legata alla quantità di base monetaria (attività sotto controllo della BCE) che la Banca Centrale mette in circolazione e alla relazione della stessa coi depositi bancari. Con attività si fa riferimento alle scorte detenute dal pubblico e le riserve detenute dalle banche. Il moltiplicatore monetario è un strumento attraverso cui si controlla l’offerta di moneta (che è appunto collegata alla quantità di base monetaria). Definiamo il moltiplicatore attraverso vari passaggi: BM=BMp +RB, dove la base monetaria è uguale alla base monetaria detenuta dal pubblico più le 1. riserve bancarie OM=BMp+D, dove l’offerta di moneta è data dalla base monetaria detenuta dal pubblico e dai 2. depositi bancari OM/BM=BMp+D/BMp+RB, abbiamo detto che l’offerta di moneta dipende dalla base monetaria 3. e quindi va analizzato il loro rapporto OM/BM=BMp/D+1, tutto fratto: BMp/D+RB/D, dividiamo tutti i 4 membri per D 4. OM=p+1/p+b tutto x: BM, dove p= al rapporto tra base monetari detenuta dal pubblico e i 5. depositi e cioè la propensione del pubblico a detenere liquidità e b= al rapporto tra riserve bancarie e depositi e cioè la propensione delle banche a detenere liquidità. il moltiplicatore sta nel rapporto p+1/p+b che in generale è pari circa a 10 6. Analizziamo quindi i coefficienti: BMp/D=p= propensione del pubblico a detenere scorte di base monetaria (moneta legale), rispetto • ai depositi bancari (inferiore al 10%) • RB/D=b=scorte di base monetaria detenute dalle banche sotto forma di riserve libere e obbligatorie (circa il 3%). Il meno possibile per via del trade off tra liquidità e rendimento. • Dato il moltiplicatore, si può stimare l’intervento sulla base monetaria per raggiungere un determinato risultato in termini di moneta complessiva (moltiplicatore è pari a 10 circa). Si tratta quindi di un gran elemento di controllo della base monetaria. La condizione affinché il moltiplicatore rimanga stabile i coefficienti p e b devono rimanere stabili e quindi non devono cambiare le propensioni alla liquidità del pubblico e delle banche. Esempio: nuova BM entra nel sistema, pertanto le banche avranno eccesso di riserve; impiegano liquidità in eccesso per concedere prestiti; se propensione a liquidità del pubblico rimane invariata, parte di liquidità in eccesso sarà convertita in nuovi depositi. Ma quindi cosa fa variare i due rapporti? Fattori che influenzano livello di p: rendimento impieghi alternativi alla moneta legale (tassi di • interesse su depositi, se i tassi sono bassi la liquidità diminuisce e quindi p si modifica) e efficienza dei meccanismi operativi del sistema dei pagamenti. Fattori che influenzano livello di b: costo di detenzione di riserve bancarie e cioè costo opportunità • e quindi la migliore alternativa a cui si rinuncia quando si investe (rendimento delle stesse, rendimento impieghi alternativi, vincolo di riserva obbligatoria, rischio di liquidità specifico) Gli strumenti (di mercato aperto) di politica monetaria che sfrutta la banca per controllare la base monetaria sono: Operazioni attivabili su iniziativa delle controparti e cioè le banche aderenti al sistema • Operazioni di mercato aperto, attivabili dalle banche centrali • Riserva obbligatoria • Operazioni di mercato aperto: Le più importanti sono le operazioni di rifinanziamento principali e a più lungo termine, in seconda posizione si sviluppano operazioni di regolazione puntuale e di tipo strutturale che sono molto meno rilevanti delle prima due. Analizziamo le operazioni di rifinanziamento principale (struttura di operazioni pronti contro termine): Forniscono la maggior parte del rifinanziamento al settore finanziario. In secondo luogo, Determinano le condizioni di liquidità del mercato, più si vende più ritiro liquidità e più acquisto più fornisco liquidità. Successivamente, Segnalano l’orientamento della politica monetaria nel breve periodo (tasso policy). Inoltre, Fungono da guida ai tassi di mercato monetario (tasso overnight). Ora vediamo le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine: si tratta di operaio i meno importanti rispetto alle prime perché rappresentano una quota limitata dell’ammontare complessivo