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CESARE (biografia + De bello civili/ De bello Gallico), Appunti di Latino

biografia di cesare introduzione De Bello Gallico e De Bello Civili traduzione di vari passi + analisi di essi

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 24/05/2022

morabito-beatrice
morabito-beatrice 🇮🇹

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Scarica CESARE (biografia + De bello civili/ De bello Gallico) e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! CESARE (100 a.C. – 44 a.C.) Un mito immortale: il nome Il nome Cesare rimane in molte lingue come sinonimo, per antonomasia, di comandante, leader:  il tedesco: Kaiser  il russo: Zar  il persiano: Scià hanno la stessa radice del nome di Cesare. Ipse dixit Veni, vidi, vici: è la frase con cui, secondo la tradizione, Cesare annunciò la straordinaria vittoria riportata il 2 agosto del 47 a. C. contro l'esercito di Farnace II a Zela nel Ponto. Oggi è utilizzata per indicare un’azione ardita e veloce( può essere usata anche per ricordare il perfetto di questi tre verbi latini) Alea iacta est: questa frase si cita quando si prende una decisione irrevocabile: "quel che è fatto è fatto" e spetta solo alla sorte compiere il proprio corso Tu quoque, Brute, fili mi: si narra che queste siano state le ultime parole da lui pronunciate, quando, in punto di morte, subendo le coltellate dei congiurati, riconobbe fra i volti dei suoi assassini quello di Marco Giunio Bruto. Il termine filius non è da prendersi alla lettera. Bruto infatti non era figlio naturale di Cesare, né risulta che da lui fosse stato adottato. Il termine, piuttosto, dà l'idea della sorpresa provata da Cesare nel vedere fra i congiurati un suo prediletto. (usata per ricordare alcune regole della grammatica latina) Il personaggio Cesare domina la scena politica della I metà del I sec. a.C. e sembra riunire in sé le contraddizioni di un’intera epoca:  discendente da famiglia di antica nobiltà, percorre il cursus honorum tra le file dei populares, fino a conquistare un potere personale incompatibile con l’assetto repubblicano;  all’uso delle armi affianca il ricorso alla clementia verso gli avversari pentiti;  concilia l’impegno politico e militare con interessi letterari e culturali. Nascita e giovinezza  Nasce a Roma il 13 luglio del 100 a.C. da una famiglia patrizia  Imparentato con Mario e Cinna, nella giovinezza è perseguitato dai sillani, lascia quindi l’Italia e presta servizio militare in Asia  Nel 78 a. C. ,morto Silla, torna a Roma e intraprende il cursus honorum Carriera politica (tappe più importanti) 68-59 a.C. cursus honorum fino al consolato: milita tra le file dei populares; appoggia Catilina e Clodio 60 a.C. primo triumvirato: accordo privato di collaborazione e spartizione del potere tra Cesare, Pompeo, Crasso 58-50 a.C. proconsolato in Illiria e Gallia: conquista la Gallia, ricavandone prestigio e ricchezze, consolidando il suo potere militare 49-45 a.C. dittatura e consolato a fasi alterne: guerra civile contro Pompeo (battaglia di Farsalo, 48) e i pompeiani (Tapso, 46; Munda, 45) 44 a.C. dittatura perpetua: avvia un programma di riforme, ma viene ucciso da una congiura di repubblicani (Bruto e Cassio) Produzione letteraria  Commentarii de bello Gallico (7 libri) sulla campagna in Gallia;  Commentarii de bello civili (3 libri) sulla guerra civile del 49-48 a.C. Tra le opere perdute, oltre a orazioni e componimenti poetici ricordiamo:  De analogia, un trattato su argomenti linguistici e stilistici;  Anticato, libello polemico contro Catone l’Uticense, difensore della libertas repubblicana, esaltato da Cicerone nel Cato I commentarii Il termine commentarius ha vari significati:  rapporto ufficiale inviato al senato da un magistrato o da un generale;  memorie personali di uomini politici;  raccolta di materiali grezzi per la stesura di un’opera storica. Nei commentarii cesariani ritroviamo tutti e tre gli aspetti menzionati; essi infatti:  hanno lo stile oggettivo e impersonale di un rapporto;  costituiscono un resoconto autobiografico ;  non presentano l’elaborazione stilistica