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Appunti Letteratura Contemporanea, Appunti di Letteratura Contemporanea

Appunti Letteratura Contemporanea anno 2015/2016 (Prof. Terreni - Scienze dell'educazione)

Tipologia: Appunti

2016/2017

Caricato il 15/07/2017

teresa_tuccillo
teresa_tuccillo 🇮🇹

4.4

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12 documenti

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Scarica Appunti Letteratura Contemporanea e più Appunti in PDF di Letteratura Contemporanea solo su Docsity! LETTERATURA CONTEMPORANEA Prof. Terreni 02/03/16 I titoli si scrivono in corsivo. Le testate (Giornali, riviste, periodici) vanno scritte tra virgolette e NON in corsivo Quando si scrive si fanno delle scelte, accompagnate da motivazioni ben precise, ed automaticamente se ne escludono altre. Si prende solo una parte della realtà, che, in modo soggettivo, viene interpretata. Esempio: Fotografia – Si prende solo una è parte della realtà che ha colpito il soggetto. 03/03/16 Libro: Che cosa possiamo fare con il fuoco? (2013) In questo libro si cerca di rispondere a:  A cosa serve la letteratura?  Come funziona un opera letteraria?  Come funziona il sistema letterario moderno della società? In questo libro ci sono un insieme di presupposti della letteratura e della lettura, ottenuto unendo più tematiche, sia generali ma anche inerenti a questo corso. Esse sono composte da un insieme di pratiche sociali, come la condivisione delle esperienze; Raccontando, narrando, con la costruzione dell’Io, come individuo sociale. Il tema centrale del libro di Barenghi è quello di far avvenire queste pratiche sociali attraverso la LETTURA della letteratura. La letteratura non come esclusivo fenomeno formale. Il lettore è un individuo sociale, immerso in una società reale, sociale, storica e concreta, non è isolato. Barenghi considera la lettura letteraria una pratica sociale con importanti implicazioni che ricadono sull’identità personale del lettore. Indica una dimensione di progettualità, implicando anche la comprensione dell’identità altrui. Barenghi presenta la lettura letteraria come una pratica che si colloca tra il sé e il mondo sociale. Ma, CHE COS’É LA LETTERATURA? Per rispondere a questa domanda c’è stata una discussione durante i decenni passati, per capire la differenza tra una rivista, da un giornale, da un libro ad esempio di Pascoli o Manzoni. Sono state date tante risposte, ma quella più usata è sempre stata quella detta da Roman Jackobson, ovvero: Si distingue da un particolare utilizzo della lingua, come se fosse una specie di lingua speciale. Negli anni successivi, poi, si è capito che risolvere il problema della letterarietà (lettura letteraria), grazie a Franco Brioschi. Secondo Brioschi non esiste una risposta a questa domanda. Non esiste una proprietà che trasforma il testo in opera, la letterarietà non è una caratteristica del testo, ma è un qualcosa che ha una natura sociale. Un testo è letterario perché la comunità letteraria gli attribuisce quell’aggettivo (letterarietà). È semplicemente un modo di percepire il testo da parte del lettore. Esempio – Pellegrino Artusi ha scritto un libro di cucina che ora viene letto per la bellezza della sua scrittura, non per semplice scopo utilitaristico. Gli viene attribuita così la letterarietà. Quindi questa domanda viene poi accantonata e ne nascono di nuove:  Perché si legge?  Qual è la funzione della lettura letteraria nella società e nella cultura contemporanea?  Che cosa significa leggere? Che cosa succede in un lettore quando legge?  Quale impatto ha sul soggetto e nel modo di mettersi in relazione con gli altri?  Perché un lettore sceglie un determinato testo?  Cosa significa lettura letteraria? Barenghi è stato a sua volta allievo di un professore di letteratura contemporanea, Vittorio Spinazzola, il quale si occupò della Teoria della lettura (si passa da “letteratura” a “lettura”). Spinazzola si interroga proprio su queste domande. Spinazzola risponde a tutte, soprattutto all’ultimo in: L’esperienza della lettura, Unicopli, Milano, 2010 (prima edizione del 1992). La lettura è un ‘esperienza perché è un qualcosa che avviene, che agisce nel lettore. “La particolarità dell’intenzione di lettura letteraria consiste nel rispondere al progetto di appagare uno stato di bisogno dell’immaginazione estetica, con [tramite] il ricorso a un prodotto creativo, elaborato organicamente, in coerenza di un linguaggio, a tale scopo” La lettura letteraria è una modalità, un intenzione. È un tipo di lettura che ha come obiettivo un progetto di appagamento della nostra immaginazione, un appagamento estetico (lo stesso tipo che ha una persona quando ad esempio guarda un film). Questo appagamento avviene tramite un testo letterario, un opera, arte eccetera… che viene elaborato dall’autore con lo scopo di essere recepito. “Il calcolo da cui mi sono mosso per leggere [letterariamente] è il medesimo: effettuare l’acquisto di un bene che mi sia psichicamente utile, in quanto adatto a colmare le richieste di esteticità cui ha dato luogo a una esistenza interiore” C’è di nuovo una metafora commerciale. Un lettore nel leggere è in ricerca di qualcosa che sia psichicamente utile, che arricchisca l’esistenza interiore per colmare quella richiesta di esteticità. “Possiamo definire lettura letteraria quella intenzionata a saggiare la qualità estetica di un testo, come vengono percepite dal lettore. Secondo le doti di competenza e secondo le facoltà di gusto di cui è provvisto” Più un lettore è attrezzato, più riuscirà a percepire la qualità del testo e la sua complessità, quindi, un lettore sceglie un testo in base alla competenza (per capirlo) e hai gusti (per apprezzarlo) derivati dall’esperienza. La lettura letteraria è diversa dalla lettura d’altro genere, che viene chiamata “lettura utilitaristica” (informazione, aggiornamento, comunicazione, svolgimento di pratiche). Il bene culturale acquisito dal lettore è stato pensato da un autore che lo ha concepito in funzione della futura lettura, del futuro lettore. La funzione della scrittura rientra anch’essa in questa funzione. La qualità e il modo di scrivere va in funzione del futuro lettore, al target. 04/03/16 Ogni lettore è all’interno di una comunità/cultura letteraria, che stabilisce convenzionalmente cosa è letterario e cosa no. Alcuni libri del passato vengono oggi letti come dei documenti, informazione (Esempio – San Giorgio Crissimo). I comportamenti di una comunità dipendono e sono indotti da altri. La storia che seguiamo e leggiamo è fittizia, inventata nel maggior numero delle volte, ma le emozioni che proviamo, invece, sono estremamente vere. La lettura non comporta un utilità immediatamente pratica, ma comporta l’ottenimento di un piacere. La lettura se è stata fruttuosa dà una ricreazione psichica (ci si è ricreati). Ovviamente la ricreazione non è assoluta secondo Spinazzola, ma dipende dal testo, Secondo le doti di competenza e secondo le facoltà di gusto di cui è provvisto”. La letteratura mette in esercizio diverse facoltà del lettore: la storia è fittizia ma le conseguenze sul lettore sono reali. “La letteratura è un officina e una palestra della lingua e dell’immaginario e, insieme, una ginnastica virtuale della conoscenza”. Per raccontare bisogna selezionare e ordinare gli elementi del racconto. Chi racconta mette in ordine i fenomeni secondo un “prima-dopo”. Nella realtà i fenomeni si susseguono senza un ordine apparente e sono spesso simultanei. La letteratura favorisce la capacità di parlare di sé, e della realtà circostante. Funziona come dispositivo di messa in ordine del mondo. Tramite l’immedesimazione provo su di me le emozioni, i dubbi del protagonista del racconto. Quando il fruitore (chi recepisce) si immedesima in una vicenda narrata, partecipa e varia a livello emotivo, cognitivo, etico verso il mondo. Secondo Hernadi raccontare storie serve a rafforzare la coesione del gruppo che condivide virtualmente le stesse vicende, rafforza il senso di appartenenza alla comunità. 