Scarica CICERONE- Catilinarie e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! CICERONE Catilinarie 1-3 • Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? Fino a che punto dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora codesta tua pazzia si prenderà gioco di noi? • quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Fino a che punto si spingerà il tuo sfrenato ardire? • Nihilne te nocturnum praesidium Palati, nihil urbis vigiliae, nihil timor populi, nihil concursus bonorum omnium, nihil hic munitissimus habendi senatus locus, nihil horum ora voltusque moverunt? Non ti hanno per nulla turbato il presidio notturno del Palatino, per nulla le sentinelle della città, per nulla il timore del popolo, per nulla l’accorrere degli uomini onesti, per nulla questa sede molto ben fortificata per la riunione del senato, per nulla l’aspetto e i volti di costoro? • Patere tua consilia non sentis, constrictam iam horum omnium scientia teneri coniurationem tuam non vides? Non ti rendi conto che i tuoi progetti sono scoperti? Non vedi che la tua congiura è ormai tenuta a fareno dal fatto di essere nota a tutti costoro? • Quid proxima, quid superiore nocte egeris, ubi fueris, quos convocaveris, quid consilii ceperis, quem nostrum ignorare arbitraris? Pensi che qualcuno di noi ignori che cosa hai fatto la notte scorsa, che cosa la recedente, dove sei stato, chi hai convocato, che/quale decisione hai preso? • O tempora, o mores! Senatus haec intellegit, Consul videt; hic tamen vivit. O tempi, o costumi! Il senato ha capito queste cose, il console le vede; e questo tuttavia vive. • Vivit? immo vero etiam in senatum venit, fit publici consilii particeps, notat et designat oculis ad caedem unum quemque nostrum. Vive? Anzi addirittura viene in senato, diviene partecipe delle pubbliche decisioni, osserva e con gli occhi destina alla morte ciascuno di noi. • Nos autem fortes viri satis facere rei publicae videmur, si istius furorem ac tela vitemus. Mentre a noi, uomini coraggiosi, sembra di fare abbastanza per lo Stato, se evitiamo la pazzia e gli agguati di costui. • Ad mortem te, Catilina, duci iussu consulis iam pridem oportebat, in te conferri pestem, quam tu in nos omnes iam diu machinaris. Era opportuno che tu fossi condotto a morte, o Catilina, che tu fossi condannato già da tempo per ordine del console, che contro di te si rivolgesse quella rovina che tu già da tempo trami contro noi tutti. • An vero vir amplissumus, P. Scipio, pontifex maximus, Ti. Gracchum mediocriter labefactantem statum rei publicae privatus interfecit: Catilinam orbem terrae caede atque incendiis vastare cupientem nos consules perferemus? se in verità un uomo eminentissimo come Publio Scipione, pontefice massimo, benché privato cittadino, provocò la morte di Tiberio Gracco, che ben poco faceva vacillare la stabilità dello Stato, noi consoli dovemmo sopportare Catilina che brama di devastare con stragi e incendi il mondo intero? • Nam illa nimis antiqua praetereo, quod C. Servilius Ahala Sp. Maelium novis rebus studentem manu sua occidit. Tralascio, infatti, quegli episodi troppo antichi, come il fatto che Gaio Servilio Ahala uccise di sua mano Spurio Melio che aspirava a rivolgimenti politici. • Fuit, fuit ista quondam in hac re publica virtus, ut viri fortes acrioribus suppliciis civem perniciosum quam acerbissimum hostem coercerent. Ci fu, ci fu una volta in questo Stato un valore tale per cui gli uomini coraggiosi punivano il cittadino pericoloso con supplizi più atroci di quelli con i quali punivano il nemico più pericoloso dello Stato. • Habemus senatus consultum in te, Catilina, vehemens et grave, non deest rei publicae consilium neque auctoritas huius ordinis; abbiamo contro di te, Catilina, un decreto del senato energico e severo, allo Stato non manca il consiglio né l’autorità di questo ordine; • nos, nos, dico aperte, consules desumus. Noi, noi consoli, lo dico apertamente, stiamo venendo meno al nostro dovere. Catilinarie 7 • Quae tecum, Catilina, sic agit et quodam modo tacita loquitur: catilina, la patria ti si presenta innanzi, in un certo modo si rivolge e ti parla tacita: • "Nullum iam aliquot annis facinus exstitit nisi per te, nullum flagitium sine te; tibi uni multorum civium neces, tibi vexatio direptioque sociorum inpunita fuit ac libera; “nessun delitto è stato commesso in tanti anni se non a causa tua, nessuna sciagura senza di te; solo per te le morti di molti cittadini, solo per te la persecuzione e la divisione dei cittadini è stata libera ed impura; • tu non solum ad neglegendas leges et quaestiones, verum etiam ad evertendas perfringendasque valuisti. Tu ti sei dedicato non solo a trascurare le leggi ed i processi, ma anche per rovesciarle e per sovvertirle. • Superiora illa, quamquam ferenda non fuerunt, tamen, ut potui, tuli; quelli precedenti, benché non fossero sopportabili, tuttavia, come potei, li sopportai; • nunc vero me totam esse in metu propter unum te, quicquid increpuerit, Catilinam timeri, nullum videri contra me consilium iniri posse, quod a tuo scelere abhorreat, non est ferendum. Ora, in verità, non si deve sopportare che io abbia paura a causa di te solo, che Catilina sia temuto qualsiasi cosa accada, non bisogna sopportare che sembri pensata alcuna congiura che si allontani dal tuo delitto. • Quam ob rem discede atque hunc mihi timorem eripe; perciò, vattene e scaccia da me questo timore; • si est verus, ne opprimar, sin falsus, ut tandem aliquando timere desinam."