di un’opera storica, anche se non sono privi di pregi formali. Commentarii/storiografia Nel sistema dei generi letterari latini il commentarius si distingue dalla storiografia:  mentre la storiografia ricostruisce e narra un periodo più o meno ampio, il commentarius si concentra sulla vita (o parte della vita) di un personaggio pubblico;  la storiografia mira all’oggettività, mentre il commentarius ha spesso intenti apologetici o auto- encomiastici;  a differenza del commentarius, la storiografia ambisce a uno stile elevato. commentarius historia Che cos’è Diario personale Genere letterario Che cosa contiene Appunti, materiali grezzi Testo organizzato e artisticamente elaborato Com’è scritto Stile disadorno Attenzione allo stile, uso di figure retoriche, uso dei discorsi diretti, drammatizzazione delle scene Che cosa fa Cesare nei commentarii Perché Omette, anticipa o posticipa i fatti Per avallare la propria interpretazione degli eventi e per attenuare i propri insuccessi e le proprie responsabilità Presenta la conquista della Gallia come una guerra difensiva Per giustificare l’imperialismo romano Si presenta come un moderato nella guerra civile Per conquistare l’opinione pubblica Mette in risalto le proprie capacità (militari e politiche) Per propagandare la propria immagine Riconduce alcuni eventi alla fortuna Per spiegare gli improvvisi cambiamenti di situazione De bello gallico Il De bello Gallico può considerarsi diviso in due blocchi:  libri I-VII: campagna di conquista della Gallia (58-52 a.C.);  libro VIII: organizzazione territoriale della Gallia e antefatti della guerra civile (51-50 a.C.); il libro è attribuito al luogotenente di Cesare, Aulo Irzio. troviamo delle riflessioni sulla forza e fierezza delle popolazione che Cesare sta per affrontare e dunque ci sottolinea il pericolo che rappresentano per Roma.  Popoli che verranno in contatto con Roma : o I Belgi, gli Aquitani e i Celti (popoli della Gallia Transalpina e Cisalpina, Britannia) o I Germani: ne parla in modo indiretto poiché si trovano al di là del Reno (non in Gallia) ma vuole comunque sottolineare la presenza minacciosa o Gli Elvezi (svizzera) e i Sequani: lotte per i confini.  La fierezza e l’attitudine alla guerra: preannunciano uno scontro molto difficile e impegnativo; servono per mettere in luce il valore di cesare e dei suoi soldati, capaci di sconfiggere nemici tanto agguerriti. Il potere e la funzione sociale dei druidi (6,13) pag. 293 in latino [1] In tutta la Gallia ci sono due classi di quegli uomini che sono tenuti in qualche conto e rispetto. Infatti la plebe è considerata alla stregua degli schiavi, che nulla osa di sua iniziativa, non partecipa a nessuna decisione. [2] Molti, essendo oppressi o dai debiti o dal peso delle tasse o della prepotenza dei potenti, si danno schiavi ai nobili, che su di essi godono degli stessi diritti che (hanno) i padroni verso gli schiavi. [3] Ma di queste due classi una è quella dei druidi, l'altra quella dei cavalieri.  Presenta la società gallica: plebe, cavalieri e druidi  Da un cenno rapido alla plebe: l’argomento ha poca importanza, non ha rilevanza sociale ed è totalmente priva di potere [4] Quelli attendono alle funzioni religiose, fanno i sacrifici pubblici e privati, risolvono le questioni religiose. Da loro accorre un gran numero di giovani per imparare, e questi godono di grande reputazione presso quelli. [5] Infatti decidono quasi di ogni controversia pubblica e privata e, se viene commesso un reato, se è stato commesso un omicidio, se sorgono problemi riguardo l'eredità, sui confini, decidono sempre loro e stabiliscono i risarcimenti e le punizioni.  Descrizione dei poteri dei druidi : amministrazione della giustizia penale e civile + sfera religiosa  Il tricolon asindetico: controllo dei druidi sui vari aspetti della vita religiosa, sintetizza la concentrazione del loro potere.  