10/03/16 Società = Esistenza di classi, con la presenza di dissensi. Esito di patto sociale. Comunità = Situazione più ristretta, unita, coesa, intima Con la letteratura di antichi testi si tramanda una visione del mondo, un sistema di valori e di credenze. Si rafforza lo spirito di appartenenza al gruppo. Si sviluppa empatia, immedesimazione. L’esercizio dell’immedesimazione effettuato durante l’ascolto della recitazione del poema favorisce l’esercizio dell’empatia. La letteratura favorisce la comprensione degli altri, molto importante. La letteratura favorisce non solo l’immedesimarsi con l’altro ma anche l’individuazione e la formazione della propria identità. Barenghi dice che la letteratura non è solo una rappresentazione della realtà, ma è anche sociopoetica. Oltre a dare dei modelli di società è anche una pratica di produzione sociale, favorisce la creazione di legami interpersonali. Produce/favorisce modi di stare insieme. È un fortissimo modello di immaginazione, infatti sotto l’aspetto politico è molto tenuta sotto controllo. Nei regimi totalitari, ad esempio, alcuni libri vengono proibiti ed eliminati. Essi possono portare ad immaginare una società diversa da quella reale, sia per la singola persona che per l’intera comunità. M.Vegas è un autore sud-americano e racconta di come proprio attraverso la letteratura capiva che la situazione di dittature non era l’unica situazione possibile. “ – Barenghi Il lettore moderno è un lettore isolato e silenzioso. La lettura moderna è individuale. In questa modo non muta la sua funzione principale di salvare la vita. La lettura individuale si afferma dall’affermazione della stampa e dell’editoria (‘600). Prima c’erano persone analfabete, dunque vi era una persona che leggeva ad alta voce per gli altri. Si legge per colmare una mancanza interiore. La nostra vita è limitata nel tempo e nello spazio. Freud parla di principio di piacere e principio di realtà. Piacere: tendiamo a dare soddisfazione ai nostri desideri, ma non possiamo soddisfarli tutti, quindi inizia il principio di realtà, che ci fa “ragionare”. Questa situazione può provocare frustrazione e insoddisfazione. Spinazzola sostiene che in questo modo subentra come compensazione la fantasticheria: evasione a occhi aperti momentanea, che provoca una parziale compensazione della frustrazione subita. La fantasticheria può non essere sufficiente, non lascia traccia materiale, è momentanea ed è destrutturata. Non è autonoma. Può dunque essere necessario il ricorso a qualcosa di più stabile, un prodotto più elaborato e strutturato, più solido. Spinazzola dice che è per questo che esistono gli autori, che hanno un’abilità particolare che non tutti possiedono. Questa abilità è la FANTASIA. Il frutto della fantasia diventa oggetto di scambio sociale. Fantasticheria e fantasia sono forme dell’immaginazione. La fantasticheria è un fatto personale, privato, nasce e si esaurisce. È il frutto labile di una dinamica endopsichica che non fuoriesce mai. La fantasia è la capacità di creare una storia coerente. Una persona è un autore se socialmente riconosciuto come tale. Un autore ha sia la fantasia che la tecnica. La fantasia è innata, mentre la tecnica si affina negli anni. La letteratura, secondo Spinazzola, salva la vita perché ci permette un rilassamento e una ricreazione interiore, un’evasone fantastica che può portare a una situazione di piacere estetico. Barenghi conferisce piena legittimità alla dimensione dell’evasione e dell’intrattenimento. La lettura non si esaurisce nella pura evasione, quando il lettore ha terminato la lettura non è più la persona che era all’inizio. La lettura, se è produttiva può dare al lettore un bagaglio di esperienze virtuali che lo arricchiscono. A lettura conclusa il lettore ha acquisito qualcosa che è: 1. Il piacere della lettura 2. Una serie di esperienze che possono anche, se particolarmente intense, cambiare il modo di vedere le cose del lettore. Possono darci nuovi punti di vista sul mondo e sulle persone, nuove emozioni, nuove visioni del mondo e delle cose. Tutto ciò non dipende dalla qualità o dall’etichetta “romanzi classici”, ma da ciò che si prova, indipendentemente dal valore attribuito dalla società. “ – Barenghi Cassetta degli attrezzi perché acquisto un bagaglio di cose che mi permettono poi di utilizzarli nella vita per muovermi meglio nel mondo. Esempio – Romanzo di formazione: David Copperfield – Dickens Si afferma durante il romanticismo un modello di integrazione sociale e di crescita nuova. Dietro a questo romanzo c’è un modello sociale, di vita (sposarsi, fare famiglia ecc....). La forma letteraria diventa modello dell’esistenza, che si può anche rigettare. 11/03/16 Barenghi si sofferma su un particolare dell’opera letteraria: la polisemia (la molteplicità dei significati). Barenghi prende spunto da una frase di Italo Calvino: È una qualità che può estendersi a tutti i testi letterari. L’intenzione dell’autore e nelle aspettative del lettore i significati dono un qualcosa che si presume non finiscano mai, però questo non sempre si verifica. Robert Escarpit analizza la nascita e la morte delle opere. Egli sostiene che le opere sono soggette ad un’altissima mortalità. La maggior parte delle opere sono destinate a scomparire. I classici rientrano in uno canone, che però non ne presuppone una scala di valore assoluto, è mutevole nel tempo, ed è strettamente legato all’ideologia del ceto dominante. L’oggetto linguistico ha la capacità di comunicare significati che vanno al di là della semplice occasione contingente specifica della lettura. Un libro lo leggo e dopo tendo a consigliarlo ad un amico ad differenza di testi informativi. Barenghi si chiede: Quali elementi dobbiamo considerare per capire come funziona la polisemia delle opere letterarie? La letteratura si fonda su un asimmetria comunicativa. L’autore ha una posizione che è più alta del lettore. Il lettore non può rispondere all’autore, in quanto la comunicazione è scritta e l’autore è l‘unico detentore del diritto di parola. Non possiamo rispondere, a meno che anche noi non diventiamo autori. Si può interrompere la comunicazione smettendo di leggere. Smettere di leggere è un diritto del lettore se la lettura non risponde alle sue esperienze di lettore, se non si guadagna il piacere della lettura. Questa interruzione rappresenta però una duplice sconfitta: ø Da parte dell’autore – non si vede riconosciuto il suo statuto di superiorità/autorità ø Da parte del lettore – ha sprecato le risorse impiegate nella lettura e, inoltre, acquisisce la consapevolezza di aver commesso un errore. Proviene da un verbo latino che significa aumento, salita in alto, su un piedistallo. Derivano anche autorevolezza e autorità. Ci sono 2 circuiti: dall’autore al testo – dal testo al lettore. È composto dunque da 3 elementi anche se in realtà prima di rivolgersi al lettore, l’autore si rivolge all’editore, al