del rifinanziamento erogato al sistema finanziario e perché Non sono utilizzate dall’Eurosistema per segnalare l’orientamento della politica monetaria. La loro funzione consiste nel regolare la posizione strutturale di liquidità dell’Eurosistema nei confronti del sistema bancario (ammontare di liquidità a lungo termine presente nel mercato). Operazioni di fine tuning: dirette a mitigare effetti distorsivi sui tassi di interesse di improvvise e inattese fluttuazioni di livello di liquidità del sistema bancario. Tempistica non preordinabile e scadenze non standardizzate. Operazioni di tipo strutturale: modificano in modo duraturo ammontare di liquidità detenuta dal sistema bancario. Possono non avere frequenza regolare e non hanno scadenza predeterminata. Operazioni attivabili su iniziativa delle controparti: Riconosciamo due tipologie e cioè depositi presso la banca centrale e operazioni di rifinanziamento marginale. In generale, tramite le operazioni su iniziativa delle controparti l’Eurosistema immette o assorbe liquidità su base overnight a fronte delle richieste provenienti dalle controparti autorizzate. Sono operazioni sempre a disposizione delle banche, gestite a livello decentrato dalle Banche centrali nazionali. Le operazioni su iniziativa delle controparti svolgono inoltre una funzione segnaletica in termini di politica monetaria, segnalando l’orientamento unica nel medio termine. Operazioni di rifinanziamento marginale: Contratti overnight di acquisto a pronti con patto di vendita a termine, prestiti overnight garantiti, si tratta di operazioni utilizzate dalla banche per ottenere liquidità overnight a fronte di attività idonee. La banca svolge il ruolo di prestatore di ultima istanza MA il tasso applicato rappresenta il limite superiore dei tassi interbancari overnight ed è detto tasso dio rifinanziamento marginale. La garanzia di questo prestito sono dei titoli che vengon definiti attività idonee. Operazione di deposito overnight: la banca deposita somme presso la banca centrale europea e quindi si tratta di fonti di impiego alternativa. La BCE è uno degli istituiti più sicuri di tutto il sistema e quindi il tasso di deposito overnight rappresenta il limite inferiore dei tassi di mercato overnight. I tassi oggi sono negativi quindi solo le banche che hanno paura di una possibile crisi depositano li le loro somme e cosi le banche sono incentivate ad erogare somme nel sistema e quindi aumentare la base monetaria e cioè la liquidità del sistema e si tratta quindi di un’operazione di politica monetaria Cose importanti della tabella: scadenza e frequenza. Riserva obbligatoria: Le riserve obbligatorie sono depositi in contante costituiti dalle banche presso la BCN di riferimento. È pari ad una frazione delle passività della banca: la riserva dovuta da ciascuna banca è determinata in relazione ad un aggregato di riferimento, costituito dal totale dei depositi e titoli di debito emessi dalla banca con durata inferiore ai 2 anni. Duplice obiettivo: controllo di moneta (strumento di politica monetaria) e prevenire il rischio di liquidità. Aggregati soggetto a riserva: A) tutti i depositi di durata inferiore a due anni, titoli di debito con scadenza fino a due anni, titoli del mercato monetario B) depositi di durata superiore a due anni, pronti/termine, titoli di debito superiori a due anni C) Sono escluse le passività: verso altra istituzione di credito soggetta al medesimo obbligo; • verso la BCE; • verso BCN Area. • Reserve Ratio da applicare: 1% sul gruppo A); 0% sul gruppo B) e Franchigia 100.000 euro Si tratta di una misura simile all’aumento del tasso di interesse, vendita titoli e quindi è una misura restrittiva la misura di aumento di riserva obbligatoria mentre una riduzione della riserva è una politica espansiva. Le finalità della riserva sono principalmente due, e cioè stabilizzare i tassi di interesse e gestire il fabbisogno di liquidità del sistema. Stabilizzare i tassi di interessi overnight: Al fine di favorire la stabilizzazione dei tassi di interesse, il regime di riserva obbligatoria dell'Eurosistema consente alle istituzioni di utilizzare un meccanismo di