Poliptoto : rimarca il prestigio della casta sacerdotale (gran…grande)  evidenzia il ventaglio di competenze a loro attribuito e il loro controllo sui vari aspetti della vita sociale. [6] Se qualcuno, o privato o popolo, non si è sottomesso alla loro deliberazione, lo interdicono dai sacrifici. Questa pena presso di loro è considerata gravissima. [7] Coloro che sono stati interdetti, vengono considerati nel gruppo degli empi e scellerati, tutti si allontanano da questi, sfuggono il contatto e il discorso con loro, per non ricevere un qualche danno dal loro contatto, a questi non è concesso né chiedere giustizia né si conferisce alcuna carica politica.  Il loro è un potere insindacabile che colpisce i trasgressori con l’interdizione dai sacrifici, una pena suprema che comporta la perdita dei diritti civili e l’esclusione dal corpo sociale. [8] E inoltre tra tutti i druidi uno è il capo, che gode tra loro la suprema autorità.  Introduce delle gerarchie interne. [9] Morto questo, o, se qualcuno fra gli altri eccelle in merito, gli succede, o se ci sono molti uguali, si elegge con la votazione dei druidi; ma talvolta si disputano la carica anche con le armi.  Come si sceglie il successore. [10] Questi, in un periodo stabilito dell'anno, si riuniscono in luogo consacrato, nella regione dei Carnuti, la quale è considerata il centro di tutta la Gallia. Qui convengono da ogni parte tutti quelli che hanno delle controversie, ed ubbidiscono ai loro decreti e alle loro deliberazioni. [11] Si reputa che questa dottrina sia nata in Britannia e che poi sia stata portata in Gallia, [12] ed ora, quelli che vogliono conoscere questa disciplina più approfonditamente, perlopiù si recano là per impararla.  La celebrazione del rito annuale: riferisce usi e costumi dei vari popoli Il pantheon dei galli (6,17) pag.296 in latino  Si sofferma sulle loro credenze > preziose informazioni per la nostra conoscenza della religiosità celtica  Inetrpretatio romana: volontà di stabilire un parallelismo tra le divinità galliche e romane. Questo non è un segnale di chiusura ma di una visione in cui le due culture hanno una sostanziale affinità di fondo.  Mercurio e Marte vengono sottolineati per evidenziare il potenziale economico delle campagne di conquista cesariane e il pericolo che queste bellicose popolazioni rappresentavano per Roma. [1] Mercurio è il dio che onorano di più. [2] presentazione degli altri dei: Apollo, Marte, Giove e Minerva. [3] Marte il dio della guerra viene evidenziato. [4-5] importanza della religione e delle tradizioni. Il sistema sociale dei Germani (6,21-23) pag.297  punta a offrire ai romani una conoscenza approfondita di un popolo lontano  descrive usanze, costumi, organizzazione sociale ed economica  il racconto di cesare è spesso inattendibile in questo caso sia perché ha una conoscenza meno diretta delle popolazioni al di là del Reno, sia perché intenzionalmente vuole mettere in contrapposizione i feroci e primitivi Germani ai Galli così da sviare l’interesse per quei territori. [1] Sono meno credenti rispetto ai Galli, non hanno i druidi. [2] venerano le forze della natura. [3] fin da piccoli si dedicano alla caccia e alla guerra. [4-5] importanza della verginità e propria morale riguardo al sesso.  La religione e la morale  Rappresentazione forzata di una semplificazione della religione dei Germani: in realtà avevano una religione molto più complessa. [1] alimentazione: latte, formaggio e carne. [2] terreni agricoli assegnati annualmente dai magistrati e dai capi [3] cause di tale pratica: i germani non devono preoccuparsi di ingrandire i loro poderi o realizzare delle case comodo ma di dedicarsi alla guerra, in loro non deve esserci l’amore per il denaro che crea solamente contese interne. [4] la ricchezza di ognuno deve poter essere eguagliata a quella dei più potenti.  