Scarica appunti sociologia dei media digitali e della comunicazione e più Appunti in PDF di Sociologia Della Comunicazione solo su Docsity! L’espressione Platform Society è stata coniata da una studiosa olandese Van Dayk e indica un’architettura digitale programmabile, progettata per organizzare e mediare le interazioni tra utenti; non solo utilizzatori finali, ma anche imprese commerciali e istituzioni pubbliche. Sostanzialmente ci affidiamo a piattaforme digitali per programmare la nostra vita. Queste piattaforme sono tutte collegate ed inseparabili le une dalle altre si parla di un “ecosistema di piattaforme” interconnesse governate da un particolare insieme di meccanismi che modellano le nostre pratiche quotidiane. Si tratta di 5 grandi colossi tecnologici chiamati i Big Five (o FAMGA) - Facebook (oggi Meta) - Apple - Microsoft - Google - Amazon Sono le 5 grandi piattaforme che gestiscono le informazioni che circolano in rete e che fungono da gatekeeper = soggetti che in una società mediano il flusso di informazioni. Si tratta di piattaforme algoritmiche. Oggi al cuore della Platform Society c’è Google, che fornisce numerose risorse chiave per l’ecosistema digitale: possiede il miglior servizio di mappatura del mondo attualmente in circolazione (Google Maps), motore di ricerca più utilizzato in questo modo agisce da gatekeeper. Abbiamo quindi: - Motore di ricerca (Google Search) - Browser (Google Chrome) - App Store (Google Play) - Sistema Operativo (Android) - Servizi di pagamento (Android Pay, Google Wallet) - Programmazione pubblicitaria (AdSense) - Sito di video sharing (YouTube) - Sistema di informazione geospaziale (Google Hearth) - Sistema di videoconferenze (Google Meet) - Sistema di cloud (Google Drive) - Sistema di archiviazione foto (Google Photos) Affianco a Google troviamo Meta (prima Facebook): si tratta del secondo più grande detentore di dati, in questo caso l’80% dei dati social delle persone. Google e Meta lavorano insieme. Amazon è in ascesa perché sta cercando di differenziare i contenuti della sua offerta: Prime Video, Amazon Foto, Amazon Music, Kindle, assistente vocale (Alexa) + Amazon è anche leader di mercato nel campo dei servizi per il cloud. Apple è al centro della produzione hardware (tutti i dati che raccoglie sono già suoi) + è il gestore del secondo app store per grandezza (Apple Store) e offre servizi di cloud e streaming (iCloud, Apple Music, Apple TV) + wearable devices come gli Apple Watches (Apple Health). Microsoft è la company storica che offre: - Social Network (Linkedin) - Cloud (Microsoft Azure) si tratta di un cloud aziendale. Prima della pandemia era leader nelle piattaforme per videoconferenze. - Posta, calendario, business I Big Five forniscono infrastrutture anche alle piattaforme più innovative: - Spotify si appoggia a Google cloud - Netflix ad Amazon web Service - Games agli App Store - Le applicazioni pubbliche alle infrastrutture private Esistono poi le cosiddette piattaforme di settore , ossia piattaforme più piccole che spesso si manifestano in forma di applicazioni e che sono incorporate nel sistema delle Big 5 (dipendono da loro) e agiscono su settori specifici (news e giornalismo, spostamento e alloggio, medicina, istruzione…). Si tratta di connettori tra utenti e fornitori. Es. Airbnb, Moovit, TheFork … Es. su Airbnb abbiamo imprese vere (alberghi) e microimprenditori (persone che affittano le case). I servizi di delivery creano microimprenditori (i rider) e sono connesse ad imprese già esistenti (ristoranti e catene di fast food). OPINIONE PUBBLICA E OPINION LEADERS Che cosa si intende per opinione pubblica? I primi studi sono stati condotti in America durante le campagne elettorali. Ci si è concentrati sull'opinione pubblica perché ci si è resi conto che i mezzi di comunicazione di massa sono dei collanti di una società --> mettono in comune dei contenuti e degli oggetti su cui formare delle opinioni. Walter Lippmann (1922): americano, uno dei primi ad aver studiato il concetto di opinione pubblica. Lippmann sosteneva che "ciò che l'individuo fa si basa non su una conoscenza diretta e certa, ma su immagini che egli forma o che gli vengono date." Noi spesso prendiamo decisioni non basandoci sull'esperienza diretta bensì su delle conoscenze che recepiamo in modo mediato, appunto, dai mezzi di comunicazione. Come definiamo l'opinione pubblica? - L'opinione pubblica è il giudizio e il modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini (Lippmann). - È l'insieme delle idee che un determinato agglomerato umano ritiene giusto e vero in un determinato momento storico --> si tratta di un giudizio di valore su determinati temi/argomenti sensibili alla società. Es. è giusto salvare i migranti in mare? È giusta una legge per l'eutanasia? - È un sistema di credenze sulle questioni pubbliche, non private - NON è mai qualcosa di unitario, ma è l'insieme delle correnti di opinione anche opposte dominanti in una società - Non è mai univoca, ci sono sempre opinioni pubbliche minoritarie • Parole chiave: - Collettiva: non individuale - Credenze: non è fatta di verità assolute ma di giudizi - Determinata: ha dei confini, cambia nel tempo e nello spazio - Non sempre necessariamente unitaria E i media in tutto ciò che ruolo giocano? L'opinione pubblica nasce con la nascita delle società moderne: quando le persone possono iniziare a recepire le notizie, ad esempio attraverso i primi giornali --> comincia a formarsi un’opinione condivisa --> opinione pubblica. Senza i media non esisterebbe l'opinione pubblica!! La loro nascita e diffusione è correlata all'alfabetizzazione, alla libertà di espressione e alla formazione di circoli culturali e politici. Come si forma l'opinione pubblica? Tradizionalmente l'idea è che si formi a cascata a 5 livelli (Deutsch, 1968): 1. Dalle élite economiche e sociali (imprese, organizzazioni internazionali...) I contenuti da loro pubblicati devono essere caratterizzati da e percepiti come: - ORIGINALITA': novità + autenticità, innovazione e non convenzionalità (autenticità come forma di risonanza con i propri followers). - UNICITA': distinzione rispetto agli altri, identità chiara e riconoscibile rispetto agli altri influencer. - QUALITA': cura dei contenuti e della loro forma --> attrattività ma anche comprensibilità, assertività, funzionalità alla creazione della reputazione (non devono solo essere belli esteticamente ma anche comprensibili e funzionali). - QUANTITA': frequenza, quantità di messaggi postati --> si fa un passo in avanti rispetto agli studi di Lazarsfeld e Katz. Caratteristiche che devono avere i follower: - Propensione all'interazione online anche con chi non si conosce. - Congruenza