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Appunti sociologia della comunicazione e dei media digitali, Appunti di Sociologia Dei Media

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Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 18/05/2022

FarahAhmed
FarahAhmed 🇮🇹

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Scarica Appunti sociologia della comunicazione e dei media digitali e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Media solo su Docsity! Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed INTRODUZIONE Di cosa parleremo? 1. Comunicazione ed effetti sulla società (rapporto comunicazione e società) Ci sono azioni molto importanti che noi compiamo nella nostra vita quotidiana. Queste azioni sono: • informarci (anche nella vita quotidiana) • formarsi un’opinione su quello che ci circonda • produrre e consumare cultura attraverso quali piattaforme (e nel passaggio dai media tradizionali a quelli tradizionali, siamo passati a consumare cultura sulla logica del palinsesto a quella algoritmica che mi permette di scegliere quello che mi piace, il cambiamento vero sta nel palinsensto che mi offre delle serie da guardare a un app che sa che cosa voglio vedere e quindi me le mette in primo piano) • agire e mobilitarsi, è un altro comportamento che noi adottiamo nella nostra vita che è mediato dai mezzi di comunicazione, ad esempio il sistema dei media oggi favorisce il tipo di mobilitazione etica e ambientale per iniziative come quelle portate avanti da Greta Thunberg. Quindi quando parliamo degli effetti dei media sulla società parliamo di come il sistema dei media influenza la nostra informazione, formazione di opinione ecc. Il fatto che i media digitali siano importanti nel nostro contesto contemporaneo ha degli effetti. Ci sono sempre state delle mobilitazioni ambientali però la portata globale trasnazionale che riescono ad avere questi movimenti poggia sui media. 2. Opinione Pubblica I Media digitali e soprattutto la digitalizzazione ha cambiato queste relazioni: • Le teorie classiche vanno riconsiderate • Emergono questioni relative alla privacy e la costruzione della fiducia. I social media e come funzionano . 01 Opinione pubblica Premesse: i media digitali oggi in Italia Oggi ci troviamo in un sistema di media fortemente digitalizzato. Il censis che è un istituto di ricerca italiano che fa ricerca sui temi della comunicazione, ogni anno fa delle indagini quantitative e ogni anno rilascia un rapporto sull’uso dei media. dobbiamo tenere a mente che Non solo il sistema dei media è dominato dalle piattaforme digitali ma che deriviamo da un anno e mezzo in cui il processo digitalizzazione a tappe forzate, perché le esigenze comunicative portate dalla pandemia hanno portato il mondo a digitalizzarsi (gli studenti che si sono dotati di pc). Questa spinta verso la digitalizzazione ha investito in attività anche in campi come il commercio, chi aveva già degli strumenti di commerce e li ha potenziati come i supermercati. Anche chi non aveva pensato di avere un sito di commerce si è spostato verso questa strada. Questa pressione verso la digitalizzazione ha aperto le strade verso nuove attività. I cambiamenti registrati dal censis: • I dati restituiti dai censis è che 46 mil su 60 mil sono dotati da una connessione internet. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed • La maggior parte degli italiani ha sviluppato la convinzione che l’accesso a internet sia un diritto e non un bene di lusso, si è creata un opinione pubblica per cui bisogna essere garantita l’opportunità di accedere alla rete. • Quasi l’80% degli italiani usa internet per la salute, il 76% per pagare le bollette, il 75% per attività di intrattenimento e più del 70% per fare acquisti online • C’è una spinta per continuare a migliorare la connessione internet per passare al 5G, chi non ce l’ha è spinto ad accedere a una connessione. Si sta formando intorno alla rete un’opinione dominante che ne coglie tanti aspetti positivi riguardo al 5G, ma anche alcuni che presentano dei timori, quali: la sicurezza, l’accesso ai minori, la dipendenza dai social, il timore degli hater. Quindi l’opinione pubblica creatasi riguardo al 5G presenta dei timori legati alla relazione dei soggetti alla rete e non all’infrastruttura. Sulla formazione di questa opinione incidono anche i mezzi di comunicazione, perché i rischi di frode sono molto parlati e quindi incidono molto sull’opinione. Quindi nella gerarchia di questi rischi c’è anche un effetto dei mezzi di comunicazione, che mettono in evidenzia alcuni rischi piuttosto che altri, quindi è normale che vengano percepiti alcuni rischi maggiormente rispetto ad altri. Il sistema di cui parliamo ha un ruolo fondamentale che contribuisce a formare un’opinione sulla rete stessa. Ma che cos’è l’opinione pubblica? • L’opinione pubblica è il giudizio e il modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini. È un giudizio e quindi riguarda la sfera di valutazione. • L’opinione pubblica è l’insieme delle idee che un determinato agglomerato umano (città, nazione, gruppo di nazioni) ritiene giusto e vero in un determinato momento. Quindi l’opinione pubblica è situata per area geografica e per tempo, e quindi la possiamo intercettare nel tempo e nello spazio, non esiste opinione pubblica uguale per sempre e ovunque. • L’opinione pubblica è un sistema di credenze sulla cosa pubblica. Non riguarda la sfera della vita privata. • L’opinione pubblica non è mai un qualcosa di unitario, ma è un insieme delle correnti di opinione anche opposte dominanti in una società. PAROLE CHIAVE: • Collettiva • Credenze • Determinata • Non unitaria L’opinione pubblica dominante interviene ad esempio quando Twitter bloccò Trump dopo l’attacco al capital hill perché incitava all’odio, l’opinione pubblica dominante è colei che stabilisce cosa è un’incitazione all’odio e cosa non lo è. A un certo punto all’opinione pubblica americana dominante è sembrato sempre meno accettabile ed è sembrato che fosse possibile sanzionare l’incitazione all’odio delle istituzioni americane. Quindi l’opinione pubblica dominante era che l’aggressività verso le istituzioni era una forma di aggressività non accettabile, quindi Twitter si è sentito autorizzato da una certa evoluzione dell’opinione pubblica a bloccare Trump, e pochi hanno sabotato Twitter per questa decisione. Quindi a volte le piattaforme si fanno espressione dell’opinione pubblica nell’includere o escludere certi comportamenti. I primi studi sul rapporto tra media e società focalizzano l’attenzione sulla formazione dell’opinione pubblica. Perché? Perché si fonda sull’idea che la comunicazione attraverso i media viene intesa come uno strumento attraverso cui “legare” la società: si è cominciato a pensare che effettivamente quello che i mezzi di comunicazione comunicano fornisce dei modelli, valori , significati sociali che contribuiscono a creare l’opinione pubblica. Quindi Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed in famiglia e nelle reti dei pari che creavano una grande omogeneità di opinioni all’interno dei gruppi primari (famiglia e amici stretti). Questa opinione che si crea deriva da con chi si discute. Si accorsero che quelli che avevano cambiato scelta erano caratterizzati da un tratto comune, ovvero che tutti erano partiti in disaccordo con i loro gruppi di riferimento e alla fine di tutto il percorso questi avevano cambiato idea. Questo conferma che non solo i media giocano un ruolo importante nella scelta elettorale. Questa scoperta era rivoluzionaria ai tempi. • Scoprono che dentro queste reti sociali (amici, parenti..) ci sono persone più influenti di altri, che vengono chiamati per la prima volta opinion leader e sono tutti accomunati dall’essere più esposti ai media. Non tutti sono uguali nelle discussioni, ci sono alcuni capaci di orientare l’opinione. Queste persone sono tutte più informate ed esposte ai media, hanno una quota di info in più e questo li conferisce la capacità di essere più influenti, quindi i media sono importanti non perché arrivano direttamente a ciascuno ma perché chi ha più info dai media è un soggetto influente capace di orientare le opinioni degli altri e diventa opinion leader. Quindi i media sono influenti sugli opinion leader e anche sugli altri. I due sociologi dopo questa ricerca si orientano verso il consumo, consapevoli della presenza degli opinion leader sono curiosi di sapere che cosa spinge le donne a compiere le loro scelte di consumo. • Ritrovano anche qui degli opinion leader, anche nelle scelte di consumo ci sono delle discussioni in cui ci sono dei leader, che sono specifici per certi temi, quello per il cinema non è lo stesso per la moda. Quindi gli opinion leader si configurano come delle figure con delle competenze specifiche in alcuni campi. Quindi si avvicina molto alla definizione del buisness dictionary. I media centrano ma sono mediati dagli opinion leader. • Quindi in questa stessa comunità di donne ci sono più opinion leader. La teoria del two step flow of communication vuole sistematizzare le informazioni raggiunte, ed elaborano un modello: • L’influenza esercitata dai media è filtrata dagli opinion leader-→1 step • Il flusso deriva poi dagli opinion leader alle loro reti sociali→2 step Questo significa che l’influenza dei media non arriva uguale a tutti, perché gli opinion leader sono diversi, quindi gli stessi contenuti mediatici esercitano un’influenza diversa nelle diverse reti sociali a seconda dell’opinion leader. Fermandoci che al leader dell’opinione sia l’attore sociale più disponibile alla esposizione ai media e più competente nell’uso dei media, il opinion leader ha due funzioni importanti: 1. Gatekeeping: fa da filtro, porta alla sua rete sociale info piuttosto che altre 2. Framing: modellizzazione, nel riportare le info selezionate le racconta e le mette in una narrazione e quindi le da un senso Quindi gli opinion leader rispetto ai contenuti dei media sono un filtro importante. “Le idee spesso fluiscono dai messaggi mediali, dalla radio agli opinion leader e poi i leader portano il messaggio a individui meno attivi rispetto alla ricerca di informazione rispetto alla popolazione” Lazarsfeld e Katz A partire da questo modello si inizia a pensare al pubblico come un insieme di reti sociali che si mette in relazione ai media attraverso gli opinion leader anziché una massa indistinta di persone. I due sociologi vogliono quindi identificare cosa fa di un opinion leader un opinion leader: • Sono più esposti ai media Ma bisogna anche di un riconoscimento: le 4 caratteristiche che deve avere un opinion leader: Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed • Literacy: elevata esposizione ai media (tendenza alla ricezione di maggiori informazioni • Commitment: sono appassionati, hanno un elevato coinvolgimento ed interesse per determinati argomenti • Socievolezza: capacità comunicativa tale per cui la info possa essere facilmente trasferita agli altri. • Leadership: esiste se è riconosciuto, dal basso o dal gruppo dei pari del possesso di maggiori conoscenze. Senza la leadership, un opinion leader non lo è. Ci sono poi altre due caratteristiche: ci sono due tipi di opinion leader • Verticali: soggetti che hanno le caratteristiche dell’opinion leader e comunicano attraverso i media • Orizzontali: soggetti che hanno le caratteristiche di opinion leader e che agiscono all’interno di reti sociali più o meno ampie Distinguono tra opinion leader: • Monomorfi: hanno rilevanza in un solo o in un numero limitato di campi • Polimorfi: l’influenza esercitata non riguarda solo un argomento ma, più in generale, idee, atteggiamenti, propensioni e scelte politiche come di consumo (ad es. Obama). Ma sono delle figure rare. Esempi di opinion leader verticali e monomorfi : Hanno visibilità attraverso i media Hanno una specifica area di influenza Sono punto di riferimento per gruppi sociali/culturali diversi Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Gli studi sugli opinion leader vanno avanti: con lo sviluppo delle piattaforme social le figure degli opinion leader ritornano ad essere importanti perché sono luoghi di dialogo e discussione su diversi temi. E ci sono diversi studi che mettono in gioco il pensiero di Lazersfeld e Katz adattandolo alla contemporaneità. Una questione importante oggi nella contemporaneità è quella di riconoscere e classificare un opinion leader: questo avviene attraverso 4 chiavi tipiche delle piattaforme social: • Dimensione dell’influenza: globale o locale. La distinzione globale e locale diventa più importante perché oggi con i social è molto più facile arrivare e trovare opinion leader a livello globale • Area della conoscenza: monomorfi o polimorfi • Orizzonte temporale: possono esserci nelle piattaforme social opinion leader effimeri • Distinzione tra opinion leader positivi e distruttivi, questa emerge con lo sviluppo della rete perché al di là di opinion leader che riescono a guidare anche senza intenti manipolatori verso la formulazione di opinione, ci sono opinion leader che influenzano i follower alla formazione di opinioni non a favore dei follower. Si sono sviluppati dei studi che vogliono evidenziare le caratteristiche dei OL digitali: nell’identificazione di caratteristiche dei opinion leader su Instagram individua caratteristiche che sono simili e rimandano a quelle di Lazersfeld e Katz • Quello che agisce come opinion leader su IG deve essere considerato come esperto di un prodotto o servizio→ commitment • Essere un membro attivo di una comunità online→ literacy e commitment • partecipare con alta frequenza e dare un contributo sostanziale→ socievolezza. • essere considerato da altri utenti come soggetto che ha buon gusto in relazione alle decisioni di acquisto→leadership La costruzione del OL in un social si basa sugli stessi pilastri dei due sociologi declinati in modo adatto ai social. Gli influencer importanti nella rete non sono sempre verticali ma ingaggiano, comunicano e questo è un elemento fondamentale C’è anche un’analisi elaborata su 1000 follower di opinion leader che precisa sui contenuti che dovrebbero essere caratterizzati da: • originalità: avere elementi innovativi, innovazione nel modo di presentare i contenuti. Devono essere autentici, gli opinion leader devono costruirsi su due dimensioni essere innovativi ma non Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed agiscono riuscendo a far esplodere i contenuti. Gladwell non ci dice quali sono le caratteristiche generali degli OL ma individua 3 tipi di OL: 1. OL connettori: sono persone che hanno un’ampia rete di connessioni e la loro leadership è quella di far stare insieme le persone, quello che diffonde i contenuti identitari in cui le persone si riconsocono. Questa tipologia di opinion leader è con una forte componenete identitaria che punta far stare insieme le persone. 