L’economia  Cesare ha una visione parziale dell’agricoltura e dell’assenza della proprietà privata poiché venne a contatto solo con le tribù di frontiera, costrette dalle frequenti campagne militari a una vita nomade, che non permetteva la coltivazione della terra né la formazioni di insediamenti stabili. [1] gloria è sinonimo di devastazione del territorio circostante. [2] nessuno deve stanziarsi vicino a loro. [3] li rende anche più sicuri, eliminando il timore di un'incursione improvvisa. [4] durante una guerra difensiva o offensiva vengono scelti dei magistrati che dirigono le operazioni e che abbiano diritto di vita o di morte. [5] durante la pace la giustizia e i contrasti vengono amministrati dai notabili delle regioni e dei cantoni. [6] le razzie compiute fuori dai propri territori non portano infamia. [7] quando uno dei notabili annuncia una missione in assemblea chi è a favore si alza in piedi e promette il proprio aiuto e riceve la lode dall’assemblea. [8] chi non mantiene la promessa è un disertore e un traditore: non gli sarà più data fiducia.  L’indole bellicosa  Anche le abitudini sono in contrasto con la fonte di Tacito che riporta che durante la pace i Germani si dedicavano più all’ozio che alla caccia. [9] considerano empietà mancare di rispetto a un ospite, proteggono dai torti chi si unisce a loro.  L’ospitalità è sacra Sfida di valore tra due centurioni (5,44) pag.299 in latino  Cesare nei suoi racconti esalta il valore e il coraggio dei suoi soldati, di ogni grado, ma soprattutto ai centurioni. Il coraggio viene distinto dalla temerarietà dei barbari tramite anche la descrizione di espedienti o accorgimenti tattici brillanti e fortunati > la fortuna aiuta sempre gli audaci.  Durante l’assedio dei Nervi all’accampamento invernale di Quinto Cicerone, due centurioni si distinguono per una serie di straordinarie dimostrazioni di coraggio, mettono da parte le loro divergenze e si salvano reciprocamente.  Concessioni al linguaggio poetico, che ricorre solo in questo capitolo: spie della caratterizzazione epica che Cesare dà all’episodio. [1] presentazione dei due centurioni: Tito Pullone e Lucio Voreno.  Prima sono elencate le caratteristiche e solo successivamente sono indicati i loro nomi: in questo modo nell’epica veniva introdotto il personaggio sulla scena. [2] costoro avevano grandi conflitti d’interesse per la carriera. [3] Pullone lancia l’ennesima sfida a Voreno durante un attacco alle fortificazioni.  Uso discorso diretto: imita gli scambi di battute tra due eroi prima di un duello decisivo. [4] finito il discorso si lancia dove la mischia è più fitta. [5] Voreno più titubante si lancia anche lui. [6] Pullone uccide un Gallo con il giavellotto e poco dopo i nemici lo assaltano tutti insieme impedendogli di tornare indietro. [7] lo scudo di Pullone viene trapassato e nelle bandoliere che regge la spada si trafigge un’asta.  Registro stilistico poetico (verutum, balteum)  Pullone sfida Voreno N.B. Hic in poliptoto/ anafora Adpropinquarent Anteferretur Est visa Immittit Tracit verutum, balteum [8] Pullone non riesce a sfoderare la spada e i nemici lo circondano. [9] corre ad aiutarlo il suo avversario Voreno e porta aiuto a lui in difficoltà. [10] Voreno fa da diversivo e i nemici lo inseguono così che Pullone si possa salvare. [11] Voreno lotta corpo a corpo. [12] Voreno cade. [13] Pullone corre in suo aiuto; tutti e due, sani e salvi, coperti di gloria si ritirano dentro alle fortificazioni.  Hostes e inimici: i due soldati fra di loro sono inimici (avversari) ma di fronte agli hostes (nemici della patria) da buoni soldati romani, riconoscono la necessità di anteporre la causa comune  L’aiuto reciproco = riconciliazione; possibilità dalla quale gli hostes ( i Galli) sono esclusi. [14] Così la fortuna trattò i due nel combattimento, seppur rivali si aiutarono, e non fu possibile discernerne il migliore.  Uso di termini poetici (versavit- con valore attivo)  Dalla sfida all’aiuto reciproco La digressione risponde a due esigenze narrative:  Creare suspence: nel mentre di questo episodio l’esercito romano sta affrontando un inverno difficile  Efficacia esemplare: sottolineare la virtus dei suoi uomini L’ARISTIA dei due personaggi è limitata ai doveri del buon miles (non sono imprese sovrumane):  Mantiene solida una certa concretezza: i due centurioni hanno il fascino dei protagonisti dell’epica, ma il loro coraggio e la loro spedizione sono obiettivi raggiungibili per qualunque soldato romano. Fermare Ariovisto: le ragioni di Roma (1,33) pag.309  Esaltazione del nemico + sincero rispetto = funzionale a una più o meno esplicita celebrazione delle virtù militari e strategiche di Cesare.  