redattore, al grafico, il libraio, il critico ecc… L’asimmetria è tipica di un discorso di “ri-uso” che viene elaborato da un tedesco: Hernirich Lausberg (1949) e viene ripreso da Franco Brioschi negli anni ’80. Lausberg distingue 2 categorie DISCORSO DI CONSUMO DISCORSO DI RI-USO Ha una finalità pratica: comunicare concetti, di mostrare di aver acquisito i concetti. Si esaurisce nel momento in cui la comunicazione o gli obiettivi sono stati raggiunti. È, dunque, caratterizzato dall’esauribilità dei significati del testo, il quale è un tramite, un mezzo per raggiungere un obiettivo. Vale 1 volta per un obiettivo preciso, con un messaggio preciso, ad un destinatario preciso (Esempio – Giornale) Particolare discorso che può essere ri-uso, senza perdere efficacia comunicativa. Non esaurisce la sua ragione d’essere in un “qui” e “ora” preciso. Non si rivolge ad un destinatario preciso. Continua ad esercitare la sua funzione comunicativa potenzialmente all’infinito. (Esempio – Proverbio, Preghiera, Legge) 3 tipi di riuso - Testo sacro - Testo legislativo - Testo letterario La differenza tra il teso letterario e gli altri due è che il testo letterario è in continua espansione. Non c’è un istituzione che garantisce la letterarietà, come per il testo sacro e legislativo. Per descrivere l’inesauribilità del significato del testo letterario (la sua polisemia). Barenghi utilizza 3 immagini: Come lo scavatore rileva le pepite d’oro il lettore scavando nelle opere riscopre molteplici significati. L’opera letteraria contiene infiniti significati, perché è costituito da una lingua speciale, polisemica). Testo Lettore Autore Come mai esistono i classici? I classici sono testi che a distanza di tempo continuano a interessare il pubblico o grande parte di esso. Le ragioni di questo interesse possono cambiare nel tempo. L’opera può assumere su di se i valori diversi al cambiare del contesto. Tanto più è carico di significati tanto più è facile fraintendere. Il classico si presta ad essere riletto secondo interpretazioni, visioni che in origine non erano previste. Offre una complessità molteplice di sensi, in grado di rispondere a sollecitazioni estetiche di lettori diversi in epoche diverse. Il classico non è di per sé eterno, ma viene letto come se lo fosse. Michelle Petit, Elogio della lettura, 2010 Il libro parla dell’importanza della lettura per i lettori. L’esperienza della lettura è importante anche se fraintende il testo, cioè si legge il testo in una prospettiva che l’autore non aveva previsto. Processo di appropriazione delle parole dell’autore e di adattamento dell’opera alla propria esigenza immaginativa del lettore. Kentaburo Oe: è un intellettuale giapponese del ‘900. Oe leggeva le opere di François Rabelais (Francese, XVI) perché trovava nelle sue opere appagamento estetico che cercava. Egli si è trasferito a Tokyo negli anni in cui la produzione metteva grandi enfasi sulle grandi città, ma lui non riusciva ad adattarsi a questa realtà, chiedendo un testo che comprendesse questo suo disagio. Rabalais non avrebbe mai pensato ciò, non avrebbe mai pensato che dal suo testo potessero risultare l’attaccamento all’infanzia o la mancanza di compagnia. Questo è un esempio di fraintendimento. Con la rete noi raccogliamo ciò che proviamo durante la lettura, L’esperienza, i riferimenti e i rimandi che come lettori effettuiamo, Non si tratta solo di concetti. Il contenuto è composto da lettere ma anche da emozioni, risposte emotive, risposte etiche. Da una parte si verifica un processo di immedesimazione, ma nello stesso tempo il lettore assume una distanza, per confrontare le azioni del protagonista con il suo sistema etico e morale. Il senso finale dell’opera avviene nell’apporto congiunto dell’autore e del lettore, benché l’opera rimanga la stessa. Ci sono 2 fasi: Centrifuga Centripeta Allontanamento dal centro. Il lettore fuoriesce da se stesso. Fase di ipnosi Allontanamento dalla realtà concreta e immersione nella realtà virtuale. Avvicinamento al centro. Finita l’estasi il lettore ritorna ma è una persona diversa perché ha fatto un’esperienza che lo ha mutato, segnato. La letteratura è caratterizzata da 2 aspetti: Invenzione di personaggi Completezza della forma (inizia, si sviluppa, finisce) I personaggi sono estremamente importanti, in quanto spesso usiamo nella nostra lingua comune nomi di personaggi per specificare dei concetti, delle situazioni. Barenghi dice che attraverso i personaggi la letteratura ci fornisce una serie di personificazioni e modelli esperienziali, che ci permettono di decodificare, decifrare, incasellare, comprendere l’esperienza. I personaggi diventano la parola di un vocabolario che rende più articolato e preciso il nostro discorso sul mondo, perché ci dà punti di riferimento sui quali ricondurre i caratteri, le persone, le situazioni che incontriamo nella vita reale. 23/03/16 La letteratura fornisce personificazioni dell’esperienza una serie di modelli che possono aiutare il lettore a codificare, comprendere l’esistente. I personaggi costituiscono un repertorio di tipi umani o esperienziali che può essere utile per capire meglio l’esistente. Personaggi come parametro, schema interpretativo del comportamento umano. Barenghi dice che diventano parole di un vocabolario che rende più variegato e preciso in nostro discorso sul mondo. Ci dà dei punti di riferimento ai quali ricondurre i casi reali che incontriamo. Il lettore vive nella lettura un processo di configurazione identitaria, perché si configura con dei personaggi e si distanzia da altri. La compiutezza della forma: la storia è finita. I caratteri, i personaggi, le cose che vengono dette sono limitate, finite e complete. Ha un ordine degli avvenimenti perfettamente ricostruibile. La compiutezza della forma si riconduce alla compiutezza del senso, si può interpretare e capire. Barenghi cita una frase di un comico, Grucio Mars: “ ”. La nostra esperienza empirica è un flusso continuo e costante ma interrotto e disordinato di avvenimenti, incontri, parole, percezioni e sentimenti che si presentano tutti simultaneamente. Il racconto, l’opera, invece, è ordinata, mette ordina nel caos dei fenomeni. La fantasticheria incontrollata pero è pericolosa, perché si perde la concezione della realtà. Il testo è oggettivo davanti a noi. L’oggettività limitata e compiuta della fantasia dell’autore può essere contrapposta all’esercizio potenzialmente incontrollato della fantasticheria del lettore. Durante la lettura il lettore sospende volontariamente l’incredulità, ovvero sospensione volontaria del senso di realtà, credendo ad una storia fittizia immergendosi in una storia altra. Gli effetti di questa esperienza sono effetti concreti, reali (es. sentimenti) che possono essere usati una volta finita la lettura. Tutto questo, pero, non avviene se non c’è la dimensione dell’interessamento. Se la lettura è produttiva, l’evasione dalla realtà che avviene durante la lettura non è fine a se stessa. Non bisogna contrappore le opere di pura evasione con quelle più impegnate, entrambe vengono pubblicate per soddisfare dei bisogni dei lettori. La molteplicità dell’offerta editoriale è un indice di democraticità culturale. Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979 – romanzo postmoderno italiano “ ”. Il lettore deve interrogare il testo, trovare qualcosa oltre al testo stesso, in questo senso abbiamo una lettura critica. C’è collaborazione tra autore e lettore, che può mettere in dubbio il modo di vedere le cose. Si ha una collaborazione dialettica, non sempre pacifica ma può essere anche conflittuale. C’è una dimensiona ATTIVA della lettura, che richiede una mentalità di partecipazione che può restituire un identificazione di sé. Presentazione di alcuni libri dai compagni. - Matilde - Quando eravamo giovani - Chiedi alla polvere - Le ceneri di Angela - Non ora, non qui - Tu, mio - In alto a sinistra - 1 quo 84 (Moracami) Il titolo, la copertina o la quarta di copertina vengono chiamati paratesto, perché accompagna il testo e serve per capire l’orientamento del testo. 30/03/16 Memoriale (1962) 1962 - Boom Economico Volponi ha avuto un importante ruolo manageriale in una delle industrie protagoniste del Boom economico, la Olivetti di Ivrea (azienda di macchina da scrivere, proprietario Andriano Olivetti, figlio di Camillo Olivetti, di origine ebraiche). Volponi dal 1956 svolge il compito di direttore dei servizi sociali, una funzione che gli permise di circondarsi di figure intellettuali E questo dipartimento era rivolto ai lavoratori, interessandosi così ai problemi sociali dei lavoratori stessi, mettendolo al centro di una realtà economica fondamentale di questo periodo. Questa esperienza lo mise, dunque, in contatto diretto con la realtà del lavoro operaio che è oggetto della sua rappresentazione narrativa. Il processo di industrializzazione con le sue dinamiche e le sue contraddizioni sono l’oggetto di riflessione di Volponi, scegliendo la forma narrativa poiché gli permise di dare forma alla complessità della sua visone in proposito. Il fenomeno dell’industrializzazione caratterizza gli anni ’50 e ’60 del ‘900 italiano. Processo sostanzialmente economico, che porta nel giro di poco tempo una vigorosa ristrutturazione del sistema organizzativo italiano che passa dalla prevalenza di un’economia primaria alla prevalenza di un economia secondaria (industrie). Non vuol dire che prima non esistevano industrie (Esempio – la Olivetti) ma che si ha un ribaltamento di proporzioni, con un conseguente miglioramento della lingua. L’italiano standard diventa in questo periodo la lingua parlata nazionale. Vi è stato anche un cambiamento sostanziale del ruolo della donna, che può partecipare alla vita produttiva del paese, nonostante fino al 1975 con il codice civile si stabiliva che il capo della famiglia era il marito, il quale prendeva decisioni per l’intero nucleo famigliare. Passaggio da una società statica (si nasce contadini si muore contadino) a una società con maggiore mobilità. Quando si parla di modernità si parla, quindi, di modernizzazione moderata o diseguale (Martinelli e Chiesi). Tutto questo implica: Un processo di urbanizzazione, ingrandimento delle società in conseguenza a una forte migrazione interna. Un processo di sviluppo tecnologico. Un altro elemento interessante è come Volponi è stato fortemente influenzato in modo positivo da Adriano Olivetti, che è anche una figura intellettuale unica. É stato un imprenditore di enorme successo ed ha anche scritto dei testi, concepito un movimento politico ("movimento di comunità) e aveva una concezione del lavoro particolare, che per gli altri imprenditori era da ottusi in quanto abbassava le ore, aumentava gli stipendi etc. Olivetti era cristiano ma non cattolico. Assume l’ordine Baldese che non riconoscono la dottrina della chiesa cattolica e assomigliano molto ai protestanti, calvinisti. Il Calvinismo ha un etica del lavoro molto forte che Olivetti condivide, ma la vede in funzione della realizzazione dell'essere umano. L'uomo non è in funzione della fabbrica, ma è la fabbrica che deve essere in funzione dell'uomo. In un suo scritto Olivetti sostiene che il lavoro industriale debba essere una realtà integrata con la realtà sociale, culturale e geografica che la circonda, per contribuire al miglioramento di tutti, non solo al guadagno dell'industria. Inoltre, afferma che il tentativo della sua fabbrica deve essere la creazione di un'impresa di tipo nuovo. Accetta le regole dell'economia (Bilancio in pari) rivolgendo, però, i suoi fini all'elevazione materiale (vestiti puliti, casa, mezzo di trasporto...), sociale e culturale dell'uomo. Ci deve essere un rapporto tra capitale e lavoro (Capitalismo e Socialismo). Volponi riprende dunque queste idee di Olivetti e le trasporta in Memoriale. L'ambivalenza di Volponi pone un narratore visionario, che soffre di disagi psicologici molto pronunciati, con un fortissimo infantilismo (il protagonista ha 27/30 anni), ha un rapporto controverso con le figure femminili, con le quali non riesce ad avere un rapporto tranne che a distanza. Oltre ad avere questi problemi psicologici, ha anche dei problemi di salute fisica: è infatti ammalato di tubercolosi. Saluggia ha un atteggiamento premoderno, non crede nella scienza, crede nella magia, per questo la sua storia è inattendibile. Volponi ci propone un narratore poco credibile, visionario, febbrile. Giancarlo Ferretti = Storico dell'editoria italiana, che fa un riassunto del libri di Volponi. Nel suo riassunto descrive l'atteggiamento e il pensiero di Saluggia, che intuisce che di fatto non è lui persona che interessa ai medici, ma in quanto mezzo di produzione, anche se non è molto chiaro se in positivo (continuare a lavorare) o in negativo (emarginarlo). Angela Guidotti = Critica alla conclusione di Memoriale. Saluggia viene accusato di istigazione allo sciopero, che considera frettolosa e non coerente con il romanzo. 06/04/16 Volponi - “le ragioni della scrittura” Volponi verso memoriale sostiene: “ ”. Il romanzo è del 1962 dove l’innovazione è un elemento protagonista di quegli anni. Sono gli anni di produzione letteraria. Nel 1963 Viene fondato il gruppo 63, un gruppo di autori che rifondano un’avanguardia in cui il lettore non è tanto chiamato all’immaginazione o a leggere o ad interpretare il romanzo, ma più ad osservare il testo per capire i meccanismi di funzionamento, cioè come è fatto il testo. Le avanguardie, dunque, creano novità a tutti i costi, rischiando quasi di chiudere la comunicazione perché considerata troppo nuova dal punto di vista della leggibilità facendo sembrare obsolete le tradizionali. Esse svolgevano sulla letteratura una manipolazione della vecchia forma letteraria per cercare una nuova rappresentazione. Volponi non fa, però, parte delle avanguardie, secondo lui il concetto della novità della forma significa prendere le distanze dalle avanguardie. Volponi vuole mantenere comunque una certa forma di leggibilità, vuole creare un’opera di intervento attraverso la letteratura sulla realtà e non rimanere chiuso al suo interno come le avanguardie compivano. Ritiene che la leggibilità sia importante per trasmettere qualcosa al lettore, proprio per questo motivo dichiara che il romanzo non era un testo puramente letterario, perché vuole che il suo lettor prenda coscienza della realtà. “I nuovissimi” poesia per gli anni ‘60 – 1961. Libro delle neoavanguardie [avanguardie è un gruppo di persone]. In Italia anni ‘50 – ‘60 esistono molte riviste dell’avanguardia tra cui:  “Il verri”  “Officina”: Altra rivista dove lavorava Volponi, che nasce a Bologna nella seconda metà degli anni ‘50, diretta da Pasolini e altri (Roberto Rovesi, Francesco Leonetti, Franco Fortini) Questa rivista è importante perché da una parte rifiuta il realismo e neorealismo, perché troppo datate, paternalistiche. È più una propaganda che vera e propria letteratura. La posizione di Volponi è scissa in due parti: La letteratura