dei contenuti del profilo e interessi, gusti, personalità dei follower. I followers sono coinvolti nel processo di creazione del valore. Gli opinion leader e Twitter: Twitter è stato il primo luogo digitale in cui è stato più studiato il fenomeno del Two Step Flow of Communication, questo per via della sua centralità delle notizie e per la sua molteplicità dei flussi e della interazioni/relazioni tra gli utenti. Le informazioni circolano infatti su Twitter tramite intermediari --> retweet di news e tweet originali di url contenenti news. - 1 FILONE DI STUDI "Who says what to whom on twitter" (2011) --> non sono personaggi famosi a determinare la popolarità di una notizia bensì utenti comuni. Quali sono le caratteristiche di questi utenti comuni, chiamati intermediari , che riescono a portare visibilità alle notizie e quindi agire da opinion leader? - Sono esposti a più fonti mediali rispetto agli altri utenti - Hanno più follower degli altri utenti - Sono più attivi e coinvolti rispetto agli altri utenti --> literacy e commitment, socievolezza (avere più follower), attivi e coinvolti nella comunicazione --> sono opinion leader a tutti gli effetti. - 2 FILONE DI STUDI MA un altro filone di studi sostiene che le cose sono più complicate: "The million follower fallacy" (2010) --> non basta il numero di follower per diventare un opinion leader Quali sono gli elementi che definiscono l'influenza su Twitter al di là del numero dei follower? 1. Indegree influence (popolarità): è legata al numero di follower --> indica direttamente la dimensione dell'audience che l'opinion leader è in grado di raggiungere. 2. Retweet influence: legata al numero di retweet che un soggetto è in grado di generare --> indica l'abilità di generare contenuto con un valore aggiunto. 3. Mention influence: legata al numero di tweet in cui un utente viene citato --> indica l'abilità di un certo utente di ingaggiare gli altri nella conversazione --> quindi: 1. Popolarità 2. Condivisione 3. Coinvolgimento - 3 FILONE DI STUDI Cerca di classificare le tipologie di influenza che possono avere i profili social, in quanti non tutti gli influencer hanno lo stesso grado di influenza. "The tipping point" (punto di svolta), Malcolm Gladwell Il punto di svolta è quel momento magico in cui un'idea, un trend o un comportamento sociale supera una soglia e si diffonde come un incendio. - Gladwell ha identificato 3 tipologie di influencer che esistono all'interno delle piattaforme social: 1. Connettori: persone che hanno un'ampia rete di connessioni e fanno stare insieme le persone, fanno da collante (es. Greta Thumberg) --> prevale l'elemento della socievolezza. 2. Esperti: sono "procacciatori di informazione", risolvono i problemi e forniscono le rispettive risposte --> prevale la literacy (es. Salvatore Aranzulla) 3. Persuasori: leader carismatici in grado di catalizzare consenso --> prevale la leadership (es. quello che vorrebbe fare Chiara Ferragni). LA SPIRALE DEL SILENZIO • Germania, anni 70, "die schweige-spirale": Si aggiunge un aspetto in più alla teoria precedente --> il ruolo che hanno le manifestazioni individuali di opinioni e la percezione dei climi di opinione (Elizabeth Noelle-Neuman, tedesca --> ci si sposta in Europa). Questa teoria nasce dalla domanda: perché in alcuni casi gli esiti di sondaggi ed elezioni sono inaspettati? (es. all'inizio degli anni 70 in Germania; vittoria di Trump). Punti di partenza della teoria: - L'opinione pubblica in una società ha una funzione integrativa - Serve a costruire coesione/collante sociale a partire dalla natura sociale degli individui L'opinione pubblica si forma dall'intersezione di: - Media - Comunicazione interpersonale e rapporti sociali - Manifestazioni individuali di opinione - Percezione dei climi di opinione nel proprio ambiente sociale "L'opinione pubblica si forma nell'interazione tra il monitoraggio compiuto sull'ambiente sociale circostanze e i comportamenti dell'individuo stesso" (E. Noelle-Neuman) --> l'individuo cerca di capire il pensiero di maggioranza che ha intorno e agisce di conseguenza, decidendo se esprimere la sua opinione o tacere". NN recupera gli studi di un sociologo americano, David Riesman, "The lonely crowd" […] --> trattato sull'evoluzione del modo di vivere della società americana nel corso della storia. Riesman si chiede dove gli individui vanno a cercare le regole per vivere insieme in società? Secondo lui, ogni società (premoderna, moderna e postmoderna) che si è evoluta nel tempo è stata caratterizzata da un mondo in cui le persone mettono in comune i modi condivisi di comportarsi e da un cosiddetto "tipo di individuo". - La società si basa su un meccanismo di integrazione e, di conseguenza, attraverso la socializzazione diffonde modelli di comportamento "conformi" --> chi non segue questi modelli conformi viene escluso dalla società (es. chi ruba). Riesman divide la storia americana in 3 fasi : - Pre-moderna: Sono le società tribali, vivono insieme in famiglie allargate, gli individui agiscono diretti dalla tradizione tramandata oralmente, sono legati a ruoli (nascita, genere, status sociale) immutabili e dipendono dalla fedeltà tra amici e parenti. È ancora sentito nella società americana, es. "noi qui viviamo così" - Moderna: Nascono le grandi città, niente più piccole reti condivise, gli individui agiscono diretti da un personale e individuale sistema di valori (mediati anche dalla stampa) e possono mutare il proprio status sociale. I media iniziano ad acquisire sempre più influenza in quanto modellano un determinato "tipo di individuo" e normano modelli di comportamento. - Post-moderna: Le persone vivono in grandi agglomerati sociali (metropoli) e si spostano, l'individuo monitora costantemente il suo intorno come se avesse un "radar". Paradossalmente tornano ad essere importanti i valori delle comunità più piccole alle quali appartengo (in una grande comunità è difficile identificarsi). Gli individui agiscono diretti da: - Pressioni sociali esterne - Norme di gruppi primari (comunità d'origine o comunità di accoglienza) - Bisogno di essere conformi ai valori delle reti sociali a cui appartengono Non c'è più nessuno che ci racconta a voce le tradizioni della nostra comunità --> dobbiamo muoverci noi e capire quali sono le regole della comunità alla quale apparteniamo. NN sostiene che il problema della società contemporanea è la paura dell'isolamento sociale, proprio per questo monitoriamo costantemente cosa pensano gli altri, qual è l'opinione dominante, soprattutto quando si tratta di temi in grado di creare fratture e discriminazioni all'interno della società. Gli individui monitorano il clima di opinione e individuano