Scarica Cesare: contesto storico, vita e traduzione del "De Bello Gallico" e più Dispense in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! I secolo a.C. - Fratelli Gracchi: riforma agraria per il proletariato urbano - Cittadinanza ai Socii e Guerra Sociale - Gaio Mario (homo novus degli equites) VS Mario Silla = populares VS optimates Vince Silla: più potere al senato, liste di proscrizione (strumento di vendetta interpersonale), sposta il pomerium (confine entro cui non si poteva passare in armi) al Rubicone, in Emilia Romagna. Poi si ritira a vita privata - Riforma militare ma anche politica: 105 a.C. = riforma dell’esercito soldati: romani e alleati (liberi), vengono pagati dal generale = l’esercito si lega al proprio generale, nuovo soggetto politico: l’esercito. - 1 Triumvirato: Cesare = esercito, fazione dei populares, colmo di debiti Pompeo = tradizione, fazione degli optimates Crasso = Possedeva molto denaro grazie alle liste di proscrizione - Scontro Cesare VS Pompeo Pompeo è più anziano, viene detto Magno: grande imprese militari in Spagna , guerre contro Mitridate e i pirati, che attaccavano le navi cariche di frumento (distribuzioni di grano gratuite, Sicilia: granaio di Roma). Cesare al tempo aveva a che fare con la congiura di Catilina (con Cic.): nobile decaduto che non venne accettato come console. Ha fonti a lui avverse, cioè senatorie (Sallustio e Cicerone), ma era forse il tentativo dei populares di contrastare gli optimates. Cesare c’entrava qualcosa? I tempi non erano sicuri, quindi decidono di creare il triumvirato, ossia un un accordo tra privati che ha valore pubblico. 1) Cesare e Pompeo agevolano gli affari di Crasso (appalto per la riscossione delle tasse in Oriente) 2) Pompeo e Crasso assicurano il consolato a Cesare (che poi si assegna il proconsolato di Gallia Cisalpina e Gallia Narbonense) 3) A Pompeo sono accordati gli appezzamenti di terreno per i suoi veterani. In seguito Cesare chiede il proconsolato della Gallia (Nord-Italia, Pianura Padana, Provenza = “provincia”) e tra l’altro passa qualche inverno alle grotte di Catullo a Sirmione. Perché non Spagna o Sicilia? - Luogo strategico: chi voleva arrivare a Roma doveva passare di lì (il potere è a Roma) - Non voleva ricchezza, ma potere: è spinto dall’ambizione, voleva conquistare la Gallia per diventare il più potente a Roma Inizia la guerra in Gallia e dal 58 al 51 a.C. Cesare conquista i territori fin fino alla Britannia 53 a.C. = Battaglia di Carre: Crasso perde contro i Parti (perde due legioni e muore) (tre più gravi sconfitte: Canne, Carre e Teutoburgo) Così rimangono Pompeo e Cesare: guerra di strategia. Pompeo aveva una posizione a roma, il Senato; Cesare aveva l’esercito. Cesare nel dicembre del 50 a.C. chiede al Senato di essere eletto console per l’anno successivo “a distanza” = per non tornare a Roma come privato cittadino: aveva capito che Pompeo lo voleva fare fuori. Il Senato dice di no: Cesare è costretto a passare in armi il Rubicone (alea iacta est). Pompeo lo dichiara nemico pubblico e va a Brindisi (Puglia) perché credeva che Cesare lo avrebbe ucciso a Roma. Cesare lo insegue, ma non entra in armi a Roma, altrimenti si sarebbe inimicato il Senato. 48 a.C. = Battaglia di Farsalo: vince Cesare. Pompeo scappa in Egitto pensando di trovare appoggio (avendo fatto guerre in oriente), ma, su consiglio, viene ucciso da Tolomeo XIII, il lotta con Cleopatra per il trono (pensava di ottenere il sostegno di Cesare). Cesare, arrabbiato, nella guerra alessandrina si schiera con Cleopatra. 