mobilizzazione della riserva. La parte mobilizzabile è pari al 100% della riserva, ma l'obbligo si considera soddisfatto se l'istituzione creditizia mantiene una riserva media giornaliera, calcolata nell'arco di sei o sette settimane (il cosiddetto periodo di mantenimento), almeno pari all'ammontare di riserva dovuto. Il calendario dei periodi di mantenimento viene fissato periodicamente. Alle inadempienze può essere applicata una sanzione calcolata applicando un tasso di penalizzazione. Fabbisogno strutturale di liquidità: Un aumento (diminuzione) del coefficiente di riserva obbligatoria comporta, a parità di altre condizioni, una diminuzione (aumento) dell’offerta di moneta. La riserva obbligatoria viene ridotta quando: 1) Si ritiene necessaria una politica monetaria espansiva; 2) il sistema bancario è in crisi di redditività. Una riduzione della riserva obbligatoria aumenta le possibilità di erogare credito e quindi tende a migliorare i conti economici del sistema bancario. La BCE può sfruttare anche strumenti di politica non convenzionali dato che il quadro operativo consente una flessibilità molto ampia per far fronte a circostanza impreviste. Per esempio sono state messe in atto misure non convenzionali come: Erogazione di liquidità in valuta estera • Erogazione di liquidità in più lungo termine • Acquisti definitivi di alcuni titoli di debito • e altre I bitcoin Il fenomeno dei bitcoin nasce nel 2008 ma la sua popolarità inizia dal 2017. Si tratta di un asset definito in dollari rischioso e altalenante, volatile. I bitcoin derivano dal fenomeno di DLT (distribuited ledger tecnology), volgarmente nota come blockchain, cioè una tecnologia fondati al pari dell’elettricità o di internet e la cui capacità Si tratta quindi di un intermediario multi-canale che usa canali di distribuzione fisici e remoti ma proprio per questa caratteristica l’autorità bancaria su fa sempre più presente e soggetta ad elevatori gradi controllo questa determinata banca-impresa. Il TUB definisce l’attività bancaria come la raccolta di risparmio fra il pubblico e l’esercizio del credito costituiscono ed ha carattere d’impresa. Inoltre questo tipo di attività è riservato alle banche. L’attività bancaria si caratterizza quindi dalla congiunzione fra le operazioni: Di raccolta del risparmio fra il pubblico con obbligo di rimborso, concorrenza con società finanziarie • Di concessione di credito, concorrenza con società finanziarie • ma le banche possono anche svolgere altre attività finanziarie consentite come sevizi di investimento (competizione con SGR, SIM) e attività connesse o strumentali oltre che offrire servizi di pagamento (in concorrenza con istituti di pagamento). Allo stesso tempo per legge banca non può svolgere direttamente attività come gestione collettiva del risparmio e attività assicurativa poiché sono riservare per legge ad altri intermediari finanziari. L’esercito dell’attività bancaria è autorizzato dalla banca centrale europea su proposta di banca d’Italia ma la concezione della licenza bancaria è subordinata al rispetto di alcune condizioni e cioè: Forma societaria obbligatoriamente precisa 1. Sede legale e direzione sul territorio italiano 2. Dotazione patrimoniale minima (sopra 10 mln di euro) 3. Qualità e sostenibilità del programma di attività presentato 4. Idoneità degli amministratori e della diligenza bancaria 5. Quando l’attività banca è definita idonea viene iscritta nell’albo delle banche, per la soggezione a vigilanza, che è tenuto da banca d’Italia. Tassonomia dei modelli bancari I modelli di governance: - Società di capitale pure (shareholders oriented): le banche SPA - Società di capitale di natura cooperativa e finalità mutualistica (stakeholders oriented): le banche di credito cooperativo (BCC) e le banche popolari I modelli proprietari: - Banche private (il cui capitale è in mano ad azionisti non pubblici) - Banche pubbliche (ad es. le casse di risparmio tedesche, le banche di sviluppo, le banche nazionalizzate a seguito di crisi) I modelli di specializzazione del business: - Banche generaliste: servono molteplici pubblici con una gamma diversificata di servizi - Banche specializzate: con focus sull’offerta di servizi specifici (ad es. mutui) I modelli di specializzazione per clientela servita: - Banche retail: sono banche generaliste che offrono servizi ad alto grado di standardizzazione e basso livello di complessità finanziaria - Banche che offrono servizi di private banking dedicati a clientela privata molto facoltosa - Banche attive nel corporate & investment banking: offrono servizi a supporto di operazioni di finanza straordinaria, intermediazione mobiliare e gestione dei rischi di imprese di medio-grandi dimensioni, pubbliche amministrazioni e Stati sovrani Date tutte queste modalità di banche si sviluppano di pari passo i rischi, in effetti l’assunzione, trasformazione e gestione del rischio rappresenta l’essenza stessa dell’attività bancaria. Per fare ciò la banca adotta sistemi di gestione dei rischi che contemplano 3 principali componenti: Strategie e politiche di gestione dei diversi rischi, nonché procedure per l’identificazione e la 1. misurazione dei rischi Adeguata organizzazione interna bancaria 2. Adeguati sistemi informativi e di controllo interno 3. L’esposizione della banca ai rischi dipende dalla composizione dei portafogli di attività e passività, appetito per il rischio, normativa di vigilanza, struttura e presidi organizzativi adottati e dal quadro macro-economico. Il primo rischio a cui si interfaccia la banca è il rischio di impresa e cioè la variabilità del valore del capitale economico (differenza tra valore economico delle attività e delle passività) o della sua redditività. Tassonomia dei rischi Rischi finanziari Rischio di credito: è identificabile nell’insolvenza totale o parziale del debitore nel rimborsare nei tempi e nei modi prestabiliti i prestiti bancari. Rappresenta l’alea principale a cui è esposta l’intermediazione creditizia. La banca deve essere in grado di stimare correttamente la probabilità di insolvenza (probability of default -PD) dei debitori, attraverso per esempio il rating per le imprese quotate. Ci son varie cause che possono portare all’insolvenza di un debitore. Si parla di cause idiosincratiche e quindi riferiti al singolo debitore come una cattiva gestione economico-finanziaria, danni subiti, comportamenti fraudolenti o anche errori strategici relativi al business. Infatti, le tipologie di crediti nei portafogli sono: Crediti in bonis, crediti che sono performanti, si paga coerentemente con le scadenze e rispettando • gli elementi del contratto. Crediti deteriorati, per definirsi tali si devono presentare due condizioni: • pagamento arretrato da oltre 90 giorni (per le amministrazioni pubbliche 180) nel pagamento di 1. un’obbligazione rilevante, cioè che superano due soglie: 100 euro per le esposizioni al dettaglio e 500 per quelle non al dettaglio ma anche l’1% dell’esplosione complessiva verso una controparte. Prof dice che non sono importanti da ricordare! La banca ritiene improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione (azione legale) delle 2. garanzie, il debitore adempia integralmente all’obbligazione Ci sono pero anche cause di natura macro-economica, premettendo che l’insolvenza aumenta in caso di peggioramento del quadro macro-economico, che possono influenzare la solvibilità dei debitori bancari. La gestione del rischio di credito contempla la messa in atto di strategie a livello micro e cioè del singolo credito andando a vedere la definizione delle condizioni contrattuali, monitoraggio dei comportamenti del debitori ma anche selezione dei debitori. Oppure si può adottare la visione a livello di portafoglio prestiti che sta nella diversificazione del portafoglio prestiti e trasferimento del rischio di insolvenza. È fondamentale capire che il danno che discende dalla manifestazione del rischio di credito non si limita alla perdita del capitale prestato ma può generare altri rischi quale ad es. il rischio di liquidità Tassonomia dei rischi di insolvenza: ❑ Rischio di recupero (recovery risk): è il rischio di mancato recupero integrale del credito concesso. Equivale al cd. Loss Given Default (LGD) ❑Rischio di downgrading: è il rischio di deterioramento della solvibilità dei debitori