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APPUNTI PRESI A LEZIONE SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE E MEDIA DIGITALI + SLIDE, Appunti di Sociologia Dei Media

appunti presi durante le lezioni integrati con slide

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 22/01/2022

CL18
CL18 🇮🇹

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Scarica APPUNTI PRESI A LEZIONE SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE E MEDIA DIGITALI + SLIDE e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Media solo su Docsity! Tpdjpmphjb!efmmb!dpnvojdb{jpof!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! f!efj!nfejb!ejhjubmj! - Nicoletta Vittadini - Quando parliamo degli effetti dei media sulla società parliamo di come il sistema dei media influisce sul nostro modo di: informarsi, formarsi un’opinione, produrre e consumare cultura, agire e mobilitarsi (importanti azioni collettive) La dimensione globale e la visibilità transazionale dei movimenti è sostenuto da un certo sistema dei media e la capillarità con cui riescano a mobilitare singole persone in tanti stati diversi dipende anche dall’importanza dei media. I MEDIA e soprattutto la digitalizzazione ha cambiato le relazioni nei confronti dell’opinione pubblica: § le ufpsjf!dmbttjdif vanno riconsiderate § emergono questioni relative alla!qsjwbdz e alla fiducia Le grandi infrastrutture su cui viaggiano le informazioni sono essenzialmente quelle digitali, soprattutto le piattaforme social à la piattaforma mediale della contemporaneità pqjojpof!qvccmjdb! studiata dagli anni 70 come oggetto di rapporto tra i mezzi di comunicazione e la società. Come i media contribuiscono al processo di formazione dell’opinione pubblica? i media digitali oggi in Italia Non solo il sistema dei media è dominato dalla piattaforma digitale, ma negli ultimi anni c’è stato un processo di digitalizzazione a tappe forzate. Siamo entrati in una ovpwb!usbotj{jpof!ejhjubmf, che adesso coinvolge anche coloro che finora ne erano rimasti ai margini. Oltre all’informazione e all’intrattenimento, i dispositivi digitali hanno garantito la continuità di molte attività, pubbliche e private: dalle relazioni affettive e sociali al commercio elettronico, dallo smart working alla didattica a distanza C’è una spinta all’incremento della potenza della rete, si sta formando un’opinione dominante che ne coglie tanti aspetti positivi, ci sono contemporaneamente degli aspetti su cui si concentrano invece dei timori: truffe, accesso da parte dei minori, la dipendenza dai social network, gli haters. pqjojpof!qvccmjdb: idea prevalente che caratterizza un gruppo di persone in modo deciso § È dpmmfuujwb: è il giudizio e modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini § È tjuvbub: è l’insieme delle idee che un determinato agglomerato umano ritiene giusto e vero in un determinato momento. Ha dei confini temporali e spaziali. § è un sistema di dsfefo{f sulla cosa pubblica § NON è mai vojubsjb. È l’insieme delle correnti di opinione anche opposte dominanti in una società. Nella formazione dell’opinione ci sono gruppi di persone che possono avere un ruolo importante I primi studi sul rapporto tra media e società focalizzano l’attenzione sulla formazione dell’opinione pubbl. La comunicazione attraverso i media viene intesa come uno strumento attraverso cui “legare” la società: § Il termine dpnvojdb{jpof viene inteso nell’accezione di “mettere in comune” § Significati sociali (parole, valori, abitudini), elementi di comportamento Esempi che spiegano che anche in modo strategico i mezzi di comunicazione vengono usati per promuovere la formazione di un’opinione pubblica, perché sono mezzi che mettono in comune delle rappresentazioni positive, proattive verso la società, sono dei significati sociali che vengono messi in circolazione perché il significato è l'inclusività e l’equiparazione delle persone al di là del loro aspetto, al di là loro caratteristiche fisiche quindi c'è un sistema di valori che viene messo in gioco insieme alle loro parole. Non c’è sempre una strategia dietro il contributo che i media danno alla formazione dell’o.p., a volte ne viene fatto un uso strategico, altre i fenomeni nascono in modo più spontaneo, e i significati che veicolano i media non sono così guidati ma contribuiscono lo stesso alla formazione dell’o.p. Xbmufs!Mjqqnbo (1922) Uno dei primi studiosi dell’opinione pubblica, ha vissuto all’inizio del 900. Egli dice che la formazione dell’opinione pubblica è fondamentale nella società, perché non tutto possiamo conoscere per esperienza personale, e quindi le narrazioni e rappresentazioni che ci vengono proposte sono il modo dal quale noi veniamo a conoscenza di qualcosa, che influenza la nostra opinione. La formazione dell’o.p. è tanto più complicata quanto più è complicata la nostra società. ! Tpdjfu !npefsof! L’opinione pubblica nasce quando nascono le società moderne, man mano che la società in cui viviamo diventa più complicata. Comincia a complessificarsi il modo di vivere e quindi inizia ad essere necessario che sulle questioni pubbliche (politica o grandi temi sociali) ci si faccia un’opinione. Nelle società moderne le persone conquistano la libertà di espressione, c’è un numero più grande di persone che si esprime sulla cosa pubblica, iniziano ad informarsi. Iniziano a crearsi luoghi dove poter discutere e condividere le idee (circolare giornali, annunci, informazione: se io non so non posso esprimermi) nasce un’opinione pubblica delle persone. È legata: § Allo sviluppo delle forme di libera espressione da parte degli individui sulla cosa pubblica § All’alfabetizzazione § Alla formazione di circoli culturali e politici § Alla diffusione dei media (e dalla molteplicità delle fonti di informazione) Dopo gli studi di Lippman altri studiosi iniziano a focalizzarsi e a ragionare non solo sull’importanza dell’o.p ma anche su come questa si forma. Servono i media, fonti di informazione, libertà di espressione. Si comincia ad elaborare un modello definito npefmmp!b!dbtdbub (anni 60, Deutsch) Vuol dire immaginare che ci siano dei gruppi che hanno un grande potere comunicativo e sociale (élite economiche- sociali: hanno più informazioni degli altri, più occasioni di incontrarsi e formare un’opinione comune, e hanno una grande capacità comunicativa) che hanno una capacità maggiore degli altri di diffondere la loro opinione sulla cosa pubblica. I MEDIA sono il ponte attraverso cui queste opinioni che si formano all’interno delle élite, arrivano a noi. I leader d’opinione sono i portavoce, mediaticamente visibili che trasmettono le info. al demos (cittadini). 1 élite economiche e sociali 2 élite politiche e il governo 3 media 4 leader d’opinione 5 demos 2. “personal influence”: l’influenza dei mass media sulle scelte di consumo delle donne della cittadina di Decatour negli USA nelle aree dei prodotti di mass market, fashion e cinema. Scoprono rispetto all’influenza interpersonale che esistono leader d’opinione su qualsiasi tema della vita sociale, più specifici: cinema, fashion, gestione della casa. Iniziano a configurarsi come figure focalizzate, che hanno competenze specifiche su dati temi. I leader d’opinione variano al variare del tema, quindi possono esisterne più di uno. Non si fermano ad osservare il fenomeno, la loro teoria cerca di rendere chiaro all’interno di una teoria che cosa succede tra media e persone, elaborano un modello: uxp!tufq!gmpx!npefm! L’influenza esercitata dai media passa attraverso la mediazione, filtro degli opinion leader, per arrivare poi alle loro reti sociali e quindi alla popolazione. • primo flow: dai media ai leader • secondo flow: dai leader alle reti sociali Significa che l’influenza dei media non arriva uguale a tutti perchè i media veicolano gli stessi contenuti ma i leader sono diversi per le diverse reti sociali; quindi, gli stessi contenuti esercitano una diversa influenza in base al leader che lo filtra. stessi contenuti = effetti diversi Fermandoci all’idea che il leader d’opinione sia l’attore sociale più competente nell’uso dei media, è chiaro che questo ha due funzioni importanti: 1. gatekeeping: funzione di filtro, riporta alla sua rete sociali le informazioni che ritiene più importanti 2. framing: modellizzazione, le mette in discorso, le racconta, gli da un senso Nei libri successi scriveranno che le idee e i contenuti spesso fluiscono dai messaggi mediali agli opinion leader, che portano questo messaggio a individui che sono meno attivi. Si evolve l’idea del pubblico da massa indistinta a “rete sociale di individui interconnessi attraverso la quale la comunicazione di massa viene veicolata”, è un altro importante passaggio. Si definiscono le caratteristiche dell’opinion leader mediale: o literacy: elevata esposizione ai media. Uno non è opinion leader se non da più info rispetto agli altri o commitment: devono avere un elevato coinvolgimento ed interesse per determinati argomenti o socievolezza: capacità di trasferimento di info a gruppi di individui appartenenti allo stesso gruppo o leadership: riconoscimento, dal basso, parte del gruppo dei pari del possesso di maggiori conoscenze. Esiste se è riconosciuto come tale. Leader verticali: soggetti che hanno le caratteristiche del kol e che comunicano attraverso i media Leader orizzontali: soggetti che hanno le caratteristiche del kol e che agiscono all’interno di reti sociali, più o meno ampie, sono noti solo alla loro comunità di riferimento. Monomorfi: hanno rilevanza in un solo o in un numero limitato di campi Polimorfi: l’influenza esercitata non riguarda un solo argomento ma, più in generale, idee, atteggiamenti, propensioni e scelte politiche come di consumo. Wfsujdbmj!f!npopnpsgj à hanno visibilità attraverso i media, hanno una specifica area di influenza, sono punto di riferimento per gruppi sociali/culturali diversi. Esiste anche un altro modo di identificare chi è opinion leader che è quello di identificare delle figure in astratto pqjojpo!mfbefs!f!tpdjbm!nfejb! Nel momento in cui accanto alle piattaforme mediali tradizionali si sviluppano le piattaforme social, la figura dell’opinion leader torna ad essere importante, perché all’interno dei social si sviluppano tante discussioni e scampi di opinioni su temi di interesse. Ci sono tanti studi che rimettono in gioco gli studi di Paul Lazarsfel & Elihu Katz, e cercano di declinarlo in forme che siano adatte alla contemporaneità. Riconoscere e classificare gli opinion leader: bncjup!ej!jogmvfo{b-!bsfb!efmmb!dpoptdfo{b-!! psj{{pouf!ufnqpsbmf;!la distinzione nasce perché alcuni sono effimeri (legati a delle notizie di cronaca, finito un evento non lo sono più. Molto situati nel tempo! dpnqpsubnfoup;! o positivi o distruttivi: hanno una personalità egocentrica e tendono ad indurre i followers modificare le loro opinioni anche in una direzione che può danneggiare loro o l’organizzazione a cui appartengo. l’obiettivo è spesso l’auto realizzazione carismatica. Pur di diventare opinion leader propongono cose false o che sanno che portano a comportamenti negativi per chi li assume. Danneggiano. Dbsbuufsjtujdif!efmm◢PM!ejhjubmf! Un altro filone di studi rispetto all’opinion leader digitale è quello che cerca di mettere più a fuoco delle caratteristiche precise rispetto all’ OL. Dovrebbero avere almeno una di queste caratteristiche: Þ essere considerati esperti di un prodotto o servizio, avere info. (literacy) Þ È membro attivo online e posta contenuti su quel prodotto. Membro di una comunità Þ Partecipare con alta frequenza e dare contributo sostanziale (commitment) Þ Essere considerato da altri utenti come soggetto che ha buon gusto in relazione alle decisioni di acquisto (socievolezza) Gli influencer non sono mai totalmente verticali, ingaggiano. L’analisi è stata fatta da quasi 10000 follower di opinion leader, e identificano 4 caratteristiche dei contenuti: • Originalità: novità; innovazione, non convenzionalità; autenticità. La capacità di essere diversi e di essere consonanti, non troppo distanti dai followers • Unicità: distinzione rispetto agli altri • Qualità: cura dei contenuti e della forma; attrattività; comprensibilità e assertività; funzionalità alla creazione della reputazione • Quantità: quantità di messaggi postati Instagram è ina piattaforma caratterizzata a interagire e seguire persone che non conosco (contrario di Facebook), focalizzata sulla logica del following e non della reciprocità. La leadership si costruisce sulla congruenza dei contenuti del profilo e degli interessi, gusti e personalità dei followers. Nasce sulla capacità delle influencer di rappresentare in modo chiaro l’orizzonte degli interessi in cui si pone per far capire ai follower se c’è o non c’è una consonanza, devono essere riconoscibili. Quello che ci vuole dire è che la leadership d’opinione dentro Instagram si compone di due aspetti: o le caratteristiche dell’account ig, del profilo del leader d’opinione o le intenzioni dei follower/consumatori questo schema ci dice che ci sono tre gruppi di elementi chiave che fanno scattare il meccanismo di costruzione dell’opinion leadership su Instagram o sui social in generale. Questi tre elementi chiave sono il fatto che un account Instagram è percepito come unico e originale per lo stile, per i contenuti, per le caratteristiche sue intrinseche. Il fatto che questa percezione di unicità o di originalità venga riconosciuta da dei follower che sono disponibili a farsi coinvolgere nel processo di costruzione del valore del profilo (quindi che rispondano, che commentano, che raccomandino, segnalino il profilo ad altri e quindi che intercettino almeno un segmento di follower attivi) Altra cosa che deve scattare è il meccanismo di sintonia e vicinanza. Instagram account characteristics I 2 fattori chiave che portano un utente a essere percepito come OL sono la percezione di unicità e originalità. Consumer behavioural intentions Devono incontrare dei follower coinvolti nel processo di creazione del valore, interessati non solo a seguire, ma ad interagire (engagement), disponibili a segnalare il profilo ad altri, che sono attivi nel processo, non mettono solo like ma commentano ed interagiscono e partecipano. Si deve creare una sintonia con gli interessi personali dei follower, influenzano la scelta di seguire i consigli La società si basa su un meccanismo di integrazione e di conseguenza, attraverso la socializzazione diffonde modelli di comportamento conformi. Gli strumenti di socializzazione sono moltissimi, dai media alla famiglia, scuola, organizzazioni culturali, sociali à tutti i modi attraverso cui noi impariamo come ci si comporta in una società. Riesman divide la storia in tre grandi fasi: premoderna, moderna, postmoderna! 