46,45 a.C. = Battaglie di Tapso e Munda: sbaragliati gli ultimi Pompeiani 31 a.C. = Battaglia di Fazio, da inizio all’epoca classica 27 a.C. = Ottaviano diventa princeps 1, 1 La divisione geografica della Gallia e le popolazioni Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae , aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur. Hi omnes lingua, institutis, legibus inter se differunt. Gallos ab Aquitanis Garumna flumen, a Belgis Matrona et Sequana dividit. Horum omnium fortissimi sunt Belgae, propterea quod a cultu atque humanitate provinciae longissime absunt, minimeque ad eos mercatores saepe commeant atque ea quae ad effeminandos animos pertinent important, proximique sunt Germanis, qui trans Rhenum incolunt, quibuscum continenter bellum gerunt. Qua de causa Helvetii quoque reliquos Gallos virtute praecedunt, quod fere cotidianis proeliis cum Germanis contendunt, cum aut suis finibus eos prohibent aut ipsi in eorum finibus bellum gerunt. Eorum una pars, quam Gallos obtinere dictum est, initium capit a flumine Rhodano, continetur Garumna flumine, Oceano, finibus Belgarum, attingit etiam ab Sequanis et Helvetiis flumen Rhenum, vergit ad septentriones. Belgae ab extremis Galliae finibus oriuntur, pertinent ad inferiorem partem fluminis Rheni, spectant in septentrionem et orientem solem. Aquitania a Garumna flumine ad Pyrenaeos montes et eam partem Oceani quae est ad Hispaniam pertinet; spectat inter occasum solis et septentriones. L’intera Gallia è divisa in tre regioni, delle quali una è occupata dai Belgi, la seconda dagli Aquitani, la terza da quelli che vengono chiamati Celti nella loro stessa lingua e Galli nella nostra. Tutti questi si distinguono tra di loro per lingua, usanze e leggi. Il fiume Garonna separa i Galli dagli Aquitani, la Marna e la Senna dai Belgi. Tra tutti questi, i Belgi sono i più forti, poiché sono di gran lunga estranei al tenore di vita e alla mondanità della provincia, e ben di rado i mercanti si rivolgono a questi e si interessano a quelle cose che portano gli animi a rammollirsi; sono i più vicini ai Germani, che abitano oltre il Reno, e con i quali intrattengono una guerra continuamente. Per questa ragione, anche gli Elvezi superano in vigore i restanti Galli, poichè rivaleggiano con i Germani in battaglie quasi quotidiane; quando o li allontanano dai propri confini, oppure quando loro stessi muovono guerra nel loro territorio. Una regione di questi, che si dice sia governata dai Galli, prende inizio dal fiume Rodano, è racchiusa dal fiume Garonna, dall'Oceano, dai confini dei Belgi; tocca anche il fiume Reno, dal lato dei Sequani e degli Elvezi; si volge a Nord. I Belgi provengono dai territori più estremi della Gallia, si estendono fino alla parte inferiore del fiume Reno, si rivolgono a nord-est. L'Aquitania si estende dal fiume Garonna fino ai monti Pirenei e a quella parte dell'Oceano che è presso la Spagna; si volge a Nord-ovest. VI, 11 Le fazioni politiche Quoniam ad hunc locum perventum est, non alienum esse videtur de Galliae Germaniaeque moribus et quo differant hae nationes inter sese proponere. In Gallia non solum in omnibus civitatibus atque in omnibus pagis partibusque sed paene etiam in singulis domibus factiones sunt, earumque factionum sunt principes, qui summam auctoritatem eorum iudicio habere existimantur, quorum ad arbitrium iudiciumque summa omnium rerum consiliorumque redeat. Idque eius rei causa antiquitus institutum videtur, ne quis ex plebe contra potentiorem auxili egeret. Suos enim quisque opprimi et circumveniri non patitur neque, aliter si faciat, ullam inter suos habet auctoritatem. Haec eadem ratio est in summa totius Galliae: namque omnes civitates in partis divisae sunt duas. Poiché si è giunti a questo punto, non sembra essere fuori luogo parlare dei costumi dei Galli e dei Germani e in cosa differiscono questi popoli tra loro. In Gallia ci sono fazioni non solo in tutte le città e in tutti i villaggi, ma anche quasi nelle singole case, e sono capi delle loro fazioni coloro che sono ritenuti avere la somma autorità secondo il loro giudizio, le cose più importanti di ogni faccenda e di