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DIBATTITI ETICI, SAGGEZZA BIBLICA - Pelletier, Sbobinature di Teologia

riassunto libro Dibattiti etici saggezza biblica della Pelletier

Tipologia: Sbobinature

2022/2023

In vendita dal 08/02/2023

martapanchieri
martapanchieri 🇮🇹

4.3

(23)

20 documenti

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Scarica DIBATTITI ETICI, SAGGEZZA BIBLICA - Pelletier e più Sbobinature in PDF di Teologia solo su Docsity! DIBATTITI ETICI, SAGGEZZA BIBILICA INTRODUZIONE Il libro parla principalmente di attualità, come l’avanzamento delle biotecnologie, dell’intelligenza artificiale, del cambiamento della mentalità. Questi temi e questi grandi cambiamenti, vengono analizzati dall’autrice dal punto di vista della Bibbia, e quindi dal punto di vista dei cristiani. Ci si propone infatti di analizzare questi cambiamenti e questi attuali, chiedendosi se la Scrittura possa essere una fonte di ispirazione per reagire ad essi nel modo migliore. L’autrice, infatti, si basa sulla sua profonda conoscenza delle scritture e sulla sua convinzione che la Bibbia sia capace di illuminare la crisi che sta attraversando la nostra civiltà, ispirando fiducia e suscitando uno sforzo di intelligenza e discernimento. CAPITOLO 1 – APRIRE LA BIBBIA CON GIUSTEZZA Le scritture vengono definite l’“anima della teologia”, in quanto sono l’anima che ha dominato la vita della chiesa e che sta all’origine della comprensione della fede cristiana. Anche se per qualche periodo questa verità è andata perduta, oggi viene ritrovata e viene definita una rivelazione. RIVELAZIONE  ha un duplice significato. Non è solo la conoscenza di dio, ma anche la conoscenza dell’uomo. Per questo la teologia oggi non è solo l’“anima della teologia”, ma viene definita anche l’“anima dell’antropologia”. Questo perché la Bibbia può essere uno strumento di riferimento pertinente che ci aiuta ad esaminare le realtà antropologiche su cui si dibatte oggi. Questa concezione si basa sul fatto che la Bibbia è un libro ATTUALE. Ogni storia, contemporanea o antica che sia, trova un riferimento tra le storie della Bibbia e tra i suoi insegnamenti di base  tutte le storie e le relazioni degli esseri umani (positive e negative) sono attestate in una storia biblica che le riassume. Attraverso la storia di Israele, si vuole parlare della presenza di Dio nella storia di tutta l’umanità, che è una storia lavorata e accompagnata da Dio stesso. La Bibbia ci permette quindi di ricollegarci, ad un livello profondo, ai problemi insiti nella natura umana, in qualsiasi modo essi si manifestino. Questo grazie alla natura spirituale della bibbia, che trascende tutte le culture, tutte le generazioni  è sempre attuale. Abbiamo detto che la bibbia è una rivelazione non solo di dio ma anche dell’uomo. Nel 20 secolo sia la teologia che l’esegesi hanno assunto una piaga sempre più antropologica e sono diventate un modello per comprendere la fede in modo più approfondito. Questo non porta all’“abbassamento” del mistero di dio a qualcosa di umano, ma porta a scrutare in modo intelligente l’umanità fino al punto in cui si incontra in essa la traccia di dio. ESEGESI = L'interpretazione critica di un testo, spec. biblico o giuridico. CAPITOLO 2 – IN PRINCIPIO È LA RELAZIONE Il primo libro della bibbia, la genesi, è un libro fondamentale per capire le questioni di antropologia. Esso ci permette di identificare il modo originale con cui è nata l’umanità, anche se è un testo difficile da comprendere. Attraverso la sua parola, dio CREA. Fino a che crea l’uomo e la donna  origine dell’umanità. L’uomo e la donna sono messi in relazione tra di loro e con dio (uomo e donna sono creati a immagine e somiglianza di dio, ma allo stesso tempo egli si sottrae ad ogni legame esteriore. Quindi la RELAZIONE è al principio della creazione. Da questo libro possiamo ricollegarci all’attualità e parlare delle teorie di gender (persone che non si rivedono nella propria