2/ Tpdjfu !qsfnpefsof;! basate su un’organizzazione sociale fatta da piccoli gruppi: per capire quali sono i comportamenti giusti ci si rifà alla tradizione, si agisce diretti dalla tradizione, spesso tramandata oralmente e agganciata a comportamenti adeguati distinti per ruoli (nascita, genere, status) poco flessibili, che non evolvono e che sono legati a rapporti familiari o amicali in una cerchia ristretta. Questo raramente cambia nel tempo, non evolve 3/ Tpdjfu !npefsof: ad un certo punto questi nuclei formati da gruppi di famiglie si spezzano perché si spostano, vanno a vivere nelle grandi città senza legami come prima. Ci si ritrova nella necessità di trovare altri modi per capire cosa è giusto. Gli individui cambiano status sociale. Gli individui agiscono diretti da un personale e individuale sistema di valori (mediati anche dalla stampa) possono mutare il proprio status sociale. Da solo una persona cerca di vedere cosa dicono i giornali, tv, istituzioni per capire i nuovi comportamenti conformi di questo nuovo vivere sociale. Media come allineatori sociali. Questo processo è più mutevole. 4/ Tpdjfu !qptunpefsof: la mobilità e il movimento delle persone diventa ancora più vario e differenziato, non ci sono più soltanto persone che si muovono da stile di vita circoscritto a città, qui le persone si muovono trasversalmente tra le città. I media non bastano più a fornire una bussola in questa complessità, perché cambiando punti di riferimento cambiano anche i media, non sono più sufficienti. Tornano ad essere importanti le reti sociali di appartenenza. Devono tener conto dei loro valori primari he hanno imparato in famiglia, ma devono allinearsi anche a quelli di arrivo. L’individuo monitora costantemente il suo intorno come se avesse un radar. Gli individui agiscono diretti da: o Pressioni sociali esterne o Norme di gruppi primari o Bisogno di essere conformati ai valori delle reti sociali cui appartengono. Il problema di Elizabeth era capire che peso avessero le cose che io dico nell’opinione pubblica. Gli studi di Riesman la aiutano, è fondamentale che si tenga conto delle opinioni della maggioranza. Quello che lei aveva intuito si rivela una caratteristica delle società post-moderne. Gli individui temono l’isolamento sociale, per evitarlo monitorano costantemente ciò che gli altri pensano sui temi caldi dell’opinione pubblica. Per farlo attingiamo all’esperienza personale e ci appoggiamo anche ai media che si prendono l’incarico di raccontare qual è l’opinione prevalente. à opinione pubblica duale Sviluppano una competenza tale che li mette in condizione di valutare se il proprio punto di vista rispetto ad un tema controverso li colloca tra coloro che condividono una posizione maggioritaria o minoritaria. Sulla basa di quello che noi monitoriamo decidiamo se esprimere pubblicamente la nostra opinione oppure no, il risultato della loro valutazione influenza il loro comportamento soprattutto nella sfera pubblica e in particolare attraverso il mettere in mostra o il nascondere le proprie opinioni, per esempio, attraverso l’eloquio o il silenzio. I risultati sono diversi perché alcuni non lo dicono perché immaginano che siano nell’opinione della minoranza. Quando pensiamo di essere lontani dall’opinione pubblica stiamo in silenzio per evitare l’isolamento. Questo ha anche un effetto sociale, perché non si ha la percezione delle opinioni diverse perché non vengono espresse, si crea una ejtupstjpof, si crea un’enfasi sulle opinioni dominanti che fa perdere di vista l’esistenza delle altre opinioni. Il ruolo dei media: Elizabeth Neuman dice che i media c’entrano in questo processo, perché ci raccontano costantemente quali sono le opinioni dominanti, alle volte anche in modo distonico rispetto a quello che percepiamo intorno a noi. Ciò che i media presentano come degno di attenzione e significativo finisce per imporsi come una seconda forma di conformità sociale, a volte persino in contrasto con la percezione primaria degli orientamenti collettivi. Le opinioni che scivolano nel silenzio scompaiono dai media o vengono descritte come posizioni minoritarie Tutto questo viene descritto come un’illusione ottica che riguarda la posizione effettiva della maggioranza. Media negli anni 70 o i media propongono modelli di opinione pubblica consonanti e cumulativi (si ripetono racconti simili per tutto il palinsesto) o forniscono le argomentazioni utili a sostenere la propria opinione (se appartiene a quella dominante) Media negli anni ‘20 Pur in un contesto mediale diversificato continuano ad esercitare una funzione di orientamenti riguardi ai temi e alle posizioni dominanti nel dibattito pubblico. ! njopsbo{f!svnpsptf! Le minoranze rumorose hanno bisogno di due fattori affinché possano diventare visibili, forti: § Questi gruppi minoritari abbiano bddfttp!bj!nfejb § Abbiano alcune caratteristiche: dpfsfo{b!e!ejgftb ad oltranza di alcune posizioni, hanno più facilità a riemergere nell’opinione pubblica i gruppi focalizzati su un tema preciso. Che sia un tema piccolo o grande i movimenti che riescono a farsi sentire hanno queste due caratteristiche, oggi sono anche identificati da hashtag ed espressioni che li identificano. Oggi abbiamo anche movimenti che aldilà della coerenza, convinzione, coesione con cui si propongono riescono a diventare visibili grazie al modo in cui si propongono. Non si limitano alla validità della proposta ma al clamore che riescono a suscitare intorno ad essa. Hanno una grande abilità di mettersi in scena in modo performativo. ! i media, quindi, possono definire e proporre un’opinione come dominante anche se non lo è J!npwjnfouj!bncjfoubmjtuj sono nati molto prima del Friday for future di Greta Thunberg, negli anni 70. Questo movimento passa da minoritario ad acquisire una grande importanza à green peace (1971). Queste persone rappresentano la necessità di porre attenzione all’ambiente, nasce come una manifestazione contro gli esperimenti nucleari che venivano effettuati in Alaska per la costruzione delle armi. Attivisti salgono su una barca portandosi dietro i giornalisti (media) e vanno in Alaska dove avvengono gli esperimenti, dove se viene fatta esplodere un’altra bomba loro si trovano nel centro degli effetti nucleari. Il suo intento è quello di fermarsi in una zona che sarebbe stata investita dalle radiazioni se gli esperimenti fossero continuati. Hanno ricevuto l’attenzione dei media, perché è una storia di piccolo contro grandi, pochi contro tanti, una barca contro l’America. È facilmente raccontabile. • Ottiene risonanza mediatica • La notiziabilità si basa sul gesto eroico degli attivisti L’obiettivo non si limita agli effetti nucleari ma dal 1975 si oppone alla caccia alle balene, scelgono delle piccole imbarcazioni contro le baleniere. La logica è come quella di prima. I tempi cambiano e il topos diventa la tutela dell’ambiente nel suo complesso, non è più un movimento minoritario, banner esposti su monumenti, eventi di notorietà mondiale. • Ottiene risonanza mediatica • La notorietà si basa sui luoghi • Resta il gesto eroico degli attivisti: rischio la vita per appendere il banner. La strategia comunicativa evolve ancora, la dimensione performativa si avvicina sempre di più a performance, un esempio sono i flash mob. Sono efficaci, il movimento passa ad usare una chiave comunicativa tipica degli anni 2000. gesto eroico à performativo attivismo e partecipazione 2018: attraverso WhatsApp si attiva un plastic radar, si chiede di identificare residui di spiagge che poi possono essere raccolti. Ce ne sono anche altre che passano dal sito di Green Peace, di petizioni, inchieste, donazioni, eccetera. Negli anni 20 la notiziabilità passa attraverso m◢fohbhfnfou!ejsfuup dei propri sostenitori e attraverso la produzione di video che in parte diventano virali all’interno della rete, in parte vengono costruiti citano dei modelli narrativi molto noti. Una delle ultime campagne sul riscaldamento globale (winterisnotcoming) è un video pieno di citazioni (trono di spade) in modo che diventi facilmente virale, entra nei flussi di mobilitazione online, entra nei meccanismi della comunicazione in rete. Storie facilmente raccontabili dai media che si evolvono con l’evolversi dei media, c’è una grande capacità di restare dentro il cono di attenzione dei media che per un movimento d’opinione è fondamentale Cosa succede in un sistema dei media così cambiato rispetto agli anni 70? Ufpsjb!efmmb!dpmujwb{jpof! Terzo punto di vista che ci serve per capire la contemporaneità e il processo dell’opinione pubblica. Aggiunge gli aspetti a quello che abbiamo già detto, ma tende a guardar i fenomeni con una prospettiva più diacronica. Questa teoria guarda cosa succede alla distanza nel rapporto tra media, contesto sociale e formazione dell’opinione pubblica, se fino ad ora abbiamo visto come gli studiosi guardassero ad un momento preciso, questa teoria non si interessa ad un momento in particolare, ma ne guarda più di uno. Nasce negli anni 70 grazie ad uno studioso che se ne occupa: Hfpsh!Hfscofs/ I media contribuiscono alla formazione dell’opinione pubblica attraverso lo tupszufmmjoh le storie, proposte e ripetute dai media, si riflettono sul nostro modo di vedere ed interpretare il mondo e producono una visione del mondo che diventa sempre più omogenea e mainstream. Gerbner introduce un ampliamento dello sguardo, i media non sono solo programmi. Questo l’abbiamo visto anche con le narrazioni inclusive. Es. The Crown, esempio di storytelling: storia di una famiglia che era un’istituzione, incide nel processo di opinione pubblica perché fornisce un quadro interpretativo rispetto. Operazione di branding. Es. Amici di Maria, oltre ad un talent è un luogo dove si definisce come ci si comporta, come si affronta una sfida, cosa è accettabile o no nello spazio pubblico della competizione, quali sono i talenti da premiare e quali no à incidono nel processo di formazione dell’opinione pubblica. Questo suggerimento di Gerbner allarga molto lo sguardo e può arrivare anche a dire che queste forme hanno la capacità di incidere nl processo di formazione dell’opinione pubblica anche nelle votazioni. Þ Idea che non serve che le cose vengano ripetute una volta nei media, ma ciò che incide è quello che viene ripetuto, quello che viene trasversalmente ripetuto con costanza. Þ Riconosce ai media una funzione particolare: funzione bardica. racconta le storie della comunità. Questo veniva fatto raccontando aspetti quotidiani trasformati in una storia, questo lo fanno i media oggi: raccontano eventi storici e aspetti quotidiani attraverso fiction, programmi ecc. I media ci propongono dei mondi, dei comportamenti e degli atteggiamenti sotto forma di storie. Kpio!Gjtlf!e Ebwje!Ibsumfz (1978) “il bardo tradizionale trasformava la vita quotidiana e le sue preoccupazioni in versi, i media trasformano le nostre percezioni della vita quotidiana in un sistema di linguaggio" ovvero ci propongono mondi, comportamenti e atteggiamenti sotto forma di storie che narrano presente e passato Iniziano ad articolare meglio le funzioni che i media hanno all’interno del contesto sociale, invece che parlare solo di funzione bardica. Gvo{jpoj!efj!nfejb! o Articolare l’interpretazione della realtà o Coinvolgere in un sistema di valori, cosa è buono e cosa no o Spiegare le azioni dei singoli, rapporti causa-effetto o Rassicurare la cultura della sua adeguatezza o svelarne le inadeguatezze pratiche per farla evolvere o Rassicurare che lo status e l’identità degli individui è garantito dalla cultura o Trasmettere un senso di appartenenza culturale, condividere Hmj!joejdbupsj!dvmuvsbmj! All’interno della loro programmazione i media trattano temi che sono virtualmente in grado di generare un effetto di coltivazione (a lungo termine) Stereotipi legati a à genere/età; salute; scienza; famiglia; educazione; politica; religione; violenza. I media non contribuiscono su tutti gli aspetti dell’opinione pubblica, alcuni temi più di altri. Per verificare tutto ciò viene fatta una ricerca su uno di questi temi suggeriti da Gerbner: WJPMFO[B (67-85) Si decide di verificare su un tema specifico se si può parlare di teoria della coltivazione. Analisi dei messaggi veicolati dai media (2134 programmi) e survey sul pubblico per vedere se: § L’esposizione costante a contenuti violenti avesse un!fggfuup!tvmmb!sbqqsftfoub{jpof!efmmb!sfbmu dell’audience e se esistessero dei punti forti in comune § Dal 1980 anche il livello di tgjevdjb nel prossimo e il livello di bmjfob{jpof e depressione degli individui Quello su cui si focalizzano i ricercatori è un passo ancora avanti, hanno in mente che una continua ripetizione di una certa rappresentazione della realtà possa influenzare la nostra immagine della realtà, e cioè un effetto apparentemente semplice ma tanto importante: a furia di vedere e serie tv e rappresentazione della realtà che insistono sulla dimensione violenta del mondo che ci circonda, noi finiamo per immaginarci il mondo attorno a noi più violento e più pericoloso di quello che è in realtà. visione distorta: questo è un effetto dimostrato, la percezione del tasso di criminalità nelle nostre città è più alto della verità, pensiamo di vivere in un contesto più pericoloso perché siamo circondati da rappresentazioni che insistono su questa dimensione, sul tasso di violenza, pericolosità e criminalità del mondo che ci circonda es. la situazione dell’uomo moderno sta peggiorando: non è un mondo in cui vale la pena far nascere figli; le istituzioni pubbliche non sono interessate ai problemi della gente comune o ejggfsfo{jbmf!ej!dpmujwb{jpof Ciò che è stato rilevato è che c'è un differenziale di coltivazione cioè le persone che consumano in modo molto intenso questo tipo di programmi hanno queste percezioni del rischio e della sfiducia nella società decisamente più alta degli altri quindi la ripetizione e la costante esposizione a questo tipo di contenuti ha questo effetto. o nbhhjpsf!qfsdf{jpof!efm!qfsjdpmp! La ricerca conferma la tesi che la rappresentazione della realtà die forti utenti di media comprende una maggiore percezione della violenza e del pericolo (rispetto ai dati reali) e una maggiore sfiducia nelle relazioni con gli altri. Jm!tjtufnb!nfejbmf! L’attenzione di Gerbner non si focalizza sul singolo prodotto mediale, ma su quelli che definisce “pattern stabili di significato” La coltivazione si ha quando noi viviamo in un ambiente simbolico (insieme di tutte le rappresentazioni che troviamo durante la nostra vita, contenuti culturali) in cui le istituzioni che producono queste rappresentazioni creano dei messaggi costanti ripetuti nel tempo che coltivano, sostengono, nutrono sistemi della coscienza collettiva, l’opinione pubblica Fattori intervenienti Con l’evoluzione della ricerca emergono alcuni fattori intervenienti nel processo di coltivazione: 1. mf!sfmb{jpoj!tpdjbmj!efj!qvccmjdj!