quello dominante attingendo ai media e all'esperienza personale, MA non sempre queste due coincidono --> possiamo trovarci in una situazione in cui abbiamo un'opinione pubblica duale. Gli individui sviluppano una competenza tale per capire se è meglio oppure no esprimere la loro opinione. - Quindi la domanda è: lo dico o non lo dico? Secondo NN noi NON cambiamo mai idea per conformarci nella società dominante, semplicemente la teniamo per noi se sappiamo che possa escluderci dalla società. Più persone percepiscono di non essere in sintonia con l'opinione dominante più le persone staranno in silenzio --> l'opinione minoritaria scomparirà e non sarà più visibile all'interno della società. MA le votazioni sono anonime --> l'opinione minoritaria "non conforme" ritorna --> risultati inaspettati alle elezioni. In questo processo i media hanno un ruolo importantissimo in quanto rappresentano alcune opinioni dominanti (anche ad esempio le fiction, gli autori si basano sul monitoraggio dell'opinione pubblica). Effetti secondo NN: - Si crea una specie di illusione ottica: alcune opinioni "appaiono più forti di quanto non siano in realtà, mentre coloro che hanno un'opinione diversa appaiono più deboli di quanto siano effettivamente" - vedi slide I media negli anni '70 : I media sono pochi: alcune testate giornalistiche, canali televisivi e radiofonici che forniscono rappresentazioni della realtà molto simili. - Propongono modelli di opinione pubblica consonanti e cumulativi (si ripetono racconti simili per tutto il palinsesto) - Forniscono le argomentazioni utili a sostenere la propria opinione (se appartiene a quella dominante) VS i media negli anni '20 : I canali sono molteplici e diversificati MA questo meccanismo funziona tutt'ora --> continuano ad esercitare una funzione di orientamento riguardo ai temi e alle posizioni dominanti nel dibattito pubblico. - "I media, quindi, possono definire un'opinione come dominante anche se non lo è" (E. Noelle-Neuman). Si definiscono social bot gli account automatizzati / programmati su siti di social media che agiscono in modo simile agli esseri umani (mettono like, condividono e pubblicano contenuti) e non sono necessariamente riconoscibili come automatizzati agli esseri umani. --> agiscono in modo da influenzare l'opinione pubblica, facendo passare un'opinione per dominante! Una tipologia di bot chiamati "astronauti" si sforzano di creare l'impressione falsata che le idee o le opinioni date siano sostenute da una larga parte della popolazione. Poiché non c'è un limite al numero di bot utilizzabili, la conversazione su un argomento può essere inondata da flussi di messaggi generati automaticamente che presentano una certa opinione, creano così l'illusione che molte persone abbiano tale opinione. + hanno anche la funzione di silenziare i commenti opposti. TEORIA DELLA COLTIVAZIONE I media coltivano alcune rappresentazioni della realtà: Le storie, proposte e ripetute dai media, si riflettono sul nostro modo di vedere e interpretare il mondo e producono una visione che diventa sempre più omogenea e mainstream. - Anni 70, Georg Gerbner --> i media contribuiscono alla formazione dell'opinione pubblica attraverso il loro storytelling. Lo storytelling passa attraverso tutti quei programmi in cui viene messo in scena un modo di pensare la realtà (es. fiction ma anche talent, reality show --> trasmettono degli ideali marcati come fortemente positivi, a discapito di altri). Il nome che Gerbner dà a questa funzione che i media svolgono nella società è "funzione bardica": Il nome si rifà ai bardi, i cantori che andavano in città in città a raccontare quello che succedeva --> i media raccontano le storie della comunità, rendendole a volte anche piacevoli come nel caso nelle fiction. - John Fiske e David Hartley nel 1978 sviluppano ulteriormente la teoria della coltivazione. Vogliono individuare effettivamente cosa fanno i media nel contesto sociale. Le funzioni dei media: - Articolare l'interpretazione della realtà - Coinvolgere in un sistema di valori - Spiegare le azioni dei singoli - Rassicurare che lo status e l'identità degli individui è garantito dalla cultura (es. fiction "Doc" ci rassicura sul fatto che i dottori siano bravi ed empatici) - Trasmettere un senso di appartenenza individuale --> la teoria sembra molto positiva, MA i media contribuiscono anche alla diffusione degli stereotipi e non sempre narrano la realtà in tutte le sue sfaccettature. Stereotipi generalmente legati a: - Genere/età - Salute - Scienza - Famiglia - Educazione - Politica - Religione - Violenza --> I media possono costruire un immaginario semplificato, ridotto a modelli standard. - In particolare, l'attenzione di questa teoria si sofferma sul tema della violenza (1967-1985): I media iniziano a mostrare film e serie tv aventi come oggetto la criminalità e le forze dell'ordine --> gli studi hanno dimostrato che c'è un effetto sulla psiche umana, legato a come le persone percepiscono la realtà che le circonda. La teoria non sostiene che, guardando contenuti violenti, si diventi a propria volta violenti. Sostiene invece che l'effetto di coltivazione che viene da questi contenuti caratterizzati dalla rappresentazione della criminalità e della violenza hanno l'effetto di farci immaginare un mondo più violento e pericoloso di quanto non lo sia in realtà --> percezione costante del rischio. - Questo ha delle ricadute sulla vita sociale delle persone: percependo continuo pericolo cresce il livello di sfiducia nel prossimo, nelle persone che ci circondano, si diffonde un vissuto più affranto nei confronti della società, percezione che il mondo stia peggiorando, che le persone pensino solo a se stesse, non vale la pena fare figli ecc.… NB: esiste un differenziale di coltivazione: più le persone sono esposte ai media più si accrescono gli effetti sociali, il coefficiente è legato alla quantità di contenuti mediali a cui le persone sono esposte. - La conclusione a cui arriva Gerbner è che la coltivazione si costruisce attraverso la ripetizione di forme narrative simili, che lui chiama "Pattern stabili di significato". "Vivere in un ambiente simbolico nel quale certi tipi di istituzioni creano certi tipi di messaggi porta a coltivare (supportare, sostenere e nutrire) certi tipi di coscienza collettiva" (Gerbner). Fattori intervenienti, effetti che favoriscono l'effetto di coltivazione: 1. Differenziale di coltivazione tra forti e deboli consumatori di media. 2. Maggiore è l’effetto di coltivazione tanto meno sono le relazioni interpersonali/sociali che le persone hanno --> si riduce la quantità di punti di vista che hanno a disposizione. 