deve rappresentare il reale e problematizzare. È un uno strumento di intervento, di lettura e interpretazione della realtà di manipolazione progettuale dei dati di realtà. Saluggia introduce in temi poetici la sua visione del mondo, utilizzando figure retoriche usate dai poeti e che non potrebbero esser sue. L’autore in qualche modo dà forma alla coscienza del personaggio che non riesce ad esprimersi. Pag. 4 - Il termine “neve” è un termine ambivalente. Da una parte rappresenta l’innocenza che lo rimanda ad esser bambino senza mali, dall’altra La neve è anche traditrice perché copre il male del mondo ma non lo elimina. Ritorna più volte, ci fa vedere che è una cosa che lo ossessione. Tema del tradimento Saluggia si sente continuamente tradito, è ossessionato dal tradimento, in particolare lo ritroviamo rappresentato in due elementi: Delirio cristologico: cioè Saluggia si identifica con il cristo (anche lui tradito) e quindi per lui il tradimento è ossessionante, teme continuamente di esser tradito. Inoltre ci sono molte citazioni alla Bibbia e anch’esse sono simbolo di un identificazione delirante. Modernità: Percepisce la modernità come un tradimento. Saluggia è ancora legato all’epoca premoderna, e ragiona in tali termini, non è disposto ad accettare il cambiamento Saluggia era stato nei campi di concentramento. Dimostra una certa tendenza Regressiva, in qualche modo rifiuta la dimensione di uomo maturo ed anche nei confronti della madre ha un rapporto di odio e amore. Memoriale richiede quindi uni sforzo di percepire i diversi piani. Questa problematizzazione e ambivalenza della rappresentazione, di cui parla Volponi, la vediamo attraverso il narratore Saluggia. Attraverso il suo racconto possiamo leggere il memoriale come una storia di alienazione e di pazzia. Saluggia non riesce ad entrare in contatto con i compagni di lavoro e dà soprattutto la colpa alla fabbrica perché dice che in essa l’umanità viene alienata. Per Saluggia esiste una contrapposizione MECCANISMO / ORGANISMO. Da una parte la fabbrica, il lavoro industriale come meccanismo e dall’altra parte una visione delle cose spiritualmente vive. Lo spirito delle persone nella fabbrica muore, siamo tutti solo pezzi della macchina e per questo non se ne sente parte. Saluggia crede nella magia non nella scienza, ha una visione magica, è panpsichista cioè attribuisce un anima a tutte le cose, anche ai suoi mali. E profondamente cattolico però ci sono forti residui di religione pagana. Albino = bianco. Il nome stesso sta ad indicare delle caratteristiche che lo identificano, cioè un uomo un po’ ingenuo, candido, che nella sua innocenza scopre il mondo, ma un po’ stupido poiché è un adulto di 36 anni, però questo non gli impedisce di essere capace di mentire Il fatto che sia un narratore poco attendibile lo vediamo nelle bugie che racconta: Saluggia vive su dei livelli di realtà che per lui sono verità, mentre altre volte sa che mente. Memoriale è quindi un racconto della sconfitta di Saluggia come un espulsione, emarginazione dal mondo produttivo. Alla fine Saluggia finisce letteralmente in pezzi, perde il senso della propria identità, non concepisce più il suo essere individuo (Pag. 215) 07/04/16 Non bisogna pensare al narratore inattendibile come un narratore in malafede. Saluggia è consapevole di essere un bugiardo, soprattutto in 2 momenti:  Quando finge di essere andato in Russia.  Fa dei dispetti terribili alla madre, pero lui non lo dice esplicitamente, anzi addossa alla madre la colpa delle sue reazioni. Albino Saluggia non riesce a rappresentare la modernità industriale oggettiva senza una concezione infernale. Albino fa l’operaio ma non vuole essere operaio. Si trova in 2 parti del libro: 1) All’apertura del libro, dove si inaugura il patto narrativo, la relazione tra autore e lettore, immediatamente nel primo paragrafo. 2) 7° capitolo, pag.177, secondo paragrafo. Saluggia venera la vita da contadino, pero non è una rappresentazione vero-simile, perché non ha mai svolto l’attiva contadina. La sua è una concezione idilliaca e idealizzata. La sofferenza di Albino lo porta ad una concezione distorta della realtà. Il narratore inattendibile in prima persone è una caratteristica di tutti gli autori del ‘900, in quanto segnato da una profonda crisi epistemologica, non c’è più la razionalità, le scienze che spiegano la verità entrano in crisi (Esempio – teoria della relatività di Einstein o Freud che sostiene che non tutto è razionale). Questo mette in crisi anche la capacita di parlare del mondo. Esempio – “La coscienza di Zeno”. Simula il diario di un malato in cura oppure un romanzo di Elsa Morante, “menzogna e sortilegio” 1948. Nel libro di Elsa Morante si narra in prima persona della famiglia della protagonista, sembra un romanzo dell’800 dimenticando che la narratrice sostiene di essere una pazza, malata e visionaria e dunque abbiamo una persona che racconta una menzogna come se fosse vittima di un sortilegio. Non si può prendere come un qualcosa di reale, vero e attendibile. Un po’ come in Memoriale dove Saluggia sostiene di essere ammalato, non si può così prestare fede a quello che si dice in seguito. In Memoriale si ha un narratore omodiegetico e autodiegetico, ovvero che parla di se stesso ed è interno alla storia. C’è un rapporto molto stretto tra il tema del lavoro e il tema della malattia, il lavoro è sia la malattia che la medicina. sarebbe anche più bella (Eden – Paradiso Terrestre) e vede il lavoro come una maledizione biblica, lui vuole tornare alle origini, alla Genesi. Giancarlo Ferretti = Ha pubblicato un profilo biografico di Volponi “ Il nome di Tortora è un nome parlante, come il nome di Palmarucci e il Dottor. Pietra. Quando la Tortora è bianca è una colomba, che rappresenta rimanda allo spirito santo, anche se poi Saluggia dice che era tutta un illusione (Pag. 35) (Angela Guidotti = Lettura di “Memoriale” – Documento – Sul finale insiste molto sul potere simbolico universale della vicenda di Saluggia. Da una parte la vicenda ci interessa perché assume significati e ci dà una lettura delle cose che va al di là del caso contingente, grazie all’ambiguità, cioè vastità, dei simboli, d’altro canto non si tratta completamente di un significato universale, non bisogna generalizzare troppo la storia di Saluggia). 14/04/16 Animismo di Saluggia – attribuisce uno spirito, l’anima a tutte le cose. Volponi dichiara che la sua vera università è stata la fabbrica, ha imparato veramente cos’e la vita. Può parlare in modo più concreto di cosa consiste lavorare, ha imparato cos’e l’economia, potere e la produzione. Non ha più quelle sole conoscenze letterarie previste dall’università, ma la sua rappresentazione letteraria acquista solidità. Volponi si libera da ciò che l’università gli ha insegnato. La vicenda di Saluggia si intreccia con alcune vicende politiche cruciali della nuova Repubblica Italiana. Togliatti segretario del partito comunista. Nei governi di transizione del 45-46-47 aveva ricoperto incarichi ministeriali. La Repubblica è combattuta in 2 contrapposizioni: Fronte Popolare e DC e partiti di destra. 