(fattori di socializzazione) o i forti consumatori che vivono in contesti sociali omogenei sono più esposti a fenomeni di coltivazione, meno abituati ad esprimere la propria opinione o mainstreaming significa che i telespettatori forti possono non tener conto delle differenze di prospettiva e di comportamento che normalmente provengono da altri fattori e influenze Questo è il grafico che viene utilizzato per raccontare quanto è alta la percezione del tasso di criminalità, in rapporto alla quantità di frequenza di televisione e anche alla ricchezza di relazioni sociali che caratterizzano le persone. Vediamo che la percezione del tasso di criminalità è comunque più bassa nei più bassi consumatori di TV, diventa più alta negli alti consumatori. Tra questi chi ha una ricca rete di relazioni attorno a sé mitiga questo effetto di coltivazione, mettendo insieme tanti punti di vista diversi. Chi ha una rete di relazioni più ristretta e omogenea ha una crescita della percezione del tasso di criminalità molto più alta. 2. Fggfuup!ej!sjtpobo{b! I telespettatori che fanno esperienza di situazioni simili a quelle rappresentate sono più sensibili al contesto del messaggio. Es. chi vive in contesti di alto tasso di criminalità, è più esposto a effetti di risonanza Ujqj!ej!fggfuuj!ej!dpmujwb{jpof! o Effetti di primo ordine: il pubblico adotta letture e interpretazioni del mondo offerte dalla televisione che sovrastimano alcuni fenomeni (es. numero di crimini). Sovrastimiamo o sottostimiamo dei fenomeni. o Effetti di secondo ordine: il pubblico mutua dai media attitudini, sentimenti e valori. Includiamo alla rappresentazione della realtà un insieme di valori ecc. che incorporiamo mediante un processo di coltivazione Dpmujwb{jpof!f!ovpwp!tjtufnb!efj!nfejb! • Molteplicità di offerte • Molteplicità di piattaforme • Differenziazione die modi e tempi del consumo • Maggiore selettività del consumo Quali problemi per la teoria? La teoria della coltivazione si basa sulla ripetizione die contenuti e modelli di comportamento. Cosa succede quindi? Si può sempre parlare di questa teoria o no? o Anche se il mezzo televisivo continua ad essere centrale nel consumo, verrebbe a mancare un sistema comune di messaggi che genera l’effetto di coltivazione. o La demassificazione della comunicazione di massa rende difficile immaginare la coltivazione di una visione del mondo mainstream, uno storytelling di massa storytelling è!ubshfuuj{{bup: la teoria della coltivazione ha effetto anche su singoli gruppi di utenti che condividono certi contenuti. Quali nuove forme della teoria? All’interno dei media digitali abbiamo tante diverse visioni del mondo, non una ripetuta costantemente; quindi, magari non avremo solo un effetto di coltivazione che interessa a tutti, ma gli individui possono crearne di più di una, in base alle loro scelte. Non è soltanto quello che io cerco su internet, ma anche quello che le piattaforme social mi propongono, in armonia a quello che io ho già visto, cercato, apprezzato può generare un effetto di coltivazione. “Visto che ci sono numerose visioni del mondo disseminate all’interno dei nuovi media, la teoria della coltivazione può slittare verso una visione nella quale gli individui sono coltivati da specifiche visioni del mondo selezionate in base alle loro scelte” (Chaffee, Metzger 2001) Dbtt!Tvotufjo! Dice che stiamo correndo un rischio e che ci diventa sempre più difficile incontrare punti di vista che non sono quelli che abbiamo scelto di seguire, lo sforzo che dobbiamo fare rispetto a questi effetti dei media è che dobbiamo fare lo sforzo affinché le persone si imbattano in punti di vista diversi dal loro, si imbattano all’interno dei loro consumi mediali. “in una democrazia che meriti tale appellativo le vite – comprese quelle digitali – devono essere strutturate in modo che le persone si imbattano spesso in prospettive o temi che non hanno specificatamente selezionato” (2018) Il lato tecnologico del fenomeno delle echo-chamber, che riguarda il funzionamento dei social è chiamato gjmufs! cvccmf, bolla filtrata, ciò che i media costruiscono intorno a noi, tanto più sono esposta tanto più mi imbatto in questo fenomeno, non sono meccanismi assoluti. Una ricerca ha provato a chiedersi, se prendiamo un numero alto di utenti social, di diverso orientamento, vediamo cosa differenzia la loro esposizione alle news attraverso i social, cosa determina il fatto che loro vedono notizie diverse sulle piattaforme social. Cosa differenzia la loro esposizione alle social news? Hanno confermato che il filter bubble esiste e dipende da: • Tipologia di bnjdj • Tipi di ofxt!dpoejwjtj • Le npebmju !ej!joufsb{jpof!dpo!jm!ofxtgffe o La frequenza di connessione o Interazione con specifici amici (like, commenti) o Click sui link o Like a pagine Posso dire che la nostra bolla è determinata da tre elementi: 1. Modalità di funzionamento degli algoritmi 2. Che tipo di rete social ho connessa 3. Quali sono le mie pratiche quotidiane di uso dei social media Le filter bubble vengono definiti anche dei meccanismi online di polarizzazione dell’informazione prodotti dalle logiche degli algoritmi nei social media e dai motori di ricerca come Google. ! ! ! ! ! ! Njtjogpsnbujpo! All’interno delle piattaforme digitali circolano contenuti che non sono corrispondenti alla realtà e la deformano facendola corrispondere a dei punti di vista o argomentazioni non affidabili. Differenza tra fake news e misinformation è che fake news è una notizia falsa; la misinformation è la circolazione di voci non confermate, punti di vista che non hanno una base scientifica, rumors Misinformation: circolazione (intenzionale o non) di voci non confermate che contribuiscono alla costruzione di una credulità collettiva e, alle volte di una verità credibile e condivisa. È alimentata dal fatto che, nei social media, il flusso di comunicazione visibile attraverso la bacheca di ciascun utente si componga di testi a diverso statuto, che circolano allo stesso modo e con lo stesso peso: articoli prodotti dai media; meme satirici, commenti di persone comuni; opinioni di politici o personaggi pubblici ecc. tutto viene appiattito allo stesso livello, tutti apparentemente uguali, stesso statuto. È quindi più difficile riconoscere i diversi livelli di affidabilità Il fenomeno che l'Oxford Dictionary (2016) ha definito post-verità viene descritto in modo molto simile alla misinformation: tutto ciò che è «relativo o che denota circostanze nelle quali fatti obiettivi sono meno influenti nell'orientare la pubblica opinione, che gli appelli all'emotività e le convinzioni personali» Quando si entra in relazione con fake news coerenti con il proprio punto di vista si innescano processi di qspbuujuvejobm!jogpsnbujpo (ricerca di informazioni coerenti a conferma). Qpmbsj{{b{jpof! Tutti questi processi portano ad un’opinione pubblica frammentata e fortemente polarizzata, fatta di gruppi opposti tra lor, in cui i processi che mettiamo in atto sono finalizzati a confermare le nostre convinzioni, e spesso è legata all’appartenenza a rete omofile (persone che si assomigliano) processo di radicalizzazione delle posizioni politiche nella contemporaneità fa si che la ricerca di informazioni sia: Þ Polarizzata Þ Finalizzata a confermare la propria identità Þ Legata all’appartenenza a reti omofile I media dialogando con le audience polarizzate producono contenuti rivolti specificatamente a loro. È possibile incrementare la credibilità delle fake news attraverso di un qspdfttp!b!dbtdbub. Tutti questi effetti sono favoriti da un grande modello di circolazione delle informazioni che caratterizza soprattutto Facebook, ma vale anche per gli altri social, ed è il fatto che noi siamo raggiunti da contenuti che partano da poche fonti comuni che però noi percepiamo come importanti perché vengono condivisi da tanti. L’effetto a cascata descrive come lo stesso contenuto può raggiungere un utente di un social attraverso molti flussi di comunicazione, e assumendo forme diverse per ciascuno di essi. • Condivisone diretta della fonte • Condivisione di qualcuno che descrive e commenta la fonte • Fonti della fonte che sono state recuperati online Questo effetto costruisce la credibilità poiché la percezione di chi riceve l’informazione è che questa sia confermata e condivisa da molte fonti diverse (anche se alle volte, all’inizio della cascata, c’è un’unica fonte non sempre verificata). Nell’ambito del processo di costruzione dell’opinione pubblica, l’effetto a cascata agisce sulla percezione della realtà che ci circonda e delle sue caratteristiche perché contribuisce alla trasformazione in informazione reale delle voci, dei rumors che circolano in rete e alla rilevanza di un tema in base alle condivisioni che si raggiungono. ! coltivazione ed esposizione selettiva sono fenomeni attivi anche nel mondo dei media digitali Kptivb!Nfzspxju{! Scrive un libro negli anni 80 che adotta un altro approccio allo studio dei media e include una riflessione sull’effetto die media sui bambini. Ha un approccio più culturale nei confronti dei media, guarda la vita quotidiana. Come l’evoluzione delle tecnologie di comunicazione influenza le relazioni sociali e la vita quotidiana. Mescola le idee di Mc Luhan e di Goffman per scrivere “Il senso del luogo” o Nd!Mvibo; caratteristiche tecnologiche dei media influenzano i contesti sociali. Si percepisce e rappresenta l’asse spazio-temporale. o Hpggnbo: le relazioni comunicative avvengono all’interno di situazioni che contribuiscono a definire ruoli, regole e finalità dell’interazione anche attraverso la distinzione tra ribalta e retroscena Le due teorie trovano convergenza nell’analisi di uno specifico oggetto – anche nel contesto contemporaneo: la struttura delle situazioni sociali: i media mutuano i contesti dell’interazione e le loro dimensioni spazio-temporali à mutano le regole dell’interazione sociale: ruoli, contesti regole. Spostando i confini tra visibile e non, accessibile e non, pubblico e privato. La televisione funziona come una macchina che espone il retroscena, lui studia negli anni 80 la tv, e stabilisce che in questo contesto la tv incide molto perché è una macchina che espone il backstage e costruisce programmi focalizzati sul racconto del backstage (reality): strumento di spostamento della distinzione tra visibile e backstage. Secret exposing machine. Ci sono 3 ruoli che vengono riconfigurati e rimessi in discussione da questo cambiamento del sistema dei media degli anni 80. Queste trasformazioni riguardano tre piani: 2/ Svpmj!efmm◢fttfsf distinzione di genere: lui cerca di raccontare che rispetto a questo tipo di distinzione che comprende la messa in scena nello spazio pubblico dell'essere uomo dell'essere donna, ma anche delle porzioni di backstage, cioè di riservato al mondo femminile o maschile. Infatti, tradizionalmente le società si organizzano rispetto ai generi, ci sono degli spazi di messa in scena e degli spazi che sono riservati a un backstage di genere dove si si costruisce in una situazione di uniformità (solo donne o solo uomini). Questi servono per raccontare e costruire qual è il ruolo femminile o maschile. I media elettronici estendono l’accessibilità delle informazioni (discorsi, backstage) relative all’identità di genere anche all’out group. Sposta quello che è visibile e non di un genere rispetto all’altro, più trasparenti. Cambia anche il “chi condivide informazioni con chi”, chi può vedere questo spazio di backstage? Modifica alcune dinamiche delle costruzioni dei ruoli maschili o femminili, più permeabili 3/ Svpmj!efm!ejwfojsf! ruoli di passaggio, da bambino a adolescente ed infine adulto. I media elettronici estendono l’accessibilità delle informazioni (discorsi, backstage) relative all’età adulta anche ai più piccoli. “socializzazione anticipatoria”: I media hanno cambiato la distinzione tra quello che è pubblico e quello che è privato nei confronti delle fasce di età, le fasi del divenire. I media elettronici ha esteso l’accesso alle informazioni che prima erano parte del backstage. Il sistema dei media ha fatto in modo che alcune fasce d’età fossero esposte alla socializzazione e ai comportamenti adulti, ossia comprendere i comportamenti adulti prima del tempo che era previsto per loro. Essere esposti prima di quanto tradizionalmente si facesse. La socializzazione arriva prima che io abbia gli strumenti adatti per elaborarlo, lo ricevo senza filtri. Questo vale un po' per tutti i temi, questo meccanismo si può applicare a più temi (anche la violenza, conflittualità). dbsbuufsjtujdif! 2/ L’informazione è centrale nella nuova società 3/ Techno-socialità: le tecnologie agiscono in profondità sulle dinamiche individuali e collettive 4/ Network logic: ogni sistema o insieme di relazioni che poggia sulle tecnologie è dominato alla logica della rete 5/ Cambiamento: la società evolve in modo costante 6/ Convergenza: le tecnologie convergono in un unico sistema integrato fggfuuj! Macro-effetti sui pubblici e sulla società • frammentazione e personalizzazione Una società così radicalmente basta sul modello di rete è frammentata nel consumo, la rete costruisce nicchie di mercato, con contenuti e prodotti sempre più personalizzati. Noi fruiamo di prodotto sempre meno di massa e sempre più di nicchia, li cerchiamo adatti a noi e ci organizziamo in gruppi. • nuova diseguaglianza sociale Basata sulla possibilità di accesso alla tecnologia e ai media digitali. Si creano delle nuove forme di disuguaglianza, stratificazione sociale degli utenti. Diventa marginalizzante La prima forma di technology divide è legata a “ho o non ho”; la seconda a “sono o non competente” Effetti sui contenuti e sulla cultura • unico ambiente mediale convergente La rete favorisce l’integrazione dei messaggi in un unico schema comune, in cui i codici si mescolano. Questo crea un appiattimento della comunicazione su alcune forme espressive dominanti che finiscono per renderci più difficile (almeno ancora nella fase attuale) distinguere le fonti, le tipologie di contenuto e il diverso statuto dei contenuti che fruiamo. DPOOFDUJWF!TPDJFUZ! § L’innovazione tecnologica porta alla pervasività della condizione di connessione online o della propensione all’essere online networked. § Costante connessione. Le condizioni di esistenza online e offline sono senza soluzione di continuità fggfuuj! • “networked individualism” Gli individui networked sono caratterizzati da forme di appartenenza parziale a molteplici network e fanno meno affidamento su forme di appartenenza permanente a gruppi stabili (sistematizzato da Rainie, Wellman 2012) Consiste non nell’idea che gli individui siano completamente isolati dato che sono perennemente connessi; è un ragionamento più complicato che riguarda le appartenenze e le reti a cui appartieni. Questo aver a