2. OL esperti: un contenuto viene fatto virale non dai connettori ma da degli esperti che hanno tutte le caratteristiche degli OL che sono interessati a contenuti che possono risolvere problemi e che forniscono risposte, quindi vogliono diffondere qualcosa che è utile. Es. Salvatore Aranzulla 3. OL persuasori: quelli che sono dei leader carismatici capaci di catalizzare consenso indipendente dall’essere dei connettori o dall’essere esperti. Quindi si ricondividono contenuti perché sono stati messi in rete da una certa persona 04 LA SPIRALE DEL SILENZIO: Elizabeth Noelle-Neuman fu una studiosa e psicologa sociale tedesca, che si interessò agli studi del processo di formazione dell’opinione pubblica. Quindi individua un terzo elemento importante che è la percezione del clima dell’opinione. Neuman si pone una domanda riguarda il processo di formazione dell’opinione politica. Negli anni 70 in Germania c’erano delle elezioni nelle quali il risultato elettorale era completamente diverso da ciò che avevano comunicato i sondaggi. Neuman rimase stupita.. ma anche qualche anno fa avvenne qualcosa di simile quando Trump vinse le elezioni contro Hilary Clinton. Questo fenomeno dovuto a delle ragioni sociali e culturali il risultato delle elezioni sono diverse da ciò che i sondaggi comunicano. Quindi a partire dalla domanda di Neuman riguardo al motivo per il quale le persone cambiano scelta rispetto la comunicazione dei sondaggi, la studiosa elabora la teoria della spirale del silenzio. Da cosa parte? Parte dall’idea che l’opinione pubblica ha una funzione integrativa ,cioè che ci consente di avere dei punti di riferimento comuni per vivere in una società coesa. Non ha in mente una funzione negativa o manipolativa dei media ma ha in mente una funzione positiva per la quale l’opinione pubblica aiuta alla creazione di una comunità coesa nella quale si sviluppa un’opinione comune Neuman sottolinea il progressivo concordare insieme all’interno della società attraverso incontri, dibattiti, opinion leader su un giudizio comune su elementi basilari. Quindi l’opinione pubblica è il frutto di una lavoro sociale teso all’allineamento, è un lavoro che tutti facciamo per trovarsi concordi su alcune cose fondamentali. Questo lavoro mette in gioco molti soggetti, e dà per scontato che i media ci raccontano ciò che è giusto o sbagliato e lo discutiamo fra di noi e ce lo confermano gli opinion leader. Ma Neuman aggiunge altri due aspetti: • In questo processo di costruzione dell’opinione pubblica c’entrano le manifestazioni individuali di opinione • La percezione del clima dell’opinione nella nostra sfera sociale (accordo) L’idea che elabora sull’opinione pubblica è che si formi nell’intersezione tra il monitoraggio compiuto sull’ambiente sociale circostante e i comportamenti dell’individuo stesso. Intuito questo aspetto Neuman recupera uno studio che era stato fatto prima nel 1950 in un libro scritto da uno studioso americano Riesman (recuperare titolo opera). Questo studio fu recuperato da Neuman perché Riesman aveva analizzato come diverse tipologie di società che si sono susseguite nel tempo come siano caratterizzate da un modo diverso nel garantirsi la conformità dei comportamenti degli individui. Ogni società ha bisogno degli strumenti attraverso cui si garantisce la conformità delle Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed persone. E la Neuman crede anche lei che l’opinione pubblica sia un lavoro attraverso cui sviluppare dei comportamenti coerenti. E riesman partendo da questa idea vuole individuare gli strumenti per compiere questo processo: • La socializzazione: sono tutti quei luoghi in cui tutti i modelli di comportamento vengono diffusi, ma non in tutte le società questo avviene allo stesso modo, ma dipende in che società ci si trova. Perciò divide la storia della società inte 3 grandi frasi: 1. Pre-moderna 2. Moderna 3. Post-moderna (quella in cui si riconosce Neuman) Pre-moderna: sono tutte quelle società basate su un’organizzazione sociale divisa in gruppi, tutta l’organizzazione sociale gravita intorno a piccoli gruppi, come si fa a definire quali sono i comportamenti conformi? In queste società l’elemento principale è la tradizione, tramandata oralmente ed è legata a ruoli immutabili (nascita, genere, status) e dipendono dalla fedeltà tra amici e parenti. Moderna: in un certo punto questi forti nuclei si spezzano perché le persone si spostano andando a vivere in grandi città senza legami di ruolo, quindi si avverte la necessità di individuare un modo per definire i modelli di comportamento, Riesman dice che si sviluppa un allineamento più individuale attraverso i mezzi di comunicazione. Stampa e rapporti con le istituzioni ciascuno si allinea, non avendo una rete sociale, l’individuo da solo si informa attraverso i media come allinearsi alla società sviluppando anche un proprio sistema di valori connesso ai modelli di comportamento condiviso. Post-moderna: sono ancora più complicate perché la mobilità delle persone è ancora più vario e i media non bastano più per essere bussola, tornano invece ad essere importanti le reti sociali di appartenenza, comunità e rete di persone con cui si lavoro sono importanti all’interno cui essere inseriti. Quindi il processo avviene all’interno di singoli gruppi sociali all’interno cui un soggetto deve essere inserito, le persone necessitano di essere in sintonia con le diverse reti in cui vengono inseriti. Questo complica di più la vita perché non basta più ricevere indicazioni dai media perché ormai ci sono molteplicità di gruppi a cui adattarsi. Gli individui post moderni hanno sviluppato la capacità si tenere sotto controllo quello che pensa il gruppo sociale di cui fanno parte in modo da allinearsi per non essere esclusi. Quello che Riesman spiega interessa molto Neuman perché il suo problema era capire che peso hanno le cose che dico pubblicamente e il clima di percezione dell’opinione pubblica. Quindi Neuman riprende ciò che dice Riesman: possiamo dire che nelle società post-moderne le persone percepiscono l’esclusione come grande rischio, perché è quello che ci può dare punti di riferimento e supporto. Per cercare di evitare l’esclusione noi cerchiamo di controllare ciò che gli altri pensano (la maggioranza) soprattutto se riguarda un tema divisivo. Come facciamo a monitorare cosa pensa la maggioranza? • All’esperienza sociale, cosa notiamo rispetto a quello che vediamo intorno a noi • Rivolgendoci ai media, che è diverso dal rivolgersi dell’epoca moderna, perché io voglio capire cosa pensa la maggioranza e così monitoriamo i climi di opinione e cerchiamo di capire qual è quella dominante. Quindi è un’opinione pubblica duale perché dipende da quello che vediamo intorno a noi e quello che ci dicono i media. E possono essere opposte e in contrasto, l’importante è che andiamo controllando qual è l’opinione dominante. E noi sviluppiamo una competenza nel individuare qual è l’opinione dominante. Sulla base di quello che noi monitoriamo decidiamo se esprimere pubblicamente la nostra opinione o no, perché quello che interessa alla Neuman non è cambiare idea, ma se ci troviamo in un contesto Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed in cui la nostra opinione è contrastante noi non la esprimiamo. Quindi il risultato della nostra indagine sull’opinione pubblica è un’influenza sul nostro comportamento quindi o diciamo quello che la maggioranza crede o non lo diciamo. Per quello nei sondaggi delle elezioni gli individui che hanno un’opinione diversa o dicono quello che la maggioranza dice o non dicono niente poi alle elezioni votano ciò che preferiscono. Questo è quello che era successo nella campagna elettorale di Trump. I media rappresentavano Trump come un candidato non adatto e avevano dato la convinzione all’opinione pubblica che Trump non aveva chance, di conseguenza i suoi sostenitori non hanno voluto esprimere la loro reale opinione→spirale del silenzio. Questo ha più effetti: • Noi non esprimiamo la nostra opinione quando pensiamo che non faccia parte dell’opinione pubblica dominante→effetto individuale • L’effetto sociale è che parlano solo quelli che fanno parte dell’opinione pubblica dominante mentre le opinioni diverse ci sono ma non si esprimono e quindi si crea una distorsione e spesso la situazione si converte perché si pensa che ci siano più sostenitori dell’opinione dominante, mentre a volte l’opinione dominante è la minoranza perché se ne perde la percezione. I media centrano in questo fenomeno perché ci narrano l’opinione dominante anche a volte in modo distopico. I media a volte rappresentano alcune opinioni etichettandole come minoritarie quindi ci convincono ancora di più della minoranza di questa opinione. Neuman descrive questo fenomeno come illusione ottica. Questo si capisce dal sistema dei media negli anni 70: con lo sviluppo dei media si continua a perpetuare delle opinioni dominante cumulative e coerenti, e forniscono le argomentazioni utili a sostegno della propria narrazione. Allora noi potremmo chiederci se c’è ancora questo ruolo dei media: gli studiosi dicono di sì, i media del 2020 continuano ancora ad esercitare questo potere anche se le fonti sono molteplici, sono in grado di fornire i contenuti che vengono messe in giro nei contenuti digitali. La questione che Neuman propone è che: “I media possono definire e proporre un’opinione come dominante anche se non lo è” Esistono delle minoranze che rappresentano delle opinioni che sono presentate come minoritarie e a trovare spazio nella opinione dominante? Elihu Katz dice di si, ci sono delle minoranze rumorose che per alcune caratteristiche riescono a farsi sentire. 13/10 LE MINORANZE RUMOROSE Elihu Katz dice che anche i gruppi minoritari possono generare un effetto di spirale e configurare nuovi movimenti di opinione, ad esempio gli ambientalisti negli anni 70 che erano nati in un contesto in cui l’opinione Pubblica non era a loro favore, ma queste minoranze hanno delle caratteristiche: 1. Accesso ai media, Katz pensa alla televisione e stampa noi aggiungiamo anche le piattaforme. 2. Deve avere delle caratteristiche interne: coerenza e difesa as oltranza di alcune posizioni. Es. nel contesto americano c’è ancora una credenza di mantenere una differenza tra coloro che arrivano da altre etnie quindi BLM sono riusciti a farsi sentire, ad avere accesso ai media e l’hanno fatto a difesa di un tema preciso. Anche i movimenti oppositivi hanno queste peculiarità ad esempio i NOtav. I movimenti che riescono a farsi sentire all’interno della sfera pubblica hanno queste caratteristiche e spesso vengono identificati con degli hashtag, slogan ecc. anche perché se i Notav si facevano chiamare in un altro modo meno sintetico non avrebbero avuto questo impatto, sentire Me too, Novax, BLM esprimono il concetto e tutti sanno di cosa si parla. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed • il gesto eroico degli attivisti diventa gesto performativo. Sempre a tutela di tutti mari e poli le attività performative legate anche a dei brand che contesta ad esempio la connessione economica tra Lego e Shell con un flash mob nel 2014 che invita a boicottare lego, quindi l’attività performativa si connette al boycott . Alla fine degli anni 10 del 2000, con lo sviluppo dei media digitali è possibile mobilitare i sostenitori di green peace, che non è da obbiettivo mediatico ma di mobilità dell’opinione pubblica, quindi con il plastic radar si chiede alle persone di fotografare residui di plastiche sulle spiagge in modo da raccoglierle, oppure segnalare su quali spiagge ci sono più plastiche. E anche qui vengono riportati dai media e ormai il movimento è dentro l’opinione pubblica che è una corrente potente. Il movimento si muove verso una partecipazione e attivismo dei sostenitori. Fanno anche dei video che diventano virali all’interno della rete #winterisnotcoming facendo riferimento a serie tv che hanno avuto grandi visibilità. Green peace è l’esempio di minoranza rumorosa che si evolve nei suoi modi comunicativi, hanno anche una grande capacità di rimanere al centro d’attenzione dei media. SPIRALE DEL SILENZIO E SOCIAL MEDIA: Che cosa succede a questa teoria in un sistema dei media così cambiato? La domanda nasce dal momento che nei sistemi dei media contemporaneo ci sono tante piattaforme attraverso cui rappresentare le diverse opinioni. Sta di fatto che quando si tratta di temi divisivi si ripropone il meccanismo della spirale del silenzio. Il caso su cui il Pew Research Center lavora è il caso Snowden: tutto parte da una serie di dichiarazione che Edward Snowden fa che era un ex consulente NASA. Snowden dichiara che esistono forme di sorveglianza diffusa dei telefoni e delle mail degli americani. L’opinione pubblica americana si divide sul giudizio di valore se fosse giusto o meno sorvegliare. Il PRC realizza un survey su: • l’opinione delle persone sulle rivelazioni di Snowden • la loro propensione a parlarne in diversi contesti • la percezione dell’opinione di coloro che li circondano sia online che offline I risultati: • Gli americani risultano meno propensi a discutere del caso snowden sui social media che di persona, perché in un contesto interpersonale riescono a monitorare l’opinione di chi li circonda. A maggior ragione chi di persona non sarebbe disposta a dire la propria opinione su un tema divisivo è ancora meno disposta a parlare sui social. • I social media non vengono percepiti come una piatt.aforma alternativa o più sicura di discussione da parte di chi non è disponibile a parlarne di persona. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed I risultati ci fanno capire che più è difficile monitorare l’opinione circostante meno vi è propensione ad esprimere la propria. Quindi PRC dice che: • In entrambi i contesti (online e offline) gli americani risultano più disponibili a condividere le proprie opinioni se percepiscono di essere in sintonia con la propria audience. Quindi la spirale del silenzio vale nonostante la molteplicità delle piattaforme mediatiche • "if a person felt that people in their Facebook network agreed with their opinion about the Snowden-NSA issue, they were about twice as likely to join a discussion on Facebook about this issue"- anche su FB le persone hanno dichiarato di essere disposti a d entrare in una discussione quando percepiscono l’opinione circostante come in sintonia con loro, ritorna però a essere difficile monitorare. • Gli utenti dei social media, risultavano più o meno propensi a esprimere la loro opinione nella vita reale, a seconda di quella che percepivano fosse l'opinione dominante tra i loro contatti social- This was especially true if they did not feel that their facebook friends or Twitter followers agreed with their point of view. Anche se gli utenti sui social affermano di essere capaci di monitorare l’opinione circostante e quindi di orientarsi , dalle ricerche si scopre che comunque c’è meno propensione sull’intervenire su temi divisivi, quindi i social riproducono i meccanismi della spirale del silenzio anzi diventano luoghi in cui si interviene meno sugli argomenti divisivi, e non si interviene se non si ha la certezza di essere in sintonia con l'opinione dominante. LA SPIRALE DEL SILENZIO RIVISITATA: quali strumenti utilizzano gli utenti dei social media per monitorare l’opinione? • Usano i click speech: usano i like, le condivisioni così come i commenti degli utenti possono essere strumenti di interpretazione del pensiero della maggioranza. Se per capire qual è l’opinione pubblica dominante ascolto i media potrei crearmi un idea distorsiva. Ma se io cercassi di capire che cosa pensa la maggioranza dai commenti e i post, e se non sono in sintonia non parlo, quindi questo ha un effetto ancora più distorsivo perché alla fine io valuto la maggioranza sulla base della minoranza attiva sui social. Questo saggio dice che chi teme maggiormente l’isolamento monitora costantemente i click speech. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Anche online si possono verificare forme di isolamento attraverso i hate speech per chi ha un’opinione diversa, e può verificarsi che l’isolamento online si proietti anche su un isolamento offline. Sempre questo saggio vengono evidenziati i fattori intervenienti che aumentano l’isolamento: • Il livello di divisività dei temi trattati. Più sono divisi e più si verifica l’effetto spirale del silenzio • I soggetti verso cui si esprime il dissenso: si crea un effetto a spirale soprattutto quando i soggetti coinvolti sono vicini a chi parla. Se i commenti che mi fanno percepire l'esistenza di una opinione diversa dalla mica includono persone con cui ho tanti scambi, tanto più si innesca la spirale del silenzio. • Questo fenomeno è legato alla necessità di conservare la propria affidabilità sociale e non incrinare la propria rete di relazioni. Anche nei social media si crea l’effetto spirale del silenzio. Sempre sul ruolo dei commenti, una ricerca del 2020, ci dice che questo leggere i commenti soprattutto alle notizie sono metà degli utenti, almeno la metà dei lettori di notizie va a leggere i commenti per capire l’opinione dominante e questo incide su come percepiamo la notizia o l’articolo. Un articolo con una lista di commenti ostili o di parte fa si che le persone interpretino l’articolo come di parte, invece se i commenti sono neutri allora le persone lo interpretano come neutro. Questo è un effetto ancora in via di studio che però sta emergendo come fattore monitorante. 05-06 TEORIA DELLA COLTIVAZIONE: Georg Gerbner elaborò un concetto nuovo negli anni 79: I media contribuiscono alla formazione dell’opinione pubblica attraverso il loro storytelling. Mentre gli altri si concentravano sui programmi informativi, Gerbner dice che dobbiamo guardare più profondamente quello che i media dicono non sono soltanto i programmi che mettono esplicitamente le informazioni ma anche tutte le forme di storytelling che vengono ospitate dai media contribuiscono alla formazione dell'opinione pubblica, anche quelli che non sembrano. Noi attingiamo sia ai programmi informativi che ci danno informazioni ma anche alle forme di stroytelling nel processo di formazione dell’opinione pubblica. Ci sono diverse forme di storytelling ad esempio: The Crown, che è uno storytelling che in parte incide sulla formazione dell’OP nei confronti della famiglia reale inglese. In che senso la storia di the crown contribuisce alla formazione dell’opinione pubblica? Perché riguarda un’istituzione, fornisce un quadro interpretativo di cos’è la monarchia inglese. Questo quadro interpretativo fornisce un contributo nella formazione dell’opinione pubblica a livello mondiale. Tuttavia ci sono forme di stroytelling che non riguarda una storia vera e propria, ad esempio Amici: non è soltanto un talent ma è anche un luogo in cui spiega come si affronta la sfida, come presentarsi. Ci sono degli elementi che vengono messi in gioco che incide nel processo di formazione dell’OP. Se impongo dei divieti e degli atteggiamenti accettati incide nell’OP, ma anche decidere quale talento è più rilevante rispetto a un altro incide nell’OP nella valutazione dei talenti nella nostra società. Alle volte questi talent cercano di mettere in scena narrazioni di tipo inclusivo. Il suggerimento di Gerbner allarga lo sguarda che potrebbe arrivare a dire che persino nelle scelte politiche ci sia un’influenza. In che senso stroytelling? Le storie proposte e ripetute dai media che si riflettono sul nostro modo di vedere e interpretare il mondo e producono una visione che diventa sempre più omogena e mainstream. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed La teoria di Gerbner ha come elemento fondamentale non di focalizzarsi su un singolo genere di prodotti mediali ma quelli che lui definisce come i pattern stabili di significato. È importante analizzare nei media quei modelli interpretativi che i media ripetono e diventano stabili e che influenzano il processo di formazione dell’OP Vivere in un ambiente simbolico nel quale certi tipi di istituzioni creano certi tipi di messaggi porta a coltivare certi tipi di coscienza collettiva/formazione dell’opinione pubblica. Nel proseguire della ricerca emergono elementi che ci sono aspetti che favoriscono il processo di coltivazione→ fattori intervenienti: 1. Le relazioni sociali del pubblico : • I forti consumatori (i più esposti ai media) che vivono in contesti sociali omogenei sono più esposti a fenomeni di coltivazione. I forti consumatori sono quelli che sono mainstream. La percezione di criminalità è più bassa nei bassi consumatori di tv e di chi ha una cerchia di relazioni diversificata. Chi invece ha un’alta consumazione di tv e ha una rete omogenea ha un alta percezione di criminalità. 2. L’esperienza diretta, --> effetto di risonanza chi ha fatto un’esperienza diretta di ciò che i media rappresentano avrà un effetto di risonanza, perché amplifica l’effetto di coltivazione. Con Altre ricerche vengono individuati altri effetti di coltivazione: • Di primo ordine: il pubblico adotta letture e interpretazioni del mondo offerte dalla televisione che sovrastimano alcuni fenomeni (es. numero di crimini). Tendiamo a sottostimare o sovrastimare dei valori • Effetti di secondo livello: il pubblico mutua dai media attitudini, sentimenti e valori. (il messaggio che i media coltivano è che qualsiasi forma di esclusione è sbagliata e quindi siamo costantemente esposti) Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed La teoria della coltivazione continua ad avere un senso? Le questioni di fondo che mettono in dubbio la teoria sono ad esempio: • La molteplicità di canali ed offerte: oggi posso selezionare che contenuti a cui essere esposta, sono più personalizzati. • Molteplicità di piattaforme • Differenziazione dei modi e tempi del consumo • Maggiore selettività Si può quindi parlare ancora della teoria della coltivazione? Si e forse Il dubbio è che venga meno un sistema comune di messaggi, se io posso passare tra una molteplicità di canali come faccio a trovare la ripetizione di messaggi? La teoria della coltivazione continua ad esserci per alcuni aspetti in modo collettivo, ci sono ancora aspetti che consumiamo in modo collettivo (Gomorra, squid game ecc.) quindi si in questi vi è coltivazione. Il punto è che anche se il mezzo televisivo continua ad essere centrale nel consumo, verrebbe a mancare il sistema comune di messaggi che genera l’effetto di coltivazione La demassificazione della comunicazione di massa rende difficile immaginare la coltivazione di una visione del mondo mainstream, uno storytelling di massa. Quello che si è arrivati a considerare è uno storytelling targetizzato: l'effetto della coltivazione agisce su piccoli gruppi, sui quali può avere un effetto ancora più significativo. All’interno dei media digitali abbiamo tanti diverse visioni del mondo, tante e diverse, quindi non avremo soltanto un effetto di coltivazione che riguarda tutti, ma gli individui sono coltivati da specifiche visioni del mondo selezionate in base alle loro scelte, che nasce dalla collaborazione da ciò che è proposta dai media e dalla mia scelta. Jamieson e Romer nel 2017 dicono che questa personalizzazione della coltivazione può anche aumentare gli effetti perché alla fine tutti ci troviamo dentro tale modello. Nell’effetto di personalizzazione consumiamo contenuti che a noi piacciono quindi sono omogenei, condividendo con una cerchia di persone omogenee in questo caso l’effetto aumenta. Quello che anticipano questi autori è che cambia l’effetto di coltivazione perché è personalizzato ma non cambia l’importanza. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed In base a questo concetto io personalizzo i contenuti a cui essere esposta. L’esposizione selettiva nei media digitali: questo è uno degli elementi che incrementa l’effetto di coltivazione. Rispetto ai consumatori di media degli anni 60/70/80 noi abbiamo un overload informativo, quindi noi siamo obbligati a mettere un filtro alla quantità di contenuti che potenzialmente arrivano. Lo facciamo: 1. Selezionando delle piattaforme, liberandoci di contenuti che non ci interessano. 2. Selezioniamo i contenuti e siamo aiutati dagli algoritmi, andiamo a scegliere in un modo conservativo e quindi ripetiamo i contenuti che ci sono piaciuti e anche perché gli algoritmi ci ripropongono i contenuti che a noi piacciono Che è una segmentazione che startifica consumi simili. Perché in questa selettività tendiamo a scegliere contenuti simili? Perché la dissonanza cognitiva è faticosa, quindi ci sottraiamo a contenuti discrepanti. Non vado a sentire un discorso che incita al razzismo se sono opposta. L’altra cosa che cerchiamo di fare, crechiamo contenuti attinenti al nostro network (spirale del silenzio). Perché faticoso mettersi in dissonanza con la propria rete sociale. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Tutti i fenomeni che descriviamo hanno due lati: l’echo che ci ripete quello che noi pensiamo sia giusto e il meccanismo dei media digitali che ci propone cose simili alle Nostra scelte e questo è il filter bubble. Alcune ricerche hanno dimostrato come funzionano le filter bubble: • Prendono dieci milioni di utenti Di diversi orientamento politico (conservatori, liberali e neutri) Cosa differenzia la loro esposizione alle social news? Hanno confermato che questo effetto di bolla filtrata esiste ed è motivata da una serie di attività: • Tipologia di “amici”: amici è anche chi condivide le news sul proprio feed. Se ho una rete di amici con punti di vista omogenei avrò news omogenee e viceversa. • I tipi di news che io condivido perché poi l’algoritmo lo ripropone. • La modalità di interazione con il newsfeed: quanto spesso mi connetto e interagisco con il tipo di news l’interazione con specifici amici click su link like a pagine Sono meccanismi di cui noi non sempre siamo coscienti. Gli esiti: • Si crea un contesto iper-personalizzato • La selettività è invisibile (perché operata dall’algoritmo è perché gli utenti ne sono spesso inconsapevoli) • Gli utenti sono passivi perché le logiche di filtraggio non sono note Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed La disinformazione: la differenza tra la disinformazione e la fake news è che la fake news è una notizia falsa mentre la misinformation è un fenomeno più sottile riguarda la circolazione di “voci non confermate” che contribuiscono alla costruzione di una credulità collettiva e, alle volte di una verità credibile e condivisa. Ad es. la circolazione delle foto della movida ai navigli con poi lo spuntare dii un esperto di fotografia dai social che spiega che in realtà non c’era così tanta gente sui social. Siccome l’esperto non è stato intervistato con delle documentazioni corrette rimane una misinformation perché è una voce non confermata. E tutti questi contenuti hanno lo stesso status. Tutto viene appiattito sullo stesso livello ma generati da criteri diversi (un amico che fa una foto al cnetro vaccinale vuoto, occasionalmente e un professionista che documenta la campagna vaccinale), la circolazione di questa misinformation è più facile. La misinformation confina e a volte include la fake news, a volte le fake news sono coerenti con i nostri punti di vista e visioni, e a volte ci sembrano più credibili, ma quello che succede è che quanto si entra in relazione con fake news che confermano il nostro punto di vista si innesca il processo di proattitudinal information (ricerca di informazioni coerenti a conferma) Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed EFFETTO CASCATA: Tutti questi effetti sono favoriti da un grande modello di circolazione delle informazioni che caratterizza i social è il fatto che siamo raggiunti da contenuti che partono da poche fonti comuni che noi percepiamo come importanti che sono condivisi da tante persone. Si parte da un’unica fonte ma il percettore alla fine trova almeno 50 fonti che attestano→effetto a cascata. Man mano che circolano le info acquistano un valore di verità perché sembrano condivise da molte persone. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed competenze dei medici partendo dai medical e mette anche in scena l’area personale dei medici , non si raccontava il processo di diagnosi. Questo porta a due cose: 1. Viene una nuova rielaborazione sociale del ruolo (dubbi e incertezze). 2. Ha messo le persone di fronte a delle competenze pseudo-tecniche Quindi viene meno la percezione di uno status e quindi di riduzione di autorità. Meyrowitz ci parla di come i media riescono a farci vedere parte del retroscena delle figure. Quindi che cosa resta fuori da questo sguardo? Abbiamo ancora segmenti non visibili ma sono molto molto profondi. Cambia ancora quando ci troviamo dentro un sistema dei media ancora diverso: con lo sviluppo di internet ci costringe a riconfigurare ancora diverso le relazioni sociali. L’uso di tutti i dispositivi mobili è in parte delocalizzato (non è legato a uno spazio di ribalta o scena) ma che ci costringe a decidere che situazione comunicativa stiamo vivendo e come comportarci (una signora lavora, in uno spazio pubblico, ma dentro lo spazio pubblico può arrivare il backstage. Ad esempio una telefonata privata durante una lezione che io decidi privilegiare un momento per il backstage nello spazio pubblico). Quello che portano i media digitali di nuovo è quello di farci prendere le decisioni su dove sono e come comportarmi. È una grande responsabilità che ci mette nella condizione di negoziare continuamente tra backstage e scena. 