a seguito della riduzione del rating assegnato dalle agenzie di rating ❑Rischio di regolamento: è il rischio che si determina nelle operazioni in strumenti finanziari quando la controparte alla scadenza del contratto non abbia adempiuto la propria obbligazione di consegna di strumenti finanziari o di pagamento degli importi ❑ Rischio di controparte: rischio legato all’eventualità che la controparte di una transazione di determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa. Si tratta di una particolare fattispecie del rischio di credito ❑ Rischio di concentrazione: è il rischio dovuto ad un eccessivo impegno creditizio assunto nei confronti di un singolo debitore, gruppo di debitori collegati (gruppi di imprese) o settori economici o aree geografiche ❑ Rischio paese: è il rischio che in un paese straniero si verifichi un evento che influenzi negativamente la volontà/capacità dei debitori privati o pubblici in quel paese di ripagare, alle scadenze prefissate, i propri debiti internazionali. Può dipendere da fattori politici o anche da eventi catastrofici naturali ❑ Rischio sovrano: è il rischio di insolvenza di un debitore sovrano nel rimborso dei debiti verso l’estero (sotto forma di prestiti o strumenti finanziari) I rischi di mercato: sono rischi speculativi che si originano da diversi fattori che possono causare perdite del valore di singole attività finanziarie o di portafogli di attività/passività finanziarie a seguito di variazioni inattese delle condizioni di mercato (tassi di interesse, tassi di cambio, prezzi degli strumenti finanziari, volatilità). Nella categoria dei rischi di mercato si annoverano: ❑il rischio di tasso di interesse, origina da variazioni «sfavorevoli» dei tassi di interesse. L’impatto sul bilancio della banca è legato al processo di trasformazione delle scadenze e alla detenzione di contratti finanziari sensibili a variazioni dei tassi di interesse. Inoltre, Fluttuazioni dei tassi di interesse determinano sia una variazione degli utili bancari, sia una variazione del valore di mercato delle attività e delle passività e quindi del valore economico del patrimonio netto. Aumento interesse= aumento euribor= aumento margine di interesse, e quindi influenza utili, stato patrimonia ma anche conto economico. Variazioni nei tassi di interesse influenzano il livello corrente dei profitti attraverso variazioni nel flusso netto degli interessi (margine di interesse). Impatto sulla redditività bancaria è quindi evidente. La prima conseguenza è data dal rischio di rifinanziamento che riguarda il lato passivo. ❑il rischio di prezzo, cambiamenti nei tassi di interesse influenzano anche il valore delle attività, passività, in quanto il valore attuale dei cash flow (ed in alcuni casi anche i cash flow stessi) cambia al variare dei tassi di interesse. Deriva da variazioni dei prezzi dei titoli azionari e deriva da variazioni dei prezzi delle commodities (merci) a cui è collegato il rendimento di strumenti finanziari ❑il rischio di cambio, deriva da variazioni avverse dei tassi di cambio delle valute in cui sono denominate le attività e passività detenute dalla banca ❑il rischio di volatilità, è il rischio connesso a variazioni nello scostamento del prezzo (o del rendimento) rispetto al suo valore medio di un certo periodo. Statisticamente, la volatilità è approssimata dallo scarto quadratico medio (σ). – vincoli regolamentari – mercato/i di riferimento Si tratta di fattori importanti in un impresa bancaria che svolge una funzione monetaria: le sue passività sono utilizzate come mezzo di pagamento, riduce il fenomeno delle asimmetrie informative, esercita un’attività che presenta un forte interesse pubblico e quindi necessità di tutela e che è caratterizzata da un’attività “produttiva” sui generis, in quanto è un’impresa multiprodotto, i cui prodotti sono – tra loro fortemente interdipendenti, – non provvisti di materialità, – non suscettibili di essere brevettati. I modelli organizzativi (divisioni), una volta scelti non è detto che rimangano invariati per tutta l avvia bancaria, anzi questo non succede quasi mai. Infatti, in questa situazione sono necessari modelli