Deformazione storica a scopi propagandistici e apologetici; senza mai falsificare gli eventi della narrazione riesce a orientare comunque l’opinione del lettore. De bello civili Si divide in tre libri:  I primi due narrano le vicende del 49 a. C.  Il terzo racconta in parte quelle del 48 a. C. Opera incompiuta e pubblicata forse solo dopo la morte di Cesare SATIRA CONTRO GLI AVVERSARI POLITICI: La vecchia classe dirigente romana è costantemente investita dagli strali di una satira sobria ma efficacissima. Emerge l’immagine di una consorteria di corrotti, mossa da basse ambizioni e meschini intrighi. - Pompeo spicca per la codardia e incapacità di leadership - Catone e Lentulo li vediamo agire per meri rancori personali o per avidità di guadagno. Il tutto culmina nella battaglia di Farsalo: sicuri dell’imminente sconfitta di Cesare, i suoi avversari stabiliscono le pene da infliggere ai nemici, spartiscono i beni di coloro che stanno per proscrivere e si contendono le cariche politiche. Scopo:  Scagionarsi dall’accusa di aver mosso guerra a concittadini; liberarsi dall’immagine che la propaganda aristocratica aveva dato di lui, presentandolo come un rivoluzionario, un nuovo Catilina.  Dimostrare di aver intrapreso la guerra a malincuore, obtorto collo.  Dimostrare che non ha mai condotto la guerra con crudeltà né infierito contro i propri nemici (clementia): la responsabilità della guerra è fatta ricadere solo sui pompeiani.  Presentarsi come rispettoso delle leggi dello Stato, assai più che i pompeiani, che si erano autoproclamati difensori della libertas repubblicana;  Promozione sociale dei militari: tramanda i nomi dei centurioni o di semplici soldati per consegnare ai posteri la gloria delle loro imprese. Il destinatario del suo messaggio è lo stato ‘medio’ e ‘benpensante’ della società romana e italica. Le ragioni dei nemici secondo Cesare (1, 3-4) pag.317  Il de bello civili si apre con la seduta senatoria in cui viene ignorata la proposta di Cesare di un congedo temporaneo degli eserciti da parte sua e di Pompeo in vista di un accordo pacifico tra le parti. Pompeo manovra il senato, sperando di ottenere vantaggi politici ed economici. Nel senatus consultum ultimum a Cesare viene intimato di deporre il comando dell’esercito, con pena l’essere dichiarato nemico della patria. Cesare non può rientrare a Roma da privato cittadino, senza cariche pubbliche non può difendersi dagli attacchi dei suoi avversari.  attraverso una narrazione oggettiva, Cesare cerca di rovesciare contro i suoi avversari politici l’accusa di violazione della legalità. usa l’arma della satira sobria ma graffiante, con cui colpisce la vecchia classe dirigente romana a lui ostile.  I consoli ostili sono presentati come estremisti mossi da risentimenti e interessi personali: Cesare svela le meschine ambizioni che condurranno i pompeiani alla rovinosa sconfitta di Farsalo. [3,1] Sciolto il senato al tramonto, tutti coloro che sono di quell’ordine, sono stati convocati da Pompeo. Pompeo loda i risoluti e rassicura per l’avvenire, rimprovera e incinta i troppo esitanti. [2] Da ogni parte molti sono richiamati tra le vecchie legioni di Pompeo nella speranza di premi e promozioni, molti sono richiamati in servizio dalle due legioni che sono state consegnate da Cesare (a Cesare è stato chiesto di riconsegnare due legioni per combattere i parsi). [3] La città si riempie di commilitoni di Pompeo, di tribuni, e centurioni, richiamati in servizio. [4] Si raccolgono in senato: tutti gli amici dei consoli, i clienti di Pompeo e di tutti coloro che avevano vecchie inimicizie con Cesare. [5] I più deboli sono terrorizzati dalle voci e dall’arrivo in massa di costoro, i dubbiosi sono rassicurati, in verità alla maggior parte è strappato il potere di deliberare liberamente. [6] Il censore L.Pisone, e parimenti il pretore L. Roscio, si dichiarano disponibili ad andare da Cesare, per metterlo al corrente di questi avvenimenti; chiedono sei giorni per compiere l’impresa.[7] Alcuni espressero anche il parere di inviare un’ambasceria a Cesare per esporgli la volontà del senato.  