07-08 COMUNICAZIONE DIGITALE E SOCIETA’: Lo sviluppo delle tecnologie digitali che effetti hanno avuto sulla società? Uno studioso portoghese fu il primo ad occuparsi del tema, inizia a studiare la network society, cominciò a studiare cosa succede nel momento in cui la rete si innesta in fenomeni che noi conosciamo già. Negli anni 80 abbiamo un’audience segmentata e vi è già una via di creazione dei contenuti personalizzati, ci sono già dei dispositivi mobili, il consumo mediale cominciava a seguire le persone. Dentro questo contesto si innesta la rete, questa evoluzione verso la mobilità, individualità avviene in sintonia con lo sviluppo di rete. Verso la fine degli anni 80 arriva internet, pc, ci sono già spunti di personalizzazione del consumo. Osservando tutto questo Manuel Castells comincia a studiare la network society. Scrive 3 libri che fondano la sociologia dei media digitali ( the information age, the rise of the network society, l’era dell’individualismo). In questa trilogia Castels dice che il sistema di rete sta cambiando diversi aspetti della società: il modello dii rete sarà il modello di scambi e tecnologia e parla di network society, internet che è una rete sarà il modello su cui si baseranno gli scambi comunicativi e la circolazione di rete questo modello si contrappone al modello comunicativo broadcast. Capisce che questo modello è un modello alternativo forte. Al modello comunicativo broadcast si sovrappone quello network (non uno a molti ma molti a molti). Questo passaggio da modello broadcast a modello di rete avrà un impatto economico. I sistemi economici sono anche costruiti sui sistemi dei media. Quindi questo modello cambierà tanti assetti economici. Questo modello di rete avrebbe sostenuto dei movimenti sociali e culturali, portatori di valori sociali, che facevano molto più fatica ad affermarsi nel modello broadcast. In un 4° libro che scrive “The end of millennium” nella quale definisce la network society: è proprio una nuova struttura sociale che usa internet e si organizza come una rete, è organizzata da un nuovo assetto economico in cui l’informazione è un capitale importante, la nuuova culutra è quella della virtualità reale. È vero che quello che resta dell’idea castells alla fine degli Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed anni 90 è che ci spostiamo dallo spazio reale e virtuale in modo trasversale, quindi la network così come la immagina propone alla società una infrastruttura nuova. A forma di rete e avrà impatto sulla economia, produce una cultura della virtualità reale. La Network society: 1. la possibilità di scambiare informazioni è fondamentale perché l’informazione diventa il motore dell’economia. Oggi il mondo finanziario lavora sulla cricolazione delle informazioni tra le imprese, che già c’era, ma oggi questo flusso di info avviene in rete, sopra ancora al flusso di info c’è la rete, ci sono reti di computer, pre impostati, che si scambiano le info fra di loro. Castells dice che siamo in una società in cui lo scambio di info è fondamentale 2. La network society è cartterizzati da una tecno-socialità: la nostra socialità poggia necessariamente sulla dimensione di rete 3. Ogni sistema di relazioni è dominato dalla logica di rete: 4. Cambiamento: la rete è dinamica di conseguenza anche la società lo è 5. È un modello che porta alla convergenza verso la rete. Il calcio per la prima volta non sarà possibile seguirlo su canali broadcast, perché dazn ne ha comprato i diritti. Castells guarda all’impatto della rete sul sistema economico-sociale con uno sguardo più ampio, si intuisce che questo mondo della rete porta con se una situazione che è destinata a lasciare uan traccia importante in tutta la società. Gli effetti: • Frammentazione: una società così radicalmente basata sulla rete è una società frammentata nell’offerta ma soprattutto nel consumo, contenuti e prodotti sempre più personalizzati che porta a una frammentazione culturale, consumiamo prodotti che sono sempre più di nicchia, e sempre più adatti a noi e quindi tendiamo ad organizzarci intorno a gruppi incentrati su un certo tipo di consumo. • Una nuova disuguaglianze sociale: non è basata sul livello economico è basata sulla possibilità d'accesso alla tecnologia. La prima forma di technology divide è il “ho” “non ho” e poi "competente" e "non competente". Anche se hai la tecnologia ma non hai le competenze è sempre un divide marginalizzante. È come se l'impatto della rete riconfigurasse l'assetto sociale. • Effetto sulla cultura: si crea un unico ambiente convergente, il convergere di tutti i contenuti sullo stesso medium in cui i codici si mescolano. Effwtto di potenziamento della misinformation (vedere sullo stesso feed i contenuti diversi). Questo cra un appiattimento su alcune forme dominanti di linguaggio e codice. 27/10/2021 Se per tutti gli anni 90 si punta l’attenzione su internet e la moltiplicazione dei siti web, questo nuovo modo di pensare alla circolazione del sapere, alla fine degli anni 90 cominciano a nascere le prime piattaforme social, accanto ai siti web cominciano ad emergere anche che la dimensione connettiva, di mettersi in contatto con altre persone che diventa centrale. La questione che diventa importante è anche la serie di comportamenti cioè Cosa succede quando viviamo in una società in cui siamo perennemente connessi con una rete di altre persone? le condizioni di esistenza online e offline sono senza soluzione di continuità. L’idea della connective society è l’idea di una società in cui essere connessi con altri e la rete è costante, talmente costante che non c’è soluzione di continuità tra online e offline. Nella fase della connective society si comincia a parlare sugli effetti della vita quotidiana di questo modo di vivere perennemente connessi: Rainie e Wellman (che dimostrò l’effettiva continuità tra la realtà virtuale e reale) nel 2012 hanno sistematizzato l’idea di Networked individualism, che non consiste nell’idea che l’individui siano completamente isolati, riguarda invece alle appartenenze e alle reti a cui sia appartiene. L’essere Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed costantemente connessi e avere a disposizione le reti sociali online fa si che si moltiplichino le reti sociali a cui apparteniamo. Noi dunque siamo caratterizzati da questa appartenenza a reti sociali più fragili: nella vita pre connective society il tipo di appartenenza che abbiamo è quella a gruppi forti e stabili nel tempo, ma nella connective society questo tipo di appartenenza continua ad esserci ma affiancato da molteplici network con forme di appartenenza parziale. Il network individualism comprende questo nuovo modo di gestire i rapporti sociali, e tutte queste reti finiscono per essere delle reti io-centrate, cioè l’unico punto di congiunzione di questi reti è l’individuo. Per questo i singoli diventano lo snodo centrale ma anche il punto di congiunzione di una serie di reti sociali. Da questo deriva una seconda conseguenza: non solo noi gestiamo i legami in modo più complesso ma nella nostra vita sociale si crea un’inversione di gerrarchia tra i diversi tipi di reti sociali a cui apparteniamo. Andando avanti sul ragionamento del network individualism Rainie e Wellman riprendono un concetto che è della sociologia classica che distingue tre tipi di reti sociali a cui apparteniamo: Social network revolution • Reti sociali forti: famiglia, amici • Reti sociali deboli: sono tutte quelle reti sociali con cui abbiamo un legame leggero o instabile, amici occasionali ecc. • Reti sociali latenti: tutte quelle connessioni che abbiamo incontrato una parte della nostra della nostra vita e non ci siamo più sentiti. Nella connective society succede che si modifica la gerarchia tra le reti sociali anche solo a livello di energia: impiego più energia con le reti sociali deboli che con quelli forti, perché le reti sociali forti sono nella mia vita anche offline. -->internet revolution La connective society aumenta l’investimento di tempo e energia per alimentare le reti sociali deboli secondo Rainie e Wellman e aumentano anche il tempo e le risorse investite nelle reti sociali latenti. Quindi la connective society ci ha introdotto a un mondo molto più complesso e dà molto valore alle reti sociali più deboli e latenti rispetto a prima. Sintesi: la connective society ci porta al centro di reti io-centrate, complesse e costruite per buona parte da reti sociali deboli e latenti a cui dedichiamo impegno, risorse e tempo. Questo porta a un cambiamento nella nostra dimensione sociale. Internet revolution: Un altro elemento di novità intordotto dalle piattaforme social è il modo con cui si possono alimentare queste relazioni, perchè ci hanno messo nbella condizione di gestore le nostre relazioni attraverso l’uso di prodotti culturali: immaginiamo un mondo pre-connective society è caratterizzato da relazioni alimentate da occasioni di incontro e attività comuni, scambi verbali. La connective society ha introdotto una serie di strumenti nuovi per alimentare le reti sociali, questi strumenti nuovi sono di due tipi: 1. Prodotti culturali realizzati dagli utenti: vuol dire tutti quei prodotti culturali a cui dedichiamo tanto tempo (post, stories..). Nella connective society le persone alimentano le loro relazioni sociali impegnandosi quotidianamente in un lavoro di produzione culturale. Quindi noi siamo oggettivamente nella posizione di micro-produttori culturali 2. Prodotti culturali scambiati dagli utenti: troviamo il modo di condividere i prodotti culturali da altri. L’effetto che viene dato da questa produzione viene chiamato Mass self-communication, è il tipo di comunicazione che caratterizza la connective society, gli autori siamo noi, potenzialmente è una comunicazione di massa, è caratterizzata da forme del contenuto nuovo, per questo è di nuovo una forma di comunicazione che ha l’io al centro perché è lui che la produce, che la mette online, decide a Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed • Google è il principale gatekeeper delle nostre ricerche • sta piano piano acquistando maggiore importanza come browser (Chrome). • Ha una delle due store importante Google Play • Ha un sistema operativo (Android) • Offre servizi di pagamento e quindi rintraccia i nostri acquisti (Android Pay) • Programmazione pubblicitarie • Sito di video sharing (YouTube) • Sistema di informazione geospaziale (Google Hearth) • Sistema di videoconferenza (Google meet) • Sistema cloud (google dirve) Accanto a Google c’è Meta, che è un’azienda che media la comunicazione interpersonale della stragrande maggioranza delle persone: • supporta l’80% dei servizi di social network nel mondo (FB, Messenger, Instagram, Whatsapp) • 60% della pubblicità online (insieme a Google) • Uno dei principali collettori di dati nel mondo: 1. Accesso online (Accedi con Facebook) 2. Controllo sul traffico dati mobili degli individui (App) Facebook è così importante per la sua capacità di raccogliere i dati. Accanto alle altre 2 c’è Amazon, che è in ascesa perché sta puntando a elaborare un proprio sistema di pagamento più avanzato ed è la piattaforma più in ascesa: • È una rete di vendita • È un distributore di contenuti • È uno dei leader di mercato nel campo dei server per il cloud es. Netflix, che ha incoraggiato Amazon a creare una propria piattaforma di contenuti E queste capacità ce le ha anche Apple: • Leader della produzione di hardware • Gestore del secondo app store per grandezza • Offre servizi di cloud e streaming (apple tv ecc.) • Apple pay • Accedi con Apple La company storica è microsoft: • Ha un monopolio di produzione di software • Offerte di piattaforme di gioco • Piattaforma di comunicazione (skype) • Social network (Linkedin) • Cede servizi di cloud (Microsoft Azure) VD dice che tutti i servizi che usiamo dipendono da queste big five. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Questo vuol dire che queste piattaforme sono effettivamente una infrastruttura importante. Le piattaforme di settore sviluppano una parte di offerta propria e poi poggiano il resto sulle big five: dove non arrivano le big five, c’arrivano le piattaforme di settore che fungono da connettori tra utenti e fornitori che sono di due tipi: 1. Creano una connessione tra gli utenti e i micro-imprenditori: uber, airbnb che non un’attività vera e propria. Le grandi piattaforme intervengono come finanziatori a sostegno delle piattaforme es. Google ha il 20% di uber 2. Utenti e imprese complementari tradizionali: tutto il mondo del food ad esempio, mettono in contatto imprese tradizionali (ristoranti) con gli utenti. Booking crea una connessione con gli alberghi e gli utenti. Questo è il mondo che VD osserva per dire che le logiche delle piattaforme influenzano il come noi fruiamo delle attività e dei contenuti. 3/11/2021 ELEMENTI COSTITUTIVI ED “EFFETTI SOCIALI” DELLE PIATTAFORME: VD individua dei tratti comuni a queste piattaforme da cui derivano anche gli effetti sul contesto sociale: 1° elemento costitutivo: I DATI • I dati, le piattaforme raccolgono automaticamente grandi quantità di dati relativi ai contenuti prodotti e circolanti e relativi ai comportamenti degli utenti. Il data capitalism significa che quanti più dati una piattaforma riesce a raccogliere tanto più riesce a condividere questi dati con delle imprese e quindi riesce a guadagnare soldi dallo scambio di dati. Es. Google. Questo capitale visto che non è spendibile sul mercato va convertito in denaro, quindi si fa pagare le aziende che vogliono fare pubblicità e che Google offre queste pubblicità a degli utenti molto profilati. I dati sono un elemento che fondamentale anche per l’aspetto finanziario ed economico per le piattaforme. • La raccolta di dati è consentita e modellata da hardware e software: 1. Dai device utilizzati per accedere che incorporano software e app che raccolgono i dati 2. Dai click del mouse (indirizzi, geolocalizzazioni, interessi) 3. Dai social buttons e dai pixel (quando lasciamo su dei siti traccia dei nostri dati) I social buttons: sono tutte quelle attività che ci incoraggiano a fare attraverso piattaforme. Ad esempio: share this, tiene anche traccia quali piattaforme vengono usate e quali conntenuti vengono condivisi. I pixel: lasciamo traccia anche nell’avvicinarci a singoli prodotti, attraverso un meccanismo di retargeting e remarketing , a partire da un click su un advertisment che ci porta su uno spazio di commerce, alla nostra identità digitale con cui navighiamo si aggancia un piccolo pixel che segue dove va a navigare questa identità. Questo pixel segue i nostri percorsi per un certo tempo per riproporci pubblicità sul prodotto che abbiamo cliccato. E dove noi andiamo ci ripropone pubblicità di ciò che abbiamo cercato. