Scarica Cap.1 "Origini e sviluppi della psicologia scientifica" e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! Capitolo 1 Origini e sviluppi della psicologia scientifica Spesso non abbiamo molto tempo a disposizione per poter riflettere. Per riuscire a governare molte situazioni, ci serviamo di una serie di conoscenze che fanno parte della nostra psicologia ingenua: è un bagaglio di saperi psicologici, empiricamente fondati, che permette a ciascuno di noi di interagire in maniera soddisfacente con gli altri e di agire (come l’esempio della superstizione del piccione). Sulla nel mondo che ci circonda psicologia del senso comune è venuta a fondarsi la psicologia sperimentale. Psicologia ingenua e psicologia scientifica Entrambe affrontano le opportunità e i legami della vita a cui andiamo incontro. Trattano ciò, però, in maniera diversa a seconda delle conoscenze che hanno acquisito. Presupposti evolutivi della psicologia Circa 7 milioni di anni fa è iniziata la separazione dell’essere umano dagli scimpanzé. Fino ad allora eravamo un gruppo unico con loro e condividevamo pure lo stesso genoma. Tutt’oggi abbiamo in comune circa il 96% del genoma. Siamo diventati esseri umani non per addizione, ovvero aggiungendo DNA al nostro corredo genetico, ma per sottrazione, quindi eliminando pezzi di DNA. L’evoluzione della nostra specie non è avvenuta in modo lineare e progressivo, bensì in maniera irregolare e discontinua. Quindi, a periodi di relativa stabilità seguono delle fasi di profondi e rapidi cambiamenti evolutivi. Attorno circa 100.000 anni fa la nostra specie è diventata simbolica, sapeva maneggiare dei simboli. 80.000 anni fa è avvenuta la comparsa del linguaggio, il primo salto in avanti nella conquista di nuove abilità psicologiche. Capacità simboliche e abilità linguistiche Umani=specie psicologica con proprie competenze. La psicologia, quindi, affonda le radici nell’evoluzione dell’Homo Sapiens. 10.000 anni fa si è assistito ad un incremento esponenziale delle capacità psicologiche. Qui avvenne la rivoluzione del Neolitico, che ha predisposto una “cassetta degli attrezzi mentali” come il pensiero, la coscienza, la comunicazione, l’elevata socialità, i valori ecc… Questa è la configurazione di base delle nostre competenze psicologiche e rappresenta la nascita della cultura nelle sue diverse forme e manifestazioni. Esperienza, psicologia del senso comune e scienze psicologiche Secondo gli empiristi inglesi, ogni forma di conoscenza che è a nostra disposizione deriva dall’esperienza, non vi sono idee innate. Esperienza= “Fare una prova”, “Esplorare”. Si parla di esperienza generale, ovvero come la totalità delle singole esperienze vissute; è l’insieme delle conoscenze esplicite (formali) e di quelle implicite (tacite) accumulate nel corso del tempo ed acquisite tramite il proprio coinvolgimento nelle azioni e nelle imitazioni del comportamento altrui. Locke aveva evidenziato che tutto il nostro sapere è fondato sull’esperienza, che è la base delle informazioni acquisite tramite le sensazioni. Le nozioni ricevute dall’esperienza hanno un valore pragmatico perché sono utili poi per prendere decisioni e agire in modo efficace in una data situazione nei vari ambiti esistenziali. Consentono anche di elaborare teorie che spieghino il comportamento nostro e degli altri: sono, però, teorie ingenue, fondate su conoscenze poco attendibili e valide. Non ci si può fare particolare affidamento, poiché sono basate su criteri riduttivi. Difatti l’esperienza è un avvenimento personale, limitato nel tempo e nello spazio, soggetto ad errori e distorsioni. Questo tipo di teorie applicate alla spiegazione della condotta umana conducono alla psicologia del senso comune: una forma indispensabile di sapere che ci pone nella condizione di capire ed interpretare la nostra