3. Effetto di risonanza: se io vivo in un contesto in cui si verificano situazioni simili a quelle rappresentate dai media, l'effetto di coltivazione diventa ancora più alto. Effetti di primo ordine: Il pubblico adotta letture e interpretazioni del mondo offerte dalla tv che sovrastimano alcuni fenomeni, come quello della criminalità. Effetti di secondo ordine : Il pubblico mutua dai media attitudini, sentimenti e valori. --> Non necessariamente i due effetti sono consequenziali. COLTIVAZIONE E NUOVO SISTEMA DEI MEDIA Come si ricreano gli effetti di coltivazione sulle nuove molteplici piattaforme? Anche se il mezzo televisivo continua ad essere centrale, la demassificazione della comunicazione di massa rende difficile immaginare la coltivazione di una visione del mondo mainstream, uno storytelling di massa. --> lo storytelling nella società contemporanea è targetizzato, indirizzato a certe comunità. " […] visione nella quale gli individui sono coltivati da specifiche visioni del mondo selezionate in base alle loro scelte". - Questa personalizzazione della coltivazione può anche aumentarne gli effetti (Jamieson, Romer 2017) Grazie al fenomeno della risonanza l'effetto della coltivazione si potenzia anche nei nuovi media quando le visioni del mondo proposte collimano con quelle del pubblico --> bisogna approfondire il concetto di selettività: L'esposizione selettiva nei media digitali: Noi possiamo e siamo costretti a scegliere i contenuti e le piattaforme dai quali coltivarci --> information stratamentation (stratificazione e segmentazione). Metterci dei confini significa che dobbiamo per forza privilegiare alcune piattaforme e decidere dei macro-criteri per i contenuti che voglio vedere (es. non potrò mai vedere tutto quello che c'è su Netflix) --> dobbiamo ridurre la quantità di narrazioni e punti di vista ai quali siamo esposti (situazione di paradosso --> più media a disposizione, meno punti di vista). Sulla base di quali criteri scegliamo cosa vedere? - Volontà di evitare forme di dissonanza cognitiva: privilegiare contenuti che non ci mettano troppo in discussione. - Contenuti coerenti con le proprie attitudini preesistenti e sottrarsi a quelli discrepanti (Mutz 2006). - Cercare contenuti coerenti con le attitudini del proprio network sociale --> per non venire esclusi (vedi. Noelle-Neuman). La selettività del consumo è finalizzata a: - Ridurre la dissonanza cognitiva - Cercare sostegno informativo e rendere più articolata la propria idea - Ridurre il costo di elaborazione delle informazioni - Attribuire un giudizio di qualità ai media - Cercare una consonanza con l'audience "media audience homopily" attraverso la selezione dei contenuti La rete produce (anche attraverso i social media) una diffusione indistinta di informazioni da molte tipologie di fonti diverse e spesso "disintermediate". Gli individui si confinano in echo chambers in cui trovano conferma e continua ripetizione del medesimo punto di vista (sintonico col proprio). Questo avviene anche grazie agli algoritmi (continuo a vedere contenuti simili a quelli a cui ho messo like). I rischi delle echo chambers: - Effetto di polarizzazione --> articoli divisivi che generano conflitto (o si è d'accordo o no). - Cybercascades= promozione di campagne d'odio comunicative verso "nemici" che non la pensano come noi --> le nostre idee, rinforzate dagli algoritmi dei social, diventano più radicali. - Autosegregazione e difficoltà di dialogo per la ricerca di soluzioni comuni. - Influenza sul dibattito pubblico: La capacità di espressione aggressive e violente di chi è chiuso nelle echo chambers porta i politici a costruire relazioni specifiche con questi gruppi (le cui idee si sono radicalizzate) se non addirittura ad assumerne le forme comunicative. - Diffusione e credibilità delle fake news: Le echo chambers producono cascate informative che portano a propagare online contenuti che sostengono una specifica posizione. NB: Esistono diversi tipi di fake news: quelle che sono completamente false (hanno circolazione limitata) e quelle quasi vere, notizie raccontate non in modo completo e neutrale oppure con foto che non sono pertinenti a quell'argomento, non provengono veramente da quel contesto. - Filter bubble= potenziano le echo chambers, mix tra funzionamento degli algoritmi, la rete sociale che mi sono costruito e quello che faccio sui social. «Meccanismi online di polarizzazione dell’informazione prodotti dalle logiche degli algoritmi nei social media e dai motori di ricerca come Google». Che cosa differenza l'esposizione alle social news? - Tipologia di amici - Tipi di news condivisi - Modalità di interazione con il newsfeed: Frequenza di connessione, interazione con specifici amici (like, commenti...), click su link, like. A pagine --> Il fondamento: gli algoritmi ci propongono contenuti che "ci piacciono" sulla base di quello che abbiamo già scelto, fatto, o che interessa persone simili a noi. Gli esiti delle filter bubble: - La personalizzazione dell'offerta e del consumo (sia nelle forme del marketing, sia in quella della scelta di contenuti molto personalizzati) creano una frammentazione culturale. Nuove diseguaglianze: - il digital divide (have / have not) --> chi ha accesso alle tecnologie digitali e chi no. - Competenti / non competenti --> chi non ha le competenze per accedere efficacemente alle informazioni della rete rimane tagliato fuori, svantaggiato (es.anziani con lo Spid). --> dipendenza totale della società dalla tecnologia, che genera diseguaglianze! 2 Effetti sui contenuti e sulla cultura : - L'esistenza di un unico ambiente mediale convergente (la rete) favorisce "l'integrazione dei messaggi in un unico schema comune" in cui i codici si mescolano. - Gamification; misinformation. CONNECTIVE SOCIETY Nasce il web 2.0 L'innovazione tecnologica porta alla pervasività della condizione di connessione online o della propensione all'essere online networked. Le condizioni di esistenza online e offline sono senza soluzione di continuità. - Networked individualism= parte da un'osservazione: Cambiano le tipologie e le forme delle reti sociali a cui noi apparteniamo. Rete sociale=insieme di persone collegate tra loro tramite scambio di contenuti. ”Gli individui networked sono caratterizzati da forme di appartenenza parziale a molteplici network e fanno meno affidamento su forme di appartenenza permanente a gruppi stabili” (Rainie e Wellman, 2012). Per gruppi stabili si intende: famiglia, reti di conoscenze locali su base geografica, amicizie di lunga data. L'idea centrale del concetto di networked individualism è che: 1. La società è sempre meno caratterizzata da gruppi di individui collegati attraverso reti personali (perdono la loro unicità, il loro ruolo rilevante nella società). 