ogni decisione spettano all’arbitrio e al giudizio dei quali. Sembra che ciò sia stato deciso abbastanza anticamente per questo motivo, affinché qualcuno tra la plebe non avesse bisogno di un aiuto contro uno più potente. Infatti ciascuno non permette che i suoi siano oppressi e maltrattati, e se si comporta diversamente non ha alcuna autorità tra i suoi. Questa stessa regola è in sintesi propria di tutta la Gallia: e infatti ogni città è divisa in due parti. VI, 13 Le classi sociali: privilegi e potere dei druidi In omni Gallia eorum hominum, qui aliquo sunt numero atque honore, genera sunt duo. Nam plebes paene servorum habetur loco, quae nihil audet per se, nullo adhibetur consilio. Plerique cum aut aere alieno aut magnitudine tributorum aut iniuria potentiorum premuntur, sese in servitutem dicant. Nobilibus in hos eadem omnia sunt iura quae dominis in servos. Sed de his duobus generibus alterum est druidum, alterum equitum. Illi rebus divinis intersunt, sacrificia publica ac privata procurant, religiones interpretantur. Ad hos magnus adulescentium numerus disciplinae causa concurrit magnoque hi sunt apud eos honore. Nam fere de omnibus controversiis publicis privatisque constituunt, et si quod est facinus admissum, si caedes facta, si de heredidate, de finibus controversia est, idem decernunt, praemia poenasque constituunt. Si qui aut privatus aut populus eorum decreto non stetit, sacrificiis interdicunt. Haec poena apud eos est gravissima. Quibus ita est interdictum, hi numero impiorum ac sceleratorum habentur, his omnes decedunt, aditum eorum sermonemque defugiunt, ne quid ex contagione incommodi accipiant, neque his petentibus ius redditur neque honos ullus communicatur. His autem omnibus druidibus praeest unus, qui summam inter eos habet auctoritatem. Hoc mortuo aut, si qui ex reliquis excellit dignitate, succedit aut, si sunt plures pares, suffragio Druidum adlegitur; nonnumquam etiam armis de principatu contendunt. Hi certo anni tempore in finibus Carnutum, quae regio totius Galliae media habetur, considunt in loco consecrato. Huc omnes undique, qui VI, 21 La religione e la morale Germani multum ab hac consuetudine differunt. Nam neque druides habent, qui rebus divinis praesint, neque sacrificiis student. Deorum numero eos solos ducunt, quos cernunt et quorum aperte opibus iuvantur, Solem et Vulcanum et Lunam, reliquos ne fama quidem acceperunt. Vita omnis in venationibus atque in studiis rei militaris consistit; a parvulis labori ac duritiae student. Qui diutissime impuberes permanserunt, maximam inter suos ferunt laudem; hoc ali staturam, ali vires nervosque confirmari putant. Intra annum vero vicesimum feminae notitiam habuisse in turpissimis habent rebus. Cuius rei nulla est occultatio, quod et promiscue in fluminibus perluuntur et pellibus aut parvis renonum tegimentis utuntur magna corporis parte nuda. I Germani differiscono molto da questo modo di vivere. Infatti né hanno i druidi, i quali presiedono alle faccende religiose, né si occupano dei sacrifici. I Germani annoverano nel numero degli dei solo quelli che vedono/conoscono e dalle cui opere sono aiutati apertamente, Sole, Vulcano e Luna; i restanti non li considerano neppure di nome. Tutta la vita consiste nella caccia e nello studio della strategia: fin da piccolini si dedicano alla fatica e alla durezza. Ottengono tra i loro connazionali la massima lode coloro che rimangono il più a lungo possibile casti: ritengono che la statura ne tragga giovamento, vengano nutrite le forze e vengano rafforzati i nervi. Entro il ventesimo anno ritengono tra gli atti turpissimi aver avuto notizia di una donna. E di questa cosa non c'è nessun nascondimento, sia poiché si lavano promiscuamente nei fiumi, sia poiché utilizzano pelli e piccole coperture di renne, lasciando nuda gran parte del corpo. VI, 24 Confronto tra