ed altrui condotta grazie al Consente di far fronte alle difficoltà, di intervenire nelle situazioni ragionamento pratico. inusuali, di gestire delle circostanze complesse. La mancanza di controllo e di rigore conduce a delle forme suggestive di sapere, come i metodi della pertinacia, dell’autorità e quello aprioristico. Se invece si introducono processi di verifica rigorosi, si ottengono conoscenze dotate di maggiore validità e attendibilità, maggiormente affidabili. Questa è la psicologia scientifica, che si fonda sul sapere di quella ingenua e si basa sul metodo sperimentale, perché gli studiosi che vi si riconoscono si son trovati d’accordo nell’impiegarlo. Ammette precisi criteri scientifici come la validità, l’attendibilità, la ripetibilità e la verificabilità. Chiunque li accetti e sia in grado di utilizzare gli strumenti pertinenti, può verificare quanto sostiene un altro studioso. Ciò segna la discontinuità tra quella del senso comune e quella sperimentale . Presupposti moderni per la comprensione della psicologia scientifica Psicologia= discorso sull’anima. Nel ‘700 si operò la distinzione fra psicologia razionale e psicologia empirica: 1) Di natura filosofica, fu messa in discussione da Kant 2) Naturalistica, fondata su osservazioni concrete, è stata la radice da cui è sorta la psicologia scientifica contemporanea come scienza naturale. IL CONTRIBUTO FILOSOFICO - Il primo trattato di psicologia risale ad Aristotele con il “De Anima”, in cui si procede ad una descrizione dei processi cognitivi come la percezione e la memoria e alla tripartizione dell’anima: anima vegetativa, sensitiva, intellettiva. - Ippocrate fornisce una prima classificazione della personalità nella sua teoria umorale, individuando 4 tipi: sanguigno, collerico, melanconico, flemmatico a seconda di quale tipo dei 4 umori prevaleva: sangue, bile nera, bile gialla, flegma. - Cartesio introduce la distinzione tra a) res cogitans il pensiero , che racchiude idee presenti fin dalla nostra nascita b) res extensa il corpo, che è concepito come una macchina, oggetto di indagine corporea appunto, naturalistica. Punto di incontro di entrambi è la ghiandola pineale. Questo dualismo prevede il primato della ragione e quindi del razionalismo rispetto al corpo, all’empirismo. A Wundt e lo strutturalismo Per Wundt l’oggetto della psicologia è l’esperienza immediata che si contrappone a quella mediata dalle scienze naturali, in cui intervengono. Queste ultime sono in grado di fare osservazioni sugli eventi di loro pertinenza facendo ricorso a strumenti sofisticati. In cambio la psicologia non necessità di strumenti di mediazione che svolgano attività, perché il soggetto stesso diventa lo strumento di sé. Il metodo privilegiato per rilevare l’esperienza diretta è dato dall’introspezione intesa come la capacità di verificare che cosa avviene nell’istante in cui si fa esperienza di un certo tipo di evento (interno o esterno) per analizzarlo. È un metodo che ha alcune difficoltà: a seconda di chi verifica, il contenuto di ciò che si osserva può essere alterato ed è quindi soggetto a distorsioni, stravolgimenti; ha anche il limite dell’eccessivo soggettivismo. Ma Wundt ritiene possibile superare questi limiti utilizzando il metodo sperimentale. (Lo strumento utilizzato soprattutto da lui è il tachistoscopio.) Lo stesso Wundt ha elaborato anche una teoria in cui ha distinto le percezioni istantanee; l’appercezione (l’organizzazione di queste sensazioni in processi mentali complessi) e la volontà di reazione. La scuola di Lipsia, di cui Wundt era uno dei fondatori, fallì inesorabilmente. La prospettiva di Wundt, oltre psicologia sperimentale = fisiologica, era chiamata anche strutturalismo poiché era rivolta a rilevare le strutture della mente umana (scopo della psicologia per lui). Reazioni allo