Scarica Cesare, De bello gallico, VI, 17/18 traduzione e analisi e più Appunti in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! CESARE: dal De bello Gallico VI,17/18 pag.512 del libro Deorum maxime Mercurium colunt. Huius sunt plurima simulacra: hunc omnium inventorem artium ferunt, hunc viarum atque itinerum ducem, hunc ad quaestus pecuniae mercaturasque habere vim maximam arbitrantur. Post hunc Apollinem et Martem et Iovem et Minervam. 2 De his eandem fere, quam reliquae gentes, habent opinionem: Apollinem morbos depellere, Minervam operum atque artificiorum initia tradere, Iovem imperium caelestium tenere, Martem bella regere. 3 Huic, cum proelio dimicare constituerunt, ea quae bello ceperint plerumque devovent: cum superaverint, animalia capta immolant reliquasque res in unum locum conferunt. 4 Multis in civitatibus harum rerum exstructos tumulos locis consecratis conspicari licet; 5 neque saepe accidit, ut neglecta quispiam religione aut capta apud se occultare aut posita tollere auderet, gravissimumque ei rei supplicium cum cruciatu constitutum est. [18] 1 Galli se omnes ab Dite patre prognatos praedicant idque ab druidibus proditum dicunt. 2 Ob eam causam spatia omnis temporis non numero dierum sed noctium finiunt; dies natales et mensum et annorum initia sic observant ut noctem dies subsequatur. Deorum= gen.partitivo Inventorem….ducem= compl.predicativo dell’ogg. ad quaestus= compl. di fine è sottinteso il verbo “colunt” de his = compl. d’argomento quam reliquae= II termine di paragone Apollinem..depellere, Minervam….tradere Iovem….tenere, Martem…..regere= prop. oggettive cum…. constituerunt= prop. temporale quae…. ceperint= prop.relativa propria al cong. con valore eventuale cum….superaverint=cum narr. captas=part. pf. congiunto costruz.: Licet in multis civitatibus conspicari tumulos extructos harum rerum locis consecratis licet regge la prop infinitiva conspicari tumulos ut… auderet= prop. completiva circostanziale neglecta religione= abl. ass. è usato il pron. indef. “quispiam”, perché la frase è negativa ab Dite patre= compl.d’origine proditum (sott.esse)= prop. infinitiva ut…..subsequantur= prop. consecutiva Degli dei venerano soprattutto Mercurio. Di questo ci sono moltissime statue, considerano questo come l'inventore di tutte le arti, come la guida delle vie e dei viaggi, (credono) che questo abbia grandissima influenza per i guadagni di denaro e per i commerci. Dopo di questo, Apollo e Marte e Giove e Minerva. Su questi hanno quasi la stessa opinione degli altri popoli: e cioè che Apollo vinca le malattie, che Minerva insegni i principi delle attività e dei mestieri, che Giove tenga il governo degli dei celesti, che Marte governi le guerre. Quando hanno deciso di combattere in battaglia, consacrano per lo più a questo quelle cose che eventualmente abbiano preso in guerra: se hanno vinto/ dopo aver vinto, sacrificano gli animali catturati e radunano i beni restanti in un solo luogo. In molte città si possono vedere nei luoghi consacrati dei tumuli sopraelevati di queste cose; e non è accaduto spesso che qualcuno, disprezzato il rispetto religioso, osasse o nascondere presso di sè le cose catturate o togliere le cose (già) depositate, è stato stabilito un assai grave supplizio con la tortura per questo reato. I Galli dichiarano di essere tutti discendenti dall'avo Dite, e dicono che ciò è stato tramandato dai druidi. Per questo motivo misurano la durata di ogni tempo non dal numero dei giorni, ma delle notti; calcolano i compleanni e gli inizi dei mesi e degli anni in modo tale che il giorno segua la notte.