emerge l’uso da parte di Pompeo e i suoi, di forme di persuasione sempre più violente e minacciose, che isolano i cesariani presenti.  primo grave atto: convocazione del senato da parte di Pompeo, altre operazioni gravi: il raduno vicino al senato di veterani e altri militari con intento intimidatorio. [4,1] A tutte queste proposte fa resistenza e opposizione l’orazione dei Consoli Scipione e Catone. Vecchi contrasti con Cesare e il dolore dell’insuccesso elettorale spingono Catone.  CATONE: è animato da antichi rancori personali contro Cesare, che ne ha osteggiato la candidatura alla pretura. [2] Lentulo è mosso dal gran numero di debiti e dalla speranza di avere eserciti e province e dai doni degli aspiranti al titolo di re, e si vanta tra i suoi che sarebbe diventato un nuovo Silla, a cui tornerà il potere supremo.  rimarca la posizione intransigente del senato  vengono subito esposte le ragioni che spingono gli avversari di Cesare a impedire l’accordo e a determinare, così, lo scoppio della guerra. La libertà repubblicana che pretendono di difendere è solo un pretesto dietro cui si nascondono intrighi e bassezze.  LENTULO: oberato dai debiti, è alla ricerca di facili guadagni e vuole essere un secondo Silla. [3] La stessa speranza della provincia e dell’esercito spinge Scipione, che pensa di dividere con Pompeo per i legami di parentela; contemporaneamente il timore dei processi e la sua vanità e l’adulazione dei potenti che allora avevano grandissima influenza nello Stato e nei tribunali.  SCIPIONE: teme un processo pericoloso ed è mosso da brama di potere e vanagloria [4] Lo stesso Pompeo incitato dai nemici di Cesare e poiché non voleva che nessuno fosse pari a lui per prestigio, si era del tutto allontanato dalla sua amicizia e si era riconciliato con i comuni nemici (avversari politici), che, in gran parte, egli stesso aveva procurato a Cesare al tempo della loro parentela; [5] contemporaneamente indotto dall’infamia di aver stornato due legioni dalla marcia dell’Asia e della Siria, verso il suo potere e il suo dominio, studiava che la contesa venisse condotta a un confronto armato.  mette in evidenza le manovre di Pompeo.  il resoconto di tali comportamenti scorretti degli avversari riesce così a mettere implicitamente Cesare in una luce positiva. Dipinge i suoi avversari come uomini privi di riguardo per l’interesse dello Stato.  POMPEO: ha tutto l’interesse ad assecondare l’odio dei nemici di Cesare; la smania di potere lo rende insofferente alle posizioni pari alla sua e desideroso di scatenare una guerra civile per un meschino tornaconto personale. Contrasti nel campo di Pompeo prima di Farsalo (3,82-83) pag.321  Manca poco alla battaglia di Farsalo e nel campo di Pompeo invece di parlare dalla tattica da seguire continuano a discutere su come verrà spartito il potere, fino ad arrivare agli insulti reciproci e alle accuse di tradimento.  La descrizione di Cesare, apparentemente sobria, è in realtà un gravissimo atto di accusa contro la meschinità dei suoi avversari.  Tramite la disposizione delle informazioni dipinge un quadro grottesco ed estremamente critico degli uomini più importanti della fazione repubblicana.  Il giudizio fortemente sarcastico trapela dalla sua attenzione ai particolari; sottolineando la miopia degli avversari e conferendo alla scena un’atmosfera straniante: mentre c’è ancora una guerra da vincere i pompeiani non sanno far altro che litigare per i loro vuoti giochi di potere. [82,2] l’accrescimento delle truppe e la congiunzione dei due grandi eserciti gonfia la speranza di vittoria tra i pompeiani che fremono a ritornare in Italia, e se Pompeo cercava di agire con più lentezza e riflessione a loro pareva che provasse piacere a prolungare il comando e tenere ex consoli ed ex pretori come un branco di schiavi. [3] E già tra di loro avevano iniziato a spartirsi le ricompense.  Cesare vuole evidenziare come l’esercito avversario sia disunito poiché ognuno è mosso dalla difesa dei propri interessi, mentre il suo esercito è unito poiché è mosso dalla difesa dello Stato. [4] in Consilio si accese tra loro una viva discussione su Irro.  