disposizione reti sociali online fa si che si moltiplichino le reti sociali online a cui noi apparteniamo, rispetto ad una vita prima, oggi noi siamo in grado di mantenere e coltivare la nostra appartenenza a un numero decisamente più alto di reti sociali, questo fa si che siamo caratterizzati da forme di appartenenza a queste reti più fragili e leggere. La nostra vita si complessifica: reti forte e importanti + reti con forme di appartenenza parziale. Tutte queste diventano delle reti “io-centrate”, cioè l’unico punto di congiunzione tra queste reti sono io, sono al centro di rete forti e deboli (ma ricche, che richiedono lavoro impegnativo perché le monitoro e le alimento, ci dedico del tempo) à individualismo connesso, il singolo è lo snodo centrale e il punto di congiunzione delle reti. • social network revolution Gli individui gestiscono i legami in modo più complesso e si accresce l’importanza delle reti di legami deboli che vengono attivate da interessi e passioni comuni. Riprendono un concetto della sociologia classica che distingue tre tipi di reti sociali a cui apparteniamo: Þ gpsuj: la nostra famiglia, amici… Þ efcpmj;!sono più deboli i legami, ma non meno importanti. Forme di appartenenza più leggere, instabili Þ mbufouj: tutte quelle connessioni che abbiamo incontrato durante una parte della nostra vita e poi non più Con il fatto che siamo sempre connessi, si modifica la gerarchia di reti sociali forti, deboli e latenti, almeno nei termini di energia che gli dedichiamo. Tanta dell’energia che noi dedichiamo nei social è nell’alimentare le reti di legami deboli (persone che altrimenti perderemmo), la connective society aumenta l’energia spesa, il tempo, le risorse nell’alimentare le reti sociali deboli e latenti (che riusciamo a riprendere grazie ai social). • internet revolution Il modo in cui si possono alimentare queste connessioni, perché le piattaforme social ci hanno messo nelle condizioni di alimentarle mediante la produzione e l’uso di prodotti culturali. Le relazioni sono alimentate da nuovi tipi di contenuti prodotti e condivisi dagli utenti che hanno assunto maggiore potere comunicativo. Queste risorse che noi abbiamo e che usiamo per alimentare sono due tipi: 2/ prodotti culturali!sfbmj{{buj!ebhmj!vufouj: tutti i prodotti culturali a cui noi dedichiamo la maggior parte del tempo (post, social) produzione di micro-prodotti culturali 3/ prodotti culturali!tdbncjbuj!ebhmj!vufouj; noi prendiamo anche i prodotti di altri (repost, ricondivisone)! ! • mass self-communication all’interno della rete si realizza una comunicazione che potenzialmente è ancora d massa, è caratterizzata da forme del contenuto nuove (meme, post); è autogenerata (contenuti) autodiretta (emissione) o autoselezionata (ricezione). Tutto questo avviene in un paradigma di molti a molti, non più uno a molti: ciascun nodo della rete è produttore, distributore e recettore culturale. L’elemento caratterizzante è la nuova posizione nella comunicazione che i soggetti (le persone, noi) hanno assunto. Da oggetto (destinatario) a soggetto (emittente e destinatario) in grado di raccontarsi, autorappresentarsi, essere esposti a commenti. Di questa nuova posizione nella comunicazione siamo consapevoli, nuovo ruolo comunicativo nella società, siamo soggetti in grado di intervenire nel dibattito pubblico e intervenire non più solo nella nostra vita privata ma anche nelle vicende che ci circondano, pubbliche. • senso della posizione nella comunicazione è passato per tutti attraverso il processo di narrazione del quotidiano. Il primo tema in cui ci siamo esercitati è stato il racconto della vita quotidiana. Questo è un effetto su scala globale. “non esiste ambito sociale che non sia comunicabile in modo istantaneo all’interno delle reti di comunicazione, al punto che i vissuti quotidiani tendono a essere tematizzati come fatti pubblici” Ci sono delle tecnologie che sostengono e supportano la connective society: § diffusione di tecnologie di produzione: abbiamo sempre in mano un tool che ci permette di creare contenuti § tecnologie di disintermediazione: possibilità di entrare direttamente in relazione con le figure dell’autorità e delllo spazio pubblico, con cui prima non era possibile entrare in relazione diretta. La connective society è caratterizzata dalla cultura della connessione, in cui le strutture die social media sono entrate gradualmente al centro delle nostre routine e pratiche quotidiane. QMBUGPSN!TPDJFUZ! La centralità che le piattaforme (tutte le risorse che utilizziamo per supportare le nostre attività) hanno acquisito all’interno della nostra vita quotidiana. La focalizzazione dell’attenzione degli studiosi ha iniziato a spostarsi dalla sola internet intesa come ciò a cui accediamo mediante i motori di ricerca e i soli social, verso tutta quest’architettura che caratterizza la contemporaneità. José Van Dijck riflette su quali sono le infrastrutture che oggi (2020) caratterizzano la società, con questo volume “Platform Society” afferma che l’elemento che caratterizza la società è la presenza di infrastrutture sopra le quali noi poggiamo la nostra vita quotidiana. Per qjbuubgpsnf intende un’architettura digitale programmabile, progettata per organizzare interazioni tra utenti; non solo utilizzatori finali, ma anche imprese commerciali e istituzioni pubbliche. Sono dei tool che mettono in con tatto singoli individui ma anche imprese commerciali. Serie di strumenti digitali che usiamo per entrare in relazione con soggetti che ci interessano. Un ecosistema di piattaforme, non separabili le une dalle altre, è un assemblaggio di piattaforme interconnesse governate da un particolare insieme di meccanismi che modellano le pratiche quotidiane. Non sono indipendenti, non possono fare a meno l’una di un pezzo di un’altra. Punto di partenza del ragionamento di Van Dijck sulle caratteristiche della platform society è che ormai noi modelliamo buona parte della nostra vita quotidiana su queste architetture; quindi, quali sono i meccanismi che caratterizzano le piattaforme e caratterizzano la nostra vita quotidiana? Nell’ecosist. coesistono 2 tipi di piattaforme: Þ qjbuubgpsnf!jogsbtusvuuvsb;!! Formano il cuore dell’ecosistema su cui le altre applicazioni e piattaforme vengono poi ad appoggiarsi FAMGA Facebook, Apple, Microsoft, Google, Amazon: Big 5, piattaforme che sono l’infrastruttura su cui poggia la nostra società, e sulle quali poggiano anche le altre applicazioni. Cinque companies e piattaforme su cui poggia la platform society. Funzionano da online gatekeeper gestendo, incanalando e archiviando il flusso di dati che circola in rete Forniscono infrastrutture anche alle piattaforme più innovative Esempi: Spotify si appoggia a Google cloud, Netflix e Amazon a Web Service, Games agli App store Þ qjbuubgpsnf!ej!tfuupsf! Sono incorporate nell’ecosistema complessivo all’interno di specifici settori (news e giornalismo, spostamento e alloggio, istruzione…). Dipendono dalle Big Five, non sono mai completamente autonome, dipendono da loro per quel che riguarda l’approvvigionamento di servizi e informazioni. Vengono sviluppate e spesso integrate influenzando l’organizzazione di specifici settori Esempio: Airbnb si basa su Google Maps Dove non arrivano le big 5, arriva la piattaforma di settore, che prende ciò che gli serve dalle B5. Connettori tra utenti e fornitori. Sono di due tipi: 1. a volte creano connessioni tra utenti e microimprenditori (es. Uber, Airbn) Google ne possiede il 20% 2. connettori tra utenti e imprese complementari tradizionali (es. Deliveroo, Booking) Premesse • È possibile usare la psicometria per calibrare e rendere più efficaci i messaggi che vengono inviati a un pubblico • Il progetto è di Cambridge Analytica Primo passo: Aleksandr Kogan crea una società d'appoggio, Global Science Research, e crea un’app «This is your digital life» che sembra un gioco: l'utente risponde alle domande e ottiene un suo identikit digitale, e intanto Kogan accumula dati (ufficialmente per fini scientifici, visto che è un ricercatore dell'Università di Cambridge) passandoli a Cambridge Analytica. Quest’app serve per raccogliere dati psicometrici degli utenti, informazioni raccolte a scopo scientifico Bug Il problema inizia a presentarsi quando questa inizia a cedere le informazioni a Cambridge Analytica. Tutto questo è possibile perché quando sono stati raccolti (2013) il terms of service di Facebook, non impedisce che terze parti raccolgano dati sugli utenti che hanno dato l’autorizzazione sia sui lori amici e contatti in Facebook (che non hanno dato consenso) à costruisce un enorme database Da quei 50 milioni che hanno dato il consenso, si arriva a 87 milioni di utenti di cui sono stati raccolti dati. Secondo step Kogan cede le info del 2013 a Cambridge Analytica, che li usa per elaborare profili psicometrici degli utenti che hanno aderito al test, ottenendo: Þ affiliazione al partito Þ i soggetti più sensibili a certi tipi di campagne Þ I temi più efficaci per i singoli Durante la campagna elettorale di Donald Trump vengono inviati messaggi ai cittadini statunitensi messaggi di propaganda elettorale calibrati sui loro profili psicografici così da essere più persuasivi (al limine della legalità) qual è il problema? Non è che Facebook sia usato come strumento di comunicazione politica, l’uso dei dati a fine elettorali non è inusuale, né illegale, purché i dati siano raccolti legalmente. I dati sono stati raccolti senza la consapevolezza degli utenti (soprattutto quelli degli amici e amici di amici di chi ha dato il consenso), senza che gli utenti si rendessero conto di quante informazioni stavano cedendo e come lo stavano facendo, gli scopi per cui i dati sono stati raccolti non erano stati dichiarati. Facebook sarebbe stata a conoscenza dell’utilizzo illegittimo dei dati dei suoi utenti (tanto che nel 2016 ne aveva chiesto la cancellazione), e non ha informato gli utenti dell’uso illegittimo di dati di cui era a conoscenza à ci avrebbe perso le terze parti che sviluppano delle app che sono utilizzate sulla piattaforma Facebook considerata responsabile di non aver vigilato cosa stava succedendo sulla piattaforma, si torva davanti ad una crisi che gestisce mediante step: 2/ Zuckerberg si assume le sue responsabilità 3/ Il nostro operato è corretto sulla base dei TOS (terms of service) 4/ Vi aiutiamo: Facebook mette a disposizione una pagina dove controllare se le proprie informazioni sono state condivise con C.A. 5/ Negoziamo le contromisure: Ø Facebook è una tech comapny Ø GDPR: a seguito dello scandalo, in tutta europea e accettato anche negli USA, entra in vigore un sistema di tutela e controllo dei dati raccolti delle singole persone che navigano in rete, che devono essere tracciabili uso illecito, manipolatorio, inviare messaggi efficaci sulle persone 2. bmhpsjunj! sono la grande logica su cui si basa il funzionamento delle piattaforme. Le piattaforme utilizzano gli algoritmi per filtrare automaticamente l’enorme quantità di dati raccolta e per connettere utenti, contenuti ecc. sono un insieme di istruzioni automatizzate per trasformare i dati di input in output esempio: gerarchia dei risultati che mi compaiono su Google, esistono una serie di dati che funzionano da input (numero di link alla pagina, descrittori) che si trasformano in output (rilevanza della pagina web nella ricerca). Gli algoritmi non sono trasparenti e noti, sono considerati “segreti industriali” al pari dei brevetti e soggetti a continui mutamenti 3. joufsgbddf! Orientano il nostro modo di usare le piattaforme, il modo in cui ci connettiamo e abbiamo accesso ai contenuti. o Rendono visibili e accessibili i contenuti o Orientano produzione, connessione e accesso ai contenuti: indirizzano le nostre scelte di azione o Agiscono secondo una logica predittiva: favoriscono alcune azioni/ interazioni e ne disincentivano altre 4. tubuvt!qspqsjfubsjp! Ogni piattaforma ha uno status giuridico ed economico proprietà: è di qualcuno scopo: lucro o no profit luogo: è legalmente situata in un luogo, tiene conto delle normative del territorio esempio: Airbnb. Di proprietà di una company statunitense e di una serie di azionisti tra cui diversi venture capitalist (azionisti che investono sullo sviluppo di un’azienda) fa riferimento ai sistemi di regolamentazione americani rispetto alle transazioni economiche e alla tassazione. 5. npefmmp!ej!cvtjoftt! Ogni piattaforma per esistere sul mercato, hanno bisogno di un modello economico per appoggiarsi, senza fallirebbe. Nella maggior parte dei casi è basto su una connessione iperprofilata tra utenti, contenuti, dati e pubblicità Þ connessione iperprofilata: target preciso Þ pubblicità: creare degli spazi di comunicazione pubblicitaria sulla piattaforma (banner) Þ dati: nel 2005 Zuckerberg inventa Beacon, un sistema di accordo con le aziende che fanno pubblicità su Facebook, per il quale queste mettono insieme i loro dati, così Facebook può far comparire che un utente sia andato su un sito (utente x ha visitato sito x) così la piattaforma fa pubblicità partendo dai dati di navigazione che il sito gli fornisce. Per la prima volta ci si inventa di usare i dati raccolti dai siti e da Facebook, per creare una comunicazione pubblicitaria di tipo nuovo à dati in cambio di pubblicità mirata Qual è il problema che nasce? C’è un bug. È un’esperienza che dura qualche anno e poi finisce perché c’è un problema di privacy. Questi dati sono pubblicati senza l’autorizzazione degli utenti. Da lì inizia a svilupparsi il modello di business principale di queste piattaforme, che capiscono di poter utilizzare le informazioni che hanno su i loro utenti per offrire alle aziende pubblicità mirate, precise, che non comprendono solo il banner. meccanismo base: è incoraggiata la cessione di informazioni personali in cambio di servizi utili agli utenti. Facebook/mondo meta si basa su questo. Il valore si misura attraverso: dati, valutazione degli utenti oltre al denaro. Ci sono però altri modelli di business e altre declinazioni: § Richiesta di commissioni: pagare per avere dati (molte piattaforme pagano Google Maps per i suoi dati) § Estrazione di valore da dati: pubblicità § Proposte di sottoscrizione ai dati: richiedono un abbonamento § Cessione a pagamento ad altre aziende o governi dei dati di profilazione: comprando ei pacchetti di dati Es. Airbnb si basa sulla richiesta di commissioni da parte di chi affitta. L’altra parte del modello di business è che anche Airbnb raccoglie i dati. Oltre a pagare Google Maps e geo-localizzazioni ecc., vende i dati a terze parti per annunci rivolti a specifici target. 