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Poi ci sono i cookies che funzionano in un modo simile al retargeting solo che non sempre ci seguono, i cookies vogliono identificarci e consentono ai siti di raccogliere dati sulla nostra navigazione. Se navigo su un sito di commerce l’azienda è capace di sapere cosa mi interessa. Ma ci sono altri tipi di cookies di terze parti, e sono quelli che generano più problemi a livello di privacy, perché i miei dati di comunicazione escono dal rapporto di me e l’azienda, ma i dati vengono ceduti a terzi soggetti. Queste terze parti possono aziende di ricerca che raccolgono i dati da dei profili e ne creano dei profili che vende per attività di marketing e pubblicità. Lo scarto che ha introdotto l’autorizzazione ai cookies è perché prima c’era assenza di trasparenza perché prima si entrava su dei siti e si agganciavano dei cookies senza saperne la tipologia. *cambridge analytica Secondo elemento costitutivo: GLI ALGORITMI • Le piattaforme utilizzano gli algoritmi per filtrare automaticamente l’enorme quantità di dati raccolta e per connettere utenti, contenuti e pubblicità. Gli algoritmi sono utilizzati per rendere utile la grande mole di dati raccolta e la rendono utile finalizzandola all’attività commerciale tra aziende e piattaforme. • Gli algoritmi sono un insieme di istruzioni automatizzate per trasformare i dati da input ad output: es. Page Rank di google: l'input è il numero di link alla pagina, descrittori della pagina e l’output rilevanza della pagina web nella ricerca. Gli algoritmi agiscono proprio su questo livello. Quanto più un sito è visitato tanto più apparirà nei siti di ricerca, quindi anche la popolarità conta. Quindi gli algoritmi sono estremamente importanti. • Gli algoritmi non sono trasparenti e noti, sono considerati “segreti industriali” ai pari dei brevetti e soggetti a continui mutamenti. Terzo elemento costitutivo: L'INTERFACCIA • rendono visibili e accessibili i contenuti • orientano produzione, connessione e accesso ai contenuti • agiscono secondo una logica predittiva: favoriscono alcune azioni/interazioni e ne disincentivano altre (es. instagram, ad esempio l’icona di produzione di contenuti è stata spostata centrale. Quindi le tre impostazioni più suggerite sono produci contenuti, fai like e invia messaggi. Quindi sono le tre azioni più fondamentali. Un secondo livello di azioni è quello in basso nell’ordine, home, cerca, reel, shopping, proprio profilo. Al centro ci sono altre tre azioni fondamentali. I reel sono stati messo al centro quando ig è andata in competizione con tiktok. Il terzo elemento messo in evidenza è lo shopping che è il terzo elemento che instagram vuole far emergere. Quarto elemento costitutivo: STATUS PROPRIETARIO Ogni piattaforma ha uno status giuridico ed economico • proprietà: è di qualcuno a cui devono rendere conto in termini di business (gli azionisti) • scopo: lucro o no profit (quasi nessuna delle aziende è no profit) • Luogo: è legalmente situata in un luogo. (chiamare meta facebook è per situarla in un luogo più alto) Quindi di chi è Facebook? È una società operazione e deve rendere conto ai suoi azionisti, ha scopo di lucro, è situata negli stati Uniti quindi deve rendere conto alle normative degli USA. Se dobbiamo vedere altre piattaforme di settore ecc. hanno uno status proprietario preciso: Airbnb Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed • L’altro effetto sociale delle affordances è la DATAFICATION: è ciò che tutto ciò che facciamo è standardizzato e elaborabile in forma di dati • E la datificazione ha come esito la mercificazione: tutti i nostri comportamenti diventano parte di costruzione dei modelli di business. I contenuti che creiamo vengono trasformati in merci scambiati. • La selezione: gli utenti vengono indirizzati verso specifici contenuti e oggetti secondo un principio di data driven ovvero alimentato dal flusso di informazioni originato dagli utenti. Van Dijck dice che le affordances offerte dalle piattaforme contribuiscono a modellare il modo in cui si producono i contenuti: tutto si regge sul fatto che gli utenti siano attivi, non scoraggeranno mai agli utenti a produrre continuamente contenuti, questi sono i beni su cui si regge tutto il sistema. In tutto questo assetto sociale, l’espressività diventa la linfa economica su cui si regge il sistema. Sempre Van Dijck dice : • che alla raccolta di dati su di noi, il fuoco di attenzione sono la collezione dei nostri gusti e interessi di consumi. La nostra costante espressione di gusti è quello che è principalmente valorizzato in tutte le piattaforme. Il grosso dell’analisi è la mia espressione di preferenza. • La logica della popolarità è fondante in questi sistemi, quindi siamo spinti a cercare follower ecc, il check sulla propria popolarità è costante. • Con il grande overload di informazioni abbiamo una riduzione della precisione e del dettaglio PLATFORM SOCIETY: i meccanismi • Datificazione • Mercificazione • Selezione LA DATIFICAZIONE: Van Dijk dice che le piattaforme nella nostra vita quotidiana: aspetti del mondo mai quantificati prima vengono trasformati in dati . La nostra posizione nello spazio è un dato che lascia traccia. I pagamenti: se io pago con la carta di credito lascio una traccia alla mia banca il posto da cui ho pagato ecc. Quando usiamo i servizi di pagamento (apple pay, google pay) la traccia che lascio non è solo alla mia banca ma anche alla piattaforma che eroga il pagamento. Le piattaforme hanno a disposizione i dati come risorse primarie per: • Sviluppare tecniche di analisi predittive in tempo reale, quali saranno i nostri futuri comportamenti per distribuire in modo più coerente la pubblicità personalizzate. L’analisi predittiva permette di identificare con maggiore precisione la probabilità di avvenimenti futuri sulla base di dati storici. Questo è il modello dominante di comportamento delle piattaforme social, sono modelli legati ai dati marketing, sono dati raccolti per restituire agli utenti prodotti, contenuti, pubblciità sulla base dei dati storici, ed è un modo di relazionarsi con le persone con la società che è diventato dominante. Quindi il nostro storico diventa la base sulla quale si viene identificati e raggiunti da servizi e contenuti. Quindi VV dice che siamo in una platform society predominata da una logica di marketing nella relazione tra persone, aziende e istituzioni. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Questo processo di datificazione implica un altro processo: perché i nostri dati siano facilmente raccolti devono essere standardizzati e quindi caratterizzate da delle etichette precise: Le pratiche di standard datificate dalle big five sono tutti comportamenti etichettati per standardizzare il comportamento di un individuo: • Richiesta di amicizia, like, condivisione→standardizzazione dell'espressione che qualcosa ci piace, i like si sono diversificati per rendere più facilmente identificabile il like che indicava diverse cose • Valutazioni • Suggerimenti Poi ci sono pratiche standardizzate di settore: • Gioco • Affitto • Guido • Apprendimento • Acquisto L’esito della datificazione sono degli output, effetti che noi notiamo: 1. L’azione del like, si trasforma in una visualizzazione nel feed dell’utente 2. Inclusione nelle metriche dell’oggetto a cui si è messo like Ogni nostro like ha un effetto visibile e un altro parzialmente visibile Le metriche dell’oggetto a cui si è messo like hanno un’influenza su quanto il soggetto ha visto. Ogni nostra azione è parte del processo complessivo: 3. Ogni nostro like entra anche ai dati aggregati invisibili agli utenti finali, ma visibili ai social media manager→facebook insights 4. Ogni nostra azione finisce nei dati aggregati dalla piattaforme, visibili solo ai gestori di Meta Tutti questi livelli di dati non restano di proprietà di una singola piattaforma, sono dati che vengono conddivisi tra le big five e le piattaforme di settore, c’è un ulteriore meta livello che integra i dati tra le piattaforme e non è visibile a nessuno e che si organizza da solo. Google mette a disposizione i dati raccolti su maps per metterli a disposizione anche a piattaforme di settore. Quindi avviene un remix e trasformazione dei dati per essere usati in diverse piattaforme. Circolazione dei dati: quando noi vediamo degli insight sul nostro profilo, attività di amici e follower, consumi simili e valutazioni grazie ai dati raccolti ci dà una consapevolezza guidata di quello che ci accade intorno. Le azioni che noi compiamo sulle nostre piattaforme hanno degli effetti su tanti livelli: post, insights, analisi predittiva, sulle cose che noi vediamo. Da un lato la raccolta viene usata per le pubblicità dall’altra ci ritorna sul nostro feed sottoforma di consapevolezza guidata di quello che ci sta intorno sulla base dei dati raccolti su di noi ( mi suggerisce un trend sulla base dei miei dati). L’immagine che noi ci facciamo dell’intorno è frutto del nostro processo. MERCIFICAZIONE: Tutti quei comportamenti che vengono datificati diventano dei beni commercializzabili, sono dei beni all’interno delle piattaforme che possono essere scambiati generando profitto, perché i nostri comportamenti potranno essere trasformati/scambiati in: • Segnali di attenzione Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed • Dati • Scambiati con denaro • Utenti Tutto ciò avviene in mercati multisituati (meccanismo economico che a partire dai dati che le piattaforme hanno a disposizione permette di connettere utenti finali, inserzionisti e fornitori di servizi) • La pubblicità personalizzata è uno dei meccanismi di mercificazione, che permette di offrire gratuitamente le piattaforme: noi abbiamo la percezione di usare gratuitamente le piattaforme, in realtà nessuno ci chiede di pagare perché noi generiamo i dati che vengono venduti agli inserzionisti pubblciitari, noi siamo il bene primo che viene venduto agli inserzionisti. • Persino l’accesso ai dati vengono ceduti a volte gratuitamente per garantire la presenza di terze parti nel mercato delle piattaforme, vengono offerti a pagamento per specifici settori: informazione e salute. • Freemium : è l’offerta gratuita a tempo, l’elemento di greatuità dura finchè non richiediamo un servizio in più e il che ci porterà a dover pagare. La gratuità sono funzionalli al funzionamento delle piattaforme. Un settore su cui il processo di mercificazione ha influto è quello dell’informazione: il mercato dell’informazione è two-sided: gli utenti e gli inserzionisti che si incontrano sulla testate giornalistiche vendono gli spazi pubblicitari. Talvolta le testate giornalistiche devono passare dalle piattaforme per connettere lettori e inserzionisti. I meccanismi tipici delle piattaforme sta influenzando altre economie del contesto sociale nella società (informazione) Le piattaforme diventano il punto di incontro tra cittadini/consumatori e istituzioni e aziende 17/11/2021 La terza caratteristica delle piattaforme sulla quale si focalizza van dijck è LA SELEZIONE: le piattaforme (big five+settore) rappresentano gli attori principali di filtro dei contenuti→selezione. I contenuti a cui noi accediamo sono frutto della selezione basata sugli algoritmi e a cui noi partecipiamo con le nostre scelte (analisi predittiva), quindi noi siamo anche partecipi in questo processo, non pienamente consapevoli ma lo siamo. È un meccanismo che integra la scelta degli utenti con gli algoritmi, per questo tutti questi media (poggiano sulle piattaforme tipo Netflix) sono chiamati media algoritmici→nuovi tipi di media, mmezzi di com. che distribuiscono contenuti sulla base delle analisi predittive a partire dai nostri dati, i media algoritmici non vanno pensati come indipendenti dagli utenti. Che cos’è la selezione di piattaforma/meccanismo dei media algoritmici? La risposta di Van Dijck è che sono la capacità delle piattaforme di filtrare e attivare l’attività dell’utente attraverso le interfacce e elaborarle attraverso gli algoritmi e interagendo con queste piattaforme certamente possiamo condizionare la visibilità online, noi non siamo passivi, siamo attivi perché lasciamo tracce ma possiamo anche esserlo volontariamente (quando siamo consapevoli dei meccanismi possiamo usarli verso il nostro interesse non personale ma collettivo. Es. se tutti i studenti mettono like su un solo tipo di post orienteremo la visibilità di alcuni contenuti). Molti meccanismi di disinformazione agiscono così promuovendo la circolazione di contenuti. Non dobbiamo pensare che sia un mondo in cui siamo attori passivi ma c’è la possibilità di condizionare la visibilità dei contenuti: tutto ruota intorno a una coppia di fattori: Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed L’autenticità: è la rappresentazione non fuorviante delle proprie identità/attività. FB si riserva di rimuovere i profili fake e pagine aziendali che dichiarano il falso, non rimuovono le fake news. Questi sono i due pilastri di Meta, luogo sicuro e autentico. Ma non sono solo questi ma ci sono altri pilastri che guidano il processo di moderazione che la piatrtaforma esercita, che riguardano i post che non possono istigare alla violenza e illegalità: In tutti questi casi la piattaforma si eroga il diritto di eliminare il post. La sicurezza in questo caso è una sicurezza che tutela la singola persona. I contenuti deplorevoli cioè che violano le regole di convivenza sullo spazio social. La gamma di attività su cui le piattaforme si permettono di agire è vasta e sono sempre temi che sono legati ai valori: violenza, sicurezza e sensibilità alla diversità. Queste sono le grandi aree sulle quali le piattaforme stabiliscono dei confini. Ma c’è una cosa che manca: la verità. Sul concetto di verità le piattaforme non prendono posizione perché è difficile, come si può riconoscere automaticamente la verità. Nella attività di moderazione, nei criteri nel porre i confini tra ciò che è pubblicabile e ciò che no non ci sta la verità. Ad un certo punto prima delle elezioni americane, con il covid, le piattaforme hanno dovuto prendere posizione sulla verità: • Facebook: ha deciso di fare da moderatore, ha incaricato diversi giornalisti dipendenti dell’azienda nel controllare le notizie riguardo alle fake news, eliminarle o cancellare direttamente i profili. (FEB 2020) • Nel mentre altre piattaforme avevano iniziato a lavorare sul tema delle fake news: Twitter aveva deciso di orientare verso