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Cicerone - Prima Catilinaria e Prosopopea della Patria, Versioni di Latino

Il file contiene il testo in latino, la traduzione e l'analisi dei seguenti brani di Cicerone: Prima Catilinaria (cap. 1-3) e Prosopopea della Patria (cap.16-17). Utile per prepararsi ad un'interrogazione di latino del 3° anno di liceo.

Tipologia: Versioni

2019/2020

In vendita dal 03/01/2022

martina-zanato-10
martina-zanato-10 🇮🇹

4.4

(7)

18 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Cicerone - Prima Catilinaria e Prosopopea della Patria e più Versioni in PDF di Latino solo su Docsity! Analisi: [1] Serie di domande retoriche iniziali Abutére= forma accorciata (0 arcaica o sincopata) dell’indicativo futuro abuteris Eludet = ind. futuro da eludo Quem ad finem = anastrofe Quem = interrogativo Sese = rafforzativo di iactabit Nihilne = avverbio con -ne enclittico che introduce l’interrogativa, il primo nihil lo traduciamo con “non”, gli altri con “né” Nihilne... moverunt = serie di genitivi soggettivi (urbis, populi, bonorum omnium...) Habendi senatus = gerundivo in genitivo esplicativo che ha valore finale (retto da locus) Locus = iperbato, deittico (vicino a chi parla ma lontano da noi) Ora voltusque = endiadi (sarebbe “volti ed espressioni” ma traduciamo con “espressione del volto”) Moverunt = iperbato Patere = infinitiva completiva che esprime contemporaneità Constrictam = part. Perfetto con valore predicativo Teneri = infinitiva Proxima = superlativo da prope Superiore = superlativo da supra Egeris, fueris, convocaveris, ceperis = cong. perfetti (secondo la consecutio temporum) Consili = gen. contratto partitivo retto dal pronome neutro quid Quem... arbitraris = principale Quem = c. Oggetto di arbitraris e soggetto dell’infinitiva (ignorare) [2] O.... mores!= accusativo esclamativo, frase proverbiale Senatus...vivit? = paratassi Vivit, vivit= concatenazione e paronomasia (ad nominatio) Fit = valore di essere/diventare Publici consili = sineddoche Princeps = regge il genitivo Videmur = costr. personale Rei publicae = dat. Di vantaggio retto da satisfacere Viri = vocativo esclamativo con valore ironico e antifrastico Si = per. ipotetico indip. della realtà Duci, conferri = infinitive completive lam pridem = avverbi Oportebat = condizionale indipendente (con verbi che indicano necessità l’indicativo pres. o imper. si può tradurre al condizionale presente o passato) Te.. tu = poliptoto In=ha valore di ‘contro’ Omnis = arcaismo per omnes Prima Catilinaria di Cicerone [1] Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Nihilne te nocturnum praesidium Palati, nihil urbis vigiliae, nihil timor populi, nihil concursus bonorum omnium, nihil hic munitissimus habendi senatus locus, nihil horum ora voltusque moverunt? Patere tua consilia non sentis, constrictam iam horum omnium scientia teneri coniurationem tuam non vides? Quid proxima, quid superiore nocte egeris, ubi fueris, quos convocaveris, quid consili ceperis quem nostrum ignorare arbitraris? Traduzione [1] Fino a quando oh Catilina, abuserai della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora questo tuo folle comportamento ci sfuggirà di mano? Fino a che punto si scatenerà la tua audacia sfrenata? Non ti hanno scosso il presidio armato (praesidium) notturno del Palatino ne le ronde per la città (della città) ne la paura del popolo ne l'accorrere di tutti gli uomini (cittadini) onesti ne questo luogo assai ben fortificato per la seduta del Senato (per convocare il senato), ne l'espressione del volto di costoro? Non ti accorgi che i tuoi piani criminosi sono evidenti? Non vedi che la congiura è ormai tenuta sotto controllo (dalla conoscenza ormai di tutti costoro) dal momento che è conosciuta da tutti costoro? Chi di noi ritieni che ignori che cosa hai fatto la notte scorsa, che cosa quella precedente, dove sei stato, chi hai convocato, che decisione hai