6. dpoej{jpoj!ej!vujmj{{p Terms of service. Ogni piattaforma stabilisce con I propri utenti un patto normativo di valore legale, che definisce obblighi reciproci e possibilità d’uso. Impongono norme e valori, definiscono le prerogative dei gestori delle piattaforme rispetto agli utenti. Le piattaforme possono intervenire in caso in cui non vengano rispettati e variano da paese in paese Es. Twitter ha potuto bloccare il profilo di Trump: non si possono pubblicare contenuti che incitano alla violenza effetti sociali della platform society vengono riconosciute a queste caratteristiche l’essere matrici di alcuni effetti sociali. Idea che questi nuovi attori che si muovono all’interno delle piattaforme sono come degli intermediari, dei flussi informativi e delle attività commerciali, che concentrano la loro attività sull'utilizzo dei dati e utilizzano questi dati sulla base della logica degli algoritmi. Piattaformizzazione del web. In questo sistema si muovono attori istituzionali, editori, utenti, svolgendo una funzione di nuova intermediazione che struttura il flusso informativo e commerciale attraverso l’utilizzo dei dati comportamentali degli utenti sottoponendoli alla logica degli algoritmi. Al centro del nuovo ecosistema mediale c’è il web 2.0: un sistema di piattaforme. Contenuti, informazioni, prodotti culturali circolano e raggiungono gli utenti attraverso le piattaforme social che di conseguenza diventano: § mediatori dell’accesso alle informazioni e alla cultura, secondo la logica algoritmica. § luoghi dove si negoziano le regole di convivenza. negoziazione che avviene tra affordances (possibilità) offerte dalle piatteforme e comportamenti degli utenti “mixandole in modo crescente con norme sociali e socio-tecniche create negli ambienti online” (Van Dijck, 2013) quello che sostituisce o si affianca alla realtà virtuale e invece l’enhanced reality, quella che viene chiamata la realtà aumentata. si mette momentaneamente da parte l'idea dell’immersione, ossia l’essere isolati, immersi all'interno di un ambiente virtuale e invece si lavora ad un altro tipo di interazione tra spazio reale spazio virtuale: lascia inalterata la mia presenza nello spazio reale ma mi consente comunque di agire oltre lo schermo Es. la Wii, modello di piattaforma di gioco in cui mi muovo nel mio spazio reale con le interfacce che mi permettono di allungare il mio movimento fisico nella realtà virtuale § non c’è un avatar, sono io che mi muovo, non sono rappresentata nello schermo § solitamente sono interazioni 1 a 1, non ci sono folle di persone che si incontrano e grandi dimensioni di socialità ------ Nel frattempo, mentre le tecnologie immersivi si sviluppano in questa direzione (anche Hoculus, in cui investe Meta, è enhanced reality: è un visore cieco), l’accento è messo anche sulla dimensione della socialità, che si lega alla realtà virtuale = altro aspetto che caratterizza la storia di tentativi di immersione nei mondi creati dal computer 3114!◥Tfdpoe!Mjgf◤! Negli anni 00 fermatosi il sogno della realtà immersiva perché di poca qualità, ci si concentra sulla creazione di un’ambiente tridimensionali multiutente, in cui si usa un avatar SECOND LIFE: primo ambiente virtuale multiutente (11 milioni di utenti); non è un gioco, è un ambiente sociale, serve per fare cose che si fanno anche nella vita reale. Negli ambienti in cui ci si muove si possono fare azioni quotidiane: bar, eventi, chat, shopping, corsi di formazioni, beni immateriali, beni materiali x avatar Primo luogo dove si sviluppa una moneta digitale (prima dei Bitcoin), viene coniato il Linden Dollar. Con i soldi veri compro soldi finti per comprare acquisti nel gioco. Anche molte università creano i propri ambienti. Con l’arrivo dei social network, l’interesse e il fascino per Second Life diminuiscono (troppo tempo, con tasti), con i social faccio le stesse cose anche se non ho l’avatar, SL va avanti fino agli anni 2000 (ancora oggi 600 mila utenti) ! ! ! 3121! Dopo la parabola discendente di SL inizia a tornare all’attenzione degli sviluppatori la realtà immersiva, maggiore qualità, alta resa, quindi in musei, cinema, utilizzano ricostruzioni 3d Es. fori romani: vista reale e virtuale, come sono, com’era È cresciuta contemporaneamente anche la sperimentazione sull’enhanced reality, è il tentativo di portarla all’interno della vita quotidiana. Questo ha sollevato problemi: o di privacy: non si capisce quando faccio foto/ o di fatica: mettere a fuoco due mondi e ambienti (non c’è valore aggiunto, posso farlo anche con il telefono Es. Google Glass: possibile vedere previsioni meteo, informazioni, contenuti, strumento di ripresa/fotografia Sono tecnologie che devono trovare la loro chiave applicativa METAVERSO sogno della realtà virtuale immersiva: vivere attraverso lo schermo senza un avatar sogno di un contesto virtuale di socialità, non esplorazione solitaria I meccanismi delle piattaforme sono: datificazione, mercificazione, selezione ebujgjdb{jpof! cosa intende José Van Dijk? Allora prima di tutto intende che grazie alle piattaforme che sostengono la maggior parte delle nostre attività della vita quotidiana ci sono tutta una serie di aspetti del mondo ma anche di aspetti dei nostri comportamenti nel mondo che vengono trasformati in dati Esempi: o geo-localizzazione: posizione nello spazio fisico viene trasformata in dati e usata dalle piattaforme per riconoscerci, profilarci; o pagamenti: pagando, lasciamo una traccia che si risolve tra me e la banca, nel momento in cui utilizzo applicazioni di pagamento, Samsung Pay, Apple Pay entra in gioco un terzo aspetto, traccia visibile oltre a me e alla mia banca anche alla piattaforma che mi eroga il pagamento datificazione: identifica proprio l'estensione della quantità di comportamenti che noi abbiamo nella nostra vita sociale che possono agevolmente essere trasformati in dati sistematizzabili, organizzabili, utilizzabili per mappare i comportamenti delle persone le piattaforme hanno a disposizione i dati come risorse primarie per: 1. sviluppare ufdojdif!ej!bobmjtj!qsfejuujwb!in tempo reale Il primo step del percorso della datificazione è che si estende sempre di più la quantità di informazioni sul nostro agire nel mondo, che sono trasformabili in dati. questi dati sono a disposizione delle piattaforme che li usano fondamentalmente per quelle che vengono chiamate tecniche di analisi predittiva, usati per prevedere i nostri comportamenti futuri, facendoci arrivare servizi e pubblicità in base a ciò che si aspettano. Questo serve per poter distribuire in modo sempre più personalizzato contenuti e pubblicità. Quando si parla di tecniche di analisi predittiva si fa riferimento a delle operazioni molto precise che si utilizzano nel marketing che sono tutte quelle analisi che utilizzano dati, algoritmi statistici e tecniche di elaborazione automatica dei dati, che permettono di dedicare con la maggiore precisione possibile la probabilità di avvenimenti futuri sulla base di dati storici. analisi predittiva nel marketing: utilizzo di dati, algoritmi statistici e tecniche di apprendimento automatico che permettono di identificare con maggiore precisione la probabilità di avvenimenti futuri (e dunque di risultati) sulla base dell'analisi di dati storici. modelli predittivi basati sulla segmentazione dei clienti in funzione di diverse variabili; sulle previsioni di comportamento; sulle raccomandazioni di prodotti, servizi e pubblicità Perché è importante? È un meccanismo che diventa dominante nell’attività delle piattaforme e nella nostra cultura, questo è il modello dominante delle piattaforme, legato alle pratiche di marketing, dominanti nella cultura della Platform society. Non è l’unico possibile 2. tuboebsej{{b{jpof!efj!ebuj Tutto questo bisogno di datificazione, dice José Van Dijk, impone una peraltro processo. affinché tutti i nostri comportamenti siano facilmente datificati devono essere standardizzati e cioè devono essere facilmente riconducibili a delle categorie e delle etichette: perché così poi si possono comparare, sistematizzare e organizzare in un database. Quindi le piattaforme tendono a offrirci dei modelli di comportamento standardizzati e caratterizzati da delle etichette molto precise che sono appunto funzionali a attribuire ogni nostro comportamento all'interno delle piattaforme a una categoria, così che questa lo riporta dentro un database e permette di rielaborarlo insieme a tutti gli altri dati. Le categorie standardizzate delle big 5 sono legate alla socialità: like, follow, reaction, share, suggerimenti à comportamenti etichettati in modo da essere standardizzati (es. espressione del fatto che qualcosa mi piace) Anche le piattaforme di settore hanno settore per settore, delle pratiche standardizzate, quindi può essere l’azione consentita dalla singola azione (gioco, affitto, guida, apprendimento, acquisto…) ebujgjdb{jpof!◥mjlf◤! L’esito di questa datificazione sono degli output, per esempio la datificazione del Þ effetti che noi vediamo: azione del like si traduce in u effetto di visualizzazione nel feed (1) dell’utente “qualcuno ha messo like” Þ effetti invisibili: viene inclusa nelle metriche dell’oggetto a cui ho messo like, viene inclusa nella valutazione dell’oggetto nella piattaforma le metriche dell’oggetto a cui si è messo like ha un’influenza su quanto quest’oggetto verrà vista, ogni nostro like influisce sull’analisi predittiva, relativa a quanto può essere interessante una news e quindi quanto viene promossa nel feed degli utenti. Ogni nostra azione è parte del processo complessivo Facebook insights: (2) Ogni nostro like entra anche all'interno di un insieme di dati aggregati che vengono resi visibili, non agli utenti finali ma per esempio, ai social media manager, a chi gestisce le pagine a livello business: questi dati aggregati non riguardano solo la singola pagina, ma si possono anche osservare pagine di competitor vedere quali sono i post che hanno tenuto per esempio più like. Ogni nostra azione finisce in terzo sistema di dati che sono i dati aggregati (3) dalla piattaforma che sono visibili solo ai gestori di Meta, dati non visibili a nessun’altro, che riguardano tutta l’attività svolta nella piattaforma djsdpmb{jpof!efj!ebuj! Tutti questi livelli di dati non restano di proprietà di una singola piattaforma, ma sono parte di un processo di circolazione trasversale tra le piattaforme, sono dati condivisi tra le big 5 e le piattaforme di settore. I dati che noi creiamo in una piattaforma vanno a sommarsi agli altri nelle altre platforms à remix e trasformazione dei dati per nuove applicazioni. Tutto questo meccanismo di identificazione e gli aspetti che noi vediamo di questo meccanismo; quindi, è quello che noi vediamo in termini di gerarchie di contenuti, in termini di trend di prodotti più venduti, di notizie più viste, genera un effetto di maggiore consapevolezza degli altri (esperienze, attività, scambi) e anche consapevolezza dell’evoluzione dei sentimenti pubblici nei confronti degli eventi. utenti della piattaforma: • insight sul proprio profilo • attività di amici e follower • consumi simili • valutazioni ciascuna delle nostre azioni che noi compiamo sulle piattaforme, che sono standardizzate, genera dei dati, che vanno ad avere degli effetti a tanti livelli: effetti sul singolo post, effetti sulla sua visualizzazione, effetti sugli insight (quindi sulla percezione delle singole pagine), effetti sull'analisi predittiva dei nostri comportamenti e quindi su quello che ci viene proposto, effetti su quello che noi vediamo in termini di racconto di questa analisi predittiva. questi sono il ritorno sulle nostre interfacce dell'analisi predittiva, che viene fatta attraverso la raccolta e l'analisi dei dati à da un lato serve a pianificare le campagne di comunicazione di pubblicità; dall'altro ci ritorna sulle nostre interfacce e quindi ritorna a costruire l'immagine la consapevolezza di quello che ci sta intorno. da un lato cresce la consapevolezza di cosa piace agli altri, di cosa vedono di più, che cosa è più gettonato, di quali sono i trend; dall'altro questa consapevolezza è guidata sempre da questi processi di analisi predittiva; quindi, mi viene detto quello che piace di più agli altri sulla base dell'analisi dei dati che io stesso ho contribuito a generare. È un meccanismo che influenza tantissimi livelli e tornando alla fine a dirci che cosa sono i trend più gettonati sulle diverse piattaforme e raccontandoci questi trend di queste tecniche di analisi predittiva che sono fondamentalmente degli strumenti di marketing. l'immagine che noi ci facciamo del mondo che ci circonda è frutto di tutto questo processo con cui noi che noi contribuiamo a generarne di cui noi vediamo anche gli effetti Però noi sappiamo che queste sono le logiche fondamentali attraverso cui Google ci restituisce i contenuti ma più di così non riusciamo a sapere; quindi, c'è comunque una parte che non ci è trasparente. I processi di selezione operati dalle piattaforme hanno questo problema: da una parte l’apparenza di libertà di ricerca; dall’altra la non trasparenza dei criteri di selezione. Per cercare di dar conto a questi processi Van Dijck definisce 3 tipologie privilegiate di selezione: 2/ qfstpobmj{{b{jpof! le analisi predittive che basate sulle nostre scelte precedenti (quindi interessi, desideri, esigenze di ciascuno di noi) che generano risposte e offerte coerenti con quello che noi abbiamo fatto fino adesso. questo esiste all'interno dei processi di selezione algoritmica, un meccanismo fondamentale è l'analisi predittiva che è finalizzata alla personalizzazione, è finalizzata a offrirci un mondo mediale caratterizzato dalla personalizzazione dell'offerta dei contenuti es. Offerta formative su Netflix “watch it again” “continue watching” In realtà, soprattutto all'interno delle piattaforme social, il meccanismo di personalizzazione non si basa solo sulle nostre scelte, ma si basa anche su una “osservazione” di quello che accade attorno a noi. quindi da un lato abbiamo certamente i meccanismi predittivi basati su quello che abbiamo scelto noi; dall'altro abbiamo i meccanismi predittivi basati su quelli che hanno scelto i soggetti che ci stanno intorno. La personalizzazione si basa su: Þ prossimità con la propria rete sociale quindi nell'elaborare l'offerta di contenuti che arriva fino a noi attraverso le piattaforme, si tiene conto di quello che noi abbiamo fatto ma anche di quello che la nostra rete sociale (quella esplicita dentro le piattaforme) ha scelto. Þ prossimità con le persone che noi seguiamo Þ prossimità alle pagine e ai gruppi di cui facciamo parte questo meccanismo di analisi predittiva non è del tutto individuale, considera anche preferenze di gruppi più ampi di cui faccio parte. “se mostriamo un aggiornamento a cento utenti ma solo un paio di loro ci interagisce… non lo mostriamo nel feed di utenti potenzialmente interessati” 3/ sfqvub{jpof e!usfoe! Questo significa che nel funzionamento degli algoritmi delle piattaforme viene