fonti, ha fatto in modo che ogni volta che qualcuno cercava notizie riguardo al covid che per prima risultassero fonti affidabili (OMS). • Altre due piattaforme Pinterest e Tiktok hanno agito in maniera diversa verso questa direzione, mettendo dei avvisi, che dicevano di prima di pubblicare notizie riguardo al covid di andarsi ad accertare da fonti affidabili e di non fare fake news • Verso MAR 2020 anche Facebook si è mossa come Twitter, proponendo anche delle testate giornalistiche affidabili per ogni paese, cosa che subito dopo anche Twitter ha fatto. Le piattaforme si erano assunte un ruolo nuovo, cioè orientare verso fonti affidabili, non di rintracciare tutte le fake news, ma di moderare verso un’informazione corretta. Personaggi noti sono stati bannati per numero di segnalazioni: Trump, Robert Kennedy Junior. Il processo però non si è fermato lì: Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Si è deciso di creare dei punti di informazione sul covid sulle piattaforme. Si è creato un centro informazioni covid all’interno delle piattaforme oltre a mettere in esalto le enti sanitarie e testate giornalistiche affidabili. Preleva dei contenuti da fonti affidabili e le aggrega nel centro. Questo è un passo importante, eprchè per la prima volta le piattaforme hanno esplicitato il loro ruolo di moderazione delle informazioni, si propongono come editori di contenuti, e si prendono così per la prima volta la responsabilità di garantire per prima risultati con info più affidabili che cliccati. E significa che culturalmente prendono posizione. La foto scattata nel Vietnam nel 1972: bambini che scappano dalle loro case che bruciano. Questa foto in realtà viola una delle regole di FB: perché contiene il nudo di un minore, infatti Fb la eliminò. Così un giornalista eleva il caso, perché comunque il giornalista ha vinto un premio per questa foto ed è di valore storico. La risposta di FB è che l’immagine di una bambina nuda su una piattaforma mondiale lede non solo i valori della community ma anche le culture di alcuni paesi, in ogni caso FB ripristina la foto e ne riconosce il valore storico. I 3 strumenti attraverso cui avviene la moderazione sono: • Tecnologie di rilevamento automatico • Moderatori umani che valutano attività e contenuti non uniformi Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed • Collaborazione degli utenti chiamati a segnalare eventuali contenuti non conformi. *[CAMBRIDGE ANALYTICA: nel 2018 l’ex dipendente di Cambridge Analytica, cominciò a fare dichiarazioni a una serie di testate giornalistiche: The Observer, New York Times, The Guardian affermando che ha visto compiere delle azioni non corrette nella società in cui lavorava. Si era arrivato a dire che nelle elezioni presidenziali del 2016 che Cambridge Analytica era riuscita ad accedere ai dati di 50 millioni utenti facebook Anglosassoni e Americani per promuovere la campagna di Trump. Quindi una società di marketing politico era riuscita a mirare i messaggi pro Trump attraverso i dati derivanti da Facebook. Quindi scoppia uno scandalo, e la conseguenza è che le azioni di Facebook dopo queste dichiarazioni crollano in borsa. PREMESSE: Cambridge Analytica è una società per le ricerche di mercato che lavora nell’ambito del marketing politico e usa i dati personalizzati delle persone per rendere più efficaci i messaggi inoltrati al pubblico quindi compie un processo di elaborazione dei dati psicometrici. Questo è legale ma dipende da come raccolgo i dati delle persone. Aleksander Kogan creò ancora prima una società d’appoggio, Global Science Research, e crea un app: “This is your digital life” che sembra un gioco. Intanto venivano accumulati i dati. Il Bug: Tutto questo è possibile perché questi dati sono stati raccolti nel 2013, quando vengono anche raccolti i dati Tos (terms od service) di Facebook non impediscono che terze parti raccolgano sati sia sui soggetti che hanno dato la autorizzazione sia sui loro amici e contatti in Facebook. Quindi non impediscono che terze parti prendano i loro dati ma anche sui loro amici e contatti. Quindi raccolgono i dati di persone che non avevano dato il consenso. Quindi questa società era riuscita a costruire un gigante database sui profili psicometrici di Facebookà87 millioni di utenti i cui dati sono stati raccolti. Secondo step: Aleksander Kogan cede i dati raccolti a Cmabridge Analytica che li usa per elaborare i profili psicometrici degli utenti che hanno aderito al test: • L’affiliazione al partito; i soggetti più sensibili a certi tipi di campagne; i temi più efficaaci per i singoli. Quindi qua si arriva all’orlo della manipolazione. All’arrivo delle campagne elettorale del 2016: vengono inviati ai cittadini USA messaggi di propaganda elettorale calibrati sui loro profili psicografici da essere più persuasivi. Usare i tratti psicologici per persuadere è sui limiti del legale. IL PROBLEMA: La raccolta dati: Facebook è una piattaforma anche di comunicazione politica, l’uso dei dati a fini elettorale non è inusuale e nemmeno illegale, il problema è la trasparenza. La raccolta dei dati senza consenso era il problema (i contatti e amici), usare dei questionari psicologici (di personalità non politici) per creare un profilo politico dell’utente era illegale. Non era chiaro quante informazioni stavano cedendo e nemmeno su come. Quindi la mancanza di trasparenza era il problema. Questo insieme all’uso ai fini di utilizzo delle caratteristiche psicologiche per inviare dei messaggi politici di propaganda era un problema. Cosa C’entra Facebook: Facebook era a conoscenza dell’utilizzo illegittimo dei dati dei suoi utenti (tanto che nel 2016 ne aveva chiesto la cancellazione senza nemmeno assicurarsene). Inoltre non aveva informato gli utenti dell’uso illegittimo di dati di cui era a conoscenza. Facebook ha bisogno delle terze parti che sviluppano test, quiz e giochi avvisando gli utenti che questi giochi sono connessi a terze parti, perché vi è un guadagno. Emerge quindi nel 2018 che Facebook pur di proteggere i suoi affari non si interessa dei tipi di contenuti a cui i suoi utenti sono esposti. Quindi Facebook viene accusata responsabile di non aver vigilato rispetto a quello che accadeva ai dati sulla piattaforma. Come gestisce la crisi? 1. Zuckerberg si assume le responsabilità, risolvono il bug, quindi prima di raccogliere i dati verrà chiesto un consenso. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Dopo la parabola discindente di second life ritorna all’attenzione dei ricercatori di sviluppare la tecnologia immersiva anche perché dopo 10 anni le risorse di svilupparle è molto più semplice. Verranno comunque usati in ambiti specifici: cinema e musei. La qualità di resa è molto alto, offriva la possibilità a 5-6 persone di guardare nello stesso momento la ricostruzione di un’ambiente antico. Negli anni 2010 ci sono stati una serie di tentativi di portare all’interno della vita reale l’intensive reality, quindi la sovrappoisizione delle info del mondo digitale in quello reale ad esempio i google glass (era possibile vedere le info, meteo ecc), era possibile usarle come ripresa e realizzare foto→problemi di privacy, non si capisce se qualcuno faceva un video o meno. L’altro problema è la fatica di vedere il mondo reale con le informazioni del mondo digitale. Quindi il problema di queste enhanced everydaylife è che sono il frutto di uno sviluppo tecnologico raffinato ma manca la loro chiave applicativa per la quale l’utente accetta di faticare. Però il mondo a cui Zuckerberg fa riferimento è il mix del sogno di vivere con la nostra fisicità la tecnologia immersiva e di viverla con socialità e il fatto che lui ha le piattaforme social, le infrastrutture social e quindi di portare questa tipologia di tecnologia all’interno dei social. Qualche azienda ha cominciato a rendersi disponibile di testare lo spazio virtuale e che è un riposizionamento dell’azienda. INFORMAZIONE NELLA PLATFORM SOCIETY: Il tema dell’informazione è un tema caldo legato al processo di formazione e diffusione delle fake news sui social CASE HISTORY: nel 2016 e questa case history ci spiega come si può formare diffondere una fake news senza che alla base ci sia la volontà di diffondere una notizia falsa In piena campagna elettorale tra Clinton e Trump, Trump aveva messo in giro la notizia che le manifestazioni anti-trump siano in realtà costruiti da democratici portando dei finti manifestanti per attaccare e minare Trump, siamo in pieno scontro e diffusione di questa voce creata da Trump. In questa situazione un normale cittadino (40 follower su twitter) mentre torna a casa passa da Austin in Texas e vede una fila di pullman, non trova nessun evento che giustifichi la presenza di questi pullman, ma sa che ci sarebbe stata una manifestazione anti Trump, e quindi collega i due fenomeni e twitta affermando che questi erano per i manifestanti anti-Trump, il punto è che questo cittadino pensava di twittare solo per i suoi 40 follower, e invece questo tweet, che era una presentazione errata dei fatti, diventa virale. Questo tweet ha avuto il potere di creare un’informazione diffusa. Mette degli hashtag “#trump2016 #fakeprotests”, gli hashtag diedero al tweet la possibilità di apparire a chiunque era interessato a questi trend. Perciò i supporters di Trump che si riunivano su una piattaforma chiamata Reddit sul quale discutevano le news, e pubblicano le news. Ovviamente questi sostenitori sostengono la teoria complottista del fatto che le manifestazioni ant-trump siano fake. E quindi condividono il tweet dandogli proprio la forma di news, e cambiano anche il testo “Hanno trovato gli autobus, dozzine di autobus a pochi kilometri di distanza da dove si è svolta la manifestazione”, quindi aggiungono elementi a un’interpretazione errata caricandola di valore. Passando da Reddit il tweet ha preso valore. Il post di reddit, non l’originale, viene condiviso in un forum con il titolo di reddit+ il testo di Tucker. Al forum di free republic hanno accesso anche diversi politici di destra conservatori, e a loro non sembra vero di avere la testimonianza e quindi iniziarono a far circolare la notizia sulle loro pagine social. Nell’arco di pochi giorni, il tweet è diventata una notizia che ha un confezionamento da news (foto, titolo testo) e viene diffusa su facebook diffusa da dei uomini politici, e così questa prende lo statuto di news anche perché anche i politici sono un punto di riferimento. Il 10 Novembre, dopo un giorno, si sviluppano diversi flussi di comunicazione: • Sui social non c’è più freno sulla diffusione di questa notizia, ci sono blog che riprendono la notizia, sembra che ci sia una molteplicità di fonti (facebook, free republic, reddit…), • Il manager di compagnia degli autobus riceve mail e telefonate in cui vengono chieste spiegazioni • Fox TV chiede un’intervista allo stesso manager Questi flussi cominciano a divergere: Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed • il tweet originale continua ad arricchirsi sui social • La comunicazione dei media con le interviste scopre che questi autobus erano stati noleggiati da una ditta di software per un loro incontro annuale. Fox intervista il manager della ditta e diede spiegazioni. Ma l’intervista va in onda solo a livello locale mentre la circolazione dell’info sui social è su livello globale. • Lo stesso Tucker e alcuni siti di confutazione di bufale online pubblicano le rettifiche, ancora una volta i flussi non si incontrano, coloro che seguono questi siti non sono sicuramente i sostenitori di trump, perché sono gruppi culturali diversi. • Lo stesso Tucker prende il suo tweet e lo commenta con “FALSO”. Ma l’informazione continua a essere diffusa attraverso le principali pagine dei conservatori. Ormai la notizia è diventata virale e molti non sanno nemmeno che è stato lui a crearla quindi smentirla non ha aiutato, anche quando cancella il tweet non aiuterà. • Il tweet era stato condiviso 16.000 volte quando quello del sito di smentite “Snoper” 5.800, in realtà l’audience non era lo stesso quindi anche se avesse fatto 16.000, il target era diverso. Questa in realtà non era un caso di disinformation ma misinformation, nessuno pensava di dire il falso e si crea a partire da tre elementi: • Flussi di condivisione • Omofilia delle reti • Logiche di credibilità Flussi di condivisione: i flussi di comunicazione che ha assunto per esempio il tweet di Tucker avviene attraverso dei flussi a cascata con tanti flussi, non uno solo, questo flusso a cascata ha diverse fonti : • il tweet di Tucker era stato ripreso da diversi flussi legati tra loro, interdipendenti, Membri del gruppo di reddit, membri del Forum ecc. ma spesso non sono tutti interdipendenti • singoli utenti, che hanno ritrovato la loro bacheca raggiunta da post condivisi da profili e pagine differenti (quelle radicali e quelle no), ricevere una news da diversi fonti (non interdipendenti) le attribuisce credibilità. Questa diffusione a cascata dei social che mescola gruppi politicamente connotati e gruppi no, attribuisce credibilità. Uno dei studiosi afferma che: “I fenomeni di cascata all’interno delle reti sociali si attivano quando la condivisione avviene a partire dall’osservazione delle attività degli amici connessi di cui vengono ulteriormente distribuiti i contenuti" (Kumpel 2015) Sempre tecnicamente un altro gruppo di studiosi definisce questi flussi a cascata come un turbinio di catene tutte iniziate da diverse persone che agiscono indipendentemente e spesso convergono, invece, su un gruppo di amici conoscenti. Queste catene sono brevi e questo contribuisce alla diffusione. spesso veniamo raggiunti da flussi di comunicazione brevi (conoscenti che vedono la notizia e la condivide a partire da una delle fonti). Noi non vediamo la lunga catena da dove proviene la news. La brevità di queste catene è dovuta al fatto che i meccanismi di sharing funzionano acccreditando la fonte da cui abbiamo preso la news, altri casi la fonte non viene accreditata e si recupera direttamente dalla fonte più lontana che troviamo anche se non si tratta della fonte originale. Se uno non avesse condiviso la notizia pubblicata dal politico, in pochissimi casi sarebbe risalito a Tucker, si sarebbe fermato a uno step intermediario (Reddit, forum) ed è un effetto del moltiplicare le cascate. Sono proprio questi meccanismi di circolazione a cascata che rendono molto difficile arrestare la circolazione del tweet di partenza. È infatti molto difficile riprodurre le stesse dinamiche di attivazione multipla dei flussi di circolazione dei contenuti nel momento in cui si voglia rendere nota Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed una rettifica. Se viene fatta una rettifica in una testata giornalistica, si fa sulla stessa testata, in modo da raggiungere lo stesso audience. In questo caso come si potrebbe fare una rettifica in un flusso a cascata con molteplici fonti? Non si riesce, è molto difficile. Omofilia delle reti: è un qualcosa che esiste anche prima dei social. Le persone si scelgono perché si assomigliano, le persone si organizzano in reti perché riconoscono di avere tratti comuni (valori, stili di vita ecc.) questo si ripropone anche all’interno delle piattaforme social, molti autori hanno confermato che questo succede anche online. Il funzionamento degli algoritmi la potenza dell’omofilia. La rete di autori che ha studiato l’omofilia delle reti sociali hanno affermato che online conta molto di più l’omofilia dei valori (attitudini, credenze ecc.) rispetto a quella di status. Però questa omofilia delle reti ha anche degli effetti: 1. percezione di somiglianza incrementale: più percepisco che alcuni soggetti sono simili a me a livello di valori, più interagisco con loro. E più interagisco con loro più percepisco la somiglianza Barnett e Benefield la descrivono così: la percezione di omofilia incrementa la quantità di relazioni comunicative che si instaurano tra due o più soggetti e questa densità di relazioni incrementa anche la percezione di essere simili. 