Galli e Germani Ac fuit antea tempus, cum Germanos Galli virtute superarent, ultro bella inferrent, propter hominum multitudinem agrique inopiam trans Rhenum colonias mitterent. Itaque ea quae fertilissima Germaniae sunt loca circum Hercyniam silvam, quam Eratostheni et quibusdam Graecis fama notam esse video, quam illi Orcyniam appellant, Volcae Tectosages occupaverunt atque ibi consederunt; quae gens ad hoc tempus his sedibus sese continet summamque habet iustitiae et bellicae laudis opinionem. Nunc quoniam in eadem inopia egestate patientiaque Germani permanent, eodem victu et cultu corporis utuntur, Gallis autem provinciarum propinquitas et transmarinarum rerum notitia multa ad copiam atque usum largitur, paulatim adsuefacti superari multisque victi proeliis ne se quidem ipsi cum illis virtute comparant. D'altro canto, ci fu un tempo quando i Galli superavano per virtù i Germani, portavano guerra spontaneamente, fondavano colonie oltre il Reno a causa della moltitudine degli uomini e della scarsità dei campi. I Volci Tectosagi occuparono quei luoghi che sono fertilissimi in Germania intorno alla selva Ercinia (che vedo essere nota per fama a Eratostene e ad alcuni Greci, che quelli chiamano Orcinia), e lì si insediarono; e questa gente (i Volci) si mantiene fino a questo momento in questo posto e mantiene una grande opinione della giustizia e delle lodi belliche. Poiché ora i Germani permangono nella stessa mancanza di mezzi, povertà, capacità di sopportazione, nella quale si trovavano prima, usano lo stesso modo di comportarsi e cura del corpo, la vicinanza delle province romane e la conoscenza dei prodotti che arrivano da oltremare ha conferito ai Galli molte cose ad abbondanza e l'utilizzo, a poco a poco indeboliti fino ad essere superati e essendo stati vinti in molte battaglie, neppure si comparano con quelli (i Germani) per virtù. VII, 4 Vercingetorige si mette a capo della rivolta Non desistit tamen atque in agris habet dilectum egentium ac perditorum. Hac coacta manu, quoscumque adit ex civitate, ad suam sententiam perducit; hortatur ut communis libertatis causa arma capiant, magnisque coactis copiis adversarios suos, a quibus paulo ante erat eiectus, expellit ex civitate. Rex ab suis appellatur. Dimittit quoque versus legationes; obtestatur ut in fide maneant. Celeriter sibi Senones, Parisios, Pictones, Cadurcos, Turonos, Aulercos, Lemovices, Andes reliquosque omnes, qui Oceanum attingunt, adiungit; omnium consensu ad eum defertur imperium. Qua oblata potestate omnibus his civitatibus obsides imperat, certum numerum militum ad se celeriter adduci iubet, armorum quantum quaeque civitas domi quodque ante tempus efficiat constituit; in primis equitatui studet. Summae diligentiae summam imperii severitatem addit; magnitudine supplicii dubitantes cogit. Tuttavia non desiste e raccoglie nei campi una leva di poveri e disagiati. Radunato questo manipolo, chiunque venisse dalla città, lo conduce a suo parere; esorta a prendere le armi per la libertà comune e, radunate molte truppe, caccia dalla città i suoi avversari, dai quali poco prima era stato scacciato. Viene chiamato re dai suoi. Invia anche ovunque ambascerie; prega che si mantengano fedeli. Velocemente aggiunge a sé (si allea con) i Senoni, i Parisi, i Pittoni, i Cadurci, i Turoni, gli Aulerci, i Lemovici, gli Andi e tutti gli altri che confinano con l'oceano; con il consenso di tutti il comando viene conferito a lui. Dato questo potere, ordina ostaggi a tutte queste città, comanda che un certo numero di soldati venga consegnato a lui velocemente, stabilisce quante armi ciascuna città in patria costruisca e prima di quale tempo (entro quando); in primo luogo desidera la cavalleria. Aggiunge alla massima diligenza la grandissima severità del comando e costringe coloro che dubitano con la grandezza del supplizio.