tenuto conto anche della reazione che complessivamente gli utenti delle piattaforme hanno. cioè viene tenuto in conto non solo su Twitter, dove i trending topics sappiamo che ci sono perchè sono molto resi visibili, ma si tiene conto di quelli che vengono chiamati i trending topics anche su tutte le altre piattaforme. nell'elaborare l'offerta si tiene conto, si privilegiano e si valorizzano i contenuti che rappresentano delle tendenze tra gli utenti delle piattaforme. su Twitter li vediamo anche noi quali sono le tendenze, perché Twitter ci dà i trending topics e ci dice che questi sono i temi più importanti del momento; invece, su Instagram noi non abbiamo visibilità di quali sono i trending topics, ma la piattaforma si. dentro quei dati che sono visibili solo a livello di piattaforme, ci sono anche i dati sui trending topics. in alcune piattaforme questa cosa è resa trasparente (per esempio twitter) in altre non è trasparente (per esempio instagram) io utente finale basico, non riesco a sapere quali sono i trend, ma la piattaforma sì e di questi trend le piattaforme tengono conto nel proporci contenuti. Nel processo di selezione algoritmica si tiene conto die trending topics, quello che piace alla maggior parte degli utenti localizzati. La selezione algoritmica privilegia i contenuti con una buona reputazione: agli utenti viene costantemente chiesto di recensire, costruire una reputazione degli altri utenti e dei contenuti/ prodotti. Click-baiting: postare delle notizie curiose e originali senza dare l’informazione completa nel titolo e nel testo, per generare tanti click per leggere la notizia, creare tanta reattività e far salire di visibilità i post. 4/ npefsb{jpof! Chiamata moderazione perché riguarda l'attività e il ruolo attivo, che le piattaforme si assumono nella soluzione dei contenuti. Al di là di questi meccanismi che abbiamo descritto che sono fissi e che sono principalmente automatizzati, c'è una parte del processo di selezione in cui le piattaforme assumono un ruolo attivo e definiscono alcuni contenuti, per esempio, che non sono adatti e li rimuovono. Ogni piattaforma definisce i propri criteri di accettabilità dei contenuti, privilegia alcuni criteri, definiti nei termini di servizio e definiti come insieme di valori che ogni piattaforma si da. ------------------------------------------------------------------------ Es. Facebook punta principalmente su: § autenticità non è l’eliminazione delle fake news, ma di profili fake e le dichiarazioni del falso § sicurezza prendersi la responsabilità di eliminare le minacce (suicidio, autolesionismo, bullismo, sfruttamento sessuale e di esseri umani, violazione privacy) Ci sono anche degli altri pilastri che guidano questo processo di moderazione che la piattaforma esercita sui contenuti e fanno riferimento ad aree specifiche di comportamento: § violenza o azioni criminali istigazione alla violenza, persone e organizzazioni pericolose, pubblicizzazione di attività criminali, violazione del copyright e altre tutele die beni, frodi o truffe § contenuti deplorevoli contenuti che incitano all’odio, immagini forti e violente, immagini di nudi e atti sessuali, adescamento, contenuti che esprimono crudeltà e insensibilità (anche nei confronti di animali) es. Twitter di Trump cancellato: fake news ------------------------------------------------------------------------ nfejbupsj!ej!bggjebcjmju ! non c’è una questione che è diventata cruciale, che riguarda il concetto di verità. Le piattaforme di base nella loro attività di moderazione non prendono posizione, attività difficile. 1. primo step: moderatori La soluzione che ha adottato Facebook (febbraio 2020, inizio CO-VID) è di rintracciare dai giornalisti, segnalare e poi cancellare le fake news. Mentre facebook si muoveva in questa direzione, altre piattaforme prendevano in considerazione che anche loro dovessero prendere una posizione nei confronti delle fake news. Intervenendo negli algoritmi alcuni, come Twitter, hanno fatto in modo che cercando notizie sul covid, i risultati che apparissero per primi erano fonti affidabili, servizi di sanità. Pinterest e Tik-Tok hanno scelto un’altra soluzione, hanno messo degli avvisi che apparivano digitando la parola covid, che dicevano prima di pubblicare qualsiasi contenuto sul covid vai a verificare se è vero, consulta il ministero della salute, non diffondere fake news à appello ai creator Facebook segue Twitter e modifica il proprio algoritmo: cercando covid appaiono i profili del ministero della sanità, ministeri della salute e fonti giornalistiche ritenute affidabili (Facebook ha una gerarchia di affidabilità di partnership interne) questo verrà fatto anche da Twitter. 2. secondo step: creazione di punti di informazione trovo un lavoro di content curation, Facebook si fa aggregatore di contenuti affidabili, preleva i contenuti affidabili e li ripropone nel centro di informazione covid, dati che provengono da enti sanitari più autorevoli e mirano a correggere le voci diffuse e non corrette sul COVID-19, quindi una responsabilità molto grossa “The terror of war” foto scattata in Vietnam (1972). Descrive una serie di bambini che scappano dal loro villaggio, che è stato investito da un bombardamento con il napalm, delle bombe incendiarie che quando cadono su un villaggio lo incendiano completamente. Tra questi bambini ce n'è una a cui gli altri hanno strappato i vestiti di dosso perché stavano bruciando. Questa bambina (che poi ha riportato anche tante ustioni) è stata anche intervistata di recente, in occasione delle ricorrenze di queste foto. Questa foto in sé ovviamente contraddice uno dei criteri delle piattaforme: non si possono rappresentare bambini nudi su Facebook. Un giornalista e redattore di un giornale norvegese, si accorge che in un post che ricordava il fotografo questa foto è stata rimossa per contenuti di nudo di minore. Questo giornalista solleva la questione, dicendo che è vero che rappresenta una bambina nuda, però il fotografo ha vinto il premio Pulitzer con questa foto; quindi, ha il senso di una documentazione storica e quindi dice che va messo in discussione il criterio di censura. La risposta di Facebook è che loro devono tener conto che hanno una platea mondiale: alcuni riconoscono il valore torico dell’immagine; altri paesi non hanno questa consapevolezza culturale à violazione degli standard piattaforma Si apre un contraddittorio e Facebook ha sbloccato il post dicendo di riconoscere il valore globale dell’immagine, come documentazione storica, l’ha quindi ripristinata. MODERAZIONE: i 3 strumenti attraverso cui avviene questa attività di moderazione sono chiaramente 1. tecnologie di rilevamento automatiche: parole chiave, riconoscimento delle immagini, perché ci sono anche dei sistemi che riconoscono alcuni gli oggetti presenti all'interno dell'immagine che vengono utilizzati. 2. moderatori umani: che valutano attività e contenuti non conformi quindi che esercitano un secondo livello di filtro, e quindi escludono le operazioni non conformi 3. collaborazione degli utenti: chiamati a segnalare eventuali contenuti non conformi. se ne tiene conto, si guarda il fatto che questi contenuti non abbiano ricevuto delle segnalazioni. fggfuuj! 2/ Percezione di somiglianza incrementale, vuol dire che più percepisco che alcuni soggetti sono simili a me più interagisco con loro (like, share, mention). Più interagisco con loro più mi è evidente la loro somiglianza. Barnett e Benefield (2017): “la percezione di omofilia incrementa la quantità di relazioni comunicative che si instaurano tra due o più soggetti e questa densità di relazioni incrementa anche la percezione di essere simili” 3/ Sviluppo di sistemi di significati condivisi. Il circuito chiuso di relazione tra soggetti che si percepiscono come simili genera sistemi simili di interpretazione dei fatti e degli eventi Danah Boyd (2009): “in un mondo connesso...quello che fluisce attraverso le reti, fluisce attraverso confini tra similarità. La capacità di connetterci con altri simili a noi consente di far circolare contenuti attraverso spazi e tempi in un modo radicalmente nuovo, ma c'è anche l'altro lato della medaglia. In un mondo di media connessi, è facile accesso a punti di vista di persone che la pensano in modo diverso da noi” 4/ Incremento di credibilità. I contenuti condivisi da un contatto social che percepiamo come simile a noi (omofilo) acquistano un surplus di credibilità. Baresh (2011): “i contenuti diffusi all'interno di reti omofile, acquistano particolare valore proprio in relazione al fatto che vengono ricevuti in modo selettivo in quanto corrispondono a interessi, temi e valori propri di una specifica rete sociale” dbtp!ej!Bvtujo! La maggior parte delle condivisioni avviene all'interno di reti omofile ed è molto veloce. Il tweet di parenza viene rapidamente incluso in flussi di comunicazione che coinvolgono individui impegnati politicamente che più facilmente filtrano i messaggi privilegiando fonti a loro vicine, evitando le informazioni che possono mettere in discussione le loro posizioni. LOGICHE DI CREDIBILITÀ Quando si parla di informazione queste devono essere vere e credibili per chi le vede e consuma all’interno delle trasformazioni del sistema dei media è rilevante. Come si sviluppa la fiducia nei social media? fiducia: La misura della certezza che un soggetto o più soggetti si comporteranno nel modo previsto. Siamo fiduciosi se sappiamo che la persona con cui comunichiamo si comporterà come previsto, condivideranno un contenuto degno di fiducia. più siamo fiduciosi più ci aspettiamo che in questo sistemo dei media i contenuti siano veritieri. In realtà in questo medium la fiducia è condizionata, non ci sentiamo di affrontare un contenuto sapendo che tutto sarà vero, non è così, il nostro atteggiamento rimane sospettoso nei confronti di quello che circola in rete. Questo è un problema perché la fiducia è una precondizione della comunicazione, noi comunichiamo perché ci fidiamo gli uni con gli altri. Comunicare diventa quindi più difficili, perché ci troviamo davanti degli interlocutori con atteggiamento sospettoso nei confronti dei social media. La precondizione della comunicazione viene definita: § “Principio di carità” o “Principio di benevolenza interpretativa” (Quine e Davidson): credere che l’altro mi stia raccontando qualcosa degno di nota § Accordo portante su cui si basa la relazione comunicativa (Gadamer) Questo atto di fiducia è fatto di diversi componenti: 2/ Atto iniziale: penso che la persona con cui comunico sia pronta ad ascoltarmi e capirmi. Atto prerazionale che emettiamo in atto quando ci accingiamo a comunicare con qualcuno. 3/ Atto comunicativo: Penso anche che l’altro abbia qualcosa di significativo da comunicarmi. Più difficile da accettare nella nostra società, molto meno propensi ad accettare in modo prerazionale che un soggetto comunichi con noi. 4/ Autenticità: la fiducia reciproca sta nel fatto che l’altro è come appare, dice e mostra di essere, non mi sta mentendo 5/ Gli altri mi credono: Su questo ci sono meno crepe anche se spesso dobbiamo sostenere la veridicità di quello che stiamo dicendo. 6/ Fiducia reciproca: Siamo disponibili a credere quando abbiamo una relazione comunicativa che gli altri non manipoleranno la cooperazione, sarà cooperativo e rispetterà gli impegni, sarà sincero su di sé e sul mondo La credibilità è una relazione tra credibilità proiettata (quello che cerco di proiettare verso gli altri affinché mi ritengano credibile) e la credibilità percepita (quello che gli altri vedono di me) à sia nelle relazioni interpersonali sia nel rapporto con i media. Un contributo in questa direzione viene da Quandt, che contribuisce a fare un discorso sulla credibilità verso i media. Siamo in grado di attribuire fiducia con una serie di vincoli, crepe, limiti e nel tempo questo è cambiato. Quandt descrive cosa è cambiato rispetto al modo in cui diamo credibilità ai media. Egli dice che nella società contemporanea abbiamo perso fiducia nei confronti dei grandi sistemi mediali internazionali, abbiamo iniziato ad attribuire più fiducia a reti e fonti comunitarie (molto più vicine a noi) che hanno conquistato un valore di credibilità molto alto. Nella co-evoluzione tra modelli di comunicazione attivi in un contesto sociale e fiducia si sono creati: riduzione fiducia media tradizionali à incremento fiducia reti/fonti comunitarie Queste sono pensate per audience specifiche che consentono un dialogo e un coinvolgimento diretto degli utenti, cambiamento culturale che riguarda sistema dei media e sistema della comunicazione. Senza fidarci di niente non possiamo vivere: saremmo paralizzati 8fiducia mezzi pubblici, fiducia negli altri ecc.) p fiducia sistemica: nel funzionamento delle organizzazioni/istituzioni e nelle loro regole p fiducia interpersonale: basata sulla rete di relazioni reciproche e le sue qualità questo ci spiega anche molte cose che accadono all’interno del sistema della comunicazione, mi fido di più delle relazioni interpersonali (mi fido più di ciò che mi dicono persone vicine a me di un esperto). questo è stato sostenuto dallo sviluppo delle piattaforme social, hanno consentito lo sviluppo di relazioni stabili, cooperative, regolari (like reciproci, attenzione costante ecc.) che hanno alimentato la possibilità e facilità di fidarci di queste reti si parla a proposito di questa evoluzione di un senso di familiarità diffusa che le abita, sono talmente solide, ricche di flussi informative, sempre disponibili che hanno un senso di appartenenza e percezione di una costanza affettiva. Tutta questa evoluzione ci porta verso un cambiamento che non è soltanto un abbandono della fiducia sistemica sostituita dalla fiducia interpersonale diffusa, ma riguarda un cambiamento delle diverse forme di credibilità proiettata: 1. cognitiva: sulla base delle relazioni con il soggetto lo si può definire competente; credenza e fiducia razionale basata anche su costi e benefici. Ritengo di potermi fidare, mi conviene perché in quel momento mi sono utili le sue competenze 2. normativa: sulla base delle relazioni con il soggetto lo si può definire espressione di valori o status desiderabili. fiducia basata sulla stima e il rispetto. adesione emotiva a quello che una persona rappresenta e non sul fatto che abbia delle competenze. (vorrei essere come lui) es. Greta Thunberg 3. affettiva (le relazioni con il soggetto hanno permesso lo sviluppo di una relazione affettiva; fiducia basata sull’identificazione e sulla familiarità Quella che sta venendo meno è la fiducia cognitiva, ossia all’interno della comunicazione social e mediata dalla platform society, la dimensione più penalizzata è la credibilità cognitiva. Perché la figura dell’esperto è presente in misura minoritaria nei social. La radice