18 aprile - le elezioni vengono vinte dalla DC e partiti alleati. Successivamente a queste elezioni il divario e i conflitti tra partiti aumentano sempre di più. Mario Scelba era un democristiano animato da un forte spirito anticomunista: ministro degli interni fino al 1953, ed attua una politica altamente repressiva verso tutte le manifestazioni di piazza. Antonio Pallante era uno studente universitario siciliano che in una situazione di esaltazione e di tensione spara a Togliatti fuori dal parlamento ferendolo gravemente, questo attentato ricordava molto l’omicidio di Matteotti e la paura che potesse tornare una forma autoritaria come il fascismo. Insorsero cosi manifestazioni e scioperi in tutta Italia. In memoriale Saluggia riporta l’avvenimento ma non si rende realmente conto dell’importanza politica. (Saluggia non è assolutamente fascista in quanto durante gli anni fascisti fu messo in prigionia rifiutandosi di arruolarsi). Dopo il fascismo e la guerra, torna in Italia il sindacato: la Cgil, che fino all’attentato a Togliatti era un sindacato unitario dei lavoratori. La Cgil (sindacati rossi) organizza uno sciopero sindacale ad oltranza, cioè finché basta, ma molti lavoratori per non danneggiare troppo il governo, in quanto democristiani, chiedono di sciogliere lo sciopero. Il sindacato Si spacca cosi in più parti facendo nascere i sindacati bianchi (Cisl-democristiano). (Grosset, che per Saluggia rappresenta un padre, dichiara esplicitamente di essere socialista, e lo capiamo anche dal primo capitolo, in quanto legge un giornale particolare: “L’Avanti”.) Giuseppe Saragat era un politico socialista riformista moderato. Dopo la fine della guerra il partito comunista si allea con quello socialista contro la DC e i partiti di destra. Saragat è socialista dal punto di vista dell’ideologia, ma dissente con il partito in merito alle alleanze politiche in merito alla politica estera. Sosteneva di dover mantenere una propria autonomia. Saragat scinde dal PSI creando un nuovo un nuovo partito nel 1947, questa scissione viene chiamata: “Scissione di palazzo Barberini”. Nel 1956 c’è la rivoluzione in Ungheria, che provoca la spaccatura dell’accordo tra socialisti e comunisti, perché i primi dissentono in merito alla situazione dei fatti in Ungheria, e si sono avvicinati cosi alla DC e questo spiega il loro potere dal ‘60 al ‘63. È stato uno dei presidenti della Repubblica dal dicembre ‘64 al dicembre ‘71, preceduto da Segni e seguito da Leoni, entrambi della DC. Nel capitolo V, troviamo la figura dell’ingegnere Pignotti, che è la rappresentazione delle tensioni politiche del dopoguerra che vengono raffigurate in termini di “guerra civile”. Viene fatto intendere che Pignotti è un ex fascista (Pag. 137). Pignotti chiede a Saluggia di fare la spia e capire chi sono i comunisti all’interno della fabbrica, e Saluggia si rifiuta perché lui non è Giuda, anche se il prete gli consiglia di farla per un tornaconto. 20/04/16 Acli – Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiano. A Saluggia viene suggerito di rivolgersi a questa associazione, anche se poi non si unirà nemmeno a questa per una sua concezione per così dire ‘apolitica’. Saluggia contrappone 2 poli uno positivo e l’altro negativo: - Il primo è formato dalla natura, il corpo umano (come struttura organica e creata da dio e unito alla natura) e il paese - Il secondo è formato dalla citta (modo di vita), la macchina, l’assenza di cose naturali, la tecnologia. Questa contrapposizione si rileva a pag. 141, dove Saluggia spezza appunto la natura e la fabbrica. Le macchine cambiano il destino dell’uomo, creando una nuova razza. Saluggia è un personaggio a tutto tondo, cioè subisce un mutamento, che nel suo caso specifico subisce una involuzione. Si passa in una posizione in cui anche il polo positivo perde la sua rassicurazione, Saluggia non trova più un luogo nel quale rifugiarsi. La natura subisce un trattamento “leopardiano”, ovvero in primo luogo su ha un pessimismo storico. La natura di per se è buona, sono gli avvenimenti storici, gli artifici dell’uomo che determinano la nostra infelicità. Alla fine pero anche la natura diventa negativa, passando così ad un pessimismo cosmico, la natura diventa di per se maligna, non è piú buona (Pag. 64/83/247 – figura degli uccellini). Lo snodo fondamentalo, il passaggio tra la natura buona e quella cattiva si trova a pag. 200/201, quando Saluggia si perde sulle rive del lago, e incontra un Luccio che sta mangiando un altro pesce e si guardano. Emerge una figura, il traghettatore, che va messa in relazione con Grosset, una figura paterna per Saluggia e il padre del protagonista del quale non sappiamo nulla. La figura del padre è una figura di traghettatore in una famiglia contadina, il padre lavora, ha i rapporti con la società esterna, traghetta il giovane fuori dal lago della famiglia verso la società. Grosset cerca in più di una situazione di istruire ed educare Saluggia alla vita della fabbrica (pag. 47/81/198/202). A pag. 60 c’è una figura del traghettatore che viene associata ad un ricordo di un gita in Francia per Pasqua di Saluggia con suo padre. 21/04/16 La chiave a stella (1978) Fa parte della corrente “letteratura industriale”. La prospettiva di Levi però è molto diversa rispetto a quella di Volponi. Egli si concentra essenzialmente su gli aspetti positivi, anche se non acriticamente entusiasta, pur utilizzando anche lui un personaggio per raccontare la storia. Volponi racconta di una storia di alienazione, rappresenta/esemplifica gli effetti negativi dell’impatto dell’industrializzazione sulla struttura sociale e culturale del Paese. Memoriale è stato scritto durante il Boom Economico, mentre il libro di levi viene pubblicato alla fine del processo di industrializzazione dell’economia italiana e anzi è già iniziato il passaggio dall’egemonia dell’economia industriale all’egemonia dell’economia terziaria, di servizio. Nel caso di Volponi vediamo la sostituzione del contadino a operario, mentre in Levi dall’operario all’impiegato precario. Levi erige una sorta di monumento al lavoro meccanico/industriale. Levi sostituisce al racconto di alienazione un racconto di realizzazione. La capacità del lavoratore di dare forma alla propria identità attraverso il lavoro, racconto di estrinsecazione/oggettivazione (riduzione in un oggetto) delle capacita materiali pratiche e creative di un lavoratore. Tino (Libertino) Faussone (protagonista de “La chiave a stella”) è una sorta di anti Saluggia, a lui lavorare piace e si sente realizzato come persona. Saluggia è un personaggio a tutto tondo e dinamico, benché il suo mutamento sia avvenuta un involuzione, mentre Faussone è un personaggio piatto. Non sperimenta mutamento, non ne sente la necessità, cresce nella sua esperienza ma la sua personalità rimane tale e quale a quella dell’inizio del racconto. È, però, anche un personaggio complesso e per comprendere ciò è necessario leggere tutto il libro con un progressivo svelamento dei caratteri di questo personaggio. Nome: (Liber)Tino - libero pensatore del 700 Il padre di Faussone era socialista e voleva chiamare suo figlio Libero mai tempi del fascismo non si poteva accettare un nome del genere. Cognome: Faussone - “faus” = falso = falsone Faussone è un personaggio fittizio! Questa distinzione è stata sottolineata da Edward Morgan Foster, che nel 1927 scrive “Aspetti del romanzo”, dove contrappone Homo sapiens a Homo fictus (finto). L’homo fictus si caratterizza per una serie di caratteristiche  Nascere  Dormire  Mangiare  Amare  Morire Emanuele Zinato: si è occupato per molto tempo della letteratura industriale e sostiene che anche la prassi letteraria è un lavoro, una pratica. Anche il lettore quando legge svolge un lavoro. Si lavora per una costruzione, lo scrittore produce il lettore decodifica il testo e si crea una sua