preso ? [2] O tempora, o mores! Senatus haec intellegit, consul videt; hic tamen vivit. Vivit? Immo vero etiam in senatum venit, fit publici consili particeps, notat et designat oculis ad caedem unum quemque nostrum. Nos autem fortes viri satis facere rei publicae videmur, si istius furorem ac tela vitamus. Ad mortem te, Catilina, duci iussu consulis iam pridem oportebat, in te conferri pestem quam tu in nos omnis iam diu machinaris. Traduzione [2] Che tempi! Che costumi! Il Senato conosce queste cose, il console le vede; costui tuttavia è ancora (ancora lo aggiungiamo noi) vivo. È vivo? Anzi viene perfino in Senato partecipa (è partecipe) alle pubbliche decisioni, con gli occhi indica e destina alla morte ciascuno di noi. Invece a noi, uomini coraggiosi pare di fare abbastanza per lo stato (noi invece uomini coraggiosi sembriamo fare abbastanza per lo stato) se riusciamo ad evitare (evitiamo) la violenza e le armi di costui. A morte, oh Catilina, sarebbe stato necessario che tu venissi condotto per ordine del console già da un pezzo, che su di te ricadesse il flagello, che tu già da lungo tempo macchini contro noi tutti. Analisi: [3] an vero = sta per Num, interrogativa retorica che in questo caso propende al si, di solito invece propende al no (=nonne, forte contrapposizione) P. Scipio...maximus= apposizioni Labefactantem = part. Presente con valore attributivo Privatus = predicativo del soggetto Catilinam...perferemus = inter. Diretta Catilinam = c. Oggetto Caede ... incendiis = ablativo di mezzo e sineddoche Vastare cupientem = vastare è retto da cupientem Nos consules = soggetto Perferemus = futuro indicativo Nimis = avverbio Antiqua praetereo = preterizione (finge di tralasciare una cosa) Quod = dichiarativo Studentem = valore attributivo (regge il dativo ) Manu sua = ablativo di mezzo Occidit = viene da ab + caedo (occido, -is, -di, -isum, -ere 3°) Fuit, fuit = anafora (ripetizione) Virtus = iperbato Ut = valore consecutivo Acrioribus = comparativo Acerbissimum = superlativo relativo Coèrcerent = cong. imperfetto tradotto all’ind. imperfetto In = valore di “contra” Huius ordinis = genitivo Nos, nos = anafora Desumus = come tutti i composti di sum regge il dativo ( eccetto absum che regge il c. Di allontanamento) Consules desumus = sottintende “ei” che si riferisce a rei publicae [3] An vero vir amplissumus, P. Scipio, pontifex maximus, Ti. Gracchum mediocriter labefactantem statum rei publicae privatus interfecit; Catilinam orbem terrae caede atque incendiis vastare cupientem nos consules perferemus? Nam illa nimis antiqua praetereo, quod C. Servilius Ahala Sp. Maelium novis rebus studentem manu sua occidit. Fuit, fuit ista quondam in hac re publica virtus, ut viri fortes acrioribus suppliciis civem perniciosum quam acerbissimum hostem coercerent. Habemus senatus consultum in te, Catilina, vehemens et grave, non deest rei publicae consilium neque auctoritas huius ordinis; nos, nos, dico aperte, consules desumus. Traduzione [3] Forse che un uomo assai famoso, ossia Publio Scipione, pontefice massimo, non fece uccidere da privato cittadino Tiberio Gracco che cercava di far vacillare (labefactantem) con modesti tentativi (mediocremente) l'ordinamento dello stato; mentre noi consoli continueremo a sopportare Catilina desideroso di devastare la terra con omicidi e incendi? Infatti tralascio quei fatti troppo antichi, come quando Gaio Servilio Ahala uccise di sua mano Spurio Melio, che aveva mire rivoluzionarie (che cercava di promuovere nuove cose). Ci fu, (si) ci fu un tempo tale vigorosa energia in questa repubblica, per cui uomini coraggiosi reprimevano con pene più gravi un cittadino funesto che il più spietato nemico. Noi abbiamo un decreto del Senato contro di te, oh Catilina, drastico e chiaro; non manca dunque alla repubblica né la saggezza né l'autorità di questa assemblea: invece noi, proprio noi consoli, lo dico chiaramente, le manchiamo.