normativa è sostenuta dall’omofilia delle reti (confermano ciò che penso); quella affettiva sostenuta dalla frequenza delle relazioni mediate che si instaurano soprattutto all’interno delle reti omofile e che le sostengono. qspqbhb{jpof! “La propagazione della credibilità all’interno dei social network è stata descritta come simile al passaparola” Sherchan e Nepal (2013) una cosa si carica della credibilità che le persone gli riferiscono. Si basa anche sulle forme di accreditamento con cui un individuo proietta la sua credibilità su un altro. Questo è evidente attraverso i FOAF (Friend of a friend) network. Presentazione di un amico a un amico in cui parte della propria credibilità viene trasferita sull’altro. Se mi viene segnalato da un mio amico mi fido, credibilità di chi suggerisce è l’elemento centrale à esiste anche rispetto alle circolazioni delle news A partire da queste reti sociali, la credibilità si propaga verso altri utenti che non conosciamo direttamente ma sono stati soggetto di attenzione da parte dei nostri amici, anche a termini quantitativi la credibilità si propaga. la credibilità si propaga verso altri utenti che non si conoscono sulla base del numero di amici che hanno già attribuito loro credibilità e fiducia. Possiamo dire che la fiducia si propaga sulla basa di queste 2 diverse catene di propagazione: dimensione qualitativa, (credibilità di un amico); e la dimensione quantitativa (tante persone che conosco hanno già attribuito veridicità a queste notizie quindi io ci credo) dpodmvtjpof! La costruzione di una verità credibile e condivisa si basa su alcuni meccanismi tipici della comunicazione attraverso i social media (e le piattaforme digitali come i blog o i forum). Gli utenti dei social media possono essere raggiunti dallo stesso contenuto che proviene da diverse fonti e, di conseguenza, percepirne una grande rilevanza (data dalla frequenza della visualizzazione) e credibilità (accumulando la credibilità delle diverse fonti). I contenuti che fluiscono tra le reti di amici che comunicano frequentemente attraverso i social media (con like, commenti, condivisioni) possono godere della fiducia relazionale e della percezione di essere parte di una identità condivisa che li caratterizza. Le catene di amici di amici basate sulla credibilità normativa o affettiva, quando sostengono la circolazione di un contenuto caricano quel contenuto della credibilità dei singoli e della catena di amici sjbhhsfhb{jpof: 1. di notizie da parte di una piattaforma instant articles: oggi sono una tipologia di contenuto marginale. Nel primo decennio degli anni 2000 sono stati una scommessa che Facebook ha provato a fare per diventare punto di accesso per le informazioni. Erano degli articoli giornalistici non scritti da Facebook, ma che proponeva alle testate di pubblicare direttamente sulla piattaforma. Le organizzazioni giornalistiche consegnano i loro contenuti alle piattaforme dove possono essere consumati e connessi con le inserzioni. Sono un programma di hosting che consente agli editori di estendere le campagne pubblicitarie o di attivarne di specifiche (riduce il controllo degli editor sul rapporto con l’audience) Questo non conveniva ai social, perché gli utenti esplorano altri siti, non è un grande investimento. Viceversa, per le testate giornalistiche è un grande vantaggio, perché il traffico web torna sul loro sito, ci guadagnano: p si registrano più click in termini di visibilità nel feed social p ricevono subito i nostri dati, tracciamento. Vantaggioso per le piattaforme perché mantengono utenti sulle stesse e permettono loro di controllarne i dati. p la pubblicità, più persone atterrano sul sito della testata, più i sistemi di misurazione dell’audience di internet registrano persone, più la testata può vendere ad un prezzo elevato i suoi spazi pubblicitari con gli istant articles questo non avviene, non vengono contati i click perché le persone non atterrano sulla testata giornalistica e quindi la pubblicità costa meno. Inserzione viene poco vista = notizie lette su un’altra piattaforma. Meta (allora Facebook), quindi, propone alle testate giornalistiche questa modalità: alcuni articoli possono essere pubblicati direttamente sulla piattaforma, vuol dire avere la possibilità di leggere l’articolo così com’è, senza andarsene dalla piattaforma. Così c’è più fluidità, non c’è nessun passaggio di piattaforme (che fa perdere lettori), il vantaggio che propone è questo: proporre i contenuti in modo nativo. (aumentare i social delle testate) Alla testata giornalistica interessa poco, non vende spazi pubblicitari su Facebook quindi non gli interessa capitalizzare in termini di quantità di lettori che la seguono, nella misura in cui questo porta lettori alla pagina. Si crea una contraddizione: vantaggio per Meta, svantaggio per le testate (neanche per quanto riguarda la promozione, non vengono considerate all’avanguardia come invece si pensava, i formati erano un po' tutti uguali, esteticamente e graficamente poco distinguibili). Facebook non si arrende nel diventare un punto di riferimento per le informazioni. Capisce che le testate vogliono essere retribuite mediante gli istant articles, perciò, crea una sezione di informazioni direttamente sulla piattaforma. Facebook news: sezione del social network che diffonde articoli di stampa. Notizie scelte in base a ciò che gli utenti leggono e condividono. Riprende il modello di Google News, diventa aggregatore di news. (non ha nessun vincolo). Cerca però di differenziarsi da quest’ultimo nel tipo di rapporto con gli editori e nel modo in cui gerarchizza le notizie Þ Notizie del giorno, selezionate (definizione dell’agenda) da un team di giornalisti assunto dalla compagnia à flusso personalizzabile. Þ Gli editori aderiscono a Facebook news e i loro contenuti entrano nel flusso Þ Gli editori guadagnano sulla base delle visite o della pubblicità presente sulla piattaforma Facebook apre uno spazio che è un aggregatore di notizie, le notizie che vengono proposte all’interno vengono da delle testate che fanno un accordo con Facebook, questo prevede il riconoscimento della qualità delle testate, però ha anche un accordo economico che ha due caratteristiche: Da una parte non verrà meno il fatto che quando clicco finisco sul sito della testata; dall’altra la pubblicità che Facebook vende sulla sua area genera dei guadagni, in parte condivisi con le testate giornalistiche che hanno consentito la pubblicazione delle loro notizie. Google News, invece, non fa nessuna condivisione dei guadagni (nessuna Revenue Sharing), lui paga per gli articoli. Due modelli diversi: 1. social consentono la circolazione a link di contenuti per reindirizzare le audience al sito web dell’editore 2. le piattaforme social ospitano i contenuti dell’editore e li connettono alla pubblicità ebujgjdbujpo! nel descrivere la platform society, José Van Dijck dice che alcune dinamiche della p. society sono andate ad incidere sui processi di produzione delle notizie. L’aspetto che incide di più è la datificazione, che agisce a livello generale all’interno della società e nelle dinamiche della produzione delle news. Il punto di partenza del ragionamento di Van Dijck è che esistono molti sistemi di tracciamento della circolazione delle news attraverso piattaforme digitali e social media. usbddjbnfoup! La circolazione delle notizie attraverso i social media è sempre più tracciata attraverso sistemi non specifici. Ci sono tanti livelli diversi di raccolta di dati sugli articoli e contenuti che circolano sui social. La produzione di news è circondata da dati che riguardano circolazione e accesso a notizie e che corredano ogni articolo di una mole di dati. 2/ Facebook Analytics: La cosa più facilmente immaginabile è che ogni post ha i propri analytics (successo in termini di click, condivisioni, in quanto tempo…). 3/ Google Analytics: Su questo stesso articolo ho anche i dati che provengono dal web server (successo nei termini di ricerca di Google) 4/ Nielsen: L’ultimo pacchetto di dati viene da Audi web, che consente la misurazione dell’audience della rete, compresi i social network. Sistema di ridefinizione dell’audience. È un’associazione, la società è Nielsen Nasce dal bisogno di stabilire quanto costasse uno spazio pubblicitario venduti su una pagina web. Serviva stabilire die criteri uguali per tutti, scientificamente provati per stabilirlo. Fa una serie di rilevazioni, concentrati sulla quantità di persone che frequentano un sito web, ma anche quante persone visualizzano e usano le piattaforme social. Questa misurazione relativa ai social impatta molto sulla produzione dell’informazione, viene realizzata attraverso dei panel meterizzati (di persone che non vengono intervistate, ma hanno acconsentito a scaricare un’applicazione che registra le loro attività sui social, monitorate in modo autonomo) Questo serve per capire cosa produrre in base a cosa ha avuto successo; quindi, siamo davanti ad un meccanismo di produzione sempre più data-driven (sempre più guidato) da questo pesante corredo di dati che ogni singolo articolo porta con sé e meno guidato da decisioni editoriali basate su un’autonoma valutazione giornalistica. Complessivamente, nel momento in cui si diceide che tipo di contenuti condividere non si fa più a meno di questo corredo di dati, questo influisce sulle decisioni editoriali. C’è una pressione a produrre contenuti che producano engagement e si prendono delle decisioni editoriali basati sulla richiesta di utenti quantificati. La produzione dell’informazione e la nostra abitudine al consumo di info. privilegiano alcuni tipi di notizie. La conseguenza è che noi ci siamo abituati a considerare queste notizie importanti, nella nostra gerarchia si mischiano argomenti e notizie di diversa importanza. È un impatto che la datification ha sulle scelte editoriali che fanno le testate giornalistiche. qvccmjdju ! le piattaforme hanno rimesso in discussione alcuni aspetti della produzione pubblicitaria, lo sviluppo delle piattaforme ha fatto esplodere lo sviluppo e nascita dei canali. l’incremento dei canali attraverso cui si possono raggiungere gli utenti è uno svantaggio dal punto di vista della vendita di spazi pubblicitari, perché il numero di inserzionisti non sono infiniti, e devono dividersi per più testate. Se ho un solo canale attraverso cui posso raggiungere molti utenti, costerà molto (testata giornalistica a stampa o radiotelevisiva). Se invece ho molti canali attraverso cui posso raggiungere gli stessi utenti ciascun canale sarà meno costoso (testate giornalistiche più i canali digitali). “online la relazione tra contenuti, pubblico e pubblicità genera molti meno ricavi di quanto non avvenisse offline” obujwf!bewfsujtjoh! Contemporaneamente lo sviluppo delle piattaforme ha fatto nascere nuovi tipi di pubblicità, che forniscono uno strumento nuovo e diverso per promuovere prodotti o creare partnership con soggetti che possono sostenere economicamente le testate. “Il native advertising fa riferimento ad annunci a pagamento coerenti con il contenuto della pagina, con il design e comportamento della piattaforma in cui sono ospitati, in modo che l’utente li percepisca semplicemente come parte di essa” – IAB è una forma di pubblicità sul world wide web che, per generare interesse negli utenti, assume l'aspetto dei contenuti del sito sul quale è ospitata. L'obiettivo è riprodurre l'esperienza-utente del contesto in cui è posizionata sia nell'aspetto che nel contenuto. È calata nel contesto dell’esperienza del fruitore (destinatario di un bene) à pubblicità contestuale Al contrario della pubblicità tradizionale, che distrae il lettore dal contenuto per comunicare un messaggio, il native advertising cala completamente la pubblicità all'interno di un contesto senza interrompere l'attività dell'utente, poiché assume le medesime sembianze del contenuto, diventandone parte, amplificandone il significato e catturando l'attenzione del potenziale consumatore. Contenuto e advertising si adattano reciprocamente, c’è un legame con i contenuti che il lettore sta leggendo. vantaggi: p Economici p Permettono di aumentare persone raggiunte dagli advertising. Aumentare il reach del messaggio di fornte alla banner blindness (cerchiamo di non guardare i banner) p Creare engagement con l’utente p Creare forme di continuous campaign: instaurare una relazione e conversazione continua con gli utenti a differenza delle campagne tradizionali di interruzione Es. Netflix per lanciare “Orange is the new Black” fa un’opera di native advertising. sponsorizza una serie di articoli con NY Times sulla condizione delle donne nelle carceri americane (tra cui un’inchiesta). Questa ha un elemento comune con il prodotto, ossia le carceri americane. Sceglie un colore affine alla serie, ma fa un’inchiesta indipendente dalla serie (anche se pagata da Netflix). Contenuto e advertising si adattano tra loro, sono ibridate e indipendenti, genera engagement. 2. Bvejxfc!qbofm!! A partire da questa ricerca di base che è quella che dà proprio l'universo di riferimento, vengono scelti dei campioni di persone che fanno parte di questi panel, campioni di persone che vengono intervistate ripetutamente o che vengono coinvolte ripetutamente in una ricerca (se si chiamano panel vuol dire che c'è una relazione ripetuta nel tempo) Panel: campione di persone con Meter installato su computer. Smartphone e Tablet. E statisticamente rappresentativo della popolazione italiana, consente una misurazione oggettiva e rende dati ad elevata profilazione per attività di media planning. Il Panel meterizzato è una fonte di rilevazione oggettiva attraverso cui è possibile misurare in modo dettagliato il consumo di internet effettuato tramite i device rilevati Meter: un software che rileva tutte le attività che queste persone svolgono in rete ovviamente le anonimizzano, mi restituisce il dato sociodemografico. Es. una persona di 25 anni residente a Milano che possiede il computer il pc e il tablet e che rientra in questa fascia di titolo di studio ha fatto questa La componente Panel si avvale di appošiti software meter installabili su PC/Mac, Tablet e Smartphone che consentono un monitoraggio continuativo dell'attività online dei panelisti (siti web e App mobile su sistemi operativi iOS e Android), con l'obiettivo di effettuare una rilevazione tecnica dell'effettivo comportamento di navigazione. I dati sulla registrazione delle navigazioni provengono da un panel di oltre 40.000 individui suddivisi in 3 componenti: Panel Computer (2+ anni), smartphone/ tablet (18+ anni), Single Source. 