immagine della realtà. Inoltre, sostiene che il tema del lavoro sembra un tema tendenzialmente assente dalla letteratura, o se è presente è spesso rappresentato come qualcosa di avvilente o servile. Prendendo le caratteristiche dell’Homo Fictus si nota come non viene citato il lavoro, Ne nella letteratura Borghese ma nemmeno in quella medievale o classica. Prima del romanzo il genere delle grandi narrazioni erano epiche, nei quali i valori erano completamente differenti rispetto a quelli di oggi, o post-romanzeschi, valori che escludono il lavoro. Fino alla grande alfabetizzazione i lavoratore non poteva/sapeva leggere e quindi non era necessario rappresentarli all’interno di un romanzo. Zinato individua nella rarità della seria rappresentazione del lavoro 2 radici culturali: La dimostrazione che Levi non considera il lavoro come un valore assoluto lo vediamo in un passo estratto da “Se questo è un uomo”. Kronss è un uomo che Levi incontra nel campo di concentramento. Levi individua la pericolosità del culto del lavoro da cui Kronss non riesce a liberarsi. Egli è stato abituato durante il corso della sua vita a lavorare bene e intensamente così come nel campo di concentramento. Kronss ha sempre creduto che più lavorasse più avrebbe guadagnato, ma in realtà Levi lo contraddice sostenendo che all’interno del campo per sopravvivere bisogna risparmiare energie. Levi è consapevole dell’importanza del lavoro per la realizzazione di sé, ma non è assoluto in quanto si rischia di ricavarne un effetto sbagliato. “Sommessi salvati” – Primo Levi Questo testo argomentativo spiega come mai i nazisti hanno avuto un certo successo con i compi di concentramento. Levi è ben consapevole che il lavoro può fare male ma nel suo libro si assiste comunque ad una prospettiva ottimistica del lavoro come realizzazione dell’uomo e della sua personalità. 27/04/16 Apocalitticismo: fenomeno letterario negli anni ’70. Compaiono una serie di romanzi che raccontano la fine del mondo. Antonio Porta, Guido Borselli… Questo fenomeno è la spia di una situazione di crisi più complessiva: ansia e tensioni della cultura degli anni settanta, grande terrore nucleare e imminente percezione della fine delle risorse petrolifere, del progresso. Riferimento nella chiave a stella (Pag.52). Questo deriva da motivazioni sia esterne che interne alla cultura italiana. Quest’ultimi sono sostanzialmente 2: - Crisi della subcultura cattolica - Crisi della subcultura comunista Per quanto riguarda il primo punto si può notare una sostanziale differenza tra Saluggia che per comprendere il mondo, la realtà continua a far riferimento e si identifica nelle cose della chiesa, per avere una sorta di certezza, e Faussone che ha una prospettiva diversa. Con la diffusione di una concezione di tipo materialistico la concezione religiosa entra in crisi. Faussone ha una prospettiva materialistica delle cose. Per quanto riguarda il secondo punto all’inizio degli anni sessanta inizia ad esserci un mutamento nell’economia: passaggio dall’egemonia dell'economia industriale (secondaria) all’egemonia dell'economia dei servizi (terziaria). Inizia una forte ristrutturazione della società: la figura dell’operaio viene gradualmente sostituita dalla figura dell’impiegato o da una figura professionalmente specializzata. Le nuove condizioni produttive portano alla diffusione dell’individualismo, insieme al consumismo e al materialismo. L’onda lunga della Contestazione porta anche alla nascita di una “nuova sinistra” che è fortemente critica nei confronti del Partito comunista e delle organizzazioni sindacali tradizionali. In generale si crea una crisi/critica delle forme tradizionali di mediazione politica: una crisi della rappresentatività a tutti i livelli. Faussone non interessa la politica e ce l’ha con i sindacati, benché riconosca il valore della collaborazione tra lavoratori quando essa è necessaria per la buona riuscita dell’opera. Ripresa della contestazione del ’68 nel 1977: Movimento dell’anno Nove. Meno pacifico della contestazione precedente. Movimenti di critica distruttiva della società, dello status quo (cultura dell’apocalisse). Il terrorismo ha 2 forme in Italia: di destra e di sinistra, ideologicamente molto diverse. - Terrorismo di destra inizia molto prima (Strage di Piazza Fontana – 1969), diffondendo dunque terrore attraverso bombe nei luoghi più affollati, caratterizzata da concetti come “onore” “valori” “traditori” ecc. (concetti premoderni) - Il movimenti di sinistra, le brigate rosse, hanno un metodo differente, colpiscono figure che possono essere significative per la società: come ad esempio Aldo Moro. Guido Rossa: ucciso dopo moro era un sindacalista di sinistra del metalmeccanici, ucciso perché si è accorto che uno dei suoi lavoratori era un attivista delle brigate rosse. Il concetto comune è comunque un attacco al cuore alla Stato: lo stato è di per sé sfruttatore, il lavoro è di per sé una schiavitù. Il progresso è finito. Levi ne “La Chiave a stella” propone una visione ottimistica, di fiducia, nelle capacità tecniche e creative dell’uomo e del lavoratore. La figura di Faussone è la figura di un homo faber (costruttore del suo proprio destino, del suo proprio futuro tramite il lavoro). (Pag.78) Al contrario di Saluggia, Faussone non vuole stare nella stessa posizione lavorativa del padre, idea moderna. A differenza delle critiche sollevate in queste pagine risalta come questo libro non sia di destra. Chi odia il lavoro odia se stesso e chi gli sta intorno. Non ci deve essere alienazione. Risalta anche il concetto della responsabilità individuale, ognuno è libero di decidere se amare o odiare il proprio lavoro. DOCUMENTO Intervista di Levi riguardo a frasi del libro “La chiave a stella” Non è vero che non considera gli aspetti negativi, ma questi non devono prevalere. Non bisogna pensare solo ad un lavoro estenuante come il lavoro nei campi di concentramento. Secondo l’autore esiste la possibilità di trovare una gratificazione attraverso il lavoro. Non bisogna classificare in modo banale: capo cattivo, lavoratore suddito. Faussone è un nuovo adulto, a differenza di Saluggia che è un eterno bambino. La chiave a stella è quello che noi chiamiamo “brucola”. È uno strumento da lavoro, una chiave universale. Caratterizza Faussone, come se fosse un cavaliere che nello scudo ha la chiave a stella. Capacità di risolvere tutto le cose, anche situazione molto critiche e delicate. Di fatti Faussone tiene la propria Chiave a stella legata alla cinture in quanto utile per qualsiasi bullone, così come spiega al suo interlocutore. Un altro significato invece riguarda la concezione delle stelle (Pag. 14/15). Mondo lontano che funziona sempre nello steso modo e non è toccato da mutamenti. Il tema della polvere delle stelle si trova nel racconto “senza tempo”, dove Faussone racconta la storia di amore con una maestra conosciuta in Piemonte e vanno in vacanza in Val D’Aosta. (Pag. 136) La stella di Davide è poi il simbolo della cultura ebraica, cultura di Primo Levi, motivo per il quale viene internato. In questo libro NON c’è la rappresentazione di Levi nel campo di sterminio in modo diretto, anche se ci sono in sottofondo dei rimandi. In Tiresia c’è un riferimento molto esplicito di Levi nel campo di concentramento. Questo mito viene utilizzato da Levi per riferirci che si è basato solo alla scritture divenendo completamente scrittore, abbandonando la figura di chimico (tema della doppia natura). (Pag. 50). Levi ha incontrato dei “serpenti lungo la sua strada” è un allusione abbastanza forte alla guerra, al nazismo e anche al suo internamento, questo gli ha donato il “potere della parole”, riferimento abbastanza evidente a “Se questo è un uomo”, primo libro da lui scritto, nel quale appunto parlava della sua esperienza. A pag.10, inoltre, c’è un altro riferimento: Faussone è consapevole che la persona con cui sta parlando è stata nel campo di concentramento. 