2. È sempre più caratterizzata da reti di legami deboli sostenute per mezzo della tecnologia digitale. Cambia anche il peso che diamo alle diverse tipologie sociali. - Nasce un nuovo sistema operativo sociale concentrato non pi sull'individuo come parte di un ù̀ gruppo - la famiglia, i colleghi di lavoro, il vicinato - ma in quanto singolo capace di allacciare da solo una gran quantit di relazionià̀ (tramite la tecnologia digitale). --> al centro di tutte queste reti c'è l'individuo in grado di muoversi e allacciare relazioni attraverso le reti sociali. - Parliamo di Social Network Revolution: gli individui gestiscono i legami in modi più complessi e si accresce l'importanza delle reti di legami deboli che vengono attivate da interessi e passioni comuni. Ci sforziamo quindi di più e dedichiamo molto più tempo per instaurare legami deboli piuttosto che forti. Investiamo più tempo nelle relazioni deboli perché ci sentiamo accumunate da esse (es. fandom, videogiochi, interessi comuni ecc.). - Internet aiuta in particolare a mantenere i contatti con i legami deboli: amici, parenti, vicini di casa e colleghi di lavoro cui le persone non sono particolarmente vicine. - Sebbene siano pi deboli, questi legami sono cruciali nell'offrire informazioni, socialit e ù̀ à̀ supporto (es. per trovare lavoro con LinkedIn). --> tutto questo in realtà non contribuisce all'impoverimento delle relazioni sociali, bensì crea una società dinamica caratterizzata da molte più opportunità. Nelle connective society ciascuno è inserito in strutture di relazioni che offrono opportunità, vincoli, alleanze, possibilità di risolvere problemi. La società è costituita da un groviglio di individui networked che operano in network specializzati, frammentati, permeabili e debolmente interconnessi. L’esito sociale di questi network è duplice: - Da una parte , dal punto di vista di ciascun individuo, il proprio mondo sociale è formato intorno ai propri network centrati sull’individuo, ed evolve con la composizione del network stesso. - Dall’altra parte , dal punto di vista del network, la sua configurazione opera come punto di riferimento per ciascuno dei partecipanti e diventa un gruppo di pari (es. vedi tweet sotto i post del Papa, come se fosse un nostro amico --> percezione di essere tutti alla pari, la gerarchia non è percepita). “I confini tra i gruppi sono pi permeabili, le interazioni avvengono con interlocutori differenziati, i ù̀ legami si collocano all’interconnessione di network multipli e le gerarchie (quando esistono) sono meno pronunciate e talvolta ricorsive” (Wellman, 1999). - MOBILE REVOLUTION Con la mobile revolution le tecnologie portatili che prima erano poche, a fine anni 90/inizio anni 200 la tecnologia diventa in maniera dominante quella portabile --> la tecnologia portatile e pervasiva diventa la normalità e la possibilità di essere in relazione con le proprie reti sociali è costante nell'ambito della vita quotidiana (oggi c'è addirittura la tecnologia indossabile, es. gli smartwatch, wearable devices). - INTERNET REVOLUTION Cambiamento della posizione degli utenti nella comunicazione. Le relazioni sono alimentate da nuovi tipi di contenuti prodotti e condivisi dagli utenti che hanno assunto maggiore potere comunicativo. La connected society genera la necessità di produrre contenuti che alimentino le reti sociali. Tutti noi siamo chiamati/spinti a creare e pubblicare contenuti. - All’interno della rete si realizza una comunicazione chiamata Mass Self communication (auto- comunicazione di massa) che: - Potenzialmente è ancora di massa - Caratterizzata da nuove forme di contenuto (post, meme, POV, storytelling, DIY…) - Autogenerata (contenuti); Autodiretta (emissione); Autoselezionata (ricezione) - Molti a molti I soggetti non sono più ricettori passivi ma sono ora in grado di produrre loro stessi contenuti: Da oggetto (destinatario) a soggetto (emittente + destinatario) in grado di raccontarsi, autorappresentarsi, essere esposti ai commenti. Il soggetto acquisisce la consapevolezza di avere un (nuovo) ruolo comunicativo nella società, assistiamo così alla tematizzazione generalizzata del quotidiano: “non esiste ambito sociale che non sia comunicabile in modo istantaneo all’interno delle reti di comunicazione, al punto che i vissuti quotidiani tendono a essere tematizzabili come fatti pubblici”. La cultura della connessione che si genera nella connective society è una cultura in cui le strutture dei social media sono entrate gradualmente al centro delle nostre routine e pratiche quotidiane. ELEMENTI COSTITUTIVI ED “EFFETTI SOCIALI” DELLE PIATTAFORME Nel 2004 entriamo in una rete che, pur mantenendo i siti web, introduce le cosiddette piattaforme 2.0 (social media, blog, Wikipedia…) Si parla ora di un terzo sviluppo del web --> piattaformizzazione (platformisation) Quali sono gli elementi costitutivi delle piattaforme? 1. I DATI: Le piattaforme raccolgono automaticamente grandi quantità di dati relativi ai contenuti prodotti e circolanti e relativi ai comportamenti degli utenti e li archiviano per migliorare il servizio che ci offrono (nasce come strumento di ottimizzazione del marketing delle piattaforme). Come vengono raccolti i dati? --> La raccolta di dati è consentita e modellata da hardware e software: - Dai device utilizzati per accedere che incorporano software e app che raccolgono i dati (i cellulari e tablet) - Dai click del mouse (indirizzi, geolocalizzazioni, interessi) --> digital footprints - Dai social buttons e dai pixel: Social buttons= bottoni che permettono di condividere sui social contenuti che sono altrove ("condividi su…"), per poi restituire contenuti simili a quelli che abbiamo condiviso. Pixel= piccoli frammenti di software che si agganciano alla nostra identità digitale (i nostri ID account). Google non funzionerebbe più se smettesse di raccogliere dati. NB: i cookies sono di prime, seconde o terze parti a seconda di con quante persone i nostri dati vengono condivisi (meglio evitare di accettare quelli di terze parti --> possono condividere i dati con soggetti che non fanno parte del brand). - Attività di remarketing (o retargeting): servono a riproporci dei prodotti a cui siamo risultati interessati anche all'interno di altri siti (di solito sono legate all'ecommerce). 2. GLI ALGORITMI: Le piattaforme utilizzano gli algoritmi per filtrare automaticamente l'enorme quantità di dati raccolta e per connettere utenti, contenuti e pubblicità. Sono insiemi di istruzioni automatizzate per trasformare i dati di input in output: Es. page rank di Google: Input: numero di link alla pagina, descrittori della pagina --> output: rilevanza della pagina web nella ricerca (search engine marketing). 