identità e che si sentono altro). La posizione delle scritture: 1. Se noi siamo creati da una relazione, allora la nostra vita si basa sul riconoscimento della centralità della differenza dei sessi. L’esperienza della differenza è la matrice della relazione, in quanto io so cosa sono perché so che cosa non sono. 2. Qui entra in gioco anche il concetto di LIMITE (rappresentato dall’albero che non si può mangiare, posso conoscere tutto ma non tutto): l’essere umano trova la sua verità accettando di essere NON TUTTO (l’uomo non può essere donna) e quindi deve vivere in relazione con un altro diverso da sé. È proprio il NON TUTTO che attesta la sua verità di creatura viva, che è viva grazie a dio  alla GRAZIA della creazione. Dio vuole che l’uomo possa amare il suo limite e viverlo in modo felice, per questo crea la donna e fa in modo che sia amabile. Quindi  grazie alla presenza dell’altro e di dio l’uomo sa di esistere, è condotto alla verità della creazione, ovvero la sua verità di fronte a dio. Sappiamo quindi di essere stati creati e scopriamo la nostra identità nella differenziazione sessuale. Subentra qui il concetto di  RIBELLIONE, ovvero la volontà di un’umanità che vuole occupare da sola lo spazio della decisione e dell’azione, escludendo Dio. CAPITOLO 3 – UN DIO IN AFFINITÀ CON I MEZZI DEBOLI Il dio cristiano si è sempre mostrato affine ai cosiddetti “mezzi deboli”, ovvero uomini “piccoli” che per dio diventano modello, diventano i più importanti nella storia dell’umanità (Noè, Abramo, le donne, Davide, …). Essi sono i più piccoli, ma i portatori della fede più grande  proprio attraverso di loro la parola di dio raggiungerà tutto il mondo. Tutta la storia confermerà la preferenza da parte di dio dei mezzi modesti, che non sono considerati dai potenti e nemmeno dal loro stesso popolo. Ma dio non riconosce i suoi eletti quando usano pratiche da potenti  la grandezza del personaggio verrà sottolineata in scene inattese, ovvero durante avvenimenti e azioni a primo acchito poco importanti. Grande significato è quindi assunto dal valore dell’UMILTÀ  è la vera potenza. La sapienza dell’uomo ha infatti l’handicap di non vedere nella propria debolezza la propria forza. Questo discorso non vuole però essere un’avversione per la potenza in generale, ma verso l’IDOLATRIA DELLA POTENZA: l’umanità non esiste soltanto perché domina sul mondo e sulla vita grazie alla sua intelligenza e alle sue tecniche MA  l’umanità esiste soprattutto nella sua povertà. 4. IL RIFIUTO DI DIO Il rifiuto dell’altro passa anche attraverso il rifiuto di dio. Oggi la gen z si dichiara principalmente atea o senza un’appartenenza religiosa  rifiuto dell’eteronomia: un dio non deve mescolarsi con le nostre vite. Oggi viviamo in società che idolatrano le loro opere, i loro poteri, la scienza e una serie di finte spiritualità. Si fa riferimento al racconto di Sodoma, città di peccatori che aveva perduto Dio e che aveva disprezzato tutto ciò che era diverso (poveri, stranieri, …)  per questo è stata distrutta. Sodoma era infatti imprigionata in un “io al primo luogo”, che diventa “io senza l’altro” e “io contro l’altro”  violenza. CAPITOLO 5 – COME COMPORTARSI DA CRISTIANO? I cristiani devono cercare di evitare di esprimersi in modo arrogante: essere cristiani nel mondo non significa che hanno il dovere morale di giudicare gli altri, in quanto anche loro, come tutti, sono messi alla prova con l’incontro con l’altro e con la difficoltà del confronto  tutti, credenti e non credenti, sono uguali di fronte alle complicazioni della condizione umana. Quindi attenzione a non occupare una posizione da superbi. I cristiani devono essere TESTIMONI DEL VANGELO, ovvero devono dare il loro contributo nei dibattiti attuali che hanno un grande peso anche per quanto riguarda l’etica. Come testimoniare? In 4 modi: 1. TESTIMONIARE IL PREZZO DELLA DIFFERENZA = i cristiani professano che il nostro mondo è stato creato da dio e dalla differenziazione (so cosa sono quando incontro quello che non sono)  in questo modo sono interessati a tutte le patologie della vita umana descritte in precedenza e devono combattere quindi l’esclusione dell’altro.  