organizzativi complessi e flessibili (a geometria variabile). I modelli organizzativi cambiano a causa di varie situazioni: • crescente competizione e tendenza all’aumento delle dimensioni; • maggiore presenza internazionale per poche grandi banche italiane; • inserimento in segmenti di mercato specialistici; • razionalizzazione della struttura organizzativa (e distributiva: processo importante di chiusura di molti filiali bancarie); • sviluppo del Fintech. La clientela di una banca può appartenere ai seguenti segmenti principali: retailing banking, affluent, private, corporate, istituzionali. In base ali bisogni di tali segmenti di clientela si sono sviluppate differenti tipologie di banking: Retail banking (al dettaglio) vs wholesale (all’ingrosso) banking, Private banking, Corporate banking ed Investment banking. Retail banking: la banca per tutti (al dettaglio), ed è contraddistinto da processi produttivi industrializzati e standardizzati, canali distributivi diretti e capillari e modalità di scambio orientale alle transazioni. Questa tipologia di banking produce e offre strumenti e servizi di tipo standardizzato ed elementare, con valore aggiunto unitario relativamente basso e di dimensione piuttosto contenuta. I criteri di efficienza sono basati prevalentemente sull’attuazione di processi ripetitivi a elevato contenuto tecnologico. Si fa sempre più importante l’uso di strumenti e canali di remote banking come smartphone, pc e tablet. 22/4 Wholesale banking, caratteristiche: strumenti e servizi complessi e integrati • • personalizzazione rispetto al bisogno specifico del cliente • dimensione unitaria non piccola • valore aggiunto unitario elevato • negoziati all’interno di una relazione di clientela duratura e consolidata • profili di qualità elevati Si può identificare questo tipo di modello organizzativo come banca all’ingrosso, cioè con clientela di carattere istituzionale come altre banche, società di intermediazione mobiliare, SGR Private banking, concentrata su un’unità (come un nucleo famigliare) con elevati patrimoni. Caratteristiche: •Prodotti e servizi per il soddisfacimento dei bisogni emergenti dalla gestione del “patrimonio” (finanziario e non) della clientela “privata” più abbiente. Più sono levante le risorse più la gestione del patrimonio, oltre che essere finanziaria diventa anche assicurativa per esempio per la copertura futura del patrimonio, partecipazione ad attività d’impresa, gestione pensionistica futura •Forte personalizzazione sulle specificità della situazione del cliente (situazione famigliare, profilo di rischio, bisogni di liquidita, ecc.) •Interlocutori (cd private bankers) dedicati al rapporto con i clienti, con i quali instaurano rapporti di significativa fidelizzazione. Corporate banking: la clientela è costituita da imprese spesso di dimensioni medio/grandi (anche in relazione alle dimensioni della banca) e dotate di forma societaria. L’area di affari in cui la divisione in analisi opera è complessa ed estesa. Inoltre, svolge un’efficiente ed efficace gestione della finanza ordinaria e straordinaria dell’impresa come per esempio gestione della tesoreria, della struttura di indebitamento e/o dei rischi. Investment banking: offre una serie molto ampia di servizi alle imprese di dimensioni elevate (ma anche ad altri intermediari finanziari) connessi essenzialmente all’intermediazione sul mercato mobiliare, principali e tipiche attività: – intermediazione sul mercato primario (origination, underwriting e distribution) e secondario (attività di broker, attività di dealer/market maker, consulenza) – consulenza in operazioni di M&A, LBO, MBOecc.. – financial engineering – venture capital – private equity Approfondiamo ora la relazione che intercorre tra modelli organizzativi e dimensione bancaria. Nel sistema bancario convivono intermediari bancari aventi dimensioni significative molto diverse. La grande banca è caratterizzata da: • Responsabilità di politica economica e rapporti privilegiati con le autorità di vigilanza. • Supposto miglior controllo dei rischi (minori rischi di liquidità e credito), operatività con la clientela istituzionale e corporate