strutturalismo in Europa e negli USA La prospettiva dello strutturalismo suscitò violente reazioni prima dello scoppio della guerra negli Stati Uniti, con il funzionalismo prima e il comportamentismo poi (1913) e in Europa con la psicologia dell’atto di Brentano e la scuola della Gestalt poi (1912). Il funzionalismo Il funzionalismo, di cui tra gli altri un esponente era Dewey, trovò come sede l’università di Chicago. Secondo questa prospettiva, la psicologia rappresenterebbe lo studio delle attività mentali come via per adattarsi all’ambiente in modo attivo. Il centro del funzionalismo consiste nel verificare come opera un processo mentale, non che strutture presenta quell’area. I processi mentali possono essere studiati seguendo differenti modi: l’introspezione, l’uso di strumenti che misurano le prestazioni dei soggetti e i test psicologici. IL CONTRIBUTO BIOLOGICO (Evoluzionismo) Darwin formulò nel 1859 la teoria dell’evoluzione, secondo cui vi è una discendenza comune di tutti gli organismi viventi e la selezione naturale opera come il principale motore dei cambiamenti evolutivi ed ereditari: sono gli individui che si adattano meglio all’ambiente quelli che riusciranno a sopravvivere. Secondo Darwin, il cammino evolutivo consiste in una successione lenta, omogenea ed ininterrotta di stadi di progressione e questo processo è l’unico che assicura un buon adeguamento alle condizioni ambientali esistenti Darwinismo. La sintesi moderna La teoria di Darwin fu ripresa attorno agli anni ’30 e ’40 del ‘900 con il modello della Sintesi moderna o neodarwinismo. Integra la teoria dell’evoluzione della specie per selezione naturale darwiniana, la teoria dell’ereditarietà di Mendel, la presenza di mutazioni genetiche ecc. Da questa integrazione deriva la nozione di sopravvivenza (fitness): una popolazione che ha un grado di fitness superiore (ovvero ha caratteristiche migliori per un certo tipo di ambiente) sopravvive di più e si riprodurrà maggiormente. Nella “lotta per l’esistenza” sono i migliori quelli che continueranno a vivere, perché saranno quelli più adatti alle condizioni ambientali e quelli che prevarranno su altri gruppi. Il principio dell’ereditarietà localizza nei geni la radice della variabilità delle caratteristiche fenotipiche trasmissibili ai discendenti, che costituiscono un fattore centrale per la nascita di nuove specie attraverso una progressiva divergenza del corredo genetico. Il modello degli equilibri punteggiati e “l’exaptation” Gould ha proposto il modello degli equilibri punteggiati: le specie presentano lunghi periodi di arresti, seguiti poi da salti, da cambiamenti bruschi e dalle repentine comparse di nuove forme di esistenza. Questi gradini evolutivi implicano spesso forme di exaptation: una struttura biologica non è solo destinata a svolgere una certa funzione, ma è chiamata anche a svolgerne una nuova assieme a quella originaria. A differenza dell’adaptation, l’exaptation sottolinea il carattere casuale ed eventuale dell’evoluzione. La sintesi estesa È stata proposta a partire dai primi anni del 2000. Essa introduce nuovi concetti come la plasticità del fenotipo, la selezione multilivello, l’evoluzione del genoma, l’accidentalità, l’ereditarietà e l’epigenetica. Il modello evo – devo studia la relazione tra lo sviluppo embrionale e fetale di un organismo (l’ontogenesi) e l’evoluzione della sua popolazione di appartenenza (la filogenesi). Variazioni genetiche nei geni deputati al controllo dello sviluppo embrionale possono dar luogo a nuovi caratteri nell’adulto (nel fenotipo).L’ontogenesi è l’insieme dei processi mediante i quali si compie l’evoluzione biologica dell’embrione e del feto e che porta poi alla formazione dell’individuo. Ricapitola, rilegge la filogenesi.La filogenesi: si occupa di ricostruire le relazioni di parentela