3. LE INTERFACCE: Sono lo strumento attraverso qui tutto il mondo di contenuti, algoritmi, dati torna a noi visibile. Quindi le interfacce: - Rendono visibili e accessibili i contenuti - Orientano produzione, connessione e accesso ai contenuti - Agiscono secondo una logica predittiva: favoriscono alcune azioni/interazioni e ne disincentivano altre. Es. interfaccia di Instagram (pulsante DM, “+” per aggiungere contenuti oggi sono entrambi sulla destra). Le interfacce ci spingono a fare determinate azioni piuttosto che altre, prediligono alcune attività piuttosto che altre. 4. STATUS PROPRIETARIO Ogni piattaforma ha uno status giuridico ed economico, sono delle vere e proprie imprese condizionate nel loro agire. Ogni piattaforma: - È di proprietà di qualcuno - Ha uno scopo di lucro (molto raramente sono no profit) - È legalmente situata in un luogo NB: anche piattaforme che sembrano no profit, come Airbnb (peer to peer), ha uno status proprietario è di proprietà di una company statunitense e di una serie di azionisti tra cui diversi venture capitalist. Deve quindi produrre reddito ed essere in continua crescita. Fa riferimento ai sistemi di regolamentazione americani rispetto alle transazioni economiche e alla tassazione. - Ranking : "le metriche della reputazione non sono semplicemente un riflesso della qualità e dello status di un servizio offerto […], ma sono modellate e definite…. 3. Moderazione: All'interno delle piattaforme digitali esistono dei meccanismi di moderazione --> le piattaforme selezionano alcune tipologie di contenuti che non ritengono "adatte" e le rimuovono. Ci sono delle soglie oltre le quali non si può andare all'interno delle piattaforme, queste soglie sono solitamente esplicitate nelle cosiddette "linee guida" dei social. Es. Facebook: autenticità (no profili fake) e sicurezza (no espressioni e contenuti minacciosi) come le due linee guida fondamentali. Ci sono poi 3 filoni legati al concetto di sicurezza, che si dividono in: - Violenza e comportamenti criminali : riferimento o alla messa in atto di comportamenti criminali sulla piattaforma stessa, es. frode, truffa, no rispetto del copyright o all'istigazione alla violenza. - Sicurezza : legato a 4 grandi aree --> violazione della privacy; sfruttamento di esseri umani, soprattutto minori; bullismo e intimidazioni; rappresentazione di atti di autolesionismo o addirittura suicidio. - Comportamenti deplorevoli : immagini forti e violente, immagini di nudo o di atti sessuali, violenza sugli animali, adescamento… NB: il modo in cui vengono monitorati questi contenuti è molto lento, si avvale di parole chiave e di segnalazione da parte degli utenti (nel mentre questi contenuti, anche se per breve tempo, riescono comunque a circolare). I contenuti da rimuovere sono identificati attraverso: - Tecnologie di rilevamento automatiche (es. rilevamento parole chiave) - Moderatori "umani" che valutano attività e contenuti non conformi - Collaborazione degli utenti tramite segnalazioni INFORMAZIONE NELLA PLATFORM SOCIETY Qual è il ruolo delle piattaforme nell'evoluzione del sistema dell'informazione? Van daijk riprende da Nicholas Carr il circolo Disaggregazione --> riaggregazione 1. DISAGGREGAZIONE anni 90: - Tra contenuti giornalistici e pubblicità: I contenuti pubblicitari che prima venivano ospitati dalle testate giornalistiche, cominciano a spostarsi nel mondo digitale --> gli introiti pubblicitari iniziano a spostarsi ai motori di ricerca. Nascono così nuovi soggetti che ospitano i contenuti pubblicitari a pagamento prima presenti nelle testate giornalistiche e le testate giornalistiche si trovano con meno fondi. - Tra contenuti informativi e audience: Attraverso i motori di ricerca gli utenti accedono direttamente ai singoli articoli aggirando completamente la "pagina" o il "sommario". 2 conseguenze: - Ogni frammento di informazione mi viene rappresentato in modo autonomo --> leggo solo il pezzo che corrisponde alla mia ricerca su Google. - La prima notizia che mi viene restituita è quella che meglio corrisponde ai criteri di selezione delle piattaforme --> quella più popolare, col ranking più alto. 2. RIAGGREGAZIONE anni 90 : Riaggregazione di notizie da parte di una piattaforma dedicata (es. Google News): Gli aggregatori di notizie raccolgono i contenuti di diverse fonti a differente statuto (blog, testate, podcast...) È l'aggregatore piuttosto che la testata a fare da gateway per l'accesso alle notizie. --------- 3. DISAGGREGAZIONE anni 2000 : - Disaggregazione nelle piattaforme: Le piattaforme stanno riproponendo forme di consumo "nativo delle news" --> le news vengono lette solo nella loro riformulazione pensata per le piattaforme social, in un modo ancora più frammentato. Ci si limita a leggere ciò che vogliamo sapere, non tutto l'articolo. 4. RIAGGREGAZIONE anni 2000 : - Riaggregazione di notizie da parte di una piattaforma: Es. Facebook: se cerco "covid" mi raggruppa tutte le notizie inerenti frutto di una sua selezione. In modo ancora più radicale rispetto a Google News: mix di fonti istituzionali e non I social hanno anche tentato di diventare loro stessi dei luoghi di pubblicazione delle news --> articoli pubblicati per intero direttamente sulla piattaforma, i cosiddetti "instant articles" (così che le persone non dovessero cliccare su link esterni), ma le testate giornalistiche sarebbero affette da perdita economica. Sono vantaggiosi invece per le piattaforme perché mantengono gli utenti sulle stesse e permettono loro di controllarne i dati. Ora sta succedendo qualcosa di simile con le notizie raccontate in forma di brevi video, come i reels su Instagram prodotti dalle testate giornalistiche stesse. "Consumo nativo" delle news= cercare di tenere l'offerta delle news dentro la piattaforma. Al posto degli instant articles abbiamo: - Facebook: 1. Facebook news o Sezione dei social network che diffonde articoli della stampa. o Notizie scelte in base a ciò che gli utenti leggono e condividono. Notizie del giorno, selezionate da un team di giornalisti assunto dalla compagnia. Flusso personalizzabile. o Gli editori aderiscono a Facebook news e i loro contenuti entrano nel flusso. o Gli editori guadagnano sulla base delle visite o della pubblicità presente sulla piattaforma. Le testate giornalistiche che aderiscono verranno inserite nella piattaforma algoritmica di Facebook (es. Washington Post): le piattaforme social consentono la circolazione a link di contenuti per reindirizzare le audience al sito web dell’editore. Le piattaforme social ospitano i contenuti dell’editore e li connettono alla pubblicità. Si tratta di strategie di network che hanno