Sottolinea la diversità nel trattamento: a Irro, seppur lontano da Roma, gli vengono affidate delle legioni, mentre a Cesare no. Non si rispettano le leggi. [83,1] Domizio, Scipione e Lentulo pensano già a contendersi il sacerdozio di Cesare, cadendo in una degenerata discussione su chi ha dovrà avere più potere.  Il sacerdozio di Cesare: pontifex massimum, decideva se si dovevano prendere gli auspici; la nomina era a vita quindi fa intendere che il loro progetto sia uccidere Cesare [2-3] oltre ad accusarsi tra di loro iniziano a scrivere le liste di proscrizione di chi non voleva collaborare con Pompeo nelle operazioni militari, secondo tre specie di tavolette che emettevano una sentenza: una tavoletta per la completa assoluzione, la seconda per la condanna a morte e la terza per le multe in denaro.  Contrariamente a Cesare non vogliono essere clementi con il loro avversari [4] tutti si davano da fare per arraffare cariche o ricompense in denaro o si accanivano negli odi, e non si preoccupavano dei mezzi per vincere, ma del modo di sfruttare la vittoria.  Mentre Cesare si preoccupa delle tattiche per vincere la guerra. Un festoso intermezzo nel dramma della guerra (1,74) pag.323  L’intento propagandistico si muove su un terreno molto più accidentato rispetto a quanto accadeva nel De bello Gallico: in molti punti traspare il disagio di Cesare per uno scontro inutilmente doloroso e dal costo altissimo.  Il De bello civili è una grande celebrazione della vittoria di Cesare: ma comunque era vivissima nella coscienza la consapevolezza che non si trattava di un vittoria indolore.  Approfittando dell’assenza dei legati Afranio e Petreio, i soldati pompeiani si mettono in contatto con quelli di Cesare, riallacciando vecchie amicizie e ringraziando gli avversari per aver risparmiato loro la vita. I pompeiani sono quindi responsabili di aver fatto fallire il tentativo di conciliazione. La guerra civile è presentata come un’iniziativa dissennata dagli avversari di Cesare (Cesare= genera pace e tranquillità, l’uomo della pace pronto a trattare). [1] i pompeiani si mettono i contatto con i soldati di Cesare. [2] Li ringraziano per avergli risparmiato la vita e chiedono informazioni sulla lealtà del generale, ed esprimono il loro rammarico per non aver fatto così fin dall’inizio e per aver combattuto contro uomini legati a loro da vincoli d’intima fiducia e di consanguineità. [3] spinti da questi discorsi assicurano che trasferiranno subito le insegne nel campo di Cesare e inviano centurioni dei gradi più alti a Cesare per trattare la pace. [4] alcuni conducono i loro conoscenti nel proprio accampamento e viceversa, tanto che sembrava che da due accampamenti se ne fosse formato uno solo. [5] ?????????? [6] Anche il figlio di Afranio trattava con Cesare della salvezza sua e di suo padre. [7] tutto era pieno di gioia, sia da chi riteneva di aver evitato pericoli, sia da chi riteneva di aver evitato grave spargimento di sangue, e Cesare a giudizio di tutti raccoglieva i frutti della sua mitezza del giorno prima, e la sua decisione riceveva l’approvazione di tutti. Il campo pompeiano dopo Farsalo (3,96) pag. 325 [1] Nell’accampamento di Pompeo si poterono vedere pergolati ordinati, una grande quantità di argenteria esibita, tende pavimentate con zolle di erba fresca, persino le tende di Lucio Lentulo e di parecchi altri coperti di edera, e molte altre cose che testimoniavano una eccessiva lussuria e fiducia nella vittoria cosicché si poteva pensare che i nemici, poiché cercavano piaceri non necessari, non avevano avuto alcuna preoccupazione per l’esito di quel giorno.  Cesare descrive l’accampamento nemico dopo averlo conquistato, ovunque un’esibizione di lusso e raffinatezza, indizio di una vita agiata; denuncia una sciocca certezza della vittoria. [2] Ma invece costoro osavano rinfacciavano il lusso all’esercito di Cesare, poverissimo e pazientissimo, a cui erano sempre mancate tutte le cose di essenziale uso.  I pompeiani rinfacciano a Cesare e al suo poverissimo esercito un tenore di lusso.
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