evolutive, di gruppi tassonomici di organismi. Il modello di costruzione di una nicchia in relazione al proprio habitat modifica l’idea stessa di selezione naturale. Il concetto di nicchia riguarda le trasformazioni che gli organismi di una specie attuano nei riguardi del loro ambiente di vita. Così vengono ridotte le pressioni ambientali che stanno sotto la selezione naturale, alle quali devono far fronte. L’evoluzione degli organismi dipende dalla selezione naturale ma anche dalla costruzione di una nicchia. Il concetto di evolvibilità prende spunto dall’evidenza che le specie sono il risultato di quelli che si sono dimostrati più disponibili a progredire. Dalla psicologia dell’atto alla scuola di Wurzburg Secondo la psicologia dell’atto, contrariamente ai contenuti elementari dello strutturalismo di Wundt, la mente è costituita da atti dotati di intenzionalità. Ciò evidenzia come i contenuti mentali siano in funzione di queste azioni. Le attualizzazioni mentali appaiono sempre unitarie, quelle fisiche sono invece scomponibili. La prospettiva di Brentano trovò un’espressione più compiuta nella scuola di Graz o scuola austriaca, il primo laboratorio austriaco di psicologia. Von Ehrenfels pose le basi per la nascita della scuola della Gestalt attraverso lo studio della “qualità della figura”. Le rappresentazioni percettive non cambiano nella loro disposizione, pur al variare degli stimoli che le compongono (trasferibilità della forma). Nel percepire una figura ciò che conta è l’organizzazione della forma, della struttura non lo stimolo nella sua completezza. Kulpe, nel 1896, diede avvio alla scuola di Wurzburg. Egli riteneva che anche i processi mentali superiori come il pensiero e il ragionamento potessero essere studiati in maniera rigorosa con dei metodi simili a quelli che studiavano i processi sensoriali e percettivi. Utilizzò “l’introspezione sperimentale sistematica” e dichiarò con questa di aver individuato il ‘pensiero senza immagini’. Scuola della Gestalt (1912) Fu fondata da Wertheimer nel 1912 a Berlino, in Germania, ed era costituita, tra gli altri, da Lewin e Kohler. Si occuparono di coscienza, quindi di percezione e pensiero, ma anche di intelligenza, di soluzione dei problemi e dell’apprendimento negli animali. Sempre in quell’anno, lo stesso pioniere della scuola pubblicò i suoi lavori sul movimento apparente. Nel 1923 annunciò le leggi della Gestalt, che stanno alla base dell’organizzazione e aggregazione degli stimoli. Questi studi sulla percezione/sensibilità furono integrati dal contributo di Kanizsa con le figure anomale generate da “margini quasi percettivi”. Il metodo utilizzato dalla scuola è quello fenomenologico, che consiste nel definire il campo percettivo (l’insieme dei percetti di un individuo, ciò che quello vede) e nel rilevare ciò che appare al soggetto (fenomeno). Particolare attenzione è stata prestata nell’evitare il cosiddetto << errore dello stimolo << che consiste nel descrivere non ciò che vediamo davvero, il fenomeno, ma ciò che si pensa, il percetto. Il metodo fenomenologico si focalizza sulla situazione esterna e su come è rilevata, quindi descritta dal punto di vista soggettivo. Comportamentismo e neocomportamentismo (1913) Il comportamentismo classico Negli USA la reazione allo strutturalismo fu molto forte. Per il comportamentismo, l’oggetto di studio della psicologia sono le differenti manifestazioni comportamentali, studiate con metodi rigorosamente obiettivi in quanto osservabili dall’esterno tra più soggetti, in maniera diretta o con l’aiuto di strumenti appositi. Il comportamentismo è inteso come l’insieme delle risposte, dei dati fisiologici, che un organismo dà dopo aver ricevuto precisi stimoli, ossia dati fisici. Considerando le associazioni stimolo-risposta (S-R), la psicologia assume il compito di