2. Sviluppo di sistemi di significati condivisi: il circuito chiuso di relazioni tra soggetti che si percepiscono come simili genera sistemi simili di interpretazione dei fatti e degli eventi. Danah Boyd, studiosa americana ha spiegato che “in un mondo connesso...quello che fluisce attraverso le reti, fluisce attraverso confini tra similarità. La capacità di connetterci con altri simili a noi consente di far circolare i contenuti attraverso spazi e tempi in un modo radicalmente nuovo, ma c’è anche l’altro lato della medaglia. In un mondo di media connessi, è facile non avere accesso a punti di vista diversi “ 3. Incremento di credibilità: i contenuti condivisi da un contatto social omofilo acquistano un surplus di credibilità. Quando un contenuto comincia a circolare all’interno di una rete omofila acquisisce credibilità. Se la notizia dei bus fosse arrivata direttamente da Tucker nessuno ci avrebbe creduto, ma acquisì credibilità nel momento in cui era stato condiviso da fonti ritenute attendibili dai sostenitori di Trump. I contenuti diffusi all’interno di reti omofile, acquistano particolare valore proprio in relazione al fatto che vengono ricevuti in modo selettivo in quanto corrispondono a interessi, temi e valori propri di una specifica rete sociale . (Baresh 2011) Le cascate di ricondivisione nel caso di Austin appartengono a reti omogenee e quindi ottengono credibilità: • il gruppo di supporter di Trump su Reddit; il forum repubblicano FreeRepublic; • i fan delle pagine dei politici su Facebook; • il gruppo RightWingNews sempre su Facebook e il blog repubblicano. La maggior parte delle condivisioni avviene all’interno di reti omofile ed è molto veloce. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Quella che sta venendo meno è la fiducia cognitiva, all’interno della comunicazione social, mediatica quella che diventa meno facilmente utilizzabile è quella cognitiva, perché la figura dell’espperto è presente sui social in maniera minoritaria, non avendo il tempo di andare a verificare le fonti dei contenuti sui social viene meno la componente cognitiva. La fiducia normativa e affettiva sono sostenute da due meccanismi che sono tipici della comunicazione social: • la radice normativa è certamente sostenuta dall’omofilia delle reti, che confermano quello che penso. • La radice affettiva è sostenuta dalla quantità di relazione che posso avere con le persone che mi circondano. Progressivamente andiamo verso un contesto sociale in cui usiamo come criteri di affidabilità che sono normativi e affettivi. Mettere a parte la credibilità razionale non è sempre vincente, perché quella normative e affettiva spesso portano a una conferma delle nostre credenze senza un confronto. I media rispondono alle richieste del contesto sociale, i media oggi restituiscono una varietà di posizioni nelle quali ci possiamo riconoscere, perchè ci fidiamo della posizione che è più comunitaria. Quindi è una coevoluzione che crea una società frammentata come Quandt spiega. Quando la fiducia sistemica manca viene ricompensata da un altro tipo di fiducia: es. signore che si fida dell’antennista sul tema covid e muore perché arriva tardi in ospedale. Le forme di propagazione della credibilità: non solo le forme di credibilità affettiva e normativa dominano ma la credibilità si propaga anche nelle piattaforme social, cioè ci sono delle dinamiche che attribuiscono delle credibilità a dei soggetti basate sulle nostre azioni. La propagazione della credibilità all’interno dei social è stata descritta come simile al “passaparola”, nel passaparola la prima persona comunica un notizia e se questa notizia viene ripetuta da persone credibili, vicine la notizia acquisice credibilità. Lo stesso avviene sui social: la notizia di Tucker quando viene ripresa da un politico e da giornali, acquisisce credibilità. FRIEND OF A FRIEND NETWORK: sono le onde su cui viaggiano la propagazione e accreditamento delle notizie. Se una persona vicino a me, attendibile, mi condivide la notizia di Tucker, la notizia non si carica della credibilità della fonte ma dalla persona che me lo inoltra. Lo stesso vale per gli influencer ecc. Nell’ambito dei social media a partire da queste reti sociali di amici la credibilità si propaga anche verso altri utenti che non si conoscono sulla base del numero di amici che hanno già attribuito loro credibilità e fiducia. ES. Le aziende investono molto nei post a like (così posso vedere che amici hanno messo like alla pagina, perché propaga la credibilità) Quindi la fiducia si propaga sulla base di due diverse catene: 1. Amici di amici: la notizia si carica della credibilità che si ha negli amici stessi 2. La catena quantitativa: quante persone si conoscono hanno attribuito credibilità E questa si basa su una fiducia che comunque è affettiva. Tutti questi elementi portano alla costruzione di una verità credibile e condivisa che si basa su 3 meccanismi: Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed 1. Riconoscere la rilevanza di un contenuto a causa delle diverse fonti, flussi a cascata 2. I contenuti che fluiscono nelle reti di amici si caricano della fiducia relazionale e normativa che si ha negli amici stessi. 3. Le catene di amici di amici contribuiscono a caricare i contenuti di credibilità Sono tutti meccanismi meno legati all’analisi dei contenuti e più legati a ciò che ci sembra credibile che è simile al nostro sistema di pensiero. Questo è un aspetto importante su come le informazioni trovano spazio nell’opinione pubblica. QUAL E’ IL RUOLO DELLE PIATTAFORME NELL’EVOLUZIONE DEL SISTEMA DELL’INFORMAZIONE? Nicholas Carr, 2008 Dice che i due meccanismi che il sistema dei media ha introdotto nella distribuzione dell’’info sono: Disaggregazione e poi aggregazione. Rispetto al sistema del media azionale (broadcast, media tradizionali) l’arrivo delle piattaforme ha disaggregato alcuni aspetti del sistema di produzione dell’informazione e le ha aggregati in un altro modo. Questi due meccanismi hanno agito in modi diversi negli anni 90 e poi 2000, non sono in contraddizione gli uni con gli altri ma si sovrappongono. Carr osserva gli anni 90: partiamo con la disaggregazione • La prima cosa che si disaggrega è tra contenuti giornalistici e pubblicitari, le testate giornalistiche si sono sempre sovvenzionate con la vendita di spazi pubblicitari. Era un mercato a due poli, da un lato gli inserzionisti dall’altro i lettori. Lo stesso vale per i canali. La prima cosa che succede negli anni 90 è che entrano in gioco nuovi soggetti che ospitano gli stessi contenuti pubblicitari, piattaforme come Google iniziano ad ospitare nei loro spazi, social e piattaforme come Ebay capitalizzano gli annunci commerciali. Quindi si creano altri circuiti pubblicitari, le piattaforme social e la ricerca sui motori di ricerca sottraggono spazio e contenuti pubblicitari alle testate giornalistiche. • Secondo elemento di disaggregazione tra contenuti informativi e audience che è legata allo sviluppo dei motori di ricerca, che hanno portato alla trasformazione della circolazione delle news. Nelle testate giornalistiche i contenuti sono caratterizzati da una organizzazione e sistematizzazione e sono poste in relazione gli uni agli altri, le notizie vengono sempre integrate in Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed un contesto più ampio e non viaggiano mai da sole. L’impatto dei motori di ricerca negli anni 90 genera una disaggregazione delle pagine e dei sommari perché ogni notizia viaggia da sola, su google ti viene presentato il singolo articolo cinese o la vedo aggregata assieme ad altre testate su una logica del motore di ricerca. Nicholas Carr dice che ogni singola storia diventa “un prodotto separato, che sta nudi sul mercato” e il criterio che definisce l’importanza della notizia sono i click. Questo significa che le testate giornalistiche stanno perdendo controllo sulla curatela delle notizie ovvero sull’offerta di una copertura delle notizie accurata ed estesa basata su più articoli. Dove si riaggregano i contenuti? • Le aggregazioni sono offerte dalle piattaforme: Google news, il motore di ricerca fornisce una sua aggregazione di notizia, non si trova solo il risultata di una ricerca ma aggrega le notizie che sono ritenute importanti nella giornata. Questo ha delle conseguenze perché affianco delle testate tradizionali non si ha una testata giornalistica che non è responsabile della produzione di contenuti che è responsabile soltanto della proposta di una agenda di contenuti importanti nella giornata che fornisce un’aggregazione basata su contenuti a diverso statuto (blog, testate, podcast) non usa criteri di qualità della testata ma propone un mashup di diversi fonti basate sui suoi criteri: click, parole chiave più cercate, le testate più linkate, c’ho che io ho cercato più spesso. L’esaustività non è l’interesse di questi nuovi collocatori. Carr dice che non è indifferente perché le testate giornalistiche facevano una curatela delle notizie, facendo una copertura di quello che accadeva nel mondo mentre Google news si propone come nuovo “gateway” per accedere alle notizie però quello che ci restituisce quello che piace più alla gente mentre però ha un effetto distorsivo, perché l’organizzazione delle notizie proviene dal basso che non è sempre esaustiva. Carr dice che questa riaggregazione genera dei nuovi “gateway” che hanno caratteristiche molto diversi tra loro. 30/11/2021 Il processo va avanti anche negli anni 2000 aggiungendo degli elementi di disaggregazione e aggregazione. Gli elementi di disaggregazione: Sono elementi legati alle piattaforme social, non soltanto le notizie continuano a girare singolarmente ma le piattaforme propongono delle forme di consumo nativo delle news, in cui si mescolano nel feed non soltanto testate diverse ma articoli che provengono da testate giornalistiche, testate digitali, e commenti alle stesse notizie fornite dagli utenti dei social. È una disaggregazione che porta anche a livelli diversi di notizia. Mentre google news ci porta una selezione Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Twitter decide di intervenire sui motori di ricerca, sugli algoritmi che gestiscono i risultati e indentiificare nei ministeri della salute i punti di riferimento. È la prima piattaforma a prendere posizione epoi verrà seguita dalle altre. Non tutto riesce però a essere controllato, perché comunque cercando gli hashtag si trovano tutte le diverse informazioni assieme a quelli istituzionali. Contemporaneamente Facebook non fa la stessa scelta e la prima dichiarazione che fa è quella di limitare l'infodemia ma diversamente, incaricherà alcuni dei suoi giornalisti a rivedere i contenuti sulla piattaforma ma senza fare riferimenti istituzionali. Quindi si immaginano di fare un lavoro vastissimo, e forse non avevano ben presente il gigante flusso di informazioni in circolazione. Nonostante queste dichiarazioni se nel 2020 Facebook attraverso i suoi algoritmi aveva comunque privilegiato le fonti istituzionale come risultato di ricerca per chi usa il suo motore interno per trovate informazioni sul Covid-19 La terza via era quella di TikTok e pinterest, che si rivolge a creator non a consumatori di contenuti, e decide di: Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Pinterest in più suggerisce alcune fonti affidabili. Nel primo mese di pandemia quindi i social prendono posizione inn tre modi diversi con un unico obbiettivo: • Orientare i loro contenuti verso un'informazione affidabile • Intervenire sul funzionamento degli algoritmi in modo da rendere più visibili le fonti affidabili Dopo il primo mese: Cominciano le operazioni di aggregazione dei contenuti, le piattaforme iniziano a sviluppare una propria offerta editoriale sul tema covid-19. Selezionano e aggregano contenuti che provengono da fonti istituzionali (Ministero della salute, OMS, istituto superiore della sanità) o da testate giornalistiche. Twitter continua a far comparire "informati" ma con sotto un suo aggregatore di selezione di articoli, guide lines di testate Anche Facebook: Cede alla linea twitter, se si cerca coronavirus si trova l'OMS e poi elabora un centro informazioni proprio Covid; Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Persino Tiktok: aggiunge anche lui il suop aggregatore, che propone nozioni attendibili provenienti dall'OMS Tiktok propone un question advancer, l'atteggiamento è sempre diverso pqerchè vuole proteggere la sua community di creator. I social media si sono costituite per la prima volta come fonti informative, soggeti in grado di garantire l'accesso a un'informazione affidabile. E il passo più significativo è assumere la funzione di aggregatori. Da questo cambiamento sarà difficilke tornare dietro perché hanno accettato la loro funzione da aggregatori che comporta a un cambiamento strutturale. LE CAMPAGNE SOCIAL DELLE ISTITUZIONI: le istituzioni hanno usato le piattaforme social in modo sistematico per offrire una narrazione dal loro punto di vista corretta della pandemia. I soggetti che in Italia hanno preso parola nelle piattaforme social riguardo al tema della pandemia: • Ministero della salutee • Istituto superiore di sanità • Dipartimento di protezione civile • Croce rossa italiana • Presidenza del consiglio dei ministri Hanno usato Fb e IG come strumento per le campagne di sensibilizzazione a tema covid. • Hanno usato i social per delle micro-campagne che sono durate massimo 3/4 settimane, con delle grafiche e contenuti specifici. Si tratta di campagne condivise e rilanciate tra diverse istituzioni e costruiscono un racconto per grandi fasi della pandemia. Come è stato costruito questo racconto? Fine gennaio: il viaggio Le primissime campagne delle istituzioni sono rivolte ai viaggiatori, il racconto dell'epidemia nasce come un problema di chi viaggia o vive nei paesi investiti dalla pandemia. Sono campagne che puntano a un target preciso. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Il patto diventa che in cambio della genealogia della famiglia si cedono i propri campioni per la ricerca scientifica. Le big five. Connettono i pazienti L'altro tipo di app che poggiano sui cloud delle big five sono quelle che connettono i pazienti che sono strumenti di supporto reciproco ma anche di raccolta di informazioni perché monitorano (grazie ai pazienti) l'aggiornamento dei sintomi di malattie anche croniche. Le piattaforme generano anche dei grafici sugli aggiornamenti della salute che possono essere presentati anche ai medici. L'esito è che questo tipo di piattaforme incidono, secondo VD, anche sul modo con cui Elaboriamo e raccontiamo la malattia ma anche prende forma come informazione strutturata. Questa combinazione tra datificazione e racconto soggettivo è l'effetto della presenza di queste piattaforme che è un effetto sociale e culturale della percezione della malattia. Quindi la riflessione di VD va avanti per stabilire l'effetto che ha nell'immaginario delle persone: Dice che tutto questo promuove una medicina basata sulle evidenze guidate dai pazienti, i pazienti costituiscono un panel di terapie e ipotesi scientifiche--> citizen science (pazienti, ricercatori e medici sono coinvolti nel processo di esistenza di possibilità della ricerca) Tutto questo avviene in un mondo che non rispetta le regole della ricerca scientifica e quindi si presentano elementi di criticità: • Auto-selezione del campione: sono le persone che scelgono, quindi alcuni casi rimangono esclusi • Auto-somministrazione del farmaco • Auto-registrazione delle evidenze Poi ci sono criticità legate a: • Privacy (assicurazioni o datori di lavoro che non offrono a causa della patologia accusata) • Si innesca anche una promozione di una forma di filantropia dei dati- l'uomo finisce al centro. Le piattaforme di settore: offrono possibilità di monitorare la malattia ma in maniera circoscritta, si basano sulle stesse logiche ma i dati sono rilevati in modo automatico e in tempo reale, questi dati vengono raccolti senza l'introduzione dei pazienti e allo stesso momento sono monitorati. Ci sono però qui anche delle criticità: • Non tutti possono permetterselo sia in termine tecnologico sia in termini economici In sintesi: l'elemento caratterizzante di questto sistema è: Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed I dati raccolti sono tanti ma non necessariamente perfetti Tutto questo si basa su: • Offerta di servizi personalizzati-->medicina personalizzata • Raccolta di dati scientifici utili e funzionali alla ricerca che comporta una privatizzazione di dati pubblici (i dati passano dalle istituzioni alle big five) In europa ad esempio dal 2017 è stata fondata la European Open Science cloud : sostiene lo sviluppo di un ecosistema di infrastrutture basatp su principi che corrispondono all'acronimo FAIR: • Findable: aperti e ritrovabili • Accessible: possono avervi accesso chiunque faccia ricerca a prescindere che sia un partner o meno • Interoperable: possono essere messi in confronto con altri database per valutarne la correttezza • Reusable: che non siano di proprietà di qualcuno e quindi possono essere usati Quindi l'Europa cerca di regolare la raccolta dei dati stabilendo delle linee guida da seguire. LA DATAFICATION DELLE NEWS: Nel descrivere la platform society Van Dijck dice che ci sono alcuni dinamiche delle platform society che hanno influenzato i processi di ditribuzione e anche produzione delle notizie, e sottolinea soprattutto la datificazione: Il punto di partenza del ragionamento è che ormai esistono molti soistemi di tracciamento della circolazione delle news, la produzione delle notizie è circondatat da dati che riguardano la circolazione e l'accesso alle notizie e corredano ogni singolo articolo una pesante mole di dati: Ci sono tanti livelli diversi di raccolta di dati su uno stesso articolo che circola sui social: • è corredato dai suoi Fb o instagram analytics (dati che provengono dalle piattaforme relativi dell'engagement del pubblico), • e ricevo tutti i google analytics (quanto è stato cercato e cliccato), • e sistemi di monitoraggio dell'audience della rete che consente la misurazione dell'audience della rete inclusi i social (audiweb). Audiweb è una associazione che ha promosso uno sviluppo di misurazione dell'audience della rete ed è legato a nielsen alla quale si appoggia. La rilevazione dei dati audiweb serve a misurare quanto vale l'acquisto di una sola vendita di uno spazio pubblicitario su social, su una pagina web ecc. e per definirlo bisognava individuare dei criteri di base scientifica uguale per tutti. Audiweb fa diversi tipi di rilevazione della quantità di persone che visitano una pagina web ma di recente ha anche aggiunto i Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed social . Questa misurazione relativa ai social che impatta sulla produzione dell'informazione viene realizzata attraverso dei panel di persone, attraverso anche quelli che vengono chiamati panel meterizzati, cioè che sono dei panel di persone che non sono intervistate ma che hanno accettato di scaricare sul loro device un software di monitoraggio sui loro social, in forma anonima. È chiaro che fornisce una quantità di dati elaborati in modo statistico, quindi nielsen ha cominciato a misurare attraverso i suoi panel audiweb tutte le attività che noi svolgiamo. VD vuole arrivare a dire che tutti questi dati servono fondamentalmente a capire cosa produrre: siamo davanti a un meccanismo di produzione dell'informazione che è sempre più data driven da questo pesante corredo di dati che ogni articolo si porta e meno guidato da decisioni editoriali basata su un'autonoma valutazione giornalistica. Quello che va influire effettivamente sulle decisioni editoriali sono questi dati, che creano pressione sulla creazione di contenuti che facciano engagement. (il video della giornalista a generato molti click, shares e che genera quindi tanti utenti quantificati. è una notizia da dare in cronaca ma in confronto ad altre notizie forse andrebbe messa indietro, ma le testate giornalistiche la mettono come la notizia del giorno con una impaginazione per i social che crea engagement) Es. Il corriere della sera ha impaginato notizie che creano click, il corriere sta raccontando pochissimo di quello che sta succedendo del mondo e quindi i criteri sono data driven. La produzione e La nostra abitudine al consumo d'informazione è infòluenzata dai dati che siamo in grado di raccogliere sulla circolazione dei contenuti e privilegiano alcune tipologie di notizie che sono di colore, che creano engagement, la conseguenza che vediamo è che noi ci siamo abituati a considerare importanti queste notizie, questa produzione di data driven rischia di silenziare temi ad esempio economici, affari esteri ecc. questo è un impatto che la dfatificazione delle news ha sulle scelte giornalistiche. LA PUBBLICITA': Le piattaforme hanno anche avuto in patto sui meccanismi pubblicitari legati alla circolazione dell'informazione. Con l'incremento le piattaforme digitali si sono moltiplicati i canali con cui raggiungere l'utente ed è svantaggioso dal punto di vista della vendita degli spazi pubblicitari, perché il numero degli inserzionisti è limitato e più aumentano i canali più gli investimenti degli inserzionisti diminuiscono. Se ho un canale con cui raggiungo molti utenti costerà tanto, se ci sono tanti canali con cui raggiungo pochi utenti allora costerà poco. l'investimento pubblicitario in canali che non sono grandissimi non costa più tanto. Non abbiamo più testate e canali digitali nei quali i spazi pubblicitari costano poco, quindi una testata non potrebbe sopravvivere basandosi sulla vendita di spazi pubblicitari su internet. Online la relazione tra contenuti, pubblico e pubblicità genera molti meno ricavi di quanto non avvenisse offline, è un altro elemento di disaggregazione e impoverimento delle testate. A livello di Business la moltiplicazione dei canali sta causando una crisi nel settore dell'informazione. Ma la moltiplicazione dei canali ha fatto nascere nuovi tipi di pubblicità che forniscono uno strumento nuovo e diverso per sostenere economicamente le testate, seppur non sufficiente. Questo tipo si chiama "Native Advertising", è stata definita così una decina di anni fa da una società italiana. Il native advertising fa riferimento ad annunci a pagamento coerenti con il contenuto della pagina in termini di design e contenuti e quindi appaiono meno come disturbo o interruzione. Quindi il Native advertising nasce sulla base di metodo pubblicitario contestuale: la pubblicità è calata nel contesto dell'esperienza del fruitore. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed Audiweb) aveva iniziato ad interessare quali piattaforme vengono usate e la loro distribuzione. La rilevazione si fa con interviste telefoniche, online conference, o un operatore va a casa. • A partire da questa ricerca di base vengono scelti dei campioni di persone che vengono chiamati panel (vengono intervistati ripetutamente). I panel che costruisce Audiweb sono finalizzati a installare su pc, smartphone e tablet il meter cioè un software che rileva quello che le persone fanno sui loro devices, anonimizzata. • Questi panel sono costituiti da 40.000 persone (accumulati negli anni). • I panel computer sono quelli più numerosi, è composto da 30.000 persone dai 3 anni. • Panel smartphone è composto da 9.000 ed è a partire dai 18 anni in su. • Panel single source sono composti da 2.500 persone che consentono di avere il meter su tutti i device, per tracciare i consumi multi piattaforma. • Si aggiunge un terzo livello di rilevazione perché non può fermarsi al dato generale, ha bisogno dell'Audiweb census: rilevazione sui siti degli editori di fedoweb, va a guardare i termini di accessi, tempi di navigazione, contenuti visti di coloro che pubblicano contenuti online. In tutti questi casi è una rilevazione di tipo automatico, nelle pagine che sono oggetto di rilevazione viene inserito un tag che rileva quanti accessi da un browser e li invia a dei server di raccolta dati. Rilevano quanti diversi browser e id hanno fatto accesso sul browser e quante volte sono entrati sul sito. È una rilevazione fatta da Nielsen censuaria, e tutti gli editori iscritti da Audiweb mettono i tag nei video e nelle app e restituiscono i dati a chi possiede la pagina per poter documentare quant'è la sua audience, e sono dati certificati. Ma diventano anche un elemento fondamentale dei database che audiweb mette a disposizione di chi fa agenzia di comunicazione ecc. Il tag messo nelle pagine non rileva da che device arriva la visualizzazione ma rileva anche quando ai loro co tenuti si arriva da app di terzi (FB), la fruizione di video è da multipiattaforma (indipendentemente da che device), rilevano l'accesso sulle instant articles e anche dal google amp (sistema di accellerazione di download). Questi tag sono stati perfezionati per rilevare qualsiasi tipo di accesso. • Audiweb registra e conserva un catalogo di tutti gli editori che sono registrati ad Audiweb sulla base di gerarchia in modo che le aziende possano sapere dove andare a investire su internet. E quetso catalogo offre informazione sull'offerta editoriale disponibile su internet. • Audiweb offre degli strumenti di pianificazione e gestione delle campagne pubblicitarie all'interno del web, e alcuni sono per tutti mentre le agenzie di comunicazione e i centri media si iscrivono a pagamento che hanno in cambio un enorme file excel in base al quale possono fare tante ricerche finalizzate alla loro pianificazione della campagna pubblicitaria. c'è stato un cambiamento nel sistema di rilevazione di Audiweb quest'anno: non possono usare i cookies di terze parti, i tag sì ma i cookies no per la tutela della privacy. Siccome è un ente di riferimento istituzionale deve essere al pari con le normative della tutela della privacy. Che cosa restituisce al mondo? • Il contenuto che restituisce sono i dati di navigazione socio-demografici degli utenti che hanno navigato. Nel mese di Settembre 2021 ci dice quanti sono gli utenti unici che hanno navigato da pc Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed e mobile e poi fornisce una serie di dati che sono legati al giorno medio: quante persone mediamente al giorno hanno avuto accesso a internet. • Il secondo set di dati è al mese: quanti utenti unici, popolazione e tempo per persona. Poi ci dà gli stessi dati divisi da computer e mobile. Ci sono dei termini tecnici: Gli utenti unici non considera quante volte la stessa persona ha acceduto, ma quante diverse persone hanno visitato il sito Stream views il numero totale di video (anche se la stessa persona lo ha avviato più volte) Popolazione base Italiana Le app launches, quante volte un'app è stata lanciata (aperta) Total sessions il numero di volte in cui io sono entrato su un contenuto e mi sono soffermato. Sociologia della comunicazione e dei media digitali | Farh Ahmed • Audiweb ci restituisce in che proporzioni gli utenti sono uomini o donne e vengono divisi in fasce d'età ai partire dai 18 fino ai 64. • E in termini di total digital audience, accesso da computer o da mobile e ci dà la variazione tra agosto del 2021 a settembre 2021 e emerge che i computer sono meno usati rispetto ai mobile e quindi se devo raggiungere un target per la mia campagna pubblicitaria questi dati sono utili. • Ci fanno un quadro della provenienza geografica, su tutto il territorio nazionale ci sono percentuali più o meno equilibrate • ci restituiscono anche il tempo speso in base se da computer o mobile e ci restituiscono alcune delle categorie di contenuti visti nell'arco del mese di settembre 2021. come fanno? Prendono i dati censuari (legati ai siti iscritti) li organizzano per categorie e ci dicono che gli utenti unici nel mese di settembre hanno usato principalmente strumenti di ricerca, servizi internet ecc. Che cosa si può vedere dei dati censuari (legati ai vari editori registrati su Audiweb: Questo è un esempio di contenuti video, nei quali vengono messi i brand e i costume property che sono quelli con cui devo pianificare una pubblicità, vedo i dati dei total digital audience a giorno medio e mese.