3. Bvejxfc!dfotvt! Sistema censuario. La terza rilevazione che fa Audiweb riguarda i siti degli editori che accettano di diventare oggetto di rilevazione oggettiva e completa (censuaria) dell’attività effettuata su internet. Cambia la prospettiva, guarda cosa succede in termini di accessi/ tempi di navigazione/ permanenza/ contenuti visti delle persone che accettano di essere parte della rilevazione. Tutti i siti di coloro che pubblicano contenuti online e hanno interessi a quantificare la loro audience per vendere spazi pubblicitari online. È una rilevazione automatica, nelle pagine che sono oggetto d rilevazione da parte di Audiweb viene inserito un tag (codice) che rileva gli accessi (da quali e quanti diversi browser, per quanto tempo, quante volte) e li manda ai server di raccolta dati. Le informazioni raccolte mediante un apposito codice (tag) nelle pagine die siti oggetto di rilevazione e inviate tramite feedback tecnici verso i server di raccolta dati o web server attivati dall’apertura di pagine web e altre azioni. Il software development kit di Nielsen (SDK) è inserito dagli editori iscritti, previo accurato processo di certificazione (controllati prima, che siano veri editori, che non pubblichino contenuti illegali ecc.), mettono questo tag in video, pagine e applicazioni, restituendo dati censuari sui volumi della fruizione di tutti i contenuti online distribuiti tramite differenti piattaforme. danno i dati certificati a chi si iscrive alla pagina, agli editori; diventano anche un elemento fondamentale dei database a disposizione di chi fa agenzia di comunicazione, centro media ecc. SDK consente di integrare gli strumenti di misurazione nei contenuti digitali indipendentemente dal device utilizzato per la fruizione del contenuto e consente la coerente attribuzione di tutte le audience rilevate, anche quando riferite a contenuti editoriali fruiti in applicazioni mobile di terzi, alla fruizione di video su differenti piattaforme, alla modalità Facebook in-app mobile browsing, Facebook Instant Articles ( un po' decaduti negli ultimi tempi) e Google AMP (acceleratore di download delle pagine da Google su mobile). Audiweb registra, conserva e rende disponibile un catalogo di tutti gli editori iscritti ad Audiweb, sulla base di una gerarchia. Questo serve a chi vuole sapere dove andare ad investire. ! ! ebubcbtf! Audiweb fornisce un vero e proprio tool alle aziende e anche un Audiweb Media Monthly View visibile a tutti Gennaio 2021: c’è stato un cambiamento importante nei sistemi di rilevazione di Audiweb, le informazioni di servizio sono cambiate, non possono usare i cookies, per la tutela della privacy delle persone che navigano in rete, non possono utilizzare i cookies di terze parti (per il GPR). Il sistema volve tenendo conto dell’evoluzione delle normative. Il tipo di contenuto che restituisce è il dato sociodemografico delle persone che hanno navigato attraverso un computer o da un dispositivo mobile (uno smartphone o un tablet). Ci da gli utenti unici facendo riferimento al giorno medio (quante persone mediamente al giorno hanno avuto accesso a internet) e nell’arco di un mese. Ci sono dei termini tecnici: p utenti unici/ unique audience: numero di individui che hanno visto i contenuti di un sito o applicazione almeno una volta nel periodo considerato. Gli utenti che hanno fruito dei contenuti più volte nel periodo considerato vengono contati una sola volta (anche se sono tornati più volte si conta 1) p page views: numero totale di pagine viste p stream views: numero totale di avvii di contenuti video p time spent (text): numero di minuti di fruizione die contenuti statici p time spent (video): numero totale di minuti di fruizione di contenuti video p pop base: popolazione italiana p app launches: numero di volte in cui un’app è stata lanciata (aperta sul mio device, si misura il successo di un’applicazione) p total sessions: numero totale di sessioni uniche di fruizione di contenuto testo, ossia il numero di volte che sono andato su un contenuto e ci sono rimasto, numero di accessi al contenuto Audiweb ci restituisce mettendo insieme i dati della ricerca base, analisi censuaria, dei panel: queste persone che in un periodo in che proporzioni erano donne/ uomini; in che proporzioni erano divise nelle fasce di età; accessi da mobile/ computer; dati nel complesso; provenienza geografica nazionale… Riorganizzano questi dato dopo averli raccolti, mettendoli in categorie. tpdjbm!ofmmb!qboefnjb! le piattaforme social hanno avuto una evoluzione nei confronti della natura editoriale dei contenuti che pubblicano. Con la pandemia di CO-VID19 tra febbraio/marzo 2020 si è iniziato a parlare di Infodemia, ossia una situazione in cui avevamo talmente bisogno di informazioni che le cercavamo ovunque, circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, che per una scarsità di fonti spesso non erano vagliate con grande cura. Ci siamo trovati in una situazione di difficoltà ad orientarsi, troppe informazioni per rispondere ad un bisogno, e non tutte verificate. In relazione a questa situazione critica le piattaforme hanno iniziato a prendere una posizione, si sentivano responsabili di dover dare un contributo nel contrastare questa infodemia. 1. Uxjuufs! La prima piattaforma a prendere una posizione. Solo nel primo mese dallo scoppio dell’epidemia in Cina, su Twitter sono stati pubblicati oltre 15 milioni di tweet sul tema. È la prima che traccia la via, a febbraio 2020, prende l’iniziativa di accordarsi con il ministero della Salute (sceglie qual è il riferimento). Agisce sul suo motore di ricerca interna, quando una persona cerca CO-VID su Twitter gli vengono restituite delle informazioni, inserisce un messaggio che rimanda alla pagina del Ministero della Salute Non tutto riesce ad essere controllato, l’hashtag #Covid19 compaiono le cose più varie che mescolano contenuti. ! 2. Gbdfcppl! Non fa la stessa scelta, Facebook ha proseguito lungo la linea già avviata di contrasto alle fake news (fact-checker) mediante il suo team di giornalisti. Però, nessun indirizzamento a fonti istituzionali, ma solo revisione dei contenuti sulla propria piattaforma, agisce solo all’interno. Anche Facebook, attraverso i suoi algoritmi, privilegia comunque fonti istituzionali come risultato di ricerca per chi usa il suo motore interno per trovare informazioni sul CO-VID19 3. Ujl!Upl! (e poi anche Pinterest) mette al centro l’attività creativa degli utenti (creator) e li invita a consultare siti e fonti attendibili prima di produrre contenuti sul Covid. 4. Qjoufsftu! Si rivolge ai propri utenti come creators, in questo caso responsabili di attività di content curation Orienta gli algoritmi di visualizzazione dei risultati in modo che i primi profili visibili durante la ricerca “covid” siano fonti affidabili qjbuubgpsnj{{b{jpof!efmmb!tbmvuf! nascono strumenti che sono volti, sono mirati a supportare il nostro rapporto con la salute, insieme al moltiplicarsi di app/ siti che supportano la nostra gestione della salute. In parte si lega alle piattaforme. Es. Se io posso utilizzare il contapassi, conta frequenza cardiaca, monitoraggio del peso, archiviazione die miei documenti sanitati su un’app, il mio rapporto con la salute viene mediato da queste app, osservo attraverso il supporto di queste app. molte di queste app sono delle Big 5, e diventano appendice del monitoraggio della nostra salute e del nostro corpo Si moltiplicano anche le piattaforme di settore, non in capo delle B5 (es. dispositivo per il monitoraggio dell’insulina) José Van Dijck dice che il modello di funzionamento di queste applicazioni sui dispositivi è che ci propongono un’offerta di servizi personalizzati (data-driven) ci promettono di restituirci qualcosa che ci serve su una base dei dati, ci promettono di darci in cambio dei servizi personalizzati; l’altra logica su cui si basano è l’ipotesi di poter raccogliere dati scientifici funzionali alla ricerca 有 noi usando a queste app contribuiamo a raccogliere dati utili, logica di scambio. Le promesse che ci vengono fatte per cui noi usiamo queste app sono: p soluzioni personalizzate (dalla perdita di peso alla gestione die sintomi del Parkinson) e sostegno della community in cambio della cessione dei dati personali p logica wiki: costruzione di una maggiore conoscenza e consapevolezza sulla malattia “tutti gli attori contribuiscono al bene comune, dal quale tutti traggono un uguale beneficio” (-Kitchin, 2014) In tutto questo, il ruolo delle big 5 è importante, perché: . forniscono gli hardware: dispositivi wearable, mobile… . un'altra posizione importante è che vendono il software, vendono le app 有 gerarchizzano i tipi di app che sono disponibili, si creano degli immaginari su cosa posso e devo tenere monitorato, gestione dei pasti ecc. (dagli USA). Hanno un ruolo nel definire quali sono le priorità nel monitoraggio della salute, compatibili con gli hardware. . Inoltre, sviluppano delle piattaforme attraverso cui gestire questi dati, mettono a disposizione databse con finalità scientifiche, utili alle istituzioni sanitarie per fare ricerca. Per esempio, Google con delle società scientifiche (MIT e Harvard) stanno costruendo un database in cui raccoglie sequenze di DNA → Genome Aggregation Database (gnomAD). Da un lato abbiamo le big five che interagiscono rispetto alle nostre piccole attività di monitoraggio della salute; dall'altro abbiamo le big five che hanno assunto il ruolo di soggetti che possono aggregare e fornire dati relativi alla salute delle persone che mettono a disposizione delle istituzioni con finalità di ricerca. Con questi data base diventano imprese economiche complementari rispetto a cui le piattaforme fanno da connettori con i clienti, pazienti finali. Le Big Five fanno tra connettori tra i pazienti che forniscono i dati e le istituzioni pubbliche di ricerca scientifica e sanitaria che diventano imprese economiche complementari. Come le persone forniscono i dati? Interagendo con aziende private che si sono messe a farsi mandare campioni con sequenze di DNA la società 23andMe (2006) ha contribuito la raccolta di sequenze di DNA, in cambio prometteva un quadro previsionale di quali avrebbero potuto essere i problemi di salute delle persone. Ha avuto grandissimo successo ma poi i dati provvisionali non erano precisi, erano indicativi, per cui la FDA americana l’ha impedito. successivamente, si sono convertiti su racconti di ascendenze e origini della famiglia derivanti dal DNA, “find out what your DNA says about you and your family”. dmbjn “Affinché gli scienziati e i ricercatori accelerino i miglioramenti degli standard dell'assistenza sanitaria, hanno bisogno di grandi seti di dati... da tutti noi. La tua partecipazione alla ricerca potrebbe contribuire a realizzare scoperte scientifiche che consentono prevenzione delle malattie, migliori terapie farmacologiche, nuovi trattamenti delle malattie, e soprattutto l'introduzione di terapie genetiche. Una volta acquistato il tuo kit potrai scegliere di unirti a questa rivoluzione della ricerca” qjbuubgpsnf!dif!dpoofuupop!j!qb{jfouj! si appoggiano ai cloud delle big 5. Ce ne sono di diversi tipi. Piattaforma di comunicazione peer to peer che si suddivide per malattia, sono strumenti di supporto e di raccolta 有 monitorano giorno per giorno i sintomi delle patologie. Queste piattaforme danno l’opportunità di avere un monitoraggio quotidiano costruito dal paziente con cui si confronta con gli altri pazienti e con i medici. Generano dei grafici/ mappe con cui si può andare dal medico. l’esito è che queste piattaforme incidono sul modo in cui raccontiamo e narriamo la malattia, che è qualcosa che prende forma in queste tabelle di dati strutturati. Questo influisce nel modo in cui raccontiamo a noi stessi narrazione soggettiva) / ai medici/ agli altri la malattia, attraverso questa piattaforma. Questa combinazione tra deificazione e racconto soggettivo è l’effetto di queste piattaforme, un effetto sulla narrazione sociale e culturale della malattia. La riflessione di Van Dijck va avanti a cercare di capire l’effetto di queste piattaforme: “la dtaificazione delle malattie… promuove una medicina basata sulle evidenze patient-driven dove i pazienti costituiscono dei panel di validazione di terapie e ipotesi scientifiche” → Citizen science: i pazienti sono co-modellatori della ricerca medica elementi di criticità: Autoselezione del campione § Auto somministrazione del farmaco § Auto registrazione delle evidenze § Privacy (assicurazioni; datori potenziali di lavoro) § Promozione di una forma di filantropia dei dati 有 cedere i dati serve alla scienza Possono esserci degli errori, questo inficia la qualità Le piattaforme di settore offrono strumenti di monitoraggio di specifiche malattie. Permettono di accogliere in tempo reale e in modo automatizzato i dati di un paziente, questo rende queste app molto utili per la ricerca scientifica (i dati formano parte di un database) Alle volte chi è in grado di usare queste app e di procurarsi i dispositivi appartiene a classi sociali privilegiate, questa super automatizzazione genera dei dati ottimi su cui andare a studiare le malattie, ma questi dati riguardano solo parti della popolazione e non tutti, ha una sua parzialità tjouftj! Elemento caratterizzante di questo sistema è che al centro c’è la raccolta automatizzata di dati individuali da parte delle piattaforme, spesso aggirando tutti i filtri istituzionali di tipo convenzionale, e l'inclusione di questi dati in un ecosistema complesso, dove la proprietà delle corporation esercita il dominio su un vasto insieme di dati che possono essere riprogrammati e combinati all'infinito con altre collezioni di dati. Vi sono però dei limiti, fatti l’oggettività e la completezza dei database sono apparenti Gli operatori delle big five sono al centro del sistema e forniscono: hardware; spazio di archiviazione, software, i dati possono essere connessi ad altre parti del database di cui sono in possesso (es ricerche sui motori di ricerca) Questo si basa su: Þ Idea che io possa arrivare ad avere delle risposte personalizzate ai miei problemi: medicina personalizzata Þ Privatizzazione di dati pubblici (in possesso delle big 5 ma privati) In Europa dal 2017 è stata formata un’associazione chiamata European Open Science Cloud che mira a sostenere l’ecosistema dei dati relativi alla scienza e alla salute, mira allo sviluppo di questo database. In Europa si cerca di fare un controllo, legato alla FAIR, ossia che tutti i database che entrano a far parte di questa associazione devono essere findable (ricercabili e pubblici); accessible (accessibili a tutti i ricercatori e non solo a chi si fa partner della piattaforma); interoperable (confrontati tra diversi database); e reusable (non devono diventare proprietà d qualcuno). Questo vincolo cerca di valorizzare questa capacità di raccolta dati e renderla corretta. Negli USA questo non c’è. Il nostro rapporto con la salute cambia: ci coinvolge in prima persona e crea questa idea della co-costruzione