L’esperienza della relazione con l’altro è una sfida da raccogliere, in quanto solo così si può conoscere l’altro e noi stessi. La relazione non neutralizza la diversità (L’ALTERITÀ), ma la conserva, e questo è un concetto fondamentale nelle relazioni amorose e coniugali: o Tutto inizia con il NARCISISMO: amo l’immagine che ho dell’altro, quello he io voglio che l’altro sia per rispondere ai miei desideri e ai miei bisogni. Questa esperienza viene chiamata AMORE. o Poi c’è l’esperienza della DELUSIONE: mettiamo alla prova l’altro e vediamo che la sua identità non è quella che avevamo in mente. L’amore viene meno. Oggi l’amore è la base di tutti i rapporti e quando viene meno la relazione fallisce, dimenticando che è proprio quando viene meno l’amore e vediamo l’altro per quello che è veramente che si costruisce il vero amore.  La stessa cosa accade con dio: abbiamo un crollo dell’amore verso di lui quando le immagini di dio che avevamo grazie alla fede vengono meno, per esempio quando non risponde alle nostre preghiere, che implorano di liberarci dal male.  Bisogna però imparare a superare la prova della differenza. Non appena affrontiamo questa esperienza la relazione diventa fragile, destinata al fallimento MA  la chiesa non deve essere responsabile solo della costruzione dell’amore, ma anche della fragilità della relazione. Per questo il matrimonio cristiano è INDISSOLUBILE: non protegge gli uomini dalla prova della differenza, ma da un incentivo per cercare di superarla e non portare al fallimento, da un incentivo per difendere la relazione, in quanto non è solo un patto con l’altro, ma anche un patto con dio, che dobbiamo mantenere. 2. TESTIMONIARE CHE L’UOMO SUPERA INFINITAMENTE L’UOMO noi non possiamo sapere ci siamo, perché siamo al mondo, è un mistero, nonostante le nuove biotecnologie (con la decodifica del genoma, la clonazione, la produzione della vita) portano l’uomo a pensare di sapere tutto, anche da dove deriva la vita. Ma le scritture dicono chiaramente che l’uomo è a immagine di dio, di cui non conosciamo l’immagine  l’uomo è quindi segnato a non poter conoscere tutto, all’inconoscibilità. La nostra vita e identità è un mistero: noi non potremo mai conoscerci del tutto perché veniamo da dio, che è mistero. 3. TESTIMONIARE CHE LA CARNE DEVE ESSERE ONORATA La carne umana è il luogo in cui la pienezza di dio prende dimora, è il luogo d’incontro tra l’uomo e dio. Dio ha cura dell’uomo nella totalità del suo essere e per questo la salvezza non riguarda solo la sua anima. Anche nei suoi miracoli (es guarire un paralitico/il cieco) Gesù ci mostra come mediante la guarigione del corpo che si vede, avviene anche quella del cuore che non si vede (es per guarire il paralitico dice “ti perdono i peccati, ora cammina, mettendo in evidenza come ci sia anche la guarigione del cuore). Allo stesso tempo non è solo il corpo che soffre di paralisi o cecità o di lebbra, quindi non è solo il corpo che deve essere guarito, ma dio guarisce una persona nella totalità del suo essere  CORPO E ANIMA SONO SULLO STESSO PIANO, DEVONO ESSERE ENTRAMBI RISPETTATI E ONORATI. L’uomo infatti è una carne che viene da dio e va verso dio, è santuario della vita divina. Il cristiano ha così delle responsabilità: - Identificare la presenza del divino nella nostra carne, per esempio quando nasce una nuova vita o quando una finisce: la nostra vita appartiene a dio - Onorare la nostra carne in ogni momento, qualunque sia il suo stato, anche in caso di malattia o fragilità Il bravo cristiano quindi SA che il giudizio finale non avverrà solo giudicando le azioni spirituali compiute in vita, ma anche dai gesti concreti, ai gesti di aiuto che sono stati offerti agli altri. Non dobbiamo pensare che siccome siamo cristiani e preghiamo saremo salvati  modo discriminante ed evangelico di leggere la bibbia. Tutti infatti saranno giudicati sull’attenzione prestata alla vita dell’altro nella concretezza CARNALE: la carne conferma così la sua centralità. 