avuto più successo degli instant articles. NUOVO RUOLO EDITORIALE DELLE PIATTAFORME Il bisogno di essere informati è sempre più crescente, soprattutto in tempo di crisi (vedi bollettini covid). - Emergenza sanitaria e informazione nel 2020 : L'emergenza sanitaria ha determinato un'evoluzione fondamentale nel modo in cui le piattaforme social hanno gestito il loro rapporto con la natura editoriale dei contenuti che pubblicano. Si tratta di un cambiamento che ha riguardato tutte le piattaforme a maggiore diffusione mondiale da cui sarà difficile tornare indietro. - Dobbiamo prima però fare un passo indietro nel 2016/18 --> scandalo Cambridge analytica: È la ragione del declino di Facebook e del suo reinventamento come Meta. 17 marzo 2018 Christopher Wylie rilascia dichiarazioni a grandi testate giornalistiche del mondo anglosassone riguardo indiscrezioni circa un uso improprio fatto delle piattaforme social durante la campagna elettorale di Donald Trump del 2016: Sostiene che un'azienda chiamata Cambridge Analytica, che fa consulenza politica, ha sfruttato i dati personali di milioni di utenti Facebook per ottimizzare al massimo la portata della propaganda politica delle campagne elettorale di politici tra cui quella che nel 2016 ha portato all'elezione di Trump --> i dati personali di milioni di utenti Facebook sono stati violati a scopo politico. L'esito di queste dichiarazioni ha un impatto gravissimo sulla piattaforma Facebook, la cui borsa crolla: Ma che cosa è successo veramente? La storia: 1. La società Cambridge Analytica cerca di sviluppare un progetto basato sulla psicometria = monitoraggio di come certe caratteristiche psicologiche delle persone le portino a recepire più facilmente certi tipi di messaggi a discapito di altri --> come si possono ottimizzare i messaggi di propaganda politica. Questa società affida ad un collaboratore, Aleksander Kogan, l'ideazione di un sistema per rilevare ciò utilizzando le piattaforme digitali: Aleksander Kogan (ricercatore dell’università di Cambridge) crea una società d’appoggio, Global Science Research, e crea un’app “This is your digital life” che sembra un gioco: - L’utente risponde alle domande e ottiene un suo identikit digitale. - Kogan accumula dati (ufficialmente per fini scientifici) e li passa a Cambridge Analytica. L’app si tratta di un test (es. associa le persone alle pietre); così facendo accumula tantissimi dati psicologici sugli utenti Facebook ed ottimizzare quindi le campagne politiche. Questo fu possibile perché nel 2013, quando vengono raccolti i dati, i TOS (Terms of Service) di Facebook non impediscono che terze parti raccolgano dati sia sui soggetti che hanno dato l'autorizzazione sia sui loro amici e contatti su Facebook --> erano molto più permissivi di quanto lo sono ora! Così facendo, sono stati raccolti i dati per un totale di 87 milioni di utenti. 2. Kogan cede i dati raccolti a Cambridge Analytica, che li usa per elaborare i profili psicometrici degli utenti che hanno aderito al test: - L'affiliazione al partito - I soggetti più sensibili a certi tipi di campagna - I temi più efficaci per i singoli --> gli utenti sono inconsapevoli che la propaganda politica che vedono è pensata ad hoc per loro e ha quindi come obiettivo quello di convincerli. 3. La campagna di Trump si appoggia a questa società di consulenza politica: Vengono inviati ai cittadini statunitensi messaggi di propaganda elettorale calibrati sui loro profili psicografici, così da essere più persuasivi. Qual è il problema? La raccolta dati: l'uso dei dati a fini elettorali non è inusuale né illegale, purché i dati siano raccolti legalmente. Questi dati sono invece stati raccolti senza la consapevolezza degli utenti e gli scopi per cui i dati sono stati raccolti non erano stati dichiarati. - Cosa c'entra Facebook in questo scandalo della Cambridge Analytica ? Stando alle dichiarazioni di Wylie nel 2018, Facebook sarebbe stata a conoscenza dell'utilizzo illegittimo dei dati dei suoi utenti (tanto che nel 2016 ne aveva chiesto la cancellazione). Facebook non avrebbe quindi informato gli utenti dell'uso illegittimo di dati di cui era a conoscenza. --> Facebook non ha vigilato i dati dei suoi utenti Come gestisce la crisi Facebook? 1. Zuckerberg si assume la responsabilità e aggiunge che hanno modificato e reso meno permissiva la regolamentazione dei dati di Facebook (e che quindi hanno già risolto il bug). 2. Zuckerberg ribalta sugli utenti la responsabilità affermando che avrebbero dovuto sapere che rendendo le cose pubbliche soggetti di terze parti avrebbero potuto appropriarsene. MISINFORMATION E FLUSSI DI COMUNICAZIONE A CASCATA Caso di Austin, Texas: 9 Novembre 2016: - Erik Tuker (40 follower su Twitter) mette online un tweet in cui ipotizza che i manifestanti anti Trump che si erano raccolti ad Austin non fossero lì spontaneamente ma fossero stati portati con un pullman dai sostenitori del candidato democratico. - Dopo alcuni giorni il suo tweet era stato condiviso 16.000 volte su Twitter e più di 350.000 volte su Facebook. - Il problema è che il tweet si basava su un’interpretazione errata dei fatti. --> Come si è passati da tweet da un account con pochi follower a notizia virale? 1. Ruolo cruciale degli hashtag che fanno "uscire" il tweet dai suoi 40 follower, in particolare l'hashtag #fakeprotests che è un hashtag politicamente molto orientato. La sua affermazione si era basata su una rapida ricerca su google e sulla mancanza di tempo per fare verifiche più approfondite. 2. Il tweet viene poi condiviso da un gruppo di supporter di Trump attraverso Reddit (@the_donald), a sostegno della teoria che le manifestazioni anti-trump sono sostenute dai democratici. 3. Il post di Reddit passa ad un'altra piattaforma ancora e finisce all'interno di un forum di conservatori di Free Republic, al quale hanno accesso anche diversi personaggi politici americani. ormai la notizia sta viaggiando in modo indipendente dal suo autore. Si creano 3 flussi: a. il manager della compagnia di autobus inizia a ricevere mail e telefonate in cui le vengono richieste spiegazioni b. un reporter della Fox TV chiede un’intervista per un servizio televisivo allo stesso manager c. i social media: la diffusione dell’informazione cresce attraverso Facebook (Right Wing News) e blog (Gateway Pundit). Dopo 3 giorni, Turker smentisce la notizia su Twitter ma la notizia è ormai dilagata come fake news. Cosa traiamo da questa storia? - Flussi di condivisione - Omofilia delle reti (persone che la pensano allo stesso modo) - Logiche di credibilità FLUSSI DI COMUNICAZIONE A CASCATA Il fenomeno avviene attraverso diversi meccanismi: 1. Flussi di condivisione: Dalle attività di social sharing da parte di utenti le cui bacheche sono state raggiunte da post (o tweet) condivisi da profili e pagine differenti oppure da amici --> stratificazioni di credibilità. I fenomeni di cascata all’interno delle reti sociali si attivano quando, la condivisione avviene a partire dall’osservazione delle attività degli amici connessi di cui vengono ulteriormente distribuiti i contenuti. 