28/04/16 Monumento senza monumentalità – Monumento al contrario Off-shore: Faussone va in Alaska per costruire una struttura che pompa il petrolio dal terreno. L’impresa è molto ardua perché Faussone deve costruire questo grande derrick in modo che galleggi nell’acqua. Alla fine di questo racconto Faussone riesce a mettere in piedi questa struttura suscitando un lui una forte emozione, cosa molto rara. Qui viene meno il tema del monumento al lavoratore ignoto. (Pag.73) Un monumento di norma è di bronzo, perché deve durare nel corso del tempo, mentre il padre di Faussone e gli amici hanno costruito un monumento di ferro. Creare il monumento al panettiere ignoto sottolinea questo rovesciamento, una sorta di comicità. È il panettiere, che dà il cibo, ad essere il vero eroe, non i soldati. In off-shore si riesce a notare la totale laicità di Faussone e la trasformazione da lavoro tradizionalmente visto ad un lavoro laico. In Acciughe I l’alter-ego di levi si trova in Russia perché è in corso una sentenza di accusa a causa di vernici dell’azienda dove lavorano lui e Faussone considerate avariate dal cliente. Qui sorge nuovamente il tema di Tiresia della doppia natura, dove decide di abbandonare la professione di chimico e dedicarsi essenzialmente alla professione di scrittore, uno scrittore che non racconta la realtà dei fatti come sempre fatto, ma inventa personaggi e luoghi. (Pag. 146/147) (Pag. 86) – Si nota una distinzione tra Levi e Faussone, dove Levi inizia ad immaginare e a fantasticare una serie di cose mentre Faussone lo riporta alla realtà, lo riporta sulla terra. Un altro esempio lo possiamo trovare nel racconto “Senza tempo” (Pag. 124). Si può notare anche una profonda differenza tra Saluggia e Faussone che hanno un atteggiamento opposto verso il mondo naturale. La chiave a stella è la raccolta di 14 racconti che possono essere letti separatamente, ma allo stesso tempo sono in qualche modo collegate tra di loro. I personaggi sono sempre gli stessi: Faussone (che è a sua volta il narratore quando prende parola e racconta la sua storia – montatore specializzato) e l’alter-ego di Levi (il narratore primario che parla in prima persona - chimico). Si incontrano nell’Unione Sovietica per ragioni lavorative, la città non è mai nominata ma possiamo capire sia la citta “Togliatti”. È complesso attribuire un genere letterario a questo libro. Levi parla di romanzo, ma è un romanzo atipico perché non è diviso in capitoli, cioè la storia non si sviluppa tra un capitolo e un altro, tranne per quanto riguarda gli ultimi 3 racconti perché sono strettamente collegati tra loro. 29/0/16 Alcuni elementi comuni tra capitoli: Off-shore e Batter la lastra per la figura del padre Il ponte (Pag. 101) e Clausura (Pag.11) per quanto riguarda la costruzione di un ponte in India permette che le altre persone si intromettano nel suo lavoro e nelle sue conoscenze. Equiparazione tra mano e testa, strettamente legate. Acciughe I – Ambientato in Unione Sovietica. Continuità della coppia conica. C’è un problema di tipo legale perché crede che il non funzionamento della gru sia stato un complotto dei concorrenti. Sin dalle prime righe si vede la presenza del narratore di primo grado, cioè di Levi, in quanto riprende Dante. Le zie – Ambientato in Piemonte. Faussone non è presente ma riemerge spesso dalle parole del narratore che diventa in questo caso il protagonista del racconto. Il narratore si reca dalle zie di Faussone (Teresa e Mentina) per recapitare loro un pacco. Acciughe II – collegato ad Acciughe I. In questi due capitoli c’è un rovesciamento del narratore di primo e di secondo grado. Non è più la storia di Faussone, il protagonista è l’alter-ego di Levi. 05/05/16 (Pag. 53/160) racconto delle zie. I racconti delle zie sono gli unici che non sono rivolti unicamente al lavoro. Le zie di Faussone riprendono le sorelle bibliche/Ebraica Lia e Rachele, incisione della religiosità di Levi riprendendo però Dante. Anche nel Vangelo esiste una coppia di sorelle simili a queste zie, Marta e Maria, le sorelle di Lazzaro. I racconti delle zie sono ambientati in Piemonte, Torino. All’interno della chiave a stella abbiamo una serie di riferimenti che fanno capire che Levi dissemina delle riflessioni sulle quali noi lettori possiamo ricostruire una teoria del rapporto autore-lettore. Questo è esplicito in un saggio che si intitola “Dello scrivere oscuro” – 1976 di Levi, appena un anno dopo che decide di diventare scrittore a tutti gli effetti. In questo saggio Levi parla della scrittura oscura, dove il significato rimane incomprensibile, anche se ci sono parole molto chiare e di facile comprensione. Milo De Angelis. Uno scrittore che si mette a disposizione del suo pubblico deve essere chiaro. La scrittura è un servizio pubblico, il pubblico deve capire lo scrittore e deve collaborare alla comprensione. Se ciò non si fa si viola un patto, l’incomprensibilità del testo è solo colpa dello scrittore. Lo scrittore creativo può fare ciò che vuole, però secondo Levi non si dovrebbe scrivere nel modo oscuro perché un libro è tanto più un libro semplice tanto più ha la possibilità di essere diffuso e durare nel tempo. Una scrittura completamente chiara è difficile, perché ognuno di noi ha un lato inconscio, oscuro involontario. 06/05/16 (Pag. 151) presenza di Conrad e un appello da parte del lettore di collaborare con lui per l’interpretazione. (Pag. 176) Situazione analoga dove il narratore di prima grado inizia a nominare una serie di strumenti al chimico delle vernici ma che il costruttore non comprende e Levi presuppone che anche il lettore non le conosca cosi attraverso la narrazione spiega tramite il narratore di secondo grado, Faussone, con riferimento abbastanza esplicito alla teoria autore-lettore del rispetto reciproco dei rispettivi ruoli. La situazione autore-lettore viene descritto attraverso una relazione tra chi parla e chi ascolta, viene fuori una sorta di teoria della comunicazione interpersonale (Pag.32/33). Appello alla responsabilità individuale, dello scrittore/narratore e di chi legge/ascolta. Tema dell’integrazione tra meccanico e organico Contrapposizione tra vita e macchina per Saluggia, perché si colloco su una realtà premoderna, ha una concezione mistica magica. All’interno della vita, della natura non concepisce la tecnolog ia, la fabbrica. Nella chiave a Stella, invece, si ha un rovesciamento di questa concezione. Faussone non vive in una dimensione pre-moderno, non vive il tutto come un qualcosa di mistico e simbolico. Prende le distanze da queste credenze religiose, è completamente laico e secolarizzato. Questa integrazione tra uomo e macchina la possiamo trovare in produzione letterarie non italiane (William Gibson, Bruce Sterling) Nel 1966 Levi scrive una serie di racconti chiamate “storie naturali”, pubblicato con uno pseudonimo “Damiano Malabaila”, dove appunto parla dell’integrazione tra vita e tecnologia. Questo è molto presente nel racconto Clausura (Pag.15-19).
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