4. TESTIMONIARE UNA GLORIA DIVERSA DA QUELLA DELL’UOMO AUMENTATO Parliamo del modo biblico di concepire il rapporto tra uomo e dio. Oggi dio è spesso visto come un dio castratore, potente, che ci limita  base dell’ateismo odierno. Ma, secondo la bibbia, dio deve essere visto in un altro modo. Dio non è un dio onnipotente geloso della sua potenza e posizione MA il dio cristiano si fa conoscere nella debolezza e nell’impotenza: egli si fa uomo, diventa un essere debole per farsi conoscere dagli uomini (non è un deus ex machina per esempio). Si potrebbe però contestare dicendo che dio è geloso del suo potere, facendo riferimento alla storia della torre di Babele: gli uomini vogliono costruire una torre che arriva fino al cielo per essere sullo stesso piano di dio, e dio la distrugge. Ma dio non lo fa per gelosia. Semplicemente il desiderio degli uomini di raggiungere dio è esaudito da dio stesso, con altri mezzi (es la croce e il signore crocifisso). Il sogno dell’umanità si compie veramente, ma non come una sfida, ma attraverso un atto di riconciliazione e fratellanza, che porta all’esaltazione di un uomo con dio (e non un uomo suddito di dio): - L’uomo si libera dal voler essere come dio - Si rende conto di essere a immagine di dio - E si rende conto di essere quindi poco meno di un dio, ovvero è come lui, è con lui. CONCLUSIONE Tutti questi temi trattati fanno riferimento a problematiche già trattate nella bibbia nel corso dei secoli, in riferimento ai vari popoli, ma che sono allo stesso tempo attuali e riguardano noi. Ad esempio, il Burj Khalifa, torre che con la sua iscrizione pretende di voler raggiungere il cielo, come Babele. Vediamo quindi come il desiderio di grandezza e superamento dei limiti dell’uomo non è storia passata, ma vale anche oggi.  I sogni estremi di dominio che hanno ossessionato l’umanità sono a portata di mano. Le ambizioni ostentate oggi sono dei sogni che si basano sul desiderio di sfida  sfida lanciata contro tutto ciò che limita l’uomo, che lo rende mortale e non potente, che deve vivere con cose che sono altro da sé, compreso dio.  La competizione con dio non cessa di ossessionare l’uomo, nemmeno oggi. Ma, a suo malgrado, l’uomo non potrà mai operare se non all’interno di uno spazio, che non è delimitato da lui. Gli uomini non produrranno mai cose non umane. Quindi il fatto che gli uomini possano prendere il posto di dio è impossibile: non possono fare cose divine, ma solo umane, non possono essere dio. L’illusione non genera il reale. Ma l’illusione porta all’IDOLATRIA = ignorare che dio è dio e che l’uomo non è dio. Questa affermazione viene accolta nella nostra cultura, che si afferma come una cultura che proclama che non esiste alcun dio. Si può però dire che la bibbia non è l’unica fonte di saggezza da cui trarre insegnamenti. Vengono quindi interrogate: - La società contemporanea: le sue ideologie sono diventate follie omicide - La società greca: si basano sulla ragione, che si basa sulla giustizia e sulla giustezza della misura. Si vuole quindi un ritorno ai greci, che è un ritorno alla genesi. MA  DIFFERENZA TRA BIBBIA E GRECI. La bibbia introduce la VICINANZA tra dio e l’uomo, che hanno una relazione di alleanza, stipulata nel momento della creazione, quando l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di dio. Questa alleanza viene ben simboleggiata dalla croce di Cristo, che è piantata nel terreno delle vicissitudini umane e allo stesso tempo è slanciata verso il cielo trascinando con sé le quattro dimensioni dello spazio: gli uomini sono portati tutti insieme verso dio. Così la croce può essere riconosciuta e compresa come qualcosa che compie la promessa della scala di Giacobbe (vedi segnalibro giallo).
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