2. Omofilia delle reti: = l'attrazione tra soggetti dovuta alla presenza di tratti comuni e la tendenza di questi ad associarsi e a stabilire legami con altri simili. Gli effetti dell'omofilia: - Percezione di somiglianza incrementale: - Più percepisco alcuni soggetti come simili, più interagisco con loro (like, share, mention) - Più interagisco con loro, più mi è evidente la loro somiglianza (Barnett e Benefield) - Sviluppo di sistemi di significati condivisi: Il circuito di relazioni tra soggetti che si percepiscono come simili genera sistemi simili di interpretazione dei fatti e degli eventi. - Incremento di credibilità: I contenuti condivisi da un "contatto social" che condivide le proprie posizioni culturali o narrazioni degli eventi acquisiscono un surplus di credibilità. "I contenuti diffusi all'interno di reti omofile acquistano particolare valore proprio in relazione al fatto che vengono ricevuti in modo selettivo in quanto corrispondono a interessi, temi e valori propri di una specifica rete sociale." (Baresh, 2011) 3. Logiche di credibilità: Credibilità= misura della certezza che un soggetto o più soggetti si comporteranno nel modo da me previsto --> si crea un rapporto di fiducia (so che quella persona mi dirà qualcosa di vero). Precondizione della comunicazione: - "Principio di carità" (o "principio di benevolenza interpretativa"): io sono ben disposto ad accogliere ciò che mi arriva dall'altro (Quine e Davidson). Confidare quindi che l'altro possa ascoltarmi e capirmi e che l'altro abbia qualcosa di significativo da comunicarmi. - Sincerità: fiducia reciproca nel fatto che l'altro sia come appare e sia quel che dice e mostra di essere. - + viceversa --> Confidare che l'altro creda alla verità di quello che dico e alla verità della mia "faccia". 3 tipologie diverse di credibilità: 1. Credibilità cognitiva: indizi per capire se la persona con cui interagiamo è competente e se ha una serie di conoscenze alle quali mi interessa accedere. 2. Credibilità normativa: indizi per capire se il soggetto con cui sto interagendo è espressione di un insieme di valori o di uno status che per me sono desiderabili --> ti devi fidare perché noi abbiamo i tuoi stessi valori. 3. Credibilità affettiva: fiducia basata sull'identificazione e sulla familiarità col soggetto in questione --> questi 3 tipi possono coesistere insieme e avremo quindi il picco massimo della credibilità (gli influencer lavorano su questi 3 piani). La credibilità che viene messa in gioco meno, se usciamo dalla sfera dell'influencing, è quella cognitiva. Si punta soprattutto su una credibilità di tipo normativo. La propagazione della credibilità si basa anche sulle forme di accreditamento con cui un individuo proietta la sua credibilità su un altro presentazione di un amico a un amico in cui parte della propria credibilità viene trasferita sull’altro (ci credo perché ci credono i miei amici). Si parla in questo caso di: FOAF= Friend of a Friend Network FIDUCIA SISTEMICA E ATTUALE SISTEMA MEDIALE Fiducia sistemica= il sistema dei media agisce seguendo routines scrupolose di verifica della veridicità dei fatti e automatismi affidabili e oggettivi ci si fida del modo in cui lavorano i media. Si tratta di un tipo di fiducia pre-piattaformizzazione della società - Credibilità cognitiva e normativa personale: - Credibilità della fonte (il giornalista) in quanto esperto e coerente col suo ruolo + - Credibilità della fonte (il giornalista) perché incarna un set di valori - Credibilità affettiva personale: Credibilità del mediatore (ad esempio chi condivide una notizia) perché con lui si ha una relazione affettiva. PIATTAFORMIZZAZIONE DELLA SALUTE Si tratta di uno snodo nella gestione della salute delle persone da parte delle Big 5, soprattutto Apple (vedi lezione 1). - Offerta di servizi personalizzati, data driven ai clienti --> medicina personalizzata - Raccolta di dati scientifici utili e funzionali alla ricerca --> privatizzazione di dati pubblici - Le promesse delle app di salute : o Valori aggiunti --> gestione e soluzione personalizzata della propria salute (es. programmi per la perdita di peso) o Sostegno della community in cambio della cessione dei dati personali e, a volte, di un compenso (es. abbonamenti premium alle app di fitness) o Costruzione di una maggiore consapevolezza sulla malattia o Logica della personalizzazione e logica wiki o "tutti gli attori contribuiscono al bene comune, dal quale tutti traggono un uguale beneficio" Le Big 5 si fanno carico di sviluppare piattaforme per la raccolta e gestione dei dati (es. Google Cloud Healthcare & Life Sciences) Le istituzioni pubbliche diventano imprese economiche complementari rispetto a cui le piattaforme fanno da connettori con i "clienti" e i "pazienti" finali. DIBATTITO SUL RUOLO DEGLI ALGORITMI Si tratta di un dibattito contemporaneo sul ruolo che gli algoritmi hanno sulla nostra società. I sociologi iniziano a chiedersi se non ci fosse un impatto di questa presenza costante degli algoritmi sulla società contemporanea. Ted Striphas nel 2015 è il primo ad usare il termine "cultura algoritmica" e spiega che gli algoritmi contribuiscono a 3 aspetti principali: 1. Intervengono in modo significativo a ridurre la quantità di contenuti (overload) che ci arrivano ogni giorno filtrandole. 2. Contribuiscono a un processo essenziale della cultura: quello di definire la visibilità e il valore di prodotti culturali (Striphas e Seaver). 3. Contribuiscono a "riassemblare il sociale", specialmente attraverso social media, sulla base delle affinità e connessioni individuate dagli algoritmi. --> gli algoritmi non hanno solo impatto tecnologico, ma anche culturale/sociale! Gli algoritmi hanno dunque un potere sociale legato: - Alla loro capacità di incidere sui processi sociali - Al modellamento di visibilità e attenzione nei social media Bucher fa riferimento ai media digitali contemporanei come "media algoritmici", che sono definiti come: "tecnologie mediali che si basano fondamentalmente su algoritmi per ordinare, filtrare, gerarchizzare e curare i contenuti" - Ai processi di costruzione di significato che vengono suggeriti dalle selezioni algoritmiche (Hayles 2019 e Introna 2011) - Alla capacità di individuare, catalogare e ordinare il mondo e le persone (Cheney-Lippold, 2011)