di grandi dimensioni, operatività a livello internazionale. • Economie di scala e scopo. La banca piccola, tipicamente si avvantaggia soprattutto della conoscenza del territorio in cui opera (possesso di soft information, cioè conoscenza del territorio) e di un maggiore orientamento (almeno teorico) al relationship banking e presenta un più pronunciato localismo bancario. Peraltro anche la banca grande si prefigge l’obiettivo di recuperare contatto con il territorio attraverso la rivisitazione di soluzioni organizzative e di marketing. I principali modelli organizzativi tra cui può optare una banca specializzata sono i seguenti: Banca universale 1. Gruppo bancario 2. Banca specializzata e soluzioni di network. 3. In linea di principio (ma con significative eccezioni!) optano per i primi due modelli banche di dimensioni media e grande, mentre le banche di piccola dimensione si orientano maggiormente verso scelte di specializzazione. Banca universale e gruppo bancario Fino a fine anni ’80 la scelta del modello organizzativo non era stato un problema per le banche operanti in Italia. A seguito del processo di armonizzazione europeo e dell’introduzione delle attività ammesse al mutuo riconoscimento si iniziò a discutere su quale fosse il modello di banca appropriato per affrontare la globalizzazione dei mercati. Inizialmente la legge Amato-Carli del 1990 aveva spinto per il modello del gruppo polifunzionale, mentre il successivo Testo Unico Bancario del 1993 conteneva l’apertura alla Banca Universale. Banca universale: Banca «unica» che può operare sia in breve che in medio/lungo termine ed è in grado di offrire gamma completa di prodotti e servizi finanziari (Si rapporta con tutte le tipologie di clientela). E’ quindi caratterizzata da: - Estesa attività creditizia - Attività di capital market e operatività in titoli ampia - Partecipazione al capitale di rischio delle imprese non finanziarie - Organizzazione in forma divisionale (si internalizzano attività che potrebbero essere svolte da società esterne) - Di grandi dimensioni Questa tipologia di banca può svolgere tutte le attività concesse a una banca TRANNE attività che, per riserva di legge, competono ad altri intermediari finanziari. Si tratta quindi di: Gestione collettiva del risparmio, per SGR 1. Attività assicurativa, per le compagnia di assicurazione 2. Dato che può scorgere tutte le attività consentite la banca universale è definito come un intermediario multibusiness, multiclient, multiprodott che persegue un elevato livello di diversificazione Ma quindi quali sono i vantaggi derivanti dalla diversificazione produttiva? •possibilità di sfruttare economie di diversificazione sia globali sia di prodotto specifico definendo quindi maggiore efficienza operativa •offerta completa di prodotti e servizi alla clientela •stabilizzazione dei profitti della banca La banca universale è comunque organizzata in maniera multidivisionale. • Economie di costo dal punto di vista informativo per effetto esercizio congiunto attività creditizia e finanziaria • Potenziale maggior orientamento alla relazione con la clientela e più approfondito grado di conoscenza • Economie di scala e di scopo all’aumentare delle dimensioni • Superamento potenziali conflitti fra direzione unitaria della capogruppo e autonomia decisionale degli organi delle società partecipate Ma anche diverse criticità tra cui: Possibili conflitti di interesse come ad es. fra finanziamento mobiliare e gestione di patrimoni fra attività di prestito e finanziamento mobiliare e difficoltà organizzative ed elevati costi di integrazione. Si individuano tre principali svantaggi: potenziali conflitti di interesse che si possono ingenerare tra la banca e la sua clientela. come 1. limitarli? • presenza di efficaci meccanismi di controllo e governo a livello organizzativo • adeguamento alle migliori best practices internazionali e adozione di regole di governance (amministratori indipendenti); •inserimento nelle normative di specifiche norme sui conflitti di interesse, antitrust e insider trading. 2. “vischiosità” nella struttura organizzativa 3. aumento del grado di rischiosità complessiva